Pure White Gold

Combattimento: Yuya vs. Lion [Utenti: Ryuko - Lion Heroar]

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    YUYA MIROKUJI

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    Narrato x Parlato Yuya x Pensato Yuya

    Yuya si era alzato presto quella mattina, un po' perché i libri di oncologia sulla sua scrivania reclamavano attenzione, un po' perché il suo cellulare si era messo a squillare alle sei e venticinque del mattino del suo giorno libero. Era facile intendere che con giorno libero s'intendeva un giorno privo di lezioni universitarie e che in tutto quello i libri di oncologia erano stati solo il ripiego secondario; ormai si era svegliato e dopo aver sentito la voce dall'altro capo del cellulare difficilmente sarebbe riuscito a tornare placido fra le braccia di Morfeo: meglio mettere a frutto il resto della mattinata studiando.
    Il suo appartamento era immerso nel disordine. Oltre al letto sfatto e le tapparelle semi-abbassate, nella penombra si potevano scorgere un paio di maglie posate sulla sedia, il tripudio di matite ed evidenziatori che avevano accompagnato la sua mattina sparsi sul tavolo, un bicchiere vuoto sul comodino fiancheggiato da una lattina di soda, e le camice che aveva appena finito di provarsi a terra manco fossero stracci.
    Nelle altre stanze era meglio non entrarci, l'unica immacolata era probabilmente la cucina, ovviamente perché non l'aveva usata di recente. Si vedeva che una ragazza non metteva piede lì dentro da almeno due settimane.
    Yuya si strinse il nodo della cravatta attorno al collo, mentre la stoffa nera si posava delicatamente sull'azzurro della camicia prescelta, e si tirò i capelli all'indietro. Perfetto.
    Mancavano le lenti a contatto, ma quelle le avrebbe indossate raggiunto il posto di lavoro. Con un sospiro e la promessa di sistemare casa sua una volta tornato, attraverso a grandi falcate la camera e l'ingresso, inforcò una borsa a tracolla e si chiuse la porta alle spalle, girando frettolosamente la chiave nella toppa.
    La coda ben sistemata sotto ai vestiti, s'incammino giù per le scale. Non degnò l'ascensore nemmeno di uno sguardo. Aveva bisogno di pensare al suo incarico, e camminare era una cosa che lo aiutava molto, soprattutto quando di piani di scale dovevi farne cinque.
    La voce che gli aveva risposto quella mattina al cellulare era stata una voce femminile. Yuya l'aveva riconosciuta perché non era la prima volta che ci parlava. Si faceva chiamare Saika, lavorava per Chris, il suo principale datore di lavoro. O almeno così diceva lui, questa Saika nessuno tra lui e i suoi compagni l'aveva mai vista, e aveva una voce inquietante e tetra, quasi come fosse distorta da un modulatore vocale.
    Saika sapeva sempre tutto, qualsiasi cosa stesse accadendo, anche dall'altra parte del mondo. Non erano concesse le domande, però quando ti chiedeva qualcosa, tu dovevi farlo e basta. Ed era successo così. La sua richiesta era stata che il ragazzo dai capelli corvini si occupasse di sorvegliare un certo "scambio di qualcosa" che sarebbe avvenuto in un certo magazzino in una zona poco al largo della Yuuei. Lui conosceva il posto quindi era il più adatto. Chi o cosa fossero coinvolti non erano affari suoi. Arrivato lì avrebbe incontrato chi gli avrebbe dato il resto dei dettagli.
    «Oh, è Yuu-chan!» una vocina acuta e squillante interruppe di colpo il suo flusso di coscienza. Una bambina, di cinque anni al massimo, mano per mano con un uomo sulla trentina, aveva appena chiamato - storpiandolo - il suo nome. Yuya sollevò lo sguardo, riconoscendo le due figure. «Luke. Ciao, piccola.» sorrise, un cenno all'adulto, fermandosi un attimo a scompigliare i capelli alla bambina. Erano i vicini di qualche piano di sotto, Yuya li incontrava spesso. La bambina lasciò la mano del padre, girandogli intorno, alla ricerca della coda, e non trovandola emise un sospiro deluso. Yuya ebbe una specie di flashback, decisamente poco gradevole, e per un attimo gli parve di sentir bruciare contro la pelle la custodia in cuoio del pugnale che aveva nascosto sotto la giacca. «Dove vai così elegante?» Luke era un tedesco, biondo e altissimo, si era sposato con una giapponese bellissima, non c'era da meravigliarsi che la bimba avesse i capelli scuri, i lineamenti a metà tra l'orientale e l'occidentale, e due occhi cristallini che Yuya era certo di aver visto solo in un altra persona prima d'ora. Non si sarebbe stupito se da adulta fosse diventata una ragazza dalla bellezza più che ricercata.
    «Colloquio di lavoro.» rispose semplicemente. Il che non era del tutto una bugia. «Oh, un altro? Ti cercano proprio ovunque eh, ormai dovresti smettere di nascondere la coda.» rise l'uomo, dopo aver ripreso in braccio la bambina. Il corvino li guardò entrambi, scrollando le spalle ed accompagnando la risata dell'uomo con la propria. «Preferisco lo leggano sul mio curriculum.» replicò, ed il suo vicino annuì. Era quasi angosciante come riuscisse a mentire così sfacciatamente a persone con le qualsi aveva a che fare quasi tutti i giorni. Yuya salutò la bimba e continuò la sua discesa fino a raggiungere il portone. Non appena voltò le spalle alla coppia, udendo la bambina lamentarsi per non aver potuto giocare con lui, il sorriso che aveva esposto fino a poco fa sparì, lasciando il posto ad un'espressione più seria, quasi malinconica.

    Odiava prendere la metro, soprattutto nelle ore di punta, sempre così affollata e piena di gente, ti faceva salire la voglia d'uccidere persino se non eri un criminale.
    Quando Yuya finalmente riuscì a liberarsi dalla ressa che infestava le vie sotterranee adibite all'uso del mezzo di trasporto e ad uscire all'aperto, erano ormai passate le tre del pomeriggio, nel quartiere più infestato di tutto il Giappone. Con infestato, s'intende di eroi. La Yuuei svettava in lontananza, ricordando della sua presenza a tutti i passanti che ogni giorno camminavano e percorrevano le strade di quell'isolato.
    Soprattutto era lì per far da monito ai criminali.
    O almeno ci provava. A gente come lui purtroppo, non sortiva alcun effetto, considerando che già una volta era stato all'interno delle sue mura e ne era uscito incolume.
    Il posto designato in cui Yuya doveva presentarsi era segnato con una punta rossa sulla mappa del suo cellulare. Il corvino si morse un labbro. Quando Saika aveva menzionato un agglomerato di magazzini, lui come uno stolto ci aveva creduto. Scordandosi che quando quella voce c'era di mezzo, le cose facili e poco esposte che amava tanto poteva scordarsele. Il suo reale obiettivo infatti, era un centro commerciale. Uno di quei grandi magazzini pieni zeppi di negozi, appena fuori dal centro abitato. Quindi sì, i magazzini c'erano, ma non erano proprio come li aveva immaginati dal principio.
    Chissà chi poteva essere l'idiota ad organizzare uno scambio in pieno giorno nei magazzini di un centro commerciale. Avrebbe tanto voluto che non fossero affari suoi, purtroppo non era totalmente così.
    Una volta arrivato a destinazione, Yuya entrò nel negozio di articoli sportivi, dove in teoria sapeva che avrebbe trovato a chi rivolgersi, ma un dubbio gli trafisse il cervello. Lui non sapeva affatto a chi rivolgersi. Doveva cercare una persona chiamata Axel, ma... non sapeva affatto come fare a riconoscerla. Si guardo intorno un paio di volte, un po' a disagio. Saika gli aveva persino richiesto un abbigliamento elegante, ma insomma era in un negozio, non ad una festa in nave sul Danubio. Nel dubbio - e per non fare la figura dell'idiota - si mise in fila alla reception per clienti. Tanto per cominciare avrebbe chiesto lì del suo recapito.


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    *Erano passati vari giorni dalla sua iscrizione alla Yuuei. L'emozione del primo giorno di scuola lo aveva reso più emozionato che mai! Pochi giorni prima aveva anche ricevuto la sua divisa scolastica che lui indossava con orgoglio! Gli stava anche bene, anche se aveva dei colori abbastanza accesi, di sicuro più dei suoi normali abiti e solitamente non indossava giacche, cravatte o jeans, troppo scomodi secondo lui e gli impedivano i movimenti. Però... quella divisa era davvero comoda e adatta al suo corpo, la scuola si era persino premurata di fare un buco nei suoi pantaloni, per far passare la coda e delle scarpe su misura per le sue zampe digitigrade, un gesto davvero carino.
    I suoi giorni di scuola furono uno più emozionante dell'altro e conoscere i suoi nuovi compagni e professori (tutti eroi professionisti) lo rendeva sempre allegro. Certo... come al solito il suo aspetto attirava molto l'attenzione di ogni studente, specialmente nella sua classe e chi più, chi meno, gli fecero continue domande inerenti al suo corpo... alcune anche imbarazzanti, ma sorvoliamo.
    Le lezioni erano di continua ispirazione, certo le materie normali un po' meno, ma quando si studiava come essere un'eroe e si facevano i vari allenamenti, Lion ne era entusiasta e si sentiva sempre più motivato. Quel giorno, una volta che la campanella suonò annunciando il termine delle lezioni, il leoncino antropomorfo come ogni volta, prese il suo zaino in finta pelle nera e se ne tornò a casa, allegro come al solito... poggiando lo zaino sul tavolo del salotto e avvicinandosi al suo PC e dopo essere balzato sulla sedia, controllò sul suo solito sito se avesse ricevuto altre commissioni da dover fare.*

    Mh... allora... di video non ne devo fare, ieri sera ho impostato già 3 gameplay, così per tre giorni sono apposto. Però mi toccherà sicuramente disegnare qualcosa.

    *Pensò, mentre lo schermo lasciato in pausa questa mattina prima di andare a scuola, si accendeva, illuminando il suo muso. Fatto ciò, mise la zampa anteriore destra sul mouse del computer, muovendo il puntatore fino alla sezione desiderata, notando già un numerino di fianco, un 3 per essere precisi. Voleva a dire che aveva già due nuovi disegni da dover fare e cliccando sul numero, comparvero le varie richieste alle quali il leoncino diede una letta veloce. Per lo più controllò cosa volessero di preciso e facendo una rapida stima dei dettagli... ci avrebbe messo si e no 2 giorni a finirli, volendo anche meno.
    In ogni caso, Lion non aveva voglia di mettersi subito a disegnare, naaah... avrebbe cominciato più tardi, quel giorno voleva uscire a farsi un giro in centro, mangiare qualcosa e passeggiare, fantasticando come suo solito. Quindi, dopo essersi tolto la sua divisa scolastica, Lion si mise dei pantaloni da ginnastica neri, una maglietta a maniche corte del medesimo colore con su disegnata la faccia di All Might e sotto di essa la scritta -HERO- e una felpa, con un cappuccio fatto apposta per le sue orecchie leonine nel caso lo avesse voluto indossare, ovviamente anche essa era di colore nero, ma non chiuse la lampo, in modo che il disegno del suo eroe preferito sulla maglietta si notasse. Fatto ciò, uscì di casa prendendo solo il cellulare, il portafoglio e le ovviamente le chiavi di casa, chiudendo a chiave, per poi mettersi il tutto nelle tasche, chiuderle ed avviarsi tranquillamente verso la zona commerciale della città.
    Dopo aver preso il bus che lo portò vicino alla zona dei negozi, il leoncino antropomorfo si incamminò verso un grande centro commerciale. Si era ricordato di dover comprare alcune cose... aveva finito le crocchette di patate, i vari snack e il thé alla pesca che solitamente beveva mentre giocava, o disegnava e forse avrebbe anche comprato qualche aggeggio per allenarsi. Una volta entrato nel grosso centro commerciale, il leoncino antropomorfo cominciò a vagare tra le varie persone, guardandosi intorno, muovendo di tanto in tanto la coda, senza una vera e propria metà precisa al momento. Per ora voleva solo curiosare, cercando di ignorare l'imbarazzo dai vari sguardi curiosi e i commenti che udiva su di lui. Riusciva ad attirare l'attenzione persino in posti affollati...*



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    Edited by Lion Heroar - 2/10/2018, 04:09
     
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    Il centro commerciale era ghermito di persone; persone comuni, normali, ognuna alle prese con i propri affari e le proprie spese. In quella folla avrebbero potuto esserci un sacco di eroi in borghese tanti quanti, forse, criminali. Yuya, era uno di quelli, o almeno, così gli piaceva definirsi. In fila alla reception clienti, il suo turno arrivò piuttosto in fretta. La giovane ragazza al banco gli chiese di cosa avesse bisogno e quando Yuya gli spiegò che stava cercando un certo Axel per un "colloquio", lei lo fece chiamare in reception, dicendogli frattanto di aspettare qualche secondo in disparte. Axel arrivò quasi subito, lasciando al ragazzo dai capelli corvini ben poco tempo per guardarsi attorno. Era un uomo sulla quarantina dall'aria gentile e cordiale, pizzetto e capelli neri appena schiariti a causa dell'eta. L'uomo si presentò, ed una volta confermato che lui e Yuya fossero lì per lo stesso motivo, gli fece cenno di seguirlo.
    Dialogando del più e del meno, i due si diressero, in fretta, fuori dal negozio di articoli sportivi, prendendo a camminare in mezzo alla gente. Quel centro commerciale sviluppato su due piani, e accoglieva al suo interno a pian terreno una moltitudine di negozi, d'abbigliamento e non, mentre al primo piano soprattutto bar, ristoranti e zone ricreative.
    La loro destinazione tuttavia non si trovava su nessuno dei due livelli. Axel non sembrava calmo, ma i suoi modi di fare ed il suo passo svelto tradivano una certa fretta mal celata. Sgambettando tra la folla, scansando i bambini urlanti e cercando di non finire assordato dal continuo brusio e chiacchiericcio che caratterizzava il luogo, Yuya faceva quasi fatica a stargli dietro.
    Fu in quel momento che successe, un momento di distrazione e l'uomo finì per scontrarsi con una donna. Niente di troppo grave, rimasero entrambi in piedi, la donna si lamentò della poca attenzione e se ne andò via indignata mentre Axel continuava a scusarsi da lontano. Eppure quel breve attimo, lo sguardo attento di Yuya, ormai coperto dal rosso delle lenti a contatto, notò un dettaglio che a molti sarebbe passato inosservato, e che gli fece fremere la coda stretta attorno al petto, a causa della sconsideratezza. Appena sotto la giacca, che nell'urto si era sollevata un attimo per poi riappogiarsi al suo posto, aveva intravisto il manico nero di una pistola.
    Yuya non fece troppo caso alle persone che lo circondavano, e invece forse, avrebbe dovuto, perché poco lontano avrebbe potuto trovarsi la sua rovina.
    Era una follia portare un'arma nascosta in modo superficiale come quello. Avrebbe potuto vederla chiunque. Avvicinandosi ad Axel glielo fece notare, e l'uomo si risistemo al meglio la giacca, premurandosi che nessuno avesse visto.
    Dopodiché la loro traversata continuò, fino a raggiungere il corridoio dove si trovavano i bagni. Poco dopo le porte che portavano alla toilette, si trovava l'uscita di sicurezza. Axel spinse il manico, autorizzato essendo, almeno per finta parte dello staff, e si diresse all'esterno, raggiungendo la scalinata d'emergenza. Al posto d'imboccarla svoltò sulla destra, lì ad attenderlo c'era una porta, con la targhetta divieto d'accesso impressa sopra, e davanti ad esso due uomini in giacca e cravatta. Uno stava guardando impaziente l'orologio, e Yuya per un attimo, prima che quello abbassasse il polso, ebbe l'impressione che si trattasse di un Rolex.
    Axel si scusò per il ritardo, chinando il capo, e aprì immediatamente la porta estraendo dal nulla una chiave. Entrarono tutti, Yuya compreso, solo per ritrovarsi in una stanza completamente spoglia se non per qualche dozzina di scatoloni di cartone ammassati in un angolo. Dovevano essere in una sorta di deposito. Il soffitto era molto alto, rendendola una stanza molto, tutto sommato, voluminosa. Era illuminata da pallidi neon, ed in un angolo si trovava una scrivania con dei quaderni ed un computer, probabilmente dei registri. Dietro ad essa una seconda porta. Gli uomini in giacca e cravatta si spostarono dietro di essa, ed una volta spariti lì dietro Axel tirò un sospiro di sollievo.
    «Ascolta, non importunarli per nessun motivo. Quelle sono persone importanti.» disse subito, rivolto al ragazzo dai capelli neri. «Il tuo compito è assicurarti che vada tutto liscio, mettiti alla scrivania e fai finta di lavorare, se entra qualcuno... potrebbe essere anche un dipendente qualsiasi, l'importante e che non vada nel secondo magazzino. È questione di mezza giornata massimo. Conto su di te. Ci vediamo più tardi.»
    Una veloce pacca sulla spalla, e Axel sparì, andandosene da dove era venuto, lasciando Yuya completamente solo e pieno di domande, che non ebbe altra scelta se non sedersi davanti al computer.


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    *Non era passato molto da quando Lion era entrato nel grosso centro commerciale nella quale avrebbe fatto le sue compere. Infatti, al momento non aveva ancora fatto alcun acquisto, per lo più si era lasciato trasportare dalla curiosità e dava solo un'occhiata su ogni scaffale del reparto di attrezzi da allenamento. Ne voleva comprare di nuovi e più efficienti di quelli vecchi che aveva a casa, quindi voleva scegliere con cura cosa comprare. Ma non avrebbe preso tutto subito, infatti stava solo controllando e sarebbe passato nuovamente a comprare ciò che gli serviva solo dopo aver fatto una buona scorta dei suoi cibi preferiti, così da regolarsi bene con i soldi da spendere. Per questo dopo aver finito di curiosare, il leoncino antropomorfo si avviò verso un'altra zona del centro commerciale.*

    Devo cercare di non spendere troppo come l'altra volta...

    *Borbottò il leoncino tra se e se, mentre tirava fuori il cellulare talla tasca dei pantaloni e controllava alcune notifiche/messaggi sui vari social. Fu proprio mentre camminava tranquillamente fissando lo schermo del suo cellulare, che un evento... (abbastanza banale in verità) attirò la sua attenzione. Nulla di tanto strano, semplicemente due persone si erano urtate per sbaglio, a pochissimi metri dal leoncino, il quale distolse lo sguardo dallo schermo dell'apparecchio elettronico, andando a fissare i due individui. Ad attirare l'attenzione di quest'ultimo fu la voce indignata della donna, che si lamentava per la poca accortezza del ragazzo contro cui aveva sbattuto e proprio sul fianco di quel ragazzo, appena sotto la giacca che si sollevò per un breve istante, il leoncino antropomorfo vide chiaramente il manico nero di una pistola.*

    ... Una pistola? Perchè portare una pistola in un posto simile?

    *Pensò ciò in una frazione di secondo, cominciando ad avvertire una leggera agitazione a causa dei vari pensieri che cominciavano ad affollare la sua mente. Ma per prima cosa, Lion pensò bene di distogliere il suo sguardo fisso dal ragazzo, facendo finta di controllare con naturalezza il suo cellulare, girandosi persino di spalle in modo da non dare minimamente nell'occhio. Se avesse continuato a fissarlo, quel tizio se ne poteva accorgere e se si trattava di un criminale? No, non poteva permettersi di scatenare una sparatoria in un posto così affollato, fare finta di nulla era la cosa migliore. Però... furbamente, il leoncino antropomorfo mosse il pollice della zampa destra con la quale teneva il suo cellulare, per spegnere lo schermo, utilizzandolo come una sorta di specchio per guardarsi alle spalle senza farsi notare... bastava solo trovale l'angolazione giusta.*

    Ok... calma Lion, ragiona. Quei due sembrano conoscersi... stanno parlando credo. No! Ora se ne vanno! Dovrei... seguirli? Se sono davvero dei criminale potrebbero essere qui per fare un colpo... dubito siano eroi, gli eroi non usano armi di quel tipo. Dovrei avvertirne qualcuno? No, ci metterei troppo e forse sarebbe troppo tardi... ok! Ho deciso, lo seguo! Infondo... sono un'aspirante eroe! Posso gestire un semplice umano armato con una banale pistola, credo... potrei comunque sbagliarmi, ma devo esserne certo.

    *Era tipico di Lion ragionare molto sul cosa fare. Pensava molto, si faceva spesso vari ragionamenti tutti suoi e finiva col perdersi nei suoi pensieri. Sicuramente era nervoso, lo si poteva notare dell'ondeggiare continuo della sua adorata coda. Beh, chi nella sua situazione e con la sua quasi zero esperienza con un vero criminale non lo sarebbe? In ogni caso, aveva preso la sua decisione e non si sarebbe tirato indietro.
    Non appena i due individui cominciarono a muoversi, il leoncino mise via il cellulare e prese a seguirli da una buona distanza, usando la folla per non farsi notare. Era la prima volta che pedinava qualcuno... però, anni e anni di anime, videogiochi e serie TV gli avevano insegnato qualcosina in merito e sembravano funzionare, almeno per il momento. Purtroppo, quei due stavano andando in zone sempre con meno gente, fino ad arrivare ad un lungo corridoio, lo stesso in cui si trovavano i bagni, ma quei due non stavano di certo andando li, ma all'uscita di emergenza. Lion continuava ad osservarli e seguire, con il suo passo felpato degno di un vero felino. Il leoncino si mise dietro l'angolo di quel corridoio, proprio per controllare dove andassero i suoi presunti cattivi e dopo averli visti varcare la porta dell'uscita d'emergenza, Lion attese qualche secondo prima di fare lo stesso. Se fosse partito subito per seguirli, quei due si sarebbero accorti che qualcun altro stava aprendo al porta e allora fine dei giochi.
    Comunque, come si era prefisso di fare, Lion aprì di pochissimo la porta, sbirciando attraverso la fessura così da poter osservare i due uomini varcare una seconda porta, al loro seguito, vi erano due uomini in giacca e cravatta.*

    Cavolo... ora i cattivi sono diventati 4.

    *Per un attimo, il pensiero di lasciar perdere sfiorò la mente di Lion. Ma il pensiero di poter fare finalmente qualcosa da eroe e sopratutto di poter sventare un piano di qualche criminale lo esaltava. Tra l'altro, ora che era arrivato fin li non se la sentiva proprio di rinunciare.
    Con pazienza, Lion attese che tutti i presenti entrassero e richiudessero al porta, solo dopo l'aspirante eroe si avvicinò ad essa e poggiando l'orecchio destro sulla porta, riuscì a sentire (bene o male) la breve conversazione che vi fu nella stanza.*

    Finta di lavorare? Persone importanti? Ma allora ci ho preso...

    *Borbottò silenziosamente, per poi sentire dei passi che si avvicinavano alla porta dietro la quale si trovava.*

    Ghn... cavolo!

    *Doveva assolutamente spostarsi di li, oppure oltre ad una portata in faccia, si sarebbe fatto scoprire e non poteva di certo permetterselo. Con uno scattò fulmineo, il leoncino antropomorfo si nascose sulle scale d'emergenza, abbassandosi in modo da evitare di essere visto dall'uomo che uscendo dalla stanza di prima se ne tornò all'interno del centro commerciale.*

    Ok... è la mia occasione... l'uomo con la pistola se n'è andato, mentre l'altro è ancora la dentro ed ha il compito di non far entrare nessuno nel secondo magazzino mi pare. Devo scoprire cosa c'è li dentro, magari riesco a fregarlo con un trucco.

    *Ci stette a ragionare su per circa un minuto buono, per poi decidersi finalmente su cosa fare e una volta trovata un'idea che gli sembrasse un minimo affidabile, il leoncino antropomorfo si fece coraggio e dopo aver deglutito e sospirato, poggiò la zampa anteriore destra sulla maniglia della porta, aprendola e entrando in quello che pareva essere un grosso magazzino per lo più vuoto... ed illuminato da delle luci al neon e davanti a lui, dietro una scrivania posta vicino al muro, c'era l'uomo che fingeva di lavorare al computer.*

    Aaaam... salve! Ecco... io-io... cercavo il bagno!

    *Fu esattamente ciò che disse il leoncino, con un leggero balbettio e un po' di imbarazzo, per poi mettere entrambe le sue zampe anteriori sopra l'inguine, fingendo di dover davvero andare al bagno urgentemente.*

    è per caso questo? Non resisto più!

    *Domandò con finta impazienza, continuando quella imbarazzante farsa e avvicinandosi a passo svelto alla porta della stanza nella quale probabilmente non doveva entrare nessuno. Ma ora... quel tizio seduto alla scrivania come avrebbe reagito?*


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    Una volta che Axel l'ebbe lasciato solo, il giovane dai capelli corvini cominciò a guardarsi intorno. Il posto era mediamente grande: una stanza quadrata, adibita a magazzino, quasi tutte le pareti occupati da scatole, mensole in legno e articoli da sistemare; la scrivania, dove si trovava il computer, era posta in un angolo e probabilmente serviva per registrare la messa in reparto. La porta sotto la sua giurisdizione si apriva sulla stessa parete alla quale era affiancata la scrivania. Yuya pensava che dovesse essere un secondo magazzino, eppure, cosa si celava dietro di essa non lo sapeva.
    La sua apparente tranquillità durò, tuttavia, relativamente poco. Ebbe giusto il tempo di sistemarsi alla scrivania, e accendere il monitor del pc, che la porta si socchiuse. In principio pensò che fosse Axel, forse si era dimenticato di dirgli qualcosa, ma al posto dell'uomo conosciuto davanti ai suoi occhi increduli apparve una sagoma alquanto... bizzarra. Sembrava un ragazzo, eppure aveva in tutto e per tutto le sembianze di un felino. Il giovane lo squadrò, da lontano, cercando di capire se fosse un dipendente, e si alzò, spostando la sedia, che sfregò sul pavimento. Stava per chiedergli se avesse bisogno di qualcosa, quando quello si mise a blaterare qualcosa sul cercare un bagno, dirigendosi pericolosamente vicino alla porta che doveva restare chiusa.
    Fulmineo, Yuya gli si parò davanti. «Ragazzo. Questi sono magazzini, non lo vedi?» esordì, assottigliando lo sguardo. Era chiaro che stesse mentendo, anni e anni a comportarsi a quel modo gli avevano insegnato a riconoscere le bugie inventate sul momento. «I bagni sono nel corridoio prima dell'uscita di sicurezza, ci dovresti essere passato davanti mentre venivi qui.» incrociò le braccia. Aveva un aspetto davvero bizzarro. Gli occhi bluastri erano contornati da un muso felino dal pelo fulvo, ricordava a tutti gli effetti un leone. Stessa cosa poteva dire per le braccia, e le... mani? O forse era più corretto chiamarle zampe? E le orecchie... spuntavano dai capelli castani proprio allo stesso modo di una criniera. Qualunque cosa fosse sembrava incredibilmente morbido.
    "Cavolo, concentrati, era palese che ti stesse mentendo, questa è una scusa deve per forza sapere qualcosa." si ammonì mentalmente, recuperando un briciolo di serietà. Non poteva farsi distrarre solo perché aveva un debole per i gatti. «E lì non puoi entrare, c'è scritto "Staff", vedi?» replicò infine, con tutta la tranquillità del mondo, indicando una targhetta metallica sulla porta, che in effetti aveva la suddetta dicitura affiancata da un minuscolo simbolo di un cartello di divieto d'accesso.


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    PS: Non è Yuya ad avere la pistola, ma il suo compagno, quello che se n'è andato. Te lo dico giusto per chiarezza, Yuya è disarmato.
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    *Fece appena in tempo a fare pochi passi in direzione della porta che conduceva al secondo magazzino, per poi ritrovarsi davanti quell'uomo... e a guardarlo bene, in un certo senso era anche carino. Fisico asciutto e apparentemente allenato, capelli nero pece e la cosa che più spiccava, i suoi occhi gialli quasi quelli di un rettile per via della forma stretta delle pupille. La sua presenza, trasmetteva qualcosa di strano, una sorta di tensione a cui Lion non era per niente abituato, che fosse questo ciò che prova un'eroe la prima volta che si trova davanti ad un vero criminale? Certo, questo tipo poteva anche essere un'incapace, visto che il suo collega era persino armato, magari erano due tizi qualunque privi di unicità... o magari i loro poteri non erano granché. Queste erano in ogni caso ipotesi che la mente del leoncino antropomorfo stava elaborando da quando aveva cominciato a seguirli, la cosa certa era di essere stato beccato, la sua bugia inventata sul momento non stava in piedi. Decise quindi di smettere subito con quella imbarazzante farsa, spostato le zampe da dove erano e lasciandole lungo i fianchi, tirando poi un lieve sospiro.*

    Magari non me ne ero accorto...

    *Esclamò in leoncino con tono insicuro, roteando per un attimo i suoi occhi azzurri verso il soffitto, tornado poi a fissare il suo interlocutore che sembrava gli stesse scrutando l'anima con quei suoi occhi gialli. Però, pareva estremamente tranquillo, i suoi gesti, il tono della sua sua voce... tutto non faceva trapelare nemmeno una minima traccia di nervosismo, ciò poteva significare che quel tizio aveva almeno un minimo di esperienza in cose criminali... insomma, oramai per Lion era palese che qui stava per compiersi qualcosa di illegale, ma quell'uomo pareva la tranquillità fatta a persona.*

    Ooook... il piano A è andato in malora, tanto vale giocare a carte scoperte.

    *Non che avesse altre alternative, andarsene ora come se niente fosse sarebbe probabilmente stato impossibile. Sicuramente quell'uomo glielo avrebbe impedito, era un'ipotesi ovviamente... ma date le circostanze era molto plausibile.*

    E qui hai ragione tu.

    *Affermò tranuillamente Lion, quando l'uomo gli indicò la targhetta con su scritto -STAFF- sulla porta del magazzino.*

    Ma da quando lo Staff di un centro commerciale gira con una pistola?

    *Fece questa domanda inarcando il lato destro della bocca in un leggero sorrisetto compiaciuto, facendo ondeggiare un po' la sua coda a destra e sinistra, tenendola ben alzata.
    Lion non disse altro, voleva per prima cosa sentire in che modo quel tizio avrebbe risposto, rendendosi conto di essere stato praticamente colto con le mani nel sacco da un ragazzino aspirante eroe.*



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    Scusami ^^'' avevo capito male, modifico il commento di prima.


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    Quella che per Yuya avrebbe dovuto essere una giornata tranquilla e retribuita senza il minimo sforzo, stava lentamente prendendo una forma che al villain non andava esattamente a genio. Era palese che quel ragazzino, venuto a rompere le uova nel paniere, non fosse lì per il bagno, ed infatti non ci mise neanche molto per ammetterlo. Yuya lo scrutò meglio. Aveva un'aspetto troppo bizzarro per essere un'impiegato al lavoro, e nonostante proprio per quel motivo fosse difficile dargli un'età precisa, sembrava fin troppo giovane proprio per lavorare.
    Probabilmente era uno studente, ma... perché era lì, quindi?
    Adesso che era entrato lì non aveva altre alternative che spiegarglielo, andarsene come se niente fosse sarebbe sospettoso oltre che poco plausibile. Yuya ormai doveva accertarsi di chi fosse, per non compromettere il suo lavoro. Inoltre, aveva un sospetto. Osservandolo meglio, aveva fatto caso ad un piccolo dettaglio che molti avrebbero ritenuto insignificante, ma non lui, sempre attento e vispo anche alle più piccole cose.
    Il leoncino stava indossando una maglia, che s'intravedeva appena da sotto la felpa, raffigurante All Might, l'eroe numero del Giappone, il che gli faceva pensare che dovesse essere un suo ammiratore, quindi probabilmente uno di quei ragazzini fissati con l'idea che diventare supereroi fosse la cosa migliore da fare nel mondo.
    La sua frase sulla pistola, non fece che confermarglielo. Yuya assottigliò lo sguardo, malevolo. Axel quel maledetto, si era fatto vedere. Come si poteva essere così disadatti e stare al mondo? Lui che aveva una minuziosa cura per proteggere e difendere la sua identità, adesso si trovava faccia a faccia con un potenziale eroe del futuro per colpa di una persona sbadata che nella sua vita non c'entrava nulla.
    «Pistola? Non c'è nessuna pistola qui.» rispose, rigido e freddo. Ormai la frittata era fatta. Non poteva lasciarlo andare, o almeno non subito. Se quello si fosse fidato delle sue parole e se ne fosse andato con ogni probabilità avrebbe chiamato la polizia che sarebbe venuta a controllare. Yuya avrebbe dovuto tenerlo occupato il tempo necessario perché gli uomini in giacca e cravatta concludessero la loro trattativa, a parole o no che fosse. «Cosa hai visto, ragazzo? Puoi dirmelo, ci penso io a chiamare quelli della sicurezza, in caso.» disse, poggiandogli una mano sulla schiena ed invitandolo a seguirlo lontano dalla porta. Il suo sorriso era finto e colmo di malizia. Yuya doveva sapere quanto sapeva a sua volta quel ragazzo. Poi avrebbe deciso il da farsi. Il che poteva anche includere doverlo affrontare e metterlo a dormire.


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    «Pistola? Non c'è nessuna pistola qui.»

    *Fu questa la risposta dell'uomo. Rigida e fredda, proprio come lo sguardo che stava rivolgendo al leoncino aspirante eroe. Evidentemente cercava di far credere a quest'ultimo di aver preso un'abbaglio, in effetti, non era lui ad avere la sopracitata pistola, ma il suo amico.*

    Perchè la ha quel tuo amico che è uscito poco fa... sinceramente poteva anche nasconderla meglio.

    *Affermò in una vena di ironia nel tono. Era probabile che ora quel tizio stesse maledicendo il suo complice per essersi fatto scoprire con quella pistola da un'aspirante eroe... anche se Lion non dava questa impressione... voglio dire, a parte quel tuo particolare aspetto leonino, Lion era ancora un ragazzino, ben lontano da essere un'eroe professionista e probabilmente questo era un caso più grande di lui.
    Comunque, nel momento in cui l'uomo dagli occhi gialli gli si avvicinò, mettendogli una mano sulla schiena per invitarlo ad allontanarsi dalla porta posta a pochi metri da lui, il leoncino antropomorfo fece un rapido balzo in avanti, eseguendo una giravolta poco prima di toccare terra, evitando in questo modo di dare per troppo tempo le spalle al criminale, guadagnando anche 3 metri di distanza da quest'ultimo.*

    Ehi! Ehi!... cerchi di fregarmi per caso? Sono giovane non stupido, vi ho sentiti parlare attraverso la porta d'ingresso e tu hai il compito di fingere di lavorare e non far entrare nessuno. I due uomini in giacca e cravatta che ho visto sono li dietro vero?

    *Chiese all'uomo con una completa sicurezza nelle sue parole, accennando ad un leggero sorrisetto e indicando con l'indice della zampa anteriore destra, la porta posta alle spalle del Villan, per poi riabbassarla lungo il fianco.*

    Non so cosa voi stiate combinando... ma di sicuro non è niente di legale. Perchè non interrompete tutto e vi consegnate alla polizia?

    *Un banale (e probabilmente inutile) tentativo di convincere un malvivente a lasciar stare il suo piano. Ma sicuramente la sua risposta sarebbe stata un secco -No- questo Lion lo sapeva bene, infatti si stava già preparando mentalmente a dover combattere, anche se non aveva la minima idea di quale fossero le abilità del suo avversario, anche se valeva lo stesso per quell'uomo nei confronti del leoncino. Una cosa era certa, quel tipo non pareva essere armato, o almeno così Lion sperava... in caso contrario le sue possibilità di vincere si sarebbero ridotte.*


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    Ci fu un attimo di silenzio, poi, un sospiro rassegnato sfuggì dalle labbra del giovane dai capelli corvini. Lentamente, si voltò verso il ragazzo che si era sottratto alla sua presa. Non aveva nemmeno fatto in tempo a sfiorargli la schiena che quello era balzato indietro con dei riflessi degni d'un gatto. Che fosse una coincidenza o che c'entrasse qualcosa con il suo aspetto felino, Yuya ebbe modo d'inquadrarlo immediatamente. Lo vide: vide il suo stato d'allerta, vide il suo dubbio, la sua preoccupazione, e la scarsa fiducia che nutriva nei suoi confronti, tutto solo dalla sua espressione corrucciata. Come dargli torto. Yuya gli sorrise, neutro. «Capisco. Quindi hai sentito tutto.» mormorò, puntando i palmi delle mani sui fianchi e sollevando lo sguardo verso il soffitto. Dal suo tono sembrava davvero... triste e sconsolato. Come se fosse sul punto di rivelare tutto quanto al giovane leoncino. Fece qualche passo in avanti, si portò una mano al mento, pensieroso, poi si girò, tornando verso la scrivania. «Ah, cavolo. Sono pienamente d'accordo con te. Chi mai si porterebbe dietro una pistola nascosta in quel modo misero e scadente? Gliel'ho detto anche io. - continuò scuotendo la testa. - Giusto perché tu lo sappia, quel tipo non è mio amico.»
    Come se quello cambiasse qualcosa, la pistola c'era comunque, eppure Yuya lo stava spiegando con una convinzione tale da ipnotizzare persino i sassi. Aprì uno dei cassetti, niente. Uno sbuffo e lo richiuse passando a quello sottostante. Ripeté quell'operazione un paio di volte. «Immagino che... per un aspirante eroe la vita debba essere facile. Sei iscritto alla Yuuei, vero?» Stava continuando a parlare, doveva fare una cosa prima di dedicarsi al leoncino, e in qualche modo doveva intrattenerlo. Con uno scatto secco chiuse l'ultimo cassetto, e si risollevò. Aveva preso qualcosa. «Se avessi avuto intenzione di consegnarmi alla polizia l'avrei già fatto qualche anno fa.» Si avvicinò alla porta, quella indicata da Lion e infilò una chiave - sì, era l'oggetto proveniente dal cassetto - nella toppa, girandola e chiudendola con un paio di mandate. Dopodiché prese la chiave e la fece scivolare sotto la fessura della porta facendola sparire al di là di essa. Era stato Axel a dirgli di farlo in caso qualcosa andasse storto. Si rivolse di nuovo all'aspirante eroe, e stavolta la sua voce si fece seria. La differenza d'età fra i due era palpabile tanto quanto la differenza di mentalità. «Perché hai deciso di venire qui? Pensi forse di poter cambiare le cose? Potevi far finta di non aver visto niente e continuare la tua vita come al solito.» severo e impassibile, il ragazzo dai crini corvini serrò le labbra, abbassando lo sguardo ed incrociando le braccia, davanti alla porta, proprio come un vero bodyguard al di fuori di un locale. «Ragazzo. Nemmeno io so chi sono quegli uomini che hai visto, non so chi sono e non so cosa fanno. Il mio compito è di proteggerli da occhi indiscreti, come mi hanno chiesto... O così vorrei dire, ma in verità, sto proteggendo te e la gente comune da loro.» risollevò le iridi dorate e scrutò per l'ultima volta il giovane mutante.«Non dovresti immischiarti in cose che non ti riguardano.» mormorò. Sembrava quasi che se Lion avesse voluto alzare i tacchi e uscire dalla stanza-magazzino, avrebbe potuto farlo senza problemi. Quasi. «...Ma è anche vero che ormai non posso lasciarti andare, soprattutto a chiamare la polizia.» D'improvviso, da sotto i vestiti del ragazzo sbucò una coda, all'apparenza nera, che sotto la luce mostrava di tanto in tanto dei riflessi color blu metallico, molto simile per certi versi a quella del ragazzo-leone, ma che sembrava più flessibile e resistente, e terminava con una punta acuminata. Yuya espose sul viso un ghigno, decisamente poco rassicurante, e gli fece segno di farsi sotto.


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    Solo le parti importanti...

    *Lion non si perse nemmeno un movimento di quell'uomo e lo osservò mentre parlava con attenzione, inarcando il sopracciglio destro quando l'uomo gli rivelò di essere d'accordo con lui e che non era amico dell'altro tizio armato. Beh... non che potesse dire niente a riguardo e nulla in ogni caso cambiava questo aspetto, ma ora? Era ben chiaro che il leoncino antropomorfo oramai sapesse cosa stava succedendo, nessuna parola, o frase lo avrebbero convinto del contrario, di questo ne era convinto.
    Mentre l'uomo si avviava verso la scrivania, Lion lo seguì muovendo la testa e facendo poi un'altro piccolo balzo indietro quando vide il villan, frugare nei cassetti*

    Sta prendendo un'arma?

    *Fu il suo primo pensiero. Chissà cosa ci poteva essere li dentro... eppure, quel suo modo di fare sconsolato e il sospiro che tirò quando richiuse il primo cassetto, fecero leggermente assottigliare lo sguardo al leoncino. Se stava davvero prendendo un'arma era logico pensare che sapesse dove si trovava e invece... dovette controllare ogni cassetto fino all'ultimo, mentre continuava il suo monologo.*

    Una vita facile? Mi sono impegnato affondo per averla...

    *Non mentiva, pura e semplice verità. Per quanto Lion all'apparenza potesse sembrare un tipo allegro, solare e felice (cosa che era) nel suo passato c'era molta oscurità... e se non avesse trovato uno spiraglio di luce in essa, forse si sarebbe ritrovato anche lui come quel tizio. Un criminale. Lion, lo osservò alzarsi dopo aver chiuso l'ennesimo cassetto, ora in mano teneva una chiave che si intravedeva appena e la usò per chiudere a doppia mandata la porta del magazzino per poi far scomparire la chiave sotto di essa con un semplice calcetto, beh una porta chiusa a chiave non era un problema per Lion, dati i suoi poteri. Il vero problema era quell'uomo che ora si era messo a braccia incrociate davanti a lui, con il chiaro intendo di non farlo passare.*

    Non so nemmeno io di preciso il perchè ho deciso di seguirvi...

    *Cominciò a parlare, stringendo a pugno la zampa anteriore destra. Per poi cominciare a divaricare leggermente le zampe posteriori, piegandosi un poco sulle ginocchia e infine, portando entrambe le zampe anteriori davanti al muso, entrambe chiuse a pugno, con la destra davanti alla sinistra. Era la sua posa da combattimento... combattimento che sarebbe cominciato a breve.*

    Forse volevo solo dimostrare a me stesso di essere tagliato a fare l'eroe. Ma... credi davvero che io sia stato l'unico a notare quell'arma? C'erano molte persone... molti occhi, probabilmente tra di loro si nascondeva persino qualche eroe, di sicuro molte persone comuni avranno preferito ignorare tutto. Altri invece, sicuramente sono già andati ad avvertire la polizia e gli eroi... quell'errore del tuo compagno, un errore misero ha mandato monte il vostro piano e anche se io avessi ignorato tutto, probabilmente arriverà presto qualcuno dalla porta alle mie spalle e non saranno vostri alleati.

    *L'atmosfera era decisamente cambiata. Se prima i tino erano decisamente più tranquilli (per così dire) ora entrambi avevano assunto un tono ben più serio e la tensione era palpabile, nelle parole di Lion c'era verità e questo probabilmente lo sapeva anche il villan. Ma fino all'arrivo delle autorità, doveva provare a fare qualcosa lui.*

    Una coda? no... sembra più una lancia.

    *Il modo in cui quell'arto inaspettato rifletteva la luce, faceva più o meno intuire la sua durezza, oltre al fatto di essere decisamente più spessa e robusta della coda del leoncino e quella punta acuminata... era un'arma a tutti gli effetti, un'arma lunga e ottima per tenere l'avversario a debita distanza... Già... oramai la mente di Lion visualizzava le meccaniche e gli utilizzi di ogni arma che vedeva, anni e anni passati a studiare le varie armi per puro interesse e per gioco visto che oramai nei videogiochi se ne vedevano di tutti i tipi, avevano dato al leoncino una vasta conoscenza sull'argomento.*

    Sai... quel ghigno potrebbe ingannare, ma secondo me tu non sei così cattivo come vuoi far credere. Hai ancora l'occasione di lasciar perdere tutto questo e andartene.

    *Sicuramente non lo avrebbe convinto nemmeno questa volta. Eppure, voleva provarci in ogni caso e anche se, sicuramente lo scontro era inevitabile e quel gesto rivolto a lui non lasciava spazio a dubbi. Però, prima di attaccare Lion voleva una risposta.*

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    A seguito delle frasi di Lion, Yuya sgranò gli occhi perplesso e, per certi versi, sorpreso. Non c'era alcun dubbio che altri lo avessero visto, proprio per questo, dopo il piccolo incidente, il giovane si era premurato di avvertire il suo senpai in modo da fargli prendere le giuste contromisure. «Davvero pensi che io sia l'unico ad essermi mobilitato per questa operazione?» disse, cercando di far comprendere al ragazzo che come potevano esserci tante persone dalla parte della cosiddetta "giustizia", altrettante le attendevano fra le grinfie della parte corrotta della società. «Io sono solo la punta dell'iceberg.» sorrise, meschino. Ormai non aveva più problemi ad ammettere che era invischiato in qualcosa di viscido. Yuya osservò il suo avversario posizionarsi in guardia, almeno non sembrava avesse intenzione di scappare. E ciò semplificava le cose.
    Fece altrettanto, posizionandosi in una rudimentale guardia da karateka, un tempo avrebbe ammesso di essere arrugginito, del resto il suo ultimo allenamento in quella disciplina risaliva a quando aveva poco meno di sedici anni, ma ultimamente erano successe così tanti avvenimenti particolari nella sua vita, dalla missione in quell'università, a quel prete satanico, all'incontro con quei due ragazzi nel fight club, a Yami, per finire con l'intrufolarsi all'interno della Yuuei. Probabilmente se quello studente l'avesse scoperto ne sarebbe uscito pazzo. Diciamo che fra tutte le cose che poteva dire, essere arrugginito si trovava molto in fondo alla lista. «Sicuro? Sono stato cintura marrone di karate per parecchio tempo.» si pavoneggiò, provocandolo, seppur in maniera non pesante. Del resto era solo un ragazzino ai suoi occhi, anche se aveva la sua bella faccia tosta. La sua coda si stava muovendo in modo lento ed ipnotico, come un serpente fatto cadere in trance dalla musica di un fachiro.
    Sul serio, per il momento le intenzioni di Yuya non erano poi così malvagie, aveva appurato che sarebbe bastato stancarlo e tenerlo occupato fino al termine dello scambio e poi svignarsela da lì come se nulla fosse successo. Per una delle poche volte nella sua vita, si sentiva sicuro di potergli tenere testa, per cui l'unica idea malsana che albergava nella sua mente in quell'istante equivaleva a considerare Lion come un passatempo. Per quello si era messo a scherzare poco fa. Sì, era un giocattolo, nulla di più.
    Eppure, nonostante fosse forte della presenza della sua indelebile ironia, qualcosa fece scattare in lui un interruttore che liberò una serie di emozioni... sgradevoli.
    Le ultime parole del giovane aspirante eroe, gli provocarono uno sciame di sensazioni indefinite che ebbero solo l'effetto di turbarlo.
    Che voleva dire con "non sei così cattivo"? Ovvio che non lo era. Oppure... lo era? Sapeva che quello che stava facendo non era giusto dal punto di vista legale, ma la scelta ricadeva semplicemente in due insiemi in cui non poteva esserci un'intersezione. O lui o gli altri. Ed era ovvia quale dei due lui avesse scelto.
    «Questi... non sono affari tuoi.» disse, senza scomporsi più di tanto, ma il suo sguardo si era fatto freddo ed il suo tono più rigido. Rapidamente, dall'interno della camicia, estrasse un oggetto un po' particolare, che Lion vista la sua vasta gamma conoscenza di armi avrebbe potuto riconoscere come un tirapugni borchiato ed affiancato da due lame affilate e ricurve verso l'interno, in modo che la parte tagliente fosse esposta dal lato opposto. Senza troppe cerimonie lo indossò alla mano destra e cambiò la guardia, spostando il peso sulla parte corrispondente del corpo. Sapeva che Lion non avrebbe attaccato per primo, automaticamente quello lo avrebbe fatto passare dalla parte del torto, era lo stesso ragionamento che usava anche lui. Ma in quel momento le sue priorità erano altre. Scattò in avanti, ma al posto di attaccare frontalmente il giovane studente, che distava da lui solo qualche metro, sparì in una cortina di fumo nerastro, per riapparire dopo un istante alle sue spalle. O almeno, ci avrebbe provato. E se niente glielo avesse impedito o se il leoncino non fosse stato tanto rapido da reagire per tempo, lo stesso si sarebbe ritrovato il polso di Yuya tra l'incavo della spalla e del collo ed una delle due lame puntate contro la giugulare. Non avrebbe affondato la lama in nessun caso, indipendentemente dal risultato. Voleva solo far capire al ragazzo la situazione nella quale si trovava.


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    Allora sei decisamente più furbo del tuo collega... ma punta dell'iceberg, o meno, quel piccolo errore vi ha fatto correre un grosso rischio. Pensa se da quella porta arrivasse direttamente All Might? Direi che anche con tutte le vostre precauzione sareste fregati.

    *Da un lato, la sua era una minacci, da un lato invece sperava proprio di vedere dal vivo il suo eroe preferito che prendeva a pugni quei criminali. Magari sarebbe anche riuscito a chiedergli un'autograf... no ok, quello non era decisamente il momento migliore per perdersi nelle sue fantasticherei del suo più grande eroe. Era li per combattere e aiutare la giustizia! E doveva pensare solo ed unicamente a quello.
    Dopo quelle brevi parole, anche quel tipo si mise nella sua posizione di guardia, una guardia inconfondibile, ovvero quella del Karate. Una disciplina che a Lion non piaceva molto a dirla tutta, ma l'avversario sembrava molto sicuro della sua tecnica e non manco di provocare Lion, dicendogli il suo livello di preparazione. Provocazione alla quale il leoncino antropomorfo risposte per prima cosa con un leggero sorriso inarcando il labbro destro.*

    Le cinture servono solo a tenere su i pantaloni.

    *Rispose in tono convinto, stringendo leggermente i pugni. Era contento di aver utilizzato una citazione di quel grande maestro di arti marziali morto molti anni fa e credeva che non gli sarebbe mai capitato. Comunque, le parole dette poco fa dal leoncino, suscitarono nel criminale qualcosa... era stato un cambiamento nell'espressione e nel tono quasi impercettibile... ma quella sua frase aveva fatto scattare chissà cosa nella mente di quell'uomo e la sua risposta, detta con un tono di voce decisamente meno tranquillo di prima, fecero stare Lion ancora più sull'attenti, specialmente quando davanti ai suoi occhi, l'uomo tirò fuori dalla giacca una specie di tira pugni con due lame ricurve e affilate, mettendoselo sul braccio destro e cambiando giustamente la guardia. Ora la situazione era ancora peggiore, Lion non aveva nessun'arma con se, al contrario il criminale aveva dalla sua quel tirapugni e la sua letale coda che si muoveva quasi come un letale serpente.*

    Non devo lasciarmi spaventare...

    *Senza quasi accorgersene, Lion stava cominciando a sudare freddo per la tensione e l'agitazione. Mentre nella sua testa elaborava in quali modi poteva ovviare alla differenza in fatto di capacità offensiva a causa dell'armamento avversario. Il tirapugni era per lo scontro ravvicinato e la coda per la media distanza.*

    Devo solo essere più veloce di lui.

    *Fece appena in tempo a terminare la frase, per poi vedere il criminale sparire in una nube di fumo nerastra davanti ai suoi occhi, che si sgranarono nel capire l'effettiva situazione di pericolo imminente.*

    No!

    *Pensò solo questo, mentre allo stesso tempo... intorno corpo del leoncino cominciarono a formarsi varie scintille mentre una leggerissima luminescenza lo avvolgeva completamente, eseguendo subito dopo un rapido balzo verso l'alto inclinato leggermente in avanti. Istintivamente, Lion aveva attivato la sua unicità, utilizzando una tecnica denominata Superior Movement. Grazie ad essa, al velocità di movimento di Lion era aumentata rendendo quindi anche i suoi balzi molto più rapidi! Grazie a ciò, sperava di sfuggire dall'assalto del suo avversario. Non aveva effettivamente visto dove esso fosse finito, semplicemente con la coda dell'occhio aveva notato qualcosa formarsi alle sue spalle e ciò lo spinse a reagire istintivamente come faceva di solito. In ogni caso, restare fermi nello stesso punto quando un'avversario scompare era probabilmente una delle cose peggiori da fare, perchè si restava completamente scoperti ed indifesi da un possibile attacco a sorpresa che invece avrebbe avuto meno possibilità di riuscita se ci si postava rapidamente come Lion aveva appena fatto.
    Con quel rapido spostamento, il leoncino antropomorfo avrebbe lasciato dietro di se una scia di scintille azzurre e se tutto fosse andato per il meglio, Lion si sarebbe voltato per capire effettivamente cosa ci fosse dietro di lui e vedendo il criminale avrebbe agito senza perdere altro tempo. Si sarebbe praticamente capovolto, arrivando a toccare il soffitto del magazzino con entrambe le zampe posteriori e grazie ad esse unite alla sua unicità ancora attiva, avrebbe spiccato un secondo balzo, sta volta dritto verso il suo avversario cercando di sferrargli un bel pugno dritto allo stomaco, utilizzando la zampa anteriore destra.*



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    Superior Movement: Il leoncino antropomorfo potenzia la sua capacità di movimento tramite la sua unicità. Manifestando nuovamente le scintille energetiche azzurre intorno al suo corpo e sfruttando questo potenziamento per compiere dei rapidi scatti/salti in più direzioni a grande velocità. Sia che si tratti di scattare semplicemente a terra, o fra un edificio e l'altro. Questo rapido movimento permette a Lion non solo di evitare più facilmente gli attacchi dei nemici, ma di confondere l'avversario e aumentare sempre di più la sua velocità, per poi utilizzare questa forza per sferrare un potente attacco al suo nemico. Che sia un calcio, un pugno, o simili.

    BONUS: +5 in riuscita in tutte le azioni mentre questa è attiva
    DANNO: Lieve
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    Quella giornata sarebbe dovuta essere effettivamente tranquilla per il giovane criminale, un lavoretto da nulla per uno come lui, senza troppi rischi. La negligenza del collega e la voglia di impicciarsi di Lion però avrebbero cambiato il corso del suo futuro. Prima di scambiarsi colpi veri e propri, c'era stato più che altro uno scontro verbale. Decisamente se le battute fossero in grado di colpire fisicamente, entrambi sarebbero rimasti a terra pieni di lividi. L'ultima frase dello studente della Yuuei però aveva fatto scattare qualcosa in Yuya, che se prima voleva solo giocherellare un po' con lui, ora aveva reso tutto più serio. Tirando dritto verso Lion il corvino riuscì a sfruttare al meglio il potere della sua unicità di spostamento, ovvero la sorpresa. Il suo avversario fu furbo a pensare di doversi allontanare il più presto possibile da quel punto, ma i suoi pensieri felini non raggiunsero il suo corpo in tempo. Il ragazzo demone infatti fu rapido a puntare le proprie lame verso la gola di Lion impedendogli di partire come un razzo verso il soffitto, sempre non volesse ritrovarsi la gola aperta dal tirapugni. Forse il ragazzino non si era reso conto della forza del suo avversario o aveva sopravvalutato la propria, ma sicuramente non sarebbero bastati un paio di calci e di pugni per risolvere quella situazione.



    CITAZIONE
    • Yuya (attacco) » quirk+agilità » 90+100 » 190
    • Lion (difesa) » forza+agilità » 21+24+5 » 50
    • L'attacco di Yuya ha successo.


    Tocca a Lion attaccare se lo desidera, Daisuke si difende.
     
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    Lion Heroar




    Narrato - Parlato - Pensato



    *Stava per spiccare un velocissimo balzo verso il soffitto, ancora pochi attimi e sarebbe stato nuovamente a distanza di sicurezza dal criminale, riuscendo subito dopo a rispondere prontamente con uno dei suoi attacchi. Ma la realtà era ben diversa dalla sua immaginazione in quel caso. Lion si era già immaginato tutta la scena, ma quell'incredibile potere di teletrasporto lo aveva colto alla sprovvista... non era stato lui ad essere troppo lento, ma è impossibile eguagliare in velocità un potere simile! A causa di questo, il leoncino antropomorfo si ritrovo con la lama ricurva del tirapugni a pochi centimetri dalla sua gola, una situazione decisamente spiacevole.*

    Cazzo...

    *Imprecò nella sua testa, quando si vide la sua azione completamente nullificata e rendendosi conto di ritrovarsi in una situazione di completo svantaggio. In un secondo, le scintille azzurre generate dalla sua unicità si affievolirono rapidamente fino a svanire, non avendo modo di utilizzare in quella maniera il suo potere decise di risparmiare energie disattivando la sua unicità.*

    Devo togliermi da questa posizione scomoda.

    *Avere alle sue spalle quell'uomo non era di certo una sensazione piacevole, senza contare la lama che avrebbe potuto recidergli la trachea senza problemi... che il combattimento fosse già finito? No, si rifiutava di accettarlo, non aveva avuto neppure l'occasione di contrattaccare, ed essendo impossibilitato a muoversi, azioni come pugni e calci gli erano completamente precluse. Doveva trovare un'altro modo.
    Lion deglutì rumorosamente, agitandosi ancora di più, fissando quella letale lama metallica vicino al suo collo, ma non sarebbe caduto nella paura, no di certo! Era uno studente della Yuuei e questo qualcosa doveva pur valere, specialmente in questo caso visto che i gli allenamenti tenuti a scuola gli avevano fatto inventare qualche nuova tecnica, una di queste era proprio utile per situazioni del genere e ciò fece fare un leggero sorriso al leoncino, mentre quest'ultimo concentrava il suo Quirk nella gola, intorno alla quale andarono rapidamente a formarsi le stesse scintille di prima, ma leggermente più spesse e concentrate solo intorno alla zona sopracitata e un po' al petto. Erano passati giusto un paio di secondi dal momento in cui quel criminale lo teneva praticamente bloccato e doveva agire in fretta! Fortunatamente grazie al fatto di essersi allenato, in pochi attimi il suo potere fu pronto per essere scatenato, non prima di aver riempito velocemente d'aria i suoi polmoni e spalancato la bocca! Dalla quale uscì un fragoroso e potente ruggito.*

    ROOOOAAAARRRR!!!

    *In un'attimo, un ruggito degno di un vero possente leone, uscì dalla bocca di Lion... beh, era sicuramente insolito sentire quel suono uscire dalle fauci di un leoncino così tenero. Ma quella non era altro che una delle sue tecniche -Roar Of Courage- ed era possibile solo grazie alla sua unicità, che gli permetteva di sorpassare sempre di più ogni limite consentito normalmente dal suo corpo, ovviamente l'urlare (ruggire nel suo caso) era compreso e anche se per adesso quella tecnica era ancora incompleta, ad una distanza così ravvicinata avrebbe sicuramente fatto molto male alle orecchie di quell'uomo dalla lunga coda appuntita.*

    Adesso!

    *Lion, avrebbe immediatamente approfittato di quel lasso di tempo in cui il criminale sarebbe rimasto stordito e disorientato da quel forte suono, spingendo in avanti con le sue zampe anteriori il braccio nemico, in modo da allontanare la lama, fatto ciò, Lion sì sarebbe abbassando di colpo, uscendo da quella scomoda posizione per poi compiere un rapido giro su se stesso verso destra mentre si rialzava e allo stesso tempo, concentrare la sua unicità nella zampa posteriore sinistra. Intorno ad essa, sarebbero nuovamente apparse quelle scintille azzurre solo intorno all'arto del quale la muscolatura era leggermente aumentata (cosa non visibile a causa dei pantaloni) quella tecnica era denominata -Boosted Shot- E si trattava della mosse offensiva più forse che Lion possedeva attualmente. Per farla breve, tutta quell'energia aveva potenziato al massimo consentito la sua zampa e con essa, avrebbe eseguito sfruttando anche il movimento rotatorio, un potente e deciso calcio laterale, mirando al fianco destro del Villan. Più precisamente aveva mirato alla costole, chissà... magari sarebbe riuscito a fracassargliene qualcuna.*



    SCHEDA PG: https://myheroacademia.forumfree.it/?t=75863960 - LIVELLO PG 2

    Attacco: 21 (+3)
    Quirk: 30
    Agilità: 24
    Energia: 70

    Tecniche/Equipaggiamento
    CITAZIONE
    Roar Of Courage: Grazie alla sua unicità, Lion concentra la sua energia per potenziare l'emissione dei suoni, in questo caso... del suo ruggito, rendendolo degno di un vero leone! Questa tecnica è utile ad distanza non troppo elevata. Ruggendo, genera un'onda d'urto sonora abbastanza forte da stordire l'avversario per un po', rendendolo vulnerabile agli attacchi.

    BONUS: -10 sulla riuscita avversaria
    DANNO: Stordimento
    COSTO: 15

    Boosted Shot: Lion, concentra tutto il potere della sua unicità in un solo punto del corpo (solitamente una zampa anteriore, o posteriore) generando scintille energetiche azzurre intorno all'arto interessato, incrementando la potenza del suo attacco. Potendo scegliere a sua discrezione se mantenere attivo quel potenziamento per più di un colpo. Sfruttando l'ingegno, potrebbe anche utilizzare questa tecnica per compiere un salto, o uno scatto più rapido del normale.

    BONUS: +1 alla capacità offensiva/o di spostamento ogni 10 punti in Quirk a seconda di come viene utilizzato
    DANNO: Lieve
    COSTO: 15 mantenimento 5





    PS: Non avendo più avuto modo di utilizzare la prima tecnica per balzare via, l'energia viene comunque utilizzata? Lo chiedo perchè teoricamente l'ho fatta ritornare dentro di me non essendo riuscito a sfruttarla.
     
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    YUYA MIROKUJI

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    Narrato x Parlato Yuya x Pensato Yuya

    Yuya aveva scelto volontariamente di non ferire il ragazzo, perché, automaticamente, facendolo sarebbe passato dalla parte del torto. Certo, secondo alcuni punti di vista, quello di Lion per esempio, era già dalla parte del torto, ma a conti fatti lui non stava facendo niente di illegale. Oltre ad usare il proprio quirk in pubblico, s'intende, ma in quel caso... erano in due. Le aveva viste, sì, le scintille azzurrine affievolirsi attorno al corpo del ragazzo, spegnersi, allo stesso modo dei bastoncini pirotecnici, quelli luminosi, usati alle feste di capodanno assieme ai petardi. Era stato, sicuramente, un vano tentativo del ragazzo di attivare il suo quirk, fallito, perché si era ritrovato contro un avversario più veloce. Yuya si chiese se lo stesse sottovalutando, senza esprimere i suoi pensieri a voce, aveva già empatizzato fin troppo con quel leoncino, e adesso doveva ridurre il loro rapporto a due semplici ragazzi con delle idee diverse di "giustizia".
    Lui si sentiva nel giusto, non stava facendo niente di sbagliato, stava proteggendo delle persone da occhi indiscreti di altre persone, glielo avevano chiesto e lo avrebbero pagato per questo. Non impicciarsi troppo era la sua politica, perché fare il contrario, come volevasi dimostrare dall'approccio dell'aspirante eroe, portava solo guai. Era più il tipo di persona che si sarebbe fermato volentieri ad aiutare un'anziana signora ad attraversare la strada o un bambino a recuperare il pallone finito nel giardino di una proprietà privata, ma non avrebbe mai aiutato nessuno a chiamare aiuto durante una rapina in un negozio. Questo faceva di lui una persona codarda? O negligente?
    Perché mai farsi gli affari propri veniva vista come una cosa tanto negativa?
    Come aveva detto Lion, probabilmente, lui non era stato l'unico ad aver visto la pistola del suo compagno, anzi, sicuramente, non era stato l'unico. E allora perché l'unico ad essere lì, davanti a lui, era proprio il leoncino? La risposta era semplice. Perché Lion voleva diventare un eroe. Aveva la stoffa, la voglia, il coraggio di dire "io ho visto qualcosa di sbagliato, voglio risolverla". Una caratteristica che a Yuya mancava. Aveva visto troppe cose che riteneva certezze sfasciarsi davanti ai suoi occhi, lasciandogli in mano solo polvere, ed era giunto alla conclusione che la bontà non portava da nessuna parte. Lui non sarebbe mai potuto essere un eroe. Mai. Era marcio, come tutte quelle persone che avevano ignorato l'ingiustizia quel giorno e che avrebbero continuato a farlo per il resto della loro vita.
    Preso da quelle riflessioni, quando il ruggito - aspetta, cosa? davvero ruggiva? In un'altra occasione avrebbe persino potuto trovare la cosa carina - giunse alle sue orecchie, lo colse impreparato. Il giovane dai capelli corvini si portò le mani alle orecchie, per proteggere i padiglioni auricolari, lasciando, a quel modo, la presa che costringeva la lama del tirapugni contro la gola di Lion. Il suo avversario colse al volo l'occasione per liberarsi, allontanandosi di scatto. Yuya riaprì gli occhi, scostando le mani dalle orecchie, appena frastornato, e le vide di nuovo: le scintille azzurrine. Ma che razza di quirk era? Non era solo un mutante leone? Quando si vide arrivare addosso il colpo caricato di Lion, vacillò un attimo, poi, tentò di fare quello che sapeva fare meglio: scappare.
    A volte, aveva persino dei dubbi di essere lui stesso a controllare il proprio teletrasporto; capitavano quelle situazioni nelle quali gli sembrava quasi che succedesse inconsciamente, in reazione al pericolo percepito. Un po' come quando ti rendi conto di essere in una situazione spiacevole, molto spiacevole, e allora cerchi di scappare, per cavartela, e scappi, senza rendertene conto, tanto che successivamente sei proprio il primo a chiederti come hai fatto a mantenere il sangue freddo o come hanno fatto le tua gambe a muoversi così veloce senza tremare.
    Se non ci fossero stati intoppi, Yuya sarebbe sparito di nuovo da sotto gli occhi del leoncino, ed il suo colpo sarebbe affondato in una nuvola di fumo e zolfo. Il giovane sarebbe riapparso subito dopo alle sue spalle, a meno di un metro, esattamente come prima, ma non avrebbe tentato nessun affondo con il tirapugni, avrebbe invece tentato di fargli uno sgambetto un po' originale, avvolgendo la coda attorno alla sua caviglia destra avrebbe provato a sollevarlo di peso in modo da farlo ritrovare a testa all'ingiù senza che sfiorasse terra. Se ci fosse riuscito, gli avrebbe persino sorriso, spavaldo. «Dicevi delle cinture?»


    Y U Y A

    Esperienza: 475 (Lv. 4)
    Forza: 60
    Quirk: 90
    Agilità: 100
    Energia: 270-5=265
    Stato fisico: Illeso

    Scheda

    TECNICHE

    Teleport: distanza inferiore ai 10 metri: 5PE.



    EQUIPAGGIAMENTO








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26 replies since 11/9/2018, 15:50   506 views
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