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.NEW HORIZONS - THE SEAL'unico rumore a cambiare quell'aria ferma e pesante, se si voleva escludere il ritmico rumore dell'acqua che si infrangeva contro l'imbarcazione, era quello delle voci dei ragazzi che provavano le loro ricetrasmittenti. I due non avrebbero trovato problemi nella comunicazione, almeno per ora. Il segnale era leggermente disturbato, ma probabilmente era da aspettarselo visto che erano in mezzo al mare. Avevano deciso di separarsi, intraprendendo ognuno in una direzione diversa, con la paura di non sapere cosa avrebbero trovato dietro ogni angolo ed in mezzo al buio. I passi di Shoya avrebbero cominciato a risuonare con un suono metallico vibrando nell'oscurità, riuscendo però a riconoscere che attorno a sé aveva dei muri. Probabilmente l'utilizzo di quelle scale era più che altro pensato per quando l'ascensore non era disponibile, forse testimoniato che avevano l'aria di non essere utilizzate molto, pochissimi segni di usura notabili sul corrimano o sugli scalini stessi. L'unica fonte di luce era data poco più in basso da un cartello luminoso assieme a due lampadine color rosso, che indicavano un'uscita di emergenza sotto di lui. Terminata quella lunga rampa di scale, si sarebbe trovato di fronte una porta a spinta che sembrava essere per ora l'unica via per proseguire. Spingendola, avrebbe trovato qualcosa che sicuramente poteva essere interessante per il giovane: sarebbe arrivato a quello che sembrava essere la stiva della nave, lo stomaco dell'imbarcazione che conteneva tutti gli oggetti che servivano sia per il commercio che per mantenere l'equipaggio. Forse Shoya non era particolarmente esperto di navi, ma in quel momento si trovava già nella parte immersa ed era completamente circondato dall'acqua. Per sua fortuna, questa restava fuori, ma aveva altro di cui preoccuparsi. Innanzitutto, quella che sembrava essere un enorme magazzino era ben illuminato ed ospitava decine e decine di container di tutte le dimensioni, alcuni alti quanto il ragazzo ed altri che sembravano poter ospitare un monolocale. C'era quasi una via principale formata da questi contenitori, occupata da numerose macchine trasportatrici ora ferme, che probabilmente serviva a navigare la zona che era invece occupata ai lati da tutti gli oggetti ammassati di lato. Probabilmente avrebbe fatto solo qualche passo in avanti, forse per avere un'idea migliore dell'area, quando avrebbe sentito un rumore provenire vicino a lui, in basso. Sembrava provenire da uno dei container più piccoli, che sembrava essere stato aperto con maestria da qualcuno. Controllando, avrebbe notato un uomo vestito in sgualciti abiti civili che sembrava volersi nascondere sul fondo di quella scatola come se fosse un gatto spaventato. Shoya avrebbe notato che i suoi vestiti erano sporchi in più punti di un liquido scuro, che molto probabilmente era sangue. Le sue mani sembravano completamente ricoperte da questo, come se avesse immerso gli arti in un barattolo di vernice. Era lui il responsabile di quel disordine?
Dall'altra parte invece, Robert aveva deciso di seguire la traccia lasciata da qualcuno ed esplorare il piano superiore del complesso. Camminando silenziosamente su quella moquette (tralasciando il suono umido dei suoi passi a causa del bagno non programmato), avrebbe deciso invece di ascoltare eventuali rumori all'interno di quelle stanze. Solitamente quelle ricerche davano ben pochi frutti, vista la situazione in cui si trovavano. La prima stanza non diede particolari frutti, non riuscendo a sentire nulla se non il proprio respiro. Neanche la seconda e la terza sembravano avere ancora qualcuno dentro per fortuna, ma non sembravano nemmeno chiuse a chiave, probabilmente a causa della furia con cui era stata lasciata la nave. Aprendole però il Mutant avrebbe notato come erano state messe a soqquadro, come se qualcuno stesse cercando qualcosa. Tutti gli oggetti personali dell'equipaggio erano a terra, da calendari a libri ad altri documenti che riguardavano procedure di sicurezza o i turni di lavoro sulla nave. Evidentemente, qualcuno aveva approfittato del disordine per i propri scopi. Ma qual era stato l'incidente? Cosa aveva spinto tutti a scappare? Robert avrebbe forse potuto cercare qualcosa in particolare tra quelle carte, ma qualcosa di ben più interessante sarebbe giunto alle sue orecchie. Rumori di passi, voci che vibravano nell'aria. Provenivano dal piano superiore e non erano molto lontane da lui, segno che qualcuno era ancora nel complesso abitativo. Se si fosse mosso lungo le scale, avrebbe notato le voci farsi più vicine. Grazie al proprio udito animale, avrebbe sentito che la conversazione proveniva da una della cabine che erano in fila in modo simile a quelle del piano precedente, dietro la porta della stanza quattordici. Non sembrava avere nulla di speciale, se non una posizione più privilegiata al centro del corridoio. Sembrava quasi di essere in una nave da crociera in quel momento, impronte scure sospette a parte. Avrebbe potuto origliare anche lì, sempre avesse voluto, ma già avvicinandosi avrebbe potuto ascoltare un frammento di frase da parte di quella che sembrava una donna.
« -tano. Non mi faccia spazientire. Se vuole uscire vivo da qui, è meglio che collabori » - Avrebbe pronunciato nervosa la donna a qualcuno che probabilmente non se la stava passando bene in quel momento. Sarebbe passato qualche secondo prima di sentire il rumore di un oggetto che cadeva per terra, assieme ad un grido soffocato di un uomo. Cosa avrebbe fatto l'aspirante eroe per capire meglio la situazione?. -
.Shoya Ishida | Hero Lv. 6
Narrato • Pensato • Parlato • Ascoltato
Forse utilizzare quella scala non era stata l’idea più brillante della giornata: infatti Shoya muoveva un passo dopo l’altro con estrema lentezza e non mollando mai la presa dalla struttura di metallo con entrambe le mani. Il silenzio tombale era rotto dal rimbombo e dal cigolio metallico della scaletta che si muoveva ad ogni piccolo movimento e sembrava proprio non essere mai stata adoperata da nessuno. Beh perché qualcuno dovrebbe percorrere quella via così scomoda e tortuosa quando c’era a disposizione un bellissimo ascensore montacarichi?
Il giovane oltretutto non era sicuro di dove stesse andando e di cosa potesse trovare lì sotto, perciò teneva lo sguardo fisso verso il basso osservando ogni minimo movimento che potesse destare qualche sospetto. Cercò di limitare i respiri e regolare l’ossigenazione del corpo in modo da non dover respirare troppo quell’aria così pesante e salina.
Arrivato ai piedi della scala aveva di fronte a se una porta, che non potè far altro di aprire.
D’istinto il ragazzo si portò subito il braccio destro a coprire gli occhi, mentre con la mano sinistra completava l’apertura del serramento. Una luce intensa a cui non era abituato gli inondò il viso e il suo volto si contorse per il breve dolore.
Cavolo tutta questa luce e niente sulle scale di emergenza? Ma chi gestisce la sicurezza su questa nave?
Le pupille si erano fatte piccolissime e gli occhi si erano chiusi a fessura. Quello che potè intravedere era un enorme magazzino pieno di container dalle svariate dimensioni e che era anche difficile da valutare quanto fosse effettivamente profondo.
Grande questa nave.
Disse fra sé e sé mentre muoveva i primi passi all’interno della nuova camera.
Oltre i suoi passi sembrava non esserci alcun rumore o movimento strano. Tutte le macchine erano ferme e i container erano ammassati sui lati creando così un corridoio principale dove era molto facile camminare.
Shoya aveva un brutto presentimento, per questo motivo si mise in posizione dall'allerta alzando entrambe le braccia di fronte a se e ruotando la testa in tutte le direzioni mentre muoveva piccoli passi.
D’un tratto un rumore lo fece fermare e il cuore iniziò a battergli ad una velocità improvvisa, con il fiato che riprendeva ad essere veloce e i muscoli che si tesero pronti a scattare.
Il suono proveniva da un container abbastanza piccolo e per di più aperto, non dilaniato o distrutto, ma aperto come se fosse stato qualcuno che conosceva molto bene come aprire quelle lamiere giganti.
Shoya decise di muoversi, visto che non usciva nessuno sarebbe dovuto andare lui a vedere cosa stava succedendo. Mosse pochi passi, si avvicinò al lato del container e sporgendo poco la testa diede una rapida occhiata all’interno con la coda dell’occhio. Si ritrasse velocemente e riprese a respirare con regolarità, non aveva visto nessuna bestia o mostro strano, ma semplicemente un uomo impaurito appallottolato su se stesso.
Vediamo di capire che succede
Shoya dunque prese un paio di profondi respiri per calmarsi e poi alzò entrambe le braccia in alto con i palmi ben aperti rivolti proprio verso il suo interlocutore. Si sarebbe avvicinato con pochi passi, ma mantenendo comunque una certa distanza dall’ingresso del container stesso.
Va tutto bene, va tutto bene. Sei al sicuro adesso, sono qui per evacuare la nave, ce la fai ad alzarti?
Shoya avrebbe atteso in quella posizione con le mani alzate in segno di non aggressività e parlando con tono amichevole, pacato e tranquillo. l’obbiettivo era capire chi diavolo fosse quel tizio e perché era coperto di sangue.- Livello: 6
- Forza: 32
- Quirk: 250
- Agilità: 243
- Energia: 515- Status: Illeso
- Equip: Full Dive (QUIRK)
- Tecniche: //CODE © Saxo
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.Robert RossiSPOILER (clicca per visualizzare)scusate il ritardo ma ho avuto alcune cose da fare.
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.NEW HORIZONS - THE SEAI due aspiranti eroi si trovavano sulla stessa imbarcazione, anche se ad altezze ben diverse. Da una parte Shoya era sceso verso il basso avvicinandosi al cuore della nave, mentre Robert saliva verso l'alto per trovare indizi in quel misterioso antro di misteri. Il silenzio totale rendeva l'atmosfera ancora più inquietante, considerato che secondo la Pro-Hero e le autorità c'erano probabilmente persone ancora all'interno della nave.
Il Mutant avrebbe comunicato sia con Shoya che con il loro supervisore, Quiet Perfume, descrivendo in dettaglio ciò che aveva visto e trovato. Shoya avrebbe sentito la voce di Robert appena entrato all'interno del magazzino, poco prima di avvicinarsi al container aperto. Poco dopo la fine del suo discorso il lupo avrebbe potuto sentire nelle orecchie la voce seria della Pro-Hero, che sembrò rimuginare sul da farsi.
« Sì, ti sento forte e chiaro. Va bene, ma fai attenzione. Qui stiamo cercando di ottenere qualche informazione, arriverò presto ad aiutarvi. » - Passarono quindi pochi minuti prima che il Mutant potesse avvertire i rumori ed avvicinarsi alla porta in questione. Quiet Perfume avrebbe potuto sentire la proposta del suo sottoposto, ma se fosse stata di fronte a lui avrebbe sicuramente indicato che a volte le dote di sintesi erano necessarie in quel lavoro.
« Robert, per ora dovresti solo fare- » - Forse per l'improvviso cambio di conversazione oppure a causa del rumore che venne avvertito tramite il microfono, la donna rimase un secondo in silenzio, mentre Robert cominciò a spiegare nuovamente la situazione. Il Mutant stesso avrebbe potuto sentire un'atmosfera proveniente dalla stanza, senza le parole irritate della donna ma solo i lamenti di quello che forse era il capitano. Mentre continuava a spiegare il suo corso d'azioni, la porta si spalancò improvvisamente appena prima potesse compiere una qualsiasi azione contro di essa. Ad accoglierlo sembrava esserci una coppia di quelli che sembravano più che altro eleganti turisti che criminali. Sull'uscio della porta c'era un uomo dai tratti definiti e dal volto scavato, i capelli neri lucidi ed unti che cadevano in ciocche sulla sua fronte pallida. Gli occhi erano spenti e quasi privi di vita, anche se era ben cosciente di trovarsi di fronte un intruso. Indossava un cappotto color marrone scuro che copriva in gran parte degli abiti molto più sgualciti e rovinati, come se quel pregiato capo fosse la sua vera pelle.
« Prendilo. Ho già capito che cos'è. » - La voce femminile di prima attraverso la figura dell'uomo con un'ordine, rivelando la sua identità. O perlomeno, indicando solo la fonte di quella voce che era in realtà coperta in viso. Un grosso casco dalla visiera color verde intenso copriva il suo volto, ma era evidentemente una donna. Indossava un'attillata suit color nero con rifiniture verdi, molto simile a quella posseduta dai normali eroi e dallo stesso Shoya, sulla quale cadevano dei candidi capelli bianchi. Di fronte a lei, parzialmente nascosto dalla figura del suo collega, c'era un uomo ben vestito ma che in quel momento sembrava sul punto di perdere conoscenza. Il suo volto pulito e l'aria anziana potevano far intuire che si trattasse veramente del capitano, ma in quel momento non sembrava responsivo.
« Robert, SCAPPA! » - La voce di Quiet Perfume avrebbe risuonato negli auricolari di entrambi i ragazzi. Robert doveva preoccuparsi di un altro fattore dell'identità dei due: l'uomo corvino non sembrò pensarci due volte a tirare fuori quella che sembrava una pistola che sembrava quasi uscita da un romanzo futuristico, di colore nero lucido se non per delle rifiniture azzurro chiaro. Alzò il braccio e puntò l'arma contro Robert, sparando verso i suoi piedi. Il lupo avrebbe potuto notare un liquido nero uscire da quell'arma, che sembrava mirare ai suoi arti inferiori. Che cosa facesse quel liquido era sconosciuto, ma aveva un istante per pensare a cosa fare per non venire colpito.
Shoya, da tutt'altra parte, doveva occuparsi di un compito a dir poco delicato. Aveva da poco sentito Robert incamminarsi al piano superiore, mentre osservava la scena perplesso. Un uomo con le mani ricoperte di sangue in mezzo al nulla, senza alcuna indicazione che si trattasse di un sospetto o solo di una vittima ferita. Il ragazzo aveva fatto bene a mostrarsi privo di intenzioni maligne, anche perché tra le lacrime era facile farsi confondere dalla propria vista. Dimostrando una gentilezza che forse avrebbe stupito anche i compagni alla Yuuei, aveva cercato di stabilire un contatto con l'uomo sporco di sangue. Questo avrebbe alzato il viso, in un primo momento trasalendo al sentire una voce, ma poco dopo avrebbe osservato lo studente con occhi spalancati. Era uno spettacolo forte vedere una persona coperta da sangue, a chiunque questo appartenesse, ma sembrava enormemente sollevato di averlo visto.
« Ah... mi hai fatto prendere un colpo. Grazie al cielo... » - Parlava con un dolce e quasi grazioso accento di Kyoto, che stonava enormemente con la sua figura allucinata, rendendo evidente che non fosse di quella zona. Sembrò gattonare piano piano fuori dal container, lasciando dietro di sé delle inquietanti impronte umane fino ad aggrapparsi all'uscita metallica.
« Io sto bene. Il s-sangue non è mio... stavamo, stavamo facendo la solita tratta. Non sappiamo perché ma la guardia costiera ci ha fermato e da lì è scoppiato questo inferno. » - L'uomo avrebbe pronunciato tutto ciò a fatica, guardando dritto negli occhi Shoya con le iridi castane, come se volesse far analizzare dal ragazzo ogni sua singola parola. Si sarebbe messo in piedi appoggiandosi al container nonostante l'assenza di ferite guardandosi attorno nervoso, mentre nelle sue orecchie sentiva la conversazione tra Robert e Quiet Perfume. Poco dopo avrebbe anche ascoltato il caos che era esploso un paio di piani più sopra e l'ordine della Pro-Hero di tornare al piano superiore.
« C'è ancora uno di quei cosi in giro... devi portarmi fuori. » - Lo studente doveva scegliere come agire in quel caso, considerato che aveva da una parte il compagno che era in seria difficoltà, mentre dall'altra uno dei civili che voleva essere portato fuori. In quel momento solo la comunicazione tra i tre avrebbe potuto rendere le sue azioni più efficienti e veloci possibili.SPOILER (clicca per visualizzare)L'uomo ti ha attaccato con la sua pistola prima che tu potessi sfondare la porta, ma puoi comunque scegliere di aver attivato la tecnica o meno . Difenditi come ritieni giusto e puoi anche contrattaccare, considerato però che la tua priorità è scappare. Shoya può decidere come giostrarsi la situazione, comunicando come desidera con Quiet per organizzare meglio il soccorso del civile e l'aiuto a Robert. Ho lasciato leggermente più vago il dialogo di Quiet Perfume per rendere più facile gestire successivamente le informazioni che fornirai .
Avviso inoltre che ho finalmente finito gli esami, quindi aspettatevi delle risposte molto più veloci da ora in poi!. -
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.Robert RossiSPOILER (clicca per visualizzare)scusate per la brevità della mia azione.
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.NEW HORIZONS - THE SEALa situazione si era evoluta in modo veloce e drammatico, mettendo alla prova il sangue freddo dei due eroi. Quei momenti carichi di tensione che stringevano il cuore tra invisibili dita erano quelli per cui erano stati addestrati fino a quel momento. I presupposti di quel tirocinio erano sicuramente di aiutare la Pro-Hero nel suo lavoro, ma era difficile pensare che avrebbero dovuto affrontare una crisi così presto. Come indicato dall'uomo sporco di sangue, quella si trattava di una semplice ispezione. Anche per l'eroina si trattava di uno dei tanti carichi illegali che trasportavano merci illegali dall'estero, probabilmente armi da fuoco che erano sempre più richieste in quella società dei Quirk. Era estremamente complicato introdurre un'arma illegalmente in Giappone e non era nemmeno nello stile della maggior parte dei criminali, che si trovavano spesso un'Unicità più utile e che aveva dalla sua il fattore sorpresa. Le ostilità però non erano state (solo) tra le autorità ed il capitano, ma erano partite già all'interno della nave.
« Ottimo lavoro, Ishida. I soccorsi arriveranno tra poco. Porta il civile fuori come hai detto. » - Nei pochi momenti di calma che precedevano l'incontro con Robert dei criminali, Quiet rispose con fermezza alla situazione, risuonando nelle orecchie del corvino mentre l'uomo usciva fuori dal container. Doveva mostrarsi sicura e capace mentre non poteva raggiungerli sull'imbarcazione. Quando però il suo compagno Mutant venne scoperto, Shoya dovette prendere una scelta ed in fretta ed imporla al civile che probabilmente era ancora confuso e spaventato dalla situazione. Considerata la sua età non era proprio convintissimo di farsi portare in spalla da un ragazzo che sembrava molto più giovane di lui, ma sembrava un poco fiducioso che lui fosse un eroe e si trovasse lì solo per proteggerlo.
« S-Sì! » - Nonostante sul suo volto ci fosse di nuovo una smorfia di panico, acconsentì a seguire il ragazzo verso l'entrata del magazzino. Sembrava guardarsi indietro spesso, come se volesse controllare che il suo correre non avesse attirato l'attenzione di uno dei "cosi" di cui aveva parlato poco prima. Si sarebbe fermato di fronte all'ascensore per un istante, probabilmente preferendo una scelta del genere. Avrebbe seguito in ogni caso il giovane aspirante eroe, ma l'ascensore ci avrebbe messo circa una decina di secondi ad arrivare al piano inferiore. Era funzionante e non sembravano esserci mostri al suo interno. Interrogato però su che cosa girasse ancora per tutta la nave, avrebbe deglutito prima di cominciare a parlare.
« Dei robot. » - Avrebbe dichiarato con voce bassa ma gli occhi spalancati. « Li trasportavamo, come al solito, ma si sono attivati dal nulla dopo che siamo stati fermati. Ne abbiamo distrutto qualcuno, ma... non siamo eroi. Uno di questi era davvero inquietante... quasi umano. » - Avrebbe terminato l'uomo, con gli occhi puntati direttamente sul terreno dopo aver raccontato gli avvenimenti accaduti in quel poco tempo che erano rimasti sulla nave. L'uomo sarebbe rimasto in silenzio con le mani ormai asciutte ma pur sempre sporche, l'odore metallico di sangue che proveniva in maniera quasi soffocante dal suo corpo. Che dicesse la verità o meno, non avrebbe provato ad attaccare l'aspirante eroe sia che si trovassero nell'ascensore che stessero correndo lungo le scale. Arrivati dunque al piano superiore, avrebbero trovato il ponte ancora vuoto.
« Uhm... io resto qui? » - La vocina timida dell'uomo avrebbe chiesto a Shoya cosa fare, quasi sporgendo un poco il collo per capire cosa fare. Quiet Perfume sarebbe arrivata a breve, ma qualcosa sembrava trattenerla al salire nuovamente sulla nave. Il civile avrebbe seguito generalmente quello che il ragazzo gli avrebbe detto di fare, seguendo le direzioni fornite dal tirocinante. Shoya avrebbe potuto mettere in moto le sue gambe per arrivare in più fretta possibile da Robert, osservando la scena dall'inizio della rampa la quale non era andata esattamente secondo i piani.
Il ragazzo dall'aspetto mutato era infatti balzato all'indietro, ma gli spazi ristretti della nave non avevano aiutato i suoi movimenti improvvisi. Balzando all'indietro infatti si ritrovò di fronte alle scale, quasi cadendo ma riuscendo ad evitare il primo degli spari che gli scivolo accanto finendo contro il muro e trasformandosi subito in una macchia solida e spessa. Robert conosceva l'arma ed aveva cercato di schivare al meglio i colpi, ma la distanza era fin troppo ridotta per non venire colpito del tutto. Avrebbe sentito una sostanza appiccicosa avvinghiarsi al suo piede sinistro, legandolo al terzo scalino a partire dall'alto, quasi come una maschera di bellezza un po' troppo estesa. Non avrebbe avuto il tempo di intavolare il suo intero discorso, considerato che stava venendo inseguito dal suo avversario. Il criminale corvino sarebbe poi corso verso di lui ed avrebbe poi provato a sparare al suo altro piede, legandolo possibilmente a terra con la sostanza nerastra. Probabilmente non avrebbe visto subito Shoya, a meno che lui non si fosse mostrato direttamente a loro. Avrebbe cominciato a scendere verso di lui, mentre anche la donna mascherata si faceva sentire i suoi lenti passi lasciando il capitano da solo. Come avrebbero agito in attesa dell'arrivo di Quiet Perfume?. -
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.Robert RossiSPOILER (clicca per visualizzare)scusate per la brevità della mia azione.
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.NEW HORIZONS - THE SEA« Va bene. Lo recupero e sono da voi. » - Rispose così la Pro-Hero, chiudendo la breve conversazione con voce sicura. Nonostante la situazione grave, doveva tenere il morale alto. L'uomo in questione alzò lo sguardo verso il corvino, rivolgendogli quello che sembrava un tentativo di un sorriso. Il suo viso sconvolto lo faceva sembrare un disperato appena salvato da mesi di prigionia, ma nonostante l'aspetto indecente era pur sempre grato al ragazzo. Si girò dopo averlo guardato negli occhi per un paio di secondi, dirigendosi verso il ponte della nave solitario. Era il momento di attuare quella che era una vera e propria manovra di soccorso verso il suo compagno di squadra catturato dai nemici. Per fortuna di Robert, questi non sembravano volergli fare del male, almeno non subito. L'uomo sembrò fermarsi di fronte a lui puntandogli la pistola sul viso, la mano sul grilletto. Shoya era lì a poca distanza, nascosto dalla struttura stessa della nave dopo aver attuato il suo piano.
« Cosa ne facciamo? Sembra in contatto con qualcuno. » - La voce del criminale era profonda e roca, quasi graffiava i timpani di Robert. La sua mano magra sembrò dirigersi verso l'orecchio di Robert mentre gli teneva l'arma puntata a pochi centimetri dal suo viso, ma il rumore dell'ascensore sembrò far irrigidire i suoi muscoli e facendolo arretrare improvvisamente per puntare l'arma verso le porte meccaniche del dispositivo, che era però vuoto. Quello fu il momento che Shoya aveva cercato, scattando in avanti su quelle scale per liberare il compagno. Unendo le due forze che volevano distruggere il liquido nero, questo si staccò e si ruppe in numerosi "cocci" liberando il Mutant dalla presa. Usando però tutta la sua forza su quelle scale, considerato il peso del Mutant che doveva salvare, non fu particolarmente saggio per il ragazzo che si ritrovò la massa di Robert e tutta la spinta che si era dato all'indietro. Entrambi caddero e rotolarono giù dalle scale, protetti per fortuna dalle loro tute per non subire gravi danni alla schiena. Finirono con il sedere per terra di fronte all'uomo che osservava il nuovo arrivato da in cima alle scale assieme alla donna mascherata, che ora accanto al suo collega. Shoya avrebbe potuto riconoscere l'equipaggiamento che portava indosso, anche se il suo era decisamente più avanzato tecnologicamente. Tra le mani però sembrava avere qualcosa di luccicante, dei dischetti metallici che sembravano brillare come una decorazione natalizia. Guardando meglio, sembravano armi da lancio a forma di stella e dotati di acuminate lame.
« Ma guarda, così giovan- » - La vocina quasi intenerita della donna fu fermata dall'attacco del ragazzo rivolto verso di loro, che se non poteva coprire l'intero corridoio di sicuro poteva colpire le rampe di scale nella loro lunghezza. Non poteva vedere la sua espressione, ma evidentemente non si aspettava di venire colpito da un'intera colonna di fuoco sparata dalle mani di Shoya assieme all'assalto di Robert che sembrò sfruttare sia il proprio equipaggiamento che la propria natura per quasi balzare di fronte all'uomo corvino. Tornata la visibilità, entrambi i criminali avrebbero notato l'ombra del ragazzo lupo incombere su di loro. La donna aveva evitato per un soffio di essere presa direttamente dall'attacco del ragazzo, nonostante la parte sinistra della sua tuta stesse fumando per il calore. L'uomo era invece stato troppo lento, con il viso completamente rosso a causa del calore e gli occhi coperti dal braccio. Ad infierire su di lui ci sarebbe stato Robert, caduto sopra di lui e facendogli fare un respiro strozzato mentre lo bloccava a terra.
« Merda... » - Robert avrebbe potuto sentire il sibilare della donna di fronte a sé mentre questa si rialzava, mettendo alcuni metri di distanza tra loro. Sembrò tirare fuori qualcosa da una tasca, quello che sembrava essere un piccolo contenitore cilindrico. La donna avrebbe agitato l'oggetto per poi tirarlo verso Robert, facendolo atterrare di fronte a lui e cominciando a far uscire un denso fumo colorato che iniziò ad espandersi direttamente da lì. La donna provò a scappare imboccando il corridoio dietro di sé, probabilmente cercando di far perdere le proprie tracce usando quell'oggetto come diversivo. Probabilmente le sarebbe bastato prendere un po' di tempo per fuggire da una delle finestrelle delle stanze, ma era di fronte agli avversari sbagliati per correre via. Il corridoio era abbastanza lungo ma proseguiva in una sola direzione ed era largo appena qualche metro, probabilmente per risparmiare spazio. Delle scale simili a quelle da cui erano caduti portavano al secondo ed ultimo piano. La donna avrebbe provato a salire su di queste per sfuggire alla vista dei due studenti, lasciando indietro sia il suo collega che il capitano che stava interrogando.. -
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.Robert RossiSPOILER (clicca per visualizzare)scusate per la brevità della mia azione e il ritardo.
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.NEW HORIZONS - THE SEAQuella criminale stava cercando di sfuggire ai due studenti, considerato che non sembrava la tipica persona che si poteva trovare in quel genere di situazioni. Certo, non tutti i malviventi usavano la propria Unicità contro gli eroi soprattutto quando c'erano delle grandi sanzioni a riguardo, però era pur sempre sospetto che avessero chiesto il loro intervento quando quei due sembravano più che altro affidarsi ad equipaggiamenti illegali. Che fossero semplicemente sprovvisti di un Quirk utile o che proprio non ce l'avessero non era chiaro, forse erano più avveduti di quanto potessero sembrare. Robert riuscì a restare in mezzo al fumo senza particolari problemi, notando solo che il suo respiro si era fatto più corto e pesante. In mezzo a quella cortina fumogena in espansione era difficile cercare oggetti utili ad immobilizzare completamente il criminale rimasto. Il corvino sembrava abbastanza stordito dalla botta appena ricevuta e dal fumo stesso, lasciato indietro dalla sua compagna che l'aveva usato come mero mezzo per scappare via. Il Mutant ricoperto di pelo avrebbe potuto notare che mentre comunicava con Quiet Perfume via radio, avrebbe potuto avvertire numerosi passi avvicinarsi a lui, anche se la loro fonte non era chiara a causa del fumo.
« Son già qui, Robert! » - Avrebbe esclamato decisa la Pro-Hero che spuntava dal fumo con un sorriso sul volto ed il suo vestito verde di nuovo asciutto. Il criminale rimasto lì per terra alzò le mani in segno di resa, considerato che dietro il corpo gelatinoso della donna c'era una squadra di tre membri della guardia costiera. Tirandolo fuori dal fumo, cercando di non restare in mezzo all'aria pesante, sarebbe stato scortato fuori senza particolari resistenze mentre Quiet dava indicazioni su cosa fare a tutti. « Ishida è ancora dentro, giusto? Cerchiamo di completare questa giornata senza incidenti. » - Avrebbe continuato, seguendo le indicazioni di Robert su dove si fosse andato a cacciare il suo compagno di classe partito alla carica. Si sarebbero poi incamminati verso la stessa strada compiuta dal compagno, salendo anche loro le scale.
Proprio Shoya aveva usato il suo Quirk per correre, quasi volare sul pavimento della nave per raggiungere la criminale. Mentre Quiet Perfume ed il Mutant parlavano lui stava già col fiato sul collo della donna, che sembrava aver finito i trucchi da tirare fuori dal cilindro (o dal casco, in questo caso). Il vantaggio su di lui si riduceva sempre di più, fino a quando salendo l'ultima rampa di scale non sarebbero arrivati all'ultimo piano ed al corridoio finale. L'aspetto era il medesimo rispetto agli altri piani se non per il fatto che la luce del sole dava decisamente più visibilità rispetto a quello inferiore. La donna dai capelli chiari aveva adocchiato una finestrella aperta in fondo a quest'ultimo, correndo come se non ci fosse un domani per sfuggire alla legge. Probabilmente Shoya sarebbe arrivato vicino abbastanza per cercare di fermarla, ma non ci sarebbe stato bisogno di sforzarsi così tanto. Mentre la criminale eseguiva un aggraziato salto verso la libertà, qualcosa la intercettò. Come un fulmine a ciel sereno, una lama lunga una cinquantina di centimetri sfrecciò verso la sua coscia, interrompendo quel salto e bloccandola addirittura a terra. Se in una tempesta arrivava prima la luce in seguito ad un lampo, allo stesso modo il suono agonizzante delle grida della donna sembrarono squarciare il silenzio che si era da poco creato.
« AHHHH! Chi... » - Il casco si sarebbe girato di fronte a sé, rimanendo poi immobile come se il suo cranio si fosse momentaneamente allontanato dal suo corpo. La voce interrotta annunciò l'arrivo di un terzo ospite in quella nave degli orrori, qualcosa che il giovane Shoya aveva sentito poco fa. Un suono ritmico come passi umani ma che veniva seguito da quelli che sembravano infiniti tintinnii metallici. Una persona, o perlomeno qualcosa che voleva imitarla, si mostrò di fronte a Shoya nella penombra. Se si guardava solo la testa poteva in qualche modo assomigliare ad un essere umano. Capelli corti che arrivavano appena al mento, il viso segnato da quello che sembrava trucco da lontano ma erano semplicemente accessori meccanici che sembravano tenere assieme il viso. Gli occhi ambrati fin troppo grandi per una persona vera, quasi da bambola così come la sua pelle perfetta ma sporca di sangue. Dal collo in giù invece era "solo" un insieme grezzo e poco raffinato di parti meccaniche, che ignoravano qualsiasi forma femminile o caratteristica umana. Il suo corpo sembrava attraversato da numerosissimi fori che facevano intravedere delle lame conficcate all'interno simili a quelle appena lanciate. La sua espressione non sembrava nemmeno guardare il ragazzo, come se avesse di fronte un mobile che si trova in un punto diverso della casa.
Mentre la donna col casco continuava ad urlare, il robot piegò la testa di lato per un secondo prima di scattare improvvisamente verso Shoya. C'erano appena cinque metri di distanza tra di loro, dando il tempo al ragazzo di reagire ma al robot di armarsi al meglio. Sembrò strappare con forza una coppia di lame dal suo corpo, prima di sferrare una serie di fendenti diagonali che miravano al suo petto con una velocità sovrumana. Il robot sanguinario era partito all'attacco, in una situazione che forse poteva ricordare qualcosa allo studente. Mentre le lame stavano per raggiungere la sua carne, un improvviso getto di materiale verde avrebbe fermato l'attacco e fatto indietreggiare il robot. Quiet Perfume era arrivata assieme a Robert, portando a sé le lame che erano state inglobate dalla sua gelatina. Gettò uno sguardo verso la ferita sul fondo, che ancora si lamentava.
« Addirittura un robot. Ragazzi, l'obiettivo è catturare quella... cosa tutta intera. Non credo ci lascerà andare in ogni caso. » - Avrebbe ordinato la donna, mentre buttava le lame a terra con un suono metallico. « Io cercherò di bloccare quei coltelli, voi prendetela » - Quiet Perfume avrebbe ancora una volta allungato le sue braccia verso l'automa, cercando di bloccare le sue mani per evitare una situazione simile a prima. I due avrebbero dovuto agire in coppia per evitare di distruggere il robot ed allo stesso tempo cercare di non ferirsi. Forse sarebbero presto scesi da quel luogo infestato da strani avvenimenti.CITAZIONEOrdine cambiato: Gaudenzio, thesaxofonist, Master
Visto che ha avvisato della sua assenza, l'ordine cambia per rendere più fluido lo svolgimento della AM. Spero sia tutto chiaro con il post, se avete dubbi sapete dove trovarmi!. -
.Robert Rossi
Edited by Gaudenzio Bibbiena - 16/8/2020, 13:53. -
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