Bancarelle, profumo di cibo, lanterne di carta, giochi per grandi e piccini, il vociare allegro dei presenti: era impossibile non essere catturati dall'atmosfera festosa che investiva la baia di Tokyo in occasione del Tanabata e Shion, ovviamente, non faceva eccezione.
Il sole aveva cominciato a tramontare tingendo di rosso il cielo e il mare, mentre il caldo continuava a scaldare il terreno. Vestito con una vistosa camicia hawaiana bianca a fiori colorati – gli stessi che gli sbocciavano tra i capelli raccolti in una voluminosa treccia –, un costume scuro e un paio di infradito lilla, completava il suo perfetto outfit estivo con un paio di occhiali da sole dalle lenti a specchio.
«Dovrebbe essere questo il posto.»Borbottò a mezza voce fermandosi di fronte a un capannone non troppo distante dalla fiera, guardandosi attorno, per poi annuire con aria soddisfatta notando i volantini che pubblicizzavano il motivo per cui era lì: in occasione dell'arrivo dell'estate era stato organizzato un
paintball a coppie che non prevedeva l'uso di scomode tute o pistole, quanto di gavettoni pieni di acqua colorata e vernice.
Come scritto sui vari cartelloni che tappezzavano la zona le regole illustrate erano semplici: ognuna delle cinque coppie aveva a disposizione venti gavettoni sgonfi contenenti della vernice atossica in polvere – un colore diverso per ogni squadra in modo da distinguerle – che si sarebbe mescolata all'acqua, una volta riempiti, colorando chi o cosa veniva colpito. Chi esauriva tutte le munizioni doveva momentaneamente uscire dal campo di gioco, il capannone che aveva di fronte organizzato per l'occasione con muretti, ostacoli e luoghi in cui tendere imboscate agli avversari, e oltre al non essere colpiti dagli altri, parte della difficoltà stava nel non far scoppiare i gavettoni durante gli spostamenti o al momento del riempimento tramite le due fontanelle poste ai due lati opposti della struttura.
Alla fine del tempo prestabilito o una volta esauriti tutti i palloncini a disposizione, i giudici avrebbero contato le macchie colorate sui vestiti o sulla pelle dei partecipanti, decretando chi aveva fatto più
morti e stabilendo così la squadra vincitrice.
Inutile dire che il fioraio aveva adorato l'idea ed era corso a iscriversi online, pregustando l'idea di conoscere il compagno di squadra (che sperava fosse simpatico, onestamente), di mangiare e in particolar modo bere a schifo una volta finito e soprattutto di vincere.
Già, per una volta voleva arrivare primo e non gli importava solo di divertirsi perché in palio, oltre a un buono per ricevere del cibo e dell'alcol gratis alla fiera, c'era un bellissimo e fantasticissimo
salvagente gigante a forma di unicorno che lui desiderava come se non ci fosse un domani.
E poco importa se poteva comprarlo altrove, lui voleva
proprio quello.
«Buongiorno, questa è la ricevuta della mia iscrizione online» Una volta avvicinatosi all'addetto alle iscrizioni, estrasse il cellulare da una pochette di plastica impermeabile che teneva a sua volta all'interno di una sacca nera con delle decorazioni dorate coordinata al costume, mostrandogli ciò che serviva per procedere
«Se non ho letto male il compagno di squadra verrà estratto a sorte, no?»Una volta ricevuta risposta affermativa, estrasse una pallina numerata da una scatola.
«Oh, il numero cinque.»Non era ancora stato assegnato ad altri, doveva solo attendere che qualcuno pescasse l'altro numero identico presente.