QUEST III - "Contatto"

[Evento: L'ultimo Spettacolo di Madame S.] / Victor la volpe, Dopo la pubblicità, Wyrd.

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    Sugar-fueled machine

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    T O K Y O






    Quella serata sembrava non particolarmente piena d'azione per la maggior parte della metropoli, che da una parte si ritirava all'interno delle proprie case e dall'altra combatteva contro il freddo per guadagnare un po' di divertimento, per distrarsi dalla vita monotona che fin da giovani si stavano costruendo. Una donna aveva appena finito di parlare con qualcuno, il suo sguardo risoluto nella stanza vuota e misera in cui si trovava. Immagini di ciò che era un tempo le riapparivano da quando era fuggita da ciò che considerava una famiglia, ma più si avvicinava quel glorioso giorno più dentro di lei qualcosa voleva combattere per tornare alla vita di un tempo. Non era comunque in ogni caso possibile. I suoi capelli rosati erano pettinati di lato, mentre indossava dopo tanto tempo un completo elegante e dopo essersi finalmente curata quella brutta ferita che le era stata inferta settimane fa, sentiva la forza scorrerle dentro nuovamente. Ciò che avrebbe dovuto fare da lì a poco era per molti il peccato più grande che una persona poteva compiere, sempre ci fosse riuscita. Naturalmente non poteva farlo da sola, sarebbe stato impossibile. La donna che un tempo chiamava sua madre era comunque una delle più influenti della città ed arrivare a lei non sarebbe stato facile. Sedeva appoggiata al tavolino di un misero e poco illuminato appartamento, che decisamente impallidiva rispetto allo sfarzo a cui era abituata. L'alloggio dove Karen abitava si trovava vicino al porto ed era stato affittato per quel breve periodo grazie ai bassi prezzi in quella zona. Presto sarebbe tutto cambiato, presto la luce l'avrebbe potuta accogliere di nuovo. Stava aspettando a testa bassa tre persone per la precisione. Due di queste avrebbe preferito non chiamarle, non tanto perché non fossero abili o non adatte a quel compito, ma maggiormente perché avrebbe voluto evitare di coinvolgerle di nuovo. L'altra era comunque una sua conoscenza molto più esperta di quel mondo rispetto al resto. In ogni caso, erano gli unici alleati che era riuscita a trovare in quel poco tempo, ma erano decisamente molto più abili del resto della spazzatura che si trovava nei bar della zona.

    Il giorno prima infatti tre ragazzi avevano ricevuto un messaggio da un numero che in tutti gli altri telefoni della città sarebbe stato nascosto. Non importa come l'avessero salvata, ma Seishiro, Edward e Victor ricevettero tutti e tre lo stesso messaggio dalla donna che era stata un tempo una salvatrice ed una datrice di lavoro rispettivamente.

    Sono Karen. Non ti contatterei mai per sciocchezze, ma ho bisogno di aiuto per un lavoro. Riguarda Madame de Steal. Se accetti, troviamoci a questo indirizzo alle 21.00 di domani sera.

    Allegato al messaggio c'erano delle coordinate, che inserite in una qualsiasi applicazione di navigazione, li avrebbero portati alla base operativa della donna. Non c'era nulla di specificato nel messaggio che aveva mandato, sia perché preferiva parlare faccia a faccia sia perché non sarebbe riuscita a spiegarsi tramite SMS. La casa indicata da Karen era nella zona portuale di Tokyo, una catapecchia dalla facciata scrostata e che consisteva probabilmente in una sola stanza data la grandezza dell'edificio. Era una serata piuttosto tranquilla in quella zona, tranne per qualche passante che doveva passare di lì per poi arrivare in quella zona. La neve era in quantità molto minore rispetto al resto della città, forse a causa della presenza del mare. Ai tre toccava recarsi lì e se Victor e Edward si conosceva, lo studente di nome Seishiro era una presenza esterna ai due, anche se aveva conosciuto Madame S da molto più vicino. Arrivati in orario, avrebbero dovuto annunciare la loro presenza bussando o telefonandole, attendendo che la donna si mostrasse. Di cosa si trattasse quel lavoro riguardante la ricca donna, lo avrebbero scoperto da lì a poco.







    CITAZIONE
    Ciao ragazzi e benvenuti nel primo evento del forum! Qui di seguito un riassunto delle principali regole:
    PARTECIPANTI ► Victor la volpe, Dopo la pubblicità, Wyrd.
    TURNAGGIO ► Come sempre, il primo turno è a postaggio libero. Dal secondo turno manterremo i turni che si saranno formati. Se qualcuno salta il turno o recupera in coda, i turni rimarranno COMUNQUE sempre gli stessi dall'inizio.
    TEMPISTICHE ► Sarà necessario rispettare i 5 giorni di limite massimo. Nel caso il termine non venga rispettato, sarà eventualmente possibile recuperare il turno in coda oppure si salterà il turno (a discrezione dei master in base alla situazione). E' possibile chiedere UNA proroga di DUE {2} giorni ogni TRE turni di gioco. Le proroghe non sono cumulative (se non la usate per sei turni, insomma, non ne avrete due a disposizione ma sempre e solo una). Verrà contato il giorno intero per cui farà fede la data e non l'orario. Per i post successivi alle ore 20 verrà contato il giorno successivo come inizio del conteggio dei cinque giorni. Se le assenze si faranno frequenti, non è esclusa la possibilità di essere esclusi dall'attività.
    BONUS LIVELLO ► L'eventuale bonus livello ottenuto dalle varie attività sarà relativo al livello del personaggio nell'evento e non a quello eventualmente raggiunto esternamente nel corso dell'evento stesso.
    DOMANDE E CURIOSITA' ► Per qualsiasi domanda o curiosità o dubbio, vi preghiamo di non contattare direttamente i master via MP. Trovate nella sezione "Eventi" un topic IMPORTANTE in cui poter fare tutte le domande del caso. Questo sia per evitare di intasare la casella postale degli staffer, sia per chiarezza e limpidezza nei confronti degli altri utenti.
     
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    Edward Lapsus



    Narrato---Parlato---Pensato---Parlato di altri



    ----------------





    Nella penombra del suo lurido appartamento Edward Lapsus consumava in silenzio la sua cena al lume di candela, osservando pensieroso la fiammella. La cena era tutt’altro che romantica: del misero ramen istantaneo era il suo unico piatto, accompagnato da un bicchiere di vino in cartone. Qualcuno potrebbe intendere che quell’uomo si trova sulla soglia della povertà, ma la realtà era leggermente diversa. Non navigava certo nell’oro, ma con i suoi abituali furtarelli Edward avrebbe potuto benissimo permettersi una vita molto più agiata: un appartamento normale e del buon cibo fresco non erano acquisti fuori dalla sua portata, tuttavia il mago era abituato ad una vita di risparmio e dopo l’ultimo combattimento aveva bisogno di soldi più che mai. La sua pistola era andata distrutta nello scontro con quel misterioso uomo mascherato e ripararla gli sarebbe costato molto. Della Soseiji non aveva avuto notizie: aveva provato a contattarli un paio di volte ma non era mai riuscito ad ottenere molto, e con quella gente era meglio non farsi troppo insistenti. Gli occhi del mago si tinsero di un’aura minacciosa: probabilmente non lo consideravano all’altezza. Non importa, le sue azioni avrebbero parlato per lui.
    Presto tutta la città avrebbe conosciuto il Prestigiatore.

    La fiammella del lume danzava davanti ai suoi occhi. In verità in casa la luce elettrica funzionava, ma Edward ultimamente aveva preso questa abitudine a casa di usare la candela mentre mangiava. Fissare la fiamma in penombra lo aiutava a riflettere... Ultimamente nel quartiere si respirava una brutta aria.
    Dopo un po’ che vivi nelle strade lo senti a pelle quando sta per accadere qualcosa: gli sguardi si fanno sfuggenti, i passi veloci e nervosi, le strade si svuotano prima del solito… Qualcosa di grosso si stava muovendo in quella città.

    Una breve vibrazione interruppe i suoi pensieri. Il cellulare sul tavolo si illuminò leggermente, rischiarando il soffitto basso e macchiato dall’umidità. Incuriosito, Edward lesse il messaggio che apparve sullo schermo:

    Sono Karen. Non ti contatterei mai per sciocchezze, ma ho bisogno di aiuto per un lavoro. Riguarda Madame de Steal. Se accetti, troviamoci a questo indirizzo alle 21.00 di domani sera.


    “Oh ooh… Molto interessante…” Quel messaggio era strano. Essendo Karen sottoposta di Madame de Steal, dovrebbe essere scontato che il lavoro abbia a che fare con lei, il fatto che lo abbia dovuto specificare indicava forse che questo lavoro la riguardava personalmente… Forse sarebbe anche riuscito ad incontrare quella misteriosa Madame di cui si sentiva tanto parlare in città. Era un’occasione da cogliere al volo.

    -----

    Il giorno seguente Edward camminava a passo lento nella zona portuale, il suo mantello seguiva silenzioso ogni suo passo in quella fredda serata invernale. Mentre raggiungeva l’indirizzo, ripensò alle carte che aveva voltato poco prima di uscire, come faceva sempre prima di un colpo importante. L’Imperatrice e La Morte gli si erano mostrate, portando con loro un significato di cambiamento. L’Imperatrice è forza, stabilità, protezione. Indicava spesso forza di volontà o un appoggio su cui contare. Molti invece si facevano ingannare dalla figura minacciosa dello scheletro armato di falce, ma in verità La Morte era una carta neutra: simbolo di mutamento, di chiusura dei cicli, di storie che giungono alla fine per formare un nuovo inizio. Molti le davano anche un significato di indifferenza, poiché essa colpisce tutti indistintamente.
    I due tarocchi insieme sembravano formare un quadro ambiguo: che fosse che la sua forza di volontà sarebbe terminata? O forse un’alleanza interrotta? La fine di un periodo di stabilità?
    Edward era divertito. Più il senso delle carte era oscuro, più provava gusto a scoprire il loro significato affrontando gli eventi… e con gli ultimi acquisti che aveva fatto era pronto ad affrontare di tutto.

    Con i soldi che aveva risparmiato quei mesi, era riuscito a comprarsi qualche nuovo giocattolino che gli avrebbe permesso maggiore flessibilità in uno scontro: Dall’ingegnere che gli aveva fatto conoscere Karen si era fatto forgiare delle placche di metallo affilate, che lui aveva decorato in modo da creare un mazzo di carte colorato e mortale. Aveva passato un po’ di tempo a lanciarle ed era diventato abbastanza preciso. Infilata nelle fascette dei pantaloni aveva nascosto la pistola finta, e nelle maniche la sua bacchetta a sorpresa e un coltello finto.

    Nelle tasche interne ed esterne della giacca aveva posto altri oggetti con cui si sarebbe potuto divertire se durante la missione sarebbe stato necessario arrivare alla violenza, oltre naturalmente ai suoi soliti articoli per giochi di prestigio. Anche il cappello nascondeva una sorpresa, ma Edward sapeva che probabilmente non la avrebbe usata.

    Dopo qualche minuto di vagare errabondo, Il Mago raggiunse infine il luogo dell’appuntamento.
    Era un luogo piccolo e sporco, una stamberga cadente che non aveva nulla da invidiare al suo misero appartamentino.
    Strano, l’ultima volta era stato accolto in un locale elegante di tutto un altro livello. Forse quella missione richiedeva una particolare discrezione. Avvicinandosi, la sua percezione dei volumi gli fece individuare alcuni oggetti con cui poteva scambiarsi, il che gli fece venire un’idea divertente per una bella entrata in scena.

    Bussò con un paio di colpi decisi alla porta e poi si sarebbe accucciato in un punto in cui non sarebbe stato possibile vederlo dall’interno. Appena avrebbe sentito la porta aprirsi o il volume equivalente di una persona indugiare dietro la porta, si sarebbe scambiato con un oggetto all’interno della stanza, probabilmente alle spalle della persona che stava all’ingresso, dopodiché si sarebbe alzato lentamente e avrebbe detto con voce calma:

    “Fredda notte, non è vero?”

    Probabilmente avrebbe dovuto comportarsi con maggior professionalità, ma l’egocentrico che era in lui non riusciva a farsi sfuggire l’occasione per una entrata ad effetto. Inoltre era curioso di vedere se avrebbe colto di sorpresa quella donna composta e ligia al dovere.
    Era curioso di vedere lo stupore su quella faccia seria. Forse si sarebbe beccato un colpo in faccia, ma per il Prestigiatore ne sarebbe sempre valsa la pena.



    EDWARD LAPSUS - LIVELLO 3

    Attacco: 11
    Quirk: 91
    Agilità: 73
    Energia: 200
    Tecniche/Equipaggiamento usato: Switch (narrativo)
    CITAZIONE
    TECNICHE
    -Switch: scambia la posizione di due oggetti entro 10m dal Prestigiatore
    EQUIP
    -Mazzo di carte e Tarocchi
    -Vari oggetti per giochi di prestigio (non da combattimento)
    -Bacchetta con sorpresa (un colpo in canna, 2 proiettili in tasca)
    -Mazzo di carte lama (danno lieve)
    -Coltello finto con lama retrattile in metallo (con dentro sangue finto)
    -Pistola finta in metallo
    -1 granata giocattolo
    -1 granata vera
    -1 Tubo spara-coriandoli

     
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    ブッツバス! YA-HA!!

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    » Seishiro Harada


    Livello 2
    Esperienza 100

    Energia 100
    Forza 10
    Quirk 50
    Agilità 15





    Danni: //
    Tecniche: //
    Equipaggiamento: //


    » Scheda « » Quirk «

    Narrato Parlato Pensato



    Seishiro Harada era un normalissimo adolescente giapponese; ormai nella società di quegli anni era abitudine rimanere sempre connessi alla rete e raggiungibili, quindi nessuno si scompose quando durante la pausa fra le lezioni il moro si prese un momento per controllare le notifiche sul cellulare.
    Un sms.
    Nel 2020 esistevano ancora? Ormai con applicazioni di messaggistica istantanea e chat il ruolo che un tempo avevano i messaggi brevi di quel tipo era decisamente superato. V’erano davvero poche persone che ancora se ne servivano: poteva trattarsi un una vecchia nonna o zia, poco avvezza alla tecnologia e per cui già il fatto d’avere un telefono cellulare era la conquista del secolo, figuriamoci arrivare a possedere uno smartphone. Per quanto possa risultare folkloristico raccontare di un fantomatico parente così anziano, a livello puramente probabilistico era decisamente più probabile che si trattasse di una di quelle offerte dalle compagnie telefoniche; ma, non avendo ancora raggiunto la maggiore età, non era competenza del ragazzo, che, per il momento, lasciò in sospeso quel piccolo numerino fastidio sullo schermo.
    Inutile dire come anche solo non silenziare la notifica creò rapidamente un senso di non completezza che, a sua volta, portò all’inevitabile sensazione di disagio.
    Durante la lezione Seishiro sospirò, dandosi dello stupido: affrontare una compulsione per mitigarla non significava ignorarla completamente per poi sentirne il fastidio per tutta la giornata.
    Lo sapeva, dannazione, sapeva che c’era quel dannato numero rosso vicino all’icona degli sms, una busta anonima ma in quel momento inspiegabilmente importante.
    Cercò di concentrarsi completamente sul libro e sul professore.
    Fallì.
    E trascorse una pessima giornata, fino a quando le regole scolastiche non gli permisero di recuperare lo smartphone; come un tossico bisognoso sbloccò lo schermo e, finalmente, toccò quel faro rosso, privandolo del potere destabilizzante che stava avendo su di lui.

    Rimase seduto al banco per qualche secondo, leggendo con sguardo perplesso le poche righe. E, prima ancora che qualcuno potesse notare come gli stesse scivolando via la maschera, la indossò nuovamente, come se niente fosse.

    ~


    Passo svelto e sicuro, una leggera condensa ad ogni respiro, sguardo avanti ma assente, concentrato sulle note provenienti dagli auricolari.
    Camminare persi nella musica, costruendo film, immaginandosi come protagonisti di qualcosa solo per il fatto d’avere una colonna sonora ad accompagnare ogni movimento; chi non l’ha mai fatto mente, più a sé stesso che agli altri.
    Seishiro non era diverso: proseguiva verso casa, lasciando che il proprio animo venisse scosso dai toni rock punk degli Icon For Hire, lasciandosi trascinare dalla piena di emozioni che stava annegando la sua razionalità; ma, diciamolo, non stava nemmeno provando a contrastarla, forse consapevole d’averne bisogno.
    Karen? Ma seriamente? Lei aveva bisogno di lui? Davvero voleva prenderlo in giro in quel modo? Oh, come avrebbe desiderato prendere a calci il cestino della spazzatura all’angolo! Perchè non poteva lasciar perdere ogni cosa e diventare un ragazzino ribelle, tutt’altro che perfetto.
    Fece un respiro profondo.
    Che pensieri sciocchi.
    Si vergognava d’essere così emozionalmente instabile per uno stupido sms, come se si trattasse davvero di qualcosa di importante.
    Sospirò.
    Era qualcosa di importante.
    Lo spettacolo che era stato troppo incosciente per recitare, tutto ciò che era successo quella notte lo aveva sconvolto più di quanto avrebbe mai ammesso; con la propria interiorità, però, aveva imparato ad abbandonare la menzogna, facendo tesoro della sofferenza del guardarsi allo specchio, effimeri ma al tempo stesso infiniti, dilaniati dall’incessante dualismo pascaliano della vita. Si rendeva conto, dunque, di non essere ancora pronto; la chiacchierata con Yami, la bellissima ed enigmatica donna bionda portata dalla pioggia, gli aveva fatto chiaramente capire quanto fosse spiritualmente debole e inadatto ad affrontare il trauma.
    Perchè, se anche aveva cercato di raccontarsi le più belle favole di grandezza a proposito, lui quella sera sarebbe potuto morire; sentirsi in qualche modo protetto contro la Madame era il meccanismo di difesa normale per impedirsi di sprofondare nel baratro della paura.
    Dannazione, era un ragazzino. Ed era stata proprio Karen a raccomandare di tenersi alla larga da quel mondo, perché lo contattava?
    Ora, lui non si era propriamente affidato a quelle parole, perché non aveva di certo smesso di curiosare ovunque; la differenza è che lo faceva in modo più consapevole, sia per quanto riguarda i rischi sia in relazione alla propria interiorità.
    Era diventato, in pratica, un bugiardo cosciente, qualsiasi cosa volesse dire quella perifrasi abbastanza esteticamente interessante da meritare d’essere usata.

    Tuttavia, in questo continuo calderone di pensieri, non aveva ancora raggiunto una conclusione; peccato, era arrivato a casa: tempo scaduto. Ora avrebbe liberato la mente dalle preoccupazioni, pratica che solo da poco aveva iniziato, ma che riteneva una sfida personale per proseguire il cammino che l’avrebbe portato a conoscere il sé stesso che era e che sperava di diventare.
    Inutile dire come tanti pensieri non possano semplicemente sparire per dare sollievo ad un anima; Seishiro non era ancora per nulla bravo, ma si dimostrava sufficientemente tenace per continuare. Buffo come, in realtà, il fatto stesso di mettersi alla prova e misurarsi ogni giorno con le proprie debolezze fosse ciò che davvero sembrava giovargli: sembrava quasi di non avere tanto bisogno di leggerezza mentale quanto di fiducia in sé.
    Tipico di un adolescente, alla fine; specialmente se oppresso dal tormento dell’ansia di vivere.
    Riuscì dunque a trascorrere una serata piacevole in compagnia della propria famiglia, accompagnando il tutto con un buon film e una dolce atmosfera carica d’affetto e semplicità.

    ~


    Seishiro Harada era un adolescente ordinario, distinto dai propri coetanei solo per l’impegno con cui portava avanti i propri studi, senza peraltro risultare sempre fra i primi del proprio anno; per nulla competitivo sui risultati scolastici, si beava di non avere voti straordinari così da non essere mai troppo al centro dell’attenzione. Era il compagno di classe bravo e gentile, non l’eccellenza di cui tutti avrebbero parlato al suo passaggio nei corridoi: al massimo lui sarebbe stato salutato cortesemente, approcciato e avrebbe scambiato due parole con chiunque, chiacchierando innocentemente.
    Era bravo, non solo nel recitare la parte alla perfezione, ma sopratutto era incredibile come riuscisse a farlo mentre la sua mente continuava a focalizzarsi su qualcosa che non aveva nulla a che fare con la scuola. Per quanto avesse deciso di non pensare troppo al messaggio di Karen, concedendosi una serata tranquilla, non poteva ignorare quel bisogno di speculazione; non poteva nemmeno nascondersi che rivedere la donna gli avrebbe fatto piacere.
    Tuttavia non capiva come lui, il ragazzino salvato, avrebbe potuto aiutarla per un lavoro. Senza contare che era stato molto chiaro sul fatto di voler conoscere tutti gli aspetti della società, ma mai si era espresso sul volerne fare parte cimentandosi in lavori e questioni che non gli competevano.

    Se accetti, troviamoci a questo indirizzo.



    Si trovava in difficoltà perché la donna era stata esaustiva, ma lui si considerava in quel ventaglio di possibilità per cui le informazioni non sono sufficienti per poter prendere una decisione ponderando ogni fattore. Solo perché si trattava di qualcosa a proposito della Madame non significava che si sarebbe presentato.
    Anzi, a maggior ragione non si sarebbe presentato.
    L’ultima volta era quasi stato rapito.
    Ed era stata proprio Karen a metterlo in guardia su quella parte della società!
    Ora voleva ributtarcelo? Nah, suonava molto sospetto. O molto disperato.
    Ancora.
    E lui, come in passato, continuava a sentire il bisogno di di esserci, di andare comunque e fare il possibile per rimanere a guardare.
    Tuttavia questa volta non prese una decisione basandosi solo sulle proprie speculazioni, aveva imparato che poteva sbagliare; e, per evitare il disappunto nel commettere errori nel valutare situazioni e persone, doveva verificare. Un indizio, un’informazione in più non svalutavano il suo pensiero, anzi lo guidavano.
    Dunque, la paranoia e la paura rubarono i vestiti al buonsenso e alla responsabilità, presentandosi a Seishiro con, in apparenza, le più nobili intenzioni.
    Non si sarebbe mai presentato lì senza altri dettagli e, ovviamente, non l’avrebbe fatto come Seishiro Harada.
    Dunque, sulla strada verso casa, ritornò nuovamente sulla schermata dell’sms.
    Era meglio farlo il prima possibile, fra la gente, insospettabile. In casa non avrebbe avuto nessuna certezza ma solo rischi, all'esterno sarebbe stato più che normale. Sorrise.

    Due rapidi movimenti della mano e poi portò il telefono all’orecchio, in attesa che qualcuno rispondesse alla chiamata.
    Arrogante, sicuramente, ma ormai doveva prendere le giuste precauzioni per non trovarsi più in situazioni in cui sarebbe dovuto essere salvato.

    Il ragazzo non avrebbe mai saputo dire cosa si aspettava davvero da quella telefonata: una parte di lui era certa che avrebbe risposto Karen, ma al tempo stesso un’altra sapeva che non sarebbe stato così; l’idea che si trattasse di un secondo messaggio che lo portava in un guaio gli era venuta immediatamente. Era tutto troppo sospetto, troppo strano… ma quindi abbastanza per essere un quadro di vera difficoltà. Dopo l’atto di ribellione che Karen aveva compiuto portandolo in salvo da quel teatro non era da escludere che la donna non fosse più nelle grazie della Madame.
    In realtà per poter affermare qualcosa con certezza sarebbe stato necessario conoscere leggermente meglio il carattere della criminale, ma Seishiro non poteva rinunciare ad un minimo di speculazione paranoide.
    Secondo la descrizione di Karen per cui la Madame era cambiata nell’ultimo periodo, non sarebbe troppo errato pensare che la disobbedienza venisse punita con l’abbandono o la violenza.
    Mentalmente sospirò, lasciandosi sfuggire solo un'espirazione più stizzita del solito, accompagnata da una buffa nuvoletta creata dal clima.
    Ma solo lui avrebbe agito da vero cattivo? Tutta quella influenza americana aveva portato la società a credere che un villain è violento, irrispettoso ed esplosivo. E il vecchio legale malvagio? Nessuno ricordava più che si può fare il proprio interesse più facilmente rispetto al farsi notare?
    Ah, questo mondo fuori controllo.
    Lui sarebbe stato decisamente un buon villain: spietato, insospettabile e giusto. Ma era quasi una brava persona, non avrebbe intrapreso quel percorso. Non ora.
    In futuro… no, nemmeno in futuro.
    Sospirò, questa volta intensamente. Era solo un ragazzo. E ora doveva concentrarsi solo sulla telefonata.

    « Karen. » Prima di proseguire si sarebbe assicurato di sentire la voce della donna, sola. Se avesse sentito una voce differente, avrebbe ascoltato senza però rispondere. « Ti devo un favore, ma mi aspetto una spiegazione davvero dettagliata. Ah, ovviamente non potrò essere io. Spero tu capisca. » Rise in modo quasi carino. « Ora… come devo vestirmi? Casual? Elegante? »


    Nota: Il mio post si interrompe circa a metà pomeriggio, arriverò all'orario delle 21 nel prossimo.
     
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    Viktor Asui



    NARRATO
    PARLATO ALTRUI
    PENSATO
    PARLATO PROPRIO






    Durante quella fredda mattina d'inverno, un giovane ragazzo dai capelli argentei si stava recando a scuola, come tutte le mattine era in largo anticipo davanti il cancello d'ingresso, aspettando con ansia che il portone si aprisse, permettendo così a lui e ai suoi compagni di entrare e ripararsi dal freddo. Durante il viaggio che lo divideva tra casa e scuola infatti aveva iniziato a nevicare in maniera molto abbondante, rallentando le linee dei treni e mezzi pubblici, un evento più unico che raro qui a Tokyo. La neve non cessò di scendere e gli studenti iniziarono ad ammassarsi all'esterno della struttura, parlando del più e del meno tra loro, e creando supposizioni sul perche la scuola ancora non avesse aperto nonostante fossero le 7:50, fino a quel giorno aveva sempre aperto 30minuti prima e basandosi sull'importanza che davano sull'orario e tempistiche era veramente inusuale.
    Hey Viktor anche oggi sei arrivato alle 7:30 precise? Sai dirci qualcosa? Un piccolo gruppetto di 4 compagni di classe si avvicinarono al giovane, erano spensierati e divertiti, avevano ancora nei capelli e sul giubbotto dei pezzetti di neve, probabilmente fino a qualche minuto prima erano chissà dove a giocare.
    Era pur sempre studenti del primo anno e più piccoli di lui, ignari della sua seconda vita e dei pericoli che si potevano realmente correre di questi tempi, convinti che qualsiasi cosa fosse accaduta un eroe sarebbe intervenuto salvando la situazione con un gran sorriso stampato sul volto!
    Si si, anche oggi preciso e puntuale ahahaha, voi invece stavate giocando al parco qui vicino? O siete rimasti bloccati su qualche mezzo? Comunque si, qui è così da prima, ogni tanto qualche professore esce per verificare la situazione e rientra... Affermò il giovane con gran felicità di essere finalmente raggiunto da qualcuno, con loro si divertiva sempre, se ne uscivano con battute ridicole e spesso si comportavano in maniera molto buffa, almeno ai suoi occhi.
    Passarono altri 20minuti lì fuori e il vento freddo iniziò a farsi sentire in maniera molto più marcata, inoltre la neve non cessava di scendere iniziando a bagnare tutti i giubbotti e capelli dei ragazzi lì fuori, finche finalmente il preside uscì dalla scuola e si diresse al portone:
    Vi prego di scusarci, ma quest'oggi la scuola resterà chiusa a causa di un problema interno! Abbiamo già contattato i vostri genitori e avete ricevuto l'autorizzazione di poter girare per la città liberamente successivamente voltandosi tornò all'interno della struttura.
    Tutti gli studenti restano in religioso silenzio fino a che il preside non rientrò, per poi esplodere come una bomba di urla e gioia!
    Persino il giovane non potè che esserne felice ed esultare insieme ai proprio compagni, nel mentre gli suonò il telefono: una notifica di messaggio.
    Venne ignorata convinto si trattasse di un messaggio della scuola, non avendo genitori ed avendo raggiunto la maggiore età era lui stesso il suo responsabile.
    Himiko, una bellissima ragazza di un'altra sezione dell'ultimo anno, gli si avvicinò, e con occhioni dolce lo pregò vistosamente, incrociando persino le braccia facendo un lieve inchino, posizionandosi a qualche centimetro dal suo volto Senpai! Ti prego almeno per una volta vieni, è da inizio anno che non esci con noi!!!! almeno una volta... Il giovane era stato invitato innumerevoli volte ad andare con loro dopo la scuola, ad un bar, ristorante, karaoke o altri luoghi di divertimento, ma in questi ultimi mesi aveva ritrovato il vecchio covo della madre e stava dedicando ogni ora del giorno alla casa e allora studio... ma oggi non avendo più scuola aveva un buco, delle ore di libertà da usare per il proprio divertimento, era molto che non si svagava per bene e pertanto non pote che controbattere, se pur con tono non molto deciso D'accordo! Ma solo se andiamo in sala giochi! era pur sempre la ragazza più bella della loro scuola, e non era così semplice parlargli, sopratutto quando ti stava così vicino al volto sventolando le sue lunghe ciglia.
    La sua risposta creò un gran scalpore tra i ragazzi li vicino, l'inafferrabile Asui che accetta un invito di uscita extrascolastica, poteva significare solo una cosa: aveva una cotta per Himiko.
    Il gruppo di ragazzi, dopo aver accettato l'offerta del giovane, si diresse alla più vicina sala giochi passando così l'intera mattinata al suo interno, sfidandosi continuamente a giochi di ballo, biliardo, e di simulazioni.
    Finalmente una giornata di svago totale!
    Usciti da li il gruppo si salutò con molta enfasi, andando in seguito ognuno per la propria strada con la promessa di ritornarci tutti assieme.

    Viktor rimase qualche minuto all'esterno della sala, osservando gli amici allontanarsi e non pote fare a meno di pensare Sarebbe meraviglioso poter vivere ogni giorno in questa maniera, spensierata e senza secondi fini.. tutto semplice e in compagnia di ragazzi solari e sempliciotti. Ma la strada che ho deciso di percorrere è un'altra.. Una semplice giornata di puro divertimento e spensieratezza lo aveva fatto dubitare realmente? O forse il suo era un semplice sogno, nascosto in un qualche cassetto della sua mente che aveva gia chiuso da tempo, ma poterlo aprire ogni tanto gli dava quella boccata d'aria di cui necessitava, almeno finche poteva.

    Il telefono gli suono, avvertendolo che gli era appena arrivato un nuovo messaggio, lo prese e lesse Ciao! Sono Himiko, grazie per essere venuto con noi, ho chiesto il tuo numero a Tobita, spero non ti dispiaccia =) il volto gli si scaldò, come se avesse appena ingerito una bevanda molto calda, forse era semplicemente arrossito ma questo non poteva saperlo, Se non sbaglio Tobita è quello fissato con il thè, come avrà ottenuto il mio numero lui? scorrendo lesse anche l'altro messaggio arrivatogli la mattina, con sorpresa notò che non era della scuola ma di un numero sconosciuto:

    ---

    Karen? Ma cosa... Il suo breve sogno di normalità gli si spezzo all'istante, riportandolo così nel mondo che lui stesso aveva deciso, riposizionandolo sulla strada che doveva percorrere. Ci mise qualche secondo a riprendersi e iniziare a tornare a casa, nel tragitto riflesse molto sul messaggio Deve essere successo qualcosa di grave, se fosse stato un semplice lavoro come l'ultima volta sarebbe stata più vaga, se possibile, e poi il nome Madame de Steal... se non sbaglio era stata nominata anche l'ultima volta, mi sembra fosse la sua capa o qualcosa del genere... non ricordo proprio! Comunque credo che potrà dirmi di più domani. Neppure per un istante il giovane pensò di rifiutare o ignorare il messaggio, era della sua prima datrice di lavoro, e fin'ora l'unica, inoltre si era comportata sempre in maniera gentile e cordiale con lui, se realmente aveva bisogno di lui, l'avrebbe aiutata senza esitare.

    Tornato a casa avrebbe passato il pomeriggio ad allenarsi, trascurando completamente i compiti e lo studio, doveva abituarsi alla svelta a quel pesante giubbotto che aveva appena acquistato. Per lui terminò la giornata svenendo all'interno della palestra nel sotterraneo di casa.
    Al suo risveglio il giovane aveva solamente dei grandi giramenti di testa, aveva strafatto nonostante sapesse con precisione quale fossero i suoi limiti, ma voleva accertarsene prima di poter tornare sul campo di battaglia; doveva sapere esattamente la quantità di pedine sulla propria scacchiera e quale sarebbe potuto essere l'utilizzo migliore.
    Andò in cucina e si preparò un'abbondante colazione, l'orologio sul muro indicava le 14, Ho dormito fino a quest'ora? Wow! Ok, per nessuna ragione devo arrivare a perdere i sensi in battaglia.. sarebbe sicuramente fatale. in realtà aveva perso i sensi di notte fonda, ma non avendo modo di regolarsi li sotto non ne aveva la minima idea, credendo così di aver dormito per oltre mezza giornata!
    Successivamente dopo aver mangiato, andò in camera, si fece una bella doccia calda e si preparò all'appuntamento, con lui portò quello strano bracciale che aveva richiesto attaccandolo al polso, mentre in auto nascose dentro un sedile il suo giubotto anti proiettili e il suo completo da cattivo, anche se il mercante non aveva fatto in tempo a terminare le modifiche era pur sempre funzionale per non farsi riconoscere.
    Arrivato all'appuntamento parcheggiò vicino al porto, a circa un paio di minuti di cammino dall'appartamento di Karen, in quella zona la neve era molto bassa, permettendogli di muoversi senza problemi con la propria vettura, ma sicuramente sarebbe stato problematico usarla per andare in zone con un livello di neve più elevato.
    Erano le 20:00 quando Viktor arrivò all'appuntamento, come suo solito era molto in anticipo, ma questa volta era per effettuare un giro di supervisione e controllare la zona, fece una passeggiata intorno a quella che sembrava a tutti gli effetti una catapecchia, una vecchia casa usata da qualche pescatore come appoggio momentaneo, il navigatore del proprio telefono continuava a puntargli proprio li, sicuramente perfetta per passare inosservato.
    Durante quel lasso di tempo dedicato al controllo, il ragazzo prese il telefono, e vide qualche messaggio di alcuni dei suoi compagni di classe che gli chiedevano che fine avesse fatto e se fosse successo qualcosa dopo essere andato con loro, se fosse arrivato sano e salvo. Rispose che era tutto ok ma che per qualche giorno si sarebbe assentato per via di una brutta influenza, e chiedendo loro di informare i professori.
    Attese a una decina di metri dall'appartamento fino all'orario prestabilito, era sua intenzione bussare alle 21 spaccate, senza sgarrare di alcun minuto, ma una figura fece la sua comparsa, non riuscì a distinguerla con precisione ma gli ricordava un certo prestigiatore, in ogni caso lo osservò con attenzione e una volta arrivato davanti la porta avrebbe bussato esattamente 2 minuti prima dell'orario esatto, abbassandosi e sparendo in qualche secondo, sostituendosi con una sedia... Ora ne aveva la certezza, era Edward.
    Dopo aver fatto un grande sorriso, sollevato di poter lavorare di nuovo con qualcuno di familiare, il giovane si sarebbe avvicinato a sua volta alla porta, bussando con 1 minuto d'anticipo!





    Viktor Asui

    Attacco: 15
    Quirk: 45
    Agilità: 40
    Energia: 125
    Tecniche: WALL-CREATION-EXPLOSION-BLACK HOLE- ORBS RAIN
    Stato: illeso
    Equipaggiamento usato:
    CITAZIONE
    Bracciale d'aria compressa
    Descrizione oggetto: Braccialetto contenente una piccola capsula con aria compressa all'inverosimile
    Effetto: Rilascia una grande quantità d'aria in grado di ripulire qualche metro intorno al soggetto.
    Ricariche: x10

    CITAZIONE
    Giubbotto antiproiettile
    Descrizione oggetto: Un giubbotto antiproiettile con maniche. Resiste a danni lievi da impatto.



    Edited by Victor la volpe - 21/11/2018, 15:01
     
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    Sugar-fueled machine

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    T O K Y O





    La donna attese impaziente le nove, tamburellandosi le braccia con le dita sia per la fretta che il freddo. In quell'appartamento squallido che era esposto ad ogni genere di agente naturale, gli spifferi e l'umidità rendevano l'atmosfera fredda ed insopportabile. Sperava che quei tre arrivassero presto. Almeno avrebbe avuto i pensieri a distrarla dal gelo. A farle alzare il capo furono due colpi dati alla porta, gli occhi che guizzarono verso l'ingresso. Uno dei tre era arrivato, anche se non aveva idea di chi fosse. Infilandosi le mani in tasca per il breve tragitto tavolo-porta, aveva provato a guardare di sfuggita dalla finestra, non trovando nessuno. Le possibilità che dei ragazzini si mettessero a fare scherzi in quella zona era minima e la cosa era un po' sospetta. Karen aprì lentamente la porta, cercando di notare chi avesse bussato. Neanche il tempo che questa fosse del tutto aperta, facendo già entrare però dell'aria fredda, che una voce proveniente dalle sue spalle la sorprese. I muscoli della donna si irrigidirono all'improvviso e le si rizzarono i capelli, la porta sbatté con forza sulla cornice, facendo tremare il muro in cartongesso, mentre si girava rabbrividendo ed con il campo visivo ristretto dalla paura. Con un po' di attenzione Edward avrebbe potuto notare come la pelle del viso della donna si fosse già cominciata a scomporre in vari petali, come se fosse solo una bambola piena di carta. Karen era pronta a scappare ed ad essere trovata, ma non si sarebbe mai aspettata che Edward si teletrasportasse dietro di lei. Uno dei petali volò affilato in direzione del mago conficcandosi nel muro, non tagliandogli l'orecchio sinistro per un soffio. La faccia di Karen era più terrorizzata che arrabbiata, ma presto il suo viso assunse quest'ultima espressione.
    Lapsus! Ma che cazzo! Quelle parole le uscirono in modo talmente naturale che stupirono persino lei. Il mago però glie le doveva concedere. Forse non era ciò che si era aspettato, ma quella reazione era per lei naturale.
    E se avevo una pistola in tasca e ti sparavo?! Karen allargò le braccia con furia, prima di portare di nuovo la mano sulla fronte esasperata. Era stato uno scherzo molto poco divertente per la donna che era camminava in punta di piedi da settimane. La sua mano passò sul volto come uno straccio su un mobile sporco, prima che l'ennesimo bussare le facesse spalancare gli occhi nuovamente.
    Si girò di scatto verso la porta, spalancandola completamente all'improvviso. Victor avrebbe visto la figura di Karen con un'espressione furiosa, prima che questa si calmasse. Due su tre erano arrivati, ora mancava solo Seishiro.
    Entra. Karen si mise di lato, mentre invitava il giovane ad accomodarsi per evitare di far diventare quella stanza un piccolo Polo Nord. La donna notò inoltre che la sedia che si trovava accanto al tavolino si trovava fuori dalla porta, accanto all'ingresso. Inarcò le sopracciglia, prima di prenderla per lo schienale riportandola dentro. Se la sua memoria non la ingannava, l'unicità di Edward gli permetteva di scambiare di posto gli oggetti. Che lo avesse fatto senza neanche guardare cosa ci fosse in casa però la stupiva molto. Aveva sul serio preso in considerazione il suo consiglio ed aveva migliorato il suo quirk?
    Lasciandosi il freddo vento alle spalle e chiudendo la porta con una mano sola, riportò la sedia al suo posto, prima di guardare i due senza ben saper cosa dire. Forse avrebbe potuto cominciare ad esporre il suo piano, ma era meglio aspettare Seishiro. Si erano parlati brevemente quel pomeriggio e la donna non era totalmente sicura di averlo convinto a venire.
    Potete sedervi pure, manca ancora una persona. Karen indicò con le dita le sedie disposte intorno al tavolino in legno scuro quadrato, notando come i due fossero rimasti in piedi. Ora che ci pensava, si chiedeva se i tre avessero dei caratteri compatibili a tal punto da lavorare insieme. Le cose organizzate di fretta avevano quel difetto: mancavano di corposità, di organizzazione. La donna guardò un'altra volta fuori dalla finestra, sperando che Seishiro arrivasse in fretta.









    CITAZIONE
    Dopo la vostra entrata in casa di Karen, potete cominciare ad accomodarvi e a parlare tra voi due. Potete anche chiedere qualcosa a Karen mentre aspettiamo che Seishiro arrivi, anche se come già detto da lei manca ancora il PG di Wyrd. Per ora sarà un giro di post tranquillo, l'ordine di postaggio come già detto è quello precedente (DLP-Wyrd-Victor). Come a solito se avete dubbi contattatemi tramite il topic apposito.


    Edited by Dëlin - 22/11/2018, 22:14
     
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    Edward Lapsus



    Narrato--- Parlato ---Pensato --- Parlato di altri



    ----------------





    “Fredda notte, non è vero?”

    Come si immaginava, alla porta c’era proprio Karen, che colta di sorpresa sbatté la porta. Si voltò spaventata, il Prestigiatore riuscì a malapena a notare la pelle di Karen scomporsi quando un’istante dopo sentì qualcosa fischiargli accanto all’orecchio e piantarsi sulla parete dietro di lui. Si voltò leggermente, quanto bastava per vedere quello che sembrava un petalo rosa. La donna lo guardò per un istante con un’espressione terrorizzata, per poi trasformarsi rapidamente in rabbia non appena si rese conto dell’accaduto.
    “Lapsus! Ma che cazzo!”
    Edward sorrise cordiale, vagamente malizioso: “Chiedo scusa… Il Prestigiatore non sa resistere ad una entrata ad effetto.”
    Naturalmente era tutt’altro che dispiaciuto. Seppure fosse durata un attimo, l’espressione attonita sul volto di Karen gli aveva portato una certa soddisfazione. Non si poteva certo equiparare alla meraviglia e allo stupore che cercava di creare con i suoi spettacoli: chiunque avrebbe reagito d’impulso ritrovandosi una persona alle spalle all’improvviso. Tuttavia ricordava lo sguardo indifferente della donna quando stavano al locale: causare una reazione così intensa, seppur barando, era per lui già una piccola vittoria.
    “E se avevo una pistola in tasca e ti sparavo?!”
    Il volto del Prestigiatore si fece indecifrabile, la sua espressione perse ogni malizia, per tornare al suo solito sorriso misterioso: “Chissà, chissà… forse mi avresti fatto un favore…” A volte era difficile capire cosa intendesse veramente il mago con le sue frasi criptiche.
    Karen si passò la mano sul volto: sembrava decisamente alterata… Un po’ troppo forse per uno scherzetto del genere. Edward osservò meglio l’abitazione, soffermandosi sul petalo che gli aveva lanciato Karen. Non aveva mai visto il suo quirk in azione, quindi voleva cogliere l’occasione per carpire qualche informazione in più.

    Qualcuno bussò alla porta. Karen aprì immediatamente, rivelando con una certa sorpresa dell’illusionista nientemeno che Viktor Asui, il suo “assistente” durante il rapimento. Era passato più di un mese dal loro ultimo incontro al parco, quel giorno avevano stretto un patto di collaborazione e si erano messi d’accordo nel rivedersi una volta entrati alla Soseiji, ma la gang non lo aveva più contattato e non lo aveva più risentito da allora. Quella era un’ottima occasione per confrontarsi e riorganizzarsi. Lo salutò con il suo solito sorriso cordiale: “Yo! Viktor, quanto tempo!” Dal messaggio che aveva ricevuto si aspettava un lavoro solitario, ma sapere di dover lavorare con il suo assistente non gli faceva che piacere. Con lui qualsiasi operazione sarebbe stata dieci volte più facile. Gli avrebbe voluto chiedere se aveva avuto notizie dalla Soseiji, ma non voleva certo farlo di fronte ad un membro di un’altra gang. Avrebbe atteso un momento in cui sarebbero stati soli.

    “Potete sedervi pure, manca ancora una persona.”

    Edward annuì in silenzio e prese posto sul lato del tavolino più vicino al muro, da cui avrebbe avuto una buona visuale della porta. Nel frattempo rifletté su quella strana situazione: quel luogo era a tutt’altro livello rispetto all’elegante bar della volta scorsa e non sembrava di certo un luogo per delle riunioni. Il luogo sembrava abitato da un po’… Possibile che li avesse invitati a casa propria? No, non aveva senso, non era possibile che il membro di un clan potesse vivere in una catapecchia del genere. Probabilmente era l’abitazione di qualche poveraccio, sfrattato per ottenere un luogo sicuro in cui discutere di affari segreti.
    Oppure…
    Ripensò alla reazione spaventata della donna. Quello non era un semplice sbigottimento, era quasi terrore: Karen era evidentemente dalla parte sbagliata della ruota della fortuna. Che Madame de Steal fosse stata sgominata? Impossibile, lo avrebbero scritto su tutti i giornali. Doveva essere un problema solo suo, forse con la giustizia, forse con la sua banda. In entrambi i casi la situazione non gli piaceva. Non sapeva nulla del gruppo della Madame, ma supponeva che Karen non fosse certo l’ultima della gerarchia. Se la minaccia era tale da farla nascondere, non doveva certo essere una cosa da poco.
    Fece danzare una carta fra le sue dita, pensieroso: Se aveva chiamato loro invece dei suoi compagni criminali era perché probabilmente erano la sua ultima risorsa. Era semplicemente impossibile che gli eroi avessero catturato tutti gli altri membri della gang, quindi la risposta era solo una: Madame la stava cercando.

    Lanciò la carta, che dopo una breve parabola atterrò con eleganza nell’altra mano.
    Cosa voleva quindi da loro? Se un boss ti vuole morto, non ci sono molti modi di fermarlo: nascondersi o scappare è inutile e farlo arrestare di solito non bastava. L’unico modo è farlo fuori. Ma come aveva intenzione di farlo? Lui e Viktor di certo non erano dei sicari, quindi il campo delle possibilità si restringeva: rimaneva la logistica, lo spionaggio o il furto… In ogni caso non si sarebbe fatto ingannare, quello non sarebbe stato un lavoretto da due soldi. Si sarebbe fatto pagare, e non poco.

    Un movimento, e la carta sembrò sparire dalle sue dita. Guardò Viktor, ma rimase in silenzio. Avrebbe voluto chiedergli molte cose, ma non voleva farlo davanti a quella donna.



    EDWARD LAPSUS - LIVELLO 3

    Attacco: 11
    Quirk: 91
    Agilità: 73
    Energia: 200
    Tecniche/Equipaggiamento usato: //
    CITAZIONE
    TECNICHE
    -Switch: scambia la posizione di due oggetti entro 10m dal Prestigiatore
    EQUIP
    -Mazzo di carte e Tarocchi
    -Vari oggetti per giochi di prestigio (non da combattimento)
    -Bacchetta con sorpresa (un colpo in canna, 2 proiettili in tasca)
    -Mazzo di carte lama (danno lieve)
    -Coltello finto con lama retrattile in metallo (con dentro sangue finto)
    -Pistola finta in metallo
    -1 granata giocattolo
    -1 granata vera
    -1 Tubo spara-coriandoli

     
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    ブッツバス! YA-HA!!

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    Nota: riporto la risposta di Karen ricevuta per mp.


    Quando il giorno prima il cellulare della donna vibrò nella sua tasca per diversi secondi, indicando l'arrivo di una chiamata, questa non poté dire di non essere sorpresa. In quel momento era in un parco vicino al porto, fissando gli alberi e contando quelli di ciliegio. Aveva dato il suo numero a così poche persone (che in ogni caso non l'avrebbero di sicuro chiamata) che la sua mente si trovò a pensare chi potesse essere prima di guardare lo schermo dello smartphone. Che fosse uno dei tre che aveva contattato? Non era abituata in anni di lavoro che gli assunti rispondessero, anche perché parlare al telefono oppure scambiarsi messaggi facilitava solo il lavoro alle autorità per incriminarli. In ogni caso, era sempre stata abbastanza precisa da non includere dettagli scottanti nei suo SMS.
    Vedendo il nome del giovane Harada lampeggiare sullo schermo, Karen pensò subito che quello non avrebbe accettato. In effetti averlo chiamato, soprattutto e considerato con chi avrebbero avuto a che fare, non era andato a genio pure a lei. Era una donna che preferiva fare le cose singolarmente o comunque evitare di coinvolgere persone non necessarie. Si sistemò i capelli passandoci le dita ed appoggiandosi ad un albero fece scorrere il pollice verso destra per rispondere.
    Pronto? La sua voce si sovrappose a quella di Seishiro, che chiamò il suo il suo nome, come se fosse in dubbio che ci fosse qualcuno di diverso dall'altro capo del telefono.
    Sì Harada, sono io. La donna guardava verso il basso con un espressione corrugata mentre aspettava che il suo interlocutore parlasse. Karen pensò che gli stesse per dire di non voler partecipare ed effettivamente lo avrebbe capito se avesse rifiutato. Le parole dello studente però sembravano più che altro confermare la sua partecipazione. Gli doveva un favore? Quindi lo faceva solo perché si sentiva in debito? Forse era stata avventata, forse quasi tirannica nel chiedergli di aiutarla? Non voleva ripetere gli stessi errori di chi l'aveva cresciuta. Seishiro voleva dettagli, dettagli che avrebbe preferito non dirgli proprio in quel momento al telefono. Prima che lei potesse rispondergli, il ragazzo gli disse che non poteva essere lui in ciò che avrebbero fatto. Karen rimase interdetta per qualche secondo, rimuginando su cosa volesse dire. Ricordandosi poi come si era conciato quella sera, la donna intuì che avrebbe saggiamente nascosto la sua identità.
    Mi dispiace Harada, ma sarebbe difficile spiegare tutto per telefono. Ti dirò ogni cosa quando ci vedremo, senza esclusioni. Comunque... La sua voce rimase sospesa, mentre ragionava se fosse intelligente dire quelle parole. Voleva dirgli che non era costretto a presentarsi, che non doveva sentirsi in debito. Però non poteva nemmeno privarsi di uno dei pochi alleati che era riuscita a trovare. La risatina di Seishiro l'aveva fatta esitare nuovamente, facendole chiedere cosa ci fosse da ridere. Le chiese come dovesse vestirsi, forse in qualche modo scherzando se dovesse travestirsi per qualche evento elegante.
    Casual. Casual andrà benissimo. Il suo tono era scherzoso, ma intendeva il vero. Non era ancora arrivato il momento di vestirsi eleganti, non ancora. Era stata codarda a non finire quella frase. Si sentiva in colpa, ma non poteva più rischiare di fallire. Non lo avrebbe mai gettato nella mischia come un pezzo di carne in un fiume di piranha. Non avrebbe più perso nessuno, avrebbe risolto lei tutto. Doveva solo farsi carico di quel peso. Il silenzio che si creò nella conversazione la spinse a parlare.
    Mi dispiace averti contattato per questa cosa. Ma...avrò bisogno di tutto l'aiuto possibile. Poi ti lascerò di nuovo alla tua vita. Spero di rivederti. Dopo quella imbarazzante confessione, Karen avrebbe chiuso di colpo il telefono. Ma che stava facendo? Ingaggiare ragazzini per lavorare? Riconobbe lei stessa di essere caduta in basso.


    » Seishiro Harada


    Livello 2
    Esperienza 100

    Energia 100
    Forza 10
    Quirk 50
    Agilità 15





    Danni: //
    Tecniche: //
    Equipaggiamento: //


    » Scheda « » Quirk «

    Narrato Parlato Pensato



    La conversazione telefonica con Karen era stata decisamente breve, ma sufficiente a placare la paranoia del ragazzo; la voce della donna era sempre curiosamente bella, disperatamente bisognosa di dimostrare calore ma obbligata ad una freddezza discordante.
    Si erano visti per pochi minuti, ma Seishiro aveva avuto modo di osservare a lungo la donna dei petali di ciliegio, formulando un probabile profilo psicologico e, in qualche modo, affezionandosi. Non provava quei sentimenti di rispetto e gratitudine verso Karen per compensazione di una mancanza d’affetto; era più che amato dalla propria famiglia, non aveva bisogno di sostituire nessun genitore. Semplicemente, quell’enigmatica figura era la persona che gli aveva salvato la vita, forse sfruttandola come occasione per mostrare i propri sentimenti alla Madame, disobbedendo. Rimaneva comunque il fatto che a lei doveva l'essere ancora vivo.
    Era piccolo, un adolescente spaventato e ignaro dei complessi meccanismi della società, ma, mentre camminava per gli ultimi minuti verso casa, si trovò a sorridere, forse grato per quella nuova sensazione di complicità.

    Una volta chiusa la porta, si tolse il pesante giaccone, godendosi la piacevole sensazione del caldo dell’appartamento.
    Gesti quotidiani come togliere le scarpe, attraversare il salotto fino alla stanza e dedicarsi al lavoro scolastico da fare a casa caratterizzarono quanto rimaneva del pomeriggio, concludendosi con un’ottima cena. Fu in quell’occasione che Seishiro accennò ai propri genitori che sarebbe uscito in serata, per vedere degli amici. Come sempre, non fu minimamente ostacolato: si assicurava di svolgere sempre tutti i propri doveri prima di domandare qualcosa, non si comportava male e l’ultimo test era andato bene.
    Il ragazzo soffrì terribilmente per quella menzogna, ma la sua parte più buona cercò di confortarlo sussurrandogli che, tecnicamente poteva quasi considerare Karen un’amica, rendendo le sue parole una parziale verità. Fu solo grazie a quella dannata malafede che si esibì in un sorriso grato per ringraziare le due persone più importanti della sua vita.

    Ma, non appena riuscì a fuggire nella propria stanza, si lasciò sfuggire una lacrima solitaria, memento di quel senso di colpa che solo da poco aveva scoperto; forse sarebbe stato meglio rimanere un guscio vuoto, sicuramente si sarebbe protetto da quelle emozioni negative che potevano metterlo in difficoltà. Invece aveva scelto di scoprirsi, di conoscersi, di crescere e di diventare la persona che desiderava essere: non aveva mai pensato che sarebbe stato facile e indolore.
    Semplicemente, era la cosa giusta da fare.

    Si concesse qualche minuto di riflessione seduto sul letto: chi sarebbe stato quella sera? Ghignò.
    Ayano Tanaka.
    Sarebbe stato quel concentrato di dolcezza e ingenuità che da sempre voleva provare; un personaggio così carino da essere stomachevole e al tempo stesso insospettabile, così da sorprendere per il suo essere spietato. Sorrise al pensiero d’essersi ispirato ad una ragazza della sua scuola. Ovviamente lui aveva perfezionato la parte perché potesse interpretarla al meglio.
    Inoltre, aveva comprato da tempo tutto il necessario, sarebbe stato davvero un peccato lasciare quei materiali in un cassetto in fondo all’armadio.

    Sospirò e si alzò, raggiungendo velocemente il bagno per darsi una rinfrescata. Avrebbe davvero voluto indugiare di più e farsi una doccia: amava sentire l’acqua scorrere sulla sua pelle, come se quel tocco potesse dargli la leggerezza che tanto cercava; tuttavia era già in ritardo, non voleva peggiorare ulteriormente le cose.
    Seishiro Harada non era mai in ritardo. Non presentarsi al giusto orario ad un appuntamento rappresentava per il ragazzo un furto e una lesione verso l’altra persona: privare qualcuno del tempo, appropriandosene per qualsiasi motivo era un gesto imperdonabile e al limite della vergogna. Si trattava proprio di una questione di rispetto: chiunque si sarebbe offeso vedendo che il proprio tempo non veniva valutato al pari di quello di un altro, lasciato stagnante nell’attesa della presunzione d’importanza appartenente ad altri.
    Quindi, essere in ritardo, diventava per il ragazzo un vero e proprio dramma esistenziale.
    Poco male, aveva un personaggio da interpretare, avrebbe dimenticato il proprio fastidio in favore di un nuovo modo di vedere la questione; oppure, di ignorarla. Mai aveva vestito i panni scelti per quella sera, si trattava di una maschera in continua evoluzione, quindi non sarebbe stata vista come una forzatura attribuirle delle caratteristiche in merito a quell'argomento.

    Passò delicatamente l’asciugamano bianco sul viso prima e sul petto poi. Aprì dunque un armadietto del lavandino, prendendo una crema idratante che applicò con premura sul viso.
    Molti ragazzi l’avrebbero preso in giro per questo: un maschio che mette le cremine! Era decisamente una cosa da donna! Fortunatamente per la pelle di Seishiro, Izumi aveva quasi obbligato il ragazzo a iniziare presto nella cura del proprio corpo. I primi tempi non ne era stato entusiasta, paradossalmente timoroso del giudizio altrui se fosse stato scoperto – come se fosse un po’ di crema idratante quello di cui avrebbe dovuto aver paura -; poi, però, aveva attribuito a quel momento un significato quasi rituale, importante non solo per mantenersi giovane e prevenire le fastidiose sorprese dell’acne, ma anche come simbolo in cui esisteva davvero come Seishiro e si occupava del proprio corpo. Prima di svegliarsi dalla malafede, l’igiene personale e la cura in questo senso erano gli unici spiragli in cui la sua autenticità poteva emergere. Piano e sottovoce.
    Dedicato il tempo necessario a questa procedura, tornò in camera. Doveva aspettare che la pelle fosse ben asciutta per procedere con il viso, quindi si prese il tempo per scegliere cosa indossare.
    O meglio, cosa Ayano avrebbe indossato.

    Calzettoni pesanti, jeans invernali aderenti elasticizzati, maglia a maniche lunghe semplice nera e scarponcini. Si osservò allo specchio, quasi sorpreso di sentirsi così alla moda rispetto al Seishiro che tutti i giorni portava l’uniforme che altri avevano scelto per lui. In ogni caso quei vestiti gli piacevano molto, senza contare che valorizzavano il suo fisico magro; forse, addirittura, sembravano slanciarlo di qualche centimetro.
    Millimetro. Meglio essere realisti.
    Senza contare che erano davvero adatti al personaggio che aveva in mente.
    Prima di abbinarvi qualcosa con cui evitare di soffrire le basse temperature, aprì uno dei tanti cassetti dell’armadio.
    Indossò rapidamente un paio di circle lenses da 14.5 mm color ambra, coprendo l’azzurro dei suoi occhi sotto quel sottile strato colorato; Seishiro adorava i propri occhi, ma riteneva che davvero potessero essere specchio dell'anima, la porta da cui intravedere l'interiorità di una persona. Come tali, erano la prima via d'accesso per rivelare una menzogna e, quindi, era di vitale importanza coprirli, proteggerli e modificarli, come se due semplici dischi in materiale tecnologico potessero fare da scudo in un mondo ostile.
    Con cura applicò un leggero strato di fondotinta fluido, stendendolo sul viso lentamente con una spugnetta; sulle labbra passò rapidamente del burrocacao, così da renderle lisce e morbide; diede qualche colpo di blush sulle guance, accompagnandolo sotto gli occhi con un leggero illuminante dai colori.
    Applicò infine un lucidalabbra color fragola.
    Prese poi eyeliner a penna, cipria, ciglia finte e pettine e li ripose con cura in un marsupio nero. Prese anche un’altra busta nera che sarebbe riuscito ad arrotolare abbastanza per riporla in una tasca del giaccone.

    Scelse dunque un maglione in cashmere largo, caldo e morbido, nero e decisamente troppo grande per lui. Però quell’acquisto non era colpa sua! Alla fine Seishiro era un ragazzino adorabile dal punto di vista estetico, specialmente per sua madre che non poteva fare a meno di trovarlo decisamente carino con capi di una taglia più grande rispetto al dovuto; aveva alcuni maglioni di quel tipo, sia per via della moda del momento sia per influenza della donna e in quell’occasione gli sarebbe tornato utile.
    Indossata la sua solita mascherina, indugiò qualche secondo su un cassetto da cui poi prese una catenella che mise al collo,; poi si concesse qualche secondo davanti allo specchio per controllare d’aver preso tutto il necessario.
    Rimase sbalordito.
    E sotto il tessuto si lasciò sfuggire un ghigno soddisfatto.

    Presi cappello, guanti, sciarpa e giaccone uscì rapidamente, era già in ritardo e aveva ancora da fare.
    Era già stato al porto, quindi avrebbe impostato il gps una volta uscito dalla metropolitana.
    Tuttavia, prima di procedere, si fermò nei bagni. Aveva una linea di eyeliner da stendere e un paio di ciglia finte da applicare. Non fu facile e si prese tutto il tempo necessario per la riuscita della procedura.
    Una passata di cipria per fissare il tutto e veniva il momento del pezzo forte. Aprì la busta: conteneva una parrucca nera di media lunghezza, circa fino alle spalle, liscia con una tenera frangia. Era di ottima qualità, sarebbero davvero passati per capelli veri.
    La indossò con attenzione, regolando la retina e sistemandola con il pettine.
    Occhiali adorabili e carini e aveva terminato.
    Wow.
    Sinceramente? Con una così Seishiro ci avrebbe provato.
    Inutile dire che si sentiva tremendamente soddisfatto per il risultato ottenuto, ma al tempo stesso era decisamente a disagio. Fece un respiro profondo: era Ayano Tanaka ora. Era una donna, non doveva aver nessuna paura. Aveva già finto d’essere dell’altro sesso via chat, si trattava solo di fingere anche di persona. Più difficile, certo, ma non impossibile.
    Fece un altro respiro, indossò cappello, sciarpa e guanti e impostò la posizione sul telefono.

    Quando vide la baracca indicata dall’applicazione di navigazione, erano le 21.17. Normalmente si sarebbe perso in pensieri e paranoie a riguardo – effettivamente, come ci era arrivata sana e salva una ragazzina in quella zona fatiscente? - ma, nonostante stesse già interpretando una parte, non riusciva a tollerare completamente il ritardo.
    Non si era nemmeno soffermato a contemplare la neve, evento non comune per Tokyo e che meritava decisamente attenzione.
    Forse anche per questo i suoi genitori non si erano posti molti problemi sul fatto che volesse uscire: durante le nevicate era più che normale vedere strade e parchi della città invasi da gruppi di ragazzini, troppo spensierati ed entusiasti del miracolo bianco per porsi domande su tutti i disagi che poteva causare.


    Un sospiro e si portò davanti alla porta. Stava per fare qualcosa di stupido, ma lo spettacolo stava per iniziare e doveva seguire la parte.
    Bussò.

    Sarebbe entrato una volta ricevuto l’invito ad accomodarsi, abbassando la mascherina con la speranza che Karen riuscisse in qualche modo a riconoscerlo senza bisogno di presentazioni esplicite. Alla fine, chi sarebbe stato così folle da presentarsi come donna se non lui?

    « Sto entrando! ~ »

    La voce del ragazzo era normalmente ancora la tipica voce bianca, poiché si stava solo avventurando nella pubertà, senza sperimentarne ancora completamente i cambiamenti; in ogni caso Seishiro non credeva che avrebbe mai potuto sviluppare un tono di voce profondo e maschile, ma sicuramente sarebbe rimasto più vicino ai timbri alti, cosa per nulla inusuale fra la popolazione giapponese.
    Notati altri individui, avrebbe evitato di lasciarsi prendere dal panico, riproponendosi invece di studiarli con attenzione.

    « Oh, ~ buonasera a tutti! Io sono Ayano-chan! ~ E’ un piacere, vederti Karen-san! » Si sarebbe esibito in un inchino educato e carino, con le mani giunte in segno di scuse. « Mi scuso per il ritardo. Gomen! ~ »
     
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    Viktor Asui



    NARRATO
    PARLATO ALTRUI
    PENSATO
    PARLATO PROPRIO





    E se avevo una pistola in tasca e ti sparavo?!
    Proprio nel momento che Victor giunse davanti la porta, sentì chiaramente queste parole da dentro, a quanto pare Karen era stata presa alla sprovvista dal mago,e vedere la scena dal di fuori rendeva il tutto molto esilarante, e poco serio. Da come avevano conosciuto la ragazza era tutt'altro che spiritosa e giocosa, nel lasso di tempo che lo divideva dal bussare all'essere invitato all'interno, il giovane pensò a come avrebbe potuto reagire, e se una minaccia del genere rientrasse nel suo stile. Qualcosa si nascondeva dietro queste azioni e movimenti forse anche il gesto stesso di Edward di entrare in quella maniera faceva parte di un piano più grande, non lo sapeva e non aveva il tempo di pensarci, ma sicuramente un velo di mistero arieggiava intorno all'intero appartamento, partendo dal messaggio misterioso al luogo per l'incontro, fino ad arrivare a quella catapecchia e alla sedia nel pianerottolo.
    Appena la porta si aprì il ragazzo vide Karen appoggiata di lato, con la porta aperta il minimo giusto per far entrare lui e non il freddo vento, prima di entrare Viktor osservò la sedia qualche secondo, chiedendosi se dovesse venir portata all'interno o lasciata li fuori per chissà quale messaggio in codice, un po come si faceva nei college con le mutande, cravatte o berretti, ma i suoi dubbi durarono ben poco, la ragazza prese la sedia e la riportò all'interno.
    La seguì senza troppe esitazioni, appoggiato al muro più lontano dall'ingresso era presente Edward, che giocherellava con una carta facendola roteare tra le mani, aveva una sguardo enigmatico come al solito, ma si vedeva chiaramente che emanava un aura più sicura di sè, sicuramente si era dato da fare durante quel lungo periodo.
    E lui non poteva dire altrettanto.
    Ma non era sicuro che fosse realmente così, dopotutto non avevano ancora avuto occasione per un confronto, poteva solo fare supposizioni basate sul nulla.
    Yo! Viktor, quanto tempo! Edward non si era scordato del ragazzo, questo non poteva che fargli piacere. In questo periodo stava avendo fin troppi dubbi e perplessità su se stesso e aveva bisogno di distrarsi.
    Hey! E' un piacere rivederti! Lavoreremo di nuovo in coppia a quanto pare è?! Una bella notizia, non sembrava essere qui per secondi fini, ma proprio per lo stesso suo motivo! Se fosse stato un lavoro in solitaria non credo che avrei potuto far molto... .
    Dopo uno sguardo più attento alla casa, il giovane restò ancora più perplesso sulla posizione dell'incontro e gli si confermò l'idea che erano li semplicemente perche era un posto che passava inosservato, altrimenti non vi erano altre spiegazioni.
    Potete sedervi pure, manca ancora una persona.
    Cosa? Una terza persona? Al momento siamo io ed Edward, insieme siamo un ottimo duo, chi può essere il terzo? Che abbiano gia scoperto che ho "reclutato" Zack? Non è possibile.... Il volto del giovane impallidì, anche se cercò di restare tranquillo e serio, era molto preoccupato, e se il suo piano si stava inimicando la gang di Karen con questa famosa Madame... bhè sarebbe stato molto problematico! Che fosse una trappola proprio loro?
    E proprio in quel momento ripensò nuovamente alle parole dette da Karen poco prima del suo arrivo, che fossero una minaccia velata, detta prima del previsto? No.. non poteva essere realmente così, il ragazzo cercò di scacciare quei pensieri dalla sua testa, ma il silenzio rendeva l'atmosfera sempre più tesa... e i minuti passavano.
    Al quindicesimo minuto di silenzio il giovane era ormai giunto al suo limite, continuava a guardarsi attorno con disinvoltura, cercando telecamere o armi nascoste, il fatto che non si fosse ancora seduto e che ogni tanto faceva qualche passo lo stava aiutando a cercare, tutto lo stava potando a pensare che quella fosse una trappola e inoltre il terzo uomo, come poteva trattarsi di Zack, poteva essere un sicario per loro. Almeno non voleva mettere in mezzo il compagno, se tutto era nato dalla sua folle idea doveva trovare un modo per prendersi le sue responsabilità.
    Em... questa persona che stiamo aspettando... è forse un certo Zack? chiese leggermente titurbante, se la risposta fosse stata negativa era gia pronto a fuggire, probabilmente solo dopo aver creato qualcosa davanti alla ragazza per fermarla, almeno qualche secondo.
    Ma fù proprio in quel momento, appena il giovane terminò la sua frase, che un rumore sordo provenì dalla porta... qualcuno stava bussando. Sto entrando! La porta si aprì mostrando una ragazza molto giovane e con un aspetto molto bello, risaltava in special modo la pelle molto liscia e morbida, anche senza il bisogno di doverla toccare. Successivamente la giovane si presentò in maniera molto educata e carina, nonostante il ritardo aveva buone maniere.
    Prima di agire in qualsiasi modo il giovane avrebbe atteso la risposta di Karen, ed osservato il suo comportamento, se questa fosse stata la terza persona attesa, avrebbe reagito con naturalezza ricambiando l'inchino E' un piacere Ayano-chan, io sono Viktor, ma prossima volta cerca di arrivare puntuale ok? La stava sgridando come avrebbe sgridato un compagno del primo anno, con educazione e rispetto ma sottolineando il suo errore.

    In caso non fosse stata lei la terza persona ma un qualcuno di non atteso, o di pericoloso per la propria incolumità Viktor si sarebbe posizionato in assetto da battaglia, pronto a sferrare un colpo diretto sul suo volto, in caso avesse fatto qualcosa di avventato, per poi fuggire in auto, facendo inoltre cenno ad Edward di seguirlo all'esterno.





    Viktor Asui
    Attacco: 15
    Quirk: 45
    Agilità: 40
    Energia: 125
    Tecniche: WALL-CREATION-EXPLOSION-BLACK HOLE- ORBS RAIN
    Stato: illeso
    Equipaggiamento usato:
    CITAZIONE
    Bracciale d'aria compressa
    Descrizione oggetto: Braccialetto contenente una piccola capsula con aria compressa all'inverosimile
    Effetto: Rilascia una grande quantità d'aria in grado di ripulire qualche metro intorno al soggetto.
    Ricariche: x10

    CITAZIONE
    Giubbotto antiproiettile
    Descrizione oggetto: Un giubbotto antiproiettile con maniche. Resiste a danni lievi da impatto.

     
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    T O K Y O





    Effettivamente il ritardo del giovane stava cominciando a preoccupare anche Karen, che a braccia incrociate si tamburellava il completo nero nervosamente. Che avesse deciso all'ultimo momento di non venire? Non conosceva veramente il carattere del ragazzo, sapeva solo che aveva un gran fegato e che gli piaceva oltrepassare i limiti con gente pericolosa. La donna osservò Edward e Victor salutarsi come due vecchi amici, sentendosi sollevata che almeno due persone su tre si conoscevano abbastanza da lavorare bene insieme. Rispetto alla maggior parte dei Villain che aveva assunto, non era a conoscenza dei dettagli dell'unicità di Seishiro, visto che non erano importati molto la sera del suo rapimento. La loro breve conversazione fu ciò che interruppe il silenzio tombale che aleggiava per quella stanza. Karen non si faceva particolari problemi a parlare, ma non aveva molto da dire ai due. Più che altro, non aveva molta voglia di far partire una conversazione. Di cosa discutevano le persone comuni poi? Del tempo? Dei soldi? Della famiglia? Non che i due, soprattutto Edward, si potesse ritenere normale.
    Dopo circa un quarto d'ora d'attesa, Karen guardò di nuovo l'orario sul cellulare corrugando le sopracciglia e facendosi sfuggire un sospiro sconsolato. A fermarla dall'indugiare in pensieri negativi, fu la domanda che il giovane Victor le pose dubbioso, quasi non volesse veramente essere risposto.
    Eh? Chi? Fu una risposta che le uscì di getto, ma onestamente quel nome le era così sconosciuto che non ne avrebbe potuto avere altre. Tra i vari dipendenti dell'Eden Rose, gli amici più stretti della Madame o comunque chiunque conoscesse uno "Zack" non lo aveva mai incontrato. Non era raro trovare clienti stranieri, ma di sicuro non era il "John Smith" inglese. Karen avrebbe continuato la conversazione confermandogli con certezza che non conosceva nessuno con quel nome, ma una voce squillante proveniente da dietro la porta l'avrebbe fermata dal farlo. La mente di Karen vagò per un attimo, ricercando nella sua memoria a chi potesse appartenere. Prima che i tasselli del puzzle potessero ricollegarla definitivamente, accompagnata dal vento invernale una delicata e graziosa ragazza dai capelli neri si presentò alla porta come una streghetta dispettosa.
    Capelli neri un po' più lunghi dei suoi, trucco sistemato magistralmente ed un certo gusto nel vestire, tipico della bizzarra moda giovanile di Tokyo. Una mascherina era abbassata fino al collo e due brillanti iridi che la guardavano dispiaciuti. Karen era rimasta con gli occhi spalancati per qualche secondo, pensando ingenuamente che Seishiro avesse mandato una possibile sorella al posto suo. Sapeva che si era travestito parzialmente l'unica sera in cui si erano visti ed effettivamente lei non aveva mai visto il vero Seishiro. Solo che vederlo così, completamente differente dall'immagine sbiadita che aveva di lui...la lasciò come minimo interdetta. Non che lo giudicasse per essersi vestito da donna, dopotutto dove lavorava prima lei ne aveva viste di cotte e di crude. Non pensava fosse il tipo da arrivar a tal punto per non farsi riconoscere.
    Ciao Ayano, è un piacere anche per me rivederti. Karen decise di stare al gioco, anche perché avrebbe voluto evitare di dover fare imbarazzanti rivelazioni ai due suoi colleghi. Se quel ragazzino aveva deciso così per lei stava bene, bastava che lavorasse per lei.
    Ti puoi sedere lì? Vorrei...spiegarvi il tutto subito. Era contenta davvero che Seishiro stesse bene, ma indicando una sedia libera accanto al tavolino le fece cenno con la mano di sedersi. Era già difficile per lei intavolare un discorso del genere, non sapeva bene come "rompere il ghiaccio", trattava quell'argomento come se fosse un tabù. Lei era in piedi a poca distanza dal tavolino dove i tre avrebbero potuto sistemarsi, appoggiata con la schiena attaccata al muro. La donna mise nuovamente in ordine il ciuffo che le pendeva dalla fronte, gesto che ormai era quasi diventato un tic. Effettivamente questo le ricordava il suo vecchio lavoro: dare compiti ai vari villain che venivano assunti dal locale, cosa che la fece quasi sorridere.
    Ciò che vi devo dire, come dire, non è semplice. Non era un ottimo inizio, ma decisamente meglio di un "vi ho riuniti qui...". Non le piaceva dare un tono trionfale alle conversazioni.
    Il lavoro che vi voglio affidare non è per nulla semplice o privo di rischi come l'ultimo. In questi giorni, la mia ex datrice di lavoro, Madame de Steal, sta organizzando uno spettacolo a dir poco magnifico. Come Ayano potrà già sapere, questi show sono semplici combattimenti dove i più ricchi della città scommettono sulle vite degli altri. Karen non ebbe riserve a dire di essere stata "licenziata", tralasciando la parte in cui era scappata con Seishiro.
    Questi spettacoli diventano sempre più violenti ogni giorno che passa. L'impero della Madame ha solo messo in pericolo i suoi dipendenti che un tempo le avrebbero dato la loro vita. I miei colleghi e compagni sono morti per la sua ingordigia. In questo giardino sotterraneo, l'erbaccia che cresce troppo deve essere recisa. Karen li guardò negli occhi concentrandosi sul Seishiro travestito, prima di guardare il terreno e nuovamente verso di loro.
    Non ho intenzione di stare qui ad avere pietà di me stessa. Il mio obbiettivo, che cercheremo di portare a termine in questi giorni, è uccidere Madame de Steal. Una curiosa sensazione di vuoto l'accompagnò dopo aver terminato quella dura e spinosa frase. Era difficile anche solo pensarlo in tutta sincerità e Karen puntò le iridi verso sinistra, cercando nei ricordi. Come le aveva detto sua madre una volta, per eliminare qualcuno completamente in quella società di inganni non potevi solo arrestarlo. Dovevi ammazzarlo.
    Naturalmente non ci butteremo nel locale a capofitto a fare baldoria. I momenti in cui la Madame si espone di più è quando partecipa come presentatrice a questi spettacoli. Dovremmo in un certo senso colpirla quando sarà più vulnerabile, i suoi sottoposti si arrenderanno subito dopo con ogni probabilità. La donna marciò per la stanza per un attimo, quasi cercando di raccogliere i suoi pensieri tra la polvere, prima di girarsi nuovamente verso di loro.
    Sempre che accettiate, è ovvio. Non vi posso di certo assicurare di uscirne indenni, ma farò tutto ciò che mi è possibile per la vostra sicurezza. Invece, il compenso... Parlare di sicurezza mentre si progettava di ammazzare qualcuno non era di certo sensato o ragionevole, era molto meglio parlare di soldi.
    ...attualmente non ho soldi dietro con me. Però in caso riuscissimo nella nostra operazione, avrei molto denaro a disposizione. Il prezzo per rischiare la vostra vita non lo posso decidere io ma come base, 3000 yen. Alzando il pollice, l'indice ed il medio Karen fece un tre mentre inarcava le sopracciglia. Il suo lato da donna d'affari si era di nuovo messo in mostra ed anche se effettivamente non poteva dare un prezzo alle loro vite, doveva in qualche modo convincerli a partecipare. Non aveva idea di come avrebbe reagito Seishiro, considerato che proveniva da una ricca famiglia ed i soldi di certo non gli mancavano. Era una donna pratica e sapeva che nessun uomo si muoveva per un castello costruito sulla sabbia. Ciò che aveva progettato lei per ora stava sul pietrisco. Stava ai tre gettare le fondamenta per l'obbiettivo della donna.






    CITAZIONE
    Reagite come più preferite alla proposta di Karen, potete tranquillamente interagire tra di voi.
    L'ordine di postaggio è quello precedente, ovvero DLP-Wyrd-Victor.
    Se avete dubbi, mandate un messaggio nel topic apposito.
     
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    Edward Lapsus



    Narrato--- Parlato ---Pensato --- Parlato di altri



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    “Ciao Ayano, è un piacere anche per me rivederti.”

    Edward vide quella che sembrava una giovane liceale varcare la porta. La osservò per qualche secondo, decisamente incuriosito. Da come era vestita e dai suoi modi cordiali sembrava venire da una buona famiglia, il che creava un contrasto particolare con quel luogo malmesso. Che ci faceva una normale ragazzina ad un meeting di criminali? Evidentemente non doveva farsi ingannare dalle apparenze, probabilmente quella tipa doveva avere qualche rotella fuori posto, magari era una serial killer psicopatica nascosta dietro una maschera di ragazza educata. Inoltre il fatto che Karen avesse la avesse contattata significava che probabilmente aveva già completato un lavoro con un discreto successo, quindi non la poteva sottovalutare.

    Questo pensava il Mago, la cui idea che quella liceale fisse in realtà un ragazzo travestito non lo sfiorò minimamente. Il fatto lavorare con una persona così giovane però lo preoccupava: di solito a quell’età si è molto impulsivi ed è facile che l’inesperienza e la presunzione portino a degli errori che in quel mondo si pagavano cari. Sperò che Karen non avesse raschiato troppo il fondo del barile e che si fosse rivolta a persone che riteneva un minimo competenti.
    A differenza di Viktor, Edward non rivolse la parola alla nuova arrivata, limitandosi ad osservarla con uno sguardo imperscrutabile.

    Dopo che tutti si sistemarono, la loro datrice di lavoro con un pizzico di disagio iniziò a descrivere il compito per cui li aveva convocati. Man mano che raccontava, colse nelle sue parole dei dettagli che seppur minori raccontavano molto: a quanto pare la sua ipotesi sullo scisma di Karen era corretta, inoltre sembrava che Ayano avesse preso parte a quei fantomatici spettacoli. Da spettatrice… o da partecipante? Probabilmente da spettatrice, magari la sua famiglia attendeva a quel genere di intrattenimento. Riteneva improbabile che quella ragazza fosse tanto forte da combattere in un fight club e sopravvivere… se quello fosse stato il caso significava che la tipa era insospettabilmente forte, oppure che aveva un quirk molto potente. Il che spiegherebbe anche perché si trovava lì davanti a loro.

    “Il mio obbiettivo, che cercheremo di portare a termine in questi giorni, è uccidere Madame de Steal.”
    Il Mago sorrise soddisfatto: a quanto pare tutte le sue deduzioni erano corrette, ora restava solo da capire cosa volesse esattamente da loro e come avrebbe potuto trarne vantaggio. La donna descrisse come la DeSteal fosse più vulnerabile durante gli spettacoli, ma non rispose ad alcune delle domande che si stava ponendo Edward, in particolare quale fosse esattamente il loro ruolo nella vicenda. Non poteva parlare per Ayano, ma era abbastanza sicuro che sia lui sia Viktor non erano ancora in grado di uccidere un capo di una gang, che doveva essere estremamente forte e spietato per riuscire a mantenere tale posizione di potere. Per capire quante possibilità aveva doveva almeno capire contro chi si stava mettendo.

    “...attualmente non ho soldi dietro con me. Però in caso riuscissimo nella nostra operazione, avrei molto denaro a disposizione. Il prezzo per rischiare la vostra vita non lo posso decidere io ma come base, 3000 yen.”

    Questa proposta apparentemente invitante fece nascere nella mente del Prestigiatore l’ombra del dubbio: 3000 yen non erano certo pochi, il problema era che non c’era nessuna garanzia che una volta completato il lavoro avrebbe ricevuto il denaro. Voltafaccia del genere non erano certo rari in quell’ambiente, non prenderli in considerazione sarebbe stato sciocco. Ricordò una battuta che aveva sentito in un pub lercio dei bassifondi, dove un balordo si vantava con i suoi amici delle sue truffe: “… E così quel coglione è venuto da me per riprendersi i soldi, ma s’è scordato dell’Articolo Quinto…” Bevve un lungo sorso di birra, e dopo un rutto sonoro terminò: “… Chi ha i soldi in mano ha vinto!”

    Edward scosse leggermente la testa. No. Perché non avrebbe dovuto pagarli? Anche la volta scorsa non gli aveva dato nessun anticipo.
    Però stavolta si stavano mettendo contro un boss della mafia.


    Lentamente, i pensieri nella sua mente si incastrarono, formando un’idea folle e ambiziosa, il suo tipo preferito di idee.

    “Mmmh… Una proposta generosa, non c’è che dire.”

    Il Mago con calma si alzo dal tavolo. Lentamente cominciò a camminare lungo la stanza, rivolgendosi alla donna dai capelli rosa: “Se ho capito correttamente, una volta che il tuo capo sarà morto, tu prenderai il suo posto giusto? Del resto è così che funziona: se non sarai tu sarà qualcun altro… quindi perché correre il rischio che qualcuno di peggiore la sostituisca, quando hai la fiducia dei sottoposti che hai protetto uccidendola? Lasciare il trono vuoto ai capricci della fortuna sarebbe un vero peccato… dico bene?” Mentre incedeva per la stanza, in maniera quasi impercettibile si avvicinò sempre di più, come un serpente che lentamente stritola la sua preda. “Una volta al suo posto, ti troverai a maneggiare così tanto denaro che non potrai contarlo, dovrai pesarlo. Da questo punto di vista, il prezzo che ci hai proposto è decisamente misero, soprattutto considerando che se le cose andranno male - e qui si rivolse ai suoi colleghi – le conseguenze non ricadranno solo su di noi, ma anche sulle nostre famiglie, sui nostri amici, ai nostri partner… e tu, che senza di noi dovrai solo contare i giorni che ti restano da vivere, pensi che novemila yen, il prezzo di un’auto scadente, sia una cifra adeguata per tentare di sovvertire il tuo triste destino.” Mentre diceva queste parole, era arrivato ad un passo dalla donna. Aveva terminato l'ultima frase guardandola dritta negli occhi. Il suo sguardo era indecifrabile, come al solito. Era difficile capire se le sue parole fossero una minaccia, una beffa o una innocua constatazione. Dopo un secondo di lungo silenzio, in cui i due sguardi si sarebbero sondati a vicenda, il Prestigiatore si voltò. “Tuttavia…” Ora la sua voce era allegra e teatrale, sembrava quasi aver dimenticato le pesanti parole che aveva appena pronunciato: “Il Prestigiatore non perderebbe mai l’occasione per un’esibizione, ed eliminare un boss mafioso nel bel mezzo del suo show sembra qualcosa di decisamente spettacolare!” Si voltò di nuovo a guardare Karen, il suo sguardo ora era ardente di ambizione e malizia. “Accetterò, ma ad una condizione: oltre ai 3000 yen voglio anche un posto nel tuo clan per me e per Viktor… Niente di impegnativo, ci accontenteremo di una mesata di 1000 yen a testa e la libertà di fare i miei spettacoli quando ne avrò voglia. Del resto sono sicuro che le nostre capacità ti sarebbero immensamente utili in molte altre occasioni in futuro, e ciò che chiediamo non mi sembra così fuori dalla tua futura portata…”

    Non sapeva se aveva fatto bene a parlare anche a nome di Viktor, ma supponeva che se il suo obbiettivo era ancora il denaro una proposta del genere gli avrebbe fatto comodo. C’era la possibilità che Viktor facesse già parte della Soseiji senza che lo avesse avvisato, in tal caso avrebbe semplicemente rifiutato l’offerta, così avrebbe anche trovato la risposta al suo dubbio. Ayano avrebbe dovuto parlare per sé, Edward non conosceva le sue intenzioni e seppur fosse incuriosito da quella ragazza non sapeva che rapporto aveva con Karen, quindi ne avrebbe approfittato per vedere come avrebbe reagito alla sua controproposta. Avrebbe preteso pure lei la sua parte? Avrebbe accettato la prima proposta di Karen? O forse avrebbe semplicemente rifiutato?

    Una volta chiarita la questione del pagamento e che tutti fossero giunti ad una conclusione il Mago sarebbe tornato al suo posto del tavolo, e con pazienza avrebbe cominciato a fare molte domande alla sua datrice di lavoro, in particolare voleva sapere tutti i dettagli sulla personalità e sulle abilità combattive di Madame DeSteal e dei suoi membri più pericolosi, inoltre avrebbe chiesto altre informazioni sulla gang: qual’era la storia di Madame e come era salita al potere, come faceva i soldi l’organizzazione, come li riciclava, quali forze dell’ordine erano sul libro paga e quali erano le altre organizzazioni alleate e nemiche. Normalmente non si sarebbe mai arrischiato a porre domande tanto scomode, ma visto che aveva deciso di mettere comunque in gioco la sua vita tanto valeva farlo ben informati, in quel mondo era un’occasione più unica che rara. Non importa quanto tempo ci sarebbe voluto per spiegare tutto, avrebbe pure fatto notte se necessario.

    Terminate tutte le spiegazioni, si sarebbe infine rivolto a Karen “Un’ultima domanda, la più importante: visto che rischiamo la vita nostra per te, sarei curioso di sapere…” unì la punta delle dita e fissò la donna con il suo solito sorriso serafico “cosa vorrai una volta che avrai ucciso il tuo capo? Soldi? Potere? O forse c’è qualcos’altro che desideri?” Questa domanda sarebbe apparsa inaspettata, ma faceva parte dell’inguaribile vizio del mago di sondare le profondità altrui per instillare il seme del dubbio, sua missione di vita.



    EDWARD LAPSUS - LIVELLO 3

    Attacco: 11
    Quirk: 91
    Agilità: 73
    Energia: 200
    Tecniche/Equipaggiamento usato: //
    CITAZIONE
    TECNICHE
    -Switch: scambia la posizione di due oggetti entro 10m dal Prestigiatore
    EQUIP
    -Mazzo di carte e Tarocchi
    -Vari oggetti per giochi di prestigio (non da combattimento)
    -Bacchetta con sorpresa (un colpo in canna, 2 proiettili in tasca)
    -Mazzo di carte lama (danno lieve)
    -Coltello finto con lama retrattile in metallo (con dentro sangue finto)
    -Pistola finta in metallo
    -1 granata giocattolo
    -1 granata vera
    -1 Tubo spara-coriandoli

     
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    ブッツバス! YA-HA!!

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    » Seishiro Harada


    Livello 2
    Esperienza 100

    Energia 100
    Forza 10
    Quirk 50
    Agilità 15





    Danni: //
    Tecniche: //
    Equipaggiamento: //


    » Scheda « » Quirk «

    Narrato Parlato Pensato



    Al momento in cui gli occhi s’incontrano, segue nella maggior parte dei casi un breve silenzio, accompagnato dall’espressività e interrotto o dall’imbarazzo o da una normale reazione. Seishiro si concesse di non avere una crisi di panico nel momento in cui vide la mimica facciale di Karen distendersi, con quella strana consapevolezza di complicità nutrita da una più che comprensibile dose di perplessità; tuttavia al ragazzo importava solo che la donna avesse capito.
    Entrò nel misero locale e si prese il tempo per osservare gli altri due ospiti.
    Sorrise dolcemente al ragazzo alto dai capelli argentei, mostrando l’imbarazzo naturale che ci si aspetta quando si viene rimproverati.

    « Piacere, Viktor-san. Gomenasai! ~ Non sono pratica di questa zona e temevo d’essermi persa. »

    Una recita, ovviamente, ma decisamente ben costruita e insospettabile.
    In realtà, affermare che Seishiro non provasse imbarazzo sarebbe errato, ma non era una sensazione data dallo spiacevole incidente del ritardo – no, era ovviamente pianificato per il personaggio, nulla che necessiti di un ulteriore stato d’ansia generalizzata – quanto, beh, dal fatto di essersi finto donna. Era elettrizzante poter mentire così, ma doveva ancora abituarsi.

    Regalò un sorriso anche all’altra persona, nonostante non si fosse scomposta nemmeno per un gesto di falsa cortesia; d’altra parte, pensò Seishiro, un tipo che va in giro con un mantello non doveva essere proprio normale. Poteva non conoscere le buone maniere, oltre che essere semplicemente maleducato.
    Un mantello.
    Seriamente.
    Lui per primo si rendeva conto di come quella società fosse aperta e variopinta a tutte le modifiche di cartamodello derivanti da specifiche necessità causate dai Quirk in grado di modificare il fisico… ma il mantello era pessimo.
    Pessimo per quell’occasione, ovviamente. Un abito da rievocazione storica o un costume di qualunque genere sarebbe senza dubbio stato valorizzato da un bel mantello in tessuto pregiato, impreziosito magari da ricami e decorazioni uniche. Ma così… no.
    Una parte di lui sospirò.
    Certamente le tradizioni d’uno sbiadito e tanto glorioso passato d’Oriente insegnavano che indumenti larghi diventavano parte della strategia in un combattimento: la manica ampia e lunga del kimono permette, in effetti, di confondere l’avversario e di nascondere i propri movimenti. Tuttavia in un mondo dove gente poteva sparare raggi laser dagli occhi, diventare gigante, o sputare fiamme, la strategia degli antichi guerrieri perdeva di valore.

    In ogni caso, si tolse cappello, sciarpa, guanti e giaccone e si accomodò dove indicatogli, lasciando vedere senza problemi che indugiava lo sguardo sui due uomini già presenti, osservandoli con innocente curiosità.
    E ascoltò.

    In qualche modo non era sorpreso dal discorso della donna, ma, nel momento in cui la vide soffermarsi su di lui, non fu più in grado di mantenere la maschera di Ayano, lasciandosi sfuggire un unico sguardo autentico.
    Sapeva cosa stava per dire Karen.
    E non gli piaceva.
    Non gli piaceva per niente.

    Uccidere Madame de Steal.

    Ringraziò con tutto il cuore l’azienda produttrice delle circle lenses che indossava: quelle sottili membrane erano, in quel momento, l’unica cosa che riusciva a mantenerlo saldo nella propria menzogna. Con le iridi celate, nessuno avrebbe potuto addentrarsi nella sua anima e svelare il panico più totale e la fragilità assoluta che provava in quel momento.
    La catenella che portava al collo sembrò diventare pesante e incandescente all’improvviso: quella targhetta, quel numero, quel dannato 20 D che aveva portato come monito sembrava urlargli che tutta la questione era decisamente una pessima idea.
    Scherzava. Doveva essere uno scherzo; e anche di pessimo gusto.
    No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. Assolutamente no.
    Aveva sedici anni e quello era omicidio premeditato.
    Senza contare che già una volta aveva rischiato la vita per quella grassa ingorda d’importanza, non era certo che questa volta sarebbe sopravvissuto.
    Era sull’orlo di una crisi di panico, ma non poteva di certo lasciare che la propria frequenza respiratoria aumentasse in modo palese; al tempo stesso non poteva iniziare ad avere tutte quelle manifestazioni improvvise e violente culminando, nel peggiore dei casi, in una perdita di coscienza.
    Desiderava urlare, alzarsi e dare un paio di schiaffi a Karen implorandola di non andare a morire in quel modo, gridare a Victor e all’uomo silenzioso che qualsiasi cosa stessero pensando era una pessima idea, al limite del suicida e criminale.

    Ecco il mondo nascosto che desiderava scoprire: persone sconosciute che si danno appuntamento in locali – ben curati o fatiscenti non faceva molta differenza – per parlare di come disporre della vita delle persone. In quel caso si trattava di un vero e proprio omicidio, ma di reati ve ne erano moltissimi e non sarebbe stato strano sentir parlare anche di spaccio, minacce, furti, rapimenti.
    Se la sua carnagione non fosse stata ravvivata dallo strato di fondotinta in quel momento Seishiro sarebbe stato più simile ad un cadavere che ad una persona normale.
    Ascoltò le seguenti parole di Karen come se si trattasse di una storia raccontata nella colonna sonora della sua vita, concentrato sul mantenere un respiro regolare mentre troppi pensieri gli affollavano la mente.
    Concorrere in omicidio avrebbe fatto di lui un vero e proprio criminale, gli avrebbe per sempre lasciato un segno indelebile nell’anima, corrompendolo e dilaniandolo.
    Non era pronto.

    Le sue riflessioni furono momentaneamente interrotte dalle azioni dell’uomo con il mantello: alzatosi, camminava verso Karen con un atteggiamento quasi viscido, oltre che arrogante.
    Seishiro alzò lo sguardo, puntandogli contro due occhi che non potevano far trasparire nulla se non disprezzo, accompagnato poi da una leggera smorfia delle labbra.
    Se quell’uomo era un criminale, con quella logica misera e limitata all’autocelebrazione, non voleva esserlo. O meglio, non voleva essere così in generale.
    Si lasciò sfuggire una risatina mentre lo ascoltava, trovandolo, per certi aspetti, così simile alla Madame da lasciarlo perplesso e al tempo stesso divertito: lei aveva tutto e aveva bisogno sempre di cose e fama, cosa che la persona nella stanza stava iniziando a fare; doveva chiedere sempre di più, doveva apparire, doveva guadagnare potere ed informazioni.
    Perchè?
    Dove lo avrebbe portato essere agli ordini di Karen?
    Come pensava che questo cambiamento avrebbe influenzato la sua vita? Era solo un sicuro introito di denaro per il fatto di avere un capo?
    Se non altro, quella sera stava portando con sé degli spunti di riflessione.

    « Siete interessante, Signore-san. ~ »

    Sorrise dolcemente, giungendo le mani solo tramite i polpastrelli, in modo estremamente carino.
    Lo osservava con gli occhi grandi da cerbiatto, ma al tempo stesso come se stesse cercando di leggere la sua anima, avido del semplice gusto di conoscere come individui sempre diversi reagissero a vari stimoli, che in quel caso erano decisamente intensi.
    Nonostante non fosse partito con quell’idea, Ayano era la maschera in grado di sopportare la situazione. E, pensandoci per un secondo, Seishiro si rese conto che affidare, per il momento, il peso di tutto ad qualcuno che non era lui l’avrebbe sicuramente aiutato ad evitare dei traumi.
    Quindi, poteva davvero farlo?
    Non ne era sicuro.
    Non aveva il desiderio d’uccidere, non voleva quel tipo di problemi. Ma, d’altra parte, qualcosa nel suo animo stava urlando che non poteva permettere a gente senza scrupoli di prendere una vita, anche della Madame.
    Buffo. Estremamente buffo: lui, vile e bugiardo, aveva dei principi e riteneva la vita, in qualche modo, sacra. Non comprendeva la tortura, la sofferenza e il voler terminare l’esistenza di qualcun altro; accettava che le persone avessero certi interessi, era ciò che le rendeva uniche e interessanti, ma se non poteva rimanere in disparte, come in quell’occasione, allora avrebbe combattuto per quel poco in cui credeva: la dignità dell’essere, fino alla fine.
    Tuttavia, sapeva di non essere pronto. Non credeva che fosse qualcosa per cui potersi preparare, in effetti: un salto nel vuoto, come quando, in un giorno di pioggia, aveva rivelato ad una certa ragazza bionda di essere un bugiardo. In quel caso si trattava di agire su di sé, a differenza della situazione attuale, ma la difficoltà nell’affrontare paura e dubbi non erano differenti.
    Si sarebbe fidato del Seishiro del passato: poteva farlo di nuovo, sarebbe riuscito a percorrere lo strapiombo sulla sottile guida della propria morale, arrivando dall’altra parte con nuovi ricordi ed esperienze, tesoro che avrebbe custodito come prezioso modo per crescere.

    « Karen-san, io non desidero nulla di particolare. Quel denaro mi basta. ~ Alla fine desidero solo vederti sorridere di più. » Rise, perché in effetti voleva sinceramente che la donna fosse felice, ma nel discorso sembrava una frase incredibilmente fuoriluogo. Poi abbassò leggermente lo sguardo. « E la testa di Madame de Steal è già un pagamento convincente. »

    L’aveva detto davvero.
    Che imbarazzo mentire in quel modo: per quanto potesse essere una persona poco corretta, Seishiro rispettava le persone in ogni loro forma. Rispettava quindi quel diritto alla vita, perché prendersi la libertà d’uccidere qualcuno significava stroncare un’anima che non avrebbe più potuto mostrarsi al mondo e renderlo uno spettacolo, nel bene e nel male. Significava privare tutti della possibilità di conoscerla e di conoscere un frammento del tempo in cui si viveva.
    Eliminare una vita non poteva essere una semplice azione mossa senza il minimo stato d’animo.

    « In realtà ci sarebbe una cosa… » Disse alzando la testa e tornando a guardare i presenti. « Se possibile, sarei molto grata di poter essere io ad uccidere la Madame, in caso non sia Karen a sferrare l’ultimo colpo. Sarebbe davvero una gran cortesia. »

    Proprio per questo, nonostante l’idea di uccidere lo disgustasse come concetto, sarebbe stato lui a far esalare l’ultimo respiro alla Madame. O lui o Karen.
    Cercò gli occhi della donna; non pensava d’essere in grado di trasmetterle tutto il dolore per la situazione, ma cercò di simulare lo sguardo dal retrogusto dolce amaro che aveva visto al loro primo incontro. Sperava che sarebbe stata in grado di capire.
    Avrebbe potuto sopportare quel peso, consapevole d’aver odiato quella grassa donna ma l’avrebbe anche rispettata come ogni vita merita, non usata e buttata come semplice carne per soldi o altre motivazioni.
    Vedendosi da un’altra prospettiva, avrebbe riso: non era adatto a fare il “villain”, cosa ci faceva davvero lì?

    Sospirò in modo impercettibile e lasciò spazio alle mille domande dell’uomo con il mantello.
    Sarebbe dovuto rimanere a casa, dannazione.
     
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    Viktor Asui



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    PARLATO ALTRUI
    PENSATO
    PARLATO PROPRIO







    Viktor era pronto e con tutti i nervi al massimo, nel vedere entrare una ragazza così giovane rimase perplesso ma non abbastanza da abbassare la guardia. Neppure dopo che Karen affermò essere proprio lei la terza persona, il terzo pezzo per la loro missione il giovane pote' tranquillizzarsi, restò per qualche istante con i nervi a fior di pelle.
    Dopo qualche minuto, vedendo tutti e 2 i compagni accomodarsi, Viktor decise di fare altrettanto e con lentezza si sedette; mantenendo un contatto viso sia con Karen che con la porta della stanza, le sue paure non erano di certo cessate... anzi, una ragazza così giovane doveva nascondere qualcosa per trovarsi in un ambiente del genere, qualche problema mentale o pessima esperienza, nel pensare al perché la giovane potesse trovarsi li sentì una leggera fitta dal fianco, la cicatrice che aveva gli diete una piccola scossa, qualcosa di puramente psicologico, sapeva alla perfezione come stava il suo stesso corpo, troppe analisi e controlli per poter avere una fitta simile. Forse era un semplice ricordo inconscio delle sofferenze che aveva passato.. o della ragione che lo aveva deviato dal percorso per divenire l'eroe n1, ma in ogni caso si sentiva più vicino del previsto a quella giovane.
    Ma non ebbe così tanto tempo per rivangare il passato e riflettere, in quanto Karen andò dritta al sodo.

    ----

    Uccidere Madame de Steal... colei che gestisce la malavita in questo posto... E l'ordine sta arrivando dritto da un suo uomo, deve essere successo qualcosa di molto grave per essersi ridotta cosi, a volere una vendetta definitiva.
    Ma non solo questi pensieri, anche il fatto che quella ragazza conoscesse gli show della madame era sospetto, che fosse in realtà un membro ancora attivo questa ragazza? E altre pensieri paranoici fecero il giro della sua mente in rapida successione.
    Poi finalmente si iniziò a parlare della ricompensa, 3000 yen.... Neppure sufficienti a rifarsi la propria vettura o allestire il proprio covo... avrebbe dovuto alzare quella cifra di almeno uno zero se avesse voluto il suo contributo. E visto come si trovava e che era arrivata a chiedere aiuto a loro in questa catapecchia, era messa alle strette, forse avrebbe persino potuto accettare un offerta simile.
    Dovremmo uccidere qualcuno per salire in vetta.... E io che volevo restare in incognito fino al momento propizio, e invece mi toccherà espormi già da adesso. E vabene così, dopotutto non posso perdermi un occasione simile, è irripetibile. la sua idea di uccidere qualcuno era molto vaga, nella sua mente le persone sarebbero morte come nei giochi, cadendo a terra con un po di sangue, un suono secco e fine. Non calcolava minimamente come si sarebbe potuto sentire dopo, cosa si può provare a vedere gli occhi di una persona finita, che sta per morire... sia che essa abbia accettato la morte che non.
    L'ultimo sguardo di un essere vivente è sempre cruciale e imprime nel cuore del killer uno stato a viva.
    Ma lui era giovane e inesperto, non voleva uccidere, ma la situazione lo chiedeva. Ed era troppo importante per tirarsi indietro.

    Lo sguardo del giovane aveva iniziato a svagare e fissare il vuoto, troppi pensieri ed idee, la sua espressione era vuota. La stessa che avrebbe una statua di cera. Totalmente priva di qualsiasi emozione o sentimento.
    Stava analizzando tutto nella mente, con estrema precisione, ogni dato lo stava catalogando e etichettato in parti della mente, le conseguenze se avessero fallito e quelle del successo, come si sarebbe dovuto comportare con gli altri, cosa avrebbe potuto guadagnare REALMENTE da questa situazione, come avrebbe anche solo lontanamente potuto uccidere qualcuno di così importante... sicuramente avevano estremo bisogno di informazioni.

    Tornò a quella stanza nel momento che Edward raggiunse il volto di Karen, la stava minacciando in maniera alquanto inquietante e stravagante, ma dopotutto era lui stesso strano.
    Accetterò, ma ad una condizione: oltre ai 3000 yen voglio anche un posto nel tuo clan per me e per Viktor… Niente di impegnativo, ci accontenteremo di una mesata di 1000 yen a testa e la libertà di fare i miei spettacoli quando ne avrò voglia. Del resto sono sicuro che le nostre capacità ti sarebbero immensamente utili in molte altre occasioni in futuro, e ciò che chiediamo non mi sembra così fuori dalla tua futura portata…”
    Viktor storse il naso per un attimo, era lui che si considerava come superiore della propria banda, ma non avevano ancora avuto modo di mettere molte cose in chiaro, e così accetto l'accaduto con un sorriso, in oltre a lui non sarebbe mai venuta in mente l'idea di aggregarsi a lei... aveva già fatto domanda per un altra organizzazione, ma con lei avrebbero potuto ricoprire un ruolo più importante, quindi quando Edward termino la frase aggiunse
    Sono perfettamente d'accordo con Edward, unirsi a te nella gang che si creerà sarà un ottimo affare per tutti.
    Disse il tutto restando seduto, osservando negli occhi Karen e in seguito Edward, e notò che aveva ancora delle domande da porre, quindi attese in silenzio. Avrebbe lasciato chiedere il tutto a lui, e in caso avrebbe aggiunto qualcosa, ma le informazioni più importanti era certo che le avrebbe chieste, quale fosse il suo quirk, quanto possiamo avvicinarsi a lei, quante guardie ha di protezione di solito, e se si è fatta altri nemici.

    Prima di esporre le sue perplessità, intervenne la ragazza, chiedendo il permesso lei stessa di dare il colpo di grazia alla Madame. Richiesta bizzarra, ma l'idea che avesse avuto un passato simile al suo gli si concretizzo, probabilmente proprio per mano di questa donna. La capiva, fin troppo bene.
    La osservò con uno sguardo di compassione e comprensione, voleva dirle qualcosa.. chiederle cosa avesse passato a causa sua, ma non era il momento. Affermò solamente una cosa, forse per aiutarla Per me non ci sono problemi, potrò indebolirla per te se vorrai. Ma approposito qual'è il tuo quirk? Io e lui indicando il prestigiatore Abbiamo già lavorato insieme, pertanto ci conosciamo a vicenda, ma tu cosa sai fare? Lo chiese in maniera estremamente dolce, come se stesse chiedendo a una bambina delle elementari cosa avesse studiato quel giorno a scuola.

    Successivamente attese il prestigiatore formulare le sue innumerevoli domande, convinto che chiese tutto il necessario. Invece restò perplesso al sentire ciò che aveva chiesto, cose sicuramente giuste, ma non essenziali... o forse si in realtà, ma cose che riteneva superflue in quel momento.
    Pertanto attese il momento propizio ed aggiunse alcune domande, che riteneva essere più importanti:
    Vorrei chiedere inoltre, secondo il tuo piano... quanto potremmo avvicinarsi a questa Madame, quanti uomini gli fanno da scorta di solito e quanto sarà grande il posto di questo evento. Aggiungerei inoltre come domanda, se sei a conoscenza di altri ribelli come te, persone che potrebbero tornarci utili in questa occasione. Inoltre vorrei chiedere se avremo dell'attrezzatura prima del colpo, anche un semplice travestimento o delle armi, sarebbe il massimo un esplosivo, che con edward potremmo attivarglielo addosso, se riuscissimo ad avvicinarsi a sufficienza si voltò verso il collega, voleva fare la sua presenza con le domande poste, così da non essergli secondo per lo meno.
    Solo con TUTTE queste informazioni avrebbe potuto costruire una scacchiera perfetta nella sua mente, e da essa sarebbe stato semplice muovere i pezzi e decidere le caselle migliori. E in caso i sacrifici necessari.






    Viktor Asui
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    Tecniche: WALL-CREATION-EXPLOSION-BLACK HOLE- ORBS RAIN
    Stato: illeso
    Equipaggiamento usato:
    CITAZIONE
    Bracciale d'aria compressa
    Descrizione oggetto: Braccialetto contenente una piccola capsula con aria compressa all'inverosimile
    Effetto: Rilascia una grande quantità d'aria in grado di ripulire qualche metro intorno al soggetto.
    Ricariche: x10

    CITAZIONE
    Giubbotto antiproiettile
    Descrizione oggetto: Un giubbotto antiproiettile con maniche. Resiste a danni lievi da impatto.

     
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    T O K Y O





    Dopo le sue dure parole, la donna era rimasta ad osservare i tre in attesa delle loro reazioni. Non è che godesse nel far sconvolgere le persone, ma aveva imparato che la convinzione di un uomo si vede dal suo sguardo. Ogni movimento od espressione impercettibile del volto era sempre e comunque un segnale di qualcosa che si annidava nel cervello, impossibile da nascondere. Vide gli occhi pensierosi e furbi di Edward perdersi nella materia grigia, l'espressione statuaria di Viktor ed infine il vacillare delle iridi di Seishiro, o meglio di Ayano. Karen aveva pensato prima che arrivassero che non voleva costringere nessuno a partecipare, che li avrebbe persino detto che se volevano potevano andarsene. Era giusto che lei usufruisse di loro e della loro purezza in questo modo? Era giusto che desse loro ordini? La parte peggiore della donna avrebbe fatto di tutto per farli restare a lavorare per lei, per usarli come gradini per arrivare in cima alla scalinata che portava alla Madame. Karen era decisamente una ragazza meschina e si sentì quasi in colpa ad averli coinvolti. Quasi, fino alle viscide insinuazioni di Edward.
    In quel momento la donna dai capelli rosati ricordò perché odiava così tanto quel lavoro da receptionist all'Eden Rose. Le persone facevano domande stupide, insinuavano fatti inesistenti, utilizzavano tutto quello che avevano per trafiggerti e fregarti. Non è che le domande del Mago fossero poco intelligenti, anzi. Da un punto di vista logico era normale sospettare che Karen volesse semplicemente accaparrarsi la fortuna del suo capo o che li stesse sottopagando per poi buttarli via. Ma lei non era così. Era una criminale, una che risolveva tutto con la violenza. Era l'unico modo che conosceva per venire a capo ai problemi, faceva così da tutta la vita. Soldi e sangue. Sarebbe stata una perfetta bandita qualche secolo prima. Voleva ribattere ciò che quell'uomo gli aveva detto, voleva anzi colpirlo in faccia come non aveva fatto prima sfortunatamente. Quel cambio di rotta nel suo carattere la infastidiva. Che poi volesse unirsi al suo "clan" la faceva ridere. Se voleva unirsi alla sua famiglia, le avrebbe fatto un favore andando a ritrovare i suoi veri genitori in Germania, magari riportando una lettera di scuse sul fatto che l'avessero fatta crescere con una maniaca. Volevano essere pagati per degli spettacoli e Karen squadrò prima Edward, che si avvicinava con passo strisciante, che Viktor il quale stava seduto e si limitò a confermare ciò che aveva detto il suo collega. Un piccolo intervento da parte di Seishiro, che considerava quel prestigiatore interessante, le fece storcere le labbra. La donna sperò che non dicesse sul serio e fosse tutta una recita per conquistarsi il suo favore. Karen cercò di mantenere la sua espressione posata, anche se le sue sopracciglia si inarcarono mentre guardava il mago tornare al suo posto.
    Vedo che ti sei fatto furbo, Mago. In ogni caso, a me i soldi non interessano, sia chiaro. Se volevo vivere di rendita me ne sarei restata lì a fare la serva tutto il giorno. Onestamente Karen non dubitava dei suoi colleghi. Era sicura di conoscerli bene. C'era qualcuno più difficile di carattere, come quel Billie...ma era sicura che uccisa la Madame avrebbero trovato una soluzione insieme, come avevano fatto sempre.
    Inoltre, so benissimo che ciò che vi offro è poco. Mica ho annunciato i 3000 yen come se fossero un premio vitalizio che vi avrebbe sistemato a vita. Come hai detto tu... La ragazza fece una pausa per calmarsi. Era irritata dalle parole di Edward e stava assumendo un linguaggio aggressivo, ma non poteva perdere un alleato perché doveva fare la saccente. Non poteva permettersi sprechi.
    ...vi offro l'occasione per mostrarvi al mondo, oltre che i soldi. Se l'Eden rimarrà in piedi dopo lo spettacolo, avrete un posto come intrattenitori. Dopo il suo intervento, che Karen sperò fosse sufficiente per convincere il mago, toccò ad Ayano esprimere la sua. La prima fu molto confusa da ciò che il ragazzo travestito gli disse. Prima che voleva vederla sorridere di più, cosa che le fece nascere in cuore uno strano sentimento di rifiuto, come se la felicità fosse per lei irraggiungibile, o come se non si meritasse di essere felice. Quando però Seishiro le svelò che voleva essere lui ad uccidere la Madame le labbra sottili della donna si dischiusero leggermente. Non si sarebbe mai aspettata che quel ragazzo covasse tali sentimenti di odio nei confronti della Madame. Vederla morta era un'idea comune e condivisa da Karen, altamente comprensibile visto che era stato quasi rapito poco tempo fa. Però...quello studente voleva sul serio occuparsi personalmente della vita di quella donna, voleva sporcarsi l'anima in quel modo? Era quello il risultato di esporsi all'Underworld? Era stata proprio lei a "corrompere" il giovane Seishiro? Karen guardò negli occhi quel giovane che avrebbe potuto essere suo fratello minore, osservando le sue pupille brillare e danzare come fiammelle infernali, percependo lo spezzare della sua voce e rompendo in due anche il suo cuore. Ci teneva davvero che anche lei non si dovesse ridurre ad uccidere sua madre? Gli occhi di Karen viaggiarono lenti verso destra, guardando il pavimento ed il misero muro.
    Va bene, Ayano. Ma se non avrò la certezza della sua morte, non potrò accontentarti. Se le circostanze saranno incerte, la ucciderò io. Non voleva in un certo senso rubare quel desiderio a Seishiro, ma non poteva nemmeno rischiare che all'ultimo momento lo studente esitasse e la facesse scappare.
    Toccava infine ai dubbi di Viktor, dopo che Edward l'avesse tempestata di domande. Karen non aveva capito molto bene se il primo fosse convinto di quel lavoro, visto che aveva solo confermato la risposta del suo collega. Non voleva che il mago lo stesse manipolando in qualche modo, ma di certo non si sarebbe immischiata troppo nella loro relazione. Lo aveva ascoltato chiedere a Seishiro del suo quirk ed avrebbe atteso la risposta di quest'ultimo prima di cominciare a parlare.
    Vediamo...difficilmente avremo collaboratori interni. Diciamo che solitamente chi si ribellava veniva "sistemato" da me. Karen accennò una specie di sorriso divertito, ma era decisamente ironico e buffo come lei che si occupava di tappare i buchi si stesse creando una fossa da se. C'erano molte domande a cui rispondere, ma la donna incrociò le dita tra di loro e le appoggiò tra le gambe, scuotendo la testa.
    A tutte queste domande vorrei rispondere dopo, sempre che tu mi segua. Dovremmo andare ad incontrare delle persone tra poco. Alleati, in teoria. In realtà Karen non aveva idea se quegli studenti alla fine si sarebbero presentati al luogo dell'appuntamento. Magari si sarebbero divisi, magari li avrebbe visti tutti. Era meglio per ora gestire una cosa alla volta. All'ultima domanda poteva rispondere però.
    Pace. Voglio solo che le persone che conosco stiano bene, non mi importa quante altre dovrò calpestare. Spero di averti convinto. Un pensiero egoista, ma un pensiero sincero. Era così che la pensava da tutta la vita. Una certa legge della giungla, forse più raffinata. Ma sempre un istinto selvaggio era, tipico dei criminali, di chi non conosceva altro. Per quanto la donna volesse far la parte dell'aristocratica, doveva comunque fare i conti con la verità, lei era un'assassina e una traditrice. Anche i peggiori hanno bisogno di un luogo da chiamare casa, di qualcuno che possa comprenderli. Forse cercava la pietà, la comprensione di qualcuno. Sapeva benissimo che la sua felicità era lassù nell'Eden e nessuno glie l'avrebbe tolta, neppure chi il Paradiso lo aveva creato.



    CITAZIONE
    Potete accettare e/o confermare ciò che vi ha proposto Karen (così come non farlo :zizi:). Tra poco ci sposteremo, non vi preoccupate.
    L'ordine di postaggio è quello precedente, ovvero DLP-Wyrd-Victor.
    Se avete dubbi, mandate tranquillamente un messaggio nel topic apposito.
     
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    Edward Lapsus



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    -Edward
    -Seishiro/Ayano
    -Karen

    Durante il suo discorso, Edward vide le pupille della donna vibrare di rabbia. Sapeva di averla messa alle strette e di essersi approfittato di un momento di debolezza, ma lui non era lì per fare beneficenza. Aveva obbiettivi ambiziosi, aveva passato tutta la vita a preparare il suo debutto nella città… Se voleva mettere in gioco la sua vita, almeno ne doveva valere la pena.
    Terminato il suo discorso, la ragazza nuova gli rivolse la parola per la prima volta: “Siete interessante, Signore-san. ~ ” Il mago si voltò verso di lei, fissandola negli occhi per un lungo istante. Cosa voleva dire con quella frase? I suoi modi carini stridevano terribilmente con l’atmosfera tesa di quel momento, sembrava quasi che lo stesse prendendo in giro… forse però voleva semplicemente alleggerire un po’ i toni della discussione. Chissà, magari la sua ipotesi della ragazzina carina e psicopatica era azzeccata, in tal caso poteva pure essere genuino interesse. L’indeterminatezza di quella situazione non gli dispiacque, fece anzi crescere la curiosità dell’illusionista verso quella ragazza, a cui ripose con un sorriso laconico: “Edward… Puoi chiamarmi Edward. Molto piacere.” Nella sua voce più che cordialità sembrava ci fosse un’ombra di divertimento. Si sedette, in attesa della risposta di Karen, che non tardò ad arrivare:

    “...vi offro l'occasione per mostrarvi al mondo, oltre che i soldi. Se l'Eden rimarrà in piedi dopo lo spettacolo, avrete un posto come intrattenitori.”

    Non era sicuro di cosa intendesse esattamente con “intrattenitori” ma non gli sembrava il momento di discutere i dettagli, considerando che la aveva già provocata a sufficienza. Si voltò verso Viktor, che fortunatamente sembrava non essersi dispiaciuto di essere stato tirato in causa. Probabilmente anche lui non era entrato in contatto con la Soseiji dunque, o forse stava solo fingendo per non destare sospetti? Edward pensava di aver ottenuto un buon compromesso, ma considerava il patto che aveva con Viktor molto più importante dei soldi che Karen offriva. Gli avrebbero fatto comodo, ma con l’aiuto di quel ragazzo avrebbe ottenuto molto di più del semplice denaro. Spettava a Viktor decidere se quell'assassinio sarebbe stato il suo trampolino di lancio per il suo sogno oppure se aveva un altro piano in mente. Questa occasione presentava una grossa opportunità, ma anche un gran rischio e persino lui non era sicuro di sapere quale fosse la via giusta. Non disse nulla, si limitò a guardare il ragazzo dai capelli argentati in attesa di una risposta. Dal suo sguardo fece capire che la decisione spettava a lui.

    Dopo la risposta di Viktor toccò a Ayano dare la sua, che ancora una volta sembrò incredibilmente fuori posto, specialmente dopo il suo discorso avido e sfacciato. Qualcosa in quella ragazza non quadrava, da una parte diceva di voler solo veder sorridere Karen, dall'altra non rifiutava il denaro. La donna dai capelli rosa non sembrò particolarmente contenta di quelle parole, il che fece pensare al mago che forse quella ragazzina era più infida di quanto non facesse sembrare. Magari era una di quelle persone adulatrici che nascondono dietro una maschera i loro pensieri più meschini… E lui ne sapeva qualcosa.
    Ma quando disse di voler uccidere Madame De Steal con le sue mani, la cortesia con cui lo chiese creò ancora una volta un contrasto stridente che il Mago non poté che notare con piacere: ora si che le cose cominciavano ad avere un senso. “Oh ooh! A quanto pare non sono l’unico qui ad essere interessante!” Disse, decisamente incuriosito da quella proposta.
    A quanto pare qualcuno ha un conto in sospeso… Questo spiegherebbe molte cose.
    Personalmente non aveva problemi a lasciare alla liceale il colpo di grazia: non aveva nessun interesse nell'uccidere se non era necessario. Tuttavia non era sicuro che durante la missione si sarebbero potuti permettere il lusso di decidere chi ucciderà cosa. Karen infatti sembrava della stessa idea, quindi lui si limitò ad annuire alla ragazza in segno di accordo. Se c’era la possibilità, glielo avrebbe lasciato fare.

    Alla sua tempesta di domande, la donna dai capelli rosa si limitò a rispondere:
    “A tutte queste domande vorrei rispondere dopo, sempre che tu mi segua. Dovremmo andare ad incontrare delle persone tra poco. Alleati, in teoria.”
    Edward inarcò un sopracciglio. Le cose si facevano sempre più interessanti. Che avesse arruolato altri disperati e criminali alle prime armi come era successo con loro per quel rapimento? Il che spiegherebbe anche come mai ha invitato prima loro al suo rifugio, magari non si fida abbastanza di quelle nuove leve…

    Karen aveva rimandato a tutte le risposte, tranne una, la più importante:
    "Pace. Voglio solo che le persone che conosco stiano bene, non mi importa quante altre dovrò calpestare. Spero di averti convinto.”
    Edward annuì, soddisfatto della risposta. Aveva immaginato si trattasse di una cosa del genere, ma era sempre meglio una conferma in più. Certo, poteva essere una menzogna, ma fino ad ora nulla di ciò che la donna aveva fatto lo aveva indotto a sospettare di ciò. Ripensò allo sguardo accusatorio che gli aveva dato quando credeva che lui avesse abbandonato Viktor… No, non poteva essere una messinscena, probabilmente era una risposta sincera. Se fosse stato quello il caso, non aveva di che lamentarsi. Se doveva stare in una gang, tanto valeva lavorare per Karen piuttosto che per chissà quale folle assassino psicopatico. Non aveva dubbi che anche Karen potesse essere crudele, ma almeno sembrava seguire una logica.

    Si alzò dal tavolo e con passi lenti ma decisi si avviò alla porta “In tal caso, direi di non attendere oltre…” Aprì leggermente la porta, il vento freddo dell’inverno accarezzò il suo mantello, facendolo ondeggiare con delicatezza. Ripensò con un ghigno alle carte che aveva estratto quella mattina, e tutto ebbe più senso: “… Abbiamo un’Imperatrice da uccidere!”



    EDWARD LAPSUS - LIVELLO 3

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    TECNICHE
    -Switch: scambia la posizione di due oggetti entro 10m dal Prestigiatore
    EQUIP
    -Mazzo di carte e Tarocchi
    -Vari oggetti per giochi di prestigio (non da combattimento)
    -Bacchetta con sorpresa (un colpo in canna, 2 proiettili in tasca)
    -Mazzo di carte lama (danno lieve)
    -Coltello finto con lama retrattile in metallo (con dentro sangue finto)
    -Pistola finta in metallo
    -1 granata giocattolo
    -1 granata vera
    -1 Tubo spara-coriandoli

     
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    Vi chiedo di perdonarmi per il ritardo incredibile e, sopratutto, per il post scarno. Sono in un periodo pienissimo e ho ritagliato un po' di tempo per far reagire il pg almeno ai discorsi verso di lui così da non bloccare ulteriormente la quest.


    » Seishiro Harada


    Livello 2
    Esperienza 100

    Energia 100
    Forza 10
    Quirk 50
    Agilità 15





    Danni: //
    Tecniche: //
    Equipaggiamento: //


    » Scheda « » Quirk «

    Narrato Parlato Pensato



    Seishiro sospirò profondamente: sinceramente sperava di poter posticipare il più possibile il momento in cui avrebbe dovuto esporre il proprio Quirk.
    Non aveva problemi, non se ne vergognava, anzi; però, essere troppo specifico e dare dettagli sarebbe stato un modo per poter risalire a lui. D’altra parte, essere troppo vago avrebbe determinato sospetto e curiosità, cose che alla stessa maniera preferiva evitare.
    La paranoia rende le menti incredibilmente contorte.
    Dunque avrebbe detto essenzialmente la verità, ma senza troppe spiegazioni.
    Alla fine era anche ridicolo mettersi a discutere di Quirk come in un fumetto: si trattava della vita di tutti i giorni e, spesso, molte abilità innate in quel mondo erano perfettamente anonime.
    Non avrebbe faticato troppo a far passare il suo Space Control come qualcosa di non eccezionale; d'altra parte in un mondo in cui le persone possono spaccare muri di cemento a pugni, volare e sputare fuoco, un ragazzino che controlla lo spazio non è per nulla spettacolare.

    « Viktor-san! Non sei stato molto gentile, però. Mi sento esclusa se voi due sapete già cosa fanno i vostri Quirk, dovreste raccontarlo anche ad Ayano, no? ~ » Guardò il ragazzo mostrando un faccino adorabile e gonfiando leggermente le guance. Poi rise dolcemente. « Io… beh, con il mio Quirk posso spostare le cose. Però non sono molto brava... » Alzò gli occhi al cielo, sconsolato. « Effettivamente il mio Quirk è un po’ inutile. Ma giuro che sarò d'aiuto come posso! ~ »

    Gli faceva sempre un po’ male non dare il giusto merito alle proprie capacità, perché considerava che ciò che era nato dai Quirk dei suoi genitori fosse davvero bello e interessante. Era molto versatile e, sopratutto, sottovalutato; tuttavia una mente fantasiosa poteva trovare mille usi per un semplice spostare oggetti e persone.
    Seishiro si considerava sufficientemente fantasioso da poter risultare fastidioso.
    Ma questo non poteva dirlo.
    Stava iniziando a valutare l’idea di passare per una ragazzina incosciente e sprovveduta, insignificante agli occhi di Viktor ed Edward, che finalmente si era presentato. Oppure avrebbe potuto sorprenderli con qualche colpo di scena, ma, sinceramente, al momento non ci stava pensando troppo.

    Una cosa popolava i suoi pensieri, rendendo complesso recitare: uccidere.
    Sarebbe stato pronto? Con cosa lo avrebbe fatto? Come si sarebbe sentito dopo?
    Ma soprattutto: ci sarebbe riuscito davvero?
    Il vuoto, la paura, l’incertezza dominavano il cuore del folle ragazzino che aveva forse osato troppo, facendosi paladino di una questione etica che non era in grado di sopportare alla sua giovane età; e probabilmente non sarebbe mai stato pronto per una cosa così terribile e segnante.
    Molti all’idea di poter prendere una vita sentirebbero l’euforia crescere, come quando da bambini si giocava con una semplice lente d’ingrandimento, puntando un fascio di luce mortale verso le ignare formiche; Seishiro non era mai stato il tipo di bambino che avrebbe puntato quel raggio contro una forma di vita, assaporando l’onnipotenza di poterne decidere la sorte.
    Seishiro era, nonostante tutto, profondamente buono. Contorto, paranoide, bugiardo e provocatore. Ma buono.
    Non credeva che bisognasse sempre andare tutti d’amore e d’accordo, anzi riteneva i conflitti una bellissima occasione per conoscere aspetti diversi di ogni individuo, tuttavia la cattiveria fine a sé stessa non faceva parte del suo animo. Era stato prigioniero di sé stesso per molto e solo grazie all’assurdità dell’invito della Madame era riuscito a ritrovare quel poco di autenticità che gli avrebbe permesso di vivere davvero, senza lasciare che maschere e personaggi facessero di lui il loro involucro vuoto.
    In qualche modo, sentiva di doverle un favore o qualcosa di simile. Peccato che fosse terrorizzato da quanto aveva deciso per poterle almeno dare un po’ di dignità.
    Ah, le menti contorte.
    Si era anche ricordato di annuire leggermente quando Karen aveva risposto al suo commento. Mentire in quel modo era davvero impegnativo.
    Fortunatamente donna aveva in programma di far incontrare loro altre persone, cosa che per un po’ avrebbe distratto Seishiro dal suo continuo rimuginare, o almeno così si augurava.
    Con un sorriso iniziò a vestirsi per affrontare nuovamente le basse temperature invernali, seguendo gli altri senza essere eccessivamente molesto ma con un atteggiamento decisamente curioso.

    « Edward-san, Viktor-san… come vi siete conosciuti? Anche io voglio diventare vostra amica! ~ »
     
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