A Pale-Red Vow

Caccia PNG [Benjamin Miller]

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  1. Ryuko
     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    Il vecchio legno umidiccio gli scivolava da sotto le dita: ancora aggrappato alla balaustra dello storico ponte come se da essa dipendesse la sua vita, con l'agitata acqua del lago quasi a lambirgli le scarpe a causa dell'esplosione, Benjamin seppe di essere spacciato. Nell'ultimo anno Aogiri Tree aveva provato a rapirlo almeno una dozzina di volte, prima che smettessero di tenere il conto. Al pubblico ne erano trapelate appena la metà.
    E, sebbene gli uomini in nero indicassero un'inequivocabile presenza di Deep Void, seppe di aver di fronte una criminale di Aogiri non appena le sentì aprir bocca.
    «Ciao Benjamin, immagino che tu sappia come mai sei finito in questa situazione.»
    In realtà non ne aveva idea. Non aveva la più pallida idea del perché l'Aogiri Tree si fosse ossessionato con lui. Nonostante tutti quei mancati rapimenti era la prima volta che si ritrovava faccia a faccia - almeno, da cosciente, poiché Tobi gli aveva raccontato come al palazzo imperiale lo avessero sballottato un bel po' prima che si riprendesse dai postumi del farmaco - con un membro dell'Albero, e ciò non gli piaceva per niente.
    Un lungo brivido gli spedì una scarica di adrenalina in tutto il corpo, dalle piante dei piedi fin sulla spina dorsale.
    «Sottovalutare un nemico è suadente, ma spesso è anche fatale. Non ve lo insegnano a casa?» soffio, a denti stretti, cercando d'ignorare le provocazioni della ragazzina alata. Una bella citazione tratta dall'arte della guerra di Sun Tzu, uno dei primi libri che il giovane karateka aveva imparato a leggere in kanji. Chissà perché gli era venuto in mente adesso.
    Fortunatamente la menzione di Saeko lo aiutò a recuperare le redini del proprio corpo: tornò con la schiena dritta e si tolse il cappuccio, scoprendo gli arruffati capelli biondi. Alle sue spalle infuriavano i rumori della battaglia, interrotti ogni tanto da scalpicci annacquati e risate nell'aria. Purtroppo la ragazza aveva ragione: non aveva tempo di preoccuparsi della sensei, né lei lo avrebbe voluto. Benjamin sapeva di essere debole tanto quanto Raiden Mei forte. E tutto perché non aveva un quirk. Non importava quanto impegno mettesse nel rafforzare il suo fisico, non sarebbe mai stato all'altezza di una persona dotata di unicità. Non importava quanto continuasse a mentire a sé stesso dicendo che non gl'importava di averlo, sotto sotto aveva sempre invidiato un po' gli altri.
    Sul suo volto si leggeva una sola emozione: era esausto. Non aveva mosso un muscolo, ma era mentalmente esausto.
    «Perché? Cosa vuole Aogiri da ME?!»
    Era un comune ragazzo senza quirk: non aveva mai dato noia a nessuno dei suoi membri (almeno credeva?), non era un eroe, l'unica sua conquista personale era essere bravo nel karate, ma non vedeva come quello potesse in qualche modo renderlo una minaccia da perseguitare a quel modo.
    Una domanda a cui nemmeno Kohaku sapeva rispondere, ma il grido del ragazzo fu udito forte e chiaro anche da qualcun altro e nelle orecchie la giovane gru udì un suono che avrebbe potuto facilmente ricondurre al richiamo del suo capo.
    Parlare. – distorta dall'auricolare, la voce di Shinya rispose l'ovvio, e pure con tono abbastanza seccato. Un po' come se stesse dicendo "sì, esatto, voglio solo parlare, pensa al caos che ho dovuto creare per farlo". Ma d'altronde Cobra era un pluriomicida ricercato, forse non c'era poi da sorprendersi che non potesse andare a bussare alla porta di casa di qualcuno e presentarsi lì come un vecchio amico per l'ora del thè. – Rispondigli, Kohaku. Ho una proposta per lui, vorrei mi ascoltasse, non è difficile, no? Se rifiuterà prometto di lasciarlo andare illeso. Mantengo sempre le mie promesse, ricordi? Non vorrei fargli alcun male, ma se non accetta di seguirti continuerò a farne. A lui e a chi gli sta vicino.
    Non poteva che essere così, sembrava un discorso sensato, ma in fondo lo stava banalmente minacciando. Ora toccava a Kohaku fare maestoso uso della parola che i kami gli avevano donato per parafrasare le parole del suo vice e convincere il biondo a venire con sé. Forse la strada del dialogo era degna d'essere considerata.
    contattiwww
     
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22 replies since 20/10/2022, 18:38   495 views
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