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.Undyne
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.Magari fossi nata principessa. - le ringhiò semplicemente la ragazza liberandosi dalla sua presa. Era evidente che da sola non sarebbe riuscita a ricavare nulla di concreto da quel telefono quindi decise semplicemente di infilarselo in tasca e di lasciare le indagini a chi di dovere. Principessa si diceva, sì. Certamente sarebbe stato meglio che essere rapita ancora nella culla da una banda di criminali e allevata nel tanfo delle fogne di Tokyo come la macchina da guerra che avrebbe dovuto portare un inutile manipolo di buoni a nulla a diventare le divinità incontrastate della criminalità della città, un piano ovviamente brutalmente fallito e mandato all'aria in una sola sera. Proprio perché cresciuta da criminali nelle fogne era innegabile che la proprietà di linguaggio di Rin non fosse tra le migliori al mondo, ma in realtà le sue intenzioni erano tutt'altro che negative. Ciò che cercava di rendere chiaro era l'effettivo pericolo della situazione in cui la donna-pesce stava anche solo lontanamente provando ad infilarsi. Tra una delle attività criminali più durature dell'arcipelago giapponese e mandante di numerosissimi attentati nel corso degli anni e i membri vestiti eleganti della più grande attività di stampo yakuza della città di Tokyo una signorina blu avrebbe probabilmente avuto poco tempo per respirare. Non era che lei si sentisse migliore di lei in quanto più giovane come poteva star trasparendo in quegli istanti, ma semplicemente perché le era stato insegnato a tenere un coltello in mano a cinque anni e per più di dieci anni si era allenata ogni singolo giorno della sua vita, per ore ed ore, ad utilizzarlo. In un mondo pieno di unicità Rin era più che conscia del fatto che qualsiasi folle con manie di giustizia e un'unicità più o meno utile non ci avrebbe pensato due volte a mettersi in mezzo ad una rapina in banca e finire a lavare i pavimenti col proprio sangue.
La cosa migliore che tu possa fare è andare a casa a farti una bella dormita e cercare di dimenticare ciò che hai visto. - aggiunse quindi portando la mano opposta al braccio afferratole dalla donna per massaggiare il polso - Stammi bene, nonnetta! - aggiunse quindi voltandole le spalle e salutandola agitando una mano, appellandola con un appellativo frequentemente utilizzato dai ragazzini giapponesi verso le persone più anziane di loro.
Volendo seguirla, Undyne... Beh, si sarebbe dovuta preparare ad una bella camminata. Solitamente la giovane studentessa attraversava Tokyo saltando di tetto in tetto grazie alla sua particolare unicità. Viste però le ultime novità nel mondo della criminalità della città e considerato che solo qualche giorno prima era caduta da un palazzo aveva deciso di fare attenzione per almeno un po' di tempo. Insomma, non le sarebbe probabilmente ricapitato di fare canestro in un cassonetto dell'immondizia per attutire il colpo con la spazzatura altrui e preferiva evitare di fare la fine di quegli omini di slime che vengono lanciati dai bambini contro i muri per poi cadere rovinosamente fino a terra. Per evitare che qualche possibile maniaco sui mezzi (purtroppo molto diffusi) palpasse erroneamente i suoi due enormi coltelli al posto delle sue natiche e scatenasse il panico generale, la giovane aveva quindi iniziato a girare semplicemente a piedi. Proprio per questo alla spiona dalla pelle blu sarebbero toccate non una e non due ma ben tre ore di camminata dal porto di Tsukiji sino alle vicinanze dell'aeroporto di Haneda. Abbastanza da permettere al sole di annegare nel mare e sparire, alla temperatura di abbassarsi e all'illuminazione pubblica di accendersi. Dopo quell'infinita passeggiata protratta praticamente fino all'ora di cena la giovane studentessa avrebbe quindi raggiunto il suo punto di arrivo: quella che pareva in tutto e per tutto, per quanto cliché, una fabbrica abbandonata vicino al rumorosissimo aeroporto di Tokyo.. -
.Undyne
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.Rin si grattò la testa con la mano destra, stanca. Per fortuna era arrivata a casa, perché era e-sau-sta. Sapeva che quella di non scorrazzare per i tetti era una misura preventiva che avrebbe dovuto attuare ancora per poco, ma in quel modo non ci avrebbe messo molto più che un'ora ad arrivare a casa, in linea d'aria. Non solo aveva passato tutta la giornata a scuola a sudare sui progetti da presentare agli esami, ma si era anche dovuta fare l'equivalente di una maratona di camminata per tornare a casa. Certo, nessuno le aveva chiesto di investigare e lo aveva fatto di sua spontanea volontà, ma si sentiva comunque in diritto di lamentarsi. Sperava solo non ci fosse Saito al covo, perché ogni volta si svaccava sul divano e oltre ad impuzzolentirlo di uomo non le lasciava mai il posto per il suo meritatissimo riposo.
Si immerse quindi nell'oscurità della fabbrica abbandonata, camminando fino ad un punto preciso e spostando alcune lamiere che si trovavano lì per terra. Chinandosi, premette qualcosa in qualche punto nelle vicinanze. Ad un leggero rumore metallico seguì la graduale apparizione di una luce arancione che ne illuminò la figura prima che questa sparisse sottoterra. Insomma, per quanto solenne potesse apparire, la pressione di un qualche pulsante nascosto aveva portato all'apertura di una botola segreta nella quale la giovane studentessa si immerse. Neanche un paio di secondi dopo questa botola si richiuse e lentamente, con rumore di strascico, le lamiere spostate poco prima dalla ragazza si riposizionarono al proprio posto in copertura di tale entrata segreta, proprio come se fossero magicamente attive a difesa di quel meccanismo. A conti fatti si trattava probabilmente di una qualche struttura di magneti, ma ciò non ne diminuiva il mistero e l'inquietudine.. -
.Undyne
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.L'ombra stava puntando un arco fatto di sangue verso l'entrata del covo. Switchblade non si era accorta di essere seguita o forse, più probabilmente, semplicemente non le importava, ma l'uomo aveva visto la donna-pesce avvicinarsi già da metri e metri di distanza. Quella che all'apparenza sembrava una semplice fabbrica abbandonata per il troppo inquinamento acustico generato dall'aeroporto nelle vicinanze era in realtà un covo altamente tecnologico disseminato di telecamere il cui nucleo era nascosto sotto terra. Le lamiere a copertura non erano ovviamente il principale sistema di difesa del luogo e in una normale occasione un tocco che non fosse dell'Ombra, della Lama o del Motociclista non avrebbe comunque portato all'apertura della botola, ma dato che quella donna aveva visto Switchblade in azione e l'aveva seguita fin lì, beh, le cose si sarebbero dovute concludere in un modo o nell'altro.
Rovistando per terra, Undyne sarebbe riuscita ad aprire la botola, e forse sarebbe stato meglio fallire. Una parte del pavimento si sarebbe velocemente inclinata verso il basso come una piccola rampa e illuminato alle sue spalle da luci verdastre la donna non avrebbe visto altro che un imponente uomo dai lunghi capelli neri puntarle una freccia ben tesa in un arco contro, verso la sua testa, a circa venti centimetri di distanza. L'arco e la freccia erano di colore rosso acceso e sembravano quasi di consistenza fluida. L'uomo, molto alto, era vestito con un elegante completo nero ma aveva la parte inferiore del volto coperta da una sciarpa scura. Scoperti erano solo i suoi profondi occhi rossastri e, appunto, i lunghi capelli neri. Dietro di lui, immersa nella luce verdognola, la ragazzina che Undyne aveva seguito fin lì era seduta per terra, gambe incrociate, e la guardava sorridente.
Chi sei e cosa vuoi da noi. - con voce profonda, l'uomo chiese lapidario. L'arma era tesa verso la testa della donna e non avrebbe esitato a scoccare. Quella aveva scoperto il loro covo segreto e onestamente non c'erano molti possibili scenari immaginabili per la conclusione di quella storia. L'Ombra non aveva intenzione di uccidere degli innocenti, ma certe volte il fine giustifica i mezzi. Lui era la mano della Giustizia e per impedire di essere fermato... Beh, ogni Dio richiede dei sacrifici, in un modo o nell'altro. Sacrificare un innocente per salvarne cento sarebbe sempre stata la scelta giusta, almeno finché quel singolo innocente era uno sconosciuto.the long shadow | 39 y/o | vigilante | phantom | Code ©. -
.Undyne
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.L'arco di sangue era ben teso verso la testa della donna mutant. In preda alla paura, allo straniamento o per semplice riflesso involontario, tirò le mano in alto come se fosse nel bel mezzo di un arresto. La sua stupefazione al fatto che l'Ombra non l'avesse uccisa forse era eguale anche nell'uomo che stava tendendo la freccia alla sua fronte. Il motivo, però, era presto detto: sebbene avesse trovato il loro nascondiglio segreto, la morte non era l'unico esito possibile di quell'incontro. Molte persone erano ancora in grado di tenere la bocca chiusa, soprattutto dietro minacce o pagamento. La risposta della donna non fu particolarmente soddisfacente, una semplice ammissione di essere una gran ficcanaso, ma probabilmente neanche la risposta dell'Ombra alla sua domanda lo sarebbe stata.
Siamo solo due cadaveri che nessuno ha seppellito quando era ora di farlo. - disse con voce profonda. Quella che poteva sembrare una risposta da ragazzino solo per darsi un tono doveva invece essere un concetto ben radicato nella mente dell'uomo giapponese, perché era pressoché la stessa domanda che aveva dato ad un misterioso inglese in una clinica di Roppongi, non troppo tempo prima. L'Ombra doveva davvero credere di essere un rigurgito della società rimasto sulla terra solo per vendicarsi e portare giustizia: insomma, c'era un motivo se quella base altamente tecnologica costruita sotto ad una fabbrica abbandonata era stata battezzata "Wraith's Den" dall'uomo dai lunghi capelli neri. Non era altro che uno spettro rimasto sulla terra a causa di tutti i conti irrisolti che aveva, e dopo averli risolti non capiva più perché il suo corpo non stesse lasciando quella terra. Si leccò le labbra dopo un sospiro.
Papà. - intervenne la giovane ragazza dalle corna sulla fronte, seduta a terra poco più indietro - Io credo che la signora viva al porto. - aggiunse, riferendosi al fatto che le due si erano incontrate lì. Poteva trattarsi di una semplice supposizione o magari la ragazzina aveva sorvegliato quella zona molto più a lungo di quanto ci si potesse aspettare, ma al momento era impossibile scoprirlo.
E quindi? - domandò l'uomo, spostando per un attimo gli occhi verso la giovane, poi nuovamente verso l'obbiettivo di fronte a lui.
Potrebbe... - balbettò - Insomma, sembra una mutant, qualcosa lo saprà fare. - sbuffò alzando gli occhi al cielo - Non dico di trattarla come il signor motociclista ma magari potrebbe fare qualcosa per noi. - fece un paio di secondi di silenzio, dopodiché si slacciò le scarpe, le tolse e, sempre seduta per terra, punto i suoi piedi velati da delle calze nere verso l'uomo dai lunghi capelli neri - Lo sai quanto ho camminato per andare fin lì e tornare indietro?! - sbottò - Col fatto che non mi fai più andare sugli edifici mi fanno malissimo! - aggiunse - Potremmo far sorvegliare a lei la zona così può chiamarci se vede qualcosa! - concluse.
L'uomo rifletté per una decina di secondi, dopodiché quell'arco di sangue sembrò sciogliersi. Stranamente il sangue non cadde per terra come facilmente immaginabile, ma venne come risucchiato dai palmi delle sue mani.
E' come dice la ragazzina, vivi al porto? - le domandò - E potresti sorvegliare la zona per noi?the long shadow | 39 y/o | vigilante | phantom | Code ©. -
.Undyne
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.Certo. - disse l'uomo dai lunghi capelli neri, guardando la donna e porgendo le mani verso di lei, unite per i polsi come se fosse ammanettato - Poi magari andiamo anche alla stazione di polizia e ci costituiamo, che ne dici? - aggiunse ironico, anche se il suo tono di voce era neutro come sempre - Questo non è un gioco, donna azzurra. - aggiunse facendo leva sull'"unica" caratteristica particolare della donna di fronte a lui dato che non sapeva come appellarla. Signora? Signorina? Probabilmente erano quasi coetanei, o comunque era certamente una donna molto più matura di Switchblade - Non sono interessato al tuo nome come tu non dovresti esserlo al nostro, se qualcosa dovesse andare male sarai più che felice di non avere la minima informazione su di noi, e soprattutto che noi non ne abbiamo su di te. In ogni caso... - si aggiustò i capelli con la mano destra, per poi indicare la ragazzina con le corna con la stessa mano - Lei è Switchblade. Quanto a me, i giornali mi chiamano l'Ombra. Quel nome andrà benissimo. Se non trovi un'idea migliore entro trenta secondi tu rimarrai la donna azzurra. - concluse. Sì, non gli importava avere il minimo dato sulla donna. Che le sue ricerche andassero bene o male poco importava: avere informazioni su di lei significava metterla in pericolo qualora la polizia li avesse trovati, e non ci teneva particolarmente a coinvolgere persone nei suoi affari se non strettamente necessario. In fondo ficcanasare in giro come le stava chiedendo non era nulla di illegale, meglio ridurre i collegamenti al minimo per non mettere innocenti o presunti tali in mezzo. L'Ombra si preoccupava davvero delle persone: poco prima era disposto a piantarle una freccia nel cranio perché sicuro che eliminandola avrebbe potuto salvare più persone. Ora che sembravano giunti ad un accordo non aveva alcun motivo per non tutelarla e farla rischiare.
Il porto è un'importante zona di spaccio per Aogiri. - iniziò quindi a rispondere. Quelle informazioni non erano top secret e anche nel caso in cui la donna avesse deciso di andare a spifferare tutto la polizia avrebbero perlomeno aiutato le forze dell'ordine, per cui aveva senso condividerle - Stanno distribuendo una nuova droga, delle pastiglie con una farfalla sopra. Alcune voci dicono si tratti di uno stimolante per le unicità, altri fatti sostengono che Aogiri stia invece cercando un modo per inibirle. Voglio tenere sotto controllo lo spaccio e se possibile anche entrare in possesso di qualche campione. - proseguì - Non provare a fare l'eroe. Non devo certo essere io a dirlo ma si tratta di un'organizzazione pericolosa. Tieni solo d'occhio la situazione, nient'altro. Periodicamente verranno dei motociclisti a far visita al porto, saranno il contatto tra me e te. - concluse quindi di spiegare - Ci stai? - le porse la mano destra.the long shadow | 39 y/o | vigilante | phantom | Code ©. -
.Undyne
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.Mi sembra un buon nome. Samehada sia. - rispose con semplicità l'uomo dai lunghi capelli neri. Switchblade, intanto, si era alzata ed era andata a buttarsi sul divano. Ciononostante, le luci puntate al volto della donna squalo erano posizionate in modo che non potesse avere una visuale decente di quanto si trovava all'interno di quel covo quindi, per lei, la giovane era semplicemente uscita dallo spettro del visibile. Come sempre, quando l'Ombra iniziava a parlare di "cose da grandi", la giovane ragazzina con le corna si annoiava molto velocemente e si allontanava.
Ti consiglio di non fare neanche ciò che noi faremmo. - le sorrise sghembamente. Le aveva detto di non fare l'eroina e onestamente dire che lui o Switchblades non si comportassero come tali sarebbe stata una bugia. La differenza era che poteva permettersi la propria morte ma non aveva intenzione di mettere a rischio la vita di una sconosciuta. Forse, se un giorno quella donna avesse mostrato di essere affidabile, allora forse le cose sarebbero cambiate. Per adesso sarebbe semplicemente stata i loro occhi.
Alla prossima, Samehada. - concluse, mettendo la mano destra nella tasca dei pantaloni eleganti e premendo un pulsante su un piccolo telecomando. Come si era aperta, quella specie di botola si mosse all'inverso per chiudersi riportando la donna squalo all'interno della fabbrica abbandonata.the long shadow | 39 y/o | vigilante | phantom | Code ©CITAZIONEBene, siamo giunti alla fine dell'affiliazione. Fai un post conclusivo in cui torni a casa/vai ad ubriacarti/qualsiasi cosa ritieni opportuno e abbiamo finito!. -
.Undyne
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.CITAZIONEAffiliazione completata..