Add Ren Matsuda

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  1. » JeT
     
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    REN MATSUDA
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    Narrato | « Parlato » | - Pensato - | « Parlato Altrui »



    Laddove la speranza l'aveva condotto, costringendo il suo corpo ad uno sforzo mai provato in vita sua, lì s'abbatté il suo fuoco interiore divampando da ogni poro del suo corpo. Lo slancio appena compiuto nei confronti di un automa ben troppo aggressivo, sia nei modi che nelle forme, poteva coronare un piano elaborato alla bella maniera, umile in tutte le sue sfumature ma poco importava. Tentò di aggrapparsi alla schiena di quel robot, stringendo i denti e sforzando persino l'occhio sinistro che per un attimo parve donargli una vista quanto più stabile possibile. Il tutto durò una frazione di secondo ma fu esattamente il tempo necessario affinché tutto filasse liscio come l'olio, più o meno. Ren Matsuda, che con il suo fisico non avrebbe saputo nemmeno schiacciare una formica, si ritrovò appeso alla schiena dell'automa che, forse a causa dell'effetto sorpresa o perché fosse maggiormente concentrato sull'ostaggio, non poté far altro che essere osservatore della scena provando, nei limiti che il suddetto caso offriva, in tutti i modi possibili a liberarsi del nuovo peso. Ma il giovane ragazzo continuò a stringere con tutto ciò che aveva in corpo, provando a trascinare per terra quel corpo robotico, forse sperando anche nell'aiuto della forza gravitazionale. Cosi fu. Tutto succedette in fretta, tant'é che nemmeno l'esaminando riuscì a capire cosa fosse realmente successo. Ciò che però gli fu chiaro come il sorgere del Sole, fu quella sensazione lasciata dagli artigli di quel mostro. Il battesimo dell'Eroe, un nome davvero carino che potrebbe racchiudere in se l'essenza di quel ruolo, la sua genesi ed il suo futuro. Infondo, per alcuni, il Battesimo è un gran punto di partenza e ciò potrebbe davvero essere paragonabile ad una ferita subita sul campo da un Eroe. Senza essa non puoi definirti tale, perché da esse impari più del dovuto; cerchi di correggere i tuoi errori ripensando a ciò che è successo esattamente, anche se in quel momento la tua mente non ti permette di vedere tutto con lucidità. Qualsiasi umano avrebbe urlato dal dolore ma di forza nel corpo, Ren, non ne aveva nemmeno un goccio. Ma la sua bocca era spalancata, eppure nessun rumore usciva fuori. Urlò, certo, ma nessuno parve riuscire a sentire ciò che aveva da dire. Chiuse gli occhi, visibilmente sofferente, e tutto fu avvolto dalle tenebre.

    - Hoshi... -

    Pensò per un attimo alla sua amata sorella, ricordando il motivo che lo spinse ad intraprendere tal sentiero. Si dice che quando la morte è ormai prossima, la mente tende a vagare nei ricordi passato ma lui, fortunatamente, non era diventato freddo come un cadavere né la sua anima aveva lasciato il suo corpo. Era ancora nel mondo dei vivi, a lottare contro tutto ciò che gli si parava dinanzi. E quando finalmente riuscì ad aprire gli occhi, un mare di gioia e di stupore s'infranse sul suo viso. Incredulo ma felice al tempo stesso, osservava l'albina che un attimo prima era legata, adesso libera di muoversi come più le pareva. Lei che prima sembrava un agnello alla mercé del lupo, diventò una tigre assetata di sangue. I suoi "artigli" aveva fatto si che il corpo dell'automa fosse ridotto a brandelli, ormai incapaci d'incutere terrore.

    « Pr.. prego » Balbettò con voce fin troppo soffice, quasi impercettibile per coloro che erano distanti da lui più di qualche metro. Il suo viso vacillava da una parte all'altra, prima osservando il corpo dell'automa poi quello dell'albina. « ... » Una pausa d'esitazione lo teneva stretto in gola. Non sapeva esattamente in che modo rispondere, giacché aveva faticato davvero tanto per arrivare a quel punto e di certo non voleva fare brutte impressioni. « Più di quello che pensavo.. » Ma alla fine ammise le sue più reali convinzioni, proprio a lei che doveva salvare ma, in qualche modo, sentiva che ad ella poteva parlare « Non credo che sarei riuscito ad arrivare a questo punto se non fosse stato per la tua amica.. forse.. forse non sono ancora pronto ma voglio provarci davvero.. » Respirò profondamente, come a voler accettare la reale questione dei fatti. « Aki » Le rivelò infine il suo nome, mentre iniziò a volare con l'albina tramite un suo oggetto fin troppo tecnologico.

    Arrivò al punto d'estrazione dove ad attenderlo vi era Kathrine, che con uno sguardo degno di una madre apprensiva, si piombò sulla figura del Matsuda, completamente ghiacciando quella dell'albina, come se fra di loro vi fosse qualcosa in sospeso. Ren, stanco e amareggiato per l'evolversi dei fatti, si lasciò cullare dal momento, annuendo alle prima parole dell'Insegnante e lanciando all'albina uno sguardo sorridente, come a volerla ringraziare. Successivamente si ritrovò in una piccola stanzetta, ove avrebbe dovuto sottostare al comando di una certa Miss Plague, medico che, a dire dell'Insegnante, avrebbe potuto curare le sue ferite. Assecondò dunque tutto quello che gli veniva ordinato, silente, provando a calmare il battito del suo cuore che dallo scontro con l'automa non sembrava volersi placare ed ascoltando infine le ultime parole di Kathrine.

    « Tenshi.. » Sorrise nuovamente « Mmh, no perché? Con me è stata.. gentile ma il corpo dell'Automa non può dire lo stesso.. E' riuscita a distruggerlo in pochi secondi.. »

    Avrebbe potuto aggiungere qualche altra descrizione al racconto, elencando ad esempio la freddezza con la quale è riuscita a terminare la vita del robot, ma preferì tenersi tutto per sé, almeno fin quando avrebbe capito qualcosa in più.

    « Perché me lo chiede? »

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    Scheda: Ren Matsuda

    Status: Sonnolenza
     
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20 replies since 28/10/2021, 19:35   610 views
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