Forbidden Friendship

Role | Mirai & Zhen

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    Zhen Lubbock

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    Sembrava essere una semplice ragazzina, forse Zhen non aveva niente di cui preoccuparsi. Poteva essere una brava attrice ma dai suoi gesti e dal suo comportamento faceva intendere che non stava mentendo, probabilmente poteva stare un po' più tranquillo anche perché cosa avrebbe potuto fare se qualcosa fosse andato storto? In quel momento non poteva muoversi in piena libertà, inoltre sarebbe stato costretto a riposare e stare per tutto il tempo in allarme gli avrebbe solo provocato altre paranoie assurde.

    Noi siamo qui per questo, no?
    N-noi?
    Il corvino rimase sorpreso, vedendo la sua giovane età, il suo comportamento e il suo senso del dover avrebbe pensato all’istante che si trattasse di una studentessa che vuole diventare un’eroina. Se n'era uscita in quel modo perchè pensava che lui si trattasse di un eroe? Impossibile, Zhen non aveva mai detto di essere un Hero, anzi, lo aveva rinnegato, quindi quella doveva essere per forza una vigilante; eroi che combattono sotto un velo nero lontani dagli occhi indiscreti. In effetti i Vigilanti avevano più onore degli eroi, a differenza di quest’ultimi loro non combattono in cerca di fama o soldi.
    Zhen rimase in attesa, doveva pensare a come doveva comportarsi. Davanti a lui era presente una persona che combatte per la giustizia mentre lui, al contrario stava nella sfonda opposta, doveva forse ritornare ad essere allarmato? Nah, si trattava pur sempre di una ragazzina innocua.
    All’improvviso la ragazza aveva iniziato a fare strani gesti con le mani senza dire nulla. Era per caso un attacco epilettico? Era un qualche segnale? Stava cercando di effettuare un’arte ninja? Oppure stava cercando di comunicare? Il corvino non conosceva per nulla la lingua dei segni e non ci aveva minimamente pensato che fosse una cosa del genere. Fu solo qualche minuto dopo che tutto diventò più chiaro, una volta finito il suo incoraggiamento sul non rimanere attaccato al passato, di guardare il presente e di non rimanere scosso dalle sue cicatrici.
    S-Sorda?
    Avrebbe ripetuto nonostante indossasse ancora la maschera. La ragazza dai capelli rosa ritornò a parlare della cicatrice e sul fatto che fossero solo loro due e non aveva niente da cui aver paura.
    Sul volto del corvino si formò nuovamente un volto divertito, quella situazione era del tutto bizzarra. Se fino ad ora era riuscita a comunicare con lui significa che in qualche modo riusciva a capirlo, probabilmente gli leggeva le labbra, perciò per tutto il tempo lei aveva gli occhi fissi sulla sua bocca e non se n’era minimamente accorto.
    Direi che non posso fare altrimenti...
    Parlando a se’ stesso. Con la mano destra alzò da sotto la mascherina in modo da scoprire la bocca e parte della sua guancia destra, ma la parte sinistra compresa la cicatrice rimasero nascosti.
    Quindi ora riesci a capire cosa dico, giusto? Mi dispiace per te ma mi ci sono affezionato alla maschera, ormai è diventata un’abitudine indossarla così come coprire la cicatrice. Non ci posso fare niente è qualcosa più forte di me.
    la guardò negli occhi iniziano a parlare un tono scherzo
    Se hai questo problema mi potevi avvisare subito, almeno non ti saresti scaldata così tanto? ahahah
    Riguardo alla sua ultima domanda
    Come ti ho detto non sono nessuno, soltanto uno che voleva fare l’eroe ma che ha miseramente fallito ahahah
    Voleva continuare a celare la sua vera identità, di certo non poteva dire chi fosse davvero, poteva creare non pochi problemi ad entrambi, perciò decise di rimanere sul vago in modo da far rimanere la ragazza col dubbio, e per farle pensare ad altro decise di cambiare discorso.
    Continuando con un tono leggermente più serio
    Mentre tu? Mi vuoi dire per caso che vuoi iniziare con questo brutto hobby? Vuoi aiutare gli altri di nascosto? Sei sicura di questa scelta? Come hai visto non sempre le cose vanno come previsto, potresti imbatterti contro molti nemici, nemici forti, nemici pericolosi, anzi, organizzazioni che cercano di annientare tutto ciò che li intralcia.
    Zhen stava in questo mondo da molti anni ormai, e ancora non era certo di aver preso la strada giusta, ma quando si prende una decisione del genere è sempre difficile tornare indietro alla cosiddetta normalità.
    Sono al corrente che è maleducazione chiederlo ad una signorina, ma quanti anni hai? Sembri essere abbastanza giovane non che lui avesse molti più anni di lei, sembra un discorso fra un anziano e una ragazzina sei ancora in tempo a cambiare idea. Inoltre, ti sconsiglio di andare in giro di notte da sola, questa volta ci sono stato io ad aiutarti e in qualche modo ce la siamo cavata, ma non sfidare troppo la fortuna, ogni tanto fa brutti scherzi.
    Come mai sta cercando di aiutare quella ragazza? Ha davvero paura che si possa trovare in sei guai? Oppure perché le potrebbe succedere di peggio, tipo trovarsi lui davanti quando sta eseguendo gli ordini dell’organizzazione.



    Parametri

    Zhen Lubbock-lvl7
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    Forza 207
    Quirk 160
    Agilità 358
    Stato: sonnolenza (?)

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    MIRAI ISHIGAMI
    «PARLATO » / PENSATO / LINGUAGGIO DEI SEGNI
    Era davvero piacevole quella compagnia ed era un vero e proprio sollievo poter vedere un minimo di colorito sul volto del corvino.
    Il fatto che stesse mangiando con gusto e che aveva instaurato una conversazione senza intoppi o problemi di alcun che prometteva solo bene.
    Quella lenta ripresa, come pensava Mirai, forse non sarebbe stata poi così lenta.
    L'aveva tenuto sott'occhio per tutto quel tempo proprio perché aveva paura che quella roba che aveva in corpo potesse avergli causato danni interni di qualsiasi sorta e di questo aveva davvero paura... Perché in fondo Mirai non era proprio un medico in grado di curare tutte (e dico tutte) le ferite generate dai quirk più disparati.
    Era solo una ragazzina che sapeva sfruttare il suono per accelerare la rigenerazione cellulare localizzata in un punto; il resto era tutto derivato da lezioni di pronto soccorso e aggiornamenti.
    Il fatto che poi avesse parlato senza mostrare smorfie di dolore o senza aver notato gesti o movimenti del corpo che potessero farle insinuare una perdita di voce, raschiore o difficoltà respiratoria di qualche tipo era davvero sinonimo che Zack stesse bene anche se la spossatezza era ancora ben visibile.
    Aveva bisogno di accertarsi che stesse bene al cento per cento prima di aprirgli la porta per farlo uscire di casa, e forse era un bene che avessero un aspetto della vita comune - fare i Vigilantes - in questo modo lei avrebbe potuto fargli tutte le domande che necessitavano risposte e poteva tenerlo su quel divano finchè non avesse recuperato tutte le forze.
    Non era un vero e proprio sequestro di persona, era più che altro l’unico modo che aveva Mirai per non sentirsi in colpa dell’accaduto e ringraziarlo per tutto quello che aveva fatto per lei.
    « Mpf. » ridacchiò leggermente osservandolo tirarsi su nuovamente la maschera « Ti ringrazio. » gli disse stringendosi nelle spalle con un sorriso sincero e di profonda gratitudine mentre mettendo le mani giunte di fronte a sè.
    Nonostante avesse da nascondere tutte quelle cicatrici aveva deciso di mostrare parte delle sue labbra per poter parlare con lei e questo era stato davvero tanto apprezzato dalla ragazzina.
    « S-sì, adesso sì. » balbettò un poco leggendo i movimenti scanditi dalle parole del corvino.
    « Ti capisco, sai? » gli disse poggiando di nuovo i palmi delle mani sulle gambe e muovendo la testa leggermente da un lato « Anche io per tanto tempo ho coperto le mie orecchie perchè… non sopportavo la loro vista, mi faceva venire ansia e mi faceva sentire diversa, inutile e sbagliata. » ammise con una sincerità quasi disarmante.
    In effetti era la prima volta che si apriva così tanto e così di impulso con qualcuno che neanche conosceva. Forse perchè in qualche modo gli ricordava ciò che faceva anche lei un sacco di tempo prima?
    Forse perchè sentiva, o meglio percepiva da quelle parole quel disagio e quel dolore che provava dentro e voleva in qualche modo farlo sentire più a suo agio, fargli capire che in qualche modo non era il solo che aveva quella strana ossessione.
    « … bb…eh….ecco…uufff…scusami. Non volevo. » si scusò per l’atteggiamento che aveva avuto, anche se dal suo punto di vista non sembrava essersi scaldata così tanto « E’ che è stata una nottata parecchio stressante e non ho dormito molto bene… avere poco sonno mi fa essere un po’ più irritabile del normale. Ecco. Scusami. Non volevo. » si massaggiò la nuca, sospirando e se fosse stata una scena ripresa da un mangaka probabilmente si sarebbe vista uscire anche un’animella sconsolata da quel flusso di aria.
    Le parole di Zack sembravano averla colta alla sprovvista come una specie di spillo su un palloncino.
    « Se io sono qui e non sono ancora là fuori. E’ perchè tu sei venuto in mio soccorso e mi hai difesa fino alla fine. » no, non si stava scaldando di nuovo. O forse sì?
    Si impettì e alzò lo sguardo trattenendo quasi il respiro « Se questo non è eroico, non so proprio cosa possa esserlo per te. » sbottò mettendo un grosso punto alla fine della frase, come per sottolineare la serietà di quello che aveva appena affermato.
    Zack riprese in mano il discorso prima che Mirai potesse fermarlo e in qualche modo catturò tutta l’attenzione della giovane rossa i cui occhi ambrati si incollarono alle labbra di lui, lasciandogli finire quel discorso lungo.
    Si sentì vacillare anche se era ancora seduta su quel divano e le sue spalle si afflosciarono così come la sua postura e si ritrovò a buttarsi sullo schienale.
    « Non lo definirei un brutto hobby. » iniziò, ma stavolta senza guardarlo negli occhi, non perchè non volesse vedere altre parole, più forse perchè non voleva essere interrotta.
    « Aiutare le persone non è mai qualcosa di brutto. Chiunque esse siano. E’ vero… le cose non andranno mai sempre a buon fine, e probabilmente ci sono nemici più forti di me e di te a giro. Persone senza scrupoli, criminali e altri ben peggiori. » sembrava tenerci parecchio a questo discorso, sembrava davvero che fosse il suo cuore a parlare e non il suo cervello.
    Non era una cosa razionale, in fondo, uscire di notte per strada a prestare soccorso a chiunque avesse avuto bisogno di lei.
    Non era una cosa razionale per una ragazzina che a mala pena riusciva a difendere sè stessa.
    « Mettere a rischio la mia vita per il bene degli altri, non posso giudicarlo come hobby. E’ più una follia ma…è questa ciò che sono. E’ questo che mi fa sentire viva, che mi fa sentire utile… vedere che puoi fare del bene, che puoi cambiare la vita di chiunque, che sei un faro di speranza. » sussurrò mentre le sue dita scivolavano le une sulle altre per alleggerire la tensione che si accumulava nello stomaco.
    Aver visto Gabriel a Natale, aver visto quel sorriso e quelle lacrime era una sensazione che nessuna cosa al mondo poteva eguagliare se non continuare a fare del bene.
    Lei ci credeva e per un bel po’ di tempo credeva di essere l’unica stupida al mondo a pensare che anche i reietti e i peggiori criminali potevano avere una seconda chance.
    Che lei poteva essere quella chance.
    « Potrei incontrare tante persone pronte a farmi del male, e sicuramente non è facile e non sarà dolorosa questa strada ma sarò felice di compierla… se ciò che sono e ciò diventerò aiuterà altre persone a ritrovare la giusta via, e la luce. » la luce, ovvero il bene, la voglia di tornare a vivere e di riprendersi la vita vera.
    « Se ti dico che non ho paura, mentirei. » continuò tornando a guardarlo negli occhi, dritto nei suoi. Sì, poteva leggerglielo in faccia che aveva una paura fottuta di tutto quello che poteva esserci là fuori « Ma non sarà la paura a fermarmi. » ma la determinazione e il coraggio che si celavano in quel mucchietto puccioso di buoni sentimenti e gioia avrebbe sconfitto anche la più nera delle sue paure.
    « Aogiri. » pronunciò quella parola con freddezza e distacco anche se si poteva vedere sul suo volto quella nota di disprezzo che seguiva quel nome « E’ una delle organizzazioni di cui parli, vero? Mpf. Hai già avuto a che fare con quei brutti ceffi? » chiese rimettendosi a sedere dritta con la schiena e spingendosi verso Zack con le mani come per leggere ancora più attentamente le sue labbra.
    Era stato Akahito a parlargliene alla cena di Natale.
    Ora Mirai era nuova sulla scena e nessuno gli aveva mai detto che doveva tenere un basso profilo, e poi era stato lui a tirare fuori la cosa delle organizzazioni.
    Questo voleva dire che in qualche modo conosceva qualcosa in questo ambito, magari ci si era scontrato, o come lei era solo un sentito dire?
    In fondo, che male poteva fare chiedere a qualcuno del mestiere se conosceva qualcosa in più di quello che lei sapeva?
    Informazioni, del resto, erano sempre utili quando si parlava dell'essere un Vigilantes.
    Gabriel in fondo faceva un tempo parte di quell'organizzazione e il pensiero che l'avessero quasi terminato per chissà quale screzio le metteva i brividi...e poi, smantellarla legalmente era una delle cose che avevano in mente di fare, no? In questo caso, informazioni anche da altri Vigilantes che bazzicavano Tokyo potevano essere molto utili alla causa, anche se ci stava andando col piede di piombo per non esporsi più di quanto non avesse già fatto.
    « Eh? » Mirai rimase interdetta.
    Insomma, chiedere l'età ad una signorina! Che modi!
    « Diciassette, ma vado per i diciotto. Sì sono grande e quasi adulta... » rispose a quella domanda piuttosto impertinente per poi mettere su un broncio e guardarlo torvo dopo quella ramanzina da classico anziano del mestiere che vede l'ultima giovane arrivata solo come carne da macello.
    « Uuuuffff.... Perchè dovrei mollare proprio adesso secondo te? Perchè non sono all'altezza? Perchè una sorda come me è ancora più esposta ai pericoli? Perchè sono una giovane fanciulla? » chiese con una raffica di domande un po' irritata dalla faccenda, anche se a vederla così sembrava più una bambina che stava facendo i capricci dopo che il genitore le aveva chiaramente detto di non fare determinate cose.
    « Sì, forse andare in giro da sola non è il massimo, ma... io sono capace di difendermi! Potevo tenerli tutti quanti quei brutti ceffi, solo che non volevo fare loro del male. » un grosso controsenso ma Mirai era fatta così « E poi ti ho salvato la vita anche io! Non saresti finito bene se non ti avessi portato qui, e forse avresti pure passato dei guai senza il mio aiuto. » in qualche modo sentiva di non essere nel torto.
    Forse il fatto che le avesse detto così per il suo bene la faceva sentire piuttosto inutile e inesperta, cosa che in effetti era.
    Avere spiattellata tutta la cruda realtà e verità non era mai una cosa che andava giù al primo colpo.
    « Sfidare la fortuna è il nostro mestiere, Zack! Noi sfidiamo ogni giorno la sorte per aiutare gli altri! » sbottò portando una mano sul cuore come se stesse mettendo la sua stessa vita sulla bilancia.
    « Questo è quello che siamo, è parte di noi. Ed io l'ho accettato e ho scelto di dedicare la mia vita per dare una seconda chance anche ai criminali che non hanno mai visto una mano tesa verso di loro... questa è ciò che sono. Forse sono inesperta, forse sono una ragazzina ancora giovane ma credo in quello che desidero fare. E credo che là fuori ci sia sempre qualcuno che abbia bisogno di me e non voglio starmene in silenzio a guardare come fanno tanti eroi. Io non sono come loro. Se dovrò sfidare la fortuna, allora lo farò, ogni volta che sarà necessario. » annuì con determinazione prendendolo per mano e stringendogliela - contro la sua stessa volontà - « Se sono così inesperta come credi... allora insegnami ad essere migliore.» ok, il Sensei Mirai ce l'aveva già... ma non poteva essere "quel" tipo di Sensei perchè Ryo Sasaki non era un Vigilantes e se Zack conosceva il mestiere meglio di lei - almeno un poco - poteva davvero insegnarle a sopravvivere nei vicoli e a tenere sotto controllo tutte le situazioni più disparate.
    Una cosa era certa: quegli occhioni da cerbiatto che imploravano un simile aiuto non avrebbero lasciato fuggire il corvino da quella conversazione.
    Vigilantes 17 y/o Liv.4 Scheda
     
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    Zhen Lubbock

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    Quando era stata l’ultima volta che ha parlato per così tanto tempo con una persona conosciuta da poco? Escluse quelle volte che lo faceva per lavoro dove solitamente gli argomenti principali erano la morte di qualcuno o la vendita di qualche sostanza, non parlava di qualcosa di diverso da parecchio tempo. Il suo comportamento da lupo solitario lo aveva ridotto ad essere un uomo introverso dove al centro del mondo esisteva solo lui, gli altri individui erano dei semplici pupazzi che servivano ad occupare lo spazio intorno dove questi pupazzi ogni tanto litigavano fra di loro e molte volte si servivano del sadico per annientarsi. Molte volte Zhen nemmeno si chiedeva il motivo di quegli omicidi, “Sto ammazzando una persona giusta oppure è qualche rifiuto della società?” che cosa serviva chiederselo quando lui stesso era un rifiuto, l’ordine veniva dato e lui doveva solamente eseguirlo come se fosse una macchina creata apposta, una macchina con dei pugnali insanguinanti in mano con lo scopo di uccidere e uccidere, nient’altro. A peggiorare la situazione era la voce nella sua testa che ogni tanto prendeva il completo controllo del corpo facendo cose a sua insaputa, ma per qualche strano motivo ci si era abituato, non sapeva come combatterlo anzi non poteva, di certo non poteva dirlo in giro altrimenti rischierebbe di essere portato in manicomio e proprio per questo sarebbe stato un segreto che non avrebbe rivelato a nessuno, d’altronde per il momento l’altro se’ stesso non aveva attirato l’attenzione e forse poteva in qualche modo fidarsi di lui.
    Non era passato molto tempo quando aveva preso la decisione di non uccidere più nessuno al di fuori del suo lavoro, così facendo avrebbe resistivo alla sua spinta ossessiva di torturare e uccidere i pupazzi intorno, e forse in qualche modo si sarebbe ripreso mentalmente. Un’altra cosa che aveva pensato era quello di diventare una persona più socievole incontrare nuove persone e creare nuovi legami, magari trovare un nuovo lavoro per tenersi occupato la mattina oppure andando in palestra per conoscere nuovi individui con cui poteva allenarsi insieme, ma se da un lato voleva fare questa piccola nuova avventura, da un lato ne’ era disgustato, non ci si vedeva ad essere un ragazzo socievole, fino a quel momento faceva il gentile solamente per recitazione, farlo veramente con l’intento di esserlo veramente era un’idea strana e noiosa per questo era rimasto fermo a guardare, facendo passare la vita davanti e guardare cosa succedeva.
    Ma in quel momento, con quella ragazza che nonostante fosse un estraneo aveva fatto di tutto per salvarlo, un dubbio si formò nella sua testa. Era questo che bisognava fare per essere gentili? Che domande, era ovvio che le persone buone di cuore cercavano sempre di aiutare il prossimo, non per altro esistevano gli eroi anche se in pensandoci meglio di veri eroi ce n’erano pochi in circolazione.

    Non c’è bisogno che ti scusi
    avrebbe continuato con il suo tono delicato appena Mirai finì di raccontare il suo problema con le orecchie
    Alcune volte essere diversi può essere un bene, ci distingue dalla massa rendendoci in qualche modo speciali, inoltre ti voglio ricordare che ci sono molte persone dove il quirk ha cambiato drasticamente il proprio corpo, e ti voglio rivelare un parere personale puoi pensarla come vuoi ma per me sei molto carina
    avrebbe terminato la frase con un sorrisetto mentre le guardava il viso. In effetti Zhen non stava mentendo, in qualche modo la trovava a modo suo piacevole, non solo per l’aspetto ma anche di come si fosse preoccupata per lui. In questa situazione non sapeva minimamente come comportarsi, c’erano un mix di sentimenti e sensazioni che andavano in contrasto fra loro, per quanto cercasse di fare il finto gentile in modo da rimanere impassibile, qualcosa dentro di lui lo spingeva ad esserlo veramente, ecco cosa era la sensazione noiosa che tanto lo infastidiva, non sapeva come comportarsi, tutto quello che succedeva lo rendeva in qualche modo a disagio, per il momento preferiva rimanere nascosti da quella maschera creata apposta per comunicare con le altre persone. Continuando con la conversazione, Mirai aveva ripreso il discorso citando il suo comportamento da eroina nascosta nell’ombra che non lo faceva per fama e soldi ma solamente per soddisfazione personale nel voler aiutare gli altri. Era davvero tanto piacevole questo modo di fare? Probabilmente questi atteggiamenti variano da persona a persona e Zhen non si vedeva proprio a fare una cosa del genere.
    Il suo pensiero vago termino quando la ragazza dai capelli rosa pronunciò la parola “Aogiri”?
    Cosa?Mi ha scoperto?
    Una sensazione di preoccupazione colpì improvvisamente la mente del corvino mettendolo sulla difensiva. Successivamente Mirai avrebbe chiesto se Zhen conoscesse tale organizzazione, cosa avrebbe dovuto rispondere? Era una domanda a trabocchetto? Era come dire “hey tu, so che fai parte di quella organizzazione, vuoi davvero continuare a far finta di niente?” oppure era davvero una domanda innocente fatta solo per curiosità?
    S-si la conosco, ma chi non la conoscerebbe? Per quanto ne’ so, preferiscono rimanere nell’ombra e gestire tutto il mercato illegale senza dare troppo nell’occhio, poi per il resto non so nient’altro ahahah
    avrebbe finito una risatina finta per rendere l’atmosfera meno seria.
    A questo punto sarebbe il caso di sapere cosa lei effettivamente conoscesse su di loro.
    Te invece? Li hai mai incontrati? Sai qualcosa di loro che mi potrebbe tornare utile in futuro? Magari posti dove non andare, persone che sarebbe meglio incontrare, o cose così insomma.
    avrebbero successivamente continuato con la conversazione
    Non nego il fatto che senza di te mi sarei trovato probabilmente in grossi guai, e che tu non ti sappia difendere, anzi, ti ringrazio ancora per l’aiuto che mi hai dato ieri notte, ma quello che sto cercando di dire è che hai numerose scelte da fare, hai 18 anni, non hai pesi sulle spalle e hai ancora una vita davanti
    In effetti nemmeno Zhen non era troppo vecchio, ma a differenza di lei aveva fatto azioni per molti imperdonabili e non era tanto semplice scappare e lasciarsi tutto alle spalle. Ma Mirai era troppo determinata e non sarebbe stato facile farle cambiare idea, se voleva davvero continuare con quella strada il corvino non poteva fare molto, inoltre per lei era ancora uno sconosciuto, perché mai avrebbe dovuto dargli retta. Rispondendo alla sua richiesta per diventare suo sensei
    Mi dispiace ma non sono bravo ad insegnare, non l’ho mai fatto e non saprei nemmeno da dove cominciare, magari più avanti conoscerai qualcun’altro più esperto di me che sa come aiutarti in meglio. Forse conoscerai altri vigilanti, anche se bisognerebbe stare comunque attento a chi incontri, ognuno ha il suo modo di rendere giustizia. Per il momento l’unica cosa che posso fare e lasciarti il numero, e se ti trovi ancora nei guai, non esitare a chiamare
    avrebbe terminato con l’ennesimo sorriso stampato sul volto.
    Se non abbiamo altro su cui discutere, proporrei di riposare un po', hai detto tu stessa di essere stanca e a me non farebbe male stendermi un po'. Inoltre che ne dici se dopo mi aiuti a riprendere l’uso delle gambe? Magari possiamo discutere di altro, non solo di organizzazioni criminali o cose di questo tipo, mi piacerebbe conoscerti un po', che ne’ dici?
    Davvero lo aveva chiesto? Lo pensava veramente o faceva parte della sua recita? Nemmeno lui lo sapeva, ma qualcosa su di lei lo incuriosiva, quindi perché no.


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    MIRAI ISHIGAMI
    «PARLATO » / PENSATO / LINGUAGGIO DEI SEGNI

    C-Carina?! Mirai si portò per un attimo le mani al volto, diventando per un attimo rossa e tanto, tanto imbarazzata.
    Non era la prima volta che qualcuno l’appellava a quel modo ma leggerlo su labbra che fossero quelle di altre persone era sempre una cosa molto molto gradita.
    Semplicemente non sapeva come reagire poi.
    « Aw… s-sì. Q-q-uesto non è niente no… in c-c-onfronto a tanti altri ecco… » disse balbettando e distogliendo per un momento lo sguardo mentre teneva ancora strette le guanciotte che sembravano aver preso fuoco sotto i palmi delle sue mani « G-grazie– » non sapeva cos’altro dire.
    “Sei carino anche tu?” forse era la frase giusta per seguire quel grazie ma non aveva ancora ripreso i sensi per dirlo.
    « –s-sei davvero g-g-entile. » se ne uscì, infine, dopo qualche secondo mentre lasciava scivolare le mani di nuovo sulle ginocchia schiarendosi la voce per poi cercare di cambiare discorso.
    Alla luce di tutto non sapeva se aveva fatto la scelta giusta a chiedere di Aogiri proprio a lui, ma sperava davvero in qualche piccola informazione in più che potesse aiutarla a farsi un’idea più chiara di cosa fosse e come agisse.
    Quale modo migliore per farlo se non tentare proprio con un “veterano” come Zack?
    Eppure qualcosa sembrò turbarlo, per un istante, un solo piccolo istante.
    Forse non avrei dovuto dirlo?... Mirai Ishigami si impensierì per un poco, osservando il ragazzo accanto a lei assumere per un attimo un’espressione strana… non sapeva giudicare se era sorpresa o forse qualcos’altro.
    Pronunciare il nome “Aogiri” aveva avuto un certo effetto su di lui.
    Impercettibile forse, agli occhi di tanti, ma a quelli ambrati della ragazza era difficile non scorgere anche i più lievi e minimi movimenti del volto.
    « M-mercato illegale? » ripetè le parole del ragazzo che non ne sapeva molto, anche se forse un pochino più di lei. O forse sapeva ma voleva tacerle?
    Pensava che fosse un argomento scomodo per lui, e per quanto volesse indagare più affondo e fargli altre domande a riguardo preferì finire lì la conversazione a riguardo.
    Non voleva turbarlo o fargli riaffiorare brutti ricordi.
    Magari… un’altra volta.
    Quando fu la volta di Zack di farle domande su Aogiri, Mirai rimase per un attimo sovrappensiero. Portandosi il dito indice verso il mento, toccandolo con il polpastrello.
    Avrebbe dovuto fidarsi?
    Avrebbe dovuto digli che Gabriel ne faceva parte un tempo e che stava cercando questo tipo di nome “Kakato”?
    Fu proprio quell’indice poggiato sul mento a farle cambiare idea, ancora si vedeva il piccolo taglietto non ancora rimarginato. La sua firma sul patto.
    « Purtroppo conosco solo quel nome e che hanno a che fare con cose losche e illegali e con una strana droga. Nient’altro.» per Mirai in quel momento era meglio tenersi sul vago.
    Osservò il ragazzo dritto negli occhi, in quel occhioni magnetici e tentò di osservare ogni sua reazione alle parole che avrebbe detto poi « Però, in effetti una cosa in più so. Conosco il nome “Kakato”. Non so chi sia, ma so solo che ha a che fare con loro… tu… ne hai mai sentito parlare? » chiese abbassando la voce come se fosse un segreto di stato, ma con tutta la naturalezza del mondo. Terminò con un sorriso pacato e sereno.
    Chissà, magari ne ha sentito parlare anche lui… sarebbe stato anche fin troppo bello avere un informatore sul divano di casa propria ma un tentativo così piccino doveva farlo, visto che era il primo vero vigilantes che aveva incontrato nella sua vita (senza offesa Akahito).

    Mirai lesse con attenzione ogni parola che il ragazzo pronunciò dalle sue labbra.
    A volte se lo chiedeva: era giovane, inesperta, con un grande cuore e forse anche fin troppo fragile per quel mondo di squali, era piccina e aveva davvero tutta la vita davanti.
    Considerando i pericoli a cui andava incontro, quale persona sana di mente nelle sue stesse vesti avrebbe continuato a perseverare sul proprio cammino da Vigilantes?
    « Sai. Per me… » si fermò e il suo sguardo si caricò di determinazione e di una luce positiva e raggiante come un sole caldo d’estate« Per me stare ferma a guardare…era il peso più grande che avevo sulle spalle. E’ proprio perché ho fatto questa scelta… che sento di essere finalmente …libera. »
    Parole che si librarono in quell’aria calda di casa sua.
    Non poteva trovarne di migliori, o meglio forse poteva sì… ma preferì dire ciò che in quel momento passava per il suo cuoricino e per la sua mente.
    « Oooowww… ed io che ci speravo un po’ – » sbuffò imbronciandosi un poco alla sua richiesta - fallita miseramente - di invogliarlo a diventare il suo sensei.
    O almeno non proprio di essere il suo maestro ma quanto meno un… consulente?
    « – saresti un bravo insegnante. Keheh. » sghignazzò dopo che il ragazzo finì il suo discorso, da vero e proprio maestro di vita da Vigilantes.
    Non accennò al fatto che in effetti un gruppetto di scapestrati da tenere sotto controllo - o a cui fare da babysitter - ce l’aveva di già.
    « Ooww…lo faresti davvero? » chiese chiudendo le mani di fronte a sè quasi in preghiera, felicissima della cosa « Mi lasci davvero il tuo numero? » continuò per poi frugare alla ricerca del suo cellulare nella borsetta gialla strappata della sera precedente che era ancora buttata a terra in malo modo - per sua immensa fortuna non era andato perso nello scontro -.
    Glielo porse aspettando che registrasse il suo numero perché con queste cose era abbastanza incapace e aveva paura di non riuscire a leggere bene i numeri sulle sue labbra: se gliel’avesse scritto lui sarebbe stato tutto un altro paio di maniche.
    « Se avrò bisogno ti scriverò. Sì. Anzi… grazie. Grazie davvero! E… se dovesse avere anche tu bisogno di me per qualsiasi cosa non esitare a contattarmi! Sto seguendo lezioni di pronto soccorso se ti facessi di nuovo male e … non esiterei a venire in tuo soccorso qualora avessi bisogno di me. » strinse le mani a pugno come a simboleggiare che si sentiva abbastanza forte e tosta da poter fargli da spalla (o almeno questa era la visione che aveva nella sua mente).
    « Ricordati però… che io non posso sentire audio o chiamate. Quindi o messaggi o… videochiamate. » ridacchiò ricordando con una voce un po’ imbarazzata che se non avrebbe risposto a stimoli sonori era perché non aveva organi adibiti a riceverli.

    « Un po’ di riposo non sarebbe male, dopotutto è stata davvero una nottata parecchio dura per entrambi. » Mirai osservò il ragazzo e ora che l’ansia e la preoccupazione per l’incolumità di Zack erano andate scemando, la stanchezza stava iniziando a riprendersi ciò che doveva avere fin dalla sera precedente.
    Riposo.
    « Direi che è davvero un’ottima idea. Il riposo è ciò che ci vuole ora come ora. Sono… davvero felice che tu stia bene. Sì e non ti preoccupare. Ti aiuterò ma sono sicura che tra qualche ora potrai tornare come nuovo! » credeva davvero che oramai il peggio fosse finito e che piano piano Zack avrebbe riacquisito tutte le sue forze.
    Si lasciò andare sullo schienale del divano, accucciandosi un poco in quello spazio che si era ritagliato solo per lei, accanto a quello del ragazzo.
    « Oh. » si lasciò sfuggire quando i suoi pensieri sul suo stato di salute furono interrotti da quell’ultima domanda e il suo volto si illuminò di un colore rosato lieve.
    « Sì. Mi farebbe davvero molto piacere, Zack. »
    Vigilantes 17 y/o Liv.4 Scheda

    Ancora auguri :sparks: e scusa per il ritardo! >//<
     
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    Zhen Lubbock

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    Dover parlare degli Aogiri, organizzazione a cui faceva parte, risultava più complesso del previsto. Mirai sembrava non sapere nemmeno dell’esistenza del mercato nero, forse Zhen stava parlando troppo e probabilmente lei era davvero una ragazza alle prime armi. Doveva rimanere più sul vago o doveva fare il saggio esperto vigilante che sapeva ogni cosa? Nah, la prima opzione era quella più sicura, d’altronde non poteva rischiare di far saltare la falsa identità che si era appena creata per un informazione di troppo che le aveva dato. Poi se ne uscì con un certo ‘Kakato’, per fortuna non sapeva nemmeno lui chi fosse, probabilmente non lo aveva mai incontrato o forse si faceva chiamare con un altro nome nella propria organizzazione, non si era mai preoccupato di informarsi sugli altri membri, al massimo si ricordava dei “colleghi” che aveva incontrato, come Zero, Shark o Xander, ora che ci rifletteva meglio non sapeva nemmeno il nome del leader della propria organizzazione. Per lo meno su questo non poteva mentire.
    Col suo solito tono calmo e gentile
    Mi dispiace, come ti ho detto non sono molto informato sugli Aogiri, non conosco nessun Kakato, che ha fatto questa persona tanto da attirare la tua attenzione?
    Forse sapere più su di lui gli avrebbe fatto scattare qualche scintilla ricordandosi di un membro del genere, o magari in futuro se avesse la fortuna di incontrarlo saprebbe almeno delle azioni che aveva fatto.

    Continuarono a parlare, cambiando argomento e pensando al migliore futuro che potesse prendere la ragazza per poi passare alla proposta di quest’ultima sul fatto che Zhen potesse diventare suo insegnante, ovviamente il corvino rifiutò l’offerta. Lei era appena entrata in questo mondo e non sapeva molto di lì fuori, ma se avessero incontrato qualcuno di più esperto la vera identità di Zhen sarebbe saltata facilmente fuori. Era difficile non farsi riconoscere con la reputazione che aveva addosso, d’altronde non c’erano molti criminali che avevano le sue stesse caratteristiche, sapere modificare i metalli e la capacità di utilizzare le armi da taglio, poi a peggiorar la situazione era la taglia che aveva sulla testa, potevano comunque attirare qualche mal intenzionato e quindi esporsi a nuovi pericoli. Nah, in queste occasioni sarebbe meglio combattere da soli, ormai era abituato, sapeva come muoversi e i suoi limiti. Anche se di una cosa era sicuro, prima o poi la ragazza avrebbe scoperto della sua vera natura, sarebbe stato molto difficile nasconderlo, chissà cosa avrebbe dovuto fare in quella circostanza? Fare finta di nulla? Scusarsi? O ignorare tutto e diventare nemici? Beh, era un problema del Zhen del futuro, d’altronde c’era tempo per pensarci e magari gli sarebbe venuta qualche stramba idea.
    Successivamente arrivò il momento per condividere il suo numero, lo sapeva a memoria ma per evitare di sbagliare decise comunque di controllare dal suo cellulare e fu in quel momento che all’accensione del display vide una cosa a dir poco preoccupante.
    17 chiamate perse?!
    Si era completamente dimenticato della sua giornata con sua madre, non poteva nemmeno raggiungerla subito per via della sua disabilità temporanea anche se in effetti era comunque troppo tardi.
    E ora che scusa mi invento?
    Vabbè non ci pensiamo ora..
    avrebbe parlato a bassa voce a se' stesso con un profondo sbuffo uscì dalla bocca del ragazzo.
    Mi farò perdonare regalandole qualcosa, di sicuro mi farà il broncio per qualche giorno però le passerà
    Cercò di non pensare a questa sfortunata vicenda e diede il suo numero a Mirai. Quest’ultima decise di acconsentire alla sua richiesta e di riposare un po', sperando che dopo un po' di riposo le sue gambe riprendessero a funzionare. Si stese, sistemò la maschera sul viso, tanto non doveva parlare, e chiuse gli occhi. Era la prima volta che dormiva in compagnia, o che qualcuno dormisse nella sua stessa stanza, ma non si sentì particolarmente sottopressione, anzi, era stranamente tranquillo, anche se un filo di vigilanza era sempre presente, forse una parte di lui non riusciva ancora a fidarsi di lei. In quel momento un altro lampo gli colpì la mente.
    Cazzo, devo dar da mangiare anche a Pyke. In una notte mi sono fatto un alleato temporaneo e due nemici, perfetto.

    Dopo la breve dormita, si sarebbe svegliato un po' intorpidito, ma niente di preoccupante. Probabilmente non erano passate nemmeno quattro ore, ma d’altronde si era già riposato abbastanza stanotte al contrario della ragazza che per quanto avesse capito era rimasta tutto il tempo sveglia per controllarlo.
    Avrebbe appoggiato un piede e poi l’altro sul pavimento, esercitando piano piano sempre più pressione in modo da capire in che stato si trovasse. Mirai stava ancora lì e cercò di fare tutto il più silenzioso tranquillo, non voleva cercare di svegliarla altrimenti lo avrebbe costretto a rimanere ancora lì. Si riuscì ad alzare, le gambe erano stanche ma riuscì comunque a stare in piedi a differenza di qualche ora prima. Sembrava che avesse appena finito di fare gambe dopo una giornata in palestra, c’era quel tremolio per lo sforzo del muscolo ma riusciva comunque a muoversi, probabilmente avrebbe camminato molto lentamente ma sarebbe in qualche modo riuscito a tornare a casa, sperando che non si trovasse molto lontano. Facendo molta attenzione a non far rumore avrebbe ripreso tutte le sue cose e si sarebbe diretto verso la porta d’ingresso per andarsene alla svelta. Prima di abbandonare la stanza un leggero grazie sarebbe uscita dalla bocca del corvino mentre la osservava un ultima volta mentre lei ancora dormiva, d’altronde chissà che fine avrebbe fatto se non ci fosse stata lei, forse un giorno avrebbe ricambiato il favore oppure avrebbe dimenticato tutto, come se nulla fosse successo, avere un debito con qualcun altro era pur sempre una palla al piede che bisogna sopportare, e cose del genere lo infastidivano, forse era anche questo un altro motivo per cui preferiva lavorare da solo, se nessuno ti aiuta non devi ricambiare, giusto? Una volta uscito dall’appartamento avrebbe chiusa a chiave la porta, senza utilizzare la chiave ovviamente, con il suo quirk non era difficile prendere un coltello, modificare la sua durezza e farlo adattare alla serratura, per poi fare ritornare la lama un’arma.
    Chissà se i due si sarebbero nuovamente sentiti.



    Parametri

    Zhen Lubbock-lvl7
    Energia 750
    Forza 207
    Quirk 160
    Agilità 358
    Stato: debole

    Tencniche & Equipaggiamento




    Equipaggiamento:
    Coltelli da lancio (5, Peso: [1], Danno: Lieve)
    Smoke Bombs x1
    Cotta di maglia
    }



     
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    MIRAI ISHIGAMI
    «PARLATO » / PENSATO / LINGUAGGIO DEI SEGNI

    Mirai Ishigami si abbandonò al caldo abbraccio del divano.
    Sentì i muscoli della schiena sciogliersi pian piano mentre la stanchezza di una notte insonne e della paura che l’aveva stretta in una morsa lenta e letale si affievolivano lasciando il posto ad un gradevole torpore.
    Il fatto di poter essere al sicuro e di sapere prima di tutto che Zack era salvo e stava bene era la cosa più importante, il resto era passato.
    Il peggio era passato.

    Aogiri per lei era solo un nome, uno di tanti. Il nome di un fantasma che non usciva dalle labbra della gente per timore di non entrare nel suo mirino.
    Mirai non temeva di parlarne, il peso di quella parola non era ben diverso dal nome di uno dei tanti luoghi di Tokyo. Ingenua o incauta, la ragazzina non sapeva quanto profondo era quell’abisso perchè non lo conosceva bene quanto Gabriel.
    Ne osservava solo la superficie increspata cercando indizi, cercando di conoscere e sapeva che questo era pericoloso. Le incuteva timore, sì.
    Ma non tanto quanto quello del non sapere.
    Lo sguardo ambrato della ragazzina si posò su Zack, stavolta aveva una certa nota di tristezza… o di paura. O entrambe le cose.
    « Non lo so. » rispose con sincerità « Ho solo paura che possa succedergli qualcosa di brutto. » era seriamente preoccupata per questo tipo? No. Sebbene sembrasse che stesse parlando di Kakato in realtà il suo pensiero era rivolto solo a quel pazzoide di Gabriel.
    Aveva timore che potessero incontrarsi di nuovo, e che la cosa sarebbe degenerata.
    In fondo Gabriel lo voleva morto.
    E probabilmente la cosa era reciproca.
    Decise di sviare il discorso su altro, che probabilmente non era il modo, il momento e non era ancora in così tanta confidenza da poter entrare in altri dettagli.
    Lasciò che l’argomento sfumasse.

    E così accadde anche per tutti i pensieri che aveva fino a quel momento.
    Gli sorrise pensando che avere il numero di un Vigilantes più esperto poteva farle comodo in qualche modo e poi… sembrava un tipo apposto e molto tranquillo, chissà magari lo avrebbe invitato qualche volta a passeggiare o a prendere un caffè o perchè no… anche un dolcino al Patisseryo.
    Sì, senza alcun dubbio le avrebbe davvero fatto piacere rivederlo.
    Non servirono altre parole, le sue palpebre iniziarono a calare su quegli occhioni ambrati e stanchi e si lasciò andare al sonno senza opporre resistenza.
    Mirai aveva sempre avuto paura di non poter mai fare amicizia con nessuno, di restare sola nel suo silenzio.
    Ma si era sbagliata. Si era sempre sbagliata.
    E Zack, quel ragazzino che si era gettato intrepido a salvarle la vita quella sera, era la riprova di quanto avesse torto.

    La sua testolina si piegò da una parte, sospirò, e - prima di poter sprofondare in un sonno profondo - dalle sue labbra socchiuse uscì fuori un flebile e delicato « Grazie, Zack… »
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    Hello,
    Wholesome + cute. Per il resto nessuna correzione da fare.
    Avete fatto 5 (Mirai) e 4 (Zhen) post più del minimo, quindi prendete rispettivamente 25 e 20 punti bonus.

    Mirai: +50exp +25exp
    Zhen: +50exp +20exp, +50exp (bonus livello)

    Chiudo!
     
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21 replies since 8/1/2022, 20:45   559 views
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