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SQ -- Hisoka Morow...? (Stan)

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    Hisoka Morow ...?
    Uscito dal fogliame degli alberi non vi era più alcuno scudo tra la luna e l'uomo incappucciato. Era una nottata particolarmente "illuminata" dagli astri, ma finché non raggiunse quello spiazzo dovette orientarsi nell'oscurità, guidato soltanto dalla torcia di un telefono che non avrebbe potuto permettersi con i propri fondi. Grazie ancora, Akahito.

    Coperto da testa a piedi in nero, Hisoka quasi si mimetizzava nel buio. Le luci notturne invece evidenziavano tutto ciò che lo rendeva diverso dal solito. Da ciò che ci si aspetterebbe del Jester. Come l'espressione seria, il capo nascosto, la felpa e i pantaloni lunghi che proteggevano dai morsi del freddo. Persino gli accessori erano diversi. Una cassa tra le braccia, uno zaino appeso dietro la schiena.

    La cassetta per il momento era vuota, le braccia avevano fatto miglioramenti, ma non abbastanza da reggere neppure l'esiguo peso che avrebbe dovuto contenere. Era più saggio tenere tutto in spalla per il viaggio al fiume. A dir il vero soltanto sorreggere quel contenitore di legno gli dava fatica... Ma non ci aveva fatto caso, durante tutta la camminata. I suoi pensieri erano altrove.

    Vigilanti.

    Villain che non accettano di esserlo. O che ne prendono atto, ma si sentono in dovere di ritagliarsi una categoria a parte. Dopotutto i Villain sono "il male", loro invece fanno "il bene". Una separazione netta quanto semplicistica. Un serial killer convinto di star aiutando la popolazione uccidendo vecchi e disabili di certo vedrebbe le sue azioni nel giusto. Ma sarebbe gettato in cella e additato come Villain, indubbiamente.

    Un Vigilante è tale quando materializza il volere del popolo, quindi. Arrivano dove la società vorrebbe ma non può, sporcandosi le mani al posto dei codardi che li incarcererebbero comunque per mantenere un presunto ordine. In questo caso – allora – i Vigilanti sono cani del Governo? Coloro a cui è permesso popolare le ombre finché impediscono a queste di avanzare ulteriormente?

    È una posizione coraggiosa? O terribilmente patetica? Sono individui che non hanno la stoffa per operare alla luce del sole, la loro vita è composta di compromessi e mezze misure. Eppure potrebbero anche possedere un'individualità tale da non integrarsi al sistema, preferivano una via alternativa. Doveva supporre dipendesse dall'individuo.

    E ora avrebbe dovuto unirsi a loro?

    Poggiò la cassa sul letto d'erba, poco distante dallo scorrere tranquillo del fiume. Fece lo stesso per la sacca, anche se non era la cosa più semplice togliersela, per la poca mobilità e forza degli arti.

    Il posto scelto era parecchio lontano dalle zone abitate. Nessuno l'avrebbe disturbato. E soprattutto da lì in poi l'acqua sarebbe stata affiancata da parecchie erbe fresche, pochi alberi... Voleva evitare una situazione come al Parco di Ueno.

    Dopo quella notte... Cos'avrebbe fatto? Poteva passare da essere un noto malvivente a combattere lo stesso crimine di cui faceva parte? Bastava semplicemente deciderlo? Premere l'interruttore, cambiare binario, e d'un tratto era dalla parte della "Giustizia"?

    Cosa diamine era la Giustizia, in ogni caso.

    "Punire i criminali", magari. Se non poteva proseguire a fare le sue solite cose, doveva incanalare la propria sete di sfide soltanto sui malviventi. Sicuro Akahito aveva in mente qualcosa del genere. Bastava seriamente così poco?

    Prima sceglieva di non uccidere, se poteva, non voleva estinguere il potenziale che qualcuno tornasse ad offrirgli una sfida ancor più entusiasmante. Togliendo il proprio focus da tali svaghi... La soluzione più efficiente era di certo l'omicidio.

    Eliminare chiunque avesse la fedina penale sporca, appendere i loro corpi esanimi in piazza per scoraggiare chiunque altro a imitarli. Costruire un Paradiso a Tokyo lavando le strade con il sangue dello sporco. Il problema dei Vigilanti era – come per quasi tutti – la loro umanità. Erano ciechi alle possibilità che si lasciavano scappare, sotto l'influenza dei loro valori morali.

    Hisoka aveva il potenziale per essere il Vigilante migliore di tutti i tempi.

    Era quasi nostalgico passarsi tra le dita quegli abiti. Per chi era abituato a indossarli ogni singolo giorno, i mesi fuori da essi sembravano più anni. Ma gli avevano anche dato conferma non servissero. Erano il costume di un uomo troppo debole per mostrare al mondo chi fosse, e che per quella paura ci aveva rimesso la vita.

    Travasò da zaino a cassa non solo mezzi-busti e pantaloni, ma anche le scarpe, le boccette e i pennelli per il trucco, il gel per capelli, gli orecchini. Tutto. Certe superstizioni dicevano ai morti sarebbero serviti i loro affetti personali nell'aldilà. Il deceduto che andava ad onorare avrebbe apprezzato l'offerta.

    Peccato solo che il suo omicida fosse ancora a piede libero. Si meriterebbero due lapidi gemelle. Hayato era il primo tra i criminali che avrebbe ucciso da Vigilante...

    Punire i criminali.

    Sistemare i criminali.

    Uccidere i criminali.

    Ormai "criminali" gli sembrava una categorizzazione piuttosto che uno stile di vita. Era quello il mindset di un Giustiziero? Dopo un po' che pensi a loro e non come loro, sembrano un tipo di esseri umani diverso. Che va estirpato, perché il male è nella loro natura.

    Odiava Hayato.

    Lo odiava.

    ...Ma era stato lui a crearlo. Le sue manipolazioni, le sue menzogne, avevano fomentato e alimentato le parti peggiori di un animo così instabile come il suo. Avrebbe potuto salvarlo da quell'oscurità, fosse andata diversamente la loro relazione? No, lui no. Il problema non può essere la soluzione.

    Magari Shinjiro avrebbe avuto una possibilità, però. Prima che tutto andasse in fiamme.

    Una speranza.

    La stessa che Hisoka ebbe la fortuna di ottenere. Da Morrigan, da Akahito, persino da Valerio. In un modo o nell'altro tutti gli avevano dato una seconda e terza e quarta chance. E lui aveva tenuto la testaccia dura, fino all'ultimo. Se si fossero arresi ora non sarebbero soltanto i vestiti da Giullare a giacere in una cassa di legno.

    A quest'ultima diede una spinta col piede, ed essa scivolò pacifica nelle acque, rassegnata alle correnti che la presero in carico. Il mago la osservò esser trasportata dal fiume. Lentamente. Con tranquillità. In piena opposizione allo stato d'animo di chi l'aveva condannata a quel viaggio, colmo di dubbi e incertezze.

    Quanti al mondo erano come lui e Hayato? Individui alla deriva a cui sarebbe bastata una spinta abbastanza forte per cementarsi da una parte o dall'altra. Per loro non c'era posto o comprensione, non c'era tolleranza, non vi erano diritti. Che avessi appena superato la soglia dell'illegalità o ci avessi fatto casa, il martello della "giustizia" non faceva domande prima di schiacciarti.

    Odiava gli Hero in particolare.

    Si mostravano Paladini del diritto, rispetto, perdono, compassione... Finché non fai un passo falso. Poi diventi un rifiuto. Un pericolo per la società. Un mostro senza speranza da gettare in pasto a un sistema giudiziario che mira soltanto a farti soffrire come pena ai tuoi peccati.

    Conformati, o accetta le conseguenze d'essere subumano.

    Fanculo il bene e il male. E fanculo Akahito che pretendeva li riconoscesse e ne prendesse riferimento (con affetto, ovviamente).

    Tutti sono i protagonisti della loro storia e vivono facendo ciò che devono. O perché bloccati in una determinata circostanza, o perché li rende felici. Chi interpreta la parte del malvagio non lo è di natura, vivono semplicemente in una società inconciliabile ai loro bisogni. Un mondo che tenta ogni strada per opprimere certi desideri.

    Non è un conflitto che ambo fazione può vincere... Una volta Hisoka avrebbe incoraggiato il caos fiammeggiante di quella battaglia, quando si sentiva una terza parte neutra. Di recente aveva capito di non esserlo mai stato. Addirittura teneva un piede in entrambi i mondi.

    Per questo comprendeva i Villain. Dove altri vedevano bestie, lui vedeva persone degne di ciò che andavano ad inseguire. Perché lui stesso era stato guardato come un mostro, e salvato da chi riconosceva di più.

    Giustizia non è punire criminali... È aiutarli. Riabilitarli.

    Non erano "criminali", ma "persone che hanno commesso crimini".

    Fissava la bottigliette di Sakè. Quel Sakè. Lo stesso che quasi l'aveva mandato in coma. Distillato personalmente dal suo primo amico, e più acerrimo nemico. Conservato in frigo per tutto quel tempo, non aveva mai avuto interesse nel berlo e gli mancava la convinzione per disfarsene.

    Stappandolo l'odore penetrante lo riportò alla cena con Hayato. E odiava tornare lì. Pensare che una volta era una delle sue memorie più preziose... Avrebbe dovuto salvare anche il Consigliere? C'era speranza anche per lui? Aveva il diritto di un'altra mano tesa, dopo il suo tradimento?

    Forse per alcuni una redenzione è davvero impossibile.

    Ma come distinguere chi è chi? Per Hisoka c'erano volute novantanove testate prima di guadagnare del sale in zucca, ma altri non si sarebbero rettificati anche dopo una vita intera di tentativi. Voleva dare a tutti l'opportunità che a lui era stata offerta troppo tardi. Farci guadagnare una felicità che nessuno avrebbe potuto rubare.

    Chi se la meritava, però?

    Fazzoletto nella bottiglia, accendino all'altra estremità. La fiamma prese vita. Purtroppo Tainted Love gli offriva il potere di un'esplosione, ma non la loro pirotecnica. Per quella doveva improvvisare.

    Una detonazione disturbò la pace sacra di quel funerale. Il Sakè prese il volo nella sua nuova forma di molotov, diretta in collisione ellittica ai vecchi possedimenti di un Pagliaccio passato a miglior vita. Poteva considerarsi la cannonata di rito prima d'accendere le braci funebri.

    Se gli serviva una sfida, magari proprio individuare chi fosse degno della salvezza poteva riempire il vuoto. Avvicinare qualcuno, comprenderli... E spezzarli. Era l'unico modo di oltrepassare le barriere e toccare la vera essenza di un essere umano. Distruggendo ciò che ci rende chi siamo e sradicando le nostre fondamenta, viene messo a nudo chi possiede il seme della redenzione, e chi è una causa persa.

    Dopotutto, a Hisoka era successo esattamente quello.

    La riva s'illuminò. Luna e stelle il cui potere svaniva d'innanzi l'ultimo bagliore celebrativo del Villain ormai estraneo a quella città. La fiamma avrebbe incenerito ciò che ne esprimeva l'anima lasciandosi dietro solo ceneri e tizzoni. Hisoka Morow veniva cancellato. Al suo posto – simile nelle fattezze e poco altro – avrebbe continuato una persona dalle orme ben diverse.

    I civili e gli innocenti sono pieni zeppi d'aiuto da Eroi e Vigilanti. Anche ai Villain serve qualcuno. Chi ha vissuto la vita intera alla sponda degli Angeli non abbraccerà mai veramente la prospettiva di un Demonio. Per questo lui era qualificato a immergersi negli Inferi senza perdersi.

    Ce l'avrebbe fatta?

    Non aveva nessuno da salvare se lui stesso annegava nelle proprie tentazioni. Era solito spendere ogni minuto della propria esistenza in maniera edonistica, finalizzato al massimo piacere, ad essere appagato. Per la prima volta aveva uno scopo a lungo termine... Un'ambizione più grande di se, che forse l'avrebbe schiacciato.

    Per questo, quando andò ad abbassarsi il cappuccio, sguardo fisso sulla sua vecchia identità che scendeva il fiume, la chioma che ne sbucò brillava di azzurro piuttosto che rosso. Gli avrebbero fatto da rammendo ogni volta che avesse incontrato un riflesso. Era diverso. L'uomo atterrato a Tokyo da Seoul era morto, con lui il suo aspetto, il suo stesso nome, e quell'identità malsana.

    Stava a Gabriel impedire il Clown risorgesse dalle proprie polveri.
    « I know you think I'm a sociopath. "My lovely prey", I'm a cliché. »code ©


    Edited by Stan - 10/2/2021, 01:29
     
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    Letteralmente qualunque pg del forum qualunque cosa gli capiti:
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    Odiava gli Hero in particolare.

    Ahem, stupidaggini a parte mi sembra tutto in ordine.

    Hisoka: +25exp

    Chiudo~
     
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1 replies since 9/2/2021, 21:40   164 views
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