Quando il dovere chiama...

Role tra AliceSeelie, DualSlayerBlade e Sir.Nobody

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    Era una classica serata autunnale, il freddo si sentiva, ma non era così pesante da dar fastidio. Daisuke era sul tetto della sua "casa" stava osservando fuori, era da un po' che aveva vari pensieri in testa. Aveva incontrato quella ragazza, di cui ancora non sapeva il nome, era curioso di scoprirlo, ma non poteva di certo andarglielo a chiedere direttamente, non sapeva nemmeno dove viveva. Poi aveva fatto quella sottospecie di accordo con Ryo, quel ragazzo era matto da legare, ma in qualche modo era riuscito a convincerlo, non poteva negare che era felice. Aveva un qualche tipo di affinità con lui, probabilmente dato che erano così diversi Daisuke era attratto dalla mente contorta di quel ragazzo, che di certo avrebbe potuto fare cose che lui nemmeno si immaginavo, ma era questa la comodità.
    Ad un certo punto, un suono diretto e fastidioso, interruppe il silenzio che c'era nella zona, era la suoneria del telefono di Daisuke, probabilmente aveva ricevuto un altro incarico, chissà da chi, era sempre una scommessa sul nulla.
    Per cui, con fare tranquillo, Daisuke prese il suo telefono nero dalla tasca, lo apri con calma e rispose. Con chi ho il piacere di parlare? disse queste parole con la tranquillità di una persona che risponde spesso al telefono. Ciao caro, sai benissimo chi sono. Ho bisogno di te per un "lavoretto" sei disponibile? Avrebbe detto la voce dall'altra parte del telefono, che Daisuke riconobbe come uno dei suoi contatti, un suo "amico", lo conosceva da molto tempo, e in realtà lo considerava davvero una persona di cui si fidava. Dimmi pure, cosa devo fare? disse Daisuke facendosi serio, dopo aver compreso che era un incarico lavorativo. Beh sai, negli ultimi tempi la gente che compra da me sta , diminuendo, io vorrei che tu trovassi qualcuno che può far arrivare gente, o magari direttamente qualcuno che potrebbe comprare, prova a girare un po', la cosa migliore sarebbero degli studenti, loro spesso sono più facilmente manipolabili. Tu non dovrai fare nulla, solo parlare con qualcuno di loro, trovare qualcuno che ti sembra valido, e poi darmi dei nomi, poi ci penseranno i miei ragazzi a farli entrare nel giro se sono validi, quindi tu non preoccuparti, questo sarà un lavoro sicuro, perlomeno finché non dici troppo. Avrebbe detto, parlando senza fermarsi, l'uomo che aveva contattato Daisuke. Era un lavoro come un altro, niente di troppo nuovo per lui, gli sarebbe bastato andare in un qualche parco non troppo lontano dalla scuola e chiacchierare con qualche ragazzino che trovava. Gli sarebbe bastato fingere una qualche parte e ricavare fuori qualche notizia, di solito le persone che potevano cadere nel circolo della droga erano facilmente riconoscibili, quindi non ci avrebbe messo molto. Interessante, non nego che ci proverò, ma non ti prometto nulla, sto cercando di mantenere un profilo più basso potremmo dire, ho fatto cose poco legali di recente, e anche se teoricamente nessuno mi ha beccato non vorrei far danni. Quindi se ci stai a questa condizione a me sta bene avrebbe detto Daisuke dicendo cose vere, quello che avevano fatto a quel ragazzo alla Yuuei era stato fantastico sotto un certo punto di vista, ma anche spaventoso dall'altro, erano entrati in una scuola e avevano drogato uno studente, se qualcosa andava storto chissà dove finivano lui, Ryo e Yuya.
    Io ci sto. Quindi pensaci tu. . La persona dall'altra parte aveva un tono tranquillo, come se si fidasse di Daisuke, il quale avrebbe chiuso la chiamata dopo quella frase.
    Ora doveva solo decidere dove andare, avrebbe iniziato girando per i parchi, era la cosa migliore, sarebbe andato lì dalle 16 alle 17, se non trovava nessuno cambiava parco. Daisuke stava già programmando il piano d'azione nella sua testa, mentre con calma si dirigeva sul suo scomodo divano-letto. Poi si sdraio continuando a pensare, e dopo poco più di 10 minuti di pensieri continui si addormento, crollando come dopo una giornata di fatiche.
    La mattina dopo decise di mettersi giù per creare il piano, e per creare una possibile "identità" per non sembrare impreparato, si era deciso mentalmente un falso nome, avrebbe cambiato pettinatura per quel breve tempo, decise di far finta di essere un uomo d'ufficio, quindi si concentrò per entrare nella parte.
    Poi verso le 15 si avvio per uscire di casa, era vestito come suo solito, un completo formale, ma non troppo vistoso, però si era messo in ordine i capelli, ora erano perfettamente ordinati, era decisamente più elegante, alla fine bastava poco.
    Poi si sarebbe incamminando lentamente verso la stazione, magari avrebbe trovato qualcuno anche lì, ma ne dubitava, di solito erano fin troppo affollate. Una volta sul treno si sedette e fece un lungo e silenzioso viaggio. Fino a che non arrivo a piedi in un parco decisamente grande, l'aria era fresca e c'erano poche persone, era un posto adatto. Poi si sarebbe appoggiato ad un albero leggermente nascosto, era un piccolo alberello dietro a vari altri alberi, da lì, però poteva osservare la zona leggermente meglio, avendo più visione di campo, poi si sarebbe portato il telefono all'orecchio per non sembrare strano a chi passava di lì, poteva benissimo dire che stava parlando. Così Daisuke si sarebbe messo ad osservare con attenzione le persone che passavano.




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    Darius Wild




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    Altra mattinata passata alla Yuuei, tra lezioni di storia degli eroi, educazione civica e altre materie di secondo piano, almeno per lui. Nuove e vecchie amicizie che si incontrano lungo i corridoi della scuola, tra chiacchiere varie: pettegolezzi su i vari professori e il loro modo di insegnare, voci su i nuovi arrivi e su quelli che invece hanno finito o stanno finendo il loro percorso di studio, per poter ambire ad un posto di lavoro nell'ufficio di qualche eroe di prima fascia, o addirittura ad aprirne uno tutto proprio. è inutile pensare a che tipo di agenzia aprire e dove farlo in questo momento...ci sono un sacco di altre cose che hanno la priorità ora si ritrova a rispondere verso uno dei compagni del corso di matematica che si stava informando sulle possibilità future da poter scegliere. e poi fino a quando non avrò fatto il tirocinio con "lui"...non andrò da nessuna parte aggiunge mentalmente questa volta finendo di raccattare la sua roba dal banco, per ficcarla in quella specie di valigetta ventiquattrore che si portava dietro, un pò desueta, un pò vecchia rispetto a lui e alla sua età, ma che svolgeva ancora egregiamente il suo compito.

    Alla fine delle lezioni, andò a percorrere il viale che dall'istituto conduceva al cancello di ingresso, insieme ad altri tre ragazzi, primini per lo più, che insieme a lui si stavano dirigendo in direzione della stazione ferroviaria per poter tornare a casa. Ovviamente per raggiungere la stazione dovevano attraversare a loro volta il parco beh si, dovrete impegnarvi non solo nelle esercitazioni ma anche nelle materie classiche...il corpo e la mente devono viaggiare di pari passo spiega verso di loro, con una scrollata di spalle abbastanza tranquilla. Indossava la divisa della Yuuei, camicia con gli ultimi bottoni lasciati aperti, la cravatta mezza slegata che rimane appena per qualche sorta di magia nera sfidando la gravità. spero non mi rimangano attaccati fino a casa gli occhi viola, roteano schermati parzialmente dagli occhiali da sole che indossa in quel momento, mentre la mancina venne richiamata per dare una sistemata alla chioma argentea, in modo da spostare i capelli che gli erano finiti davanti al volto mentre camminava.



     
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  3. AliceSeelie
     
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    ARUKO SHIZUNE




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    Era da un pò che non si prendeva del tempo per sé stessa e quando finalmente si decideva a prenderselo ovviamente faceva un caldo impietoso che si diffondeva dall'asfalto a tutt'intorno. Assottigliò gli occhi, decisamente contrariata mentre si dirigeva alla stazione, magari per il centro pieno di locali climatizzati o qualcosa del genere, o magari semplicemente per tornare a casa dove potersi rilassare e fare una doccia. Aveva scelto dei vestiti piuttosto semplici per uscire: semplici shorts in jeans, una canottiera nera e delle scarpe da ginnastica ai piedi, mentre i capelli erano stati tagliati un poco più corti, rinunciando alla coda o alla treccia che usava di solito. Probabilmente per alcuni, nonostante la diffusione delle mutazioni fisiche tra la popolazione, poteva prenderla per una straniera vista la tonalità della sua pelle e gli occhi azzurri. Uno scherzo genetico decisamente piacevole alla fine, e che condivideva con i fratelli.

    Si fermò a una delle macchinette self service che davano sulla strada andando alla ricerca di qualcosa di fresco con i suoi pochi spiccioli. Doveva risparmiare se voleva ottenere un buon equipaggiamento, i tizi della sezione ricerca & sviluppo erano dei taccagni per i materiali.
    <dannati spilorci!>
    Borbottò inserendo le monetine e andando a prendere una di quelle strane bibite giapponesi dai gusti improbabili e portandola al collo per rinfrescarsi prima di aprirla e gustarsela. Il tutto mentre si dirige con tutta la calma del mondo verso l'ingresso della stazione.


    CITAZIONE
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    Il ragazzo dai disordinati capelli neri scrutava con entrambi gli occhi ogni persona che passava per quel parco, c'era di tutto, dai classici bambini che giocavano e si riconcorrevano alle persone anziane sedute sulle panchine, che aspettavano i nipotini o altre persone con cui parlare.
    Ma i suoi obbiettivi erano altre persone. Di solito i ragazzi adolescenti erano facilmente adescabili e fregabili, quindi ci avrebbe messo poco a convincerli a dargli notizie su di loro.
    Proprio nel momento in cui scrutava un ragazzo che probabilmente aveva poco più di 10 anni vide una cosa fantastica, probabilmente un dono divino.
    Quattro ragazzi, con delle divise che lui ben conosceva stavano camminando nel parco in modo particolarmente unito. Il ragazzo, si allontano dagli alberi. Scrutando i 4 volti non riconobbe nessuno sul momento, ma erano tutti e quattro studenti della prestigiosa Yuuei, chi meglio di loro, eroi che erano immersi nello stress fino al collo, le pressioni dei professori erano moltissime e di certo non era facile, dei perfetti esempi di studenti che con non molto difficoltà potevano essere manipolati.
    Daisuke li squadrò e decise di provare ad attaccare bottone con uno di loro che gli dava più interesse, un ragazzo non molto più basso di lui, con degli strani capelli bianchi.
    Ehi ciao, posso parlare per qualche minuto con te? Disse il ragazzo dai capelli neri al ragazzo che aveva mirato. Mi chiamo Akira Tanaka, lavoro per un giornale della zona. Ho notato la tua divisa e vorrei farti qualche domanda. Sai com'è, vai in una scuola decisamente prestigiosa. Quale modo migliore per attaccare bottone se non fingere di essere un giornalista. Normalmente nessuno si poteva avvicinare alla scuola e tanto meno entrare, quindi i giornalisti avevano poche interviste agli studenti, Daisuke pensava che il miglior modo per farlo parlare e tutto era questo, un intervista che lo avrebbe tenuto impegnato per una ventina di minuti. Se per te non è un problema vorrei parlarti senza nessun altro, non vorrei mai far perdere tempo a tutti e quattro, di sicuro sarete molto impegnati. E poi mi serve una sola persona da intervistare. Disse questo per non perdere tempo con gli altri tre, il ragazzo che aveva trovato gli sembrava più sveglio degli altri, quindi magari aveva accumulato più allenamento e stress, di certo non sarebbe stato male sapere di più.




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    Edited by DualSlayerBlade - 30/7/2018, 20:05
     
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    Sta ancora camminando insieme al resto del proprio gruppo, cercando di sfuggire alle conversazioni, pensando a tutt'altro, vista anche la differenza d'età con il resto dell'allegra compagine che intanto continuava a parlare del più e del meno. Si ritrovava ad annuire un paio di volte, o mugugnare in risposta ai vari argomenti trattati, lungo quel percorso ciottolato, che attraversa il parco in direzione della stazione. Certo, basta che continuiate ad allenarvi e presto o tardi verrete sottoposti anche voi all'esame dice semplicemente stringendosi nelle spalle, alle domande di uno del gruppo.

    Da li a poco comparve lungo la loro strada la figura di un ragazzo che poteva avere la sua età più o meno, vista anche la stazza, si ritrova ad inarcare leggermente un sopracciglio, sopratutto perchè sembrava avvicinarsi proprio a loro. ...lavoro per un giornale della zona la cosa gli fece inclinare leggermente il capo sulla sinistra, storcendo la punta del naso un giornalista...che vuole parlare con me? si guardò per un attimo attorno, verso il gruppetto di ragazzini che lo tallonava potrebbe essere una buona possibilità per sganciarsi si ritrovò a pensare, finendo per tornare a guardare in direzione di Daisuke andando ad annuire.

    Si può fare...ma non posso rimanere molto ammise stringendosi nelle spalle per qualche attimo e quindi fece un gesto con il capo in direzione del trio di ragazzini con cui stava, finendo per congedarsi da loro, muovendosi di qualche passo A quale giornale hai detto di appartenere? gli andò a domandare, infilando le mani nelle tasche del pantalone e cominciando la propria passeggiata-intervista. Proprio durante quella passeggiata, non potè non notare la figura di Aruko, non molto lontana e quindi alzò il braccio per farle un saluto, dopotutto nonostante avesse un ego paragonabile solo alla sua smania, non era così male. Gli occhi viola poi finirono per tornare in direzione di Daisuke, attendendo le sue domande, dopotutto, era lui il giornalista.



     
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    Il ragazzo dai capelli argentei guardò il corvino mentre si avvicinava al gruppetto che aveva intorno, inarcando anche un sopracciglio, seppur leggermente. E dopo aver raccontato al ragazzo quella balla sul giornale, lo studente inclinò addirittura la testa. Effettivamente doveva essere strano, alla fine non capita tutti i giorni che un giornale fermi degli adolescenti, ma loro non erano adolescenti qualunque, loro studiavano in un posto a dir poco "speciale", il posto in cui Daisuke era penetrato con i suoi due collaboratori, in quella scuola non studiavano di certo cose comuni.
    Dopo le varie parole di Daisuke il ragazzo che si trovava davanti, colui che sembrava quasi il capo del gruppetto, annuì.
    Gli disse che era fattibile, ma non poteva rimanere per molto, niente di male alla fine, bastava poco per convincere una persona, e se fosse riuscito a capire qualcosa sulla sua persona sarebbe stato già un ottimo risultato. Poi, con un gesto del capo, il ragazzo disse qualcosa agli altri 3, questo confermò il sospetto di Daisuke sul fatto che fosse il capo gruppo. Gli faceva abbastanza ribrezzo in realtà, pensare che quei 4 probabilmente sarebbero diventati degli eroi conosciuti, in un futuro forse nemmeno troppo lontano.
    Dopo quel gesto l'albino si allontano leggermente dagli altri, per far sì che loro andassero avanti. Questo era un vantaggio, una persona da sola era gestibile, quattro diventavano troppe, era meglio raccogliere informazioni con calma alla fine, scegliendo i soggetti con calma e senza essere poco precisi, gli sarebbe bastata anche una singola persona alla fine, l'importante era cercare un po'. Alla fine non aveva obblighi di alcun tipo.
    Il ragazzo poi gli fece una domanda che lo mise un po' in panico, chiedendogli da che giornale venisse, Daisuke si era scordato questo piccolo particolare, quindi provò un improvvisazione diretta. Beh, sì, sai com'è, il giornale da cui vengo è molto piccolo. Quindi è probabile che tu non lo conosco. Si chiama Metropolitan Hero News, raccogliamo informazioni dagli eroi di Tokyo e dintorni. Seppur ancora abbiamo avuto poche interviste, e quasi tutte da eroi di basso calibro, però raccogliamo informazioni di vario tipo sugli eroi e altre cose. Il ragazzo tentava di essere il più serio possibile, si era inventato un giornale sul momento e non sapeva quanto potesse essere credibile, aveva cercato di racimolare cose che potessero far rilassare il ragazzo però, magari sentendo che sarebbe andato in un giornale per eroi sarebbe stato più propenso a rispondere alle domande.
    Nel mentre Daisuke parlava il ragazzo stava passeggiando, per cui Daisuke cerco di mantenere il passo, e camminando a media velocità, per avere un piccolo vantaggio di distanza. Poi per qualche motivo alzo il braccio, magari cercava di salutare qualcuno, o lo fece per qualche altro motivo, fatto sta che dopo averlo fatto torno a guardare il ragazzo dai capelli corvini.
    Beh, se posso farti domanda allora inizio. La scuola che frequenti è particolarmente stressante? Perché hai scelto di andarci? So che il test d'ingresso è particolarmente difficile, è vero? Hai mai usato il quirk al di fuori della scuola? Ed infine, come sono i tuoi compagni? Hai fatto conoscenze interessanti e hai conosciuto persone con obbiettivi simili ai tuoi? Daisuke fece come a suo solito, sparò a raffica una serie di domande adatte alla questione, voleva capire se fosse adatto a quello che gli serviva o se magari era meglio evitare. Probabilmente avrebbe fatto altre domande, ma preferiva procedere con calma. Alla fine nulla gli metteva fretta.




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    Ho preferito aspettare un bel po' di tempo per vedere se Alice riuscisse a postare. Ma dato che dopo un mese la sua situazione non si è evoluta ho preferito procedere, forse era meglio farlo prima, ma ho preferito personalmente aspettare un bel po' di tempo per darle tempo di rispondere, e non volendo che la role rimanga freezata ancora per troppo preferisco postare ora.

    Faccio un secondo spoiler per notificare che ho modificato il titolo che era sbagliato nel mio Layout
     
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    Una volta raggiunta la zona insieme a Daisuke, spostò la sua attenzione sul gruppo di ragazzi che erano con lui poco prima e che ora stavano proseguendo in direzione della stazione per poter tornare alle proprie case, a differenza sua. Dopo quei pochi attimi finì per tornare di nuovo con l'attenzione sul fantomatico giornalista che lo aveva placcato per quella intervista, che sarebbe iniziata da li a poco. Attese che il giovane dai capelli corvini rispondesse alla sua domanda Metropolitan Hero News a quel nome si ritrovò ad aggrottare le sopracciglia per alcuni istanti e stringendosi nelle spalle, scosse il capo un paio di volte No, mai sentito a dire il vero...ma se avete ricevuto interviste da eroi di basso calabro perchè scendere ancora più in basso? indicandosi con il pollice all'altezza del petto, visto che a conti fatti lui non era nemmeno un eroe in quel momento.

    Dopo quella risposta, ecco che il ragazzo ripartì con una raffica di domande, che avrebbe fatto invidia ad una mitragliatrice modello gatling probabilmente. Un cenno positivo iniziò quindi a rispondergli è sicuramente stressante, come potrebbe esserlo una scuola per chi non ha un Quirk, in maniera proporzionale, si intende. prima domanda andata, andò ad infilare la mano destra nella tasca del pantalone, mentre con l'altra continuava a sorreggere la propria borsa per la scuola è la scuola migliore, una volta superata le possibilità che si apriranno davanti a noi, sono le migliori che ci siano e quindi è tutto rapportato, partendo dal test di ingresso alle lezioni e tutto quello che ne consegue ma all'ennesima domanda non riuscì a non trattenere le risate e scuotere la testa no, mai usato, ma probabilmente anche se lo avessi fatto, non lo confermerei in un'intervista su un giornale, per quanto di basso rango alle ultime domande del giornalista, per quanto falso fosse, si strinse nelle spalle ancora una volta non mi pare ce ne siano altri come me si aggiustò gli occhiali da sole sul volto e quindi abbassandoli appena, puntò le iridi violacee in direzione di Daisuke Qual'è il tuo nome?



     
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    Il ragazzo dai capelli argentei al sentire il nome del giornale si aggrottò leggermente, e scosse anche il capo un paio di volte, era normale che non lo conoscesse, era un giornale finto, e magari l'improvvisazione di Daisuke aveva funzionato, anche se a seguire il ragazzo chiese il motivo di intervistare lui, un non eroe, quindi scendere più in basso di quando avessero fatto con altri. In effetti era vero, ma Daisuke aveva la balla pronta a sto giro Ah, si vede che sei ancora un giovane! Ti do un indizio, sarà meglio intervistare un futuro eroe o un eroe poco famoso adesso? Voi studenti della U.A. in futuro sarete famosi come nessun altro, e probabilmente prendereste parte alle agenzie di eroi più famose di Tokyo. Voi siete una carta abbastanza vincente, dato che se non vi conoscono ora, presto lo faranno. Per questo ti voglio intervistare, quando ti ho visto con il tuo gruppo mi sei sembrato il più forte, o comunque più maturo degli altri tre. Daisuke in realtà non ci aveva pensato troppo, aveva semplicemente visto che era quello più simile al capo.
    Dopo questa frase, che era stata susseguita velocemente dalle domande, il ragazzo dagli occhi violacei annui verso il corvino. Dicendogli che studiare alla U.A. è stressante come lo sarebbe una scuola per chi non è dotato di quirk, un commento particolare in effetti, che però non bastava a capire se fosse adatto. Continuo poi parlando del fatto che è la miglior scuola e che davanti a loro, seguendo quello che la scuola offre, si sarebbero aperte molteplici strade. E anche qui il ragazzo non aveva torto, alla fine fare l'eroe di mestiere ti fa guadagnare anche abbastanza, questo fece però perdere la concentrazione a Daisuke, che stava capendo che forse aveva preso un granchio parlando con quel ragazzo. Rispose anche che non aveva mai usato il quirk fuori da scuola, e se lo avesse fatto non lo avrebbe detto ad un giornale, Daisuke quindi non capiva se lo avesse fatto o meno, se la era giocata bene. Poi rispose di no alla domanda sulle ambizioni, questa risposta fece chiaramente storcere il naso, non aveva risposto alla sua domanda, che la sua ambizione non fosse tutto questo granché? Magari voleva davvero diventare un eroe solo per il profitto enorme che questo offre.
    Poi, dopo aver risposto a quell'ultima cosa si giro in direzione del corvino, chiedendogli il nome. Ma come? Non hai sentito prima? Vabbè capita, Akira comunque il corvino non capiva, forse aveva capito che mentiva? E questo era un subdolo test, ma Daisuke, seppur poco concentrato non era così stupido da mollare la sua identità finta. Comunque non mi hai risposto alla domanda sulla tua ambizione. Ah, poi vorrei farti un paio di domande più umanistiche, mi interessano per approfondire meglio l'articolo. E comunque, hai un nome da eroe o qualcosa del genere? Se faccio l'articolo sarebbe meglio se mi dai una descrizione del tuo quirk o cose del genere, almeno posso parlare di te in modo più accurato. E se hai qualche amico a cui piacerebbe finire su un giornale dammi pure qualche nome, siamo giovani come giornale, avere materiale in più non ci da fastidio. Daisuke doveva scavare più a fondo, almeno avrebbe capito se la persona era quella giusta, ci sperava, dato che probabilmente avrebbe mollato l'incarico altrimenti, non aveva così tanta voglia di lavorare negli ultimi tempi.




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    Nome:Daisuke Okada
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    Alla risposta del suo interlocutore, si ritrovò ad inarcare un sopracciglio con uno sguardo confuso Ma perchè parla come se fosse un cinquantenne... si ritrovò a massaggiarsi la tempia destra per qualche attimo, finendo per sospirare alla fine, mentre gli occhi violacei tornarono ad essere schermati dagli occhiali da sole Beh, per forza non siete un giornale famoso se vi affidate semplicemente al caso rispose dopo aver sentito le parole di Daisuke Potresti intervistare qualcuno che potrebbe non diventare mai un eroe, già il fatto di avere quel titolo pone tutti i possessori al di sopra di noi studenti si strinse nelle spalle, andando a spostare il peso dalla gamba destra a quella sinistra.

    Sorrise quando sentì l'altro ripetere il nome che aveva usato, annuendo un paio di volte volevo solo essere sicuro di averlo memorizzato bene facendo spallucce andò a muovere lo sguardo nella zona del parco che li circondava, così per tenere comunque la zona sotto controllo, anche se sembrava farlo in modo abbastanza rilassato. non mi hai risposto sulla tua ambizione a quelle parole, il capo si raddrizzò in direzione del falso giornalista per poterlo guardare in volto mh?la mia ambizione? si ritrovò a ripetere verso l'altro diventare un eroe ovviamente, con tutto quello che ne consegue gli rispose in maniera decisa, annuendo con il capo come a voler rafforzare il concetto.

    Alle domande successive si passò la mano sul mento un paio di volte finendo per sospirare leggermente Non sono un eroe...quindi, no ancora nessun nome scosse il capo un paio di volte e per il mio quirk...è davvero necessario che te lo dica? domanda non propriamente convinto dopotutto finirà su un giornale e da li potrebbe finire in mani sbagliate, dopotutto non chiedete a chi compra il giornale se ha cattive intenzioni o meno, no? si ritrovò a domandare in direzione dell'altro, andando a spostare nuovamente il peso da una gamba all'altra, dopotutto restare fermi così tanto poteva causare qualche leggero fastidio.



     
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    Il ragazzo era chiaramente confuso dai discorsi che il corvino faceva, si poteva notare da come appariva e da quello che faceva, e anche da quello che diceva, infatti gli disse che finché si affidava al caso il suo giornale non avrebbe mai potuto diventare famoso, e che seppur un eroe era di basso calibro, era comunque più famoso di uno studente, cose ovvie alla fine, ma non era quella la parte che Daisuke recitava in quel momento, lì lui era Akira, aveva un altra storia e un altro obbiettivo, e seppur la pensasse diversamente dal suo "personaggio" doveva rimanere serio e impuntato sulla sua opinione.
    Oh, ma a cosa ci si deve affidare se non alla fortuna in questi casi? Affidarsi alla pura logica non aiuta molto al giornale, e poi rimane il fatto che tu studi in una scuola così prestigiosa, questo mi permette di fare un articolo anche sulla U.A., e non sono in molti a poter farlo. Ma probabilmente è una logica mia, affidarsi alla fortuna è più divertente che andare sul sicuro, lasciare che il caso ti guidi verso qualcuno che magari diventerà importante non è male. Il ragazzo non era onesto, evitava di affidarsi al caso, solo uno sciocco si affida ad esso, e seppur non fosse un genio, la sua prudenza, gli diceva che non andare a testa bassa verso qualcosa di ignoto non era la cosa migliore. Il ragazzo dai particolari occhi violacei, disse che voleva memorizzare, il finto nome di Daisuke, chissà se magari una volta tornato a casa avrebbe provato a cercare il giornale, magari non avrebbe trovato nulla e avrebbe capito di essere stato fregato, o magari non lo avrebbe fatto, non che importasse molto a Daisuke.
    Poi il corvino rimase stranito, lo studente che aveva al suo fianco gli disse che l'ambizione che aveva era diventare eroe e ciò che ne consegue, davvero era così poco ambizioso? Gli sembrava particolarmente strano che avesse detto questo dopo aver detto che non c'erano altri come lui, di certo non intendeva a livello fisico o altro, non poteva essere così stupido da dirlo, anzi, il ragazzo che Daisuke vedeva sembrava una persona furba e intelligente, di certo non qualcuno che precisa una differenza così ovvia.
    Beh, questa è la tua ambizione ovvia, alla fine stai studiando per diventarlo, ma la tua vera ambizione qual'è? Magari vuoi superare All Might, il più famoso eroe, e il più forte, di tutto il giappone. Magari vuoi diventare il numero uno nella classifica degli eroi giapponesi. Magari vuoi prendere il posto di qualche altro eroe, come successore si intende. E altre due cose: Sul serio sei l'unico che conosci che vuole diventare eroe? Mi sembra strano, alla fine studiate per diventarlo. E seconda cosa qual'è il tuo nome? Sai, non posso lasciare l'intervista anonima, sarebbe imbarazzante. Daisuke stava cercando di reperire più informazioni possibili senza nulla, probabilmente anche quella giornata sarebbe finita senza risultati, ma era già qualcosa provarci.
    Intanto il ragazzo dai capelli dello stesso colore dell'argento disse che non aveva ancora un soprannome, non essendo ancora un eroe, e che non si fidava a dargli il suo quirk, non sapendo in mano a chi potesse finire il giornale. Daisuke era stizzito, questa cosa gli dava problemi, voleva recuperare informazioni su qualche futuro eroe, ma probabilmente aveva fatto un buco nell'acqua, quel ragazzo non diceva nulla di troppo. Doveva cercare di cavargli di bocca almeno il quirk.
    Beh, voi studenti della U.A. fate un torneo in cui il vostro quirk viene completamente mostrato al intero mondo, dirlo ad un giornale forse è meno pericoloso che quello. Sai com'è, la cerchia di gente che compra il nostro giornale è veramente ristretta, di solito ragazzini o fan sfegatati degli eroi. Daisuke doveva riuscirci, altrimenti avrebbe perso solo tempo, e non gli andava troppo a genio. E poi pure io sono curioso di sapere chi ammettono ora nella fantastica U.A. sai, quando ancora ero un ragazzino provai a fare il test per entrarvici, ma mi ritrovai sconfitto. Ho capito che non sono per nulla portato ad usare il mio quirk e non potrei mai fare l'eroe, per questo vi ammirò intensamente, e già poter parlare con uno studente che a differenza mia c'è riuscito mi fa sentire come se parlassi con un eroe. Il corvino aveva provato ad inventare una storia per far fidare il giovane, magari si sarebbe lasciato andare leggermente di più, ma non ne era così sicuro.




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    Ascoltando le parole dell'altro, si andò a grattare la tempia con l'indice, storcendo appena le labbra, in una smorfia quantomeno confusa, finendo per stringersi nelle spalle per qualche attimo Non mi è capitato spesso di incontrare gente che è disposta a giocare in modo così avventato con il proprio lavoro, sembra quasi che tu non ci tenga al tuo posto considerò in risposta alle affermazioni del giornalista, andando a sgranchirsi leggermente il collo, dopo una giornata passata a fare su e giù tra il quaderno e la lavagna.

    Poi sulle sue labbra si disegnò un sorriso alle parole del ragazzo, suo coetaneo probabilmente Diventare eroe, con tutto quello che ne consegue, non esclude nessuna delle altre opzioni che tu hai citato, anzi, ne include molte di più. Ma a volte, come saprai, è il non detto a lasciare curiosità e rendere un articolo interessante la mano destra volteggiava appena a mezz'aria mentre stava parlando se io avessi tutte le risposte, ormai non potrei più sbagliare o imparare nulla, così come davanti a me si presenterebbe una vita piatta, dove tutto è già spianato e poi con quella stessa mano, andò ad indicare la direzione in cui si trovava la scuola per eroi, come a volergliela indicare li tutti vogliono diventarlo, hanno i loro motivi, e di certo non vengono a raccontarli a me concluse con una scrollata di spalle.

    Poi sulla questione del quirk, andò a grattarsi il mento un paio di volte Il festival, certo andò a battersi il pugno sul palmo della mano opposta, facendo ondeggiare per qualche attimo la cartella che si tirava dietro, finendo per indicare di nuovo il ragazzo dai capelli scuri che stava di fronte a lui allora magari quando sarò al festival i vostri lettori potranno ricordarsi di me, Darius Wild gli disse andando a fargli l'occhiolino, con tono scherzoso, facendosi anche una risata alla fine. Quando lui gli raccontò della sua esperienza nella scuola, l'espressione si fece più seria, andando ad assottigliare gli occhi su di lui anche io sono stato sconfitto...non è una motivazione valida per essere bocciati...probabilmente non era quello che volevi fare e credo che nessuno ti proibisca di farlo ora il test di ammissione ovviamente.



     
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    Il giovane dai capelli d'argento si grattò la tempia e fece una lieve smorfia dopo l'affermazione di Daisuke sulla fortuna, rispondendo che gli sembrava quasi come se al corvino non importasse del suo lavoro. In effetti una persona come Akira, era indubbiamente stupida, non era da persone sane affidarsi così tanto a robe futili.
    Il ragazzo dai due occhi violacei sorrise leggermente all'affermazione del finto giornalista sulle ambizioni, magari stava per "rilevare" qualcosa di utile, ma il mafioso ne dubitava parecchio, era strano che fosse riuscito a conquistarlo con così poco. Di fatti, la risposta che il ragazzo diede di contro all'affermazione del corvino, non lasciò Daisuke particolarmente stupito, il ragazzo diceva che le opzioni non si escludevano e anzi erano molteplici le cose in più fattibili una volta eroi, e come sospettava lo studente non si fece scappare la minima parola su quelle che volesse fare, a quel punto gli rimanevano poche cose da fare.
    Il ragazzo aggiunse anche che i suoi compagni non venivano a dire le proprie ambizioni agli altri, a quel punto il mafioso non si sentii al massimo, facevano bene, ma fra amici si può fare, voleva forse dire che erano così tristi che nemmeno avevano degli amici? Non era fattibile dai. Di solito gli eroi apparivano solari e allegri, ma era davvero fattibile che magari sotto-sotto, alcuni, erano persone molto timide? Non era strano che il mafioso non lo sapesse, il mondo degli eroi era solo un fastidio lavorativo per lui, non si interessava poi troppo, e il rancore che provava per l'assassino del patrigno era andato a scemare leggermente. Seppur fosse ancora presente non era più così grave da pesargli giornalmente, ed era certo che affrontare un qualche eroe non era una buona soluzione.
    Poi il ragazzo probabilmente albino si grattò il mento parlando del festival, per poi colpirsi il palmo della mano con un pugno, e poi indico il corvino. E disse che il giorno del festival magari i lettori si sarebbero ricordati di "Darius Wild", era perfetto, ora aveva il suo nome, però non gli serviva praticamente a nulla, il ragazzo era inadatto per quello che cercava, avrebbe dovuto continuare a cercare altrove probabilmente, o semplicemente dire al suo "amico" che non c'era niente d'interessante da portargli.
    Il mafioso però aveva provato la sua ultima carta, magari riusciva a farlo liberare, ma non fu così, Daisuke aveva solo scoperto che lo studente era stato sconfitto, ma era passato comunque, e disse che probabilmente non era quello che voleva fare.
    Beh, ho sempre sognato di farlo fin da quando da piccolo seguivo gli eroi in televisione, però il mio quirk non è prettamente adatto ad essere un eroe, ma mi sembrava giusto provarci comunque, alla fine sapevo benissimo che alla U.A. passa poca gente, e pure tu puoi confermarlo. Quindi mi ritrovai battuto durante l'esame, e decisi che era inutile provare a fare qualcosa che mi avrebbe solo dato problemi di autostima e fisici. Quindi mi sono "rifugiato" nel mio piccolo mondo del giornalismo. Fidati, non tutti hanno la fortuna di nascere con quirk utili, molti di noi nascono con cose fondamentalmente inutili. Beh, non so che altro chiederti Darius, spero di sentirti nominare in futuro, e mi raccomando combatti fino all'ultimo nel torneo, non mollare. Se siete riusciti ad arrivare alla U.A. probabilmente siete tutti in grado di fare grandi cose. Daisuke era abbastanza schifato, aveva cercato di dileguare il discorso nel più veloce dei modi.




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    Scusami per il post corto ma non sapevo bene cos'altro dire, quindi ho lasciato agire Daisuke, ha capito di aver preso un granchio con Darius. Quindi se per te non ci sono problemi chiuderei nel prossimo post. Aggiungo che ho modificato per un errore nei codici.
     
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    Dopo eoni, in cui tutto rimase freezato, così tanto da fargli dimenticare addirittura la locazione del post, le parole di Daisuke, il falso giornalista, lo risvegliarono da quel torpore. Facendogli storcere il naso, sopratutto, con il capo che si inclinava prima a destra e poi a sinistra, gli occhi che si fessurizzarono sul volto dell'altro Un quirk, inadatto per essere un eroe?facevi esplodere la gente per caso? gli domandò, con il tono e l'espressione piuttosto confusi.

    Alla fine, andò a raddrizzare il capo per poter osservare sempre l'altro Essere battuti all'esame non significa, non essere ammessi, la scuola tra l'altro promuove la comprensione e la conoscenza approfondita del proprio qurik, così che non si possa usare nel modo sbagliato...dopotutto non esistono Quirk buoni o Quirk cattive, dipende tutto dalle persone si ritrova a spiegare in direzione dell'altro ragazzo, dai capelli corvini, gesticolando leggermente con la mano destra.

    Furono poi le sue ultime parole a fargli fare un cenno positivo con il capo, come se avesse recepito quello che voleva dirgli Ovvio che mi darò da fare, dopotutto se voglio diventare un eroe, non posso rimanere fermo ad aspettare che le cose vengano da me, anche perchè sarò io a scegliere cosa fare e quando farlo, senza nessun condizionamento da parte di nessuno. Si strinse nelle spalle per qualche attimo, prima di andare a sistemarsi di nuovo la borsa che portava con se, a tracolla, con dei movimenti abbastanza fluidi, finendo per sistemarsi la cinghia sopra la giacca con lo stemma della scuola. Si guardò un attimo attorno, finendo per posare le iridi violacee su un orologio che segnava un orario che lo sconvolse quasi. Oh Sheet...sono in ritardo per la spesa! si ritrovò a pensare, mentre mosse i primi passi lontano dalla posizione che aveva occupato insieme al falso giornalista.
    Bhe....passerò in edicola per cercare l'articolo su di me disse in direzione dell'altro, facendogli un rapido occhiolino complice, accompagnato da un cenno della mano che stava ad indicare un saluto, mentre muoveva i suoi passi in direzione della stazione della metropolitana, così da poter tornare nel suo quartiere, per poter poi andare a fare la spesa per la cena di quella sera. Ovviamente, mentre si allontana, si volta più volte in direzione di Daisuke, per una sua eventuale, ultima risposta.



     
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    Il volto dell'albino sembrava confuso, o forse stranito, attorcigliava il naso e muoveva la testa da una parte e dall'altra, come se cercasse di recepire qualcosa dal "breve" monologo del corvino, seppur in realtà fosse quasi del tutto inutile.
    Fece anche dell'ironia sul quirk del ragazzo, che essendo inadatto a fare l'eroe per colpa del quirk, magari, poteva far saltare in aria la gente. Lo studente magari era anche sinceramente confuso dal significato di quello che diceva Daisuke, ma al mafioso sembrava più una presa in giro. Ma no! Non ero inadatto perché troppo pericoloso, semplicemente non era abbastanza utile. Il mio quirk mi permette di essere particolarmente elastico. E dato che non sapevo sfruttarlo bene non sono riuscito a fare praticamente nulla. Il corvino aveva buttato già un un Quirk inventato sul momento, sperando di non sembrare troppo strano, ma sperando anche che il ragazzo si facesse due domande sul sistema scolastico in cui studiava.
    Quando il mafioso era maggiormente perso nei suoi pensieri lavorativi, mantenendo però lo sguardo fisso nei viola occhi del ragazzo, e facendo cenno un paio di volte, per far finta di ascoltare il monologo da eroe che lo studente gli voleva appropinquare. Stava pensando a cosa dire al suo "datore di lavoro", quel giorno non aveva trovato nessuno, e non era molto invogliato a cercare delle persone fresche da rovinare, non dopo la disfatta che aveva subito quel giorno. Sicché pensava ad un modo per non sembrare troppo scortese e ostile, non aveva trovato nessuno di utile, era vero. Quell'albino era fin troppo convinto del suo credo "eroico", non sarebbe stato possibile fargli cambiare idea, perlomeno non per un inesperto come Daisuke, poteva riuscirci con un ex-tossico, con una persona depressa, magari con un ragazzino ribelle, ma una persona così salda non era per nulla adatta.
    La mente del mafioso torno tra i comuni mortali solo quando i suoi occhi persi riuscirono a vedere, in modo vago, la figura di Darius, che annuiva. In quel momento il corvino si rimise ad ascoltare quello che il ragazzo voleva dirgli, cioè che si sarebbe impegnato, dato che per diventare eroe non puoi aspettare che ti cadano le cose dal cielo, ma invece sei tu a scegliere cosa fare e quando farlo.
    Poi, scrutando l'orario, l'albino fece un paio di passi per distanziarsi. Dicendo che sarebbe passato in edicola per vedere l'articolo su di lui, facendo un occhiolino che fece insospettire Daisuke, per poi salutarlo e andarsene.
    Certo Darius. Sono sicuro che ci rivedremo prima o poi però... Il ragazzo dai capelli corvini lo urlò, o per meglio dire, per poco non lo fece, ma parlò certamente ad alta voce, c'era una bella distanza tra i due, e il traffico, a Tokyo, non era di certo poco. Questa frase era anche accompagnata da un pacato saluto con la mano, muovendola da destra a sinistra, portandola sopra il capo.
    Dopo l'arrivo dell'albino nella stazione anche il mafioso decise di tornare a casa, rimuginando sull'accaduto. Non era stata una giornata utile, anzi, era stata uno spreco, avrebbe potuto allenarsi invece che stare ad aspettare che gli cadesse un candidato dal cielo.
    Questa frase gli ritorno di nuovo in mente una volta a casa, sotto la doccia, mentre il suo corpo nudo veniva colpito dall'acqua, la sua mente aleggiava insieme al vapore che si era formato nella "stanza da bagno". L'aspirante eroe gli aveva detto che per diventare ciò che voleva, avrebbe dovuto impegnarsi per raggiungere ciò che effettivamente cercava. E in effetti era una visione delle cose simile a quella del mafioso, ma che non sempre veniva seguita, quello stesso giorno non era stato lui stesso a cercare un qualcuno, ma aveva aspettato che un qualcuno arrivasse da lui. Ovvio, con i "superiori" era più meticoloso, cercava coloro che effettivamente potevano esserlo, ma spesso e volentieri, la fretta e il bisogno sono consiglieri pessimi. Perciò poteva capitare di prendere dei granchi anche in qui campi, ovvio, prima o poi avrebbe trovato una persona degna del suo più totale rispetto, e degna anche del suo stesso corpo mortale. Doveva solo avere pazienza, seppur questo andava contro il principio stesso di cercare lui, da solo, ciò che voleva. Ma dal punto di vista di Daisuke tutto era normale, probabilmente chiunque altro lo avrebbe ritenuto illogico, stupido, e magari anche bambinesco, ma per lui non era strano credere in una cosa e predicare tutt'altra cosa. Forse era proprio per quest'ingenuità che trovare un qualcuno di realmente forte gli risultava arduo.
    Al corvino era sempre piaciuto ragionare sotto l'acqua calda, e seppur in quel momento, in quella casa, la doccia non era la cosa più gradevole del mondo, lui arrivava comunque a farsene quasi due al giorno, più che per il bisogno di lavarsi, lo faceva per il bisogno di pensare, di liberare la mente dai pensieri che la opprimevano, e per farlo poteva far tre cose: Andare sotto l'acqua, correre oppure ascoltare della musica che lo potesse rilassare.
    Sotto quel forte getto di acqua si mise a pensare se l'albino avesse fatto quell'occhiolino per prenderlo in giro, per fargli capire che sapeva delle sue menzogne, o magari per scherzo, per indicare che avrebbe comprato una copia del Metropolitan Hero News, o una cosa del genere, il mafioso si era già scordato la balla che aveva ideato, non che dovesse mantenerla. Chissà se quel ragazzo sarebbe mai stato un avversario diretto di Daisuke, poteva succedere. Il mafioso aveva detto che lo avrebbe rivisto, ma non nel senso cattivo, voleva dire che lo avrebbe rivisto nel torneo della U.A. Ed era vero, seppur il corvino quasi odiasse gli eroi, vedere quegli studenti darsele per una stupida medaglia e qualche opportunità di lavoro lo faceva sbellicare, e spesso poteva identificare quali erano i possibili pericoli del futuro, sempre ottima come cosa in fondo.
    Il mafioso andò a prendere il telefono, uscendo dalla doccia ma rimanendo ugualmente nudo, era casa sua e non c'era nessuno, chi lo avrebbe potuto vedere alla fine? In realtà lo fece per mancanza di accappatoi al di fuori del bagno, si era scordato di lavarli, per cui erano ancora nella roba sporca.
    Una volta raggiunto il telefono, il corvino si mise a scorrere per raggiungere il numero che lo aveva chiamato nel pomeriggio.
    Salve, oggi ti avevo detto che non promettevo nulla no? Bene, ho girato un po' e non ho trovato nessuno di utile per te. Mi dispiace. Daisuke aveva imparato a dare brutte notizie ormai, per cui dopo aver detto questa frase, e senza nemmeno ascoltare l'altro, chiuse la telefonata. In quel momento voleva solo mangiare qualcosa, magari bersi una birra, e poi coricarsi a letto per pensare, aveva ancora molti elementi da chiarire. La presenza di Ryo, quel folle con cui aveva stretto un alleanza. La ragazza che gli aveva dato informazioni su Ryo ma che lo aveva insultato durante il paragone con Yuya. Il capo della missione all'USJ, Yuya, un teleporter come lui, lo incuriosiva come pochi altri. E tra tutti questi pensieri il cervello di Daisuke non sapeva su cosa poggiarsi. Voleva solo mettersi nel divano, e affrontarli uno ad uno.




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