Tie Die Outfit

Role libera tra Tobi Fukuda e Senka Itou

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  1. ddraig
     
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    TOBI FUKUDA
    Per quanto intendesse buttarsi nell'industria, pareva che Senka non avesse le idee chiarissime su come funzionasse la gestione delle tute per la maggior parte degli Heroes. Era certamente vero che molti avevano delle tute customizzate, ma nella stragrande maggioranza dei casi si partiva comunque da un modello base, che veniva portato ad un laboratorio ed adattato all'esigenza dell'acquirente. C'era anche chi si faceva costruire tute interamente su misura? Sì, certo, ad esempio quella sotto-tuta aderente di gomma di Tobi era stata creata da zero, ma solo perché nasceva da un'idea ben precisa che al momento sul mercato non c'era. Se bastava una tuta "normale" che senso aveva farsela confezionare su misura? In fondo Senka era la prima a dichiarare che per le modifiche estetiche c'erano ben pochi problemi. Forse in fondo non doveva interessarle più di tanto, del resto doveva solo occuparsi di mandare scatoloni di tute ai rivenditori e alle scuole, ad essere onesti non è che Tobi fosse un esperto del business.
    -Uhm. Molte tute personalizzate partono da dei modelli prodotti in massa. Se non ci sono esigenze particolari non ha senso farsi fare una tuta da zero da un laboratorio.- Tobi rifletté su come spiegare al meglio la cosa. -Spesso lo Hero, o il suo consulente d'immagine o che so io, elaborano solo un concept, che viene poi passato a chiunque si appoggino per lo sviluppo, ipotizziamo un laboratorio. Il laboratorio consulta un catalogo di tute, ne individua una compatibile col progetto, la ordina e lavora su quella. Sto stringendo ma più o meno l'iter è questo.- Spiegò Tobi. -Quindi, sì, molti Pro-Hero hanno comunque bisogno di ordinare tute prodotte in massa, sebbene non ne rompano così tante. E, no, io non ne ho ancora rotta nessuna delle due che posseggo.- In realtà non era sicuro se considerare di possederne una o due, perché quella che si era fatto fare al primo anno ormai gli andava un po' piccola, ma certamente era ancora utilizzabile in emergenza, fortunatamente non era così attillata come quella nuova.
    Valutò se aggiungere a quanto detto il fatto che era curioso di smanettare anche personalmente con la tuta di Senka, ma a parte che non era ancora sicurissimo di esserne in grado né di avere seriamente intenzione di farlo piuttosto semplicemente di comunicare le sue idee al laboratorio e chiedere se era fattibile, ma in fondo non aggiungeva niente di concreto alla questione, l'iter era sempre procurarsi una tuta base e modificarla a prescindere da chi lo facesse. Non valeva la pena di aggiungere qualcosa che potenzialmente Senka poteva prendere male per le ragioni che Tobi aveva pensato proprio poco prima.
    -Detto ciò, se sono in arrivo dei modelli corazzati aspetto comunque volentieri il loro sviluppo prima di decidere cosa comprare. Sembra interessante, e non ho fretta.- Concluse, annuendo solennemente. In fondo una delle customizzazioni più comuni per ogni tuta era l'aggiunta di parti corazzate, si trattava comunque di uno step risparmiato.
    Senka volette addolcire le obiezioni di Tobi, dicendo che comunque anche se non era stata una sua idea personale aveva comunque preso una decisione consapevole e attiva, e questo valeva più che lasciarsi semplicemente trascinare nelle cose. E poi sottolineò la differenza fra una sartoria semisconosciuta ed il posare con un brand già riconosciuto. Tobi non aveva molto da aggiungere, non sapeva bene cosa pensare, ciò che diceva Senka aveva senso e sicuramente aveva fatto qualcosa che il Tobi di tre anni prima non avrebbe mai fatto, ma anche tutto questo considerato non sentiva di aver compiuto chissà che eroismo. Il ragazzo si limitò a ridacchiare e mormorare qualcosa sulla falsa riga di "suppongo di sì" e lasciò morire il discorso.
    La tua amica ha buon gusto ma gioca troppo secondo le regole. Era una definizione parecchio esatta di Sumire, in effetti, nota per la sua perfezione meticolosa. Non che per Tobi fosse una cosa particolarmente negativa, ma sì, era difficile vedere Sumire indossare qualcosa di definibile audace, aveva uno spettro di comoda perfezione entro cui lavorava ed un indumento audace per definizione doveva avere qualcosa di imperfetto che appunto lo faceva risaltare.
    Seguì infine il consiglio vero e proprio di Senka, ideale per chi voleva vestirsi in maniera stilosa ma semplice - il che probabilmente era più o meno quello che Tobi voleva? Presumibilmente? Faticava a mettere in parole quello che voleva, il fashion era un argomento così alieno e lontano per lui che non sapeva bene come affrontarlo, ma non era nemmeno che gli dispiacesse vestirsi bene dunque non voleva sminuire o fare quello per cui "una cosa valeva l'altra".
    Senka consigliò fondamentalmente di vestirsi più o meno come già faceva ma di aggiungere un elemento che staccasse, più particolare e ricercato. L'esempio che fece fu di un paio di pantaloni a sigaretta neri, un dolcevita ed un piumino o una giacca più vivace o con qualche fantasia particolare. Tobi ebbe l'immagine mentale di sé stesso vestito esattamente com'era, ma con una giacca lucida con la colorata stampa di un dragone orientale che la attraversava completamente. L'effetto non sembrava male, ma era certamente qualcosa a cui bisognava abituarsi.
    -Ah, grazie.- Un ringraziamento mormorato mentre accettava il lembo di pelle su cui Senka aveva attaccato il logo Goldfinger®. Non si aspettava di riceverlo in regalo e ne era molto riconoscente, ma non gli sembrava il caso di interrompere l'approfondimento sullo stile.
    La spiegazione proseguì spostandosi su quali fossero i vestiti che più attiravano l'attenzione, ossia scarpe, cinture e soprabiti - e ne fece una dimostrazione levandosi la giacca e facendo vedere come la maggior parte del suo essere stiloso ed eccentrico venisse da quella ed una volta rimossa sembrava decisamente più ordinaria.
    -Credo di aver capito più o meno il concetto, sì.- Confermò, per farle capire che la seguiva ancora. La donna concluse dicendo che la determinante per la scelta di un outfit era quello che Tobi voleva comunicare con esso. Il che presupponeva che Tobi volesse comunicare qualcosa tramite i vestiti, il che forse per Senka era una cosa normale, era una stilista, gli outfit erano "la sua arte" e come ogni artista comunicava con essa, ma per Tobi era un concetto abbastanza alieno. Cosa voleva comunicare Tobi...? Aldilà di tentare di vestirsi in maniera appropriata per ogni luogo e situazione, non aveva neanche mai pensato che qualcuno vedendo il suo vestiario potesse formulare pensieri particolarmente complessi.
    Per la verità nessuno dei due capi che Senka gli aveva mostrato gli piaceva particolarmente, ma in effetti nessuno dei due stereotipi offerti da Senka rappresentavano Tobi. Se non altro sapeva cosa non voleva comunicare. Ci rifletté per un istante, prendendosi il mento fra indice e pollice della mano destra.
    -Ecco, non ho le idee molto chiare sul messaggio che vorrei mandare.- Ci rifletté, tentando di porsi la domanda in maniera diversa, in fondo si trattava solo di percezione: come voleva essere percepito dalle persone? Cosa voleva che una persona pensasse di lui, vedendolo? -C-credo, mi piacerebbe...- Balbettò, con una vaga idea in mente, anche se era estremamente imbarazzante. -Mi piacerebbe sembrare una persona seria ed affidabile. Nel senso, qualcuno che... sa quello che fa? Qualcosa del genere, suppongo. Non mi viene in mente nient'altro.- Forse era per compensare il fatto che in realtà era lungi dall'essere una persona che sapeva quello che faceva ed aveva sempre la situazione sotto controllo. Magari se poteva spingere gli altri a credere che lo fosse, ci avrebbe creduto un po' anche lui.
    « There are unsolved feelings that haunt me, It's too late to heal, I'll lay them to rest. »
    Heroes ✧ UA/Providence ✧ Livello#8 ▸▸ SCHEDACRONOLOGIA©CODE[art]

     
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