Silence of the Lamps

Combat | Gin vs Shoya

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  1. the saxofonist
     
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    Ricordo che faceva male. Guardarla stare male.

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    SHOYA ISHIDA
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    « O muori da Eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo »
    Una cosa più di ogni altra faceva gonfiare il petto di Shoya, la sensazione di essere al comando, ed era ciò che stava accadendo in quel preciso istante, il vigilante aveva deciso di scusarsi e compiere un profondo inchino in pieno stile giapponese tradizionale, un gesto d’impatto e carico di significato che poneva automaticamente l’eroe su un livello superiore, d’ora in avanti sarebbe stata sua responsabilità portare avanti questa conversazione e la collaborazione che ne stava conseguendo.
    Il giovane eroe accettò con un cenno del capo l’inchino e chiuse gli occhi per qualche istante per assaporarsi quel momento, finora aveva avuto rapporti conflittuali con i vigilanti e con i pochi villain con cui era riuscito a conversare, ne erano emersi accordi per lo più alla pari, mai gli era capitato di riuscire ad imporre delle sue regole e delle sue volontà su di un’altra persona e questa nuova sensazione gli stava dando una scarica di endorfine particolarmente piacevole. Non conosceva il vero carattere del suo ormai ex avversario, non sapeva se quello che stava osservando era solo un gesto di autoconservazione e quindi dettato dal mero senso di sopravvivenza, oppure era un atto di sottomissione proprio perché il motociclista aveva riconosciuto il valore di chi aveva difronte e pertanto aveva convenuto aver senso collaborarci invece che lavorarci contro. Al momento questo era poco importante, avrebbe avuto modo di approfondire la questione più avanti, con il tempo, adesso era il momento di capitalizzare la situazione e fare in modo di concludere alla svelta prima che il traffico di Edogawa si fosse impossessato delle strade e che qualcuno avesse chiamato la polizia, non avrebbe voluto di certo trovarsi a dover dare giustificazioni, né tanto meno ricevere un altro richiamo da Lifeline.
    Adesso puoi anche tirarti su e metterti in piedi, accolgo le tue scuse… possiamo continuare la conversazione da uomini, guardandoci negli occhi.
    Disse con un tono di voce calmo e profondo, quasi rassicurante, decisamente diverso dal modo di parlare precedentemente usato, adesso Shoya era visibilmente più calmo, il volto era rilassato, i suoi occhi non emanavano più quel fuoco che era presente fino a qualche minuto prima, il suo corpo era meno rigido, un po' più rilassato anche se sempre ben dritto sulla schiena e saldo sulle gambe.
    Muovendo entrambe le mani sulla sua divisa da eroe si tolse un po' di polvere residua dovuta al violento scontro ormai concluso, fortunatamente non aveva riportato gravi lesioni da taglio, ma solo qualche livido e contusione alla parte superiore del corpo, un po' di giorni di riposo e sarebbe tornato esattamente come prima. Shoya era quasi contento di essersi procurato delle ferite, così che in ufficio il giorno dopo avrebbe potuto raccontare di essere stato sconfitto, scaraventato al suolo e lasciato privo di sensi, questo avrebbe causato una certa perdita di reputazione all’interno dell’agenzia, ma un enorme vantaggio invece per i suoi obiettivi personali. Non gli interessava poi molto cosa pensassero i suoi colleghi, o anche i suoi superiori, non aveva mai nutrito nessun tipo di sentimento positivo verso di loro, anzi odiava vederli oziare dietro quelle scrivanie a conteggiare i soldi incassati da piccole commissioni di salvaguardia del pianeta, nessuno che avesse mai mosso un dito contro le vere organizzazioni criminali di Tokyo.
    Arrivati a quel punto della conversazione il vigilante fece un segno con la mano e un occhiolino confermando che aveva accettato l’accordo e anche con piacere, il suo volto non mostrava segni di sofferenza o dispiacimento e i suoi occhi benchè affaticati non sembravano voler nascondere nessun doppio fine questa volta. Per il momento l’eroe si sarebbe dovuto accontentare di un contatto di Babel, nome Silver Dragon, niente di più, non un nome vero, un cognome, uno stato di famiglia, insomma nessuna generalità del vigilante, ma questo poteva anche andargli bene finchè avesse mantenuto fede all’accordo che si stava sigillando solennemente in quel momento.
    Per il momento non ho motivo di indagare oltre su di te, mi accontenterò di chiamarti Silver Dragon e quello che è appena successo stasera verrà gestito da me nella maniera più pulita possibile.
    Proseguì assicurando il suo ormai collaboratore che non avrebbe in alcun modo indagato oltre sulla sua identità né avrebbe fatto in modo che le sue tracce venissero scoperte sul luogo dello scontro. Nel parlare Shoya usava un tono di voce molto sicuro di sé sempre mantenendosi su i toni caldi, questo per lasciar trasparire la sua completa sincerità e determinazione, alle volte poteva sembrare molto inquietante quel modo di fare, perché era talmente chiaro e limpido che non lasciava alcuno spazio al complottismo o al ragionamento, lui era esattamente così, andava sempre dritto al punto con le persone che gli portavano rispetto o con cui aveva stretto degli accordi collaborativi.
    Allontaniamoci un momento dalla strada principale, seguimi, dovresti farcela a camminare, ho un’ultima cosa da chiederti, poi sarai libero di tornare a casa tua.
    Era arrivato il momento di togliersi da quella strada così illuminata e così centrale, l’alba era incombente e le case iniziavano ad aprire le finestre per fare entrare la fresca aria del mattino. Così Shoya si voltò e a passo lento andò a recuperare il bastone che era ancora piantato nel terreno, ma completamente spento, la punta diamantata non luccicava blu di un blu acceso, ma di un blu scuro e profondo. Fissò l’arma sulla schiena proprio dove vi era l’alloggiamento creato apposta e con la coda dell’occhio si assicurò di essere seguito, non aveva dubbi che il vigilante lo avrebbe seguito, in quel momento non aveva altra scelta se non assecondare l’eroe in ogni suo ordine, era l’unico modo che avrebbe avuto per uscire indenne da quella situazione e poter tornare sulle proprie gambe.
    Non fece molti passi, bastò giusto qualche falcata e una volta superato il gradino di un marciapiede bastò svoltare alla prima via per ritrovarsi al riparo da occhi indiscreti e lontano da corpo svenuto del vero rapinatore di kombini, quello sarebbe stato un problema da gestire successivamente.
    Shoya avrebbe atteso Silver Dragon pazientemente e con braccia conserte, mentre la schiena era appoggiata al muro di mattoni di un edificio del vicolo. Al momento giusto avrebbe parlato.
    Questo accordo è una cosa molto seria per me, vorrei ti fosse chiaro, mi aspetto che tu sia proattivo nella ricerca di contatti e di informazioni. Non mi esporrò subito, per cui potresti dover fare le mie veci ci fosse da incontrare qualche informatore, qualche altro vigilante o perché no anche qualche villain.
    Disse fissando negli occhi il suo interlocutore per fargli capire la gravità della situazione.
    Dovrebbe essere facile per te, in qualche modo stiamo aiutando a salvaguardare la città, per cui non sentirti in colpa e datti da fare.
    Non avrebbe accennato alle conseguenze di un fallimento o peggio ancora di un tradimento, non sentiva ce ne fosse bisogno, Shoya aveva già dimostrato quello di cui era capace e soprattutto aveva mostrato il suo carattere e la sua determinazione, inutile dire che gli avrebbe dato la caccia, l’avrebbe stanato e sbattuto dietro le sbarre nel giro di pochi giorni, confidava nella consapevolezza di Silver Dragon, d’altronde fino ad ora si era dimostrato abbastanza saggio nelle sue mosse, a parte quell’errore inziale.
    Deal?
    Disse in inglese allungando la mano verso il vigilante. Non aveva più paura di un contatto diretto.

    - Status:
    Dolore leggero petto e schiena e stomaco
    - Equip:
    Full Dive (Quirk - Media)
    Ion Pylon
    Maschera Antigas (3 su 3)
    - Abilità:
    Semiconductor
    - Specializzazioni:
    SpecializzazioneNarrativa:
    DETECTIVE [A]
    SpecializzazioneLaboratorio:
    QUIRK [A]
    - Tecniche Usate:
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    Scheda | Forza: 32 | Quirk: 500 | Agilità: 493 | Energia: 700

    CODE © Saxo

     
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