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  1. » JeT
     
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    REN MATSUDA
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    Narrato | « Parlato » | - Pensato - | « Parlato Altrui »



    Balzò come un canguro su ogni colonna creata dalla sua alleata, riuscendo a firmare la condanna per quei freddi gusci robotici, privi d’anima ma che comunque sanno fartela dannare e questo Ren lo sapeva. Lo sapeva perché nella sua testa vi era sempre quella voce martellante e forse vi era anche un leggero pizzico di vendetta in quella “uccisione”. Finalmente si sentì a suo agio, per la prima volta da quando l’esame era iniziato ma non aveva terminato ciò per cui era lì presente. Si ritrovò accovacciato sul balcone del primo piano, dopo aver compiuto un balzo da quelle colonne artificiali. Evocò un sospiro di sollievo, misto a stanchezza ed appagamento, ruotando poi il capo da sinistra verso destra, alternando entrambi i lati una volta ciascuno. Non parve esserci altro nemico, ragion per cui poté iniziare a rialzarsi ma con un ritmo diverso dalle sue reali intenzioni, giacché sentì i muscoli del corpo contraddire il suo volere. Riconobbe il suo essere attuale in una figura sovrana che tuttavia era vittima di una ribellione, proprio da parte del suo popolo che similmente erano i suoi muscoli. Duri e violenti come la vita, rigidi e freddi come gli inverni. Dovette perfino appoggiarsi con la man manca ad un suo ginocchio, provando a drizzarsi e godersi un meritato momento di riposo, sfumato come quando una fiamma viene privata dell’Ossigeno. Ci vollero una quindicina di secondi affinché l’operazione prese il largo, donando infine al ragazzo una visione adesso più completa. Fortuna volle che il suo animo non fu piegato né la sua volontà e prima di ogni cosa, esaminò tutto ciò che era ai suoi piedi, precisamente i resti delle carcasse dei non-umani.

    « Spero ci sia qualcosa di utile... »

    E cercò come un pazzo per riuscire a trovare qualcosa che potesse effettivamente essere utile in quella situazione. Nonostante tutto, Ren era un ragazzo sveglio e sapeva che se non poteva contare sulla sua Unicità doveva affidarsi alle sue doti fisiche. Un tal pensiero pareva più una barzelletta che altro ma purtroppo non aveva né la voglia né il tempo di ridere e gioire. Quindi sarebbe ritornato sui suoi passi una volta compiuta l’analisi del materiale reperibile, portandolo poi con se nel prossimo futuro. Fu solamente quando udì la voce di Aki che smise di ficcanasare fra i resti dei robot, trascinando l’attenzione completamente sulla di lei figura e mostrandole un sorriso degno del miglior quadro pittoresco realizzato al mondo. Aizzò persino il braccio dritto verso il cielo, sventolandolo come fosse una bandiera al cospetto del suo salvatore.

    « SI! Siamo stati grandi! »

    Gli sembrò quasi essere tornato bambino, quando all’epoca aiutava la sua amata sorella a distruggere uno dei tanti e feroci mostri presenti in un classico videogames. Adesso però poteva far veramente la differenza, poiché non si trattava più di un gioco ma di essere proprio il protagonista di quella fantastica avventura e solamente lui sa quanto realmente ha desiderato essere lì presente, toccare la fiamma con le proprie mani, pronto a bruciarsi qualsiasi cosa accada. Infine cala il vento e giunse il momento di ammainare il braccio dritto, annodandolo al suo posto più naturale e ruotando l’intero corpo verso l’angolo posto alla sua sinistra, notando una lunga file di finestre aperte sopra la propria testa, pronte ad essere profanate dal giovane gentiluomo. Tentò di avvicinarsi ad una di esse, trascinando quel suo corpo ormai pesante più di un macigno. Perfino il suo respiro parve iniziare a risentire della stanchezza, mostrandosi goffo e tonfo. Ciò però non gli impedì di procedere ma allungò solamente il tempo con il quale il tutto fu realizzato. Aizzò lo sguardo oltre la finestra, costringendo il suo unico occhio buono ad assicurarsi che nessun pericolo vi fosse all'interno di quella stanza. Nessun pericolo però lo attendeva o almeno non in quella stanza. Quindi provò ad entrarvici, pregando il suo intero corpo d'interrompere il boicottaggio interno che stava per nascere e chiedendogli un ulteriore, e forse, ultimo sforzo. L'intento riuscì e furono le gambe quelle che per prima cercarono un accordo comune, piegandosi quindi al volere del cervello e seguendo alla lettera ogni ordine che quest'ultimo emanava. Esse permisero al giovane Ren di giungere a dalle scale in legno, cui furono salite con un passo tremendamente lento ed accorto, come se non volesse disturbare quella strana quietudine con un drastico scricchiolio. Arrivò in cima appena cucciato sulle ginocchia, tendendo a sporgere l'occhio dritto verso l'ignoto, non prima di aver deglutito le proprie paure.

    - Ostaggio trovato - Pensò quando il suo sguardo si posò su una fanciulla dal crine pallido e con le mani completamente bloccate da una corda ancor più stretta rispetto alla sua voglia di "vivere". L'esaminando, tuttavia, non continuò la sua avanzata ma cercò d'indagare quanto più poteva in quella stanza, giacché - Aki aveva accennato ad un Robot particolarmente forte... - quest'ultimo pensiero surclassò gli altri, piazzandosi al primo posto.

    - Dove sei? -



    | Pro-Hero | #Livello 1 | 15 Anni | © |
    Energia: 005 | Forza: 007 | Quirk: 010 | Agilità: 008
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    Scheda: Ren Matsuda
     
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20 replies since 28/10/2021, 19:35   610 views
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