1984

Camilla e Shiisa [Role Bonus di San Valentino]

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    Il fatto che questa sia una role di san Valentino, ottenuta con lo slot bonus della lotteria di san Valentino, vuol dire che è ambientata a San Valentino? Kekekekek.
    Ovvio che no, ovvio che no. Che poi, che festa stupida, San Valentino.

    Capisco la celebrazione dell'amore e tutto, ma c'erano così tanti giorni che sarebbero stati una scelta migliore. Il giorno in cui Shakespeare ha scritto Romeo e Giulietta, ad esempio. Sarebbe problematico, visto che in primo luogo non siamo nemmeno sicuri che Shakespeare come lo intendiamo noi sia davvero esistito oppure sia un collettivo di scrittori. Vorrei poter dire di più sull'argomento, ma non ho la preparazione necessaria per farlo.

    O magari, il giorno in cui Titanic è uscito al cinema.
    Kekekek. C'è un altro problema, però.
    Sto solo facendo esempi di amore tragico. Che finisce con la separazione.
    Tutti gli amori finiscono con la separazione, però. Uno dei due muore, alla fine.
    L'Happily ever after è una delle bugie più grandi della storia.

    « Che cosa intende per K-l-o-o-u-d? Kekek. »

    La commessa mi stava spiegando per l'ennesima volta che avrei potuto scaricare dei libri interi su quell'apparecchietto. Ovviamente, avevo capito a cosa si riferiva, ma era divertente vederla impazzire. Era una ragazzina alta un metro e settanta, più o meno, con una manciata di lentiggini in facica. Probabilmente straniera, venuta qui a rubarci i soldi. Kekekekek! No, scherzo, non sono così nazionalista.

    Aveva un qualcosa di adorabile nel come le sue guanciotte diventavano di un tiepido colore bluastro, probabilmente a causa del suo qurik. Ad ogni modo, erano circa quindici minuti che stava cercando di aiutarmi, ma le stavo rendendo la vita impossibile.

    La problematica che mi si presentava davanti era evidente.
    L'informatizzazione stava procedendo a passo troppo svelto per una persona non esageratamente ... tecnologica come me. Kekek. Quindi avevo deciso di provare a comprarmi un Kindle, o un Kobo, oppure un Fire. Ero consapevole che ce ne fossero tantissimi tipi - proprio come le copertine dei libri - ma ero anche certa che la commessa non avrebbe potuto aiutarmi con quello che volevo fare.

    Non mi andava che la polizia, gli hero, o chi per loro, potessero ricollegarsi facilmente a me attraverso un account Amazon, Kobo o chissà cosa. La mia scelta migliore era provare a chiedere gentilmente a qualche sconosciuto in giro per la libreria, che magari si sarebbe rivelato essere un piccolo nerd travestito da persona normale. Magari potevo anche provare ad affascinarlo e intontirlo nel caso in cui si fosse trattato di un ragazzo. Kekekek.

    Le ragazze pensano davvero queste cose?
    Ma no, ma no. E' a fin di bene. Non sono cattiva.
    Intenta a pensare a come avrei dovuto affrontare questa problematica, non mi resi conto di aver appena urtato una ragazza. Un tocco leggero, appena accennato. Non l'avevo di certo presa di peso e ribaltata. Anche se sarebbe stato un interessante diversivo per un'altresì noiosa mattinata.

    « Oddio, oddio, scusa, scusa! »

    Dissi, cercando di verificare immediatamente come stesse, se si fosse fatta male. E allora decisi di provare immediatamente a mettere in atto il mio piano. Con una ragazza sarebbe stato probabilmente più difficile, ma nessuno può dire di no ad un sorriso, vero? Le regalai un piccolo, gentile sorriso, che mise in mostra i miei canini un pochino più lunghi del normale. Nulla di che, niente che mi facesse sembrare un terrificante vampiro. Solo un'adorabile ragazza con qualcosa di particolare sul volto un poco appuntito.

    « Posso... posso disturbarti? Non sono molto pratica di queste... kekek cose. »


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    Pezzi elettronici sparsi ovunque, un cavo spezzato a metà, il grido di un'innocente che non aveva fatto nulla di male per meritare quella pena, ed una buona dose di lacrime. Quella era la scena che poche ore prima aveva vissuto la povera Camilla, la quale correndo verso la fermata dell'autobus perché in ritardo, aveva lasciato cadere dal suo collo le sue amate cuffie, le quali finirono inevitabilmente sull'asfalto stradale e poco dopo proprio sotto la ruota del pullman che stava ripartendo, lasciandola sia a piedi che senza le sue amate salvagiornata.
    Questo era il motivo per il quale in quel momento si trovava in giro per Akiba alla ricerca di un qualche negozio qualunque che potesse venderle quello stesso identico modello di cuffie, dello stesso identico colore chiaramente. Non era una missione estremamente facile certo, ma sapeva che in qualche modo se la sarebbe cavata senza troppe difficoltà. Aveva addosso un maglioncino rossastro, dei jeans a zampa d'elefante che coprivano completamente le sue scarpe non lasciandole intravedere, e sulla spalla sinistra uno zainetto arancione intenso, con attaccato alla cerniera un piccolo peluche di un gattino nero che in qualche modo sembrava rimandare ad Oreo. Insomma, sembrava una ragazza normalissima in giro per la città, nessuno avrebbe mai indovinato che era vittima di un incidente tanto grave e sconvolgente.
    In fin dei conti le piaceva girare per quel quartiere, era un luogo abbastanza particolare ed insolito per lei, era raro che capitasse per quelle strade, però riuscivano sempre ad affascinarla tutti quei negozi colmi di luci ed attrezzi vari, erano uno spettacolo certamente inusuale. Era quasi assurdo pensare quanto la tecnologia effettivamente fosse essenziale per la vita delle persone ormai, lei stessa senza un dispositivo da cui poter ascoltare la sua musica in tranquillità non riusciva ormai più a vivere la sua vita, per questo motivo aveva bisogno di acquistarlo il prima possibile. Scelse il primo negozio che le capitò alla mano e che le sembrasse abbastanza rifornito, ed iniziò a girare per i vari scaffali alla ricerca del suo tesoro. Certo, avrebbe potuto chiedere ad uno qualunque dei commessi lì presenti come avrebbe fatto chiunque altro, ma le sembrava uno spreco non osservare tutta quella merce in vendita così curiosa, merce che probabilmente non avrebbe mai acquistato. Perse un po' di tempo all'interno della sezione videogiochi, vedendo molti possibili regali che avrebbe potuto fare in futuro a suo fratello nel caso ce ne fosse stato il bisogno, così come notò anche alcuni aggeggi elettronici con i quali i loro gatti avrebbero potuto interagire, probabilmente sarebbe tornata a spendere i suoi soldi lì dentro.
    Al momento purtroppo non aveva molto denaro dietro, per cui doveva tornare concentrare sul suo vero obbiettivo. Nel giro di una decina di minuti riuscì a trovare lo scaffale che la interessava, era enorme, bianco e pieno zeppo di auricolari di ogni tipo. In basso a destra vi era una sezione con tutti i modelli della marca che stava cercando, per cui si abbassò alla ricerca di quello che davvero voleva, di quell'arancione che tanto adorava. Stava ancora controllando con lo sguardo i vari oggetti, quando si sentì spinta verso terra da qualcun'altro, e riuscì a reggersi giusto in tempo poggiando la mano a terra evitando in questo modo di perdere l'equilibrio ed inevitabilmente cadere; non che la spinta fosse particolarmente forte, ma lei aveva la forza di un cricetino indifeso.
    «T-tranquilla, può capitare!» Camilla era chiaramente infastidita da quella situazione, ma d'altronde doveva ammettere di essere anche lei impacciata talvolta, quindi in un certo senso poteva capire l'accaduto. Alzando lo sguardo poté notare una ragazzina dai capelli biancastri, e da un sorriso che sembrava essere un misto tra l'innocente e l'inquietante, in qualche modo le ricordava la bambina vampira che incontrò, o meglio sognò, quella volta ad Halloween. Un ricordo terribile, fortunatamente questa sembrava piuttosto essere una persona poco esperta di elettronica. «Certo, sebbene non credo di poterti essere molto di aiuto rispetto ad un commesso del negozio.» Da una parte avrebbe voluto dirle "No, chiedi ad uno di questi mille maledettissimi commessi e lasciami in pace, ho qualcosa di decisamente più importante di te a cui pensare", ma dall'altra era stata educata a rispondere sempre con cortesia e ad aiutare sempre il prossimo quando possibile, soprattutto in casi come quello in cui sostanzialmente non le sarebbe costato proprio un bel nulla. Nel mentre si rialzò da terra riportandosi all'altezza dell'altra, in modo anche che il dialogo si rivelasse meno imbarazzante, sarebbe tornata alle sue cuffie a breve, o perlomeno lo sperava.
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    Oh, sembra che io abbia urtato un piccolo scriccolo!
    Il mio sguardo si fece effettivamente dispiaciuto, nel vedere che l'avevo quasi fatta cadere. Povera stellina, magari si era fatta male davvero! kekekek.
    Neanche un poco di sangue, però. Umpf. Ad ogni modo, sto divagando come al solito. Non appena fui sicura che non si fosse fatta niente, mi resi conto che sembrava disposta ad aiutarmi! Al suo accettare la mia richiesta, il mio sorriso divenne ancora più radioso.

    « Perfetto! Sai, questi commessi, Kekek non sono molto bravi. »

    Mi scrollai di dosso un pochino della polvere che si era accumulata con l'impatto. Il vestito che avevo addosso era nuovo, un adorabile giacchetto di panno nero a righe bianche, accompagnato da delle adorabili calze che avrebbero fatto impazzire Anya - avevano la rifinitura rosa. Un piccolo tocco di colore in un outfit altrimenti molto pacato. I miei lunghi capelli bianchi erano stati arricciati per l'occasione, dando un effetto un pochino caotico. Ma ne ero piuttosto fiera, quindi andava bene.

    Ad ogni modo. Eravamo di fianco alla vetrina con i Kobo e i Kindle e non ero in grado di sceglierne uno.

    « Allora, ascoltami... sto cercando di scegliere un lettore ebook. Ma me ne serve uno che non abbia bisogno di un account. O almeno, senza collegamento a internet. Dici che esistono, oppure sono ... disabilitabili? Kekekekek. »

    La ragione era quantomeno semplice, no?
    Non volevo correre il rischio di essere identificata in nessuna maniera, neanche lontanamente. E vista la mia inesperienza con la rete, era una delle falle più grosse che mi sarei potuta lasciare dietro. L'aiuto della simpatica ragazzina sarebbe stato fondamentale per, perlomeno, iniziare ad informatizzarmi.

    « E... devo anche comprare un cellulare nuovo. Ma non sono mai stata brava con queste cose, kekekek. I soldi non sono un problema. Ne voglio uno resistente e che funzioni bene. Ma una cosa per volta, non kekekek voglio approfittarmi di te. »

    Rimasi placidamente in attesa delle considerazioni della ragazza, per vedere se mi ero espressa al meglio, oppure qualcosa le fosse sfuggito a causa della mia effettiva e reale inesperienza. Kekekek. Che poi stessi facendo un'opera di recita nella recita quasi come Riccardo III in occasione della sua incoronazione, era tutto un altro paio di maniche.


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    Una ragazzina vestita come una qualsiasi scolaretta giapponese un pizzico creativa, con i capelli tendenti al riccio, insomma era una persona come tante altre, aveva l'unica differenza di essere venuta a disturbarla nel bel mezzo delle sue commissioni, in momenti come quelli Camilla avrebbe voluto non essere tanto educata da sentirsi obbligata ad aiutare gente di questo tipo. Ma no, lei doveva mettersi ad aiutare una persona qualunque in un negozio che nemmeno conosceva, quando era pieno zeppo di commessi intorno a loro, i quali probabilmente erano anche infastiditi dalla cosa, la ragazza lo sarebbe stata se fosse stata in loro, praticamente gli stava rubando il lavoro, non così normale come cosa. Ma a quanto pare la sua nuova "amica" aveva una propensione naturale ad evitare i commessi all'interno dei negozi, era pieno di persone strambe all'interno di quel mondo per cui quell'astio verso comunissime figure di lavoro non la sorprendeva particolarmente. Certo, era vero che anche lei stava evitando di chiedere informazioni e stava cercando da sola ciò che le serviva, ma lei lo faceva più per il piacere di girare per il negozio e per la curiosità nel poter scoprire cose nuove, non tanto perché "i commessi non sono molto bravi", perché in ogni caso sicuramente conosceva quel negozio meglio di lei. Era una questione logica.
    Un lettore ebook senza connessione ad internet, ma perché mai qualcuno vorrebbe volere una cosa simile? Cioè, internet era ciò che rendeva la tecnologia tanto strabiliante, offre all'essere umano una quantità di possibilità immensa, eppure questa ragazzina non voleva utilizzarlo, cosa ancora più insolita tra i giovani. Poteva capire se fosse stata una signora anziana un po' scettica su queste nuove tecnologie, sempre difficile da comprendere ma perlomeno meno insolita, invece era una ragazza come tante altre, era figlia della tecnologia. Sembrava una cosa abbastanza losca insomma, aveva proprio specificato di volere un ebook senza un account, aveva forse paura di essere riconosciuta da qualcuno o cose di questo tipo? Non che onestamente gliene importasse molto, la cosa migliore era aiutarla come poteva e poi se la sarebbe sbrigata lei da sola, non era così importante conoscere le motivazioni dietro una scelta simile, non era di certo un oggetto di guerra quello.
    «Non sono molto pratica di ebook, non so se esista qualche modello in particolare... però potresti mettere la modalità aereo sempre attiva, in modo che non ci sia nessuna connessione ad internet!» Sul perché non fosse molto ferrata in materia non era difficile arrivarci, lei era una di quelle persone un po' all'antica per quanto riguardava la lettura, preferiva un giro in biblioteca alla ricerca di qualche libro, magari anche che non aveva mai sentito prima di quel giorno, e leggerlo assaporando tutta l'unicità dei fogli di carta. Era tutta un'altra storia, c'era poco da fare al riguardo. Nonostante ciò rispettava comunque la scelta di utilizzare un reader elettronico, anzi era felice che tutti questi apparecchi nuovi stavano in qualche modo aiutando la gente a leggere molto più di quanto non facessero prima, in un certo senso era un sollievo. In ogni caso iniziò a spulciare nello scaffale dove erano presenti i vari ebook nella speranza di trovare qualcosa di più specifico per accontentare le richieste della ragazza, sebbene la sua soluzione fosse quella che le sembrava più appropriata onestamente.
    «Beh quello è molto più semplice, ce ne stanno tantissimi di modelli! Uno per ogni cosa che cerchi, davvero!» Le sembrava davvero di essere una commessa in quel momento, si sentiva forse un po' sfruttata dall'altra, ma non poteva resistere a quel visino, a quel sorriso e soprattutto a quella voce interna che le diceva che tutti ciò era per pura educazione, lei era stata cresciuta in quel modo non di certo come una selvaggia. In tutto ciò stava completamente tralasciando le sue cuffie, il vero motivo per il quale era entrata in quel negozio, ma ci avrebbe pensato in un secondo momento, adesso aveva di "meglio" di cui occuparsi.
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    Oh, sembrava che questa tecnologia non fosse molto popolare.
    La ragazza che avevo appena importunato sembrava sapere il fatto suo però, oltre che dimostrarsi molto gentile nei miei confronti; kekekek che carina. Rimasi ad ascoltarla con grande attenzione, lasciando che i miei grandi occhioni porpora non si perdessero un singolo movimento delle sue labbra.

    « Oooh, ho capito, ho capito! Sarebbe una soluzione, certamente!
    Sei molto gentile, kekekekek. »


    Mi avvicinai a quel punto al lettore ebook più costoso che c'era - touch screen, retroilluminazione, schermo a inchiostro e chissà quali altre diavolerie che non ero assolutamente in grado di comprendere. Lo osservai per qualche istante, pensierosa. Quindi tornai a guardare verso la ragazza con gli occhiali, che si era dimostrata così gentile con me. Chissà, magari visto che era stata così gentile, avrei potuto assaggiare i suoi bulbi oculari per ultimi.

    Kekekekek.
    No, scherzo.
    Non avevo ancora raggiunto quel livello di follia.
    Aveva un buon odore però - oppure me lo stavo immaginando.

    « Ad esempio, questo pensi che andrebbe bene? Mi capita spesso di leggere con poca luce - dovrei cambiare le lampadine in casa, keeekekekek. Sembra di essere in un racconto di Poe, in casa mia. »

    Era una piccola bugia a fin di bene. La camera che avevo nel casinò non era così brutta -- ora che ci penso, ho usato così tante volte la parola gentile per definire questa ragazza. Sapete che quando si usa una parola a lungo, questa perde di significato? Ma allo stesso tempo, una ripetizione ne fortifica l'efficacia. Keeekekekekek! Che bella la lingua, che creatura meravigliosa! Sempre in cambiamento, dai mille aspetti.

    Il mio sorriso era genuino.
    Ero davvero felice di poter spendere dei soldini per me.
    Gli affari con Aogiri avevano iniziato ad ingranare e la mia paga era buona - mi sentivo persino in vena di regali. Avrei potuto comprare qualcosa per Zero, magari! Potevo regalarle una videocamera. Così ci saremmo fatte due risate insieme, lei mi avrebbe versato un caffè in testa e avremmo potuto ridere insieme, ridere, ridere, ridere... per tornare poi a spacciare come ogni altro giorno.

    Quando poi tornammo a parlare del cellulare, tirai fuori con un'espressione appena imbarazzata il mio. Era un vecchio modello, scheggiato in più punti e con lo schermo pieno di graffi. Ogni parte era piena di graffi a dirla tutta, visto cosa aveva passato. Era un vecchio telefono di mio padre, che ogni tanto rubavo dal suo cassetto di cose vecchie. Non ci ero affezionata, ma lo usavo per ascoltare la musica di tanto in tanto e avevo imparato che al giorno d'oggi era fondamentale averne uno.

    Glielo mostrai a quel punto.
    Inclinai leggermente la testa, osservandolo. E mentre quell'oceano di ricordi si apriva nella mia testa, continuavo a tenere quel sorriso in faccia come se fosse davvero l'unico modo che avevo per non ricominciare a ridacchiare nervosamente.

    « Come vedi sono rimasta indietro. Keeekekekek.
    Ne vorrei uno con una bella fotocamera e magari con un brand poco invasivo. »


    Rimasi in attesa di un responso da parte della gentile interlocutrice, nascondendo nuovamente la prova della mia inadeguatezza tecnologica. Non era colpa mia, però - avevo praticamente fatto una vita da reclusa per... non so quanti anni. Sfido a rimanere al passo con tutti questi iPhone.


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    Beh sì, era una possibile soluzione quella consigliata dalla ragazza, ma di certo non era l’unica e questo lei lo sapeva bene. Però non poteva neanche pretendere che una comunissima cliente di un negozio, tra l’altro neanche frequentato così assiduamente da lei, potesse effettivamente essere in grado di darle dei consigli di tutto rispetto. Faceva ciò che poteva insomma, quello non era il suo ambito lavorativo. Le avesse chiesto piuttosto delle informazioni inerenti qualche biomolecola, una malattia dovuta alla mutazione di qualche proteina o chissà quale altro elemento dell’ambito medico, o farmacologico, avrebbe di certi saputo rispondere istantaneamente, come se non avesse studiato altro che quello fin dai primi giorni della sua vita. Il che d’altro canto non era neanche così falso in realtà. Però stava comunque cercando di dare del suo meglio e di fare il possibile per rivelarsi un minimo utile nel confronti della piccola “bambina” richiedente aiuto. Sperava di riuscire davvero ad aiutarla, altrimenti si sarebbe sentita incredibilmente in colpa.
    Un racconto di Poe, ma dove diamine abitava quella ragazzina. Quella metafora in particolare fece abbastanza preoccupare la pel di carota per qualche istante, iniziava a pensare di trovarsi effettivamente di fronte a qualche losca figura di qualche agenzia criminale o chissà cosa di simile, ma poi quell’idea scomparve dalla sua testa immaginandosi che l’altra era forse semplicemente propensa a fare degli esempi un po’ troppo drammatici rispetto alla situazione effettiva delle cose. Sarebbe stato assurdo che una giovane ragazza tanto carina vivesse davvero in una stanza buia e spaventosa… no?
    In ogni caso, aveva detto che voleva qualcosa di molto luminoso e l’avrebbe aiutata a trovarlo, a prescindere dalla motivazione di ciò. Nel caso fosse stata davvero vera quella sua affermazione, perlomeno avrebbe potuto aiutarla ad illuminare un pochettino quel posto orrendo grazie al reader digitale. Oddio, ma aveva una presa per la corrente dove caricarlo? Ormai Camilla iniziava a dubitare anche di questo, era strana quella persona, non l’avrebbe di certo sorpresa una scoperta di quel tipo a questo punto. Vabbe' dai, non era completamente negata no? In caso contrario sicuramente si sarebbe posta lei stessa il problema, non poteva di certo credere che si caricassero con delle normalissime pile o chissà cosa quegli aggeggi. Sarebbe stato assurdo.
    «Beh sì, penso possa fare al tuo caso allora, sembra abbia un'ampia selezione di livelli d'illuminazione. Poi questa marca in genere produce ottimi prodotti, perlomeno questo è ciò che sento dire in giro!» Lei chiaramente non aveva mai comprato nulla di quel brand, non era il suo genere di cose, sebbene producesse anche altri prodotti come cellulari non era quello il suo caso. Però era vero che aveva sentito molte sue amiche parlare bene di quei prodotti, certo non di quel reader in particolare ma in ogni caso poteva essere una sorta di garanzia quella, no? Mal che vada se non le fosse piaciuto il prodotto aveva sempre la garanzia del negozio o cose simili, poteva fingere che fosse un regalo e che al ricevente non fosse piaciuto particolarmente. Lei non l'avrebbe fatto, era una bugia inutile, però avrebbe funzionato di certo. Poi il prezzo di quel prodotto era relativamente contenuto, d'altronde era pur sempre un reader, niente di così costoso in fin dei conti.
    Il cellulare... beh, quella era decisamente tutt'altra questione. La ragazza le mostrò un po' imbarazzata il suo modello attuale e Camilla per poco non si fece scappare un ghigno misto tra riso e disperazione, che riuscì però a trattenere per fortuna. Sarebbe stato molto indiscreto da parte sua. Quel telefono era però a dir poco inguardabile: colore terribile, graffi ovunque sullo schermo e non solo, scheggiature qui e lì come se fosse finito in un campo di guerra, inoltre probabilmente neanche aveva una connessione ad internet, forse riusciva a telefonare dai. Aveva dei dubbi anche su quello onestamente.
    «Sì, effettivamente è parecchio antico come modello ma dai, risolviamo subito! Guarda questi qui hanno tutti una buona fotocamera, sono tra gli ultimi modelli, e basta vedere qualche sottomarca se non vuoi qualcosa di così invasivo, che ne dici?» Camilla si era subito fiondata sopra quei modelli di cellulari come se fossero un raro tesoro, iniziando ad indicarli uno ad uno alla ragazza in modo da mostrarle anche l'aspetto. Avrebbe preferito uno rosa perlato? O forse bianco come i suoi capelli? Effettivamente anche nero andava molto di moda, poi c'erano mille cover che poteva abbinare per renderlo ancora più accattivante. Lei ad esempio aveva una cover arancione, ovviamente, con disegnato un gattino nero e bianco che ricordava molto Oreo, l'aveva commissionata ad una ragazza della sua vecchia università che era molto brava con quelle cose, per cui era un pezzo unico. Teneva particolarmente a quel prodotto.
    Poi nella mente della studentessa scattò una molla: la ragazza poco prima aveva chiesto un reader senza un account o bisogno di connessione ad internet... ma era a conoscenza del fatto che questo invece fosse essenziale per qualsiasi cellulare di nuova generazione? «Comunque mi sembra necessario avvisarti che per praticamente qualsiasi di questi modelli avrai bisogno di un account collegato ad internet. Poi puoi anche non fare una promozione telefonica per utilizzarlo eh, però all'inizio è comunque necessario. Spero non sia un problema!» La rossa cercò di essere più cauta possibile nel darle quella notizia, come se si stesse annunciando un decesso di un animale domestico ad un bambino, aveva un po' paura della sua reazione per cui era sempre meglio andare sul sicuro. In caso avrebbe potuto aiutarla lei stessa a creare l'account, probabilmente quella persona non aveva neanche un'email per farlo e non aveva idea di come crearne una. Peccato però, senza internet si sarebbe di certo persa le cose più divertenti e talvolta utili dell'utilizzare un cellulare.
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    Rimasi a guardare i vari lettori Kindle per qualche istante, prima di prendere istintivamente il più costoso. Diceva che la marca era buona, di conseguenza stavo facendo una buona scelta. Dopo aver fatto questo semplice gesto, le avrei sorriso gentilmente, per tornare a dare la mia attenzione ai telefoni. Erano così tanti che la mia testa stava quasi girando.

    Mi sembrava di essere in una libreria, ma molto più triste ed asettica.
    Se di fronte a una marea di libri sentivo un senso di disorientamento positivo e quasi dolce, qui invece rasentava il panico. Arricciai il naso profondamente infastidita, lasciando che fosse Camilla a indirizzarmi verso dei modelli adatti a me. La zona che aveva indicato, tralaltro, aveva anche una serie di telefoni di fascia molto alta.

    « Quindi... mi servirà comunque connetterlo a internet. Ho capito. Kek. »

    Ripetèi per cercare di bruciare quel concetto nella mia testa, consapevole che si sarebbe trattato di un problema da affrontare prima o poi. Forse Zero avrebbe potuto aiutarmi, diceva sempre di sfruttare le possibilità offerte da Aogiri. Alla sua ragionevole richiesta se fosse o meno un problema, scossi leggera la testa.

    « Riuscirò in qualche maniera a cavarmela, kekek.
    Grazie per la tua preoccupazione. »


    Come una bambina davanti a una vetrina, iniziai a scorrere il dito per tenere traccia di tutte quelle parole che per me non significavano nulla - RAM, ROM, Memoria, chissà cos'altro - limitando a quel punto la mia ricerca al design e colore che mi attirava di più. Quando poi finalmente i miei occhi si accesero felici, visto che avevo trovato ciò che faceva al caso mio. Indicai uno splendido telefono color rosa-viola, una gradazione di colore che a me piaceva molto.

    Guardai verso la mia nuova amica con uno sguardo contentissimo, un pochino distolta dall'idea di dover cedere alla tecnologia.

    « E quello? Quello è un bel telefono, vero?
    kekekek! Pensi che sia un buon acquisto? Quello... aai phòn undici. »


    Dissi con un inglese un poco sgraziato, visto che non avevo mai avuto la possibilità di migliorarlo come avrei dovuto e voluto. Attesi placidamente che la mia guida in quello strano mondo mi aiutasse a prendere una decisione, sotto lo sguardo leggermente spazientito del commesso al bancone. Probabilmente non vedeva l'ora che io sparissi da quel posto, lasciando solo la polvere sul pavimento a testimone del mio passaggio.

    Ovviamente, avevo ancora in mano la scatola del Kindle, pronta per essere acquistata non appena fossi uscita da quella porta.

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    Iniziava abbastanza a stancarsi di tutta quella situazione, doveva ammetterlo, ma ormai aveva promesso a quella ragazza che l'avrebbe aiutata e non poteva di certo tirarsi indietro all'improvviso. Certo, il fatto che qualsiasi altro commesso pagato per il suo lavoro avrebbe potuto fare lo stesso e forse anche meglio la infastidiva e non poco, ma andava bene così in fin dei conti. Non era la prima volta che le capitava una situazione simile, sebbene quella ragazza era davvero un soggetto particolare, non aveva mai incontrato qualcuno di tanto inquietante in senso buono. Una bambola di un film horror, quella che nei primi istanti ti incanta nel modo più adorabile di sempre, ma poi in realtà ti infila un coltello nella schiena durante la notte. Era questa l’idea che le dava.
    Tirò un sospiro di sollievo nel sapere che non avrebbe dovuto aiutarla con la creazione di un account, un’email o di una promozione per una rete dati, sarebbe stato un lavoro davvero veloce e semplice ma non era il tipo di persona che amava conoscere cose così private di altri come la password dell’email o simili, per cui era decisamente meglio così. “Va benissimo! In caso poi non riuscissi da sola potrei lasciarti un mio contatto per risolvere tutto!” Però la voglia di aiutare gli altri era comunque più forte di lei, non riusciva a stare in silenzio e a non offrire una mano, o forse entrambe, o l’intero corpo si potrebbe dire talvolta. Era la tipica ragazza che alle scuole superiori prendeva gli appunti durante la lezione, li rielaborava e si impegnava più di tutti nello studio, ma alla fine nonostante tutto il sangue e sudore buttato sopra quei fogli di carta li cedeva lo stesso a tutta la classe, forse perché troppo buona o forse perché in qualche modo sperava che potesse aiutarla ad avere successo con più facilità, sebbene socializzare con i compagni non fu mai faticoso per lei.
    Era contenta di aver finalmente terminato la questione del Reader, ma adesso era tempo di dedicarsi a quella forse più importante: il cellulare. La sorprendeva il fatto che una ragazza simile, dall’aspetto non molto borghese, avesse la disponibilità economica per acquistare tutte quelle cose senza preoccuparsi nemmeno minimamente della somma di denaro che avrebbe dovuto spendere. Subito la ragazza si lanciò convinta su un prodotto in particolare, forse il più costoso presente all’interno di quel negozio, un iPhone 11 con la custodia rosa. Glielo invidiava quasi, era davvero un bel modello.
    «È un bellissimo telefono certo! Poi quel colore è super bello, penso si abbini a quello che ho potuto notare della tua persona.» Certo, quel suo commento era tutt’altro che richiesto, però le venne quasi spontaneo, le piaceva stare con altre persone e socializzare con loro, anche con quella totale sconosciuta. «Poi è un telefono davvero fantastico, ha una fotocamera super moderna ed un sacco di funzioni secondarie utili anche per la vita di tutti i giorni. Io te lo invidierei!» Come se lei non avesse le facoltà economiche per acquistarlo se davvero volesse, però era ormai affezionata al suo cellulare e probabilmente non l’avrebbe sostituito molto presto, però era anche un modo per incitarla in una scelta tanto buona. Le sembrava quasi di essere una promotrice televisiva all’interno di qualche pubblicità, era quasi assurdo.
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    Scuso per ritardo e risposta scarna, ma ho avuto dei problemi T-T
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    Allora, sembrava che avessi fatto un'ottima scelta.
    Annuii due volte alle sue parole - awww, si abbinava alla mia persona? Che cosa carina da dire.

    « D-Dici, cara? Kekek. Sicuramente è meglio del mio vecchio cellulare. »

    Non ero il genere di persona che cede facilmente ai complimenti - NONO. Giuro.
    O almeno, non ero certa che fosse un complimento. Ma avevo scelto di prenderlo come tale e avrei avuto quella piccola vittoria oggi. Dopo aver osservato per qualche altro breve secondo tutti i modelli, ripensai a quanto la ragazza mi aveva appena detto - me lo avrebbe invidiato? Voleva dire che non aveva i soldi per comprarsi una cosa del genere?

    Beh, probabilmente era una studentessa. E si sa, in genere gli studenti sono squattrinati. Non potevano essere tutti come me che spacciavo nel tempo libero per vivere. Ma forse ho già fatto questo ragionamento, quindi chiedo scusa. Andando avanti.

    « Allora prendo questo, kekekek. Mi servono... uhm. Vabbeh, posso prenderli un'altra volta. Tu invece che cosa ci fai qui? Vuoi comprare un cellulare nuovo anche tu? »

    Dissi a quel punto, mentre con la mia testolina cercavo di memorizzare il modello del telefono che avevo appena selezionato. Non potevo certo rompere la vetrina e prendere quello in esposizione. Più che altro perchè chissà che cosa ci hanno fatto con quello, mica per la questione morale.

    Iniziai a guardarmi intorno alla ricerca di qualcos'altro che potesse catturare il mio interesse. Purtroppo non avevo idea di che cosa mi servisse per diventare ancora più kool ma andava bene così, per ora. Avevo speso parecchi soldini e rischiavo di tornare in mezzo a una strada da un momento all'altro.


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    Non che ci volesse davvero molto per superare a livello di bellezza ed efficienza il suo vecchio cellulare, sarebbe bastato anche un modello vecchio di dieci anni per riuscire nello scopo, ma evitò di rivelare questo dettaglio alla ragazza. Era meglio lasciarla nella sua felice ignoranza, a volte invidiava colore che avevano la testa così tra le nuvole, o che perlomeno sembrasse la avessero, erano adorabilmente ingenui. Sia chiaro, l'ingenuità era una delle peggiori qualità da possedere in quel mondo probabilmente; chiunque cercherebbe di ingannarti, chiunque cercherebbe di approfittare di te, sarebbe una vita terribile. Certo non sembrava essere il caso di quella ragazza, anzi era piuttosto lei che si stava approfittando dell'estrema cordialità di Camilla, ma la cosa sembrava andare bene ad entrambe per il momento per cui non c'era da lamentarsene. Era felice del fatto che finalmente avesse scelto il suo cellulare, il suo compito era concluso e poteva finalmente tornare alla ricerca delle sue cuffie, motivo per il quale era andata lì quel giorno. Certo non potevo però cacciare l'altra ragazza, doveva comunque aspettare che lei la salutasse, la congedasse, fuggisse via urlando, qualsiasi cosa che la rendesse libera di tornare alle sue mansioni.
    Qualcosa fece effettivamente, non proprio ciò in cui sperava in quanto non l'aveva ancora "liberata" dal suo compito, neanche fosse una serva costretta a ciò, stava facendo tutto ciò per pura gentilezza, però si sentiva quasi inchiodata. Era una di quelle giornate un po' no che possono capitare a qualsiasi essere umano, aveva un sacco da studiare e da fare all'interno dell'appartamento, era il suo turno di faccende quella settimana e a causa di alcuni imprevisti era rimasta indietro con un po' ogni cosa. Era abbastanza stanca in quel periodo dell'anno, forse non era così brava ad organizzare il suo tempo come credeva, un po' le mancava sua madre che le faceva trovare ogni giorno la pagina dell'agenda piena di impegni di vario tipo con i relativi orari ed il tempo massimo in cui svolgerli, era estremamente comodo per quanto comunque molto stressante.
    «Nono, sono qui semplicemente per delle nuove cuffie, le mie purtroppo non sono più utilizzabili.» Aveva un tono estremamente pacato, quasi per assurdità le passo per la testa l'idea che forse l'altra ragazza nemmeno aveva idea di quanti modelli esistessero di cuffie o di cosa queste potessero effettivamente essere, ma poi si ricredette arrivando alla conclusione che quello sarebbe stato un assurdo assoluto. La studentessa indicò con il dito alla ragazza lo scaffale che si trovava dietro di loro in quel momento, quello dove lei poco prima stava cercando con lo sguardo il suo stesso modello, cercando di mostrarle la serie di cuffie che erano presenti su di esso, e se l'altra avesse seguito alla perfezione la linea retta che partiva dal suo indice avrebbe potuto notare una scatola arancione con un motivo ondulato bianco disegnato su di essa, e con un disegno abbastanza realistico del prodotto che si sarebbe poi trovato all'interno del box.
    Avrebbe voluto dirigersi lì e prendere l'oggetto, però le sembrava un'azione scortese farlo ancora in presenza dell'altra, non c'era un vero perché dietro tutto ciò, solo una serie di inutili problemi mentale che lei si poneva in ogni situazione, quella compresa. Era bello poter fingere all'esterno di saper sempre cosa fare nelle varie situazioni sociali, era meno bello non avere la più pallida idea di quale fosse la reazione più adeguata da avere proprio quando ce n'era il bisogno.
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    Edited by Çæ$hførum - 2/4/2020, 19:21
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    Oh, ottimo. Avevo ottenuto l'informazione che volevo.
    Feci un piccolo sorriso alla ragazza, come se potesse bastare per ringraziarla della sua gentilezza. Quindi mi avvicinai allo scaffale, cercando di capire quale fosse esattamente il tipo di cuffiette che aveva scelto. Se il mio sguardo non mi stava ingannando, doveva trattarsi di quelle arancioni, lì. Con un gesto morbido e tranquillo, le avrei prese dallo scaffale per assicurarne due confezioni tra le mie dita, rendendomi conto di essere carica di meraviglie e... beh, cose da pagare.

    « Ottimo, kek. Accompagnami in cassa, per favore. »

    Nel caso in cui la ragazza mi avesse accompagnata in cassa, avrebbe visto come avrei poggiato tutte le scatole dei miei acquisti, insieme ai due modelli di cuffiette che aveva detto di voler comprare. Avrei regalato a quel punto un delizioso sorriso alla cassiera, che tutto sembrava tranne che contenta di vedermi. Probabilmente i commessi stavano chiacchierando su come era stato impossibile servirmi. Kekekekek.

    Comprensibile del resto.
    A quel punto, avrei iniziato a pagare con delle banconote, in tutta tranquillità. Erano tanti soldi, ma per fortuna avevo appena riscosso la mia parte di "malloppo" da Aogiri quindi non era un problema. Certo, avrei dovuto tirare un poco la cinghia, ma ero abituata - potevo farmi qualche regalo. Ero stata brava e di conseguenza meritavo un premio! Guardai pensierosa il cellulare nuovo mentre veniva passato tra le mani della cassiera.

    ... ne avevo fatta di strada.
    Ed era anche grazie a quella ragazzina che mi aveva aiutato.
    Mi voltai verso di lei, ancora sorridente e felice.

    « Tieni! Per ringraziarti del disturbo, piccola sconosciuta! Kekekekek. »

    Non avrei accettato un no come risposta. Infatti il mio sguardo era probabilmente per la prima volta davvero sincero da quando avevo messo piede in quel negozio. Tutto sommato mi aveva aiutato, quindi... ringraziarla era davvero il minimo per me. E non ero sicura che lei si sarebbe trovata in una situazione in cui avrei potuto non mangiarla, quindi era più facile darle un paio di cuffiette.


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    L'altra ragazza sembrò comprendere quale modello stesse indicando, e difatti poco dopo ci si avvicinò e prese due confezioni tra le mani. Che volesse comprare anche quelle? Forse a lei e a qualche suo amico servivano delle cuffie, non che sentisse l'esigenza di saperlo ma ammetteva che un po' era curiosa, soprattutto perché non le aveva chiesto molto di quelle rispetto agli altri prodotti. Forse aveva pensato che dato che lei era venuta in quel negozio appositamente per acquistare quel prodotto doveva allora essere di buona qualità, una scelta azzardata ma comprensibile, d'altronde tutti i suoi acquisti in quel negozio si stavano basando sul puro gusto e sulle conoscenze di Camilla. Era contenta che fosse tutto quasi terminato, non vedeva l'ora di tornare a casa col suo nuovo paio di cuffie. Un po' le dispiaceva aver rotto quelle che le erano state regalate da suo fratello, era parecchio affezionata a quell'oggetto e vederlo andare in frantumi non era stata proprio una bella scena per lei, però purtroppo la vita era anche quello e sapeva che prima o poi sarebbe potuto accadere. Però aveva mantenuto un piccolo pezzettino che era riuscito a recuperare dal manto stradale, l'avrebbe messo in una cassetta poi nella sua stanza come portafortuna.
    La giovane le chiese di accompagnarla alla cassa per cui lei lo fece senza pensarci troppo in realtà, forse voleva un aiuto anche per quello non ne era certa. Non prese con sé il modello di cuffie che voleva acquistare perché d'altronde lei non stava uscendo dal negozio, per cui sarebbe potuta tornare indietro a prenderle subito dopo aver aiutato l'altra. Si limitò a sorriderle di risposta e a seguirla passo passo, trovandosi davanti alla commessa insieme a lei. I commessi sembravano provare un misto tra sollievo e fastidio alla vista della cliente, probabilmente erano ore che quella ragazzina girava per il negozio infastidendo chiunque pur di ottenere le informazioni che cercava, per cui in un certo senso Camilla aveva fatto una buona azione per parecchie persone in quel poco tempo.
    Quasi si sorprese nel vedere che quella ragazza che aveva tutta l'aria di essere così fuori dal mondo avesse una disponibilità di contanti tanto ampia; certo, probabilmente meno dei soldi a disposizione della rossa che on erano per nulla pochi, ma lei viveva tramite le carte di credito intestate a suo padre, non di certo con tutti quei soldi nelle tasche. Anche perché era rischioso, Tokyo non era di certo la città più sicura del mondo, e il numero maggiore di eroi significava anche numero maggiore di criminali, non si era mai davvero al sicuro in quella città.
    Poi accadde qualcosa di estremamente insolito, e Camilla rimase immobile per qualche istante incerta su come reagire. La ragazza aveva comprato un pario di cuffie anche per lei, come ringraziamento per l'aiuto che le aveva dato. Normalmente avrebbe detto che no per lei era stato un piacere e che non ce n'era alcun bisogno, cosa effettivamente vera dato che poteva permettersi quel prodotto senza alcun problema, però il fatto che l'avesse già pagato e che comunque avesse pensato a fare una cosa tanto carina la trattenne dal reagire in quel modo. «G-grazie... grazie tante davvero.» La sua voce tremava leggermente, non era abituata a tutta quella gentilezza improvvisa e gratuita, di solito era lei la principessa generosa che compieva gesti di quel tipo, non aveva mai immaginato quanto potesse essere strano essere dalla parte opposta, ed anche in parte imbarazzante. Fece una sorta di finto inchino bloccato a metà, quando si accorse che forse era una reazione troppo formale, era completamente spaesata in quel momento.
    «Comunque mi chiamo Camilla Mason. Grazie ancora.» Cercò di recuperare la situazione ed in qualche modo di salvare il tutto, di sicuro la prima cosa che doveva fare in quel momento era presentarsi. Le sembrava davvero il minimo considerando quel gesto, forse quella ragazzina era una folle ricca che andava in giro a regalare cose a caso a chiunque, questo Camilla non lo sapeva ma non le interessava in quel momento. Prese tra le braccia il modello regalatole dall'altra e lo tenne bello stretto con la sua mano destra, per evitare questa volta che gli succedesse qualcosa con i mezzi pubblici. Nel mentre i commessi forse sembravano essere ancor più straniti e disorientati di prima dopo tutta quella scena, forse per il gesto di una o per la troppa formalità dell'altra, era difficile da dirsi.
    Onestamente non le sembrava ancora vero, era così strano.
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    Edited by Çæ$hførum - 2/4/2020, 19:21
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    Ottimo, il mio pensierino aveva avuto l'effetto desiderato.
    Un regalo fa bene a tutti e visto che per una volta ero io quella con la possibilità di farne... tanto valeva approfittarne. Basta poco per fare felici le altre persone, anche quando non si conoscono. Lasciare un caffè offerto a chi verrà dopo di te, oppure fare dei regali. O ancora un atto di cortesia, un sorriso - kekekeek. Anche il fatto che non abbia ucciso nessuno oggi, mi rende una persona sempre migliore.

    Ero genuinamente felice che la ragazza avesse preso bene il mio regalo - solo... non potevo certo darle il mio nome vero.

    « Oh. Camilla. Io mi chiamo... Shiisa Kamikawa. »

    Non era una bugia completa. Era il nome che stavo usando su twitter, per le poche volte che ci entravo. Non potevo di certo usare il mio di cognome, quello vero. Mi avrebbero potuta ricollegare a papà con una facilità terrificante e sarebbe finito tutto - invece io apprezzavo particolarmente la mia vita a camminare in equilibrio sul bordo, pronta a cadere da un momento all'altro. Kekekek! Era quella strana sensazione adrenalinica unica nel suo genere.

    « Kekek! Ti ringrazio per avermi aiutato, allora.
    Avrò un sacco da fare oggi pomeriggio! Ciao, ciao, Camilla! »


    Aggiunsi quindi, allargando ulteriormente il mio sorriso - avevo ottenuto quello che volevo e avevo fatto buona impressione su una ragazza casuale. Certo, ora avrei dovuto fare qualcosa per evitare di dover tornare a mangiare dai bidoni della spazzatura, ma c'era tempo per pensarci. Mi sarei potuta comprare un Milkshake, ad esempio...

    Con passi tranquilli, avrei fatto per muovermi fuori dal locale, continuando a sorridere contenta. C'è ancora gente gentile in questo mondo, per fortuna!

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    Hello,
    Carina come role, mi spiace che verso la fine i post di WB siano un poco scesi in quanto a contenuto. E' stata piuttosto piacevole da leggere però ~

    Camilla: +50 EXP
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    Chiudo :**:
     
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13 replies since 22/2/2020, 08:53   287 views
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