Campfire light

Role || Shinjiro (Slot extra), Masao

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  1. Sisthra
     
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    Aveva un pó i suoi dubbi sulla prospettiva di Masao sul diventare un giocatore di successo. La loro generazione ancora ancora forse, ma... ormai non era un pó cosa passata? E non ci si teneva in camera piú i poster dei membri di una qualche boy band che di un qualche giocatore di sport. E per quanto odiasse ammetterlo, in Giappone il basket non sembrava essere poi cosí popolare, almeno non quanto il baseball. Quello sí che sembrava popolare quanto altri sport in Occidente.
    Onestamente in quel momento chiedere di quei soldi era l'ultima cosa che voleva fare, ma... era un argomento che andava affrontato, prima o poi. Erano rimasti lí sepolti per anni quindi si poteva dire che potevano aspettare ancora qualche giorno, ma... in quel momento erano da soli, potevano parlarne con franchezza, senza paura di venire interrotti in alcun modo. Niente clienti che potevano entrare da un momento all'altro, niente cose piú urgenti da fare o a cui pensare come capitava di solito quando lo invitava a casa sua...
    « Il problema é che, anche a volerli donare in beneficenza a qualche associazione, resta sempre il problema di... dire da dove sono venuti, quei soldi. Per fare cose grosse é sempre un passo necessario. Fare qualcosa per te mi sembra un'opzione migliore, e da lí... metterti in condizione di fare qualcosa per altri.» commentó infine, prima di lasciarsi sfuggire un piccolo sospiro alle parole di Masao.
    « Non puoi iniziare a pensare in questo modo; non aiuti qualcuno perché é il primo nella classifica di chi sta soffrendo. Aiuti qualcuno perché puoi. Se iniziassi a pensarla cosí, dovrei smettere di lavorare perché il cibo che cucino potrei star dandolo a qualcuno che ne ha piú bisogno... ma ovviamente non posso farlo. Ho bisogno di lavorare e star bene io, cosí da poter poi aiutare altri... "la persona giusta per ogni circostanza".» commentó, citando un vecchio proverbio che era un pó diventato un suo mantra a riguardo delle sue attivitá da vigilantes.
    E sapeva benissimo come l'altro si sentiva sul sentirsi diversi quando indossava una maschera. Era un argomento che avevano giá affrontato una volta, dopo l'attacco del culto a novembre. Lí peró, le cose erano state leggermente diverse, e c'era un punto cruciale su cui non si trovava d'accordo con l'altro.
    « ... quella maschera peró non deve diventare un requisito necessario a permetterti di agire, Masao.» commentó, chiamandolo per la prima volta ad alta voce con il suo vero nome. Abbassó la bottiglia e si giró a guardarlo, lo scoppiettio del fuoco a punteggiare le sue parole.
    « La maschera ci serve solo perché ció che facciamo é illegale. Diventare un ballerino o qualsiasi altro lavoro che vuoi fare non é né illegale né richiede che tu ti nasconda dal mondo... Quindi non avresti paura a salire su un palcoscenico se nessuno ti vede in faccia? Se nessuno puó collegare quella figura a te, anche se sbagli qualcosa? É solo un altro modo di fuggire dalle responsabilitá in quel caso. Se vuoi fare il ballerino fallo, ma senza aver bisogno di una maschera dietro cui nasconderti... credo che tu debba iniziare prima di tutto da questo. Sai cosa vuoi fare, ma... credo che una parte di te sia ancora convinta di doverlo fare di nascosto. Cosa hai da nascondere, ancora? Da chi chiese dopo paio di secondi.
    E... sí, Shinjiro aveva dato un'occhiata a quei documenti. E anche solo dandoci una letta, l'immagine che avevano dipinto era piuttosto chiara... se la si voleva vedere, perlomeno. Si sentiva un pó come se si trovasse davanti ad uno di quei puzzle del tipo "collega i puntini numerati" che quando completati rivelavano un disegno. Solo che lui era un pó riluttante a completarlo, quel disegno. O meglio, non voleva essere quello costretto a mettere il pennarello in mano a Masao e costringerlo a completarlo.
    Peró... quello era il suo ruolo, di solito no? Era sempre stato quello che ascoltava i problemi della gente e dava consigli. O, quando necessario, sbatteva loro in faccia la veritá. Si era beccato un paio di insulti da vari clienti e amici nel corso degli anni, per quella sua tendenza... peró poi tornavano sempre. Sotto sotto tendevano ad apprezzare l'onestá, evidentemente.
    « Ho... dato un'occhiata a quei documenti che mi hai dato un pó di tempo fa. »
    Era partito benissimo, ma ora? Come faceva a dirgli "Sono piuttosto sicuro che il padre che idolatravi prendeva mazzette per chiudere un occhio su criminali vari e lasciarti dei soldi"?
    Non poteva farlo.
    Ma doveva, in qualche modo.
    Forse peró poteva approcciare la cosa in modo un pó... meno diretta.
    « Una delle... firme mi ha colpito. C'é scritto Ushiyama, ed é il cognome di una delle mie clienti. É una ragazza che studia alla Yuuei... se nel frattempo non ha preso la licenza, é un pó che non la sento a riguardo. E anche se non me l'ha mai detto in modo diretto, credo che sua padre sia... umm... scomparso in circostanze sospette.» commentó.
    «... ma potrebbe essere solo una coincidenza, lo stesso cognome.» aggiunse dopo un attimo.
    Ok, il pennarello in mano glielo aveva messo.
     
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24 replies since 25/9/2022, 06:41   372 views
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