L'esame: Primo tempo

SQ Laguna Lee

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    Give it to me ~

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    Role ambientata nel 2019. Età: 16 anni.



    LAGUNA LEE



    Role-Flashback

    Narrato - Parlato - Pensato



    Ottobre 2019.
    Erano le 2:00 del mattino, ma Hannah non riusciva a prendere sonno. Si girava e rigirava dentro il letto del B&B che le faceva da casa per stanotte. Ogni tanto apriva gli occhi, solo per vedere il buio più totale attorno a sé, poichè le finestre chiuse non lasciavano penetrare neanche il più debole filo di luce, nè alcun rumore. Le condizioni erano perfette per una notte di riposo coi fiocchi. Tuttavia, non riesciva comunque ad addormentarsi. La sua testa era piena di pensieri, vari scenari si susseguivano nella sua mente senza lasciarle pace. Cercava di cacciarli via, belli o brutti che fossero, per spegnere il cervello e stare finalmente in tranquillità. Ma ciò le era impossibile. Il giorno dopo sarebbe stato il più importante di tutta la sua vita, era già un miracolo non essersi dovuta alzare per "buttare fuori" tutta l'ansia che stava provando in quel momento. Prese il telefono, con la luminosità opportunamente abbassata per evitare di bruciarsi gli occhi, per controllare ancora una volta la ricevuta di iscrizione al test d'ingresso con su scritto luogo, orario e eventuale attrezzatura necessaria e consentita. Questo venne poi posato nuovamente sul comodino, prima di chiudere gli occhi nuovamente, con le braccia attorno al cuscino. Dopo un'altra ora, riuscì finalmente a prendere sonno e ad addormentarsi.

    Il giorno dopo era sul pullman diretto verso l'accademia. Il toast e l'uovo all'occhio di bue le ballavano ancora dentro lo stomaco dopo averli divorati in fretta e furia a colazione, nonostante il largo anticipo. Un grosso borsone sopra le sue gambe conteneva dei vestiti un po' più sportivi rispetto a quelli che indossava: un paio di jeans lunghi, delle normali scarpe bianche e una felpa color verdone, comprata proprio il giorno prima. L'aveva vista durante una passeggiate per le vie di negozi di Tokyo e, nonostante la sua semplicità, le era stato impossibile resistere ed era entrata subito a comprarla. Al contatto con la pelle era morbida e calda, un comfort davvero indescrivibile. Guardava dal finestrino il paesaggio scorrere nella direzione opposta a quella da lei seguita. Si sentiva ancora un po' spaesata. Per quanto Tokyo fosse una grande città, non troppo differente da altre negli USA, l'atmosfera era diversa e, in generale, a lei estranea. Aveva studiato giapponese negli anni precedenti, in vista di questo giorno, ma ancora aveva qualche difficoltà. Dopotutto, il parlato della gente del posto è sempre abbastanza diverso da quello degli audio o insegnato dai professori, dovendo aver a che fare con slang e modi di dire della zona, ma ciononostante, con la testa sui libri e il sedere sulla sedia era arrivata sufficientemente preparata da sopravvivere.

    La navetta la fece scendere proprio di fronte alle grandi porte della più prestigiosa accademia per eroi di tutto il Giappone: la Yuuei. Borsone alla mano, stava in piedi, guardando dal basso verso l'alto l'enorme complesso, di cui al momento vedeva solo l'entrata. L'espressione sul suo volto rappresentava un mix di ansia, ammirazione e terrore allo stesso tempo. Era incredibile vederla dal vivo, così come era incredibile il fatto che il giorno dopo sarebbe potuta entrarci come studentessa. Si immaginava già nel suo fantasioso costume, pronta a combattere il crimine. Magari avrebbe potuto lavorare insieme al fratello, dopotutto lui sarebbe stato molto più avanti di lei una volta uscita da scuola. Forse avrebbe potuto fargli da sidekick: look out for the Harley brothers! Il suo sguardo si fece sorridente e deciso. Quell'immagine era troppo vivida nella sua mente, non poteva che avverarsi e sicuramente si sarebbe avverata. Aspettò ancora un po' prima di poter entrare, essendo arrivata leggermente in anticipo. Non era sola, ovviamente: attorno a lei una miriadi di ragazzi, anche di età diverse, si erano presentati al cospetto della struttura, tutti con l'unico scopo di diventare in futuro degli eroi professionisti.

    I portoni si chiusero alla loro spalle, lasciando fuori qualunque possibile ritardatario. Una figura comparve di fronte alla massa. L'esaminatore aveva fatto la sua comparsa e stava pigramente facendo l'appello e, per risparmiare sul tempo, stava leggendo i nomi in base a delle coppie generate, probabilmente, a caso. In questo modo, ognuno poteva già sapere chi sarebbe stato il suo compagno d'esame. Al sentire il suo nome, Hannah alzò la mano di fretta, ma fu più veloce del suo cervello che, per l'emozione, si era quasi dimenticato cosa si rispondesse in giapponese in una situazione del genere, lasciando qualche momento di imbarazzante silenzio tra l'alzata di mano e la sua risposta. L'appello procedette fino a concludersi e tutti gli esaminandi furono mandati negli spogliatoi a cambiarsi. Proprio prima che potesse iniziare a incamminarsi, sentì chiamare il suo nome e cognome, con un accento inconfondibilmente giapponese. Si girò e vide arrivare verso di lei un ragazzo piuttosto alto, sicuramente più di un metro e ottanta, dai capelli rosso vivo, vestito con una maglietta bianca e dei jeans. Hannah lo guardò un po' confusa, finchè il suo coetaneo non si presento come il suo compagno d'esame.

    Oh! Tu sei Asahi...-kun?

    Non era sicura di avere usato suffisso giusto e sperava non si offendesse. Ancora non aveva ben capito come usarli, a parte forse -sensei e -senpai non sapeva ancora distinguere bene quando usare gli altri un po' meno formali. Fortunatamente, il giovane si limitò a sorridere leggermente divertito.

    Asahi Tsuneo! Sono proprio io! Mentre tu devi essere Hannah-chan, huh? Dal nome intuisco che non sei di qua.

    Cercò di rilassarsi un po', provando a non concentrarsi troppo sul come dire le cose e lasciare solo che le parole uscissero fluide dalla sua bocca.

    E-esatto! Non sono giapponese, vengo dagli USA!

    Si portò una mano al cuore, gonfiando il petto.

    Land of the free, home of the b-

    Sì, sì. Ho capito! Va bene! Devo chiederti una favore.

    Hannah fu sorpresa da quanto bruscamente l'aveva interrotta. Lo guardava quasi stranita da quell'improvvisa dimostrazione di maleducazione, nonostante fosse convinta che i giapponesi, con l'educazione, fossero un po' fissati. Ma non sembrava essere il caso di questo Asahi. Intanto, quasi tutti gli altri aspiranti studenti erano già quasi tutti arrivati negli spogliatoi. Il ragazzo inchinò il busto leggermente verso di lei, unendo le mani in segno di preghiera e continuando a sorridere.

    Io... ci tengo davvero tanto a entrare in questa accademia. I miei nonni erano eroi, i miei genitori erano eroi e ora è giunto il mio turno. Voglio che siano fieri di me e l'unico modo per farlo è che io entri alla Yuuei. Se sei qui è perchè sicuramente sei già abbastanza brava, magari potresti provare in qualche altra accademia? A ovest c'è la Shiketsu, anche quella è un'ottima scuola. Quindi... dovresti volontariamente fallire l'esame, cosicchè io possa passare. Ti prego, Hannah-chan, è importante per me!

    Lo guardava sconcertata. Fallire volontariamente l'esame? Dopo tutti chilometri che aveva fatto e dopo tutte le ore passate a studiare e a prepararsi per questo giorno, adesso le veniva chiesto di arrendersi. Non avrebbe mai potuto. Eppure... quel ragazzo sembrava così sinceramente preoccupato di voler entrare. Il modo in cui gliel'aveva chiesto e l'espressione sul suo viso mentre parlava facevano capire quanto ciò fosse importante per lui. Era davvero giusto che passasse lei al suo posto, che era per giunta straniera? Ciò la faceva sentire un po' come se fosse giunta lì a privare qualche altro giapponese nativo della possibilità di entrare in accademia, un po' come una sorta di colonizzatrice. Rimase un attimo in silenzio, non sapendo come reagire a quella scena, mentre la faccia di Asahi si imbronciava ancora di più, pregando per la sua pietà. Finalmente, le labbra della mora schiusero, con lo sguardo un po' basso.

    Mi dispiace, Asahi-kun...

    Sollevò gli occhi, guardandolo dritto in faccia con un filo di determinazione.

    ...ma non posso lasciarmi sfuggire questa occasione. Capisco le tue motivazioni, ma diventare un eroe è altrettanto importante anche per me. Questa potrebbe essere la mia unica possibilità di avverare il sogno di una vita. Perciò mi dispiace, ma non posso accettare la tua richiesta.

    Vide il volto del ragazzo mutare, da pietoso e speranzoso all'inizio fino a deluso, anzi forse scocciato. Non era evidentemente la risposta che si aspettava dall'americana o comunque quella che avrebbe voluto sentire. Tornò ritto, usando stavolta un tono più aggressivo.

    Oi! Ti ho appena detto che devo entrare per forza! Non lo capisci il giapponese?

    Si fece pericolosamente vicino, costringendo Hannah a fare qualche passo indietro, mentre lo osservava sorpresa e soprattutto in guardia, mentre rispose a tono alle sue provocazioni.

    H-ho capito benissimo! E ti sto dicendo che non posso accettare! Non sarei mica tu quello sordo?

    Il volto di Asahi si fece ancora più irritato, vedendo che l'americana non si era fatta impaurire dal suo atteggiamento. Si mosse quindi di lato, allontanandosi mentre la guardava furioso.

    Non importa! Ti schiaccerò come un insetto e passerò comunque io! Guarda bene l'accademia, perchè dopo oggi non la rivedrai più, gaijin!

    Di tutta risposta, la corvina si tirò gli occhi di lato con le dita, imitando gli occhi a mandorla del ragazzo dai capelli rossi e facendogli il verso con la lingua di fuori.

    dOpO oGgI nOn La RiVeDrAi PiU! Go to "HERU" you japashit!

    Si era assicurata che più nessuno fosse nelle vicinanze per sentire quelle ultime parole, sennò l'esame sarebbe stato sicuramente compromesso, oppure l'avrebbero arrestata, o magari altre cose che non dovevano accadere in quel giorno. Sbuffando dopo quell'irritante spettacolo, Hannah si diresse verso gli spogliatoi, per prepararsi all'esame. Che personaggio sgradevole, si sarebbe divertita a sbattergli la vittoria in faccia. "Perdere volontariamente", ma che diavolo aveva in testa? Era davvero convinto che una scusa del genere avrebbe funzionato. E dire che gli asiatici dovevano essere quelli con l'IQ alle stelle.

    Dentro lo spogliatoio, essendo arrivata per ultima, non trovò molte persone, ma qualcuna ancora non si era preparata. Aprì il borsone e sostituì il suo vestiario con una maglietta a maniche corte nera e dei pantaloncini corti color argento. Non faceva caldissimo, ma muovendosi si sarebbe sicuramente riscaldata e la mobilità era la priorità al momento. Si era anche portata dietro una leggera giacchetta bianca per il prima e il dopo, per non raggelarsi nei momenti di pausa. Alla sua sinistra, in una panca opposta alla sua, stava un'altra ragazza, dalle sembianze canine. Ogni tanto le lanciava uno sguardo, più di curiosità che altro. I genitori si erano assicurati che nella sua stessa classe non fossero iscritte persone come lei. Solo alle medie l'avevano concesso, ma il ragazzo in questione aveva una mutazione poco "appariscente" e perciò avevano lasciato correre. Ma in particolare, per queste persone con aspetto animale, il padre si assicurava sempre di spendere qualche frase, la più ricorrente delle quali era forse "devono stare allo zoo, con gli altri animali". Le spiegazioni che le aveva dato per tali uscite erano abbastanza convincenti. Il succo del discorso stava nel chiedersi fin dove la mutazione aveva effetto e quale fosse davvero la parte umana rimasta. E onestamente, alle orecchie della ragazzina, sembrava tutto abbastanza sensato. Tra l'altro non era di certo l'unica a pensarla in questa maniera, perciò non poteva essere qualcosa di così campato per aria. Quindi la guardava, un po' come si guarda un cagnolino per strada, chiedendosi a cosa stesse pensando, se tutti nella sua famiglia fossero in quelle condizioni e cose del genere. Sicuramente avevano un vantaggio dal punto di vista fisico, ma probabilmente non erano granchè dal punto di vista strategico. Ma con un quirk più corpo a corpo come il suo, forse era stata fortunata a non capitare contro un mutant simile.

    La ragazza canina lasciò lo spogliatoio, lasciando Hannah da sola a prepararsi psicologicamente per l'esame. I suoi genitori le avevano mandato un messaggio di buona fortuna un po' freddo. Non erano d'accordo fin dall'inizio e avevano cercato in tutti i modi di dissuaderla, ma il cuore della giovane corvina era stato troppo forte per permetterle di tirarsi indietro. Era quella la sua strada e se lo sentiva dentro. Così come suo fratello era fonte di ispirazione per lei, lei lo sarebbe stata per gli altri. Al di là delle esagerate imprese che avrebbe o meno potuto compiere, sarebbe stata d'esempio e avrebbe aiutato nel suo piccolo a costruire un mondo migliore. Mise i vestiti con cui era arrivata e i suoi restanti averi dentro il borsone, chiudendo la cerniera e rimanendo un attimo seduta. Non poteva dire di non avere ansia, ma doveva cacciarla via il prima possibile o l'avrebbe intralciata. Si tirò due schiaffetti per svegliarsi.

    Su la testa Hannah! Hai lavorato così tanto per arrivare fin qui! Questo è solo l'ultimo step prima della tua nuova vita! L'ultimo sforzo, l'ultima bracciata e finalmente potrai costruirti il tuo futuro da eroina!

    Si alzò in piedi, sicura di sè.

    Never give up and never give in! PLUS ULTRA!

    Afferrò il borsone e corse quindi fuori dallo spogliatoio. Dietro di lei, un foglietto di carta, cadutogli dalla tasca dei pantaloni dopo esserseli cambiati.

    "Tutte queste persone non ci hanno creduto, rinfacciaglielo:

  2. mamma

  3. papà

  4. classe

  5. professori

  6. quell'antipatica di zia Wilma"



  7. CITAZIONE
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    Laguna Lee - Lv.3

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    That's good, soprattutto la parte sul razzismo. Asahi top chadwick.
    Anyway, passo e chiudo!
    Laguna: +25 exp
     
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1 replies since 15/12/2019, 01:56   97 views
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