La ragazza scomparsa

SQ : La ragazza scomparsa 1 parte

Erano passati ancora dei giorni da quando Hector aveva partecipato insieme a quelli della mutant force alla “cattura” di Yanagi, che però non si era rivelata poi tale, visto tutto quello che poi quell’uomo aveva rivelato e onestamente dopo quelle parole il vigilante si conosceva e avrebbe voluto continuare a vede fino a che punto potesse evolvere il tutto, ma ficcare il naso nei servizi segreti non era bene e non aveva avuto molto tempo a disposizione e l’unico rammarico era stato non essere riusciti a catturare quell’uomo, ma era meglio così e come promesso non avrebbe rivelato nulla di quanto detto alla Mutant Force soprattutto a Mari.
Hector non sapeva se la Mutant force lo avbrebbe richiamato, in ogni caso per quei ragazzi sarebbe ritornato molto volentieri ad aiutarli, per ora però voleva solo ritornare a casa e rilassarsi, ma non ci fu tempo neppure per quello.
Hector ritornò a casa dopo quella missione, ma trovò una lettera appena sotto l’uscio della porta principale.
Il vigilante la raccolse, forse era una lettera di qualche suo cliente o magari era un altro lavoro.
Il vigilante aprì la lettera e vide scritto queste parole:

-Signor Sakazaki lei è l’unica persona a cui posso rivolgermi. Mi chiamo Marina esono madre di Diana una ragazzina di quindici anni che purtroppo è scomparsa da più di dieci giorni. So che lui sarà molto impegnato, ma la polizia non è stata in grado di rintracciare nessun indizio su mia figlia, si sa solo che è stata vista l’ultima volta al parco di Ueno e poi più nulla, lei ha avuto già a che fare con questi casi, ho sentito parlare molto bene di lei e delle sue indagini vorrei che se ne occupasse. Per i soldi non c’è problema ho allegato un sostanzioso anticipo alla lettera e il mio numero di telefono in caso di novità.
La ringrazio in anticipo.

ottimo a quanto pare c’era un bel caso di scomparsa di cui occuparsi, Hector controllò la busta in effetti contatto e trecento yen erano già pronti per lui, anche se era un po’ strano avere un incarico tramite “lettera”, di solito i suoi clienti andavano da lui e la cosa puzzava di tranello, non che qualcuno lo credeva tanto scemo da cascarci? Si forse un po’ scemo lo era sempre stato, ma sapeva bene che se non indagava non poteva essere sicuro di nulla e poi sapeva trattare con chi lo pigliava per il culo.
Hector fece dunque mente locale nel parco Ueno era già andato a recuperare una bici rubata, era incredibile come quel posto si stesse trasformando in una base del crimine organizzato, adesso ci mancava pure che fosse scomparsa quella ragazzina e il quadro disegnava veramente qualcosa di inquietante.
Hector ritornò lì e sperò che questa volta non ci fossero imprevisti e bambine che frignavano di aver la bici rubata, anche perché se voleva fare un indagine lì allora avrebbe anche dovuto richiedere un aiuto non proprio “legale” visto che molte volte era stato al mercato nero a vendere cose che rubava:Il suo nome era Roberto Esposito , un uomo di origine italiana che aveva collegamenti con la criminalità organizzata, ma non era un pezzo grosso, solo un ladruncolo che vendeva però cose interessanti come armi non legalizzate, che ogni tanto facevano comodo ad Hector. Dopotutto la legge giapponese vietava l’uso delle armi, quindi Hector più che comprare armi se le “affittava” in modo da non doverle avere addosso in caso di perquisizioni. In ogni caso Roberto sapeva tutto di tutti e stava sempre zitto a meno che non si tirava fuori yen. Beh che dire un accoppiata vincente assieme ad Hector, quindi se cercava qualcuno non era detto che Roberto non ne sapesse nulla, voleva delle informazioni!
Il vigilante si incontrò con Roberto in segreto al parco dopo averlo contattato. Hector aspettava seduto su una panchina facendo finta di leggere il giornale, ed era vestito con il suo completo beige con sotto la suit, mentre Roberto era vestito con un abito normali, un paio di jeans e una maglietta a maniche corte con un gilet in pelle e un paio di occhiali da sole come quelli di Hector e si sedette sulla stessa panchina.

“Era da un po’ che non ci sentivamo vero stronzetto?”

Hector sospirò, non aveva voglia di rispondere alle provocazioni, tanto quel testa di cazzo lo faceva sempre.

“Non rompere e fa poco il coglione ok?”

Hector fu molto secco, poi passò al succo della questione, non voleva perdere tempo.

“Dunque ti ho chiamato per una questione seria e credimi non avrei voluto venire da te.”

Roberto alzò le spalle.

“Si certo come sempre , tu non vuoi mai venire da me…comunque ho recuperato delle cose dell’ est europa che potrebbero interessarti.”

Hector frenò subito quella trattativa, non voleva affittare nulla voleva solo la sua informazione.

“No ascolta è una cosa seria stavolta, ho bisogno solo di un informazione.”

Roberto emise un sorriso, poi fece girare gli occhi.

“Un informazione? Ma non mi dire…”

Hector alzò lo sguardo dal giornale e lo posò su Roberto.

“Ascolta si tratta di una ragazzina scomparsa qui, tu non ne sai nulla?”

Roberto a quella frase iniziò a pensare, dalla faccia però si vedeva che faceva solo lo stronzo, era evidente che sapesse, ma faceva finta di non sapere nulla per cercare ovviamente il modo di gonfiare il prezzo per quella informazione, dunque dopo un attimo di silenzio si voltò verso Hector.

“Mmm forse so e forse non so…”

Hector aveva capito e allungò cento yen nelle mani di Roberto.

“Muoviti! Coglione!”

Roberto indicò verso nord del parco.


“Premetto che non ne sono molto sicuro, caro la mia esima testa di cazzo, ma ieri in effetti ho visto una ragazzina avvicinata da un uomo più o meno della tua età con una lunga cicatrice sull’occhio destro e pare sia andato verso nord, so che dopo il parco in quella zona stanno facendo dei nuovi palazzi, c’è un cantiere in disuso da mesi magari l’ha portata lì, ma è solo un ipotesi.”

Hector si alzò dalla panchina.

“Bene vado a vedere se dici stronzate e grazie di nulla!”

“Come sempre!”

Roberto si alzò anche lui e iniziò ad andarsene per i fatti suoi, mentre Hector andò verso la direzione indicata.
Hector si ritrovò avanti dunque il cantiere e iniziò ad analizzarlo e sperò di non trovarsi di fronte improvvisamente ad uno come “quello che usava la polvere” , dubitava ci fosse probabilmente era a spacciare droga in qualche alto borgo, Hector invece era tornato in un luogo sinistro e sperò che le informazioni di Roberto fossero giuste o sarebbe stato peggio per lui.
Hector non vide poi nulla di strano il cantiere era pieno di robaccia, ma non gli pareva di vedere ragazze, aveva l’impressione che avrebbe dovuto pestare Roberto fin da subito.
Hecor se ne stava andando, poi vide alcune tracce di sangue che portavano in un capannone, allora era vero quindi se quello era del sangue forse qualcuno o la ragazza era pure in pericolo.
Il vigilante seguì le tracce fino all’entrata del capannone, ma prima che potesse solo mettere piede all’interno si sentì tramortire da una bella randellata in testa. Che lo fece svenire.

Il Layaut e la grafica è opera di Lady Lokied è stato fatto apposta per utilizzo in Become a Hero:My Hero Academia GDR.

SQ : La ragazza scomparsa 2 parte

Hector si svegliò con un gran dolore alla nuca e sentì che era seduto su una sedia, aprì gli occhi, mentre la luce fioca del sole illuminava le finestre del capannone e riuscì a vedere poco forse una figura avvolta nella penombra che pareva proprio osservarlo.

“Avanti svegliati idiota!”

Hector sentì la voce , ma anche un bel pugno in faccia, gran bel modo di svegliarsi, ma del resto il vigilante se lo aspettava , quello doveva essere chi cercava.

“Ti stavo cercando pezzo di merda!”

Arrivò un altro pugno, la figura intanto iniziava a farsi più nitida era un uomo vestito con abiti normali e una maschera rossa da yokai sulla faccia e la sua voce era camuffata da essa.

“Lo so e non mi piacciono i ficcanaso.”

Hector rimase in silenzio per un attimo poi continuò ancora.

“Bene direi che su questo siamo pari, ma adesso dimmi dov’è la ragazza?”

L’uomo non rispose se non con altri pugni, fino a rendere il vigilante ancora incosciente e quando si svegliò si ritrovò ancora nel capannone e sentiva male da pertutto, ma almeno era libero e accanto a se vi era una ragazzina.

“Ehi stai bene?”

Hector la guardò e non capì molto.

“Sei stata tu a liberarmi dov’è quell’uomo?”

La ragazzina si prestò a spiegare.

“Mi sono liberata dalla sua prigione mi aveva rapito, mi spiace che tu sia venuto per me, ma non sembra essersi accorto ancora della mia fuga è uscito. Dobbiamo andare via.”

Hector si alzò in piedi, quella ragazza era quella che stava cercando dunque.

“Dunque le mie supposizioni erano giuste, sapevo di trovarti qui, seguimi!”

Hector fece per andare verso la porta principale ma gli sfiorò qualcosa verso la guancia, si trattava di un proiettile, allora intimò alla ragazza.

“Giù presto!”

La ragazza sentì lo sparo e andò a ripararsi dietro ad una cassa, mentre Hector rimase fermo e attento, mentre si stava avvicinando l’uomo con la maschera da yokai.

“Guarda un po’ detesto quando i topi cercano di scappare.”

Hector gli riservò uno sguardo d’odio, poi si preparò a combattere.

“Ed io odio chi fa del male alle ragazzine!Ti darò una sonora lezione!”

Hector si gettò subito verso l’uomo armato che fece sparare due colpi che si infransero sulle braccia trasformate in ascia di Hector che aveva incrociato avanti a se, l’uomo con la maschera si spostò a sinistra vedendo che il vigilante era arrivato e lo stava per colpire , poi sparò un altro colpo e colpì verso la gamba del suo avversario.
Hector sentì piantarsi il colpo alla sua gamba, ma continuò i suoi attacchi fino a quando riuscì finalmente a colpirlo e a ferirgli il braccio armato, non glie lo aveva tagliato , ma c’era una bella ferita e fortuna volle che non si trattava di un uomo dotato di quirk sennò non sarebbe stato così facile, tuttavia l’uomo con la maschera ridacchiava.

“Bene sei stato in gamba, ma del resto non mi aspettavo altro da Blue Axe!”

Hector non appena sentì quella frase si chiese subito come diavolo facesse quello a sapere il suo nome da vigliante.

“Come fai a sapere di quel nome!”

L’ uomo mascherato alzò le spalle.

“Semplice diciamo che “qualcuno” me lo ha detto.”

Hector adesso voleva sapere cosa nascondeva.

“Vedo che mi stai nascondendo qualcosa.”

L’uomo con la maschera continuò.

“Forse si e forse no, ma se vuoi saperlo sarebbe bene incontrarci di nuovo non ti pare?”

Hector ci pensò un attimo certo era meglio assicurare quel criminale alla giustizia, ma poteva avere delle informazioni su di lui che era meglio sapesse, allora decise di lasciarlo andare e gli raccomandò di non provare più a rapire la ragazza o lo avrebbe fatto a pezzi, inoltre se i due volevano chiarirsi allora avrebbero dovuto rincontrarsi ancora in quel capannone.
Hector portò la ragazza fuori dal capannone e chiamò sua madre che andò a riprenderla e diede il compenso ad Hector, ma qualcosa gli diceva che non era finita lì, aveva ancora molte cose in sospeso e le avrebbe risolte.

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