Ladri di biciclette

*Quel ladro non pareva essere molto furbo e nemmeno tanto prestante in fatto di resistenza fisica. All’inizio l’uomo in sella alla bici aveva distanziato il biondino, ma il dover schivare qualche passante e degli ostacoli lungo il percorso, fecero drasticamente diminuire la sua andatura, al contrario Blaze continuava a guadagnare terreno, ma non poteva di certo utilizzare il suo Quirk in quel posto, rischiava di attirare l’attenzione di gente con cui preferiva non avere a che fare.*

Ma tu guarda che idiota... sapevo andare meglio in bici io a 10 anni.

*Era a dir poco imbarazzante il modo in cui quel tipo tentava (invano) di scappare, un paio di volte rischio pure di andarsi a sfracellare contro un muro perché si voltava a guardare dove fosse il suo inseguitore... pietoso.*

Oramai lo prendo, magari posso tirargli qualcosa fra i raggi della bici per farlo cadere.

*Doveva solo trovare un pezzo di metallo, o legno, insomma qualcosa che potesse lanciare fra le ruote e far volare via quel tizio quando la bici si sarebbe fermata di colpo, ma a quanto pare non fu necessario. Il ladro decise stupidamente di infilarsi in un vicolo cieco, girando in maniera imbarazzante il manubrio della bici e finendo quasi per cadere, non che cambiasse qualcosa, visto che Blaze si mise davanti all’unica uscita (ed entrata) del vicolo in cui si era rintanato l’uomo, oramai letteralmente con le spalle al muro.*

Allora, vuoi andartene senza che ti rompa la faccia? Oppure hai intenzione di combattere.

*Il suo tono era serio, come il suo sguardo. Era ridicolo che quell’uomo volesse provare a rubare qualcosa vista la sua incapacità... probabilmente aveva con se un’arma, tipo un coltello come il tizio di prima, ma non lo estrasse, si limitò a lasciar cadere la bicicletta a terra ed cercare una via d’uscita, tastando persino il muro in cemento ma in cerca di cosa? Un qualche bottone segreto? Era abbastanza in preda al panico a quanto pare, certo che avrebbe potuto cercarsi un lavoro onesto se aveva così tanta paura dei confronti diretti.
Blaze stesse li a fissarlo per un minuto buono, tenendo le braccia conserte al petto e chiedendosi per quanto quel tipo avrebbe continuato con quella scena pietosa, l’uomo tentò anche di corromperlo con dei soldi ad un certo punto e l’unica cosa che ricevette fu solo un’occhiataccia da far gelare il sangue.*

Ok mi sono stufato, ti stendo così poi ti può portare via la polizia.

*Fece appena un passo in avanti, quando sentì alle sue spalle la voce di Hector, a quanto pare aveva già finito con l’altro... era stato veloce, anche troppo forse? Magari anche lui stava nascondendo chi fosse veramente, oppure semplicemente se la cavava. Ma in ogni caso era meglio così, avrebbero risolto prima questa fastidiosa faccenda. Ma quel ladro pareva aver trovato una via di fuga, forse prima in preda all’ansia non l’aveva notato, ma c’era una piccola apertura in cui infilarsi ed inutile dire che ci andò subito e che Blaze ebbe l’impulso di seguirlo, ma nuovamente venne interrotto dal suo aiutante (si poteva dire) che gli disse perchè fosse inutile inseguirlo e che ci avrebbero pensato i poliziotti.*

Mh... ma si, andiamocene e riportiamo la bici a quella bambina, non ho proprio voglia di parlare con dei poliziotti.

*Rispose in maniera secca, mentre Hector riprendeva la bici ed entrambi uscirono dal vicolo, avviandosi nuovamente verso il parco nel quale in teoria la bambina e sua madre li stavano aspettando con la bicicletta.
Durante il tragitto però, l’uomo fece a Blaze una domanda un pochino scomoda, alla quale ovviamente il ragazzo dovette rispondere con una bugia.*

Quel tipo andava in bici in maniera imbarazzante... ma si, essendo nato in un brutto quartiere dovevo sapermi difendere sin da bambino e quindi ci ho fatto un po’ il callo con queste cose. Tu invece? Hai detto di essere un ispettore privato, ma sembri anche sapere il fatto tuo per quanto riguarda tirare pugni.

*Pareva davvero avere più esperienza di quello che voleva lasciar credere, ma questo valeva per entrambi, nonostante Hector fosse visibilmente più in la con gli anni del biondino e quindi probabilmente con più precedenti alle spalle nell’inseguire e pestare i criminali.*

*A sentirlo parlare, sembrava avere una sorta di astio verso gli eroi, o forse era solo la sua impressione... non che avesse tutti i torti a dire ciò, anzi era abbastanza d’accordo con quello che diceva quell’uomo dalle larghe spalle, infondo oramai bisogna sapersi difendere da soli no? Non sempre c’è qualcuno a guardarti le spalle.*

Mah... sinceramente poco mi importa come mi vede la gente, basta fare la cosa giusta no? Insomma, tu potresti anche avere licenza e quant’altro per essere a tutti gli effetti legalmente un eroe, ma se la gente non ti definisce tale... beh, non stai di sicuro facendo un buon lavoro, non è un pezzo di carta a dire che sei un eroe, sono le tue azioni a parlare per te.

*Blaze era abbastanza sicuro che non fosse l’unico a pensarla così, anzi probabilmente c’erano diversi eroi che la pensavano come lui e altri invece che volevano la licenza solo per farsi belli e sfoggiarla in giro... quella era la gente che detestava.
In ogni caso, i due riportarono la bicicletta alla proprietaria e il giovane, ebbe modo di assistere ad una breve discussione fra la madre ed Hector, il quale confermò i dubbi del biondino sul cosa ne pensasse degli eroi in generale e sembrava avere un giudizio molto più severo dello stesso Blaze, anzi sembrava che nemmeno gli andasse di parlarne, tant’è che dopo ben poche parole diede le spalle a tutti e se n’è andò, salutando pigramente con la mano.*

Chissà se come me ha un motivo per questo disprezzo... o semplicemente non li sopporta e basta perché gli rubano il lavoro.

*Fu una domanda che non restò molto in testa al ragazzo, anche perchè ora li non aveva più niente da fare e poteva tranquillamente tornarsene a casa.*

Mi raccomando, tenta più d’occhio sua figlia. Buona giornata.

*Detto ciò, con un tono in verità abbastanza neutro, il biondino mise le mani in tasca e si avviò verso l’uscita del parco, per andarsene finalmente verso casa. Quella era una stata una giornata decisamente diversa dal suo solito, o per meglio dire, non si aspettava di lavorare oggi, ma almeno si era rivelato utile... chissà, magari quel tizio poteva aiutarlo in futuro in altre imprese, anche più importanti del semplice furto di una bicicletta.*