ACT II - Sowing Season

31 Ottobre 2022

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    SOWING SEASON

    Is it in you now to bear to hear the truth that you have spoken?

    d8ryce4


    I corridoi della sede 30MINUTESINDUSTRIES erano freddi e inerti come al solito. Erano anni che non metteva piede lì dentro ma nulla sembrava cambiato. Il picchiettare svelto dei suoi tacchi sul pavimento gelido risuonava con una leggera eco per l'edificio semivuoto. Era orario di chiusura ormai e molti dei dipendenti avevano già timbrato il cartellino e si erano instradati sulla via di casa. Hanzo Takashi era entrato lì dentro a volto scoperto e col mento alto, salutando la donna alla reception con un cenno del capo e un grosso sorriso stampato sul viso. Quella, dapprima pietrificata, aveva dopo qualche secondo cercato di contattare Matsumoto in un vano tentativo e, poco dopo, aveva deciso saggiamente di chiamare le forze dell'ordine. Il suo ex dirigente era ormai un criminale ricercato da tutto il mondo.
    Riaprendo gli occhi ed emergendo dal suo non voluto sonno la prima cosa che Matsumoto vide fu il volto del suo ormai ex collega, sorridente e seduto di fronte a lui nel suo ufficio, occupando una delle due sedie che solo qualche mese prima erano state occupate dai due ragazzi che per primi si erano svegliati dall'incidente al SALEM.
    Ma non mi dire. - borbottò l'uomo dopo due leggeri colpi di tosse, passando la mano destra sul volto smunto per il troppo lavoro cercando di raccapezzarsi. Magari era la volta buona in cui ci era rimasto secco e quella era la sua versione personale dell'inferno. Il pizzicotto sulla guancia però lo aveva sentito e quella probabilmente doveva essere nient'altro che la cruda verità. Hanzo, il suo vecchio amico, era seduto lì di fronte a lui. Dopo che era fuggito dall'azienda con un prototipo del siero della Papilio quirkensis, dopo che aveva cercato di infangare ciò che avevano creato collegandoli al Reverendo Bolek e il Sagrestano Homura, dopo tutte le cose orribili che aveva fatto ad Okinawa e a SALEM e chissà quante altre azioni orribili erano invece ancora lontane dall'essere scoperte dalle forze dell'ordine.
    Ti trovo diverso. - aggiunse aggrottando le sopracciglia mentre la mano destra indicava vagamente la propria fronte. Quella situazione non gli andava particolarmente a genio e parlare con un criminale, per quanto fosse anche il suo migliore amico, non era proprio il modo in cui sperava di concludere quella giornata. Ciononostante se c'era una cosa di cui era sicuro era che Hanzo non avrebbe mosso un dito contro le INDUSTRIES o contro di lui. Nonostante tutto erano in due a credere nell'azienda e a tutto il bene che avrebbe potuto fare al mondo. Molti dei dipendenti erano amici di vecchia data ed era sicuro che Takashi non avrebbe torto loro neppure un capello. O almeno voleva crederci, voleva autoconvincersi.
    Andiamo, sono anni che non ci vediamo e non mi offri neanche un caffè? - rise in modo composto il ricercato. Schiena ritta sulla sedia, gambe accavallate, le mani dalle lunghe dita esili incrociate sul ginocchio destro. Mentre Matsumoto indossava la sua tuta da laboratorio in colore bianco col logo di 30MIN nero a campeggiare in mezzo al petto, Takashi era vestito di tutto punto con un elegante completo nero, camicia bianca, scarpe in pelle e un sottilmente ironico papillon ben agghindato al collo. Nonostante il divorzio portava ancora la fede.
    Come stai, Matsy? Sono venuto a salutarti prima del grande giorno. - sorrise portando la mano destra alla scrivania e picchiettando sul legno - Peccato che Hisahito sia irraggiungibile. - aggiunse con una smorfia di disappunto, per poi puntare con decisione l'incomprensibile quadro rosso appeso alla parete col pollice sinistro - La sua sugar mommy ci ha lasciati e non sono neanche riuscito a fargli le condoglianze, molto triste.
    Piantala e vai al punto. - sbottò Matsumoto abbandonandosi sulla sua poltrona - Per colpa tua dovrò stare in ufficio mezzora in più, quindi non farmi perdere tempo. - aggiunse irritato. Le giornate del 30-Minutes-Man seguivano ovviamente un'impeccabile tabella di marcia. Il suo appartamento era ad una ventina di minuti dalla sede principale dell'azienda, il tempo perfetto per permettergli di abbandonare l'ufficio appena tornato in sé, affrontare il viaggio ed arrivare a casa sano e salvo. Ora che il vecchio amico si era presentato lì e gli aveva fatto perdere anche solo due minuti avrebbe dovuto aspettare di sentirsi mancare nuovamente per abbandonare l'edificio in totale sicurezza.
    Che noia. - rispose l'altro corrucciando le labbra - Le pillole non fanno più effetto, vero? - sorrise sornione - In un modo o nell'altro non abbiamo creato che un palliativo. Pian piano ti abitui e quando entra in gioco l'assuefazione non importa quante ne prendi, non puoi andare oltre la mezzora. - ridacchiò, venendo fulminato con lo sguardo da Matsumoto. L'argomento di discussione erano ovviamente le pillole anti-negaquirk di 30MIN, un prodotto ormai vecchio di qualche anno che aveva permesso al 30-Minutes-Man di rallentare la sua morte anche di un'ora all'inizio ma che, come ogni medicina, si faceva sempre meno affidabile man mano l'assunzione si faceva costante nel tempo.
    Ho realizzato il nostro sogno, Shinichi. Il mio, il tuo, quello di Hisahito. - l'uomo dai lunghi capelli bluastri si fece più serio, puntando il collega coi suoi occhi rossi - Non è un piano perfetto ma è la nostra migliore occasione. - aggiunse tamburellando con le lunghe unghie sulla scrivania del collega. Quelle, così come le lunghe ciocche bianche dei suoi capelli e quei prismi di colore smeraldino sulla sua fronte erano assenti fino a qualche anno prima. Matsumoto conosceva benissimo l'unicità del suo vecchio compagno e sapeva anche benissimo che era impossibile che così in tarda età qualcosa di simile potesse svilupparsi naturalmente. Era evidente che qualcosa nell'amico era cambiato, proprio come aveva accennato poco prima. C'era qualcosa di inquietante nella sua figura attuale.
    Io... Sono qui per una proposta. - aggiunse portando le mani alla giacca per aggiustarla, distogliendo lo sguardo - Abbiamo sviluppato anche una procedura chirurgica per rimuovere le unicità. - riprese dopo essersi inumidito le labbra - Come detto, sto optando per il farmaco perché nonostante i rischi è più veloce e... Beh, non serve scegliere. - sorrise osservando la smorfia di disappunto sul volto di Matsumoto.
    Tu... Puoi scegliere. - saettò quindi veloce, puntando il collega con gli indici congiunti in fronte a sé - Tu, Hinata... Emh, ha già sviluppato l'unicità? - aggiunse alzando il sopracciglio. In effetti quando aveva lasciato 30MINUTES e interrotto i contatti con l'ex compagno suo figlio non aveva ancora sviluppato l'unicità e, anzi, era molto piccolo. Ricordava quanto Matsumoto temesse che suo figlio potesse ereditare la sua stessa unicità e da quando era nato aveva messo più che tutto sé stesso nella ricerca sulle unicità.
    E quanta gente hai ucciso per svilupparla? - sbottò intrecciando le mani sul ventre con ostilità sul volto - Hinata sta bene, l'unicità non si è ancora mostrata. - aggrottò le sopracciglia osservando quell'amico che ormai sembrava sempre più distante da lui - Non voglio che cresca sapendo che suo padre si è piegato a dei criminali per non morire, quindi declino la tua offerta. - aggiunse con tono pacato. Hanzo gli aveva appena offerto tutto ciò che stava cercando da anni, ma non poteva permettersi di accettare. Eroi e civili erano morti per trovare quella cura, accettarla sarebbe stato rinnegare la sua intera deontologia personale, sacrificare altri per salvare la propria vita.
    Se non salti nella tana della tigre non potrai mai catturare il suo cucciolo. - rispose l'altro agitando la mano destra in aria. Si trattava di un vecchio proverbio giapponese il cui significato era fondamentalmente che non si può ottenere nulla senza rischiare qualcosa - Tu e Sae siete tra le persone più intelligenti che io conosca. Se non avete cavato un ragno dal buco è solo colpa della tua morale. - ringhiò Takashi - Lo sai benissimo che non possiamo andare avanti così. Per quanto tempo vuoi continuare a provare e fallire? - sbottò alzandosi in piedi - Non apprezzo minimamente ciò che ho dovuto fare, ma l'ho fatto per noi. Per te, per Hisahito e per tutto il resto del mondo. - sospirò.
    Mh? - borbottò Matsumoto, ancora seduto sulla sua poltrona - E' questa la bugia che ti racconti per addormentarti? - lo provocò con un grosso sorriso sulle labbra.
    Precisamente. - ridacchiò Hanzo picchiettando quella secrezione verdognola sulla sua fronte con l'indice destro - Beh, io ci ho provato. - mormorò tra sé e sé con un pizzico di rimorso nella voce. Le sirene della polizia in lontananza indicavano che le forze dell'ordine contattate dalla segretaria all'ingresso erano ormai prossime al palazzo dell'azienda farmaceutica.
    Tra tre ore attiveremo il gas. - disse pacato alzando tre dita della mancina, di spalle al suo vecchio collega - Diffondi la notizia, non voglio incidenti. - sospirò scuotendo la testa - Già le probabilità di riuscita sono infinitesimali, sia mai che un qualche operaio sviene sul lavoro e si spiaccica per terra. - ridacchiò tra sé e sé con nervosismo, allentando il papillon stretto al collo. La sua preoccupazione sembrava perlomeno onesta.
    Sei davvero convinto di ciò che fai? - borbottò il 30-Minutes-Man, inarcando un sopracciglio. Poteva benissimo essere una recita ma, in fondo, Hanzo non sembrava poi così cattivo. Forse quella era solo la sua naturale evoluzione, solo col sangue di numerose persone sulle mani. Difficilmente Matsumoto lo avrebbe perdonato ma, conoscendolo, sapeva che doveva essere davvero convinto di star facendo del bene con l'unica ancora di salvezza che aveva trovato. I panni da ricercato internazionale male si addicevano allo scienziato che conosceva, l'uomo che tanto aveva lottato per eliminare le unicità negative dalla società.
    Sì. - rispose secco Hanzo - E tu non cambierai mai. Hisahito avrebbe accettato senza battere ciglio. - sospirò. Lo scienziato si era fatto delle grosse risate vedendo il suo collega attaccato su tutti i fronti dalla stampa, conscio della sua ineccepibile moralità - Oh... Mi spiace per la storia del Sagrestano. Ho fatto un errore di valutazione e poi ho cercato di far sì che la notizia non uscisse ma... Oopsie. - ridacchiò massaggiandosi i capelli con disappunto. Nessuno aveva riconosciuto la mano del Culto dietro quell'omicidio, anche grazie a Kimura che manipolava le cose dall'interno. D'altro canto la rivelazione della presunta implicazione delle INDUSTRIES con il Sagrestano non aveva giovato a nessuno: 30MIN ne aveva perso in credibilità e le Farfalle erano state costrette ad uscire allo scoperto dopo la rivelazione obbligata di Matsumoto. Un fallimento su tutti i fronti.
    Mpf. - borbottò in risposta l'uomo, ormai prossimo ad una nuova morte - Sparisci o vedrai il tuo piano attuarsi da dietro le sbarre. - aggiunse con leggero disappunto. Anche volendo - e i suoi voleri erano contrastanti in quel momento - non sarebbe comunque riuscito a trattenerlo fino all'arrivo della polizia. Non aveva abbastanza forza fisica e di lì a poco sarebbe venuto a mancare. D'altro canto le sirene erano ormai vicine e non era così ovvio che Hanzo riuscisse a fuggire in ogni caso, in fondo era un normale umano come tanti. Forse.
    Alla prossima, Matsy. - sorrise Hanzo, avvicinandosi alla porta dell'ufficio - Spero di vedere te e la tua famiglia nel Nuovo Vecchio Mondo. - concluse con un cenno del capo all'amico, portando la mano alla maniglia mentre i suoi occhi si chiudevano.
    Nei corridoi del palazzo, Takashi non si diresse verso le scale per scendere ma quelle per salire. Lo stabile sarebbe probabilmente stato circondato dalle forze dell'ordine di lì a poco e difficilmente sarebbe riuscito ad uscire senza farsi ammanettare e portare in galera.
    Giunto in cima al palazzo, uscì sul tetto. Era l'ultimo giorno di ottobre, faceva freddo e il cielo era grigio e colmo di nuvole che si aggredivano a vicenda. Iniziò a sbottonarsi la giacca mentre si avvicinava al bordo. Guardando giù poté notare con facilità una miriade di luci rosse e bianche e numerose automobili che avevano circondato il palazzo. Una voce metallica lo invitò a scendere ed arrendersi, una possibilità che chiaramente non poteva neppure considerare giunti a quel punto. L'Atto II era iniziato e ora doveva concludersi.
    Tolta la giacca e la camicia rivelò il suo corpo al freddo autunnale. Al centro dei suoi pettorali campeggiava un'altra secrezione color verde acqua, incastonata in delle venature bianche che dividevano la pallida e tonica pelle del petto dalle braccia, schiena e collo la cui pelle era invece bluastra. Il suo corpo sembrava in tutto e per tutto quello di una persona dotata di unicità mutant. Prima di lasciar cadere la giacca a terra, tirò fuori una boccetta dalla tasca interna e tirò fuori tre pillole che ingurgitò in tutta fretta.
    Un urlo agghiacciante invase la città. Hanzo, dalla cima dell'azienda da cui si era licenziato anni prima, aveva fatto tremare le sue corde vocali con un acuto stridio udibile in tutta Tokyo. Da vari punti della città sciami di farfalle bluastre si alzarono in volo. Dal parco di Ueno, dalla zona del porto, dal Palazzo Imperiale: queste erano solo poche delle zone da cui quelle nubi blu avevano iniziato la loro ascesa al cielo. Nel giro di un paio di minuti l'intera volta celeste sulla capitale giapponese era stata coperta da un solido tappeto di farfalle.
    Lentamente i capelli bluastri di Hanzo Takashi iniziarono a mutare, unendosi alla pelle della sua schiena a formare delle ali in tutto e per tutto simili a quelle degli imenotteri, il cui colore abissale sfumava in un azzurrino e un verdognolo verso le estremità. Atropos si alzò in volo mescolandosi col suo sciame che di lì a poco avrebbe colonizzato la città, inaugurando ufficialmente il Secondo Atto: era tempo di raccogliere ciò che aveva seminato.

    Twisted up by knaves to make a trap for fools.


    code © exquisite†corpses & Ryuko

     
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