Nuovi Incontri

Shiisa Tsubasa

Con l'avvento del natale, la situazione era migliorata.
Da quando ero scappata di casa dopo il fattaccio, mi sentivo come una novella Tess d'Urbervilles, destinata a lottare contro le avversità della blighted star che era la terra. Mi aveva sempre fatto sorridere come la protagonista di quel libro non si fosse quasi mai arresa di fronte alle infinite difficoltà che doveva affrontare. A una certa, cara Tess, avresti dovuto lasciarti andare e basta. Non vale la pena continuare a vivere in un mondo in cui non c'è possibilità di sviluppare una propria morale, no?

... l'ho fatto di nuovo?
L'ho fatto di nuovo. Devo smetterla di divagare.
Comunque, tanto per cambiare, ero alla ricerca di qualche nuovo libro da aggiungere alla mia collezione. Praticamente la metà dei miei possedimenti erano volumi di narrativa o saggi di letteatura che non sapevo bene come portare in giro. Avrei dovuto telefonare a Zero per chiederle di aiutarmi a trovare una sistemazione. La sua voce scocciata era così adorabile, alla quinta domanda di fila.

La libreria nella quale ero entrata - comunque - era particolarmente fornita. Scaffali a perdita d'occhio, pieni sino all'orlo di volumi - meravigliosi alcuni, più terraterra altri - e dovevo ammettere che avevano avuto un ottimo gusto nell'arredare il posto. Il soffitto era ricolmo di riferimenti agli astri celesti, con lampadari a forma di lune, stelle, pianeti. Tutto il soffitto, di colore scuro, era tappezzato di adesivi luminescenti che davano un delizioso effetto cielo stellato.

Ah, il sublime! Ah, la bellezza dell'infinito!
Quando notai che una nuova cliente era entrata all'interno della libreria, mi guardai intorno per verificare che nessun commesso si stesse occupando di andare ad accoglierla. Mi stavo annoiando e avevo intenzione di occupare il mio tempo come avevo fatto con l'altra ragazza nello Sleep and Read.

No, non si chiamava così...
forse non era importante.
Ad ogni modo, indossavo una giacchetta nera non troppo pesante, che lasciava intravedere al di sotto il vestito bainco bianco e rosa che copriva il mio corpicino. Le mie gambe erano ben raccolte all'interno di un paio di calze scure con un motivo a rete e un paio di pantaloncini neri, dando un simpatico contrasto chiaro/scuro con il resto del mio vestiario. Avevo persino preso del tempo per organizzare la mia chioma argentata in un paio di splendidi codini un poco sbilenchi. Una cosa così, per capirci.

« Kekekek? »

Accolsi la ragazza con la mia solita risata sgraziata e un tantino cigolosa, regalandole un sorriso che lasciava in vista i miei canini un pochino più appuntiti del solito - niente di esagerato eh! Non ho mai avuto un buon dentista, semplicemente. Come se fosse rilevante all'interno di questa frase.

« Benvenuta signorina! Kek. Come posso aiutarla? Vuole scegliere un bel volume di filosofia? E' interessata alla dottrina di Kirkegard? Oppure un bel libro di narrativa per accompagnare la sua splendida persona verso il mondo di morfeo? »

A giudicare dalle borse, doveva essere una persona frivola. No, no, Shiisa, non valutare i libri dalla copertina. Continuai a sorriderle, mostrando tutta la mia simpatia e buona volontà. Sotto il mio braccio, appunto, una copia di Tess d'Urbervilles che avevo intenzione di comprare. Nella borsetta rosa tenue che pendeva dalla mia spalla, era possibile notare un paio di evidenziatori spuntare dalla tasca principale, bene in vista per chiunque avesse avuto abbastanza spirito di osservazione.

Shiisa Tsubasa

Rimasi momentaneamente perplessa di fronte all'indisponente reazione della mia interlocutrice. Sembrava che fosse in grado di leggermi nella mente e la cosa era molto più inquietante di qualsiasi cosa sarei mai stata in grado di fare io. Ma era appena entrata, cosa ne sapeva lei chi fossi, cosa stessi facendo?

« Keeeek? »

Assunsi un'espressione dubbiosa, a metà fra l'indeciso e l'incredulo.
Non c'era altra spiegazione, il suo quirk le permetteva di leggere nella mente, oppure era una sensitiva divinatrice. Incredibile, l'evoluzione della specie umana ha fatto passi da gigante, permettendoci di rompere la barriera della biologia per arrivare nella fantascienza! Strinsi un poco meglio la mia copia di Tess of the d'Urbervilles, cercando di comprendere cosa fare.

Il primo tentativo di approccio gentile era fallito.
Per motivi che esulavano la mia comprensione. Ma quindi era una telepate.
Sistemai la mia borsa, che per la sorpresa mi era scesa dalla spalla per qualche centimetro, riassumendo quindi la mia naturale espressione sorridente e trasognata, trotterellando in direzione di uno dei divanetti.

« Oh, beh. Kek. »

Presi comodamente posto, aprendo il mio libro.
Sinceramente? Non avevo molta capacità di sopportazione per la gente arrogante, incapace di avere a che fare con le persone. E quando è una personcina che non sta proprio bene con la testa come me, a dirlo, c'è un problema. Ma poco importa, non avrei permesso a quella ragazza di rovinare una splendida giornata; mica ero come Tess, insomma! Oppure sì? Uhm.

... oh, no, forse Tess mi somiglia più del dovuto.

Shiisa Tsubasa

Ah-ah.
Il figliol prodigo torna dal padre con il capo cosparso di cenere.
Volevo ben dire. Una persona normale avrebbe risposto con un diniego da manuale. Tuttavia, il mio amore per la letteratura era assoluto, probabilmente secondo solo alla mia filosofia di vita - che non starò a spiegare adesso a causa della ristrettezza di tempi nella quale ci ritroviamo. Fessurizzai gli occhi, cercando di mantenere un certo riserbo. In fondo avevo a che fare con una potentissima telepate, avrei dovuto pensare con attenzione.

Cosa non facile, visto il flusso di pensieri turbolento e caotico che normalmente dominava la mia splendida mente.

« Ke-kek. Vedo che siamo passati a darmi del tu. »

Commentai secca.
Ah-ah! Anche io so essere antipatica, che cosa credete!
Ad ogni modo, come avevo detto, il mio amore per la letteratura mi avrebbe accompagnato in questa difficile avventura. Difficilissima avventura, perché l'obiettivo adesso era offrire buoni consigli senza finire in galera per tentato omicidio - di nuovo. Schioccài la lingua a quel punto, tornando a concentrarmi sulla sua domanda.

« Ad ogni modo, se non so che cosa stai cercando nello specifico, non kek, credo di poterti aiutare. Lovecraft si concentra più su quello che viene definito orrore cosmico, differentemente da King. Sono kek sottogeneri diversi, profondamente. Fanno appello a dei tipi di terrore abbastanza lontano l'uno dall'altro. »

Mi sistemai meglio sul mio divanetto, ancora profondamente convinta della sua abilità come psionica. Non c'era altra spiegazione e non avrei ascoltato altre ragioni. Detto questo, tirai leggermente indietro la mia borsetta, lasciando che gli evidenziatori tornassero nascosti in malo modo al loro interno, fessurizzando gli occhi come se un gatto maldestro fosse intenzionato a ribaltarmi il vaso dal comodino.

«No, non posso prestarti i kek miei evidenziatori. Ci sono profondamente legata. E poi a che ti servono, così di fretta, scusa? Kek. »

Un minimo di diffidenza mi sembrava il minimo.
E poi che commessa sarei stata, se le avessi dato modo di sporcare i libri della libreria in cui non lavoravo?

Shiisa Tsubasa

Decisamente c'era qualcosa che non andava, ma non riuscivo a capire cosa. Era una sensazione che continuava a picchiettarmi sul retro del cervello, in maniera ogni volta un pochino più insistente. Mhhh... Decisi di lasciar stare e andare oltre, concentrandomi su altro, cose più importanti. Come risolvere il problema dell'indisponente telepate.

« ... ah. Ma quindi ti serve un saggio.Kek. Potrei avere quello kek fa al caso nostro. Se parliamo di kek-scienza, non basta un volume di narrativa. Non hai le competenze per capire una cosa del genere da un racconto. Senza cattiveria, ovviamente, kek.»

Avrei dovuto verificare se in questa piccola libreria fossero presenti i volumi che avrei usato per una tesi, se avessi avuto la possibilità di laurearmi. Già, nel tempo libero mi piaceva fantasticare come la mia vita sarebbe potuta essere, neanche fossi Jude the Obscure intento a fare progetti che irrimediabilmente cadranno nel nulla.

« ... eh? »

Ma? In che senso?
Cioè, chi va in giro a dire alle persone che sono interessanti?
C'era qualcosa di così... fuori posto, in tutto quel discorso, come una nota irrimediabilmente stonata all'interno di una melodia conosciuta. Insomma, dovrei essere io quella che inquieta le persone! Quando poi la ragazza tirò fuori un'arma in mezzo a una libreria pubblica compresi di essere stata surclassata nel ruolo di quella un pochino fuori di testa. Oh, no. Oh, no, no, no. E' praticamente l'unica cosa originale del mio personaggio!

« --- sono affezionata a questo libro come a tutti i miei libri. Ad ogni modo... kek. »

Mi spostai verso gli scaffali con i libri in lingua originale, recuperando cinque o sei volumi in inglese. Probabilmente la libreria nella quale ci trovavamo doveva essere vicino a una qualche facoltà, quindi era fornita anche per questo.

« Questo è The Shape of Fear, di Navarette. Parla delle varie rappresentazioni mostruose nella letteratura del diciottesimo e diciannovesimo secolo, inteso nel vero senso della parola. Si concentra sulle forme, gli aspetti e così via. Quest'altro, invece, The Philosophy of Horror di Noel Carrol è un vero e proprio capolavoro nel genere, kekekekekek. Il professore insegna tuttora in America, è un filosofo esperto proprio di quello che cercavi, i motivi che ci attraggono all'orrore e perché ne siamo interessati. Ad esempio, una delle teorie principali, è che siamo spaventati da ciò che è fuori posto e fuori luogo, perché ci fa capire che qualcosa non va. Kek. »

Avrei potuto continuare, visto che fra una cosa e l'altra, nell'ultimo periodo avevo messo insieme un vero e proprio essay sulla paura e Lovecraft nello specifico, ma decisi di fermarmi per il momento. Intanto dovevo verificare che la ragazza fosse in grado di leggere l'inglese, cosa non scontata. Probabilmente lo parlava a livello scolastico come la maggior parte delle persone - non che ci fosse niente di male.

« Quella la usi anche - kek - come ombrello o scacciamosche? »

Indicai a quel punto l'oggetto fuori posto in quel contesto - lo stocco. Ci doveva essere una ragione valida per portarsi in giro un simile aggeggio antidiluviano. Non che mi venissero in mente, così su due piedi. Forse il fatto di avere un Quirk puramente fisico mi rendeva così poco avvezza a simili strumenti... sisisi, doveva essere quello. Non il buonsenso o la logica. Del resto, non avevo mica quel genere di malattie.

Shiisa Tsubasa

Ah-ah. Senza unicità.
E io ci credevo. Avevo capito il tuo gioco, giovane telepate. Non mi avresti ingannato con così poco! Umpf.
Sarò anche con qualche rotella fuori posto, ma di certo non al punto da non comprendere situazioni così facilmente leggibili come questa. La storia sullo stocco finto, poi, altro non faceva che continuare a farmi sollevare domande. C'era qualcosa di incredibilmente sbagliato con tutta quella storia, sin dal principio. Ma non mi interessava davvero a ben pensarci. Avevo fatto il mio dovere in quella libreria, ossia spargere quanta più cultura possibile nella speranza di iniziare in questa maniera a riequilibrare questo mondo disastrato che abitavamo.

Ah, se più gente avesse cercato nella letteratura un posto sicuro. Se meno avessero compiuto la terribile atrocità di Alec nel romanzo di Hardy, Tess of the d'Urbervilles.. Sicuramente non sarei finita in queste condizioni, a disquisire sulla funzione pratica di uno stocco finto. Kek.

« Kek. Sono una persona molto tollerante, nonostante le apparenze. Riguardo la considerazione sulla paura... »

Feci un piccolo sorriso, notando che in qualche maniera le avrei potuto dare ragione. Era una visione che condividevo, visti i risultati delle mie ricerche letterarie. Non avrei mai avuto il coraggio di definirmi un'esperta, ma sapevo di poter tenere testa a tanta gente sull'argomento, nel caso in cui ce ne fosse stato bisogno.

« Tutto dipende a chi lo chiedi e cosa consideriamo come paura. E' stato provato più volte che la paura è in grado di evolversi attraverso i differenti media attraverso i quali viene proposta. Se invece stiamo a ricercare un approccio più Freudiano, la storia cambia, si inizia a parlare di "angoscia nevrotica", kekekek. O se preferisci, quella che è la relazione semantica tra Angst, Furcht e Schreck. Kekek, il mio tedesco è pessimo, ma... nomi quantomeno divertenti, secondo me. Perché qualcosa che non esiste ci fa paura? E inversamente, perché la paura reale e quella che bonariamente definirò nevrotica sono diverse? Kek. »

Mi fermai a quel punto, rendendomi conto che stavo mettendo sin troppa roba sul fuoco. L'argomento da solo lasciava spazio a ore e ore di discussione e non avevo approfondito così a fondo il pensiero Freudiano da potermi definire un'esperta a riguardo. Strinsi meglio il mio libro, a quel punto, tornando a guardare verso la ragazza con macelato interesse, chiedendomi solo ora perché una figura del genere, che andava in giro con potenti poteri telepatici e uno stocco finto aveva interesse nella paura a livello teoretico e magari anche ermeneutico. No, forse non c'entrava l'ermeneutica.

« Credo che terminerò qui i miei acquisti, ad ogni modo. Kekekek. Compra pure quello che ti ispira di più, lascia che sia il libro a guidarti. Se non ti va di portartene troppi a casa, una tessera della kek, biblioteca, è ciò di cui hai bisogno. »

Aggiunsi un ultimo, nuovo sorriso. Involontariamente avrei ancora scoperto i miei canini un poco troppo appuntiti per essere definiti graziosi, insieme alla mia pelle un poco smunta e pallida. Era un caso che parlassi di orrore e paura così spesso, a così poca distanza di tempo? No, sicuramente c'era qualche ragione più profonda sotto che dovevo bene ricercare. Non ero brava a fare paura, di questo ero certa. E allora, cosa mi attraeva tanto a quell'argomento così oscuro e particolare?

Forse averne provata così tanta, in passato, mi aveva attratto ad essa?
Mh... avevo bisogno di pensarci. Sicuramente Zero avrebbe gradito.

« Ti serve altro? »

Chiesi infine, con gentilezza.

Shiisa Tsubasa

La telepate sembrava intenzionata a continuare con il suo additarmi come finta commessa. Era suo diritto in fondo, così come era mio diritto arricciare il naso leggermente infastidita. L'espressione di leggero dissenso sparì dopo pochi istanti dal mio volto, per lasciare spazio ad un nuovo, vacuo sorriso. Oh, signore, aveva detto che avevo dei bei canini.

Era un nuovo tipo di complimento.
Oppure aveva scoperto qualche trauma infantile relativo ai miei denti che ancora non sapevo di avere, con il suo scavare nella mia testa. Tch, buona fortuna a uscirne illesa, giovane telepate dai capelli rossi! La domanda successiva, dovevo ammettere, mi colse sufficientemente in contropiede, quasi a livello della storia dello stocco. Eliminare le unicità? Forse la ragazza aveva un qualche tipo di quirk negativo del quale voleva liberarsi? Era una storia sicuramente più plausibile dell'essere priva di Quirk.

« Escludendo il fatto kek certo, ho più competenze di tanta altra gente... ma no, i libri non sempre hanno la risposta. Almeno, non quelli che uso io, sono una letterata, non una biologa. So che la 30minutes industries si sta dedicando a questo kek tipo di problematica. »

Mi ravvivai i capelli a quel punto, pensando a quali potevano essere le possibili implicazioni di quanto la ragazza mi aveva raccontato. Non avevo abbastanza elementi per formulare una valida ipotesi e non avevo mai avuto ottime capacità deduttive all'infuori di racconti di narrativa.

« Kek. Buon proseguimento signorina, allora. Spero kek tu riesca a trovare quello che stai cercando. »

Beh era vero. Era una ragazza telepate strana, ma non aveva fatto niente di male.
Meritava anche lei di essere felice, come tanta gente nel mondo. Darwin definiva la compassione e il dolore come elemento fondamentale all'interno della vita e non in molti avevano compreso l'importanza di questo concetto. Feci un piccolo inchino, più scherzoso che altro, prima di iniziare a spostarmi in direzione della cassa per pagare e uscire.