Perchè disegnare in spiaggia è sbagliato.

Summer Event (Role Extra) - Takeru (BlueJowy) X Hideki (Matte21)

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    C'era un grande patto che era stato sancito, da tempi immemori, tra Takeru e sua madre. Lui poteva stare a casa quanto volesse, evitando contatti sociali quando era più concentrato a dipingere e disegnare e lei non l'avrebbe costretto a uscire (per quanto un cavillo in questo patto le permetta comunque di entrare in camera e lamentarsi di questo con lui but still) MA nelle feste o nei periodi di festività Takeru doveva uscire: alla madre a poco importava se usciva con il resto della famiglia, da solo o con qualche amico inesistente ma non poteva tornare a casa se non dopo la fine dei festeggiamenti. Il Tanabata era sicuramente uno degli eventi centrali all'interno di quel patto: l'entrata di Takeru alla Yuuei non aveva intaccato di una virgola il patto ed era il motivo principale per cui Takeru era in giro in quel momento.

    "Perchè sembra il doppio della gente che vedo in giro in città nei giorni feriali...? Dove si nascondono fuori dalle feste?"

    Il sole era ancora alto in cielo, anche se stava per calare verso l'orizzonte, e il povero Takeru ha passato il pomeriggio in Spiaggia e nei dintorni, mangiando ghiaccioli e cercando di dipingere paesaggi e persone sconosciute e ignare. Al contrario della maggiorparte della gente in spiaggia non era a petto nudo o in costume: indossava una felpa bianca con cappuccio, dei pantaloncini blu con una fantasia a pois bianchi e un paio di ciabatte infradito blu scuro. Aveva passato il tempo in degli angoli vicino agli stand o ai chioschi improvvisati o meno, portandosi dietro uno zainetto che conteneva il suo album da disegno, i pigmenti e i colori ad acquarello, oltre ai pennelli.
    Era stato un pomeriggio pieno: era riuscito a iniziare e a finire la bozza per un disegno ad acquarello di un chiosco particolarmente bello con tutti i suoi clienti, non si era scottato (finora) e il caldo non era sicuramente massacrante. Perciò Takeru se ne stava sulla spiaggia, seduto a gambe incrociate su un asciugamano blu chiaro e con in mano l'album da disegno. Aveva optato per la matita, in quel momento, per creare una base utile per utilizzare i suoi colori ad acquarello. Quello che stava disegnando, al momento, era una bambina che stava costruendo un castello di sabbia vicino a lui. Stava venendo anche bene, almeno la figura della bambina su cui si stava concentrando.

    Forse però stava andando troppo bene, perchè Takeru fu distratto da una sorta di urlo, un "PERVERTITO" e una sorta di asciugamano che gli volò direttamente sul volto, facendogli fare un balzo e facendolo alzare di scatto.
    Due secondi dopo stava affrontando la furia di una nonna dagli occhi pericolosamente socchiusi, la smorfia infuriata nel viso e che brandiva (?) con sè un paio di bacchette come se fossero una mazza ferrata.
    Takeru non poteva fare altro che sollevare piano il suo album da disegno come per difendersi, sul viso, e parlare da quella posizione.

    < N-No, le assicuro, non era mia intenzione fare nulla di sbagliato. Stavo...soltanto disegnando: sa, nel tempo libero disegno e dipingo e mi piace disegnare quello che vedo. S- NO, non intendo che disegno bambine nel tempo l-libero!> Takeru stava cercando di difendersi, in qualche modo, agitando nervosamente l'album e cercando di spiegarsi, la bambina che aveva smesso di disegnare il castello di sabbia e guardava curiosamente tra la donna e Takeru. < Sa, trovo che l'arte parta anche da figure come questa: l'immagine di una bambina che fa un castello di sabbia rievoca ricordi per molt-> Inutile dire che la discussioni sull'arte non era probabilmente la scelta più adatta, perchè la donna gli stava puntando pericolosamente le bacchette contro all'urlo di "MIA NIPOTE NON TI DEVE RIEVOCARE NULLA", facendo chinare il nostro Takeru con la schiena, portando l'album da disegno verso il petto tra le braccia.

    Forse disegnare in spiaggia non era stata una buona idea, dopo tutto.

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    Perdonami, visto che si incontreranno qui ho preferito iniziare con una situazione... già in atto, haha. Spero ti piaccia!
     
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    Hideki Suzuki





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    Sbam!
    Un gran fragore si riversò nella stanza in cui Hideki si trovava, seguito poco dopo da una luce che quasi lo accecò.
    Il ragazzo ancora assonnato aprì gli occhi e vide il padre ergersi davanti a lui con espressione insoddisfatta.
    " Hideki, sono già le 7:30 e la signora Kimiko ti aspetta per le 8:00 a casa sua, rischi di fare tardi.
    Ora vestiti e raggiungila in fretta, non farci fare brutte figure mi raccomando ".

    Solo allora il ragazzo realizzò la gravità della situazione, la sua sveglia non era suonata e doveva ancora prepararsi!
    Con uno scatto balzò giù dal letto, si preparò e corse al piano di sotto dove bevve il suo solito caffè e prese al volo una brioches per poi uscire e dirigersi verso il distretto di Asakusa.
    Kimiko era una cara amica della madre e qualche giorno prima aveva saputo che la signora e suo marito sarebbero andati fuori città per visitare alcuni parenti e che quindi erano in cerca di qualcuno che badasse ai loro bambini, cosa che diede l'opportunità alla madre di proporre Hideki per questo lavoro, ovviamente a sua insaputa.
    " Tanaka e Akane sono due angioletti, vedrai che non ti daranno fastidio ".
    Inutile dire che si sbagliava, quanto si sbagliava...non passarono nemmeno dieci minuti dall'uscita della signora Kimiko che i bambini, presero in mano dei mestoli dalla cucina e imitando gli indiani, saltarono addosso ad Hideki e lo colpirono ripetutamente.
    Il povero Hideki tentò di farli appassionare ad altri giochi più istruttivi e soprattutto meno pericolosi e la cosa li fece calmare per un po', tuttavia quando arrivò il momento di fare i compiti andò anche peggio...i bambini pensarono bene di mettere in mostra i loro quirk e i libri cominciarono a volare in cerchio tutt'intorno a loro mentre la bambina iniziò a far comparire proiezioni di orsacchiotti, bambole e giocattoli vari che si misero a danzare, convergendo su Hideki...una scena piuttosto raccapricciante che avrebbe segnato il ragazzo per molto tempo.
    Fortunatamente però riuscì a riportare la situazione alla normalità, promettendo loro di accompagnarli in seguito a prendere un gelato e così la mattina passò senza ulteriori imprevisti, la signore Kimiko tornò e gli diede pure qualche soldo per il lavoro svolto, era rimasta piuttosto soddisfatta e gli chiese perfino di tornare qualche volta da loro per occuparsi dei bambini in caso di bisogno, il tutto mentre iniziò a raccontargli di come lei e sua madre si erano conosciuti, di come i suoi occhi e il suo naso assomigliassero ai suoi e di altre cose altrettanto imbarazzanti...quanto parlava quella donna.
    Hideki ascoltò il tutto con grande pazienza e alla fine riuscì a liberarsi da quella situazione dicendo che aveva un'importante impegno e che doveva tornare a casa.
    La sua non era una menzogna in verità, dopo aver sbrigato alcune faccende infatti avrebbe partecipato alla festa del Tanabata, come mezza città del resto.
    Il Tanabata...una festa per celebrare la leggenda della storia d'amore tra Orihime e Hikoboshi, durante la quale venivano allestite bancarelle in ogni dove, spettacoli e veniva data la possibilità d'esprimere i propri desideri, con la speranza che potessero essere esauditi ( come si diceva nella leggenda).
    Hideki era affascinato dalla possibilità di provare tante cose curiose, era attirato specialmente dal cibo e da quegli oggetti dall'aspetto antico e mitologico, dopotutto adorava i racconti e le vicende del folklore giapponese, a casa aveva una vera e propria collezione di libri sull'argomento, quindi anche se la festa gli avrebbe costantemente ricordato la sua sfortuna in amore, non avrebbe perso l'occasione e sarebbe andato volentieri a dare un'occhiata.
    Finì così di sistemarsi il kimono e dopo aver sopportato l'invadenza della madre che continuò a fargli delle foto e a chiedergli se dovesse incontrare qualche ragazza alla festa, riuscì finalmente ad uscire di casa e si diresse verso la spiaggia per un po' di relax, prima di cominciare il suo tour sfrenato tra le varie attrazioni dell'evento.
    Era ormai tardo pomeriggio e una brezza leggera iniziava a diffondersi per le strade della città...amava la sensazione che gli donava il kimono, sembrava quasi di essere tornato nel passato ma faceva veramente un caldo terribile con quel vestito e non vedeva l'ora di godersi una bibita fresca in santa pace, dopotutto non doveva incontrare nessuno alla festa e quindi poteva prendersela comoda.
    Arrivato in spiaggia, prese la sua bibita e posato un telo sopra la sabbia, si sedette e iniziò a leggere un libro nella speranza di potersi rilassarsi alcuni minuti.
    " Pervertito ".
    Era completamente immerso nel libro e l'urlo della signora costrinse il ragazzo ad alzare gli occhi da esso, irritato ma allo stesso tempo incuriosito dalla situazione piuttosto bizzarra che gli si presentò poco distante dal luogo in cui si trovava.
    A quanto pareva una signora stava inveendo contro un ragazzo che sembrava della stessa età di Hideki, perchè aveva disegnato sua nipote e quindi si era convinta che avesse qualcosa in mente di poco raccomandabile...una situazione davvero bizzarra e quasi scoppiò a ridere.
    La situazione però stava degenerando in quanto la signora aveva afferrato delle bacchette agitandole contro lo sconosciuto, cosa che fece alzare in fretta Hideki e correre verso i due, fermandosi in mezzo a loro.
    " Lo scusi, il mio amico ha alcune manie un po' strane ma non intendeva fare nulla di male.
    Su, chiedile scusa e seguimi, dobbiamo parlare ".

    Avrebbe poi atteso, sperando che gli reggesse il gioco e che la signora non perdesse le staffe, prendendosela anche con lui.
    Salvo imprevisti o che il ragazzo prendesse una diversa decisione, si sarebbe allontanato con lui un poco dal luogo in cui si trovava la signora, per parlargli della situazione:
    " Capisco che stavi solo disegnando e devo dire che hai molto talento per questo ma non ritrarre le persone a meno chè non ti diano il loro consenso, con tutti gli individui dalle cattive intenzioni che ci sono in giro chissà cosa potrebbero pensare di te ".
    Subito dopo il tono della sua voce si fece più leggero e riprese a parlare( sempre ammesso che il ragazzo non decidesse d'interromperlo prima):
    " In ogni caso il peggio è passato quindi non preoccuparti, capita a tutti di sbagliare.
    Io mi chiamo Hideki, ho 17 anni e frequento il primo anno del corso per eroi all'accademia Yuuei.
    Mi sembra di averti già visto da qualche parte...tu come ti chiami? "

    Avrebbe poi atteso la sua risposta, guardando con la coda nell'occhio la signora per assicurarsi che non prendesse provvedimenti sul misterioso ragazzo.




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    BlueJowy Ecco qua il mio post, ti ho dato un'idea di come potremo procedere ma sei libero di scegliere di far reagire diversamente il tuo pg, vedi tu 🙂
    In caso di dubbi, contattami pure tramite mp



     
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    Era palesemente in difficoltà. Rimase fermo ad ascoltare la donna inveire per un pò, le braccia che stringevano l'album da disegno al petto, neanche pensasse che la donna volesse strapparglielo dalle mani. Il disegno era bello e Takeru avrebbe voluto finirlo. Senza per questo sembrare un pervertito il giorno del Tanabata, possibilmente.

    <n-no, signor-> Stava provando a intervenire senza successo, la bocca semispalancata e lo sguardo perplesso dalla situazione che gli stava accadendo.
    Almeno i clienti del chioschetto non si erano lamentati del suo ritrarli nel disegno. Aveva fatto qualcosa che non andava, sul serio?
    L'intervento di Hideki sembrò distrarlo quasi subito, notando la sua presenza solo quando invervenne nella discussione con la signora anziana, facendo un passetto verso di lui al puro scopo di mettersi dietro Hideki per proteggersi dagli sguardi malevoli della signora anziana. Stringeva ancora l'album tra la mani per proteggerlo, la matita stretta nel pugno. Se Takeru si stupì delle parole di Hideki che fingeva di conoscerlo non ne fece parola. Anzi, fece un altro passetto verso sinistra e alzò una delle mani a protezione dell'album, per poi chinarsi verso di lei con la schiena, in una frase di scuse lieve e dal tono un pò più alto del normale.
    <sì, mi scusi tanto. Non intendevo fare nulla di male.>
    Decise di ripetere quanto detto da Hideki senza dire nulla di diverso. Sembrava consapevole del fatto che con le sue parole aveva causato solo danni e l'arrivo di Hideki in suo soccorso era un miracolo che aveva deciso di sfruttare.
    La donna sembrò reagire semplicemente con uno sbuffo e decise di portare via la bambina da quel pezzo di spiaggia, bambina che salutò anche Hideki e Takeru con la mano che teneva la paletta mentre veniva portata via in braccio alla nonna.

    Takeru sembrò rilassarsi quando la vide andare via, allargando le braccia e tenendo l'album con la mano sinistra. Si girò verso il rosso quando gli parlò del ritrarre le persone, e lo osservò un attimo in viso prima di reagire con un semplice <oh.> di sorpresa, in particolar modo quando parlò del consenso nel essere disegnati.
    Lui non lo aveva mai chiesto: quando le persone sapevano di essere disegnate o ritratte tendevano a cambiare postura e assumerne una più forzata. Osservò però nuovamente Hideki, sorprendendosi nel ricordarsi del compagno. L'aveva già visto? Sì, e ricordava anche dove. Lo osservò con curiosità, lo sguardo leggermente fisso verso Hideki.
    Non interruppe però Hideki nel suo redarguirlo nè nella sua presentazione, almeno all'inizio. Solo quando l'altro si presentò sembrò aprire la bocca per interrompere brevemente l'altro. <sì, ti conosco. So che sei nell'accademia.> Il tono di voce di Takeru era basso, anche se non era incerto o poco convinto. <io sono Takeru Himawari. Ti ho visto in una pausa in palestra. Sei...della sezione B, vero?> Chiese ancora, strascicando leggermente le vocali quando parlava. <sono anche io al primo anno alla Yuuei.>
    Non era totalmente a suo agio dopo l'arrivo della donna e, soprattutto, dopo essere stato così bruscamente interrotto nel disegnare.

    Si girò di nuovo verso la direzione dove era andata la donna, per poi nuovamente verso Hideki .< Grazie mille.> Disse verso l'altro, indicando la direzione dove erano sparite le due. <per l'intervento. Non riuscivo a spiegare alla signora che non avevo cattive intenzioni. Volevo solo passare un pò di tempo qui per il Tanabata, sono da solo e pensavo di poter passare il tempo a disegnare...> Spiegò semplicemente a Hideki. <...sembra che dovrò inventarmi altro.>
    Con gli occhi andò a vedere il libro abbandonato da Hideki dopo il suo intervento, indicandolo poi con il braccio libero, alzandolo verso quella direzione.
    <stavi leggendo?> Chiese, il tono di voce ancora lieve e strascicato.

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    Scusa il ritardo! Dalla prossima sono più veloce :D
     
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    Hideki Suzuki





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    Hideki finì di recitare la parte del ragazzo accorso per aiutare un'amico e si scostò dal lui per permettergli di affrontare l'anziana signora, ancora incredula per la sua entrata in scena, assumendo una posa all'apparenza rilassata ma tenendosi comunque pronto ad intervenire in caso la situazione degenerasse.
    Era una signora di una certa età e quindi non costituiva una minaccia però esisteva la possibilità che chiamasse qualcuno per proteggere la nipote dalla presunta molestia e l'ultima cosa che voleva era dover passare altro tempo lì per spiegare il malinteso, difendendo ad oltranza un ragazzo che nemmeno conosceva.
    Fortunatamente il ragazzo lo ascoltò ed esibendosi in un rispettoso inchino, espresse con poche parole ma piuttosto efficaci le sue scuse, facendo così allontanare la signora in compagnia della nipote che in tutta risposta li salutò allegramente con la mano, sembrava non aver compreso il motivo della discussione...che bella l'innocenza dei bambini, così pura e non contaminata dai pregiudizi delle persone.
    Quando poi Hideki gli parlò del suo comportamento il ragazzo sembrò stupirsi delle sue parole, probabilmente fino ad ora aveva incontrato persone disponibili e gentili che lo avevano assecondato, convincendolo così che non ci fosse niente di male nel ritrarre gli altri senza permesso.
    In parte era vero, quello che faceva era semplicemente catturare la bellezza delle persone, le loro sensazioni, la loro anima in un certo senso e mettere il tutto su carta...proprio per questo motivo però era come se prendesse una parte di loro senza permesso, violando la loro privacy...
    Ma ovviamente non tutti erano d'accordo su questo punto, altri per esempio lo vedevano come un semplice disegno in cui avevano la possibilità di esserne protagonisti, pensiero che li faceva tuttavia assumere pose forzate per cercare di imitare il proprio canone di bellezza, perdendo così la propria individualità e finendo per rovinavare il disegno stesso.
    Quando il tema del discorso converse sull'identità del ragazzo dai capelli blu e sulla sua scuola, esso lo riconobbe e gli disse che frequentava anche lui la Yuuei e a quanto dedusse dalla sua risposta, frequentava il primo anno ma nella sezione A,del suo stesso corso.
    L'aveva visto in palestra e ora che ci pensava meglio, anche Hideki l'aveva notato qualche volta in aula ma spesso Takeru, questo era il nome del ragazzo, era spesso sulle sue e quindi non avevano mai avuto un contatto vero e proprio.
    " Esatto, sono della sezione b e tu appartieni alla sezione A...giusto?
    Sì esatto, anch'io devo averti visto a scuola, dopotutto abbiamo molti corsi in comune.
    Come ti stai trovando nella scuola e in cosa consiste il tuo quirk? ".

    Takeru si scusò ancora per l'incidente, spiegandogli che stava semplicemente passando la festa del Tanabata a modo suo, stando da solo in tranquillità a disegnare.
    Prima che Hideki avesse modo di commentare le sue affermazioni, il ragazzo notò il libro che stava leggendo poco prima.
    " Si stavo leggendo ma tranquillo, ormai mi ero stancato e mi ha fatto bene un po' di movimento.
    Il libro parla della ribellione di Satsuma, avvenuta nel 1877 e causata dall'insoddisfazione di un gruppo di ex-samurai verso la direzione che il Giappone stava prendendo con la sua modernizzazione, provocando l'abolizione dei privilegi della classe dei samurai. I massicci cambiamenti della cultura, dell'abbigliamento e della società giapponese vennero visti da questi ultimi come un tradimento della dottrina del Sonnō jōi, usata come giustificazione per rovesciare il precedente shogunato.
    Una storia ricca d'azione e colpi di scena, amo molto la figura dei samurai, grandi e onorevoli guerrieri, inoltre la contrapposizione tra le tradizioni del passato e la modernità mi sta colpendo molto....scusami, mi sono dilungato anche troppo ma ho una gran passione per la storia giapponese ahahah.
    Anche tu ami leggere e se sì, che genere di libri? "

    Hideki avrebbe poi atteso la risposta, curioso di saperne di più sui gusti del suo nuovo amico.


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    BlueJowy Eccomi qua, scusa per il ritardo 😅
    Comunque mi hai risposto entro 5 giorni, quindi non preoccuparti 🙂



     
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    Lui era rimasto lì vicino a Hideki, l'album da disegno ancora tra le mani mentre fissava semplicemente Hideki nel suo parlare, osservandolo ancora nei dettagli che probabilmente dalla palestra non aveva colto. Osservare gli altri era un suo vizio, in realtà.
    Al parlare delle sezioni Takeru si limitò ad annuire piano, confermando la sua appartenenza alla sezione A. Non era lì da troppo tempo ma si era fatto un'idea anche dei suoi compagni della sezione B, evidentemente. La domanda sul Quirk lo lasciò un attimo interdetto, facendogli socchiudere la bocca in un'espressione un pò incerta prima di rispondergli.

    < Mi trovo....bene.> Confermò verso Hideki, cercando di annuire con un pò di più di forza. L'imbarazzo per l'accaduto di poco prima sembrava essere ancora presente nell'atteggiamento di Takeru ma cercava di allontanarlo piano piano, parlando con il compagno di scuola. <non sono a Scuola da moltissimo e l'avere a che fare con gente della mia età, gente più piccola e più grande un pò mi confonde. A volte. Ma finora mi trovo bene, anche con le materie.> Restava fermo con il volto rivolto verso Hideki mentre gli parlava, le spalle strette e la testa lievemente inclinata. < Tu? Sei a scuola da molto?> Sembrò ricordarsi quasi subito dopo di fare la domanda a sua volta, il tono leggermente affrettato.
    Sul Quirk rispose subito dopo, indicando il suo album da disegno. <posso fare prendere vita ai miei disegni, quelli fatti ad acquarello. Diciamo che...controllo i miei acquarelli.> Spiegò semplicemente a Hideki, il tono lieve e senza spendere troppe parole. Per amor di descrizione, al momento Takeru stava disegnando semplicemente con la matita, nel suo puro hobby di disegnare le persone e i luoghi attorno a lui.
    Quando Hideki parlò del libro sembrò invece animarsi un pò di più, curioso, osservando prima lui e poi il libro subito dopo. Cercò di seguire la spiegazione altrui, annuendo piano nel seguirlo, un sorriso lieve sul volto e facendosi interessato.

    < Quindi era il periodo in cui i samurai si opponevano alla modernizzazione del giappone?> Domandò piano, il tono ancora lieve, grattandosi il cuoio capelluto con la mano libera per un secondo. <bello. Io non so molto di storia giapponese. Ti piacciono i Samurai, quindi? E' una passione interessante.> Confessò nuovamente, sincero. Che lui approvasse tutte le persone che avevano passioni specifiche era evidentemente: probabilmente per via della sua passione per l'arte e la pittura. Si trovava a suo agio a non sembrare l'unico fissato con qualcosa.Subito dopo si fece pensieroso alla domanda sui libri.
    <mi piace la narrativa. Però leggo prevalentemente libri che parlano di Arte e Storia dell'Arte. Ho frequentato un liceo specializzato in quello, per imparare a disegnare e a dipingere.> Raccontò a Hideki, rimanendo sul vago nel raccontare la parte del liceo. Restò in silenzio a guardare lui e il libro per un attimo, prima di aprire nuovamente bocca.
    < Quindi senza il permesso di qualcuno non è molto bello disegnarlo, esatto?> Domandò. Sembrava aver sbloccato una consapevolezza di quello che, dalla smorfia che faceva, non lo faceva impazzire. A lui piaceva disegnare e dipingere e se doveva chiedere il permesso a chiunque per farlo diventava molto più difficile.


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    Hideki Suzuki





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    La domanda di Hideki sull'esperienza del ragazzo nella scuola per eroi sembrò metterlo a diagio, probabilmente non era molto bravo a socializzare e parlargli in modo così diretto non fu una grande idea ma Hideki sembrò dimenticarsene, rapito dalla curiosità per il nuovo arrivato.
    La spiegazione fu breve, come si aspettò il ragazzo rimase piuttosto vago sui dettagli e mantenne il nervosismo che ormai lo contraddistingueva, confermando l'idea del ragazzo introverso e solitario che si era fatto.
    Questo aspetto di lui ricordò a Hideki sè stesso, anche lui era un ragazzo piuttosto introverso anche se cercava di nasconderlo con la sua parlantina e i suoi modi amichevoli, forse era stato proprio quel lato di lui unito al suo altruismo a spingerlo ad aiutare Takeru.
    Quando fu il momento di parlare del proprio quirk, il ragazzo dai capelli blu gli disse che poteva controllare quello che disegnava con i colori ad acquerello, cimentandosi per tutta la durata della sua risposta in uno dei suoi disegni e dimostrandogli il suo indiscusso talento, gli sembrò quasi di vedere uno di quegli artisti di strada che davano sfoggio delle loro abilità per ingraziarsi nuovi clienti.
    Aveva già avuto un dialogo con una ragazza dotata di un quirk simile al suo, il chè lo spinse a fare supposizioni su ciò che potesse creare o meno con esso...il fatto però di poter dare numerose sfumature di colori a qualsiasi cosa realizzasse e probabilmente dargli vita entusiasmò Hideki che precipitò per qualche secondo in un sogno ad occhi aperti pieno di colori e di oggetti dalle forme più bizzarre, gli sembrò quasi di essere finito in un quadro di Salvador Dalí, un pittore che aveva studiato qualche anno prima...avrebbe dato chissà cosa per poter vedere le abilità del ragazzo in azione.
    " Wow interessante e vedo che sei molto bravo a disegnare, un giorno dovrai darmi qualche dimostrazione del tuo quirk, ci conto eh.
    Il mio non è così spettacolare ma fa il suo lavoro, esso consiste nel permettermi di generare e far fuoriuscire del gas di colore violaceo dal mio corpo per poterlo controllare sia nella forma sia nella consistenza, mi è stato molto utile nei combattimenti ma purtroppo non è così facile da controllare".

    Quando poi Hideki parlò del proprio libro Takeru cambiò espressione, facendosi via via più interessato all'argomento.
    Parve un po' incerto nel commentare la spiegazione di Hideki, in effetti si era lasciato prendere la mano e non gli aveva risparmiato dettagli e termini, probabilmente ignoti a molti ragazzi della sua età.
    Dopo un'attimo di confusione tuttavia parve rassenerarsi, dicendogli che condivideva la sua stessa passione per la lettura ma riguardante il campo dell'arte e la relativa storia, raccontandogli in seguito della sua esperienza in un liceo specializzato nel disegno e nella pittura.
    Hideki annui seppur sentendosi a disagio, anche lui amava il disegno ma puramente come hobby, se Takeru avesse sperato di poter parlare con lui di quell'argomento scendendo nei minimi dettagli, probabilmente sarebbe rimasto deluso.
    Improvvisamente però Takeru smise di parlare e sembrò riflettere, come se un pensiero fosse tornato a tormentarlo e non riuscisse più a separarsene, rimase a fissare prima il libro e poi Hideki, inducendo il ragazzo dai capelli rossi a grattarsi i capelli e a fissarlo con aria perplessa.
    Proprio quando Hideki aveva trovato qualcos'altro di cui parlare, sperando di poter allentare la tensione che si era creata, Takeru si riprese e quello che gli disse in seguito lo lasciò un'attimo spiazzato.
    Il ragazzo infatti ero tornato sul dilemma di ritrarre o meno qualcuno senza il suo permesso, accompagnando la sua domanda con una smorfia( probabilmente era contrariato dalla sua affermazione precedente).
    Hideki riflettè un'attimo sulla questione e sospirando appena, si rivolse a Takeru:
    " Probabilmente ho esagerato, in fondo non è che tu non possa farlo o che sia sbagliato in sè, solo che potresti incontrare qualche resistenza da parte di chi hai deciso di ritrarre per i motivi che ti avevo detto e che quindi dovresti prepararti a questo, tutto qui...effettivamente non puoi chiedere a chiunque se hai il permesso o no di farlo, verrebbe meno anche la bellezza del disegno stesso.
    Suppongo che la cosa migliore sia di farlo senza farsi notare, così che l'altro non si accorga che tu lo stia disegnando...".

    Improvvisamente lo stomaco di Hideki emise un brontolio appena udibile ma inequivocabile, cosa che lo spinse a controllare velocemente il cellulare e a notare che si stava facendo sera, il sole intanto iniziava la sua lenta discesa verso l'orizzonte, dipingendo un cielo azzurro e privo di nuvole, di sfumature rosse e gialle mentre alcuni uccelli posati in lontananza, si lasciavano cullare dalle calme onde del mare come bambini tra le braccia materne.
    " Scusami ma inizio ad avere un po' fame, oggi ero di fretta e ho mangiato poco a pranzo.
    Se non hai impegni potresti venire a fare un giro tra le bancarelle con me così potremo mangiare qualcosa.
    Dango, Ramen,Dorayaki...ci sarà di tutto e di più, inoltre potremo dare un'occhiata alle varie attrazioni preparare per l'occasione, ho sentito che ci sarà addirittura una scuola infestata e non vedo l'ora di provarla.
    Che ne dici? ".

    Avrebbe poi atteso la risposta del ragazzo e se avesse acconsentito, avrebbe raccolto le sue cose e avrebbe atteso che anche Takeru facesse lo stesso, poi si sarebbe diretto insieme a lui verso le numerose bancarelle piene di curiosi, poco distanti dalla spiaggia.



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    Edited by Matte21 - 12/8/2020, 11:56
     
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    Il ragazzo rimase lì ancora a rispondere a Hideki, osservò sia lui che il libro per un momento, l'album fermo e la matita in mano ma senza usarla, rimanendo a dialogare con l' altro in piedi. La reazione di Hideki gli fece tirare un lievissimo e impercettibile sospiro di sollievo. Sapeva che c'erano più reazioni al suo Quirk e quella di Hideki sembrava positivamente interessata, senza però eccedere nella richiesta. Aveva incontrato gli amici di suo fratello che lo spingevano a prendere gli acquarelli e disegnare quello che volevano per poi fargli prendere vita, quindi aveva imparato che la gente troppo curiosa del suo Quirk poteva lasciarlo a disegnare quello che volevano per ore. Hideki però aveva solo chiesto comprensibilmente una dimostrazione, in fondo.
    <....certo. Non ci sono problemi, quando vuoi. Anche a scuola.>
    L'album che aveva in mano conteneva anche qualche disegno ad acquarello ma Takeru era troppo imbarazzato dal momento precedente per farli vedere a Hideki, adesso. E per altro, ovviamente. Cercò di concentrarsi su quanto detto dall'altro sul suo Quirk, che era sicuramente più interessante del proprio.

    <oh.> Commentò, concentrato sull'altro. <come un gas che puoi spostare e controllare per farlo respirare a qualcuno o per far avere degli effetti particolari? Sembra interessante. Esce dai pori della pelle? Da altro?> Domandò all'altro, curioso, mettendosi a fare dal nulla una domanda dietro l'altra. I Quirk diverso dal suo lo incuriosivano e gli confermavano quanto già visto dagli altri compagni di scuola. L'utilità nei combattimenti di alcuni dei loro quirk era innegabile, come quella della sua compagna di provino per la Yuuei. Lui invece si sentiva un pò un pesce fuor d'acqua, in questo.

    Il libro invece sembrò incuriosirlo quanto il quirk dell'altro, per quanto si limitò ad aspettare risposta per quanto riguarda il resto. Takeru nel silenzio ci stava bene, per questo il momento di pausa che aveva fatto prima della sua domanda sul disegno non sembrò turbarlo per nulla. Era la domanda di per sè e la risposta ad essa correlata il problema, da quel punto di vista. Ascoltò la risposta di Hideki con interesse e quando l'altro aggiunse quell'ultima frase sul farlo senza farsi notare sembrò sorridere improvvisamente, contento.
    <sì, di solito faccio così. Questa volta però, sembra non sia andata bene. Sono contento: pensavo pensassi fossi un matto a farlo senza il permesso della gente.>
    Lo disse con uno sguardo un pò più rilassato, forse ammettere questo gli faceva bene. Oltre che si sarebbe ricordato le parole di Hideki più avanti.

    Il brontolio dello stomaco di Hideki sembrò distrarlo e confonderlo un momento, rimanendo fermo e osservando l'altro ragazzo, le braccia parallele al corpo.
    Alla proposta delle bancarelle sembrò rimanere sorpreso, per poi annuire un momento. <ho..fame anche io, in realtà.> Disse guardandosi in giro. <ma ho lasciato l'asciugamano di là, credo.> Sembrò ricordarselo solo in quel momento. Quando parlarono della scuola infestata, invece, sembrò annuire. <l'hanno detto anche a me due ragazzi. Ma è infestata sul serio?> Cominciò con quella domanda, neanche si aspettasse che veramente per un festival mettessero in mostra una scuola veramente infestata. Annuendo cercò di dirigersi per prendere le sue cose, seguendo Hideki verso le bancarelle. <grazie per la compagnia, allora.> Cercò di ringraziarlo con un tono leggermente più rilassato, probabilmente per via del suo allontanarsi dalla spiaggia.


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    Hideki finì di parlare al ragazzo della sua proposta di unirsi a lui per passare la festa del Tanabata e approfittò di quel breve lasso di tempo per riflettere su quanto era accaduto poco prima.
    Il ragazzo era sembrato piuttosto colpito dal quirk di Hideki e volle saperne di più, chiedendogli se respirarlo procurava qualche effetto e da dove fuoriuscisse di preciso.
    " Il mio gas può fuoriuscire da qualsiasi parte del corpo in quanto viene espulso dai pori della pelle e respirarlo provocherebbe uno stato di sonnolenza e questo potrebbe giocare a mio vantaggio, indebolendo o addirittura addormentando l'avversario.
    La sua efficacia però non è garantita, nel mio esame d'ingresso alla Yuei ad esempio mi sono ritrovato a combattere contro il mio esaminatore e ho provato ad usarlo, purtroppo però indossava una maschera antigas e così non ho potuto sfruttarne gli effetti come avrei voluto ahah.
    Fortunatamente ha anche altri usi, quindi non mi sono ritrovato del tutto indifeso ma purtroppo non è bastato...usava una tantō ed era veramente abile nel corpo a corpo, sono rimasto piuttosto sorpreso... è una storia lunga, ti racconterò meglio in un'altro momento ".

    La timidezza di Takeru sembrava averlo abbandonato, sostituita da una gran curiosità e tranquillità che lasciò stupefatto il ragazzo dai capelli rossi.
    Più tardi poi giunse il famoso brontolio di stomaco che gli diede il giusto pretesto per invitare il nuovo amico a fare un giro con lui, sicuramente sarebbe stato più interessante che passare la festa da solo.
    Alla sua proposta, Takeru annui e raccolse le sue cose, eprimendo le sue perlessitá sull'autenticitá della casa fantasma e seguendolo verso le bancarelle, ringraziandolo come se lasciare la spiaggia gli avesse tolto un gran peso e sicuramente era così, dopotutto fino a poco tempo fa aveva avuto la brutta asperienza con l'anziana signora.
    Fu così che si parò davanti a loro uno spettacolo che lo lasciò Hideki senza parole:
    La moltitudine di quei colori rendevano l'atmosfera del luogo quasi surreale mentre i vari odori provenienti dalle bancarelle permeavano l'aria, ipnotizzando con voci invitanti quella moltitudine di persone che inondavano quella via, precipitandosi ora in questo, ora in quello stand, perdendosi nell'irrefrenabile voglia di soddisfare la propria curiosità.
    Hideki non fu da meno e si diresse subito alla bancarella di dolciumi per prendere prima un po' di quei deliziosi Dorayaki al cioccolato, per poi passare alla successiva per assaggiare dei succulenti bastoncini di Dango, fermandosi di tanto in tanto per aspettare Takeru e rispondendo alle sue eventuali domande, indicargli poi l'attrazione successiva che a parere suo, non poteva assolutamente perdersi.
    Che nostalgia....tutte queste cose gli ricordavano il suo passato, quando da piccolo passeggiava con i suoi nonni in occasione di quella stessa festa, incantato da tutte quelle meraviglie mentre tentava di persuaderli a comprargliene qualcuna, inventandosi tutte le scuse e promesse immaginabili pur di ottenere qualcosa.
    Dopo che ebbero soddisfatto la loro fame, a meno chè il ragazzo dai capelli blu non proponesse qualcos'altro, Hideki lo avrebbe portato davanti alla famosa scuola infestata di Daiba che si ergeva poco distante dalle bancarelle.
    Dall'aspetto sembrava in tutto e per tutto un'edificio fatiscente ma imponente di tre piani, al cui interno s'intravedevano solo alcune e fioche luci, probabilmente lanterne lasciate lì per l'occasione, di fronte a loro invece avrebbero trovato una fila di qualche metro ad attenderli, quindi avrebbero dovuto attendere un po' per poter entrare e proprio quel momento, come se non fosse già abbastanza tetra la situazione, un sonoro ed agghiacciante grido risuonò all'interno dell'edificio, facendolo trasalire.
    " Eccoci qua alla famosa scuola stregata, sembra ci sará un po' d'aspettare ma vedo che si sono dati parecchio da fare quest'anno e potrebbe essere un'esperienza interessante... comunque sono tutte persone travestite, al massimo ci spaventeremo un po' ahah.
    Che ne dici?
    O avevi in mente qualcos'altro?
    Anche le altre attrazioni sembrano interessanti quindi se avessi qualche proposta, dimmi pure ".

    Avrebbe così atteso la sua risposta mantenendo un'atteggiamento calmo ed evitando di mettergli pressione, gli sarebbe piaciuto provarla ma c'erano tante attrazioni per quella festa e anche quelle avrebbero reso la serata piuttosto divertente, si sarebbe quindi adattato alla situazione per potersi così divertire in compagnia del suo nuovo amico.


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    Le parole di Hideki sul proprio Quirk lo fecero riflettere un istante, portando la mano libera alla tempia.
    < Oh. Quindi, in realtà, sono contromisure che si potrebbe avere solo conoscendo il tuo Quirk. Come la maschera anti-gas.> Riflettè alle parole dell'altro, parlando a voce un pò più bassa, il tono interessato. Al parlare dell'esaminatore, invece, sembrò annuire piano conlo sguardo rivolto verso l'altro.
    < Ok. Io non ho dovuto affrontare il mio esaminatore, per fortuna. Sembrava forte, anche se tranquillo.> Raccontò solo quella parte del suo addestramento, senza dire di più. Il tono era sempre tranquillo, ora che aveva parlato un pò di più con Hideki (e, soprattutto, aveva capito che non lo considerava matto per disegnare la gente a caso).
    Lo seguì rapido con le proprie cose, conservandole e rimanendo con l'album da disegno. Album che continuò a portare tra le mani, la matita posata in tasca e ripresa di tanto di tanto appena l'ispirazione lo seguiva.

    Una volta arrivato alle bancarelle sembrò meno stupito di Hideki, soprattutto perchè ci era già passato, ma questo non gli impedì di fermarsi a disegnare qualche schizzo di qualcosa o qualcuno di interessanti mentre Hideki era in fila a prendere i Dorayaki e i Dango. Takeru non prese niente, in realtà, alle bancarelle, più occupato a fermarsi a disegnare di tanto in tanto e a fare domande semplici a Hideki, almeno per Takeru.
    < Comunque c'è un pò di gente in Yukata o in Kimono, come te... forse avrei dovuto portarmi qualcosa del genere.> Commentò, piano , verso Hideki. Stringe la felpina bianca sul busto, il cappuccio abbassato e gli occhi rivolti verso la folla, rimanendo in silenzio. I n generale non parlò più di tanto, almeno fino a quando Hideki non lo fece avvicinare alla scuola infestata di Daiba.
    Si fermò un attimo a guardarla, gli occhi che vagarono stupiti da una parte all'altra della casa. L'urlo lo fece rimanere fermo e zitto, per un attimo, socchiudendo gli occhi in una reazione più di difesa. Durò poco, però, perchè tornò a girarsi quasi subito verso Hideki, l'espressione visibilmente colpita.
    < Lo sai che ho sempre avuto un problema a dipingere cose che fanno paura? Nel senso... Quello che dipingo raramente riesce a incutere timore.> Riflettè su questo con un pò di lucidità, lontano dall'imbarazzo della spiaggia di poco prima. Posò la mano sulla guancia, riflettendo un attimo e guardando la casa per un attimo.
    < Va benissimo questa. Penso possa ispirarmi qualcosa di...interessante. Tu l'hai mai fatta, gli altri anni? Che ci dobbiamo aspettare?> Domandò, ancora il tono interessato. Cercava di trovare il punto con i biglietti per farli entrare, in qualche modo, cercando di individuare l'entrata. Una volta fatto la indicò all'altro ragazzo, mettendosi in fila.
    Era vero, quello che aveva detto. Disegnare qualcosa di spaventoso poteva essere utile contro i criminali: il suo Quirk in questo era una truffa. Disegnare un gigante di metri non era utile se era forte come una farfalla. Ma qualcosa di spaventoso, se creduto reale, poteva essere sicuramente più utile.
    Cercò di mettersi con Hideki a prendere i biglietti per l'attrazione, pronto a capire cosa li aspettasse, continuando a parlare con l'altro.

    < Potrebbero esserci...fantasmi. Zombie. Una giraffa con i piedi da elefante e la coda da serpente. Brrr.> Domandò, con un piccolo brivido alla parte finale della propria frase. Le giraffe metà serpenti e metà elefante. Lo spaventava soltanto perchè era una cosa totalmente illogica. Anche nel suo creare figure e mondi lontani manteneva una sua logica. E una creatura del genere non ne aveva.


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    Hideki aveva così preso d'assalto le varie bancarelle comprandosi un mucchio di cibarie, rapito da quella frenesia che dovevano provare le ragazze durante lo shopping.
    Takeru continuava a seguirlo ma sembrava preso da altri pensieri, non prese niente da mangiare e dedicò parte del suo tempo a ritrarre numerosi soggetti....che avesse trovato qualcosa d'interessante da ritrarre?
    O forse era colpito da una qualche ossessione compulsiva che lo spingeva a disegnare qualunque cosa gli capitasse a tiro?
    Tuttavia interruppe ogni tanto i suoi disegni per chiacchierare con Hideki, così riuscì a conoscere meglio il ragazzo e a passare un po' il tempo, tra un pasto e l'altro.
    Arrivarono poi alla scuola stregata che sembrò attirare l'attenzione di Takeru, specialmente quando qualcuno urlò al suo interno, cosa che lo lasciò impietrito per qualche secondo.
    Si girò in seguito verso Hideki, visibilmente colpito dall'esperienza e gli parlò della sua difficoltà nel dipingere soggetti che potessero spaventare le persone, come se la cosa fosse un difetto che gli precludesse qualcosa...forse perchè poter ritrarre cose spaventose gli poteva offrire nuovi spunti per i suoi lavori e in effetti aveva un suo senso, Hideki poi amava il tema un po' dark e avrebbe compreso i suoi dubbi se fossero stati di questo genere, un'altra possibilità sarebbe che influenzasse in qualche modo il suo quirk...che si fosse lasciato sfuggire qualcosa?
    Parve poi riflettere un'attimo ma poi si convinse e accettò la proposta di Hideki, chiedendogli se avesse mai provato quell'attrazione.
    " No mai perchè non mi sono mai interessate, quest'anno però mi è capitato di vedere qualche film horror e li ho trovati piuttosto interessanti, altro che le solite storie scontate e a lieto fine, quei film si che regalano emozioni.
    Quindi ho pensato di provarla per rivivere quei momenti di adrenalina dei film, probabilmente ci troveremo davanti i mostri più famosi come vampiri e alcuni zombie ".

    In seguito il ragazzo cercò con lo sguardo il punto in cui potevano acquistare i biglietti e appena lo individuò fece cenno a Hideki di mettersi in fila e insieme attesero che arrivasse il loro turno.
    Il ragazzo riprese subito dopo a parlare, anticipando nuovamente Hideki e lo rese partecipe del suo timore per una strana bestia, una giraffa con i piedi da elefante e la coda di un serpente, cosa talmente insolita che gli procurò una piccola risa che fece voltare alcune persone verso di loro per qualche secondo, visibilmente curiosi di capire cosa stesse succedendo.
    Alla vista degli altri che lo fissavano e pensando al fatto che forse la paura dell'amico avesse qualche significato più profondo si ricompose, leggermente imbarazzato da quella situazione.
    " Scusami ma è una cosa un po' insolita e l'immagine di quell'animale era piuttosto ridicola, quindi non sono riuscito a trattenermi.
    Come mai questa paura?
    È qualcosa legato al tuo passato o a qualche fobia in particolare? ".

    Attese così la risposta di Takeru mentre la fila avanzava con passo lento ma costante verso la biglietteria, affiancata di tanto in tanto da ragazzi che uscivano dalla scuola, alcuni con il terrore dipinto nel volto e altri ancora ironizzando sulla scarsa qualità dei costumi da mostro e delle dubbie doti attoriali dei loro indossatori.
    Appena giunse il loro turno, si trovarono davanti a uno degli addetti alla biglietteria, un'uomo di mezza età dall'aria piuttosto annoiata che si accigliò vedendo Hideki ( la sua pettinatura, abbinata all'accesa tonalità di capelli non passava certo inosservata) ma si limitò a quell'occhiata, richiese un loro documento d'identità ( a quanto pareva i bambini sotto una certa età non potevano entrare) che lesse con aria distratta per poi dargli qualche spiegazione sull'attrazione e farli passare insieme ad una coppia di loro coetanei, indicandogli l'entrata.
    Percorsero così i pochi metri che li separarono dalla casa stregata e si fermarono a poca distanza dalla porta d'ingresso mentre la coppia proseguì addentrandosi nell'edificio, la sicurezza che aveva provato poco prima ora iniziava a venire meno al pensiero di vedere cose inquietanti, seppur finte, alle sue spalle...soprattutto se si fosse presentato qualche finto ragno.
    Odiava quegli insetti, con le loro zampe lunghe e sottili e con le loro abitudini di scorrazzare qua e là, sulle loro ragnatele.
    L'addetto gli aveva spiegato che avrebbero dovuto seguire un percorso tra le varie stanze, per poter poi uscire dall'altra parte della scuola.
    Cos'avrebbero trovato al suo interno?
    Quali paure avrebbero dovuto affrontare?
    Il mistero s'infittiva e ormai era troppo tardi per tornare indietro, così Hideki si fece coraggio e si preparò a questa nuova avventura

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    BlueJowy Eccomi qua, grazie per la pazienza 🙂






    Edited by Matte21 - 9/9/2020, 00:29
     
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    Lui era interessato, in realtà, a quella cosa. La scuola stregata era un must come archetipo in questo senso e poteva aiutarlo abbastanza anche nella sua ricerca di qualcosa di spaventoso. Non era solo per i disegni che faceva, ovviamente. Con Desmond aveva capito che poteva lavorare più sui sentimenti e le emozioni che faceva scaturire il suo Quirk, oltre che l'utilità effettiva. Cose spaventose, che fermassero i criminali prima che si rendessero conto che non erano reali. Non veramente, ovviamente.

    Hideki invece aveva parlato di film horror, cosa che fece in modo che Takeru si girò verso di lui un attimo, osservando meglio il rosso per un momento.
    -Film horror....- Cercò di ricordarne qualcuno, senza avere molto successo. Non era esattamente uno dei suoi hobby, vedere film. In particolare quelli horror, insomma. -Vediamo che emozioni ci regala, insomma.- Decise di rispondere, curioso.
    Aveva deciso di partire dai sentimenti per disegnare ciò che poteva dissuadere un delinquente a far del male a un civile, insomma.
    Era una sorta di ricerca sul suo Quirk.
    O qualcosa del genere.
    Abbandonò il pensiero subito dopo. Probabilmente avrebbe dovuto solo godersi il momento, senza pensare ad altro. Era ancora distratto a fare la fila per i biglietti prima di sentirlo ridere per quanto riguardo la sua idea. Aprì la bocca semplicemente, senza capire bene perchè stava ridendo. Se ne rese conto solo subito dopo, dalle sue parole.
    - Mh. Non pensi sia più disturbante vedere qualcosa di totalmente diverso dalla realtà?-
    Gli domandò, semplicemente, il tono lieve e basso ancora una volta. -Io avrei paura di qualcosa del genere. Non riesco a immaginarlo. Lo trovo molto più spaventoso.- E cercò di annuire subito dopo, come a dare enfasi al suo discorso.
    Per lui aveva senso: la paura era non sapere cosa aspettarsi, in alcuni casi. E nessuno si sarebbe mai aspettato una creatura del genere.


    Appena entrati l'ingresso era semplicemente quello tipico delle scuole giapponesi: c'era un lungo locale con degli armadietti alla parete destra e quella sinistra. La differenza è che le finestre sembravano tutte coperte, e l'unica luce era quella di alcune luci soffuse che davano all'intero locale un atmosfera cupa e confusa. Alcuni rumori di vento e di porte che sbattevano venivano diffuse dagli altoparlanti di tanto in tanto, rapide.
    -E' l'ingresso, uhm?-
    Giudicò il ragazzo, facendo qualche passo verso l'ingresso. Bastarono un paio di passi che uno degli armadietti si aprì improvvisamente, di botto, facendo uscire un tizio vestito da cadavere: era una sorta di pallore pallido fatto con il trucco e altro, ma bastarono per far paralizzare Takeru per un istante.
    Solo per un istante, purtroppo.

    -...ma lei è un cadavere!- Disse precipitandosi verso di lui, come per volerlo fermare in qualche modo. -Come è morto? Era un ex-studente? Il colorito non dovrebbe essere verde, più che bianco?-
    L'attore era probabilmente abituato a gente che scappava, più che inseguirlo e fargli domande, e venne preso un pò dal panico. Cercò di andarsene subito dall'armadietto, correndo verso l'altra stanza, inseguito da Takeru, a meno che Hideki avesse intenzione di fermarlo.
    -Signor cadavere!-

    Takeru aveva bisogno di una storia, insomma, prima di figurarsi l'eventuale disegno da fare. Forse generare cadaveri ambulanti poteva essere una nuova tecnica da elaborare? Avrebbe confuso anche i civili, però.


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    Sto dando fondo alla stranezza di Takeru in questa role, chiedo scusa XD
     
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    Alla reazione di Hideki nel sentire la sua paura, il ragazzo rimase stupefatto per qualche secondo, lanciandogli occhiate interrogative per tutto il tempo.
    Poi parve capire il suo strano comportamento e sembrò sentirsi a disagio, affermando poi quanto potesse essere insolito trovarsi di fronte ad esseri così diversi da come ce li saremmo aspettati.
    Il ragazzo dai capelli rossi stava per ribattere quando si fermò a riflettere...forse doveva vedere le cose da un'altro punto di vista per comprendere il ragionamento dell'amico.
    Takeru aveva sottolineato la stranezza dell'animale, come se fosse quella a spaventarlo...forse vedere quegli animali messi insieme era uno spettacolo raccapricciante?
    O magari aveva una specie di fobia riguardo agli animali?
    Aveva sentito di numerose fobie come l'Omfalofobia e la Cromatofobia, non sarebbe rimasto sorpreso se soffrisse di una qualche fobia legata ad essi.
    " Sarebbe piuttosto insolito e magari raccapricciante quello si ma non ne sarei spaventato...potresti trovare dei costumi con fattezze animalesche ma non così bizzarri, non preoccuparti ".
    La scuola stregata era proprio come sel'era immaginato, con armadietti da albo i lati e le finestre coperte da dei teli che donavano all'ambiente un'aspetto tetro e sinistro.
    Ad un più attento esame, Hideki notò degli oggetti agitarsi in lontananza qua e là, alcuni con fattezze animalesche mentre altri assomigliavano a persone umane, probabilmente erano decorazioni messe lì per creare l'atmosfera e spaventare gli sfortunati passanti.
    Stava per avvicinarsi per indagare quando una porta sbattè di colpo facendolo allarmare, si voltò attorno per vedere da dove provenisse ma non vide nulla.
    Il rumore tuttavia si ripresentò alcuni secondi dopo e altri secondi dopo ancora, capì così che doveva essere un rumore registrato per intimorire i visitatori e questo lo tranquillizzò, quei film horror che aveva visto iniziavano a suggestionarlo un po' troppo e questo non gli piaceva affatto, dopotutto era un'aspirante eroe.
    Era così assorto dai suoi pensieri che sentì a malapena la voce di Takeru, esso poi aveva iniziato a muoversi quando un'armadietto poco distante si spalancò di colpo attirando la sua attenzione, da esso emerse un ragazzo vestito da cadavere che con gesti grotteschi saltò fuori e si piazzò davanti a Takeru, paralizzando il povero ragazzo per un breve istante.
    Hideki balzò indietro, il cuore che gli battè forte nel petto...se fosse stato al posto di Takeru, probabilmente sarebbe morto d'infarto:
    Il costume era ben realizzato, la pelle finta pendeva da quella faccia scavata e dal resto del suo corpo esile, occhi spiritati lo osservavano con un'intensità spaventosa e la bocca si spalancò di colpo, come un predatore che si appresta a divorare in un sol boccone la preda appena agguantata.
    Il ragazzo dai capelli rossi stava per intervenire e trascinare il povero Takeru via di lì quando l'amico parve rianimarsi, i suoi occhi si spalancarono dallo stupore e come se fosse stato posseduto da un qualche spirito immondo cambiò completamente, investendo il poveretto che abitava il costume da zombie con le domande più disparate.
    Il finto zombie si fece indietro e il panico si dipinse sul suo volto, certamente non si aspettava quella reazione da parte del ragazzo, decidendo così di darsi alla fuga seguito a ruota da Takeru che iniziò a correre, determinato a continuare il dialogo con lui.
    il piccolo siparietto di Takeru diede a Hideki il tempo di riprendersi e con uno scatto si mise tra lui e il ragazzo zombie.
    " Ehi ehi, calmati.
    Ho capito che sei curioso di saperne di più su quel costume però non mi pare il momento adatto per queste domande e poi poveretto...devi averlo spaventato parecchio.
    Questo non me lo sarei mai aspettato, sei coraggioso ahahah.
    Forza, proseguiamo e vediamo cos'altro ci aspetta ".

    Si sarebbe così incamminato insieme a Takeru sul percorso stabilito, rispondendo alle sue eventuali domande, salendo le scale e giungendo così al primo piano, l'arredamento era più o meno lo stesso, le uniche differenze erano delle finestre che davano sul cortile dell'edificio.
    Non notando nessun segno di mostri in agguato Hideki sarebbe proseguito seguito dal ragazzo e dopo qualche svolta, avrebbero raggiunto una porta piuttosto grande e sarebbero entrati, scoprendo così di trovarsi in una stanza piuttosto grande con numerosi tavoli e scaffali contenenti numerosi oggetti scientifici, probabilmente un laboratorio di qualche tipo, illuminato solo da una flebile luce che proveniva da una finestra, anch'essa oscurata da una tenda e in lontananza la porta che li avrebbe condotti fuori da essa.
    " Almeno sappiamo dove dobbiamo andare, attento a dove metti i piedi e rimani vicino a me, non sappiamo cosa ci sia qui dentro ".
    Dopo aver fatto qualche passo in avanti qualcosa di sottile s'impigliò ai suoi capelli e un brivido gli percorse la schiena, scattò così indietro cercando di capire cosa fosse e vide alcune macchie nere staccarsi dal soffitto per piombare sul pavimento e sparire dalla loro vista, udirono in seguito degli zampettii appena percettibili ma inequivocabili, farsi sempre più vicino a loro.
    Come avrebbero reagito i due ragazzi?
    Cosa si nascondeva, nel buio di quella stanza?










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    Lui stava ancora inseguendo il cadavere quando Hideki si mise in mezzo tra Takeru e il povero cadavere, lasciando Takeru confuso per un attimo. Non era così che doveva andare? Doveva fargli ancora delle domande, in fondo.
    - L'ho spaventato? -Non capiva come, in realtà? Lui voleva informarsi, in realtà. Insomma, a qualcuno doveva pur chiedere. - Non volevo spaventarlo, volevo fargli delle domande ma è....scappato. Non credo sia coraggio.- Indicò l'altra parte della stanza, dove il cadavere se n'era andato ed era fuggito via.
    Continuò a camminare in silenzio verso la direzione indicata da Hideki, guardandosi intorno curioso. La curiosità stava decisamente vincendo sulla paura, probabilmente per via del fatto che sapeva che là dentro era tutto finto. Ma era interessante pensare a cosa faceva paura alla gente, lui compreso. Non era una discussione facile da fare in generale con gli sconosciuti, no?

    Camminò di nuovo verso Hideki e quella direzione e, una volta arrivati al laboratorio, si mise a osservare curioso il tutto ma non vedeva moltissimo, per via della luce flebile e poco presente nella stanza.
    - Mh mh. - Annuì verso Hideki, stando vicino a lui ancora un pò. Sembrò riflettere per un attimo, guardandosi intorno e poi verso la porta.
    - Secondo te mettono poca luce perchè di solito si ha paura più delle cose che non si vedono, rispetto a quelle che si vedono?-
    Domandò così, senza neanche molto preavviso, guardandosi in giro per osservare qualcosa in particolare.
    -Però se non li vedo come faccio ad averne paura? Mh... - Stava straparlando, forse eliminando un pò il mood della giornata. Restò comunque vicino a Hideki fino a quando sentì quei zampettii vicino a lui, agitandosi un secondo vicino all'altro. - Sta cadendo qualcosa dal soffitto! Ecco come ci spaventiamo: con i rumori. -
    Però non aveva molta voglia di attraversare quella stanza con dei ragni, rimanendo fermo vicino a Hideki.

    - Ma....secondo te sono veri? - Chiese, questa volta con un pò più di timore.
    Lui non odiava i ragni e non li amava ma sicuramente l'idea di essere chiuso con qualcuno di loro non lo entusiasmava particolarmente. Erano creature interessanti da disegnare. Meno da avere come coinquilini, per quanto ci fosse qualcosa di peggio. Molto peggio.
    Restò dietro Hideki mentre i zampettii si avvicinarono, toccando poi per sbaglio uno di loro con il piede.

    -Sembrano viscidi!- Lo informò, il tono di nuovo curioso. -Magari in realtà questa casa stregata è vera e attirano gli studenti per poi ucciderli. Dovrei chiederlo al signor Cadavere.- Ipotizzò la nuova trama del suo personale film horror. Malgrado le parole, però, il tono era ancora curioso e basso, senza apparire particolarmente spaventato. Se ne stava tranquillo e studiava il tutto, la testa inclinata.
    -Dove...si va, per andarsene?- Domandò a Hideki subito dopo.



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    Hideki Suzuki





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    Hideki bloccò Takeru prima che potesse raggiungere la persona mascherata e il ragazzo dai capelli blu rimase confuso, ancora visibile nei suoi occhi quella strana frenesia che poco prima si era impadronita di lui.
    Quando Hideki gli fece capire che il suo comportamento aveva causato disagio al finto zombie, Takeru parve sorprendersi e cercò di giustificare le sue intenzioni, lasciando così che il ragazzo dai capelli rossi tirasse un sospiro di sollievo...quel ragazzo sembrava privo di tatto e incredibilmente volubile, avrebbe dovuto tenerlo d'occhio altrimenti si sarebbe messo in guai ben più seri di un semplice litigio con una persona anziana.
    Entrati nel laboratorio, il ragazzo dai capelli blu iniziò ad innervosirsi per ciò che poteva celarsi nel buio e stava iniziando a fare delle teorie sulla nuova trovata degli organizzatori per riuscire a spaventarli ma non dovette attendere a lungo per scoprirlo.
    Dal soffitto infatti iniziarono a cadere degli esseri non ben specificati che si avvicinarono a loro a gran velocità e come se la situazione non fosse già abbastanza critica, Takeru ricominciò a delirare, arrivando addirittura ad affermare che attirassero qui delle persone per poterle uccidere e in circostanze normali lo avrebbe trovato divertente ma l'ansia ormai si era impadronita di Hideki, il cui respiro si fece via via più veloce e affannato mentre la sua mente venne rapita per un istante.
    Ricordava ancora quel giorno, ormai lontano... aveva sei anni ed era in visita dalla nonna, come spesso accadeva in quelle limpide giornate d'estate.
    In quel momento si trovava in soffitta per rovistare tra i vari scatoloni e scaffali impolverati, alla ricerca di qualche gioco dimenticato dal tempo, si mosse così verso uno di questi dove luccicava un robot arrugginito e dai colori sbiaditi, probabilmente un qualche personaggio di quei cartoni che ormai erano diventati leggenda, quando sentì qualcosa impigliarsi in faccia e poco dopo vide passargli davanti agli occhi, zampettando allegramente sulla sua faccia, il ragno più grande che Hideki avesse mai visto, il cui corpo era molliccio e largo mezzo pollice.
    Urlò, si dimenò e corse di sotto piangendo dalla nonna ma del ragno non c'era più alcuna traccia....il ricordo lo traumatizzò a vita e nonostante tutti gli sforzi fatti per superare la paura, quella sensazione d'impotenza mista a disgusto, seppur in misura minore, lo attanaglia ancora oggi.
    Quei momenti di riflessione tuttavia durarono poco più di un secondo, Hideki che ormai si era rassegnato all'idea di dover passare di lì, prese Tanaka per il braccio e si lanciò con lui verso l'uscita, cercando d'ignorare ciò che gli stava accadendo e agitando freneticamente le mani come per scrollarsi qualcosa di dosso.
    I finti ragni infatti si stavano attaccando a loro, iniziando a muoversi freneticamente con quelle zampe umide e pelose, in cerca di chissà cosa mentre le ragnatele finte s'impigliavano in tutto il loro corpo.
    Riuscirono così ad uscire e i ragni rimasti si staccarono da loro, ritirandosi rapidamente nelle ombre di quel corridoio in cui ora si trovavano e sparendo alla loro vista, probabilmente la scuola era provvista di botole nascoste che consentiva loro di muoversi in essa a loro piacimento.
    Ormai fuori pericolo, si concesse qualche secondo per riprendersi e si rivolse poi a Tanaka, che si era fermato accanto a lui.
    " Sembra che se ne siano andati, menomale...i ragni sono così inquietanti, così viscidi e imprevedibili....anche se sapevo che erano finti non potevo fare a meno di pensarci...tu stai bene? "
    Domandò Hideki, visibilmente preoccupato per l'evento che poteva aver scosso anche Takeru.
    Sarebbe così rimasto in attesa di una sua risposta e quando il ragazzo dai capelli blu fosse stato pronto a seguirlo, si sarebbe diretto verso la prossima meta che, a quanto pareva, era la mensa della scuola, percorrendo un corridoio costeggiato da numerose porte chiuse, cosparso qua e là da macchie di un liquido rosso e scuro che non promettevano nulla di buono.



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    Stava ancora riflettendo sull'idea delle case stregate: sarebbe stata una bella trama?
    Forse doveva vedere più film horror. Li aveva sempre evitati per via del fratello ma questa visita gli stava dimostrando che forse erano più compatibili con lui di quanto pensasse. Continuava a guardare quel semi-buio con aria tranquilla, turbato solo dal rumore dei ragnetti. Avevano pagato, per andare lì: era sicuramente tutto finto. Forse era questo che lo rendeva molto più tranquillo di come sarebbe stato se fosse successo realmente.
    Si girò per guardare Hideki, che non sembrava essere dello stesso avviso.

    Insieme all'altro provò ad andarsene e ad affrontare i ragnetti e le ragnatele, rimanendo impigliato per un attimo in una di esse, prima di passare oltre la stanza, quando erano fuori pericolo. Lui si prese qualche secondo non per riprendersi, ma per osservare meglio Hideki, respirando un pò più affannosamente per via della sua poca prestanza fisica.
    - I Ragni fanno un pò schifo, sì.- Concordò, annuendo piano. - Tutto a posto. Per fortuna sono finti. Insomma, l'habitat dei ragni non è proprio quello ideale, per un edificio come questo, e di solito tendono più a farsi i fatti loro che avvicinarsi alle persone che si muovono, se sono più grandi di loro. Un ragno dovrebbe essere....- Riflettè, l'espressione pensierosa. -Almeno grosso il doppio di noi due messi insieme, per poter catturare e mangiare uno dei due. Insomma, poi il corpo non riuscirebbe a digerirci.- Il tono era calmo e tranquillo malgrado, per l'ennesima volta, quella Scuola Stregata stava tirando fuori il suo lato riflessivo a sproposito.
    - Tu stai bene? - Chiese a Hideki, di rimando, cercando di fargli un lieve sorriso.
    Quando si diressero verso la Mensa scolastica sembrò corrugare la fronte verso le macchie di liquido rosso, schioccando leggermente la lingua sul palato.
    -Mh... è il rosso giusto...?- Sembrò riflettere sul colore tra sè, scuotendo poi leggermente tra sè. -Credo dovrebbe rappresentare il sangue.- Di nuovo, usò un tono riflessivo, calmo e lieve per parlare di qualcosa di ovvio, girandosi verso Hideki come se avesse detto qualcosa di utile.

    Una volta che arrivarono alla mensa scolastica le macchie non diminuirono, per nulla. Anzi, arrivarono in un largo salone completo di tavoli lunghi per gli studenti, completamente coperto di macchie di sangue (finte). In fondo il salone c'era una sorta di banco, anch'esso insanguinato, che avrebbe dovuto contenere le portate del giorno. Invece di essere era pieno di vassoi vuoti e insanguinati, con addirittura quello che poteva sembrare un braccio (finto) ricoperto di sangue, realistico solo agli occhi di persone particolarmente impressionabili. Dietro il banco, una sorta di angolo cucina con una dispensa con le ante chiuse, dei fornelli coperti di cenere, un forno aperto e il cui sportello era stato tranciato a metà.

    - Oh. Credo siamo tipo....nel luogo di un massacro. Credo. Almeno, c'è tanto sangue.-
    Osservò Takeru, con aria un pò confusa. Non capiva bene il tema della scuola: Fantasmi, cadaveri, zombie, ragni e ora...massacri? Era tutto un pò confuso ma forse le trame horror erano così. Più elementi di paura si riuscivano a trovare meglio era per chi doveva spaventare?
    NEl suo caso non era molto utile. Non era sua intenzione far morire di paura eventuali criminali: più distrarli. Forse avrebbe dovuto parlare a qualche professore della sua idea.

    Si avvicinò ad uno dei tavoli un momento, forse per esaminarlo meglio quando un sonoro CLANK si fece sentire in tutta la mensa, spaventando anche Takeru che balzò un attimo in aria, confuso. Il Clank continuò a ripetersi, sempre più forte, confondendo Takeru che sembrava uno di quegli animali selvatici disturbati dal rumore. Si girò intorno e sembrò individuare il rumore da dentro la dispensa in fondo al salone, le ante chiuse che non facevano intravedere cosa ci fosse all'interno.

    -Credo...venga da lì.- Il tono si fece più basso e più cauto, per il momento, facendo qualche passetto.
    -Credi che dovremmo aprirlo?- Si girò per domandare poi ad Hideki, nuovamente.




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