Tobi era stato chiamato dal suo... senpai? Poteva ancora considerarlo così? In ogni caso, dall'ormai suo conoscente Darius Wild, ex-studente ed ora vero e proprio Pro-hero, ma che evidentemente continuava ad occuparsi dei test d'ingresso. Non gliene capitavano moltissimi di recente, ma non era comunque riuscito a dire di no al senpai - in fondo era da un po' che non lo vedeva e scambiare due chiacchiere non poteva che fargli piacere, magari potevano fare colazione insieme dopo il test, visto che, sì, era uno di quei test di mattina presto che Tobi odiava. Non sapeva se fosse stato Darius a scegliere l'orario o se gli fosse stato imposto, ma sarebbe stata una bugia dire che il ritrovarsi a sonnecchiare su quella scomoda sedia di legno mentre aspettava il via libera del futuro collega non gli aveva fatto rimpiangere un pochino di aver accettato. Se ne stava con la testa ed il busto posati ad un banco dinanzi a sé, era all'interno di uno degli edifici "di scena" del campo di addestramento e se si sforzava - non che gli andasse particolarmente - riusciva anche a sentire Darius e gli altri due tizi parlare, e poi menarsi, e poi parlare di nuovo. Il cellulare vibrò sul legno scuotendolo dal suo torpore, e la sua mano scattò ad afferrarlo: yep, era l'americano che lo contattava e gli diceva che era il suo turno. Sapeva di doversi portare via uno degli studenti per un rapido confronto uno contro uno, ma non sapeva benissimo quale dei due, confidava che lo avrebbe detto Darius nel momento in cui lo avesse visto arrivare.
Si trascinò in piedi, risistemò la sedia e si avviò aldifuori dell'edificio.
-Lui è Tobi Fukuda, uno dei primi ragazzi a cui ho fatto da esaminatore e che ora si trova all'ultimo anno scolastico.- Lo presentò Darius, indicandolo con un cenno: il corvino rispose alzando pigramente la mano in saluto sia verso il senpai (anche se si erano già salutati, ovviamente), sia verso gli esaminandi, che avrebbero potuto vedere dinanzi a loro un ragazzo sul metro e ottanta, capelli neri, la divisa blu da ginnastica della Yuuei ed uno sguardo che oscillava fra il sonnolento ed il vero e proprio dread esistenziale. -La signorina Claire Harada proseguirà l'esame con lui, mentre il signor Urusai Bane continuerà con me...Magari con un pò di sparring alternato a qualche domanda esistenziale.- Tobi ridacchiò, cogliendo la sottile ironia dell'altro.
-Oh, sono molto bravo con quelle.- Confermò, rivolgendosi poi a quella che identificò come la sua prescelta. Beh, non ricordava i nomi, ma di signorina lì ce n'era solo una. -Harada-san? Prego, vieni da questa parte.- Le fece cenno, avviandosi poi verso l'interno dell'edificio da cui era uscito: era una sorta di finto ufficio, ma non era molto importante, poiché Tobi avrebbe tirato dritto sino ad un'uscita posta sul lato opposto rispetto a dove erano entrati, che dava ad una piazzetta pedonale rotonda, con un paio di alberi al centro e delle panchine lungo la circonferenza. Quei "manichini" (in realtà rudimentali automi) che simulavano le persone sembravano un po' più statici di quelli che Claire aveva visto fino ad ora, di contro erano più numerosi. Ce n'erano seduti alle panchine, in circolo a parlare oppure vicino agli alberi. Tobi non sembrava voler iniziare subito, a dire il vero, poiché raggiunto un punto imprecisato della piazza si sarebbe semplicemente voltato verso la ragazza ed avrebbe infilato le mani in tasca.
-Dunque, come procede fino ad ora? Cosa ne pensi dell'esame? Non preoccuparti, non manca moltissimo, stiamo entrando nella fase finale.- Rassicurò infine, dopo le prime due domande che altro scopo non avevano se non mettere la ragazza un po' a suo agio dopo il brusco cambio di ambientazione.
