It was your kiss, My Love, that made me immortal.

Role Slot Extra Amachi - Ogawa, distr. Hiki, pref. Saitama #NSFW HET

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    Era così imbarazzata, ma allo stesso tempo quelle attenzioni la mandavano in un brodo di giuggiole. Sospirò dal naso, mentre l’arcata dentale superiore si aggrappò al labbro inferiore, mentre gli occhi si assottigliarono e guardavano verso la chioma candida di lui, dato che il suo volto era ora celato alla sua vista. Lui dava adesso maggior interesse al piccolo seno della lemure, dove quelle morbide e tonde forme si facevano tenere tra le sue mani, alternando alla sua lingua e dita che con minuziosa cura andavano a toccare e stimolare i capezzoli rosei. Tratteneva il fiato alle volte, mentre sentiva il cuore che le batteva forte, talmente forte che quasi sembrava esserle salito in gola.
    Aveva gli occhi lucidi, il corpo che si stringeva dolcemente a lui, soprattutto le gambe che cercavano di aderire all’esterno coscia di lui. Si stringeva nelle spalle, mentre la testa si abbassò di qualche grado e si lasciò sfuggire dalla bocca un dolce e timido gemito, anche se sembrava volerlo trattenere il più possibile per evitare che venisse fatto espandere nella stanza dove i due se ne stavano da soli.
    Era così bello quel momento, anche se il posto era così diverso dal loro piccolo nido, gli odori simili ma non uguali, ma l’importante era stare con lui. Darius.
    Le mani cercarono di rimanere nella zona bassa dei loro corpi, tra le gambe, precisamente sulla zona pubica dell’eroe e dove cercava con le dita scure e ruvide di sbottonare e slacciare così la patta dei suoi pantaloni. Poteva ben percepire la durezza che si stava nascondendo sotto quel tessuto, dove costringeva l’erezione dell’altro a starsene imprigionata per il momento.
    Rabbrivì di piacere quando percepì un leggero suggere sul capezzolo destro, tant’è che chiuse totalmente gli occhi per una manciata di secondi e mugolò imbarazzata ma vogliosa di andare avanti.
    Ad un certo punto lui si staccò dal seno, ma le sue mani si posero proprio sulle guance della ragazza e con soffice tocco la andò a far sollevare la testa. Gli occhi si riaprirono e quelle sclera nere facevano risaltare le iridi gialle che ora brillavano sotto la luce artificiale della stanza. Lui sussurrò in inglese una tenera frase, tant’è che Amachi sorrise debolmente sulle labbra ed andò ad abbassare l’attenzione per un istante, fin quando le loro labbra non si unirono in un bacio. Era così magico quel momento, con lui sembrava fermarsi il tempo e lo spazio, tutto intorno a loro era divenuto nulla.
    Le loro labbra si posarono ed incollarono tra loro, fin quando non schiusero le labbra ed andarono a rendere più profondo ed intenso il loro bacio. La mano destra della ragazza andò ad immergersi tra il pantalone e la mutanda dell’altro, provò ad afferrarne il suo sesso eccitato, ma cercò di concentrarsi per il momento a massaggiare e tastare i suoi testicoli, mentre il palmo si premeva delicatamente contro l’asta turgida. Quando la mano di lui andò a staccarsi da lei, per poggiarsi al materasso, si assentò per poco dal toccarla, infatti in poco tempo se la ritrovò sulla gamba, dove iniziò ad arrampicarsi sulla pelliccia e lentamente anche sull’indumento che stava indossando. Lui stava cercando di fare lo stesso ed infatti in pochi attimi Amachi si ritrovò senza cintura e senza il bottone nell’asola del pantaloncino. Sentì quel tessuto cedere sotto le proprie forme, ora più largo e percepì una vibrante sensazione che le si arrampicò sulla coda e schiena, tant’è che la prima si agitò un paio di volte nell’aria emettendo lievi fruscii data la forza che stava imprimendo in quel gesto. Tra un bacio e l’altro, la lingua cercava la sua, ma alle volte sospirava e cercava di staccare appena le labbra tra le loro, mentre i nasi si strofinavano delicatamente tra di loro per quello stretto contatto che stavano avendo con i loro volti. Si stava eccitando, con l’imbarazzo che pian, piano sembrava scemare, lasciando spazio al solo desiderio sessuale che stava man, mano crescendo tra di loro. Inarcò appena la parte finale della schiena, esponendo leggermente in alto e indietro i glutei che risultavano ora essere perfettamente tirati e tondeggianti.
    Faceva piccole movenze col bacino, lente, sinuose, proprio come se simulasse i movimenti di una penetrazione… Anche se in realtà si stava strofinando sulla mano di lui per far sentire sulla sua pelle rosea il calore del proprio corpo, desiderio e intimità.
    Ad un certo punto si staccò dal bacio, mentre andò a puntare gli occhi inizialmente verso il basso, poi li fece arrampicare sul suo petto nudo e fino a concludere il viaggio sul suo volto ed occhi violacei. Socchiuse le palpebre e sibilò con voce rotta dal piacere:
    «S-Se sto correndo troppo dimmelo, Dà..»
    Timidamente glie lo disse, mentre la mano libera cercò di poggiarsi sul petto dell’altro e lentamente le dita cercarono di accarezzare ne solchi delle sue fasce muscolari in tiro, ma anche su quelle cicatrici che lei vedeva come piccole opere dipinte sulla sua pelle.
    Un po’ le adorava, erano come dei tatuaggi di Darius, dove ogni segno raccontava una storia ed avventura che aveva dovuto vivere… Combattendo.

    Narrato - Parlato - Pensato | Amachi Jabar | LVL 05 | E 425 - F125 - A136 - Q139
     
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    Non c'erano altro che loro due in quella stanza ed ogni momento che passava faceva lasciare loro alle spalle pensieri e costrizioni che di norma le persone normali si ritrovano ad accumulare durante le loro stressanti giornate. La tensione stava lasciando spazio alla rilassatezza, la timidezza stava lasciando il passo alla passione e così i loro corpi iniziavano a cercarsi con fare più istintivo, nel tentativo unico di cercare di far stare meglio l'altro e potersi godere così assieme quel momento e lasciarsi alle spalle quel periodo che era stato pieno di pessime esperienze poco piacevoli. Con tocchi leggeri continuava a stimolare il seno di lei, alternando carezze a baci e dei colpi lingua, cercando di fare seguire anche le risposte che Amachi e il suo corpo gli mandavano di rimando, percependo quando si stringeva su di lui, quando tratteneva il fiato e quando a sentiva gemere, segnali che gli permettevano di poter procedere con la sua opera con maggiore sicurezza e libertà. Lo scambio di sguardi successivo, insieme a quel bacio era una piacevole alternativa a quello che stava facendo in precedenza, per questo socchiudendo gli occhi si lasciò andare a quello scambio di effusioni, dischiudendo le labbra e cercando di stuzzicare e ricercare la lingua dell'altra con la propria, per rendere quel bacio più profondo.
    Più in basso invece i loro abiti, quei pochi che avevano ancora addosso riuscirono a porre ben poca resistenza alle loro mani, infatti per Amachi non fu per nulla difficile allentare la vita del pantalone che lui indossava e quando la sua mano si tuffò oltre la stoffa andando incontro al suo sesso, si ritrovò a fermarsi per qualche attimo dal bacio, schiudendo maggiormente le labbra e lasciandosi andare ad un sospiro di piacere rilasciato direttamente nella bocca di lei. Un brivido gli andò ad informicolare prima il ventre e poi il resto del corpo, facendolo vibrare come una corda di violino e lei che gli era praticamente addosso poteva sentirlo distintamente. In quei momenti le parole erano quasi superflue e i pochi scambi di assenso e complicità che si scambiavano erano più che sufficienti a qualsiasi tipo di benestare e di prosecuzione di quello che stavano facendo, una sorta di muta complicità che li stava poco alla volta portando verso una passione che fungeva da valvola di sfogo per quel periodo appena passato. Fortunatamente il pantaloncino di lei aveva opposto meno resistenza del reggiseno e quindi era riuscito a sbottonarlo abbastanza in fretta e da li a poco indice e medio cercarono di farsi strada tra il fianco nudo di lei e la stoffa dell'indumento, mentre anulare e mignolo rimasero all'esterno, cercando di spingere nel punto di contatto verso il basso, così da provare a far scivolare via quell'intralcio dal corpo della lemure.
    In maniera quasi automatica quando l'altra andò a muovere il bacino, lui face lo stesso, muovendosi così contro la mano di lei che era ancora infilata al di sotto del pantalone, lasciandosi andare ad un ennesimo sospiro godurioso, che però non fu un preambolo per un nuovo bacio visto che l'altra si era ritratta un pò con il viso, costringendolo di fatto a riaprire gli occhi per fissarli sul volto di lei. Sentì la sua timida voce esporre quella perplessità e quindi di rimando scosse il capo un paio di volte in senso negativo [color=No tranquilla...Rilassati e lasciati andare...][/color] Le sussurrò quella frase, andando poi a ripeterla con un tono sempre più leggero, quasi fosse una specie di mantra, qualcosa che voleva far capire ed assorbire alla ragazza, per farla liberare di alcuni dei pesi che di solito la bloccavano. Percepiva distintamente le dita di lei carezzargli la pelle e le cicatrici, la scelta su quale focalizzarsi era ampia e variegata, ma alla fine lei non sembra disprezzare e questo lo rasserenava non poco. Approfittando del fatto che lei si fosse un pò spinta in avanti verso di lui, si andò lentamente ad inclinare con la schiena all'indietro, come a volersi stendere, andando a portare le mani verso il basso, nel tentativo di far scivolare via il pantalone di lei e fare in modo che Amachi si possa trovare quasi a cavalcioni o a carponi sopra di lui. Alla fine stava cercando di darle quanto più margine di manovra possibile per fare quello che voleva, ma di certo non voleva fare la parte di quello che se ne stava con le mani in mano, anzi. Le mani infatti cercando di tirarle giù gli shorts che indossava cercarono di accarezzare con sapiente malizia e provocazione la rotondità del suo di dietro, sfiorando l'intimo che la giovane indossava, percorrendone più e più volte i bordi e passando così i polpastrelli anche sulle sue natiche. Una volta steso, guardandola dal basso verso l'alto, con i capelli argentei disposti in una raggiera scomposta e il membro che pulsava con sempre maggiore intensità contro la mano di lei, continuando a cercare attenzioni, con ogni vibrazione e pulsazione che questo emetteva. Le fece un occhiolino, per cercare la sua complicità, finendo poi per passarsi la punta della lingua sul labbro superiore, lanciandole un ghignetto che lasciava intendere che era pronto ad iniziare a fare sul serio.

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    Il cuore le batteva forte nel petto, con quella sensazione di caldo che andava man, mano crescendo nel suo corpicino esile e minuto.
    Sembravano affamati di baci, di attenzioni, con quei respiri affannati che erano la colonna sonora di quel momento nella stanza. Le mani di Amachi saggiavano sia la parte intima di lui, sia il suo busto decorato di cicatrici che per lei erano come un percorso da fare con i polpastrelli ruvidi. Percepiva quei battiti del cuore che rimbombavano nel proprio torace, mentre i polmoni si riempivano e svuotavano d’aria ogni poco. Ansimava, mentre sentiva dei brividi bollenti che saettavano dentro di se, andando a finire proprio tra le cosce, dove nascondeva il proprio fiore che si stava eccitando e cominciava a rilasciare quel lieve strato di umore che segnava appena il tessuto del proprio intimo.
    I pantaloncini vennero sganciati e quella tensione del tessuto venne meno sulle proprie forme e quelle dita di lui cercavano di insinuarsi sul proprio corpo, affondavano infatti sulla pelliccia grigiastra e tastavano la sua carne che si nascondeva sotto di essa. Proprio mentre l’altro cercava di sfilarle i pantaloncini, il corpo di Darius si abbassò, distendendo il busto sul letto e si trascinò di conseguenza lei a carponi sopra di lui.
    Intanto il vestiario che ne copriva le gambe andò a scendere verso il basso, liberò inizialmente i suoi glutei che erano leggermente scoperti da quell’intimo di pizzo e di colore scuro, mentre la coda svettò nell’aria e roteò una volta, sinuosamente. Alzò prima la gamba destra per sfilarsi l’indumento, poi fece lo stesso con l’altra, ma riponendo sul materasso la gemella. Così restò con solo le mutandine, con una mano ancora intenta a massaggiare i testicoli di lui e l’altra attaccata al torace dell’altro su cui stava cercando sostegno per non crollargli addosso. La testa si abbassò e lentamente cercò di scivolare con le labbra e la lingua sulla sua pelle, per poterla assaggiare e sentire il sapore. Le orecchie pellicciose si abbassarono appena, mentre gli occhi si nascosero dietro le palpebre e cercò di lasciare gli altri sensi a godersi del momento. Tatto, udito, sapore ed odore… Le bastavano quelle e senza osservare cosa l’altro stesse facendo. Cercò di scendere con lentezza sulla pelle di lui, mentre la bocca baciava con dolcezza e lentezza, la lingua invece dava piccoli colpetti e lasciava tracce di saliva che inumidivano il suo corpo. La mano dal torace di lui andò a scivolare con lentezza sul fianco tonico e spesso del ragazzo, mentre l’altra non si staccava dal suo intimo. Scendeva sempre di più e scivolava con il corpo indietro, fin quando non si ritrovò a dover scendere con le gambe dal letto e poggiò i piedi nudi sul pavimento. Stava piegava a novanta gradi su di lui, con la testa che scivolava al centro del suo tronco, passando tra gli addominali ben visibili grazie agli allenamenti che lui faceva, toccò il suo ombelico e lentamente arrivò al bordo dell’intimo di lui.
    L’orecchio destro scattò un paio di volte quando le arrivò l’odore della sua intimità nel fine olfatto che lei teneva nel suo nasino nero, mentre le mani questa volta collaborarono per potersi mettere sull’elasticatura delle mutande di lui. Piano piegò le ginocchia e cercò di poggiarsi su di esse e sulle punte dei piedi. Posò le proprie natiche sui talloni, mentre cercò di rimanere con il volto tra le cosce di lui e con le mani che si aggrapparono per sfilare l’indumento e liberare la sua intimità. Gli occhi finalmente si erano riaperti e con una certa curiosità, ma anche timidezza, cercò di puntare la sua attenzione sul pube di lui. Seguiva le forme della sua erezione da sotto il tessuto dell’intimo, ma lei tentò di farlo uscire fuori e di poterlo rendere libero da ogni costrizione. Sospirò la lemure, mentre si mordicchiò il labbro inferiore. La coda si adagiò lentamente a terra e formò un grande semi cerchiò, con la punta che si alzava ed abbassava in continuazione. Sfarfallò le ciglia e l’espressione si fece leggermente timida e sorridente, mentre cercò di fissare l’erezione altrui. Non parlò questa volta, ma si limitò a cercare di andare ad abbassare la testa di qualche grado ed allungarla in avanti, così da cercar di avvicinare la bocca alla sua asta. La mano destra tentò di andare a mettersi alla base dell’attaccatura del pene, per tenerlo, mentre la bocca si avvicinò alla parte turgida e venosa per cercare di baciarla. Piccoli e morbidi tocchi, con il respiro che profondo si scontrava sulla sua pelle calda e rosea. La lingua curiosa non se ne rimase in disparte, infatti con lentezza cercò di uscire fuori e con la parte centrale, lasciata morbida e non in tensione, tentò di lappare la pelle dalla base e salendo fin sopra alla punta del glande.
    Provò a lasciar così una scia di saliva sul suo sesso, di poterlo carezzare con l’uso di quel muscolo umido e caldo, per poi tentare di avvolgere la punta gonfia nella sua bocca e suggere questa con dolcezza e calma.
    Voleva far eccitare ed allo stesso tempo coccolare il sesso del ragazzo che ora era disteso nel letto e con le gambe aperte e piegate che discendevano verso il pavimento della stanza.

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    Le orecchie venivano continuamente assaltate dallo stesso tipo di suono, labbra che schioccano tra di loro, respiri che si fanno a tratti più pesanti e tratti più esitanti, nel caso si andassero a toccare dei punti più delicati, con loro che si ritrovavano a trattenere il fiato per esaltare al massimo quelle sensazioni. Infatti più di una volta ai tocchi di lei lungo le cicatrici che solcavano il suo corpo si era trovato a trattenere il fiato, lasciando che i suoi muscoli si tendessero fino allo spasmo causando dei piccoli tremori che però si presentavano con frequenza sempre maggiore e coinvolgevano ogni parte del suo corpo. SI ritrovò con il fiato corto ad ogni bacio che la ragazza gli stava lasciando addosso, ritrovandosi a guardarla dal basso in quel frangente in cui lo sovrastava viste le posizioni che entrambi avevano assunto sul letto nella casa materna dove si trovavano per passare quella breve vacanza dopo gli eventi di inizio anno. Spasmi e brividi di piacere gli partivano dal basso ventre dove la lemure non aveva mai smesso di dargli attenzioni con la mano, causando la completa sua completa erezione e anche di più con un "doloroso" piacere pregno di anticipazione per quello che sarebbe accaduto da li a qualche attimo probabilmente, ma nel mentre si sentiva così carico da essere teso fino allo spasmo. E d'un tratto, riaprendo gli occhi non la vide più, ma il tocco umido delle labbra e della lingua di lei sul proprio corpo lo fecero sussultare e la bocca si schiuse per rilasciare un gemito sentito e di sorpresa, costringendosi poco dopo a tirare il collo verso l'alto per poter far rientrare la figura quasi completamente nuda della lemure nel proprio campo visivo e non sapeva se l'altra lo stesse guardando o meno, ma non riuscì ad evitare di mordersi il labbro inferiore con ansia visto il tragitto intrapreso dall'altra.
    Man mano che lei scendeva, sotto i suoi tocchi il corpo vibrava e si tendeva, come una serie di onde che si infrangono le une con le altre, accumulandosi e crescendo sempre di più, allo stesso modo le stimolazioni date dai tocchi delicati delle sue mani, insieme a quelli umidi della lingua della lemure stavano facendo crescere nel suo corpo un piacere che alla fine avrebbe necessitato di una valvola di sfogo. Quasi in automatico, man mano che Amachi scendeva verso il basso, lui facendo perno in un primo momento su i gomiti che poggiavano sul materasso, si inarcò in avanti con il busto, facendo contrarre gli addominali a più riprese, esponendoli ed esponendosi per quanto possibile ancora di più rispetto a prima, avido di quelle sue attenzioni. Un pò alla volta le sue mani si andarono a puntellare sul lenzuolo poco più dietro dei fianchi e questo si permise di assumere una posizione quasi seduta, con le iridi violacee che non si staccarono nemmeno per un attimo dalla figura della ragazza, con la gola e la bocca che ad ogni attimo che passava, ad ogni sospiro, ad ogni ansimo, diventavano sempre più secche, costringendolo in più di un'occasione ad inghiottire un nocciolo di saliva nel tentativo, vano, di controllarsi. Ma quella era una di quelle occasioni dove controllarsi secondo i suoi altissimi standard, non era il caso. E facendo leva proprio sulle mani e sulle braccia, si sollevò di poco dal materasso per dare possibilità all'altra di abbassare i suoi boxer, finendo per liberare finalmente il membro stimolato e stuzzicato fino a quel momento ma costretto dal tessuto. Il primo contatto con le sue soffici e delicate labbra lo fece trasalire, le mani si aggrapparono al lenzuolo torcendolo e sollevandolo dal suo luogo di origine, le gambe si tesero in avanti, così come i piedi, in quello spasmo di piacere intenso ed improvviso e la testa ricadde all'indietro per qualche attimo, lasciando che la chioma di capelli argentei dondolasse parallela alla sua schiena. Dato che le attenzioni non si fermarono, anzi andarono ad aumentare, si ritrovò più volte con il fiato spezzato da profondi sospiri, ma cercò di risollevare il capo, per poter cercare con lo sguardo il volto di lei, la mancina si staccò quasi a fatica dal materasso e si allungò verso il suo volto, cercando di accarezzarla lungo la guancia dal basso verso l'alto e viceversa per un paio di volte. Non aveva intenzione di interromperla in nessun modo, nemmeno a parole, ma cercò di farle sentire il suo apprezzamento, non solo attraverso le vibrazioni di piacere che percorrevano il membro con maggiore frequenza, ma anche in maniera più diretta, facendo risalire la mano dalla sua guancia verso l'alto, tra i capelli di lei, cercando di farvi scivolare le dita, facendosi poco a poco strada fino all'orecchio sinistro di lei. Ne sfiorò la base con le dita un paio di volte, per poi sporgersi un pochino in avanti verso di lei, mentre il pollice carezzava con il polpastrello l'interno dell'orecchio di lei mentre le restanti dita dalla parte opposta si muovevano lentamente per carezzare e grattare dolcemente il retro dello stesso, in quella sorta di grattini, sperando di non disturbare o infastidire la ragazza. Un altro nocciolo di saliva venne ingerito durante il processo, la schiena si inarcò in avanti leggermente quando la sua lingua andò a lasciare una scia sul suo membro, facendogli esporre in avanti addominali e pettorali, mentre con le gambe cercava di carezzare allo stesso modo il corpo di Amachi. Le tibie e i polpacci provavano con quanta più delicatezza e complicità a strusciare contro le gambe toniche e morbide di lei, mentre con il dorso del piede di tanto in tanto provava a lasciare una carezza anche alla parte inferiore delle sue natiche, godendosi quei momenti e lasciando che fosse la stessa lemure a decidere quando fosse abbastanza per fare il passo successivo.

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    Sembrava che il tempo si fosse fermato in quella stanza, dove i due amanti si scambiavano effusioni amorose e si avvinghiavano l’uno con l’altra per consumare la loro passione. Amachi al momento era scivolata lentamente verso il basso, finì infatti in ginocchio tra i piedi di lui, a terra, con il busto sollevato e le mani intente a toccar nell’intimità del compagno. La bocca, anch’essa impegnata sul sesso maschile, incominciò a leccare e suggere l’asta del ragazzo, faceva sparire nella propria cavitò orale gran parte del suo membro turgido, mentre la mano destra si era appoggiata sulla base di esso per aiutarlo a sostenerlo. La mano sinistra cercò di approfittare del corpo di lui che si era issato sulle braccia, infatti con le dita ruvide incominciò a carezzare la sua coscia e pian, piano risaliva verso il suo addome per toccarne i muscoli.
    Gli occhi della donna lemure si erano chiusi fino ad ora, ma ad un certo punto, quando le labbra si strinsero sul glande di lui, scoprì con le palpebre le iridi gialle e con le sclera completamente nere e puntò le pupille in alto, verso il volto di lui. Emetteva qualche verso di risucchio e lappatina, ogni tanto si staccava per spostare la testa e ricominciare a leccare ed inumidire l’asta venosa dell’eroe. La coda lentamente alzava ed abbassava la punta che batteva silenziosa sul pavimento, mentre il piede di lui si avvicinò proprio all’attaccatura di essa e ne toccò i glutei che erano sottostanti alla lunga appendice ad anelli. Drizzò la spina dorsale a quel tocco inaspettato, mentre la mano destra scese lentamente ed andò a massaggiare i testicoli del ragazzo. Lo stava cercando di “coccolare” a modo suo.
    Trascorrevano i minuti, ma a lei non importava. Voleva solo far stare bene l’altro e comunque, anche per la stessa mutant, quel rapporto orale che stava eseguendo su di lui era qualcosa di intrigante ed eccitante. Le cosce erano strette tra loro ed il sesso femminile era già pronto ed eccitato per poter proseguire quel rapporto amoroso con Darius.
    Ad un certo punto con lo sguardo catturò le espressioni di lui, sembrava piacergli quel gioco orale, tant’è che le sfuggì un lieve sorriso. Si staccò lentamente dalla punta della sua intimità e la linguetta che si stava ritraendo aveva un filo di saliva che collegava la punta del suo glande al proprio labbro inferiore nero. Si allontanò con la testa e si leccò le labbra, così terminò quel filo che univa i due ancora. Le mani le cercò di porre sulle cosce di lui, mentre la lemure rimase bassa e seduta sui propri talloni. Gli occhi ampi, dal particolare colore, si erano messi a fissare il volto di lui e con quel leggero sorrisino stampato in voltò, andò a cercare di sollevarsi in eretta postura. Distese le toniche gambe e fece leva sui piedi, così si mise in piedi davanti a lui, nuda oramai, con gli occhi che brillavano di emozioni che si scontravano tra di loro dentro il proprio animo.. Imbarazzo, amore, desiderio, paura.. Ancora quella storia tra loro le sembrava una cosa “strana”, ma in positivo. Erano sensazioni fantastiche, ma essendo per lei un mondo inesplorato le sembrava tutto così confusionario ed alle volte le scaturiva timore.
    Sollevò le orecchie pellicciose di qualche grado, mentre il musetto era tenuto lievemente inclinato in basso, ma con gli occhi che erano puntati sul viso di lui. Si mordicchiò il labbro inferiore, mentre la coda saettò nell’aria alle proprie spalle. Sospirò, mentre le mani si poserò rigide e ferme lungo le proprie cosce grigiastre:
    «Non ti ho fatto male, vero?»
    Cercò di assicurarsi che tutto era stato perfetto o quasi, mentre cadeva l’occhio sull’intimità di lui, ma per poco… Era timida, non dimenticatelo, ma la curiosità di osservare il suo sesso rigido era così forte. Eppure lo aveva già visto altre volte, ma forse non ci aveva fatto ancora l’abitudine.

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    Probabilmente neanche i suoi allenamenti che erano quasi sempre al limite dell'umano e del sopportabile, aveva trovato così tanta difficoltà a rimanere concentrato e soprattutto a respirare. Di fatti i suoi pettorali, ormai diventati lucidi per via di una leggera patina di sudore che ricopriva praticamente tutto il suo corpo, si alzavano e abbassavano con un ritmo sempre maggiore e a volte anche irregolare dato che si ritrovava a trattenere il fiato per cercare di prolungare ed estendere al massimo le sensazioni e gli stimoli che nel frattempo la compagna gli stava donando in quella maniera così passionale ed intima. Qualche goccia di sudore, scorreva in maniera abbastanza visibile lungo la sua gola, scivolando oltre i suoi pettorali e apprestandosi a percorrere anche gli addominali, scolpiti dai duri allenamenti e che venivano accarezzati dalle dita ruvide dell'altra che ne poteva sentire e percepire ogni minima vibrazione, il calore e l'intensità con cui venivano tesi ed esposti, non solo per tenere quella posizione ma anche per "mostrarsi" e offrirsi ad Amachi.
    Sentire ogni volta le sue labbra morbide, la bocca calda e la lingua umida lambire la sua carne tesa e sensibile gli fa socchiudere in maniera quasi totale gli occhi, per permettere ai propri sensi si focalizzarsi al meglio su quelle sensazioni che lo facevano rimanere a bocca aperta, con degli ansimi sempre più marcati ed insistenti che andavano a rendere noto anche per la lemure quanto stesse apprezzando quelle sue attenzioni e di rimando anche il suo membro, vibrando e pulsando per le attenzioni stava iniziando a rilasciare qualche segno di goduria con qualche goccia di liquido pre-seminale dalla sommità dello stesso. Sia per il calore che stava riempiendo la stanza, che per quello che stava emettendo lui, la sua pelle era ormai imperlata di sudore ed in più di un'occasione alcune delle ciocche argentee si andarono ad attaccare al suo collo e alle sue spalle creandogli quel fastidioso senso di appiccicaticcio che lo faceva sbuffare o scuotere il capo a più riprese nel tentativo di liberarsene. Percependo poi il proprio membro venir lasciato dalla bocca di lei con il suono di un ultimo risucchio ed infine di nuovo le labbra e lingua ad inumidire l'asta, si sforza di sollevare il volto che era indirizzato verso il soffitto, per abbassare le iridi violacee fino ad incrociare quelle gialle di lei che lo stavano cercando. Il volto distorto dal piacere, con la pelle lucida, qualche ciocca di capelli attaccata sulla fronte o sulle guance, le labbra dischiuse per inspirare ed espirare meglio l'aria e farle sentire quei gemiti che cercava comunque di controllare almeno a livello di volume. Non le diceva nulla, le sorrideva quasi di rimando quando notava quelle labbra allungate sul volto della lemure, che sembrava compiaciuta nell'essere riuscita a rendere il ragazzo quasi un ammasso di carne tremolante ai suoi occhi nel giro di qualche minuto. Le mani che avevano stretto e sfatto a più riprese il lenzuolo del letto, si vanno a staccare da quell'oggetto di sfogo per poter fronteggiare a propria volta i movimenti della lemure che si era messa in piedi e che sembrava pronta per altro dopo quei piacevolissimi minuti. A momenti non riusciva nemmeno a rispondere a quella domanda di Amachi, un pò per la domanda in se, ma soprattutto per via del lavoro che aveva ricevuto Anf...Anf... Si ritrova a respirare in maniera più affannata mentre le mani dopo essersi sollevate dal letto si avviano in direzione di quelle di lei, per carezzarne i dorsi con i pollici in un gesto leggero e complice, usando il resto delle dita per incitarla a spostare le mani da li in modo che avesse le toniche cosce di lei a completa disposizione. ...Puoi farmi male così...quando e quanto vuoi... Le andò a rispondere in un primo momento in maniera ironica nel tentativo di riprendere fiato lui in primis e far rilassare lei in secondo luogo. Non appena la lemure avesse allontanato le mani dalle cosce, avrebbe cercato di carezzarle approfittando che fosse in piedi, scendendo dai suoi fianchi fino alle sue ginocchia, mentre sporgendosi in avanti con il busto iniziò a baciarla e mordicchiarla delicatamente sul ventre, intorno all'ombelico e la zona costale, alternando appunto baci a morsetti mentre il naso a pieni polmoni andava a respirare l'odore di lei. Tra un bacio ed un morso che le stava cercando di somministrare nella zona addominale e poco più in alto ed in basso le sussurrò ...E' stato bellissimo... Andando così a rispondere in maniera più seria a quella domanda che la lemure stessa gli aveva fatto poco prima prendendosi quella pausa per se ed infatti di rimando il membro andò a vibrare, lucido di saliva, sbattendo contro la parte bassa del suo stesso addome e creando quei ponti di saliva come quello che prima lo collegava alle labbra di Amachi.
    Visto l'impegno e la dedizione dimostrata dalla compagna, cercò di approfittare della posizione e scivolò con le mani lungo i fianchi di lei per provare ad arrivare alle sue natiche per afferrarle, una per mano. Andando poi a fare leva con le braccia, sfruttando non solo la propria prestanza fisica ma anche il fisico tonico dell'altra, per sollevare la giovane da terra, sorreggendola anche con i pollici dietro le cosce mentre le rimanenti dita ruotarono lungo le natiche sode. Lo scopo era ovviamente quello di sollevare il bacino di lei fino all'altezza del proprio volto, lasciando che l'altra potesse ricercare un appoggio dove volesse e come volesse, mentre lui avvicinava il viso al sesso di lei. Questa volta si sarebbe ritrovato lui a guardare lei dal basso verso l'alto, vista la possibile posizione e la testa reclinata all'indietro con la parte inferiore del viso, dal naso in giù a scomparire oltre il bacino di lei; la bocca si dischiuse liberando la lingua che cercò di farsi pian piano strada nelle sue grazie, assaggiando e assaporando ogni centimetro che si sarebbe trovato davanti. Non sapendo quanto sostegno servisse ad Amachi, cercò di spostare solo la mano mancina dalla sua coscia, ma non andò molto lontano, infatti il suo intento era quello di accarezzare o per meglio dire, graffiare dolcemente la natica di lei ed in generale il suo fondoschiena, arrivano con le dita alla sua spina dorsale e poi riscendendo verso la coda, di cui percorrere la circonferenza con fare ben più che lascivo ed infine di nuovo sulla natica che afferra con una salda presa, possessiva, vogliosa, eccitata. Cercò per quanto possibile di non distogliere lo sguardo dall'altra, incollando le proprie iridi violacee al corpo di quella mutant a cui aveva deciso di dedicare e donare tutto se stesso. Proprio a quel pensiero si ritrovò a sospirare potentemente dalle narici, quasi al pari di qualche animale, mentre cercò di aprire ancora di più la bocca per spingersi contro il sesso di lei, per coprirne quanto più possibile con la cavità orale, lasciando il compito in quei frangenti alla lingua di muoversi, alternando delle carezze più lente a delle vere e proprie stoccate in punta di lingua per cercare di stimolare quei punti più sensibili e lontani da raggiungere senza l'ausilio delle mani. Il naso era premuto contro il suo monte di venere, gli occhi socchiusi, inspirava con forza, cercando di usare le mani per spingere di tanto in tanto l'altra contro il proprio viso e la propria bocca.
    Era affamato di lei e tutto quel lavoro di labbra e bocca che Amachi gli aveva donato in precedenza non aveva fatto altro che accrescerne la fame, spingerlo a dimostrarle quanto l'avesse coinvolto e quanto fosse lui pronto a mettersi in gioco a propria volta alla prima occasione utile. Forse era impossibile per la mutant dirlo, ma dallo sguardo, dall'espressione degli occhi stava sorridendo nello stesso modo complice, come aveva fatto lei.

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    Quelle smorfie di piacere e quella patina di sudore che copriva il corpo del ragazzo, erano un chiaro segnale che la situazione si stava scaldando e gli stava piacendo. Amachi aveva donato tutta se stessa per far godere l’altro, ma era solo l’inizio.
    La lemure umanoide adesso era in piedi davanti a lui, con gli occhi che brillavano e guardavano con ardore ,e nello stesso tempo timidezza, il giovane eroe. La linguetta rosea passò tra le fini labbra, mentre il corpo era irrigidito e nudo tra le gambe dell’altro. Le cosce si erano strette tra loro, con le ditina del piede destro che si erano poggiate sulla pavimentazione ed aveva sollevato la pianta e tallone. La coda ondeggiava lenta alle sue spalle, alta, mentre le orecchie erano tenute leggermente inclinate verso il basso. Sospirò profondamente, mentre le mani cercarono di allungarsi verso le sue che si erano poggiate sui fianchi della lemure. Inghiottì un nocciolo di saliva, mentre sentì la secchezza delle fauci che era dovuta alla forte emozione.
    Lui però scese, infatti le mani ruvide e nere persero il contatto, dirigendo queste sulla sua testa che ora era poggiava sul proprio ventre piatto. Lei si era sporta appena in avanti con la pancia, pronunciandola appena per renderlo più comodo a baciarla. Le dita erano andate a cercare di affondare tra le ciocche, argentee ed umide di sudore, con le palpebre che si erano socchiuse. La testa si inclinò appena in avanti per osservarlo dall’alto, mentre le se mani si erano poste dietro le ginocchia della ragazza. Tanti brividi di piacere cominciarono ad investire il corpicino della lemure, infatti ogni tanto tratteneva il respiro e si mordicchiava il labbro inferiore. Sorrise e trasalì quando sentì quei morsetti che le venivano dati tra un bacio e l’altro, quasi le scappava da ridere per il leggero solleticare che le veniva fatto.
    La risposta che le venne data fu davvero breve, ma per lei era una cosa importante sapere se stava procedendo tutto bene o meno. Era contenta di stare con lui in quel momento, in quell’istante, con quel turbinio di sensazioni che sembrava infinito. Tutti i problemi, le ansie, sembravano aver preso una piega, si, piegate e rifilate in un cassetto nel profondo della propria anima. Adesso c’erano solo lei, lui ed il loro piacere e desiderio. Sospirò di nuovo, fin quando non andò a staccare le mani dalla testa di lui nel sentire quella presa che si fece più salda alle proprie natiche. Sgranò gli occhi e percepì che anche l’erezione di lui pulsava ed era poggiata a lei, sulla parte bassa del proprio ventre.
    Non si aspettò quella presa così salda, ma non si sarebbe nemmeno aspettata quello che stava avvenendo dopo: Venne alzata per il bacino, con i piedi che per un momento non avevano più un appoggio. Si era sorpresa, infatti andò a fare un piccolo verso di stizza:
    «Ngh!!»
    E digrignò i denti. Per pochi attimi le mancò il pavimento sotto di se, infatti le gambe si piegarono appena ed andarono a posarsi con le piante sul materasso, proprio ai lati delle gambe di lui. Le mani contemporaneamente si andarono a posare sulle spalle ampie ed umide dell’eroe, così poteva tenersi durante quel momento di sesso orale che questa volta fece lui a lei. Incurvò la schiena in avanti, mentre la testa era inclinata in avanti. Le gambe erano aperte, i muscoli contratti, con quei brividi che la pervadevano sempre di più.
    Sospirò un gemito, mentre la coda frustò l’aria e le mani premevano con le dita sulla carne del ragazzo. Sentiva bene le sue fasce muscolari in tiro, ma anche quella lingua che frustava e bagnava con voglia e dedizione le grandi labbra della ragazza. Lui poteva assaporarne i suoi umori, il suo desiderio che ormai era palese da diversi minuti.
    «Aah..»
    Sussurrò con tremore nella voce, mentre la testa si alzò di qualche grado ed andò a puntare in avanti. Lo faceva lavorare su di lei, senza sosta e lei cercava di lasciarlo fare e tenere ben aperte le gambe per non fargli trovare difficoltà in quello che voleva fare.

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    Come in ogni relazione che poteva vantarsi di tale nome, tutto era un dare e avere, senza però dover mai chiedere all'altra persona qualcosa. Tutti quei gesti, quelle premure, quelle attenzioni facevano parte di un rito che si era venuto a creare in maniera più decisa dal periodo della quarantena e che avevano permesso alla coppia di trovare il loro equilibrio e ritagliarsi il loro spazio all'interno del mondo. Avevano dovuto affrontare una discussione importante, con dei risvolti che sarebbero andati ad incidere sul futuro di entrambi sia presi singolarmente che come coppia e l'accettare le scelte altrui, sostenerle per il suo bene, per lui non erano che mattoni che andavano a sostenere le basi del loro rapporto. Aveva delle idee su cosa sarebbe potuto accadere da li a qualche mese, quando la notizia di Amachi che lasciava la scuola avrebbe raggiunto la terra dei genitori di lei, sarebbero stati giorni duri ma lui doveva essere li per lei, appoggiarla ed esporsi a propria volta se ce ne sarebbe stata occasione. Le attenzioni che si stavano scambiando in quella camera non erano altro che la rappresentazione fisica dei loro sentimenti, che dopo la botta iniziale subita, incassata e metabolizzata riguardante la discussione, stavano ricominciando a ricucire e rinsaldare quei filamenti rossi, del loro rapporto per rafforzarli maggiormente.
    In quello scambio di attenzioni, toccava ora a lui far provare piacere alla compagna, approfittando della eccellente forma fisica per sollevarla e farla mettere in piedi sul letto, lasciandosi andare ad uno sbuffo divertito quando la sente irrigidirsi e mugugnare stizzita o forse spaventata Hai paura che ti faccia volare via? Le andò a domandare sollevando le iridi violacee verso il volto di lei, lasciandole modo di appoggiarsi con le mani sulle spalle in modo da trovare un equilibrio migliore rispetto ad avere i soli piedi poggiati sul materasso. Intanto usava le mani per sorreggerla e darle quell'equilibrio necessario nelle prime fasi di quella nuova posizione, dopo di che andò a passare le mani aperte lungo il retro delle sue cosce, risalendo da dietro le ginocchia della lemure fino alle sue natiche sode, che andò a stringere con entrambe, prima di rilasciare la destra per assestarle un pizzicotto come faceva a casa di tanto in tanto mentre la lemure era intenta a cucinare, cantare o guardare qualcosa al computer. Anche se non poteva vederla, data la posizione, riusciva a percepire le frustate che questa stava eseguendo con abbastanza facilità, un chiaro segno di apprezzamento che veniva rafforzato dai gemiti e dai sospiri che l'altra aveva iniziato ad emettere, in concomitanza con quel dolce sapore che poteva sentire chiaramente provenire dalle sue labbra, inferiori. Con la lingua infatti la cercava, provava a farsi largo, ogni tanto la punzecchiava e per riprendere fiato di tanto in tanto smetteva di lapparla per andare a mordicchiarla sull'interno coscia in maniera giocosa. Si prese i suoi tempi per poter dare piacere alla compagna, senza fretta, con quella calma, che forse per chi stava dall'altra parte poteva sembrare snervante, ma voleva assicurarsi chela giovane potesse sentire dentro di se quel piacere continuare ad aumentare ed aumentare, fino a quando con un ultimo colpo di lingua che partì dalla parte bassa tra le natiche di lei fino ad arrivare al suo monte di venere, per poi strofinare il naso contro la pelliccia del suo ventre, socchiudendo gli occhi e godendosi quelle prese con le dita che la giovane aveva applicato sulle spalle per reggersi in quella posizione, sollevando lo guardo in attesa di incrociare lo sguardo di lei.
    Cercò di decifrarne lo sguardo, mentre con fare malizioso andava a passarsi la lingua sulle labbra per raccogliere eventuali residui che la giovane lemure gli aveva lasciato sul volto per via del sesso orale degli ultimi minuti Sweety.... Un nomignolo dolcioso, forse o forse un riferimento a quanto aveva raccolto con la propria lingua. Andò quindi a spostare la mani, facendole risalire lungo i fianchi della giovane e poi verso il suo costato per poter avere una presa un pò più salda e quindi muoverla verso il basso, cercando quindi accompagnarla verso il proprio bacino, dove la sua erezione era ancora presente. Tentò di non staccare lo sguardo da quello di lei, facendo in modo che il volto della giovane alla fine potesse arrivare all'altezza del proprio Sei bellissima... Le andò a sussurrare, cercando quindi di spingersi con il volto verso quello di lei, per cercarne le labbra per potersi lanciare in un bacio lento e profondo, che avrebbe dovuto accompagnare la penetrazione, un momento che entrambi i corpi stavano ormai agognando. Non voleva accelerare proprio in quel momento, sia per godersi l'attimo in cui i due corpi si sarebbero uniti in maniera così intima, sia per dare modo all'altra di potersi abituare all'intrusione. Ora non gli restava che aspettare che l'altra si fosse abituata per poter cominciare a muoversi in modo da accompagnare il ritmo che la lemure avrebbe scelto, in modo che fosse ancora lei ad avere il controllo e guidare entrambi in quel momento di massimo piacere.

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    Sembrava non riuscire mai ad abituarsi a tali attenzioni. Erano così intense, forse essendo alle prime esperienze ancora non aveva sperimentato in pieno tutte le mille sfaccettature che poteva regalare il sesso.
    Amachi era ancora in piedi sul letto, con i piedi scuri e nudi che erano poggiati sul materasso, proprio ai lati dell’esterno coscia delle gambe di lui. Stava a gambe aperte, le mani aggrappate alle spalle e testa del ragazzo, mentre la schiena era ricurva in avanti come se volesse cingere l’altro in una specie di guscio protettivo. Ansimava,il corpo a tratti vibrava di piacere, soprattutto le gambe le tremavano dalle scosse di piacere e bollenti che partivano proprio dall’intimità ora violata con la bocca dell’eroe. Le dita affondavano sulla pelle umida di sudore di lui, mentre il volto della donna lemure era concentrato e godeva nel farsi “torturare” il suo fiore con quei colpi di lingua e succhiotti.
    Le mani dell’altro erano ben salde sul corpo della ragazza, con le sue dita che affondavano nella pelliccia folta e corta color grigio, con qualche piccola sfumatura di bianco. La coda ad anelli ondeggiava dietro di se, spesso frustava l’aria in segno di forti emozioni che la stavano stringendo in una salda morsa nel suo corpo ed animo.
    Sospirò, proprio quando l’altro staccò la bocca dalle proprie grandi labbra, mentre lei schiuse gli occhi per metà e cercò di guardare in avanti in un punto indefinito. Stava cercando di ritornare cosciente, riprendere in mano le idee e non essere completamente stordita dalle sensazioni piacevoli che l’altro le stava donando.
    Sentì poi che le sue mani fecero pressione e con delicatezza cercarono di accompagnare la ragazza a piegarsi sulle gambe. Non fu difficile in quell’atto, perché lei andò a flettere le ginocchia e subito dopo le posizionò sul letto, mentre il busto scendeva e si portava alla stessa altezza di quello dell’eroe. Sentì da subito l’erezione dell’altro che si posò, ma forse era meglio dire che cercò di entrare in lei, proprio sul sesso umido della ragazza. Lei trasalì appena e cercò di scostare indietro il bacino per far scivolare il glande gonfio sullo spacco della propria intimità, così da non farlo entrare al momento. Lei si strinse nelle spalle, mentre le mani si erano mosse per posarsi sui pettorali di Darius. Le orecchie si sollevarono di qualche grado, mentre gli occhi neri e gialli si erano posti su quelli violacei dell’altro:
    «Aspetta…Prendi questo.»
    Disse lei sottovoce, mentre la coda si andò a muovere per cercare di superare i due corpi nudi e posò la punta proprio poco dietro il ragazzo dai capelli argentei. Cercò di spostare qualcosa sul letto, un oggetto piccolo e quadrato che aveva messo lo stesso Darius sul letto qualche minuto prima. Appena lo avvicinò, cercò di far scivolare la mano destra da sotto il braccio sinistro di lui, contemporaneamente la coda si riportò alle spalle di lei ed in fine cercò di raccogliere quello che si era avvicinata. La confezione era poco spessa, ma ben sigillata e di una plastica massiccia. Da sotto quell’incarto si poteva scorgere un contorno circolare, infatti era un nuovo profilattico nuovo, nuovo da utilizzare. Sorrise appena, con timidezza, mentre portò quella protezione davanti ai loro volti e la teneva tra indice e medio, infatti la stava porgendo a lui per poter vestire il suo membro eccitato:
    «Non voglio rischiare… Lo sai…»
    Non era pronta a fare sesso senza precauzioni. Aveva il terrore che potesse andare qualcosa male e lei rischiasse di rimanere incinta.

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    Ogni volta era la stessa cosa, quando si trovava in momenti di particolare intimità insieme alla sua ragazza non poteva far altro che pensare a quando fosse dolce, un esserino da dover proteggere e accompagnare in ogni passo che facevano, non perchè lei non fosse in grado di stare sulle sue gambe da sola, ma perchè il desiderio, la voglia, l'amore che provava per lei era tale che non gli faceva pesare nulla nei gesti e nelle parole, in modo che potesse godersi ogni attimo passato insieme a lei come una nuova emozionante prima volta, che si ripeteva.
    Come in quel momento in cui se ne stava seduto sul letto, a casa di sua madre, a cercare di dare piacere tramite sesso orale alla lemure, tenendosi a lei e sorreggendola a propria volta per fare in modo che lei non dovesse preoccuparsi di null'altro se non di godersi quel momento. I suoi fremiti, i suoi respiri accelerati erano tutti segni che lei si stava lasciando andare e per questo non doveva far altro che continuare lungo quella strada, impegnandosi al massimo delle proprie capacità per fare in modo che lei potesse provare quelle sensazioni incredibili e stamparle nella propria mente e nel proprio cuore. Una volta terminato il rapporto orale, per preparare Amachi non solo mentalmente, ma anche fisicamente, a quello che sarebbe avvenuto dopo, cercò di accompagnarla per farla sedere sul proprio bacino, in modo da averla frontale e quando il sesso umido di lei andò a strusciare contro il proprio, teso e puntato verso l'alto, non riuscì a trattenere a propria volta un gemito di piacere, con un brivido che gli percorse la schiena facendolo vibrare interamente. Ma il movimento successivo di lei, quell'allontanarsi per evitare la penetrazione rese la parte finale di quel gemito una specie di verso di fastidio e frustrazione, come quando si toglie una caramella ad un bambino. Si ritrovò poi a godersi il calore del corpo dell'altra che seduta su di lui, con le mani della lemure poggiate sul petto, guardandola direttamente in quegli occhi gialli che l'avevano colpito fin dal primo momento in cui si erano incontrati al Salem. Istintivamente al movimento della coda ad anelli dell'altra, un'altra parte che particolarmente adorava di lei, ne seguì la direzione con lo sguardo, fino a quando l'altra non andò a raccogliere da sopra le coperte quello che era un profilattico che aveva lasciato indietro qualche minuto prima. Hmm...Scusa, mi ero fatto prendere dal momento Le andò a dire, passandosi poi la lingua sulle labbra per raccogliere quello che era rimasto li dei succhi del piacere di lei, gustandosi quel suo sapore così intimo e delicato. Con la mano sinistra andò a raccogliere quella monoconfezione, portandola poi in direzione del viso in modo tale che potesse afferrarne uno spigolo tra i denti per poi aprire, lungo la linguetta presente li, l'involucro. L'altra mano, quella destra che nel mentre era rimasta accarezzare la rotondità del di dietro di lei, andò ad abbandonare quel piacevole passatempo per poter raggiungere poi la gemella ed insieme tirare fuori quel cappuccio di colore rosaceo, che venne poi successivamente indirizzato verso la propria intimità e srotolato su di essa, in modo da coprirla interamente ed impedire che ci fossero delle note conseguenze dal loro atto.
    Sarebbero solamente belli come te...E fortunati ad averti Le andrebbe a rispondere a quella sua frase, un qualcosa di detto di getto, mentre finiva di sistemarsi il profilattico, finendo poi per mordersi la lingua prima e il labbro inferiore in un secondo momento, realizzando quanto appena detto. Risollevando lo sguardo violaceo in direzione del volto di lei si affrettò ad aggiungere N-non è che stessi implicitamente dicendo di farlo senza o...M-mettendoti pressione Un pò preoccupato che quella frase, del tutto sincera e a cui credeva fermamente, potesse in qualche modo dare fastidio alla compagna o peggio rovinarle la serata. Una volta sistemato il profilattico e assicuratosi di essere in posizione, cercò di allungare la mano destra dietro la nuca di lei, dopo averle dato ovviamente la possibilità di rispondere a quanto detto in precedenza, per poi cercare di intrecciare con Amachi un nuovo bacio, quasi a voler scaricare quella tensione che si era autoportato addosso per quanto detto. La mancina invece scenderebbe in direzione della sua natica per cercare di afferrarla ed eventualmente aiutare la lemure a sospingersi su di lui, per compiere quell'atto che ormai era alle porte.
    Unirsi con lei in quel rapporto era qualcosa che andava bene oltre i semplici stimoli e piaceri che si potevano riferire a reazioni prettamente fisiche, era qualcosa di più. Qualcosa che andava a toccare la parte più profonda della sua anima e che gli permetteva di entrare in contatto con quella della lemure, intrecciandole e potendo così rinascere come una cosa sola. Quella sarebbe stata una delle notti che sicuramente non avrebbe mai dimenticato, non solo per i discorsi e le diverse opinioni che i due avevano, ma soprattutto per come erano riusciti ad andare oltre, mettendo al primo posto loro e la loro relazione al di sopra di tutto e tutti. Stare insieme era l'unica cosa che contava in quel momento e non c'era nulla che potesse impedirlo.

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    Faccio le mie più sentite scuse a Farnia_Play per il tempo impiegato per dare questa risposta. :heart:
     
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    Henlo,
    molto dolce, ma mi duole sottolineare che ci sono diversi ritardi e non tutti sono stati segnalati - perlomeno non in maniera esplicita - per non parlare della fine sfortunatamente troncata. D'altro canto avete diversi bonus (primo fra tutti quello per il numero di post) quindi non mi sento troppo in colpa a levarvi qualcosina dall'exp base :zizi:

    Amachi: +45exp +25exp
    Darius: +45exp +25exp +75exp (bonus livello)

    Chiudo!
     
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25 replies since 4/2/2021, 22:57   555 views
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