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.Darius WildGli ultimi eventi che avevano visto la città di Tokyo presa d'assalto da lepidotteri dagli effetti terrificanti, guidati da persone senza scrupoli e senza il minimo rispetto per la vita altrui, che hanno lasciato sulla pelle della metropoli nuovi cicatrici, che si aggiungevano a quelle che qualche anno prima avevano visto scomparire nel giro di una notte dei ragazzi con le unicità per colpa di uno scienziato pazzo e una buona fetta degli eroi e del corpo docenti della scuola. Lui c'era, aveva vissuto sulla propria pelle quello che era successo e se le ferite del corpo erano state guarite dal suo Quirk, quella della mente erano state più difficili da risanare, per questo si era preso del tempo nella sua patria per cercare di fare mente locale e ritrovare il proprio equilibrio. Se possibile, in quest'ultimo caso la situazione rischiava di diventare ancora più pesante, visto che da quando era tornato dal suo anno sabatico, aveva incontrato ad una festa da ballo in maschera, al Salem, uno scricciolo di ragazza che da quel momento in poi, sarebbe diventato molto di più che una semplice comparsa dagli abiti ispirati ad un film horror. Infatti il ricordo di quella sera, quando la vide con quella parruccona verde acido, il vestitino a righe bianche e nere e la cravatta attaccata al colletto della camicia, il tutto condito da quel viso appena truccato ma che già nel primo momento che si erano incrociati, gli aveva trasmesso tenerezza e poi un bel pò di confusione quando l'aveva vista scappare via al piano di sopra del locale dopo quel saluto. Ma quella era Amachi. Un nome che avrebbe conosciuto dopo, una sera in un locale a Roppongi, dove la giovane si stava esibendo e dove lui era andato a bere qualcosa insieme ad alcuni colleghi tirocinanti. Anche lì, in quell'occasione incrociarono lo sguardo per qualche attimo in più rispetto ad una normale occhiata distratta, non riuscendo a distrarsi da quel visino pulito, da quella voce melodiosa che lo ha rapito per tutta la durata della canzone e poi, quella richiesta, quel selfie. Lei con quell'abito nero smanicato che la fasciava, con la gonna rossa con i pois neri e quel filo di trucco sembrava una bambolina, fragile e delicata, qualcosa da proteggere, qualcosa per cui combattere. L'arrivo dell'inverno, delle vacanze natalizie, l'ultimo anno li nella scuola lo spinse a cercare di allacciare quanti più rapporti era possibile anche con i ragazzi dei primi anni, così da poter dare loro qualche dritta, qualche riferimento nel caso avessero avuto bisogno di una mano. Per questo organizzò con alcuni di loro quell'uscita pre natalizia a Shinjuku, cercando di far collidere i gusti delle varie persone che avevano partecipato all'uscita, tra quelle più serie con la visita alla reggia presente al parco con quelle decisamente più rilassati della pista di pattinaggio. Ma di quella giornata sicuramente gli rimasero addosso i ricordi della lemure che nonostante il proprio carattere stava iniziando ad aprirsi un pò anche con gli altri, oltre ai vari ricordi della sua fame nel buffet del locale e le sue risate e la gioia nei suoi occhi durante i giri sulla pista ghiacciata, accompagnate dai capitomboli che tutti quel giorno, da ragazzi normali, trascorsero assieme. Successivamente ci furono gli incontri a scuola, nelle aree comuni dato che comunque frequentavano anni diversi, proprio lì riuscirono a scambiarsi qualche frase in maniera meno bloccata rispetto ai primi incontri, con qualcosa che si stava iniziando a muovere forse. Qualche confidenza venne scambiata, qualche carezza, qualche occhiata, grattini alla coda e chiacchiere su chi erano stati e chi volessero diventare, niente di troppo segreto ma di certo entrambi non avevano probabilmente tantissime persone con cui parlare di quel genere di argomenti o semplicemente sembravano fatti per ascoltarsi a vicenda. Lo scambio di messaggi divenne più frequente, le chiamate, le chiacchiere fatte insieme. Tutto stava facendo stringere di più i loro rapporti e le loro vite. Infatti non era possibile dimenticare il Tanabata, quella festività nipponica che li vide entrambi vestiti in abiti tradizionali, seduti su una coperta in cima ad una collinetta a guardare in direzione del mare e dei fuochi d'artificio. Forse quelli non li ricorda bene, visto che in quel frangente tra una discussione e l'altra, tra un sandwich al pollo e uno al bacon, le loro labbra si toccarono per la prima volta. Il loro primo bacio, in qualcosa di tremendamente comune per una serata come quella, ma decisamente unico e speciale per loro, che si iniziarono a confessare e legare ancora di più. E se quello poteva essere considerato un punto di inizio di una relazione a livello inconscio, l'allenamento di qualche mese dopo, nella palestra della Yuuei, fu un punto di svolta eclatante nella loro conoscenza. Pugni, calci, schienamenti ed atterramenti, che si conclusero con lui steso a terra e la giovane lemure sopra di lui impegnata in una lotta a terra. Lei tra una lacrima e l'altra riuscì a confessare i suoi sentimenti, una parte di questi almeno, venendo poi ricambiata tra un bacio e quello successivo. Quella giornata di metà ottobre divenne il giorno in cui la loro relazione passò ad uno step successivo, diventando qualcosa di ufficiale anche per loro, che forse erano gli unici ad essersi accorti tardi della cosa.
Ma tutta quella serie di ricordi si andò a frantumare uno dopo l'altro, come delle vetrate che venivano prese a sassate, sostituite dalle immagini della lemure che faticava a respirare, piangeva, urlava, spariva in un vortice di farfalle blu. Quell'evento aveva destabilizzato non poco la ragazza già fragile di suo, rendendosene conto stando a contatto con lei per gran parte della giornata. I suoi attacchi di panico, lo stress di dover vivere quasi chiusi in casa come animali in gabbia, non erano qualcosa che poteva sottovalutare o ignorare e l'impotenza di non poter fare nulla per aiutarla lo distruggeva in una maniera tale che non credeva possibile. La situazione critica per la città aveva reso difficili se non impossibili anche le attività più comuni e basilari, per questo durante le ore in cui non era di pattuglia si era ingegnato per cercare di tenere la lemure con la mente impegnata in qualcosa di calmo e rilassante: le aveva proposto di fare delle serate a tema culinario diverse a seconda dei giorni della settimana, ascoltare musica assieme, guardare qualche serie tv o film, si era proposto anche di prendere qualche lezione di chitarra per fare qualcosa di diverso, anche se con dei risultati non proprio eccellenti. Stava facendo tutto quello che era in suo potere per cercare di risollevare il morale e lo spirito della ragazza con la quale aveva iniziato a convivere, perchè di fatto quell'incidente lo aveva tagliato fuori da casa sua e quindi aveva dovuto chiedere ospitalità proprio alla lemure, in quel periodo già così difficile. Tra le nottate fatte quasi insonni ad assicurarsi che l'altra riuscisse a dormire un pò o a farle semplicemente compagnia fino a quando non crollava letteralmente dal sonno, cercava una soluzione utile che potesse aiutarlo con la ragazza. Uno spiraglio lo intravide quando pochi giorni dopo l'inizio del nuovo anno la quarantena allentò la presa, permettendo un minimodi spostamenti con più serenità e sicurezza e per questo approfittò di quella settimana in cui tutto riprendeva a muoversi per organizzarsi a sua volta.
Era stato tutto fatto molto di fretta, tra gli accordi da prendere con Endeavor per quei pochi giorni di permesso e la varia organizzazione dei turni a lavoro, convincere Amachi a lasciare la casa dove erano stati rinchiusi per gran parte del tempo negli ultimi mesi e avvisare sua madre che sarebbe passato a trovarla da li a qualche giorno.
Alla fine si scosse, era rimasto un mezzo minuto buono a fissare l'altra senza spiccicare una parola probabilmente, tenendo ancora in mano delle coperte invernali ancora piegate. Si trovavano all'interno della camera degli ospiti della casa di sua madre, ad Ogawa, nel distretto di Hiki facente parte della prefettura di Saitama. Una villetta un pò isolata nella natura, ad un piano, con un un giardino attorno abbastanza ampio e curato che si collega poi ad uno dei grandi parchi naturali della zona. Infatti la regione è molto più verde rispetto a Tokyo, soprattutto nell'ultimo peridio, permettendo quindi una maggiore immersione nella natura ed un distanziamento dalla città con il suo caos. Approfittando di una giornata soleggiante, si sono messi in moto, letteralmente, per raggiungere la zona periferica della cittadina dove aveva fatto trasferire la madre dopo il piccolo incidente con un albino che aveva strani dei rapporti con il padre. Ha presentato Amachi alla madre come la sua ragazza, fidanzata, compagna. Ha cercato in quel pomeriggio di far conoscere un pò le due, sorbendosi probabilmente qualche aneddoto di come da piccolo provava a tagliarsi con le forbici dalla punta arrotondata o di come ruzzolava giù dalle scale. Ovviamente durante la cena la madre ha cercato di informarsi dalla lemure se il figlio mangiasse, dormisse e studiasse (?) abbastanza, trattandolo ancora come un poppante o quasi, pensando di essere fuori dalla portata del suo udito, alla fine andò a tirare un sospiro di sollievo nel saperlo al fianco di qualcuno che ricambiasse i suoi sentimenti.
Finita la cena, dopo aver fatto i piatti, l'albino si stava occupando di portare quella coperta nella camera degli ospiti dove si trovava la ragazza, bloccandosi poco dopo la soglia nel vederla, colpito da quel marasma di pensieri e ricordi. Andò ad appoggiare la coperta ancora piegata a mo di grosso cubo sul letto e si mosse verso di lei, cercando di andarle a cingere i fianchi con le mani per tirarla a se, in una sorta di abbraccio, inspirando forza l'odore di lei e socchiudendo gli occhi per godersi quella sua presenza Allora? Pensi poter resistere qualche altro giorno qui? Le domandò con tono ironico ovviamente, cercando di guardare l'altra in volto, staccandosi così appena da quell'abbraccio. Cerca con le iridi violacee quelle gialle della compagna, alla ricerca di ogni possibile reazione.SPOILER (clicca per visualizzare)Farnia_Play Spero che ti possa piacere >.<
Edited by Sir.Nobody - 2/4/2021, 12:55. -
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.Darius WildPer quella giornata fuori porta, con la sveglia presto ed il viaggio in moto andando a rispolverare un tipico look americaneggiante con giubbotto di pelle nero, jeans e anfibi neri, per il più classico dei biker che si vedono in alcune serie tv. Infatti la stessa moto era un forte richiamo a quelle che erano le sue origini, ma con quel tocco di pazzia e tamarraggine che si potrebbe vedere di qualunque giovane uomo che magari la usa per rendersi più "interessante" agli occhi di altri. Un'ora e mezza di viaggio era tutto quello che serviva per potersi lasciare alle spalle Tokyo con il suo grigiore e la fine della quarantena per affacciarsi invece in una cittadina più contenuta e immersa nel verde. Era anche un pò di tempo che non riusciva a stare insieme alla madre e quella era un'ottima occasione per poter presentare la propria compagna e iniziare a far instaurare una sorta d irapporto anche tra di loro. Non era certo di come potessero andare le cose, ma tra l'avere una lemure impazzita in casa e l'incertezza di un incontro con i genitori, la seconda opzione sembrava decisamente più valida e metterla in atto non era così complicato. Ma il fatto che Amachi avesse lasciato qualcosa nel piatto durante la cena gli fece capire che ci fosse un problema nell'aria e anche abbastanza importante, nonostante i sorrisi e le chiacchiere che aveva cercato di intavolare in quella cena in tre che non pensava di poter mettere su in così poco tempo.
Alla fine, dopo aver sparecchiato e aver fatto i piatti, si occupò di andare a recuperare una coperta più pesante da mettere sul letto della camera degli ospiti, anche se era pronto a dormire sul divano per non far venire una crisi alla madre, che come al solito si dimostrò aperta mentalmente e vista anche la situazione dalla quale i due venivano fuori, dormire nella stanza non era nulla di così strano. Si era messo comodo indossando una delle sue vecchie felpe, che gli stava decisamente più attillata addosso di quanto ricordasse, per questo dopo aver posato la coperta sul letto si andò a passare l'indice tra il collo e il bordo del tessuto, cercando di allargarlo quanto bastasse per stare più comodo. Ma alla fine non trattenne quel sospiro di sollievo, quando abbracciò la piccola, fisicamente, lemure, potendone percepire il calore e l'odore, in un abbraccio che aveva un sapore del tutto differenti da quelli che si erano scambiati ultimamente durante l'ultimo periodo di quarantena. Questo non perchè ci fosse qualcosa di sbagliato in quelli precedenti, ma quello aveva un sentore di liberazione o comunque percepiva dall'altra una sensazione diversa da prima. Speravo ti piacesse...Si sta bene, magari potremmo tornarci, come in una specie di ricorrenza, mh? Le propose, andando a sollevare la mano destra per poter accarezzare la sua nuca, cercando di affondare le dita tra la capigliatura nera, cercando di raggiungere con i polpastrelli la cute dell'altra per una sorta di massaggio. Continuando con quel gesto si ritrovò a dover aggrottare la fronte e abbassare lo sguardo su di lei quando la sentì iniziare a scostarsi da quell'abbraccio, guardandola con un'espressione dapprima confusa e poi sentendola cominciare quel discorso, si ritrovò a deglutire a vuoto non sapendo dove l'altra volesse andare a parare. Rimase in silenzio, lasciando che l'altra buttasse fuori tutto quello che aveva da dire, un pò come aveva già fatto durante quel periodo di quarantena quando magari aveva degli incubi o dei momenti di crisi, lasciandola sfogare su di se, diventando quella valvola di sfogo di cui forse aveva bisogno, pensando dentro di se, di poter assorbire e smaltire poi tutto da solo. Quelle notizie, che forse non avrebbero scosso qualcun altro, sembrarono andare ad intaccare quella corazza di invincibilità che la gente spesso gli metteva addosso, facendogli abbassare lo sguardo ed il volto per qualche attimo con la mano destra che andò a portarsi sulla faccia stessa in un lento massaggio prima che le iridi violacee tornassero sulla figura minuta della ragazza che aveva di fronte. La vedeva tremare, la vedeva mettercela tutta per buttare fuori quelle parole che dovevano essere pesanti come macigni per lei e alla fine andò a sollevare la mano sinistra oltre l'altezza della spalla e quindi la mosse in avanti con la velocità. Di certo poteva sembrare un gesto "ostile" ma di fatto la mano superò il volto di lei per arrivare alle sue spalle e si piantò tra le scapole di lei e cercò nuovamente di portare l'altra a se. 'Machi... Sembrava non essere nemmeno in grado di formulare una frase di senso compiuto in quel momento, andando semplicemente a stringere tra le dita il tessuto dei vestiti di lei, come a voler trovare uno sfogo a quella sua incapacità.
Il cuore non poteva che battere con più intensità, anche se dal tipo di respirazione stava palesemente cercando di rimanere calmo e controllato ...Io...Veramente... Inspirò con il naso non riuscendo ancora a dare una forma ai pensieri che forse si stavano accavallando nella sua mente in quel preciso istante Penso di poter...Immaginare come ti senti in questo momento Mormorò in direzione dell'altra, cercando di andare ad abbassare lo sguardo in direzione del volto di lei Non ti obbligherei mai a fare qualcosa che non ti piace...Ma non voglio che ti butti in azioni...Affrettate Calcò l'ultima parola con un profondo sospiro, andando a scuotere il capo un paio di volte, come se qualche pensiero lo avesse raggiunto alle spalle in quel momento. Allentò la presa su di lei, lasciandola libera di scivolare via da quel nuovo abbraccio nel caso, provando a muoversi in direzione della finestra che dava sul giardino Qualche tempo fa ti dissi che ti avrei sempre appoggiata nelle tue scelte... La voce era più bassa, anche perchè non voleva di certo che la madre piombasse in camera in stile S.W.A.T. sentendo di cosa stessero parlando, ma ruotando il busto andò a cercare con il proprio sguardo quello di lei, allungando le labbra in un sorriso, un pò tremolante ...Quindi se quella è la tua...Decisione Si stava impegnando per rimanere solo con gli occhi lucidi durante quel discorso, facendo tremare il meno possibile la voce A me va bene...Spero di non averti messo addosso delle pressioni...Per il tuo futuro Forse tutti i discorsi che faceva sull'essere Eroi, sull'agenzia, sul lavoro, le ronde, lo studio e tutto il resto potevano essere state mal interpretate dalla lemure o comunque non aver raggiunto lo scopo che avevano in origine.
Allungò la mano destra verso di lei, in un sottointeso invito a prenderla. Si voltò a guardare di nuovo fuori dalla finestra Non dispiacerti mai per essere te stessa. Non scusarti mai con nessuno perchè sei te stessa, nemmeno con me Andò a guardarla con la coda dell'occhio, mentre le palpebre si socchiusero lentamente lasciando fuoriuscire delle lacrime che vennero però spazzate via abbastanza velocemente dal braccio sinistro, dal tessuto della felpa che assorbì quanto era sfuggito al suo controllo. Tirò su con il naso per qualche attimo e quindi abbozzò una mezza risata Abbassare la guardia con te è come farlo con Endy... Usò lo stesso nomignolo che la ragazza aveva dato al suo superiore, cercando di ammiccare verso di lei, stringendo la mano di lei nel caso lo avesse raggiunto, in un modo caloroso, per farle sentire la sua presenza, che alla fine, lui, era ancora li.. -
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.Darius WildSicuramente non avrebbe mai alzato un dito su una donna, figurarsi se avesse fatto qualcosa del genere su di lei, che era la cosa più preziosa che aveva in quel momento e che desiderava proteggere con se stesso. Le dita si muovevano piano, strusciando e stringendo maggiormente la presa su quel tessuto che stava coprendo le spalle della ragazza, tirandola a se e chiudendola in quello che era alla fine dei conti davvero un abbraccio che gli serviva a sfogare quei momenti che per forza di cose avevano un certo peso nella loro vita. Infatti ora non erano più individui singoli, ma una coppia e come tali forse, quello era davvero il primo passo che compievano come coppia, in una decisione che metteva entrambi in gioco anche se con ruoli e risposte ovviamente diverse. Ma il confronto e il rispetto reciproco, erano la base di qualsiasi cosa avessero deciso di mettere su insieme. I polpastrelli sfregarono contro il tessuto di tulle, potendo percepire distintamente la tensione e la rigidità della ragazza, così come ne sentiva anche le mani sul petto, il respiro caldo, il suo profumo e soprattutto il suo mormorio, al quale andò a rispondere scuotendo il capo un paio di volte Non hai...Nulla da farti perdonare Con quelle parole pareggiò il volume usato da lei, tenendo quella conversazione ad un tono tale che rimanesse qualcosa di intimo e privato per loro.
Dopo essersi staccato da lei e essersi spostato in direzione della finestra, rimase ovviamente in attesa del continuo del discorso su quell'argomento che gli aveva strozzato il fiato in gola e che lo aveva in quel momento colpito come un gancio alla mascella senza tanto preavviso. Quello era un discorso pesante, sentire tutto quello che la lemure aveva dovuto subire e patire fino a quel momento, con il dover sacrificare se stessa e quello che voleva fare lo mandò indietro di molti anni, in ricordi della sua adolescenza, con quello che aveva passato a sua volta. Si ritrovò ad inspirare con forza dal naso e portando le iridi violacee in direzione del vetro che rifletteva quella camera dove erano entrambi ospiti le andò a dire Non voglio essere un collare...Non voglio essere un ostacolo a quello che ti piace fare e quello che vuoi fare... Si ritrovò a ribattere quanto detto in precedenza in altre occasioni, per rimarcare quelle che erano le sue intenzioni ed i suoi punti di vista, soprattutto perchè più di una volta si era ritrovato ad offrirsi come sostenitore delle idee, dei sogni e delle volontà di Amachi, Non aveva molto da aggiungere, non voleva rendere quella conversazione più pesante di quello che fosse ma non riuscì a trattenersi Non lo hai fatto morire...E seguire il tuo istinto ti ha fatto tornare viva da quella missione e non potrò mai essere più felice di questo Erano parole che gli uscivano direttamente dal cuore, perchè quella era una missione di un altro livello rispetto a quelle che si potevano fare a scuola ed ovviamente un esito negativo era da tenere da conto, con tutte le conseguenze del caso, anche se non si sarebbe mai aspettato una decisione di abbandonare la scuola per fare altro. Certo avrebbe potuto passare la serata a cercare di convincere l'altra a cambiare idea, ripensare a quella decisione, finendo magari anche per convincerla a cambiare idea ma non avrebbe fatto altro che bloccare di nuovo la lemure in una sorta di loop di inadeguatezza ed infelicità.
Sentì la presa sulla propria mano da parte di quella di lei, per questo si andò a voltare verso di lei in modo da poterla guardare e rivolgere un sorriso quando la sente fare quella battuta che poteva essere l'inizio di un nuovo tipo di serata Non lo chiamerò mai così in agenzia...Non voglio ne farmi licenziare...Ne farmi abbrustolire come un cerino per qualcosa del genere Ammette con un tono un pò più leggero e rilassato rispetto a prima, ricambiando la stretta della mano di lei E poi mi dovresti raccattare con scopa e paletta e mettermi in un barattolo, così non svolazzerei ovunque Ridacchia per qualche attimo, finendo per distrarsi e prendendosi quel bacio sulla guancia quasi di sorpresa, rimanendo con la bocca leggermente dischiusa e le iridi violacee che si vanno poco dopo a puntare sulla figura della giovane li di fianco a lui. Le palpebre calano e si vanno a chiudere per qualche attimo quando la mano delicata di lei gli sposta una ciocca di capelli e poi va ad accarezzargli la guancia, invitandolo involontariamente a sporgersi con il volto verso di lei. Riaprì le palpebre solo per poter fissare quelle gialle dell'altra con maggiore intensità e quindi con la mano libera andò a sfiorare il fianco di lei, in una sorta di carezza per poi portarsi poco più in alto del suo fondoschiena e intanto cercò di avvicinare maggiormente il volto a quello dell'altra Dovevo capirlo che la cosa era seria, visto che non avevi usato quel nomignolo Ridacchiò appena per un attimo continuando ad avvicinarsi con il volto a quello di lei, fermandosi però a pochi centimetri da questo Fai quello che ti senti di fare e avrai sempre il mio appoggio, lo sai no? Le fece notare con quella sorta di domanda retorica, prima di avvicinare le labbra a quelle di lei, inclinando il capo di lato di qualche grado sulla destra, in modo da far toccare le loro labbra. In maniera quasi istintiva, prima di quel contatto ruotò lo sguardo in direzione della porta della camera, che fortunatamente aveva chiuso prima e quindi diede il via a quel bacio, che aveva non solo un significato affettivo, ma veniva usato per dare sfogo a quella tensione che inevitabilmente aveva preso i due. Cercò con quel contatto di labbra di far schiudere dolcemente quelle di lei, mentre le mani andavano a stringersi un pò di più su di lei, inspirando aria dal naso e tenendo gli occhi chiusi in quel bacio che stava diventando a tratti più passionale, tanto che si accostò a lei anche con il corpo, finendo per azzerare completamente le distanze tra i loro corpi.
Solo quando sentì la voce della madre dal corridoio che augurava una buonanotte ad entrambi, si staccò frettolosamente dalle labbra della lemure, voltandosi in direzione della porta della camera Ehm...Ehe...B-Buonanotte anche a te Cercò di rispondere frettolosamente, anche se mezzo impacciato e preso in contropiede dalla cosa, finendo per voltarsi in direzione di Amachi e guardarla in volto lasciandosi andare dopo qualche attimo di silenzio ad una sorta di risata liberatoria, come quella di un bambino che l'aveva scampata dopo una marachella. La risata si andò a trasformare in una sorta di sospiro e una volta che riprese il controllo, andò a fare un cenno con il capo all'altra in direzione delle valigie ancora chiuse vicino al letto e provando a staccarsi da lei si mosse proprio in quella direzione per raggiungere la sua e chinarsi su di essa. Con tutti questi casini...Tra le varie ronde e gli allenamenti e gli altri impegni non c'è stato un attimo di tempo libero Le disse andando ad armeggiare con le cerniere della valigia e dopo qualche attimo di ricerca, tirò fuori quella che era una piccola scatola, che stava perfettamente nel palmo della sua mano e che era incartata ed infiocchettata a tema natalizio Ma penso che questo ora lo sia Riferendosi al momento ovviamente, mentre protendeva il braccio destro in avanti verso l'altra, tenendo nel palmo della mano la scatolina, dando le spalle al letto che era li poco più dietro di lui. Lo sguardo ovviamente era tutto per Amachi, con il solito sorriso che tornò a farsi visibile sulle sue labbra.. -
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.Darius Wild
Nonostante fosse considerato uno degli studenti più promettenti, un qualcosa fuori dal comune per alcuni, sentirsi dire quelle semplici frasi che testimoniavano un interesse ed un sentimento così profondo, facevano sentire l'americano dalla chioma argentea una serie di brividi lungo la schiena che non erano quelli che di solito percepiva durante le missioni in cui si trovava costretto ad affrontare delle emergenze, ma deliziosamente piacevoli. Di fatto il brivido si protrasse e si espanse dalle sue spalle alle sue braccia, portando le mani a sentire maggiormente il corpo dell'altra per dimostrare l'effetto che queste avevano avuto su di lui, che ancora una volta si dimostrava più che "vulnerabile" quando si trovava in intimità con la mutant, in quei discorsi che erano solo loro. Dall'altra parte riuscì senza problemi a sentire sulla propria pelle le mani della ragazza che ne andavano ad accarezzare il viso prima e il collo poi quando i loro corpi si andarono a spingere l'uno contro l'altra, con le labbra che si andarono ad incontrare prima in maniera più lenta, per poi assumere connotati via via più passionali, trasferendo quell'intensità alle altre parti del corpo con le mani che andarono ad accarezzare con più spinta la schiena della lemure cercando di infilarsi sotto il tessuto della maglia ma trovando però l'ostruzione della cintura e trovandosi così costretto a graffiare con i polpastrelli verso l'alto in direzione delle sue scapole. Al tocco della coscia di lei sul cavallo del pantalone si ritrovò a sbuffare dal naso, con le labbra che si aprirono maggiormente per andare a prendere un piccolo respiro durante quello scambio intenso in cui le loro lingue si erano intrecciate con furore ma occultate dalle loro bocche. La fissò con un sorriso piuttosto malizioso e si stava preparando a riprendere il bacio quando la voce della madre dal corridoio bloccò i due sul posto, scatenando prima un moto di sorpresa e paura che poi sconfinò in una risata liberatoria, anche se quell'attimo in cui si erano avvicinati sembrava essere stato ormai perso, nel suo corpo circolavano ancora tutte quelle sensazioni di piacere e benessere, qualcuna ancora evidente oltre il suo sorriso.
Approfittò quindi di quella pausa tecnica per poter raggiungere le valigie che per qualche motivo non erano ancora state svuotate del tutto, perdendo così qualche istante nel rovistarci dentro, anche se si andò a fermare per qualche istante sentendo su di se lo sguardo della compagna, infatti nel voltarsi la sbirciò con la coda dell'occhio intenta ad osservarlo e a quel suo gesto andò ad inarcare un sopracciglio in maniera piuttosto interrogativa, finendo per inclinare appena il capo di lato, con alcune delle ciocche di capelli gli finirono davanti al volto penzolando libere dalle cure dell'altra. Con in mano la scatolina porta in direzione dell'altra la continuò ad osservare con un sorrisetto sulle labbra anche alle domande della giovane compagna, stringendosi appena nelle spalle Non ho fatto nulla...E' un pensierino che avevo fatto un pò di tempo fa, ma diciamo che tra una cosa e l'altra non mi pare ci siano stati momenti...Decenti Ammette ammiccando in direzione dell'altra, stringendosi appena nelle spalle, anche se alla fine era davvero successo di tutto da quando aveva comprato quell'oggetto, dagli impegni di lavoro di lui a quelli della scuola di lei, ai vari impegni e alla fine l'attacco delle farfalle con annesso periodo di quarantena, dove nonostante la coppia abbia passato dei momenti assieme l'atmosfera tra i due non era delle migliori. La lemure avrebbe potuto notare una volta aperto il pacchetto che il suo contenuto era poggiato su del tessuto. Quello che si trovava li non era altro che una capsula grande qualche centimetro che portava con se una fascia di colore viola con sopra uno stencil con delle orecchie simili a quelle della lemure e poco più sotto una nota musicale. Sicuramente un adesivo fatto su misura probabilmente su richiesta del ragazzo stesso. Non c'è un vero perchè...Ne avevo presa una per la mia tuta e ho pensato che sarebbe piaciuto anche a te Le andò a dire, approfittando del fatto che lei stia scartando quel regalo per andarsi a muovere dalla posizione da vicino alle valigie, cerca di aggirare la figura della giovane per portarsi alle sue spalle e da quella sua nuova posizione cercherebbe di portare le mani congiunte all'altezza del ventre di lei, poggiando il petto contro la schiena di lei, facendo sporgere il viso di fianco a quello di Amachi, andando a sfregare la guancia contro la pelle di quella di lei un paio di volte, per poi poggiarvi contro le labbra e iniziare a scendere lungo il collo poggiandovi dei lenti baci Al massimo ora puoi usarlo per metterci dentro quello che ti pare... Cercò di far accostare anche il bacino al di dietro di lei, mentre le mani presero ad accarezzarla lentamente, finendo per sospirare contro la pelliccetta del suo collo dopo averla baciata, attendendo una reazione da parte dell'altra.. -
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.Darius WildRimase in silenzio alle spalle della ragazza, continuando a lasciare il volto non lontano da quello di lei, sfruttando quelle occasioni per farle qualche coccola e carezza nel tentativo ovviamente di far abbassare la tensione che riusciva distintamente a percepire provenire da Amachi, anche se non la vedeva direttamente in viso. Infatti oltre alle varie esperienze durante le varie uscite fatte insieme, aveva ora anche l'esperienza di quei mesi di quarantena che gli permettevano di capire quasi immediatamente quando qualcosa non andasse nel verso corretto per la giovane lemure. Mh? Un lieve mugugno interrogativo lasciò le sue labbra ancora serrate tra di loro, avvertendo quella tensione ed il silenzio in cui si era chiusa Se non ti piace possiamo andare a cambiarlo Le propose prima di ascoltare quella risposta tremolante da parte dell'altra, alla quale andò a sua a rispondere stringendosi un pò di più contro il corpo di lei, come a volere far sentire ancora di più la sua presenza. Ci puoi mettere dentro la chitarra quando vai a suonare, così puoi fare un'entrata ad effetto Provò a buttarla sul ridere, per provare a smorzare quell'aria di freddezza che sembrava aver avvolto lei dopo l'apertura di quel regalo, che era stato fatto di certo con le migliori intenzioni e che non si aspettava portasse ad una simile reazione in Amachi.
Solo quando avvertì la mano di lei dietro la nuca socchiuse per qualche attimo gli occhi, lasciandosi massaggiare dalle dita di lei infilate tra i propri capelli, dischiudendo le labbra in un leggero sospiro che terminò al sentire la battuta della giovane, che lo fece sorridere a propria volta. Scuote appena il capo un paio di volte, grattandosi così contro le dita con la nuca e le andò a rispondere Ho pochi giorni per potermene stare rilassato...E sto ancora sperando che non arrivi qualche chiamata improvvisa... Sospirò appena, alzando le palpebre e lanciando un'occhiata al cellulare poggiato sul letto, il cui schermo era ancora nero, segno che nessun messaggio o chiamata da parte dell'agenzia era giunta a rovinare quel momento idilliaco. ...E poi sembri stare un pò meglio anche tu con l'aria di casa ed in...Famiglia Le fece notare con una leggera risata, cercando di andare a lasciare un nuovo leggero bacio sulla porzione di collo che l'altra aveva esposto con i suoi gesti, cercando di risalire lentamente verso il suo volto, sfiorando quella pelliccia corta e morbida con le labbra fino ad arrivare alla linea della mascella di lei dove arrestò la propria avanzata. Lasciò che l'altra si appoggiasse contro la propria spalla, rilassandosi, sospirando e vibrando, potendola sentire chiaramente vista le distanze ormai azzerate completamente tra i loro corpi, ma quel punto di vista che la mutant andò a mettere in evidenza lo costrinse a ruotare lo sguardo in direzione della porta, storcendo appena il naso un paio di volte. Le mani che ancora si trovavano sul corpo dell'altra, stringendolo e saggiandone ogni curva e centimetro da sopra quei vestiti, rallentarono quel leggero tocco sul ventre della mutant per sciogliere poi quell'intreccio per risalire dapprima lungo i suoi fianchi e poi lungo il costato della giovane, con movimenti sempre lenti e misurati, fino a quando non cercò di fare un mezzo passo indietro per staccarsi da lei, ponendo le mani sulle spalle di Amachi, dove si soffermarono cercando di pizzicare con la giusta intensità i suoi nervi, nel tentativo di massaggiarla e farla rilassare maggiormente. Ovviamente era anche un espediente per prendere qualche attimo per rimuginare sulle parole che la lemure gli aveva messo in testa e che ovviamente non erano sbagliate di base, infatti le iridi violacee si mossero in maniera alternata tra la porta e la zona del letto. Alla fine soffermò sulla porta e quindi dopo un ultimo sguardo alla porta, staccò le mani dalle spalle della compagna cercando di muoversi in direzione dell'uscio, lanciando un'occhiata verso l'altra Bhe...Allora direi che possiamo metterci comodi Commentò stringendosi nelle spalle e dopo essersi diretto alla porta si assicura che sia chiusa, facendo fare uno scatto alla chiave, in modo che potessero essere tranquilli che la madre non potesse irrompere nella stanza in maniera improvvisa. Alla fine si torna a voltare in direzione sua e del letto, dirigendosi verso quello con calma Domani potremo andare a fare un giro al parco...Passare una giornata immersi nella natura sarà sicuramente divertente Parla con calma, con il sorriso sulle labbra e quindi si soffermò nei pressi della valigia dove aveva rovistato in precedenza, alla ricerca di qualcosa da mettere per la notte probabilmente. Una volta trovato quello che cercava, si andò ad afferrare il lembo inferiore della felpa per tirarsela via, rimanendo a torso nudo mostrando così il corpo allenato e coperto di cicatrici di diversa origine e grandezza, che gli coprono per gran parte delle braccia che erano rimaste ferite durante l'attacco a Tokyo di qualche mese prima. Lascia cadere la felpa a terra e quindi si andò a muovere in direzione del letto, sedendosi sul bordo dello stesso, cercando di allungare le mani verso l'altra, per cercare di poterla tirare a se, inclinando il capo verso l'alto visto che ora se ne stava seduto rispetto a lei Allora...Che ne pensi? Domandò, senza specificare su cosa in particolare, ma il un sorriso più leggero e tranquillo permaneva sulle sue labbra, cercando di coinvolgere maggiormente la mutant, per metterla a suo agio e farla rilassare, in quella che era la loro prima serata fuori casa dopo un bel pò di tempo, lontano da tutti.. -
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.Darius WildNon riuscì a trattenere una piccola risata quando le parole della ragazza giunsero alle sue orecchie e quindi scuotendo il capo un paio di volte, distogliendo definitivamente lo sguardo dal suo cellulare, che come sempre teneva a portata di mano in caso ci fosse qualche tipo di emergenza a cui dover far fronte Lo so...Ma preoccuparsi per gli altri è una delle poche cose che mi vengono bene, insieme ai tramezzini Si lasciò andare ad una breve risata per poi tornare per un attimo serio, finendo per assottigliare lo sguardo su Amachi e poi con una finta espressione di sgomento ed incredulità, aggiunse subito dopo Mi hai appena dato del galoppino?! L'espressione sul suo volto mutò subito dopo in una divertita, ma al tempo stesso cercò di approfittare della vicinanza dei due per fare il solletico su entrambi i fianchi della ragazza, in una sorta di piccola vendetta e per farsi una risata entrambi, alleggerendo così l'aria nella stanza, visti i discorsi che comunque si erano affrontati poco prima.
Il suo sguardo nel mentre si era spostato sulla figura intera della giovane, non potendo non notare la coda ritta come uno spaghetto alle spalle di lei e che lo fece sorridere, era qualcosa di particolare che aveva apprezzato in lei fin dal loro primo incontro, non ufficiale in quel locale la notte di Halloween. ...Ho sempre paura di vederti prendere il volo con la coda un giorno di questi Fece un veloce occhiolino in direzione di Amachi, per via di quella sua reazione, che senza ombra di dubbio aveva apprezzato e gli scaldava sempre il cuore vedere la ragazza con cui aveva deciso di intraprendere quella relazione reagiva in un modo così genuino, quando erano in intimità. Per forza di cose le iridi violacee andarono a seguire i movimenti ondulatori della coda alle spalle della lemure, anche se tra uno spostamento e l'altro, l'attenzione si focalizzava sul volto di lei, cercando con quel gesto di tirarla a se di farla sciogliere un pò vista la rigidità che spesso, ma non sempre, la coglieva in quei frangenti in cui erano lontani da occhi indiscreti. Alla sua risposta impacciata andò a rispondere a propria volta con un cenno del capo in senso positivo Ma sicuro...Magari vediamo se c'è qualche specialità del posto che può apprezzare il tuo fine palato Continuò a parlare con tono calmo, ma più scherzoso e rilassato, per cercare di mettere l'altra a proprio agio. Le scuse da parte dell'altra vennero accettate senza una risposta verbale, quanto un cenno del capo tale da farle capire di non preoccuparsi, alla fine erano una cosa normale, che avveniva a tutte le persone e decidendo di non interrompere in nessun modo quel moto di slancio da parte di lei, la fece muovere come più l'aggradava, sentendo quelle mani sulla spalla e sulla schiena, che si andò ad inarcare non per cercare di evitare il contatto ma per spingersi di più verso di lei, che nel frattempo si era portata a cavalcioni su di lui. Il capo era leggermente inclinato all'indietro, così da poter continuare ad osservare la ragazza e quando le sue labbra si schiusero per quelle due parole che ogni persona vorrebbe sentirsi dire almeno una volta nella vita, il sorriso si andò ad allargare e quindi cercando di sollevarsi con il busto verso di lei andò a risponderle.
Ti amo anche io. Con il capo sollevato, il busto nudo proteso verso il corpo di lei, portando le mani sulle sue gambe, provò a far entrare in contatto le loro labbra per un primo bacio, lento in cui poter mettere tutti quei sentimenti e quelle sensazioni che con le parole era difficile trasmettere con la stessa efficacia. I palmi delle mani andarono ad accarezzare l'altra con lenti momenti partendo dalla zona vicino alle sue ginocchia fino a risalire verso i suoi fianchi, fermarsi li per qualche secondo e poi percorrere la stessa strada ma al contrario, per non interrompere mai quel contatto, almeno fino a quando non si distaccò con le labbra da quelle di lei, cercando di sfregare la propria guancia contro quella di lei ma solo per spingersi con il volto più in alto che poteva per sussurrarle E comunque...Non sarai l'unica ad essere sudata stasera... Una piccola frase buttata li per farle capire quanto il tutto fosse normale e naturale. Ma anche perchè amava alla follia le reazioni dell'altra e punzecchiarla in quel contesto e momento, magari l'avrebbe aiutata a slanciarsi ancora di più in quel momento di intimità. Una frase per sembrare figo. E con le mani cercò di risalire su i fianchi di lei, provando a tirare con se questa volta i suoi abiti, nessuno strattone o colpo troppo forte, ma un tentativo di sollevare quello che forse in quel momento era di troppo. Provò a creare uno spiraglio sulla sua schiena in modo da poter far scivolare le mani sulla schiena di lei, verso l'alto, per raggiungere il reggiseno dell'altra e provare a slacciarlo. Ma forse non aveva capito benissimo l'anatomia del vestiario di lei o forse per l'emozione, in quel momento si ritrovò a non riuscire immediatamente in quel suo intento, ritrovandosi a pensare come sembrasse molto più facile affrontare psicopatici armati di lanciarazzi o scienziati pazzi con i loro esperimenti, piuttosto che avere a che fare con l'intimo femminile, delle volte.. -
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.Darius WildAlla fine con la sua battuta era riuscito a far sorridere la lemure, anche se sembrava ancora abbastanza bloccata nel suo "modus operandi", a cui ormai non faceva più tanto caso anche se vederla nell'espressione della sua timidezza non poteva non trovarla adorabile. Le andò quindi a sorridere di rimando stringendosi appena nelle spalle, provando a far incrociare il proprio sguardo con quello di lei Bhe nel caso dovesse succedere qualche volta...Ti potrei prendere a volo in braccio Concluse quella frase con lo stesso tono che aveva usato in precedenza, facendole un occhiolino ammiccante alla fine, neanche si fosse immaginato qualche scena in cui vestito da principe azzurro afferrava al volo la principessa salvandola da un'orribile fine. Dopo quell'iniziale scambio di battute, la stanza divenne silenziosa, a parte i loro respiri a cui fecero seguito poi il lieve rumore delle loro labbra che si incrociavano in lente carezze, alle quali si andarono ad aggiungere poco dopo anche le loro lingue che si attorcigliavano e rincorrevano alla ricerca della gemella per rendere quel bacio più intimo e passionale. Proprio come la mutant si trovava a dover espirare dal naso ogni volta che ne aveva bisogno visto che la bocca in quel momento era presa dallo scambiare effusioni con quella di lei, dandogli quello stato si rilassatezza e piacere che si permetteva di avere solo quando si trovava in compagnia di Amachi, diventando così meno bacchettone e rigido come invece lo era sul lavoro.
Le mani continuarono ad accarezzare lentamente il pelo di lei, anche se contropelo cercava di essere il più delicato possibile per non creare nessun tipo di disagio all'altra mentre le massaggiava le gambe, lasciandole al tempo stesso muovere le sue di mano dove più le aggradava, ritrovandosi a sentire le dita tozze tra i capelli e quella sensazione di piacere gli fece inarcare la schiena e sollevare il capo verso l'alto lasciandosi andare ad un mugolio che venne sfiatato distaccandosi da quelle dell'altra. Le iridi violacee che erano sollevate in direzione del soffitto dopo essersi staccato dal bacio e per via del grattino alla nuca che lei gli aveva riservato, la andò ad osservare nuovamente in tutta quella sua eccitazione e timidezza, un mix estasiante per lui. Le labbra si andarono a stendere in un sorriso alle sue parole, mentre la lingua andò a passare sulle stesse in maniera lenta, sensuale, come a voler provocare l'altra A me piace sentire la tua voce...Soprattutto quando sei così Riferendosi allo stato in cui si trovava la giovane lemure in quel momento preciso.
Tra emozione e poca dimestichezza, ci mise qualche attimo a liberare la giovane da quel capo di intimo che le costringeva il seno, andando ad assumere in un primo momento un'espressione quasi trionfale, intercettando per qualche istante anche lo sguardo della giovane, verso la quale stava continuando a guardare avendo sentito quel suo sospiro di sollievo. Fu questione di attimi prima che le loro guance entrassero in contatto per scambiarsi quelle carezze, che gli fecero socchiudere gli occhi per pochi attimi, in quanto al concatto delle labbra di lei con il proprio orecchio non riuscì a trattenere un ansimo, con le palpebre che si andarono a serrare completamente per potersi godere quel tipo di attenzioni. Di fatto andò a piegare leggermente il capo per offrirlo maggiormente alla compagna, dischiudendo le labbra e lasciandosi andare a bassi mugolii di apprezzamento alternati a movimenti che tendevano a distaccarsi un pò dalle sue labbra, ma per emulare una fuga che non sarebbe mai avvenuta e per spingere lei a "rincorrerlo" in un piacevole tira e molla in cui il suo orecchio subiva piacevolmente le attenzione di Amachi. Le mani che erano rimaste al di sotto della maglia di lei ripresero a muoversi dopo essere riuscite nell'impresa di slacciare il reggiseno, andando a saggiare con i polpastrelli la pelle della sua schiena arrivando ad esplorare tra le scapole e i movimenti delle braccia derivanti andarono a sollevare leggermente anche la maglia di lei. Percependo quel movimento da parte del tessuto di lei, andò a spostare le mani dalla sua schiena nuovamente ai suoi fianchi e da li al ventre atletico della lemure saggiandolo con interesse e risalendo con piccoli movimenti delle dita verso l'alto. L'intento ovviamente era quello non solo di sollevare la sua maglia fin oltre la testa e metterla così di lato, in modo che entrambi potessero essere nudi dalla vita in su, prendendosi qualche attimo per poter osservare il corpo di lei, godendosi la visuale con la lingua che fa brevemente capolino dalle labbra dove si è dipinto un sorrisetto malizioso. Le iridi violacee vanno a muoversi dal seno di lei al suo volto, come ad attendere quasi un suo benestare mentre si sporge in avanti per andare ad avvolgere con la mano destra il seno sinistro di lei avvolgendolo in una lenta e delicata presa con le dita che sfiorano anche la zona non coperta di pelliccia. Il tempo di godersi la reazione da parte dell'altra prima di spingersi con il volto in direzione del seno libero, con le labbra che si dischiusero lasciando che per primo il suo respiro caldo andasse incontro alla pelle di lei, per poi avvicinare la bocca al suo capezzolo e avvolgerlo completamente in essa, così che potesse ricambiare quelle stesse attenzioni che lei gli aveva dato in precedenza all'orecchio, nelle stesse modalità e tempistiche. Di tanto in tanto sollevava lo sguardo in direzione del volto di Amachi alla ricerca di qualche sua reazione o gesto, anche se aveva ancora la mano di lei tra i capelli e l'altra sulla spalla, le occhiate che le lanciava erano dirette a mandarle un messaggio sul "lasciarsi andare" e quindi si teneva pronto ad assecondare qualsiasi tipo di iniziativa che l'altra avesse voluto prendere, in modo che potesse lasciarsi andare al suo istinto. Ma quello non era che l'inizio, rimanendo di fatto seduto sul letto con la ragazza a cavalcioni su di se, non riuscì a non muovere il bacino contro quello di lei visto l'evidente apprezzamento del corpo dell'altra che si era tramutato in un indurimento, e no, quella volta il suo Quirk non si era intromesso.. -
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.Darius WildDopo tutti quegli eventi che avevano passato ultimamente, un momento di pace e tranquillità, dove poter essere se stessi in intimità senza da una parte tutti i problemi che la giovane si trovava ad affrontare e dall'altra le responsabilità di cui lui si faceva carico nel suo lavoro per cercare di dare una parvenza di normalità per tutte le persone che vivevano nella città e anche fuori. Ora, soli, in intimità potevano entrambi rilassarsi e concedersi all'altro senza farsi troppi problemi su eventuali pregiudizi, visto che non erano mai stati avanzati da nessuno nei confronti dell'altra.
Quel momento magico era accompagnato da una sinfonia da parte di entrambi di bassi sospiri, ansimi e piccoli gemiti di apprezzamento provocati dai gesti che i due si stavano scambiando in quella camera lontano da occhi indiscreti ed in un clima più "familiare" che stava poco a poco facendo sciogliere le loro inibizioni come neve al sole. Riusciva a sentire chiaramente i brividi e la tensione nei muscoli della lemure grazie ad ogni contatto che i due stavano avendo, incerto se fossero dovuti alla situazione in atto o a qualche pensiero che occupava la mente di Amachi, ma spinto sia dalle endorfine che dalla speranza che l'altra potesse finalmente rilassarsi cercò di non darci peso. Percepiva chiaramente però i suoi brividi in risposta alle sue azioni e su quelli cercava di concentrarsi maggiormente, andando a ripetere con gentilezza e metodicità quei gesti che provocavano nell'altra quel tipo di reazioni, in modo da continuare a far crescere in entrambi quelle sensazioni positive che stavano piano piano accumulandosi e amplificarsi nei loro gesti. Preda delle sensazioni che Amachi gli stava dando, socchiuse gli occhi, riuscendo a percepire distintamente e in maniera maggiore il respiro di lei sulla pelle, la sua lingua calda carezzare l'orecchio, i suoi polpastrelli lungo la schiena che portarono la pelle a rabbrividire a quel genere di sensazioni, alle quali non era di certo abituato da un lato, dall'altro invece che sembrava apprezzare a dimostrazione dei sospiri che stava emettendo. Riaprì le palpebre solamente quando sentì l'altra abbandonare la pelle del proprio collo dopo quei succhiotti che lo avevano deliziato fino a quel momento, potendosi godere così la visuale della lemure imbarazzata. La lascia parlare e poi sorridendole di rimando Ohw....You're so cute! La guardò per qualche attimo negli occhi cercando di sollevare le mani per poggiarle contro le sue guance per cercare di guidare il suo volto verso il proprio per un nuovo bacio, un pò più rapido dei precedenti You're so cute....You're mine now from now and ever! Sorridendo le andò a dare un nuovo bacio, finendo per fissarla negli occhi per qualche attimo, pregustandosi un nuovo momento di dolcezza dell'altra
Il fisico era tonico, allenato, decisamente in forma come si confaceva per qualcuno che svolgeva il suo stesso tipo di lavoro, e forse come molti altri che si adoperavano nello spesso bistrattato mestiere dell'eroe, era abbondantemente cosparso di cicatrici in parte ricevute nell'adempimento del suo dovere, altre invece, quelle più vecchie erano frutto di suoi studi, personali e non solo. La sua fortuna più grande nello stare insieme ad Amachi stava nel fatto che a lei non facessero schifo, anche perchè sarebbe stato un problema non proprio da poco cercare di nasconderle o addirittura nel cercare di non averne di nuove. Entrambi a torso nudo, iniziò a prendersi cura della sua compagna, concentrandosi con lentezza e dedizione sul suo seno sia con le sue labbra e lingua, che con la sua mano, cercando di andare a stimolare quei bottoncini di carne in maniera metodica, facendo roteare in maniera alternata una volta la lingua e una l'indice attorno ai rispettivi capezzoli, lasciandosi guidare dai sospiri di lei in modo da adeguare eventuali tocchi e quando accentuarli. Preso da quel processo si accorse con qualche attimo di ritardo che lei stava spostando le sue mani dalle spalle verso il basso, vibrando e rallentando di tanto in tanto i suoi movimento fino a quando lei non raggiunse il cavallo dei pantaloni ritrovandosi così a staccarsi dal suo seno, con gli occhi socchiusi e la fronte che si va a poggiare per un attimo contro il suo seno mentre la mano che prima la massaggiava ora cerca un appoggio sicuro sul materasso per fargli tenere l'equilibrio con la parte superiore del busto.
Ansimò con un'intensità maggiore man mano che l'altra continuava a toccarlo e carezzarlo, staccando di poco la fronte dal suo seno per sollevare le iridi violacee in direzione dell'altra, in modo da poterle rispondere in maniera silenziosa sollevando le sopracciglia in maniera affermativa e riservandole un ghigno malizioso e di approvazione accompagnato da un cenno positivo del capo. Anche se ad ogni carezza dell'altra andava a sospirare di più con dei movimenti del bacino che accompagnavano i movimenti della sua mano, dall'altra parte invece la mano che prima era poggiata sul materasso si mosse di nuovo per raggiungere la coscia di lei, carezzandola e cercando di infilare le dita in una lenta risalita fino a raggiungere la cintura di lei, cercando di disfare la fibbia e tirarla via dal pantaloncino che lei indossava, prima di provare a fare lo stesso con il bottone del pantaloncino, trovandosi decisamente più a suo agio nel farlo rispetto che provarci con la chiusura di un reggiseno alla cieca. Di tanto in tanto sollevava lo sguardo in direzione del volto dell'altra, guardandola e sorridendole in maniera sempre più coinvolta lanciandosi in teneri morsi contro il suo seno mentre con le mani cerca di liberarla dei suoi ultimi indumenti, con un piccolo aiuto da parte di Amachi sperava..