Questione di affari!

Il negozio era aperto dalle due un altro pomeriggio di lavoro ed era sempre più faticoso mantenersi il tutto, Faust aveva la parte che gli dava Blank per i suoi servizi all’ infuori del negozio, ma non era facile continuare a tenere conto delle spese e oggi era parecchio incazzato perché lo avevano contattato per portargli quel pezzo raro di credenza in perfetto stile Edo che si era aggiudicato in un asta, con quello senz’altro gli affari sarebbero andati bene, ma il problema e che quell’oggetto non era ancora arrivato, a causa d’un imprevisto del corriere e nella spedizione.
Insomma c’era da dire che quell’ oggi non funzionasse proprio bene niente, ma se quel pezzo non arrivava per le sette e mezza, l’orario di chiusura, Faust sarebbe andato a cercare personalmente quel dannato correre e gli avrebbe insegnato con “ le buone” ( ma anche no) come si lavorava, senza far perdere tempo ad uno pieno di lavoro come lui.
In ogni caso era comunque un po’ presto e il negozio aveva giusto un cliente interessato ad un pezzo raro, un vaso in stile Ming arrivato da un altro antiquariato cinese che aveva chiuso di recente. La fattura del vaso era buona e assomigliava in maniera fedele ad una copia di quegli antichi vasi, quindi anche se era un falso valeva comunque bei soldini che Faust non si sarebbe fatto sfuggire.
Il cliente un asiatico molto eclettico stava guardando il vaso con molto interesse e Faust per dare ancor pià una “spintarella all’affare” si era messo ad elogiare la strepitosa fattura del pezzo e delle decorazioni, ma il cliente sapendo che era pure una copia, non sembrava molto convinto , però in compenso sembrava molto interessato ad un altro tipo di “mercatino”, ovvero “l’altro”.
Beh non era una novità avere clienti per “l’altro mercatino segreto” ovvero quello delle “biglie”, e se quello sapeva che Faust le distribuiva allora magari la pubblicità di Deep Void era arrivata in giro, ma per essere sicuri che anche “certi affari andassero in porto” era meglio rimandare a più tardi, perché adesso c’era un po’ troppo via vai, e aveva anche visto passare una volante della polizia, quindi meglio lasciar perdere, perciò Faust non parlò delle “biglie”, ma si limitò a convincere il cliente della bellezza del vaso invece.
Il negozio comunque in quel momento era disposizione di tutti, se fosse entrato qualche altro cliente avrebbe potuto osservare ogni tipo di mobilificio, dall’ arte europea e barocca fino ai mobili asiatici che tanto piacciono in Giappone, Faust ne aveva venduti una marea di quelli. Inoltre c’erano anche dei nuvi arrivi delle riproduzioni in scala di statue rappresentate opere italiane con il Davide o la pietà di Michelangelo da mettere nei raffinati giardini edochiani e un reparto dove c’erano sempre riproduzioni di fedelissime armamenti, come katane orientali e spade europee vendibili senza porto d’armi dato che erano solo ornamenti per le case e teche, dopotutto Faust quelle "vere" le vendeva per conto di Blank non nel suo negozio.
Insomma un gran bel negozietto nel quartiere più “in” di Tokyo.

narrato;parlato""; pensato°° & monologhi con Madness <<>> Parlato Esterno

Faust aveva appena finito di parlare con il primo cliente , a quanto pare avevano raggiunto un accordo per quanto riguardava il vaso in stile Ming.
“Molto bene signore provvederò ad aggiungere il suo nome alla lista della prenotazione, può passare a ritirare il lotto quando preferisce oppure se lo può portar via anche adesso, mentre per quanto riguarda il pagamento mi lasci pure il suo assegno e i suoi dati mail le manderò la fattura online. La ringrazio per aver scelto il mio negozio.”
Il signore asiatico lasciò come promesso assegno e i suoi dati e dopo aver ringraziato decise di portar via direttamente il suo articolo.
Faust allora si mobilitò per mettere il vaso in una scatola sicura piena di micro palline di polistirolo avvolse l’oggetto in una sottile carta bianca e si assicurò che non si muovesse , perché durante il trasporto era normale sbattere e rischiare di rompere una “rarità” come quella e sarebbero stati soldi ( pure parecchi) buttati per il cliente che lo avrebbe portato indietro e magari chiesto il rimborso.
Dopo aver imballato bene il pacco consegnò il tutto al cliente che fece un inchino di ringraziamento come usavano fare in Giappone, visto che stringersi la mano era maleducazione specialmente con le donne che sparavano denuncie di molestie come niente, e se ne andò.
Subito dopo Faust vide arrivare un altro cliente e dall’ aspetto e dal colore della sua pelle stava cercando di capire di che nazionalità fosse, perché non era Giapponese era evidente, forse sembrava Africano? No non era proprio neg… ehm volevo dire… nero, nero , la sua pelle era grigia e i suoi capelli e baffi erano ramati, e sicuramente al mondo non c’erano persone che avevano una colorazione simile, quindi che sia l’effetto magari di Quirk mutant? Poteva essere in ogni caso Faust aveva per le mani un altro cliente e si prestò subito a servirlo.
Il cliente non appena entrato sembrava subito avere buon gusto nel notare le “raffinatezze” esposte e gli aveva fatto i complimenti per il suo modo di vestirsi, ottimo almeno ogni tanto in Giappone c’erano persone che non lo prendevano per un frequentatore di “Maid Caffè”( anche se in realtà ci andava ogni tanto solo per vedere le ragazze) o un cospleyer, anche perché lui era sempre stato così.
Faust si sistemò un po’ la giacchetta , poi fece un inchino salutando il cliente allargando un sorriso.
“La ringrazio, pare proprio che non sia il solo ad intendersi di buon gusto. Comunque le do il benvenuto nel mio negozio . cosa posso fare per lei?”.
Faust aspettò per qualche attimo la richiesta , ma arrivò subito, il cliente voleva vedere degli orologi, beh che dire ne aveva una vasta collezione tra cui ce ne era una appena arrivata dall’ ultima asta. Certo i suoi orologi erano gioielli, ed erano veri non imitazioni cinesi da quattro soldi quindi abbastanza costosi, però poteva offrire anche qualcosa più alla portata di tasca di qualcuno che non sia impachettato di soldi come un pro-hero. Ah a proposito a quanto pare il suo cliente aveva chiesto un orologio da taschine di fine novecento. Italiano? Interessante vedere un altro europeo in Giappone, dopotutto con tutti quegli occhi a mandorla che c’erano , Faust iniziava a sentirsi un po’ fuori luogo a volte e si vergognava di avere sempre l’accento tedesco nel suo giapponese, seppure lo conoscesse ormai, ma faceva ancora un pò di fatica.
“Orologi da taschino? Ne ho diversi modelli. Prego, dia pure un occhiata alla mia collezione. Ci dovrebbero essere anche dei nuovi arrivi.”
Faust indicò il bancone dove c’era la cassa, che in pratica era una teca in vetro dove si potevano ammirare oltre agli orologi di vari modelli c’erano anche quelli da taschino che si potevano indossare e attaccare con la catenella alla fibbia dei pantaloni, e tutti erano assolutamente ben conservati e funzionanti e non erano delle banali “cinesate”, in più anche diversi gioielli di vara fattura, come quelli che si potevano vedere in una delle gioiellerie di Ginza.

narrato;parlato""; pensato°° & monologhi con Madness <<>> Parlato Esterno

Faust osservava il suo nuovo cliente mentre si avvicinava alla vetrina, eh si oggi c’era un bel profumo d’affari, sperò solo di soddisfare le aspettative, ma difficilmente la sua merce deludeva chi la comprava.
Faust si era allontanato un solo secondo per sistemare un ombrello messo in disordine da qualche cliente maleducato, poi girò fuori lo sguardo e ancora vedeva girare la stessa volante di polizia avanti al negozio.
° Che diavolo succede? E’ la terza volta che la volante si accosta…non vorrei…°
Già, insomma, Faust ovviamente temeva per i suoi affari , soprattutto “gli altri tipo di affari”, sperò vivamente che la polizia non fosse in giro a fare appostamenti proprio avanti al suo negozio e soprattutto sperò che non fossero rivoti a lui sennò erano veramente cazzi.
Faust aveva un po’ di tensione, l’adrenalina iniziava a farsi largo nel suo corpo, ma doveva mantenersi calmo.
<< Potrebbero essere venuti qui per qualsiasi cosa, abbiamo la copertura per le cose di Deep.>>
<< Speriamo anche se non è normale vedere la stessa volante tre volte.>>
<<potrebbe passare anche mille di volte e non troverebbe nulla contro di noi, sarà il solito controllo di rutine adesso torna a concentrarti sul nostro cliente, daremo nell' occhio .>>
<<si hai ragione.>>
Faust non si lasciò distrarre da cause esterne e cercò di controllare i livelli d’adrenalina e rimase concentrato sul suo lavoro.
Il cliente italiano a quanto pare sembrava veramente interessati ad un articolo, e si aveva buon gusto a scegliere proprio quel pezzo, nella collezione di orologi era uno dei nuovi arrivi più belli, ma il valore era alto, ma magari poteva pensare di fare uno sconto?
<< Be hai senti che ha detto?Questi Monferrato hanno una filiale, magari sono direttori di banca o degli industriali, secondo me dobbiamo piazzargli il prezzo intero fidati.>>
<<si però potrebbe anche non comprare nulla se il prezzo rimane invariato.>>
<<chiedigli quanto dispone , sembra comunque uno che non bada a spese.>>
Madness aveva ragione, prima di valutare il tutto era meglio cercare di capire di più sul tipo di cliente che aveva avanti.
“Oh una filiale? Siete una famiglia di bancari forse o semplicemente vendete cose?”
Ok domanda un po’ diretta, poi il resto del discorso virò sul fatto che magari l’italiano si sarebbe potuto portare via l’orologio di famiglia, beh vero , onestamente anche Faust avrebbe potuto portarsi via qualcosa da Berlino…un momento ma qualcosa l’aveva portato invece. La vita di Manuela e del suo amante non era forse abbastanza? Altroché, tanto della sua vera famiglia non aveva avuto mai nulla a parte il suo nome e ovviamente cognome.
Curioso la vena un po’ rancorosa che aveva lo sguardo del suo cliente, che chiese ancora se Faust fosse giapponese, strano anche quello credeva fosse evidente, ma magari lo aveva preso per un frequentatore di un Maid Caffè, cosa che comunque faceva senza essere necessariamente nipponico. Faust si fermò un secondo prima di concentrarsi sull’ orologio. Il suo cliente sembrava essere piuttosto loquace e qualche domanda che stava facendo gli sembrava sospetta.
<< Ummm. Fa un sacco di domande per essere un cliente e non parlo dell’ orologio.>>
<< Già e la cosa inizia a non piacermi. Ci sono solo due tipi di persone che chiederebbero in negozio alcune “generalità”.>>
<< Esatto… dobbiamo tenerlo un po’ d’occhio fin quando non esce e attenzione a come si risponde.>>
Eh sì insomma una persona che arriva in un negozio di solito va diretto sull’ oggetto senza tirare fuori molte informazioni di se, seppure non lo ha fatto , ma già sapeva che aveva una sorta di filiale e il suo cognome, ma questo era lecito,invece quello sospetto era il fatto che dedicasse molta attenzione su Faust. Nel senso si può capire la curiosità di vedere persone eccentriche, ma anche quel Monferrato era stato “diretto” con il voler sapere la sua nazionalità. Sembrava come se lo stesse “interrogando” indirettamente, non che era un poliziotto in borghese o un Hero?
L’adrenalina iniziò a salire, la tensione a farsi più marcata, mentre le dita della mano sfioravano i borselli dove vi erano i coltelli. Non era il momento di usarli, e dubitava che li avrebbe usati, ma il suo istinto lo aveva portato lì a sfiorare l’apertura dei borselli, mentre la sua ombra riflesse sul muro sembrò all’ occhio di Faust che stesse cambiando forma, simbolo che a Madness come sempre sarebbe bastato un attimo, ma non era il momento di sporcare il negozio se non si era sicuri delle cose, di guai ne aveva abbastanza.
In ogni caso non rispondere subito, se le ipotesi di Faust erano corrette allora sarebbe stato sospetto lui quindi cercò di rispondere e deviare subito sull’ orologio.
“Si un tipo eccentrico, me lo dicono in molti, come lo era mio padre. Comunque in verità sono berlinese, credevo che dal mio accento e dal "cattivo" giapponese che mastico" fosse un pò più evidente, quindi se non lo è vuol dire che sto imparando, e questo abbigliamento è l’unica eredità che ho portato da lì.”
Si fermò lì non aveva intenzione per sicurezza di parlare oltre, e poi era anche vero che il suo abbigliamento era l’unica cosa che aveva portato come ricordo di Berlino, oltre al profumo e al colore del sangue, poi continuò invece su cose più interessanti : ”Tornando a noi, l’orologio come può vedere è un pezzo singolare si tratta di IWC INTERNATIONAL WATCH CO. CASSA ARGENTO 900 CAL 31457.ed è il più nuovo che mi è arrivato quindi si parte da una cifra di 76,800 Yen, ma si può trattare nei giusti termini. Anche se forse non c'è bisogno di scomodarsi nel suo caso .Giusto?”

narrato;parlato""; pensato°° & monologhi con Madness <<>> Parlato Esterno

Faust dopo aver deviato il discorso sull’orologio era riuscito a mantenere i livelli di adrenalina nella norma, e poi dopo la risposta del suo cliente iniziò a capire che forse non era ne un poliziotto ne un hero, visto che persone come quelle non farebbero mai del male a proprio padre? Cioè forse…anche se immaginava che anche in quell’ ambiente non che ci fossero le famigliole felici, ma alla fine che cosa ne poteva sapere lui di famiglia.
D’altronde Faust non ne aveva mai avuta una di famiglia visto che era passato in orfanotrofio, dove aveva già coltivato parte di quello che poi per lui sarebbe diventato bipolarismo, e dove era stato più solo con un quirk “pericoloso” per poi essere preso dai Muller, era lì che aveva trascorso la sua infanzia e in ogni caso forse era meglio non che non avesse saputo che suo padre era un attore di grande talento vittima di una puttana malata che tutt’ora chissà dov’era , forse ad espirare i suoi peccati con qualche altra vittima? Oppure era nascosta a strisciare come il verme che era? Dio quanto odiava la sua vera madre, era da quando aveva saputo la verità sulla morte di Adolf ( il suo vero padre) che anche se non l’aveva conosciuta la odiava, sia per aver ucciso suo padre che per averlo poi abbandonato. Solo un essere rivoltante come quella vipera avrebbe potuto fare una cosa simile, se Faust l’avesse mai incontrata sicuramente…
In quel momento un brivido di adrenalina gli percorse il corpo e Madness per un attimo sorrise con quel suo ghigno da squalo, immaginando che cosa avrebbe potuto fare ad una stronza del genere...
Manuela? Si sia Faust che Madness sapevano bene che fine aveva fatto lei, visto considerato che ancora riusciva a vedere il suo corpo sanguinante che bruciava nella sua casa insieme al suo “adorato”…
Si altro che la fine di Manuela, per quella madre degenere sarebbe toccato molto peggio, ma adesso non era il momento di pensare a questo e poi il suo cliente pareva anche un po’ turbato a parlare di suo padre, chissà se si sarebbe preso male se lo avesse invitato a bere una tazza di te, però era la prima volta che gli capitava un cliente così curioso.
Comunque per quanto riguardo l’orologio be insomma non poteva scendere moltissimo quindi era poco trattabile il prezzo , 20.000 yen era decisamente molto basso un conto se diceva 40 o 50 allora era pure buono , ma così in effetti è infattibile, però comunque in vetrina c’erano altri orologi simili da 20.000.
“Caro Signor Monferrato non è sempre facile trattare con il proprio padre, un po’ come trattare per questo oggetto, anche se comunque ho altri orologio che possono fare al caso suo. Ah…non vorrei sembrare indiscreto , ma l’ho vista un po’ in tensione, se non le interessa più l’orologio forse gradirebbe una tazza di te per rilassarsi. Ho dell’ ottimo Gold.”
Faust si sentì scemo a chiedere una cosa simile, ma tanto era già ora di una pausa quindi perché farsela da soli? Aveva già pronta la teiera sul cucinino che aveva messo nel deposito, visto che lui senza il te avrebbe potuto svenire (si era peggio di un inglese alle cinque di pomeriggio) e aveva bisogno di un posto deve fare pausa.
Ovviamente per il suo cliente glie lo avrebbe semplicemente portato se voleva restare.

narrato;parlato""; pensato°° & monologhi con Madness <<>> Parlato Esterno