Danse Macabre

Lo Sterben era uno di quei club conosciuti per le esibizioni musicali dal vivo e per una clientela altamente selezionata. E quando si parlava di formalismi, Roy sapeva già che si sarebbe dovuto vestire elegantemente per non dare nell'occhio. Il disagio nell'indossare abiti eleganti lo aveva accompagnato per tutta la giornata, ma ciò che lo rendeva nervoso, era l'idea di dover frequentare luoghi pieni di gente, in cui il frastuono e il chiacchiericcio la fanno da padrona a scapito del suo cervello, a dir la verità, Roy odiava frequentare gente a prescindere.
I rapporti umani erano limitati esclusivamente a questioni di lavoro e di pianificazione. Con non poca fatica era uscito dal blocco comunicativo, una sorta di autismo che sin dalla tenera età lo induceva ad isolarsi e a rifiutare forme affettive o di semplice contatto, ma questo "sblocco" non gli aveva di certo risolto il suo desiderio di solitudine, un sociopatico come lui non si cura... ma per lavoro, aveva capito che non avrebbe avuto scelta. E Se davvero era intenzionato a compiere il suo destino, mettendosi sulle tracce del padre, doveva necessariamente costruirsi una rete di contatti nella malavita, fino ad arrivare a lui, il grande truffatore finanziario .....

Il locale non aveva comunque deluso le sue aspettative peggiori: tanta gente elegante, intenta a scambiarsi convenevoli, a sorseggiare drink, ridere, parlare e tutto quel vociare lo stava mandando già in tilt, mentre avanzava all'interno del locale a piccoli passi per via della calca.
"Parlate, parlate, vociferate, bicchieri che girano, donne che ridono, ma cosa avete da fare tutto questo baccano? Ma perché non sparite dalla circolazione, esseri deprimenti e ipocriti? Borghesucci frustrati e Nobili viziati che si sfidano per chi ha più soldi in banca, l'orologio più costoso o l'abito di ultima generazione... e tutto questo buonismo poi?"
Roy si avvicinò alla locandina epsosta su una parete del locale.
"...pare del ricavato della serata di oggi sarà devoluto all'associazio..."
Ahahahah!
Una risata sarcastica gli uscì dalla bocca, per poi trattenersi di colpo per non mettersi in mostra.
"Ma tu guardali, si sentono a posto con la coscienza solo perché si privano dello 0,000001% dei propri capitali per i bambini orfani in difficoltà! Mi spiace, ma stavolta non andrà così. Non saranno quei pochi yen che devolverete agli orfanelli a rendervi felici questa sera."
Roy si guardò in giro con circospezione, probabilmente satva cercando qualcuno.
"Se anche oggi Yami ha intenzione di farmi fare tutto da solo, stavolta gliela farò pagare..."
E con un broncio sul viso si avvicinò al bancone fino a quando il suo sguardo non incorciò l'insegna di una nota marca di birra. I suoi sembrarono illuminarsi, come se avesse scoperto un tesosro nascosto.
Con una certa enfasi infantile si avvicinò di colpo al bancone.
Una Guinness, pelase!
Qualla birra gli ricordava l'Europa, seppur di origini inglesi, aveva sempre apprezzato i prodotti irlandesi. La bevve con molto gusto, svuotando mezza pinta in un solo sorso, e rimanendo con dei "baffetti" bianchi sul labbro superiore a causa della schiuma.
Si pulì con la mano destra, incurante se tale gesto potesse essere ritenuto poco educato da chi gli stava a fianco.

Il fatto di non vedere in giro la sua collega Yami, era destinato a diventare l'ultimo dei suoi problemi, quella sera. Roy aveva appena finito di scolarsi una fresca Guinness, in memoria delle sue origini nord-europee e stava avvicinandosi verso il palco per lasciarsi catturare dalla musica:
"Se non si presenta me ne torno a casa e domani gliene canto quattro. Se pensa di lasciare a me tutto il lavoro, si sbaglia di grosso..."
Non fece però in tempo a raggiungere i tavoli disposti di fronte al palco, che alcune persone cominciarono ad allarmarsi e a spostarsi frettolosamente dalla zona centrale della sala. L'albino si voltò in quella direzione e riuscì solo a distinguere una piccola nube violacea estendersi velocemente in tutto il locale. Non poteva immaginare cosa sarebbe successo da lì a pochi istanti. Quello strano gas aveva un odore nauseante e in men che non si dica, dopo aver percepito un particolare intorpidimento al corpo, Roy si paralizzò completamente.
Quella strana sensazione di intorpidimento non gli era nuova suo malgrado, ma probabilmente fu l'ultima cosa che riuscì ad elaborare in quel preciso momento. Anche il suo sguardo si pietrificò in direzione dell'ingresso del locale, non avendo modo di vedere tutto il resto.
I suoi pensieri vennero subito interrotti dall'ingresso di alcuni uomini muniti di maschera anti-gas, i quali cominciarono a mettere le mani nelle borse e ai portafogli dei presenti.
"Ed ecco i responsabili... complimenti, davvero ben organizzati ragazzi". Pensò sarcasticamente, quasi a volersi prendere in giro da solo.
Altri invece, stavano portando via il corpo paralizzato di una donna con la testa coperta da un cappuccio nero. Durante lo spostamento del corpo, vicini all'uscita, notà che qualcosa cadde per terra: un archetto per violino. A quel punto riuscì a collegare l'abito vistoso e quell'attrezzo, alla violinista. Ma la sua concentrazione si fermò poi su una figura che fece successivamente il suo ingresso nel locale, una donna piuttosto giovane con una lunga chioma verde, probabilmente la capo-banda. La cosa strana fu che quella donna non aveva la maschera antigas, ma la cosa ancora più incredibile fu che Roy poté subito riconoscere quella persona, la stessa a cui aveva aveva puntato il kunai al collo qualche settimana prima.
"Cosa stai pensando di fare, brutta stronza?". In quel momento, come se il fato avesse voluto metterci lo zampino, la ragazza che era al comando di quei banditi incrociò il suo sguardo.
"Mi ha riconosciuto....". L'istante dopo, la ragazza ordinò a tutti di uscire immediatamente dal locale.
Una volta fuori, il gruppo dei criminali si separò, la ragazza, in particolare, si avviò di corsa in un vicolo di fronte al locale.
Tutti i clienti erano sicuramente sbigottiti per quella rapina ma, forse, il pezzo grosso doveva essere proprio la ragazza rapita. Si chiedeva proprio questo Roy e, non appena l'effetto paralizzante svanì, si gettò di colpo all'inseguimento della capo-banda.
Scavalcò i presenti ancora a terra, calpestandone qualcuno e facendosi largo a spintonate verso l'uscita dello Sterben.
Via! Spostatevi, toglietevi di torno!
Ricevette diversi insulti come risposta ma non se ne curò, doveva agire subito e velocemente.
Non appena fuori dal locale, aumentò progressivamente la velocità per poi compiere un balzo ed attivare i suoi gravitoni all'altezza delle gambe e della schiena, così da creare un effetto propulsore ed aumentare così la sua velocità.
Era all'inseguimento di una donna di cui sapeva poco e niente ma, anche se non era lui l'obiettivo di quel rapimento, il suo istinto gli suggeriva di non mollare il colpo e continuare quell'inseguimento all'interno del vicolo.

L'effetto propulsore dei gravitoni, la spinta che avvertiva sulla schiena, gl trasmettevano, seppur per un istante, una sensazione di grandezza, di magnificenza. Per lui era puro godimento. Un modo per gioire delle proprie qualità, una sorta di automotivazione inconscia che lo spingeva a dare sempre il massimo in ogni circostanza.
Detestava risparmiarsi.
Perdere quando si ha dato il massimo fa meno male di quando non ci si è impegnati fino in fondo.
La ragazza era perfettamente identica alla complice che partecipò al rapimento di quel tipo che lo aveva attaccato qualche settimana prima.
Non era quindi una novità se avessero rapito altre persone. Ed era questo il motivo che spinse Roy fino al punto di agire da predatore con lei. Non aveva alternative, era una situazione in cui il dialogo doveva lasciare spazio alle azioni.
Era talmente concentrato sulla sua preda che non si accorse di essersi ritrovato in un parco a lui sconosciuto, lungo un sentiero con tanto di staccionata ai lati ed una gradinata di fronte, magari un ponticello. L'aveva raggiunta, il Flight Boost gli era stato utilissimo.
La ragazza iniziò a percorrere velocemente quei pochi scalini, tempo a sufficienza per permettere a Roy di fermarsi, distendere entrambe le braccia verso il corpo di lei e , dopo aver aperto i palmi delle mani, innescò l'effetto attrattivo dei propri gravitoni, direzionandoli sulla ragazza che, accortasi della sua presenza si voltò di scatto.


Se l'effetto desiderato della sua tecnica avesse avuto successo, la ragazza sarebbe stata letteralmente curvata verso Ash, il nucleo gravitazionale. La velocità di attrazione, poteva essere equiparata allo stesso effetto della caduta di un corpo dall'alto verso il basso ma con una intensità inferiore.
Non avrebbe, però, fatto in modo che la ragazza le "atterrasse" addosso, bensì si sarebbe sforzato per cessare l'attrazione gravitazionale a meno di un metro da lei.
Con ogni probabilità, se fosse stato in grado di catturarla, per via dello spostamento, la capo-banda avrebbe anche potuto perdere l'equilibrio e quindi cadere a terra davanti ai suoi piedi.

Che cosa vi sta frullando per la testa? Cps'è questa storia dei rapimenti?
Avrebbe chiesto senza esitazione alcuna al suo primo contatto con il suo sguardo.