A Pale-Red Vow

Caccia PNG [Benjamin Miller]

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  1. Ryuko
     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    Non era il giorno fortunato di Kohaku.
    Beh, se non altro, i suoi sforzi sarebbero stati ricordati come encomiabili. Il sonnifero si librò nell'aria giusto in tempo per esser spazzato via da un'impetuosa folata di vento generata da un balzo della pro-hero quando ella gli atterrò davanti.
    Sul ponte.
    A meno di venti passi dal muso.
    Dopo aver compiuto un salto di almeno trenta metri.
    In fondo era una professionista, cosa c'era di sorprendente? Era come presentarsi alla lega pokemon con lo starter fresco di laboratorio e aspettarsi di vincere.
    «Fare male... a me?» una stalattite di ghiaccio in mezzo al petto sarebbe stata meno gelida del tono della donna. I suoi occhi chiari si fissarono sulla figura della giovane gru: aveva i muscoli tesi e diverse venature bluastre le percorrevano tutto il corpo, segno che il suo quirk lavorasse a pieno regime.
    «Sensei, io–»
    «Silenzio! - la donna aprì un palmo per ammutolire i presenti. - Non scenderò a patti con Deep Void... o Aogiri, per quel che mi riguarda. Spostati, giovanotto.»
    Alle sue spalle, Benjamin ebbe un sussulto. Impossibile dire se fosse perché in quel frangente aveva realizzato di avere davanti un ragazzo e non una ragazza o si fosse riscosso e liberato dalle radici dell'Albero che lo avevano tenuto in pugno fino ad adesso.
    Ora Kohaku si trovava fra due fuochi: Davanti la pro-hero, alle spalle un atleta forte di numerose medaglie e qualifiche conquistate in tutto il mondo. Mentalmente provato, ma non una persona che si poteva affrontare a cuor leggero. Chissà se tutto quello valeva seriamente una promozione dell'Albero.
    L'eroina avanzò, apparentemente decisa a riprendersi il suo studente, e - come confortato da quella visione - anche il giovane atleta lasciò andare lo steccato trovando il coraggio di raddrizzarsi in piedi. Non sempre tutte le cose vanno come previsto, purtroppo.
    «E invece sì.»
    Improvvisamente alle spalle di Kohaku ci fu una voce e non ci fu più Benjamin. Il ragazzo ricomparve dall'altro lato del ponte, nell'esatto punto in cui Ying era svenuta. Il quirk di scambio! Dai lati della passerella spuntarono altri uomini in nero, che in quattro e quattr'otto lo circondarono, e una un'altra ragazza, apparentemente identica a Ying, ma con la pelle d'ossidiana e i corti capelli d'argento pettinati in maniera perfetta, gli piantò una katana sotto la gola per impedirgli di ribellarsi.
    «Cavolo, cavolo! È proprio vero che fregare voi pro è una passeggiata, eh? Non vi insegnano a giocare a Shogi?»
    Una risatina proruppe dalle sottili labbra bianche di Ying: le sue ferite erano scomparse come se non fossero mai esistite. Gli occhi azzurri della pro-hero si spalancarono. Si voltò, di scatto, come se volesse tornare da dove era venuta, gridò e forse saltò pure, ma ormai era troppo tardi. «Scacco al Re!»
    In uno schiocco di dita, Kohaku si sarebbe sentito agguantare per le spalle, proprio sopra alle ali. Poi avrebbe avvertito una sensazione di nero.

    ***

    Click-clack-click! Il rumore di una serratura che si apriva e si chiudeva un paio di volte condì il suo risveglio su un divanetto di pelle bruna in una grande sala bianca. Con le palpebre pesanti ci avrebbe messo qualche secondo a mettere a fuoco i dintorni, ma a giudicare dagli interni dovevano essere sotto la Hive Corporation, nei laboratori di Shinya. Kohaku si sarebbe accorto in fretta di avere tutti i muscoli indolenziti; niente, tuttavia, che un po' di stretching non potesse risolvere poiché gli effetti collaterali dei teletrasporti erano sempre gli stessi.
    Due voci femminili, una concitata, l'altra piatta come una sogliola, stavano borbottando qualcosa in sottofondo in una lingua che di certo non era giapponese (cinese, forse?), ma si quietarono immediatamente non appena la porta ebano sul fondo della saletta in cui erano si aprì, lasciando entrare Shinya nel completo splendore del suo kimono rosso.
    «Benjamin-kun, che piacere conoscerti finalmente!»
    Se Kohaku avesse alzato la testa si sarebbe potuto benissimo accorgere di non essere solo. Sì, dalla porta era appena entrato il suo vice, elegante come sempre, su un divano di fronte al suo c'era, invece, l'atleta dai capelli biondi. Si guardava attorno frenetico, con l'agitazione negli occhi: sembrava aver retto un po' meglio gli sballottamenti dei salti spaziali, ma più o meno versava nelle sue stesse identiche condizioni. Era seduto, doveva essersi ripreso da poco, ma qualcuno - forse le due ragazze che lo sorvegliavano dietro allo schienale del divano - gli aveva legato le mani con una fascetta. Alle parole del vice, le sue sopracciglia si corrucciarono, e rimase muto come un pesce.
    «Suvvia, non c'è bisogno di guardarmi così. - trillò serafico lo scienziato, prima di rivolgersi al resto della ciurma. - Ottimo lavoro, tutti quanti.»
    «Non c'è di che, dovresti togliergli il localizzatore però.»
    A fargli eco quasi immediatamente fu la ragazza bianca, che sembrava la più loquace delle due e venne subito rimbrottata dalla sua compagna: «Il segnale non arriva qui, sciocca.»
    «Oh, ma no. Non essere scortese, tua sorella ha avuto una buona idea.»
    «Quel che vuoi, noi togliamo il disturbo.»
    Benjamin aveva già capito cosa sarebbe accaduto perché - purtroppo - sapeva di cosa stavano parlando ed era, in parte, anche il motivo per cui aveva accettato di andare con Kohaku in principio. Non sospettava se ne sarebbero accorti e non poté fare a meno di sobbalzare quando Shinya gli si avvicinò e, con un gesto esperto, tagliò via la collana di corda adagiata sotto alla sua maglietta.
    La sua unica ancora di salvezza. La vide volteggiare in aria e tracciare un arco a parabola in direzione della ragazzina... no, del ragazzino con le ali. Sembrava il meno importante del gruppo, ma Benjamin non si illuse di risvegliare un qualche senso di pietà in lui.
    «Novocaine, distruggi.» ci fu qualche secondo di silenzio, e poi un ordine, impartito forte e chiaro. Con la sua percezione delle correnti d'aria, Kohaku non avrebbe avuto alcuna difficoltà ad agguantare al volo il ciondolo che il suo vice gli aveva appena lanciato, una semplice piastrina metallica, di quelle che indossavano i militari.
    Altro silenzio. Poi, mentre le due ragazze erano già sulla soglia, l'atleta parve finalmente prendere coraggio.
    «Non mi ucciderà?» chiese, titubante.
    «Che sciocchezza. Se lo avessi voluto, saresti morto quel giorno al palazzo imperiale. Non farei mai tutto ciò solo per ucciderti, non mi ha fatto niente.»
    Quella frase parve avere il potere di ammutolire il ragazzo per qualche minuto. «E cosa vuole allora?»
    L'uomo sorrise, perspicace, poi si rivolse al veterinario, con rinnovata freddezza. Fra le due ragazze, tornate a parlare in cinese, e i due uomini immersi in una loro conversazione che non lo riguardava, auasi nessuno badava più a lui, ormai.
    «Puoi andare, ora. Grazie di tutto.» concluse sbrigativo il Vice. I suoi occhi furono per lui un singolo istante soltanto, prima di tornare a posarsi sul biondo con un guizzo color rubino: aveva trovato il suo nuovo giocattolino e, ora, Kohaku non gli serviva più.
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    CITAZIONE
    One eternity later... sembra impossibile, ma abbiamo finito. Mi dispiace che ci ho messo un casino di tempo a rispondere, probabilmente è stata la role più lunga di tutto il forum, ma fra periodi stra-occupati e impegni personali abbiamo rallentato un po' tutti. In ogni caso, l'attività è conclusa. Ti direi di fare il tuo post conclusivo, ma in realtà non è necessario, quindi fallo solo se desideri. Puoi già ritirare le ricompense per Kohaku. I'm so sorry for him </3

    Kohaku: +50exp ; +10.000 Yen.
    [!] Il livello di Trust fra Kohaku e tutti personaggi di Aogiri è aumentato di +3.
    contattiwww
     
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22 replies since 20/10/2022, 18:38   495 views
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