Rocket Surgeon

Forse ci stava andando giù un po' troppo pesante con le frecciate e le battute, poteva anche passare come una ragazza antipatica che non faceva altro che provocare quando in realtà si comportava così solo quando trovava qualcuno che tirava un po' troppo la corda. Non erano il suo tipo le persone che tendevano a darsi più arie di quelle che potevano permettersi ed in questo caso Joshua, anche se per una cosa triviale come le freccette, era caduto un po' in quella categoria. Perché non era stata anche peggio? Perché, per l'appunto, si era resa conto che si trattava solo di freccette e non una cosa terribilmente seria.
Poteva davvero esser colpa del fatto che gli mancasse un bicchiere che gli togliesse qualche briglia? In fondo sembrava abbastanza convinto di quello che aveva detto. Puntellò l'indice sul mento, riflettendo. « Magari sei una di quelle persone che ha bisogno di un po' di carburante per fare qualcosa, il tuo potrebbe essere quello. » Aveva parlato di qualche tipo di cocktail che probabilmente facevano negli Stati Uniti, non sapeva con certezza cosa fosse quella South Cali ma ad assonanza poteva essere la California? Questo confermava il fatto che il ragazzo fosse americano come le era parso un attimo di sospettare anche solo dai modi di fare che sembravano espansivi come quelli dei tipi che vedeva in televisione in qualche serie. Chissà come si sarebbe trovata in uno stato come quello.
« Probabile, qua siamo un po' più moderati anche sul bere. » Che non la prendesse sul serio, questa era davvero una battuta e non avendo mai provato niente di "tipicamente esterno" non poteva di certo permettersi di fare dei paragoni: poteva anche essere che assaggiando una birra americana un po' più forte di quelle che aveva bevuto fino ad ora allora potesse accusarla di più. Fino al momento della riprova non lo avrebbe potuto sapere. E le sue ali erano davvero così intimorenti anche nello stare chiuse da fargli dire che l'idea gli avrebbe messo paura? Voltò il capo verso una delle stesse come ad esaminarla rimanendo leggermente sorpresa. « Davvero ti mette paura? » Sorrise facendole vibrare appena un po' come facevano i serpenti a sonagli con la loro coda quando si trovavano di fronte a qualcosa che volevano spaventare, non sapeva perché ma l'idea che Joshua trovasse timore nel fatto che lei potesse lanciare delle piume la sollevava un po'. Vero che le persone spesso e volentieri venivano spaventate e un po' intimorite quando trovavano qualcosa di abbastanza grande e le sue ali, in effetti, non poteva di certo dire che avessero una dimensione ridotta solo che fino ad ora non le era ancora capitato di riscontrare un parere del genere e iniziava anche un po' a scoraggiarsi. Anzi a volte veniva pure schernita, era successo che alle scuole superiori qualche volta la chiamassero "piccione" e non esisteva cosa più fastidiosa. Come se avesse scelto lei di nascere così anche se non aveva rimpianti.
Il fatto di lanciare le piume, però, perché poteva spaventare Joshua? Perché forse ricordava un po' una madre che insegue il figlio per casa lanciandogli le ciabatte? Anche loro avevano una mira invidiabile, forse migliore di quella di Kairi e Joshua messe insieme dato che narrano le leggende che nessuna genitrice abbia mai mancato un colpo anche da dietro un angolo. Vuoi per i tiri a giro, vuoi i rimbalzi d'angolo ma i miti erano sempre tanti e molteplici. « Me ne ricorderò se mai dovesse capitare l'occasione. » Sapeva, semmai avesse reincontrato questo ragazzo, che l'idea di lanciare piume lo spaventava: era un'arma in più da utilizzare.
E poteva suonare male il fatto di dirgli che sembrava un tipo da bar? Non ai suoi occhi, insomma non era né un complimento né un'offesa: come una persona poteva dare l'idea di essere, magari, una persona da biblioteca poteva capitare che uno invece desse l'impressione di essere un tipo da feste o da bar. Che male c'era? Dunque non capì perché il fatto che lui ridesse di sé stesso la rendesse fortunata. Si guardò attorno un po' curiosa. « Questo posto ti sembra...losco? » Cavolo, chissà che ambienti aveva frequentato. A lei sembrava un locale come tanti altri. Sarà che non aveva tanta esperienza lei per posti del genere o ne aveva troppo poca lui? Si ritenne invece più fortunata invece del fatto che lui non la prese in giro ricambiandola con la stessa moneta quando non raggiunse i quindici tiri massimi, anzi se ne uscì in un modo che la confuse un attimo. Se l'era presa? Stava andando via in maniera tutto sommato celere e le parve seccata, non a caso aveva detto di essere stufo, dunque era magari il suo modo per assimilare il fatto di aver fatto una piccola figuretta? Si era innervosito per le sue frecciate e non voleva avere più a che fare con lei?
Di certo non ci avrebbe perso il sonno stanotte, questo era poco ma sicuro. Quando fece per allontanarsi Kairi raccolse le mani sulle gambe e si inchinò leggermente in avanti. « Grazie per la partita, ci rivedremo forse se ripasserai di qua. » Non era sembrato un cattivo ragazzo a pelle, forse aveva dei modi di fare che non si allineavano bene con i suoi. Oh beh, le persone vanno e vengono: se tutti andassero a genio di tutti, il mondo sarebbe un posto davvero tanto noioso. « Buona fortuna anche a te. » Per cosa? Per...non lo sapeva, d'altro canto non le aveva detto di cosa si occupasse: prendiamolo come augurio generico. Non lo avrebbe fermato, anzi avrebbe terminato giusto gli ultimi due tiri prima di riportare le freccette al bancone così come il proprio bicchiere vuoto. Era ora di tornare in Accademia, non sapeva perché ma aveva voglia di suonare qualcosa.