Roy Ash O'Connor

• Roy Ash O'Connor •

BRIGHTON (EN) 1995 - 2017
Di origini anglosassone, Roy Ash O'Connor è nato in una famiglia appartenente alla malavita finanziaria, esperta in truffe e riciclaggio del denaro. Dalla malavita di basso rango e fino ai patrimoni dei grandi boss mafiosi internazionali, la famiglia O'Connor poteva vantare di aver gestito volumi di affari pari a decine di miliardi di dollari.
Suo padre Arthur avrebbe voluto insegnargli tutto ciò che sapeva sui traffici illegali, i paradisi fiscali, prestanomi e società fittizie ma sin dalla prima manifestazione del suo quirk, il controllo della forza di gravità, Roy iniziò a dare alcuni segni di disturbi psicologici, come ad esempio un forte distaccamento emotivo dalle persone (genitori compresi) e grosse difficoltà nell'esprimere verbalmente ciò di cui aveva bisogno. Apparentemente apatico e privo di empatia, mostrava i tipici sintomi appartenenti all'autismo. La cosa però, non piacque a suo padre, uomo conservatore ed autoritario. Inoltre, la sua Unicità apparteneva a suo nonno materno e l'aver ereditato il quirk dalla generazione precedente anziché dai genitori, venne considerato come un evento insolito, un'anomalia genetica che avvalorò ancora di più -secondo l'opinione di suo padre- la teoria sull'autismo. Infatti, mentre sua madre possedeva il dono della telecinesi, suo padre aveva incredibili capacità mnemoniche e visive che gli permettevano, ad esempio, di leggere un libro di 500 pagine in meno di 4 minuti, oppure ricordarsi interi discorsi o singole battute di diversi film, anche a distanza di tanti anni.
Consapevole che, per via dei suoi problemi, non avrebbe potuto ereditare lo scettro di famiglia, compiuti i 5 anni, suo padre lo fece trasferire in una clinica psichiatrica privata. Non contento, con la complicità di alcuni membri di famiglia, Arthur simulò un incidente domestico per poi dichiarare la morte accidentale di suo figlio. Roy O'Connor era ufficialmente morto e, con l'aiuto dei medici corrotti della clinica da lui pagati profumatamente, suo padre avrebbe cancellato ogni forma di contatto o coinvolgimento futuro, sicuro del fatto che Roy non avrebbe mai più messo piede fuori da quella struttura privata.
Sua madre, d'altro canto, si oppose fortemente a quella farsa, voluta dal marito solo per salvaguardare la propria immagine dalle organizzazioni concorrenti. La sua opposizione le costò l'esilio, assieme all'altra figlia Miranda, all'interno di una villa isolata e non molto lontana da Brighton, la loro città natale, con il divieto assoluto di interloquire con chiunque all'esterno della dimora.
Uomo violento, dispotico e arrogante, suo padre fu colui che innescò per sempre la fiamma dell'odio nel cuore di Roy.
Il ragazzo restò in clinica fino all'adolescenza e in stretta sorveglianza, trattato come una potenziale minaccia per la società, tenuto a bada con psicofarmaci e sedute psichiatriche invasive.
Per sua sfortuna, Roy era anche diventato il burattino di quei medici che, oltre a studiare le capacità e le proprietà del suo quirk, sperimentavano su di lui gli effetti di nuovi medicinali da lanciare sul mercato. E mentre Roy cresceva sotto violente e traumatiche terapie, allo stesso modo poté anche conoscere e sviluppare al meglio il controllo sulla forza di gravità.
All'età di 17 anni però, fece un'incredibile scoperta che gli cambiò per sempre la vita.
Una mattina d'autunno, all'interno della clinica, una ragazza dall'aspetto docile e un portamento elegante si presentò a lui come sua sorella Miranda ed era lì per portarselo con sé.
Miranda era stata designata come l'erede dell'impero della famiglia O'Connor grazie al suo quirk, ereditato dal padre, e alle sue incredibili doti comunicative e persuasive. Gli anni della clinica psichiatrica terminarono e da quel giorno, sotto il nuovo nome anagrafico di "Ash", tornò a vivere nella villa di Brighton con sua sorella e sua madre.
Grazie al supporto di sua sorella e sua madre, Ash cominciò a dare segni di miglioramento con i rapporti sociali. Miranda gli fece da tutor, insegnandogli in primis ad esprimere ciò che pensava. Dopo due anni, il ragazzo era in grado di sostenere una comunicazione comprensibile e lineare, mentre le interazioni sociali non lo intimoriva più come in passato.
Sua sorella gli aveva rivoluzionato la vita.
Fu allora che sua madre poté constatare che suo figlio non era affetto da alcuna forma di autismo, ma volle accertarsene chiedendo supporto ad un medico di sua conoscenza per un check-up completo. L'analisi fu positiva e venne confermato che il ragazzo non aveva alcuna forma di autismo ma "forti incapacità emotive". Successivamente, un'approfondita indagine sulle cartelle cliniche storiche del ragazzo, attribuì la causa di quello stato psicologico al suo stesso quirk il quale, risvegliatosi in età troppo prematura, aveva compromesso il suo sviluppo neurologico.
Suo padre, invece, non si fece più vedere, per lui era una faccenda chiusa ormai: suo figlio non era degno della famiglia, una piaga familiare da tenere alla larga da sé e dai suoi affari. Questa cosa alimentò in Roy un forte desiderio di rivalsa nei suoi confronti, avrebbe voluto dimostrargli che non era affatto un malato mentale e che era perfettamente capace di intendere e di volere. Forse nutriva ancora il desiderio di farsi accettare dal padre perché, in fondo, una speranza l'aveva sempre conservata, sin dai tempi della clinica. Speranza che vanificò la sera in cui ascoltò di soppiatto sua sorella discutere con suo padre in una videoconferenza. In quell'occasione capì il motivo per cui venne rilasciato dalla clinica: Miranda aveva fatto in passato un accordo che prevedeva il reintegro di Roy in famiglia, a patto che lei ereditasse la gestione degli affari con suo padre. Sua sorella, quindi, mise da parte i suoi sogni e le sue ambizioni personali, pur di accogliere il fratello nuovamente in famiglia.
Arrivò così il giorno in cui la sorella, assieme a sua madre, dovette raggiungere il padre a Londra per concludere un affare molto importante; affare che però si concluse molto male.
Sia la sorella, che la madre, non fecero più ritorno dalla grande metropoli inglese. Ash cercò in tutti i modi di mettersi in contatto con qualcuno e da sua padre non ebbe mai alcuna notizia. Fu grazie ai giornali che il ragazzo poté capire che le due donne erano state massacrate in una sparatoria tra bande rivali. I titoli dei giornali riportavano "Tragica sparatoria tra riciclatori e mafiosi." Nell'articolo vi erano le immagini dell'auto di sua madre crivellata di colpi e nel corpo del testo vi erano chiari riferimenti alla nota famiglia criminale degli O'Connor e di come l'agguato mettesse la parola fine al traffico illecito di denaro sporco, secondo l'opinione degli esperti.
Ma la verità era un'altra e Ash lo intuì subito. Sapeva che suo padre era un abile calcolatore e nell'arco della sua vita aveva accumulato così tanti soldi e potere che avrebbe venduto persino la famiglia pur di mantenersi a galla e non perdere tutto ciò che aveva conquistato, illegalmente. Era certo che quell'affare a Londra altro non era che un parasole, uno specchietto per allodole, creato ad hoc proprio per attirare clan rivali e opinione pubblica, affinché giornali e forze dell'ordine mettessero la parola fine alle indagini sugli O'Connor.
Dopo anni di ricerca, diventato ormai ventenne, tramite una soffiata, Ash venne informato che la nuova dimora di suo padre si trovava in Giappone.

TOKYO (JP) 2017 - 2021
Sulle tracce di suo padre Arthur, il giovane Ash si trasferì a Tokyo nel 2017, con l'intento di trovare colui che aveva dato origine a tutti i suoi problemi e alla morte delle uniche due donne della sua vita. Sapeva che, nonostante media e forze dell'ordine avessero abbandonato le tracce della famiglia O'Connor, suo padre stava continuando ad operare come al suo solito, con il grande vantaggio di non aver più nessuno alle calcagna.
In Giappone, Ash riuscì a mettersi in contatto con un gruppo criminale locale, il Soseiji, con sede in un apparente locale notturno di Roppongi, con il controllo su buona parte del quartiere. Un quartiere perfetto e forse il più adatto ad un criminale in anonimo, come suo padre. Ed è proprio qui che Ash conobbe Yami Dødson, una ragazza svedese con cui portò a termine il suo primo "lavoro" da criminale: la rapina alla Shintoyama Bank. Nonostante l'intervento dell'Eroe FireFlower e il grave ferimento di un suo compagno di fazione, Sajin Bukimura, il colpo andò a segno e Yami, l' allora senior del gruppo, poté consegnare il gruzzolo al boss del Soseiji, Yoshimura, un apparente innocuo e saggio uomo di terza età.
Il giovane inglese sperava che dall'esempio di Yoshimura potesse apprendere tutto ciò che c'era da capire sui traffici e le varie interconnessioni criminali di Tokyo, per riuscire ad individuare, un giorno, la tana del suo nemico.
Ma le sue aspettative persero il loro vigore nel corso del tempo. Man mano che le stagioni si alternavano, il ragazzo acquisiva sempre maggiori capacità comunicative e di gestione delle attività ma, allo stesso tempo, si allontanava sempre più dal suo scopo originario, il motivo vero che lo aveva spinto oltreoceano. Nel frattempo, la stessa Yami, colei che lo avevo ingaggiato nel Soseiji, scomparve improvvisamente, senza lasciare traccia alcuna.
Le attività che lo coinvolsero maggiormente e che lo videro in primo piano furono diverse come, ad esempio, il furto dell'acido fluoridrico presso l'Università di Fisica di Tokyo, con l'amara scoperta che tale acido sarebbe servito ad un folle reverendo cattolico per cancellare definitivamente i corpi di bambini che egli stesso aveva ucciso con il suo quirk. Missione portata a termine assieme a Yuya Mirokuji e Alucaard, anch'essi del tutto ignari delle vere intenzioni del reverendo che li aveva ingaggiati per rubare l'acido.

Quell'incarico, però, non si concluse come si aspettavano. Ash e Yuya si recarono dal reverendo per incassare il denaro ma Yuya venne abilmente rapito, mentre Ash venne intercettato dai due studenti della Yuuei con cui si era scontrato quella mattina all'università di Fisica, Raul Garrett, che infine eliminò definitivamente il reverendo Borek con il suo quirk elettrico, e Hans Hawking, che distrusse la borsa con i soldi ottenuti dalla vendita dell'acido.
Per garantirsi la fuga, Ash fece un patto con Raul, autore della morte del reverendo: si sarebbe assunto la colpa dell'uccisione, in cambio del suo silenzio. Raul acconsentì, non fece parola sulla presenza dei villain ed Ash venne incolpato dell'omicidio del reverendo Bolek.

Ma nel suo curriculum si potevano contare altre attività criminose, come i combattimenti avuti con alcuni studenti della Yuuei, l'epico e breve scontro avuto con Kal Dyonis -poi rapito da Orochimaru e liberato dagli Heroes-, il tentato rapimento del tirocinante Darius Wild, la sanguinosa lotta con il vigilantes Jack Khaleerd, fino ad arrivare al momento in cui decise di rompere con il Soseiji. L'ambiguità di Yoshimura, infatti, non fece che aumentare negli ultimi mesi del 2018, innescando in Ash dubbi e sospetti che qualcosa di strano e altamente pericoloso si stava muovendo alle sue spalle. Ben presto, questi sospetti trovarono le loro fondamenta quando, in un freddo pomeriggio, incontrò nuovamente Yami. Quella giornata passò alla storia e forse in pochi, avrebbero poi saputo le verità nascoste dietro a quello che fu un tentativo di attentato terroristico nei confronti della Yuuei.
Contrariamente a quanto si possa pensare, Ash, Yami ed altri due ragazzi conosciuti in quell'occasione, Ryo Tatsuki e Daisuke Okada, ai tempi tutti e tre appartenenti al gruppo dei Bloody Snake, capeggiato dal folle Orochimaru, contribuirono al salvataggio della Yueei e forse di gran parte dei cittadini di Tokyo.
Paradossalmente, per una notte intera, quattro villain si trasformarono in eroi "per caso", prendendo parte ad una missione suicida e che soltanto per un soffio riuscirono a tener cara la propria pelle.
Da quell'evento, Ash decise di rompere definitivamente con il suo boss Yoshimura, così come gli altri tre ragazzi chiusero i ponti con il loro (ex)boss Orochimaru, criminale viscido e spietato che infine trovò la morte per mano diIron Man.
Tuttavia, da quel momento in poi le cose non sarebbero state più le stesse, per Ash. Tutte quelle missioni e quei coinvolgimenti con altri villain e heroes lo avevano di fatto allontanato dal suo obiettivo primario e di aver spento in lui la fiamma che lo fece smuovere fino a Tokyo.
Decise quindi di riprendere in mano la propria vita, la propria libertà, lontano da gerarchie di fazione ma soprattutto il più lontano possibile con ciò che ne sarebbe rimasto del Soseiji. E aveva bisogno di tempo, per se stesso, prima di incamminarsi su una nuova e sconosciuta via. Non avrebbe fatto l'eremita, non avrebbe mai smesso di perdere il contatto con la società ma, con i pochi soldi che aveva guadagnato in quegli anni di permanenza in Giappone, poteva comunque permettersi un periodo sabbatico alla ricerca del proprio sé.
Doveva capire cosa era veramente importante per lui e di cosa aveva davvero bisogno. Per anni, troppi forse, la sua mente era stata offuscata dal desiderio di vendetta ma bastarono circa due anni a Tokyo per far si che quell'obiettivo perdesse sempre più valore rispetto alle cose che stava facendo.
Probabilmente, la vendetta non era più il vero scopo della sua vita.
Lo aveva capito ed era pronto ad accogliere quel vuoto che aveva sempre albergato in lui e che aveva sempre finto di non vedere. Doveva soltanto riempire quel vuoto con le proprie ambizioni.

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