UA Spring/Summer 2022

Role libera | Sumire & Tobi [slot extra]

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    Narrato. ; "Pensato." ; -Parlato Tobi.- ; -Parlato altri- ;
    L'aloe non sembrava averla convinta più di tanto, ma in fondo era solo una stupidaggine buttata lì per dire, non è che Tobi avesse fisse particolari con l'aloe o le piante grasse in generale, anzi, per lui stavano benissimo fuori anche quelle. Ma in ogni caso, non si sarebbe certo lamentato per un paio di piantine. Scrollò dunque le spalle, più che deciso a lasciar decadere quello sterile discorso.
    Ovviamente non poteva esistere il nominare le magliette di Yumeru senza aspettarsi che Sumire infierisse, Tobi lo aveva fatto in maniera relativamente innocente senza curarsi di star parlando nello specifico delle magliette, ma la reazione di Sumire gli provocò uno sbuffo di risate vagamente rassegnate.
    -Magari un giorno sarò nella condizione di fare a mia volta delle critiche al riguardo.- Asserì, ironizzando sul fatto che era a malapena un iniziato nel campo della moda, la strada era lunga prima di potersi permettere di parlar male del vestiario di Yumeru. Per quanto si divertisse a farlo in sua presenza per provocarlo, farlo senza di lui non lo entusiasmava più di tanto, certamente non era una cosa che aveva a cuore quanto l'aveva Sumire. -Beh, a te non darà mai retta, ma magari puoi plagiare Fuyuko. A lei magari darà retta.- Scherzò poi, sottolineando il "magari" perché sinceramente -per quello che aveva visto- Yumeru gli sembrava una di quelle persone fissate con la propria concezione di "stile" e difficilmente propense a cambiarlo solo per far piacere a qualcuno. Però, in fondo, chi sarebbe riuscito a dire di no a Fuyu-chan? Se davvero l'albina fosse riuscita a condizionare Fuyuko, poteva seriamente sperare di vedere il ragazzo vestito come voleva lei.

    Si imbarazzò un po' quando Sumire gli disse che non si aspettava quella disponibilità.
    -Beh, era una mezza battuta.- Confessò, passandosi una mano sulla nuca. -Però, insomma, non è falso. Se posso fare qualcosa...- Nonostante fosse stato detto in tono scherzoso, ci teneva a far sapere a Sumire che non era detto tanto per dire. Avrebbe voluto aggiungere altro ma si sentiva già abbastanza in imbarazzo così e preferì lasciar perdere, preferendo non suonare troppo equivoco. Chiaramente gli faceva piacere darle una mano, perché era una sua amica e anche perché avevano dei problemi insospettabilmente simili, quindi sentiva di simpatizzare particolarmente con la sua situazione. Chissà, forse lei avrebbe fatto lo stesso, a ruoli invertiti? Non che a Tobi venisse in mente un modo concreto di rivalsa su sua madre, a dire il vero, ma chissà. In futuro non si poteva sapere che situazioni si sarebbero create.

    Phew. La normalità del pasto era una bella cosa. Tobi ne fu sollevato perché, in realtà, stava ancora attendendo il verdetto dell'albina su quel locale che aveva scelto di sua sponte. Andava bene? Era troppo plebeo? Troppo spartano? Decine di domande si affollavano nella sua mente, o almeno si erano affollate fino al momento dell'esplicita conferma di Sumire. Si rilassò, dunque, aveva passato il test, il che significava che in quel locale ci poteva portare letteralmente chiunque, nessuno sarebbe stato un cliente più difficile della ragazza. Lo stream-of-consciousness che lo aveva portato con la mente a quell'izakaya a Ueno si interruppe bruscamente alle cinque, brevi e concise parole pronunciate da Sumire. Sto uscendo con un ragazzo. Nulla di così strano o eclatante, insomma ci mancherebbe anche che Sumire Murakami, la ragazza più perfetta dell'universo, non avesse nessuno con cui uscire. Non era certamente quello a stupire Tobi, quanto più l'aria sbrigativa con cui lo aveva detto. Come se si fosse costretta a fare in fretta per non soffrire più del dovuto, un po' come quando ci si strappa via un cerotto sul braccio, appiccicato alla peluria. Il ragazzo cercò gli occhi glaciali dell'albina prima di dire qualunque cosa, per tentare di capire almeno vagamente cosa le passasse per la testa. Era una sua impressione o era quasi... in imbarazzo? Forse per questo si era voluta liberare di quell'argomento scomodo così in fretta? Un lato più umano della ragazza emerse, in quegli istanti, e Tobi ne fu ammaliato. Quel giorno era una continua sorpresa.
    -Oh.- Non sapeva bene cosa dire, ma doveva dire qualcosa. Forza Tobi di' qualcosa. -Fico. Qualcuno della Yuuei?- Domandò, cercando di porre una domanda molto vaga in modo da non infastidirla troppo, sebbene avesse l'impressione di camminare su un campo minato. D'altro canto, l'argomento lo aveva tirato fuori lei. In realtà era abbastanza sicuro che Sumire sarebbe uscita con un ragazzo più grande, in caso, non vedeva nessun candidato potenziale fra i suoi coetanei. Doveva necessariamente essere qualcuno di più grande, sì.
    E anche parecchio fico.




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    ‹ Se seguirai i miei consigli e indosserai quello che ti ho comprato sarai a posto. ›, la sua mania di perfezione che ogni tanto la punzecchiava non era sicura di fidarsi ancora al cento percento del suo amico e probabilmente avrebbe insistito per accompagnarlo a fare compere almeno altre due o tre sessioni di shopping in modo che riuscisse a rifargli tutto l'armadio. Comprare i vestiti per tutta la stagione sarebbe stato l'ideale, ma Tobi non era lei e non poteva fargli spendere un patrimonio in magliette e pantaloni.
    L'idea di usare Fuyuko come intermediario era quasi geniale, sarebbe stato molto più semplice manipolare Yumeru attraverso la sua ragazza, doveva solo convincere lei. ‹ Allora proverò a convincere Fuyu-chan. ›. Forse se era Fuyu a dirgli che si vestiva male avrebbe iniziato a darle retta, anche se Sumire dubitava avrebbe usato quelle esatte parole, la ragazza dai capelli turchini tendeva ad addolcire tutto e non sarebbe stata troppo dura, come invece avrebbe dovuto.
    ‹ Ne sono comunque felice. › pronunciò in un lieve sussurro, anche lei evidentemente imbarazzata, non voleva tornare sugli argomenti precedenti e trovava ancora quasi irreale che avesse condiviso i suoi pensieri con lui, come se quello che era successo nel camerino fosse stata una sorta di allucinazione, non sapeva quanto reale fosse o se sarebbe mai capitato di nuovo.

    Aveva interrotto il suo pasto solo per osservare attentamente l'espressione che avrebbe messo Tobi a quella che per Sumire era una grande rivelazione, come se gli avesse appena confessato che si stava per sposare all'insaputa di tutti. Ma il ragazzo non sembrava affatto sorpreso, nè scioccato dalla notizia, non mostrava nemmeno un pizzico di disappunto nel sapere che la ragazza era una bugiarda che aveva dichiarato -forse non specificamente a Tobi- di non volersi mettere con nessuno prima del suo diploma e pochi mesi dopo se ne spuntava con un ragazzo, un po' come aveva fatto Yumeru con Fuyuko. Sumire era Yumeru... la sua versione migliorata ovviamente.
    Il corvino non mostrava nessuna di queste emozioni, se ne stava lì in silenzio a guardarla e metterla ancora più a disagio... la stava giudicando? Avrebbe tanto voluto entrare nella sua testa e capire che cosa pensava di lei ora che sapeva stesse con un ragazzo. Ora che anche lei aveva ceduto a quel sentimento così scomodo che era l'amore, la considerava debole? Credeva che avrebbe iniziato a comportarsi come quelle persone che perdevano la testa quando erano innamorate, oppure stava avendo dei ripensamenti sul trasferirsi con lei.
    Qualunque cosa stesse pensando era quasi certa che non fosse l'aggettivo "fico" a rappresentarlo, anche perchè non lo era. Era invece una sorta di tragedia a volte piacevole, a volte meno piacevole, che l'albina stava imparando a tollerare.
    La sua espressione comunque si deformò nel momento in cui Tobi le chiese se lei stesse con qualcuno della Yuuei, come se qualcuno di quella scuola fosse degno di stare con lei. Le sue sopracciglia si aggrottarono e guardò lo studente come se l'avesse appena insultata. ‹ No, certo che no. Figurati se c'è qualcuno che mi piace tra quei psicopatici. › rispose alla sua domanda assurda, riprendendo a mangiare quella sua specie di pancake agrodolce. ‹ E comunque non uscirei mai con un aspirante eroe. Sono tutti degli idioti. Tranne noi... Darius-senpai e Fuyu-chan... forse anche Yumeru-san. › aggiunse. Sumire non aveva avuto grandi esperienze positive con i suoi compagni di corso, li considerava troppo immaturi, come Amachi, o dei palloni gonfiati, come Shoya. Forse era anche per quel motivo che aveva considerato impossibile trovare un ragazzo prima di finire scuola.
    Oramai lo aveva detto e si sentiva un po' più tranquilla, tanto il suo amico l'aveva già giudicata in qualche modo e non poteva andare peggio di così anche se avesse detto che il suo ragazzo era Gin, forse nemmeno si ricordava di averlo mai incontrato. Il suo sguardo andò sul suo piatto: ‹ In realtà lo conosci... cioè, non proprio, mi ha detto che vi siete incontrati una volta in un centro commerciale. › disse vaga. Non ricordava molto bene i dettagli, solo che Tobi si era messo a seguire il suo ragazzo senza ragione e che quest'ultimo era convinto andasse nella classe di supporto della UA. Insomma, quello a doverle spiegazioni in realtà era Tobiko, non lei. ‹ Gin, Gin Nakano. ›, a quel punto le sue iridi tornarono ad osservare il volto del ragazzo, curiosa di sapere se quel nome gli avrebbe suscitato qualcosa.

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    Come previsto da Tobi stesso, emozioni non proprio positive deformarono il volto di Sumire quando egli chiese se il suo misterioso ragazzo frequentasse la Yuuei.
    -Pfft.- Gli scappò da ridere ma si coprì la bocca quando la sua amica definì gli studenti della Yuuei psicopatici. Beh, non è esattamente la parola che avrebbe usato lui - non per tutti quantomeno - ma non poté negare che quella scuola aveva una straordinaria carenza di... normalità? Chi per un motivo e chi per un altro, molti di loro davano l'impressione di credere di essere protagonista di un qualche manga shonen. Sinceramente non sapeva se le altre scuole di eroismo soffrivano di simili anomalie statistiche, magari poteva chiederlo ad Aoi se gli capitava di scriverle prima o poi, ma prendendo il dato singolarmente non poteva che essere comunque stupefacente. Sinceramente, a volte a Tobi venivano i brividi ad immaginare che quelli sarebbero stati gli eroi che un giorno avrebbero preso il posto di Endeavor e gli altri veterani, ed era anche un po' cringe immaginare la situazione viceversa, un brufoloso sedicenne Endeavor bulletto che continua chiedere scontri con i suoi compagni, ossessionato dall'accrescere il proprio potere o cose simili.
    Chissà, magari la scrematura per diventare Pro-hero era più efficace di quel che Tobi si aspettava, ma viste le enormi prospettive di assunzione che la Yuuei prometteva si era sempre fatto l'idea che la scrematura maggiore sarebbe stata il test d'ingresso, poi una volta dentro la carriera sarebbe stata garantita. Grandi test attitudinali non ne ricordava, a meno di non voler considerare Eroismo teoria come un gigantesco test attitudinale in tre corsi.
    -Aye, fai bene, lascia stare gli eroi.- Mormorò, ridacchiando. In effetti l'unico partito valido per Sumire che gli venisse in mente era Darius, ma per prima cosa non era sicuro di conoscerlo così bene, e secondariamente giravano continuamente voci sul suo conto (chiaramente il gossip si sprecava sull'ex-studente più famoso della scuola) e sembrava che il suo cuore fosse già occupato da qualcuno. -Brutta gente. Non ne vale la pena.- Aggiunse, scrollando le spalle. Le successive parole di Murakami lo riportarono sull'attenti: apparentemente questo tizio lo conosceva, o meglio lo aveva incontrato. In un centro commerciale. Un'immediata sensazione di disagio strinse lo stomaco al ragazzo, come se il suo subconscio avesse già intuito qualcosa che al suo razionale sfuggiva. Chi poteva essere? Forse intendeva al centro commerciale con lei? In fondo ogni tanto andavano anche al centro commerciale insieme, loro due, Yumueru e Fuyuko. Si sforzò di ricordare qualche persona con cui magari avevano interagito ma non gli venne in mente nulla, la bacchetta di legno batteva ritmicamente sul suo labbro come se il movimento ripetitivo lo aiutasse a ricordare, gli occhi ridotti a fessure puntati verso il basso.
    -Hmm...- Pensò e pensò, ma fu tutto inutile. Fu quel singolo, breve nome pronunciato dalle labbra dell'albina a scuoterlo come un elettrostimolatore. Un campanello di allarme suonò nella mente di Tobi, prima ancora che questi facesse l'associazione. Gin, Gin Nakano. No, il cognome non gli era utile, ma il nome. Certo, Tokyo era sicuramente piena di Gin, ma quanti ne conosceva lui? Sinceramente, gliene tornava in mente uno solo. Ma non poteva essere lui, no. Si aggrappò per qualche istante alla (vana) speranza che si trattasse di qualcuno che conosceva di vista ma di cui non ricordava il nome, ma ad un certo punto ebbe bisogno di rassicurazioni.
    -Heh, è buffo sai. L'unico Gin che mi viene in mente è...- Alzò gli occhi, cercando lo sguardo della compagna, e vide che lei stessa stava cercando il suo sguardo, come a testare la sua reazione. Si aspettava una reazione, e quella fu l'unica conferma che bastò al ragazzo. -Ma non è possibile.- Mormorò, ridacchiando, a mezza voce come se parlasse a sé stesso. Le sue pupille si erano ristrette notevolmente, e nonostante sul suo volto vi fosse ancora l'ombra di un sorrisetto incredulo, era palese che stesse iniziando a fare i conti con la realtà.


    (MORTE)

    -Eh?- Inutile prendersi in giro, se Sumire glielo stava raccontando, doveva essere proprio quel Gin. -Eh?- Ma come poteva essere successo? Che razza di allineamento astrale aveva potuto portare Sumire a mettersi con Gin, un ragazzo con cui Tobi aveva passato a malapena un'ora incontrato per caso in un negozio? Le stesse di incontrare due volte Laguna totalmente per caso, probabilmente. Cos'era questo strano karma di coincidenze che lo perseguitava? Forse non sbagliavano gli altri studenti della Yuuei a considerarsi protagonisti di un qualche manga shonen? E perché lui doveva ritrovarsi protagonista di uno scadente slice of life? Uno slice of life, già, come quello che aveva comprato quel giorno da Mandarake. Coincidenze? A questo punto, Tobi iniziava a dubitare delle coincidenze, era il protagonista di un manga ed era finalmente self-aware. -Stai scherzando? Gin? Stiamo parlando della stessa persona?- Un dubbio che ancora non voleva abbandonare la mente del ragazzo. -Capelli lunghi, occhi gialli, alto? Tatuaggi ovunque?- Non c'era scampo, era per forza lui. Una sorta di mezza risata isterica si impadronì di Tobi, che si coprì il viso per celare almeno in parte il suo breakdown a Sumire. -Scusa, è che è una cosa così paradossale.- Basta Tobi, ritrova la calma. Inspira, espira. Sumire Murakami, la rappresentazione della perfezione, si è messa con quel bulletto che ti prendeva in giro. Capita, no? No. -Beh... okay, capisco. Un bel ragazzo lo è di sicuro.- Mormorò, ridacchiando con aria rassegnata. -Sono curioso però, se sai che lo conosco ti deve aver parlato di me. Cosa ti ha detto?-


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    Le era capitato di pensare alcune volte, sopratutto nella disperazione di aver scoperto chi le piaceva davvero, quale sarebbe stato davvero un buon candidato per lei delle persone che conosceva—praticamente tutte le persone con cui aveva a che fare erano aspiranti eroi—, ed erano venuti fuori due nomi: Darius e Tobi. Non era un segreto la stima di lei nei confronti del ragazzo dai capelli bianchi, Darius era capace, coscenzioso, maturo, praticamente perfetto, eppure non riusciva a guardarlo con altri occhi che non di quelli dell'ammirazione. Tobi invece, provava per lui una fiducia spontanea, era un bravo ragazzo, di quelli cui avevi la certezza di non litigare mai e che non ti avrebbe creato nessun problema. Questo ovviamente era in confronto a Gin, quei due erano migliori candidati del corvino, ma non si sarebbe mai sognata davvero di stare con Darius o Tobi. In ogni caso il suo amico aveva ragione: gli eroi non valevano la pena.
    Tobi iniziò a rifletterci su, ma bastò la pronuncia del suo nome a provocargli una reazione... strana. Qualcosa lo scosse e sembrava... sorpreso? Ma non era la sorpresa che Sumire si sarebbe aspettata anche prima che lui sapesse chi era il suo ragazzo, era più incredulità la sua, come se sinceramente ritenesse ch'era impossibile Sumire stesse assieme a Gin. Glielo confermarono poco dopo le sue parole, "ma non è possibile", e quella sorta di risata nervosa... l'albina stava iniziando a preoccuparsi.
    Era vero, da un lato poteva capire quel sentimento, aveva negato a se stessa l'evidenza, anche lei aveva ritenuto impossibile l'essersi presa una cotta per quel ragazzo. Nessuno se lo sarebbe aspettato, quando dava piuttosto l'impressione di preferire un uomo più... responsabile? Serio? Chiunque la vedesse si immaginava al suo fianco una persona esattamente come lei, lei stessa aveva immaginato di fidanzarsi con un uomo che le somigliava caratterialmente, il che avrebbe confermato il suo estremo narcisismo. Gin invece era appiccicoso, imbarazzante e logorroico, eppure per qualche scherzo del destino stava bene con lui.
    Tobi invece non sembrava afferrare il concetto, o forse non voleva e basta, la guardava come se si aspettava che da un momento all'altro gli dicesse che lo stava solo prendendo in giro. Cercò una conferma, o meglio ancora una negazione, quando iniziò a descrivere il suo ragazzo, dissipando anche i dubbi dell'albina sul fatto che forse Tobi stava pensando ad un altro Gin. No, entrambi stavano pensando alla stessa persona e il suo amico sembrava sul punto di avere una crisi. ‹ Sì... ti ha fatto qualcosa? › gli domandò, senza riuscire a nascondere un pizzico di preoccupazione, non aveva mai visto Tobi scomporsi in quel modo. Aveva creduto a Gin per mancanza di altre prove, ma ora stava iniziando a dubitare che non fosse stato quest'ultimo a seguire il suo amico piuttosto che il contrario. Conosceva entrambi e Gin non era proprio un santo, ma non riusciva a immaginare cosa potesse essere accaduto tra quei due al centro commerciale da scioccare in quel modo Tobiko. Non poteva trattarsi solo del fatto che considerasse paradossale la sua relazione. Tutta quella situazione stava diventando bizzarra e lei non ci stava capendo niente. Era sorpresa, forse era stata davvero una buona idea dirglielo subito e non piuttosto che se lo ritrovasse di sorpresa a casa, anzi, ora l'idea che si incontrassero non le piaceva proprio.
    Sì, Gin era un bel ragazzo, ricordava di averlo pensato la prima volta che si erano visti, ma non era questo il motivo per cui usciva con lui... non che sapesse quale fosse il motivo, in ogni caso. Poteva ritenersi quasi offesa, non era cosí superficiale da mettersi con qualcuno solo per il suo aspetto fisico, ma sapeva che non era quello che il suo amico intendeva, suonava piú come un "Okay é carino, ma é un idiota", e Sumire non poteva dargli tutti i torti.
    ‹ Ahm sì. Ha detto che sei strano e che l'hai seguito per tutto il mall. Ed è convinto che tu faccia parte del corso di support, per qualche ragione. ›, le sue labbra assunsero uno strano sorriso, a metà tra il sono ancora scioccata dalla tua reazione e il so che gli hai mentito.

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    Sumire e Gin, Gin e Sumire, i due nomi continuavano a vorticare nella mente di Tobi intrecciandosi fra di loro come un'elica di DNA e creando infinite spirali che si allungavano ed appiattivano ed arricciavano sino a formare di nuovo i due nomi iniziali. Sinceramente, il ragazzo non riusciva a pensare a nient'altro. Tobi stava attraversando tutte le seven stages of grief una dietro l'altra, cercando di arrivare all'ultima (ossia l'accettazione) il prima possibile e tornare ad essere un essere umano funzionale (circa). Si sentiva in colpa ad aver reagito a quel modo con Sumire, a cui la confessione probabilmente era costata molto coraggio, e si sforzò di tornare in sé e lasciare a dopo le sue considerazioni su quanto fosse infinitesimale quella coincidenza in una città enorme e così ricca di persone come Tokyo.
    Ti ha fatto qualcosa? Il suo lungo silenzio e la sua evidente difficoltà ad accettare la cosa avevano portato Sumire a trarre la conclusione sbagliata, quindi capì che l'aveva fatta preoccupare troppo. Gin non gli andava a genio, certamente, e lo aveva preso in giro per un bel po', ma dire che gli avesse fatto qualcosa come pareva intenderlo Sumire forse era un po' troppo. In fondo, più Tobi cresceva, più si rendeva a sua volta conto del suo fallimentare approccio: sebbene Gin ci avesse messo ovviamente del suo per metterlo in difficoltà, lui aveva fatto di tutto per mettersi in imbarazzo.
    -No, no, è che...- Mise le mani avanti, agitandole leggermente, per scongiurare quel tipo di ipotesi da parte dell'albina, mentre cercava un modo per esprimere ciò che gli passava per la mente. -Hai presente quando ti capita di scambiare due parole con uno sconosciuto, però per una serie di equivoci va tutto male e non vedi l'ora che le circostanze che vi costringono insieme finiscano per non vederlo mai più?- Un esempio forse un po' troppo specifico, ma in fondo poteva capitare. Una parola sbagliata in fila in banca con una signora che la pensa in maniera radicalmente diversa da te, un equivoco impossibile da identificare e da chiarire con qualcuno che non ha capito cosa intendi ma non ti conosce abbastanza per indagare, cose di quel genere. Sicuramente Sumire non aveva di questi problemi ponendosi sempre nella condizione di credere di essere nel giusto, ma magari poteva capire a che tipo di situazione si riferisse Tobi avendola appresa per osmosi da qualche suo amico. -Ho incontrato Gin per puro caso da Mandarake, lo avevo intralciato all'ingresso ed avendolo re-incontrato dentro mi sono avvicinato per scusarmi perché non me ne aveva lasciato occasione.- Sospirò. -Poi uscendo da Mandarake mi sono fermato a mangiare ad un fast food e l'unico posto disponibile era proprio uno accanto a quel tizio, avevo già ordinato quindi beh, gli ho chiesto se potevo sedermi. E già lì mi sembrò una bella coincidenza, figuriamoci ora.- Un muscolo si contrasse impercettibilmente sulla mascella di Tobi. -Poteva semplicemente dirmi di no, non me la sarei presa, invece evidentemente ha trovato più divertente farmi sedere, ed iniziare a prendermi in giro a raffica. Non ha più smesso finché non abbiamo finito di mangiare.- Il ragazzo scrollò le spalle. -Non è niente di che, ma... beh, al tempo ero veramente molto ansioso ed incline al panico e mi ha lasciato un pessimo ricordo. E mi sembra assurdo che anche tu lo abbia incontrato per caso, tutto qua.- Scrollò le spalle e si rimise comodo nella sedia. Parlarne gli aveva rinfrescato la memoria, e si ripeté di aver veramente poco di cui recriminarsi. Lui a Gin non aveva fatto proprio nulla, salvo intralciarlo, cosa per cui si era già scusato: il resto era solo accanimento da parte del tatuato nei suoi confronti. Incrociò le braccia, istintivamente, in chiaro atteggiamento di chiusura.
    Si stizzì ulteriormente al sentire ciò che Gin aveva raccontato a Sumire.
    -Sì, ecco, non l'ho seguito.- Al massimo era lui, ora, a perseguitare Tobi, seppur in maniera involontaria. -E per quanto riguarda la storia del corso di meccanica, è perché arrivati a quel punto mi aveva già preso in giro fin troppo e non mi andava di affrontare altri argomenti particolari, quindi ho sparato basso.- Scrollò le spalle. -Avevo paura che se avessi fatto menzione del corso eroi mi avrebbe preso in giro ancora di più, quindi ho parlato di una cosa più normale per non dargli spunti.- Smise di tenere le braccia incrociate e tornò a rivolgere lo sguardo a Sumire, con aria leggermente più serena di prima. -Per quanto mi riguarda, se lo hai fatto, ti ringrazio di avermi coperto, ma per me puoi anche dirgli la verità, non mi importa più.- In fondo era molto cambiato, da allora, adesso l'opinione di uno come Gin non lo spaventava più. Pensasse pure quello che voleva, il Tobi di un tempo, ansioso e terrorizzato come un animale selvatico, era morto e sepolto: il nuovo Tobi era più che pronto per un secondo scambio di opinioni con Gin Nakano.
    Anzi, si rese conto che quasi quasi un round due lo voleva, giusto per mettere le cose in chiaro.
    Del resto, se fosse andato a convivere con Sumire le circostanze si sarebbero create eccome.
    Un momento.
    -Aspetta, ma non è che gli da' fastidio se un altro ragazzo viene a convivere da te? Non che mi importi particolarmente di infastidire Gin, ma mi seccherebbe che ti tirasse fuori storie per colpa mia.- Domandò, cercando lo sguardo della sua compagna con il proprio, indagatore. Insomma, era possibile che preferisse convivere con lui e non con il suo ragazzo? Forse Gin non ne aveva la possibilità? Forse gli veniva scomodo per l'università? O forse era troppo presto? In fin dei conti, Sumire non era stata precisa riguardo alle tempistiche della loro frequentazione.




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    Si rasserenò quando Tobi la rassicurò, negandole gli avesse fatto qualcosa, anche se nemmeno lei aveva capito quale significato volesse dare a quella parola, portata a dirla più per la reazione quasi scioccata di lui che perchè credesse che Gin potesse avergli fatto qualcosa di male. Non era cattivo, tutto il contrario, solo un po' insopportabile.
    La giovane annuì, ma non capiva affatto il sentimento che stava cercando di descrivere Tobi, per svariate ragioni. Non parlava mai con sconosciuti, l'unica volta che era successo era appunto con Gin, e non erano nemmeno del tutto sconosciuti, si erano già parlati prima di incontrarsi, ma non faccia a faccia. Sumire non attaccava bottone in metro se era annoiata, non chiedeva indicazioni ad altri se era persa nè si fermava a chiacchierare con il cassiere di un negozio, e odiava che lo facessero con lei, perchè trovava troppo sospetto che una persona che non conosceva si fermasse a parlare con lei ed chiaramente esistevano solo due opzioni: o quella persona era un pedofilo, o ci stava provando con lei, oppure entrambe le cose. E poi, lei non diceva mai la cosa sbagliata, perfettina com'era ci teneva a dare una buona impressione di sé e non mettersi in imbarazzo, al massimo provava a mettere a disagio il suo interlocutore. Quello che lei comprendeva però non importava, perchè la risposta di lui le fece intendere che si trattava solo di una sorta di grosso equivoco, ma che allo stesso tempo non volesse vedere mai più il suo ragazzo.
    L'albina riprese a mangiare, consolata che nulla fosse irrimediabile e che non si sarebbero picchiati se si incontravano per caso, mentre ascoltava com'era andata veramente la storia del loro incontro. Era stato molto più dettagliato di quanto non lo fosse stato il tatuato, non c'erano incongruenze in ciò che diceva, e non poteva fare a meno di credergli, anche perchè poteva ben immaginare Gin divertirsi a prenderlo in giro. ‹ Ora mi è più chiaro. › Le scappò un sorriso nel suo cercare di trattenere una risata, si era immaginata chissà che scenari tragici, e invece Gin era solo stato Gin. ‹ Sì, in realtà Gin è così un po' con tutti... ›, come la prima volta aveva difeso Tobi da Gin, ora cercava di fare il contrario, anche se le risultava parecchio difficile difendere l'indifendibile e forse le sue parole non avrebbero fatto che affossare l'opinione che il suo amico aveva di lui. ‹ Ma non lo fa con cattiveria. È semplicemente fatto così. › alzò le spalle a quella pessima giustificazione, non era proprio brava come avvocata del diavolo.
    Avrebbe lasciato credere a Tobi che si fossero incontrati per caso, e non piuttosto che avessero parlato per quasi un mese su un app di incontri prima di vedersi, caso era stato il match sul sito piuttosto. Anche a lei era sembrato assurdo quando le aveva detto di conoscere Tobi, quante possibilità c'erano che una cosa così capitasse, vasta com'era Tokyo? Forse il destino esisteva davvero, ed era offeso con il corvino.
    La verità era che a quel punto Sumire stava quasi iniziando a sentirsi in colpa dell'accanimento del suo ragazzo nei confronti del corvino, ora il fatto che lui avesse mentito acquistava un senso: non voleva dare spunti all'altro per un'altra presa in giro.
    ‹ Ti chiedo scusa da parte sua se ti ha fatto sentire a disagio. Credo che a volte non si renda conto di esagerare. › la ragazza chinò leggermente il capo. Non le capitava molte volte nella sua vita di chiedere scusa, ancor meno di farlo per qualcun'altro, ma in quel caso ne andava anche della sua reputazione. Non voleva che Tobi pensasse che in qualche modo accettasse quel comportamento nei suoi confronti.
    ‹ Oh, okay. ›, quella volta lo aveva coperto più per se stessa che per lui: se gli diceva che un altro suo amico gli aveva mentito, esattamente come lei, sarebbe stato tutto troppo strano e a quel punto avrebbe iniziato a pensare che fosse tutto uno scherzo.
    La ragazza di Kyoto non rispose subito alla sua domanda, non aveva mai dato occasione a Gin di dimostrarsi geloso e non aveva idea di come avrebbe reagito al dirgli che aveva trovato un coinquilino. Possibile che si sarebbe infastidito per Tobi? Se fosse accaduto il contrario, se fosse stato lui a dirle che sarebbe andato a vivere con una ragazza, se la sarebbe presa non poco. Sumire però era possessiva ed estremamente gelosa, il suo ragazzo invece non dava affatto quell'impressione. ‹ Non credo. E comunque non importa, lui non può decidere per me. › si intestardì. Sumire era immatura quando di relazioni si parlava, ed egoista siccome tendeva a pensare solo a se stessa, lasciando spesso da parte i sentimenti dell'altra persona. Era ancora un'adolescente, dopotutto.

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    Notò un fugace sollievo affiorare sul volto di Sumire, e ne fu sollevato a sua volta, per quanto non fosse il fan numero uno di Gin era comunque determinato a non mettergli i bastoni tra le ruote e non rovinare il rapporto che aveva con la ragazza. Non solo non erano fatti suoi, ma nemmeno lo conosceva abbastanza: chissà, magari lo aveva beccato in un giorno particolarmente grigio, magari era reduce di un votaccio all'università o chissà cosa. Il sollievo di Sumire si trasformò a breve in ilarità, la vide cercare di trattenere una risatina, e a sua volta non poté fare a meno di pensare a quanto stupido dovesse suonare quel racconto: ridacchiò a sua volta un po' in imbarazzo e con aria vagamente colpevole. Ascoltò poi cos'aveva da dire la ragazza al riguardo e... beh, sinceramente non fece molto per difendere il suo boyfriend, si limitò a dire che era semplicemente il suo carattere e non lo faceva con cattiveria, al ché Tobi annuì. Aveva immaginato che Gin fosse così un po' con tutti, sinceramente, ma sentirlo pronunciare dalle parole della ragazza che (presumibilmente?) passava più tempo con lui lo sollevò un pochino: dopotutto non era stato preso di mira o qualcosa del genere.
    -Sì, lo immagino. Beh, lo so, non è che ti metteresti con chiunque: se è riuscito addirittura a diventare il tuo fidanzato sono disposto a ricredermi sul suo conto.- L'uso della parola fidanzato fu casuale ed inconscio e forse non del tutto adatto, ma il resto della frase era sincera: chiunque fosse appositamente scelto dalla Murakami non poteva essere un totale fallimento, e anche se lo fosse stato si sarebbe trasformato in oro una volta sfiorato dal tocco dell'albina Mida. Si fidava di lei, e ragazzacci ce n'erano anche alla UA, o un po' dovunque a dirla tutta, se aveva scelto di mettersi proprio con Gin nello specifico non doveva essere il semplice fascino del ribelle ad averla stregata. Sumire non era affatto una persona superficiale. Sarebbe stato anzi ironico che, selettiva com'era nelle sue amicizie, avesse poi finito per mettersi con qualcuno solo perché era un pezzo di figo.
    E poi accadde una cosa che aveva del miracoloso: Sumire Murakami si scusò per conto di Gin.
    Sumire Murakami, che a stenti si scusava per sé stessa, si era scusata per un'altra persona. In quell'esatto momento, Tobi ebbe l'impressione che la loro relazione fosse già piuttosto salda, ma non si concesse più di tanto per rifletterci, colto da un'immediato imbarazzo e senso di colpa, non voleva certo che lei si scusasse (né contava di ricevere delle scuse in generale, a dirla tutta). Agitò le mani ancora una volta per farle cenno di fermarsi.
    -M-ma no dai, non c'è bisogno di scusarsi!- Ridacchiò, per diluire il suo imbarazzo e risollevare i toni della conversazione. -Non è stato niente di che. Mi scuso io, anzi, se la mia reazione ti ha fatto pensare chissà cosa. Ti prego di non darci troppa importanza.- In cuor suo, però, si disse almeno parzialmente d'accordo con la ragazza: Gin tendeva decisamente ad esagerare, anche se non era convinto quanto lei che non se ne rendesse conto. Sicuramente era solo una sua impressione e lei lo conosceva meglio, ma non poteva fare a meno di pensare che in fondo Gin sapesse benissimo di esagerare e gli piacesse esagerare per stuzzicare determinate reazioni che si divertiva ad osservare. Quando trovava un ragazzino ansioso ed inesperto come Tobi, poi, ci sguazzava.
    Un po' si divertì alla reazione di Sumire, non completamente sicuro che fosse seria o meno: davvero non le importava di cosa pensava Gin? Forse, in fondo, l'unica persona in grado di mettersi con il tatuato e rimanerci doveva essere una come Sumire. A pensarci, quando Yumeru la provocava, lei non stava mai zitta a prendersele: partiva al contrattacco. Probabilmente con Gin era simile, un continuo litigare e punzecchiarsi a vicenda condito da qualche coccola. Si ritrovò a pensare che dovevano essere esasperanti ma molto buffi.
    -Pfft. Magari però un messaggino mandaglielo.- Suggerì il ragazzo dai capelli neri. -Tanto se gli dici chi sono sono sicuro che ogni sua gelosia verrà estinta. Non mi riterrebbe mai in grado di rubargli la ragazza.- Rise poi, immaginandosi come sarebbe potuto essere reincontrarlo dopo tutto quel tempo a casa della sua ragazza. Cringe, probabilmente, ma forse un po' meno del loro primo incontro. Magari ogni successivo incontro sarebbe stato leggermente meno cringe, sino ad arrivare ad una... sopportazione reciproca? Insomma, l'amicizia sembrava un'utopia irraggiungibile, ma la semplice coesistenza non doveva essere impossibile.
    Si rese poi conto che la faccenda di Gin l'aveva completamente distolto dal cibo e si affrettò a riprendere a mangiare, per evitare che si freddasse più di tanto. Sperò che Sumire non si fosse offesa troppo per la cosa, in fondo interrompere un pasto poteva essere preso come un gesto un po' maleducato.



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    Sumire era brava a parlare male della gente, non il contrario, a volte non era nemmeno come se non avesse nulla di buono da dire sugli altri, era solo qualcosa che non le nasceva fare. Questo però non era nemmeno il caso di Gin, la verità è che a Sumire non veniva nemmeno in mente complimenti da fargli, se qualcuno glielo avesse chiesto, la ragazza lo avrebbe descritto con una lunga lista di difetti, arrivando a far chiedere al suo interlocutore perchè ci stesse assieme se ne parlava come se lo odiasse. Domanda a cui lei stessa non aveva ancora trovato una risposta.
    Il suo ragazzo però non era l'unico a rientrare in quella categoria, prima di lui c'era Yumeru, un altro dei suoi amici a cui non avrebbe trovato pregi. Alla fine quella strana era lei che se ne andava in giro con persone che apparentemente non sopportava ma per qualche ragione voleva loro bene.
    Le sue palpebre si spalancarono quando Tobi chiamò Gin il suo fidanzato, e subito scosse la testa. ‹ Non è il mio ragazzo. Stiamo solo uscendo... › chiarì immediatamente. Dire che il corvino fosse il suo fidanzato era un esagerazione, si stavano frequentando solo da alcuni mesi e Sumire non era disposta ad ufficializzare quella relazione e preferiva piuttosto mantenerla al margine, come tutti i suoi problemi che aspettavano una miracolosa risoluzione. La cotta per Gin era un incidente di percorso, poteva succedere a chiunque e prima o poi le sarebbe passata. ‹ Non sono mica come Yumeru e Fuyuko che si fidanzano senza alcun preavviso. › approfittò il momento per una frecciatina alla nuova coppietta, perchè sì, ce l'aveva con Fuyuko per non averle mai detto che le piaceva Yumeru in tempo, in modo che l'albina potesse fare qualcosa per rimediare.
    Sumire aveva sempre ragione e questa era una delle cause per cui non chiedeva mai scusa, e anche nel torto chiedere scusa era semplicemente inutile, solo un segno di debolezza. Tobi però era un suo amico e per qualche ragione le risultava più facile chiedere scusa a lui, anche quando doveva farlo per quacun altro. Erano delle scuse sincere, si era davvero sentita in colpa per quel che Gin gli aveva fatto, e un po' anche per aver pensato nel lontano primo appuntamento con il tatuato che a Tobi potesse piacere.
    L'imbarazzo era palpabile, da entrambe le parti, tanto che alla fine si scusò pure lui per la reazione di poco prima. Decise di non calcare troppo sulla cosa e si limitò ad annuire, avrebbe fatto finta non fosse mai successa, era stata fin troppo strana. Anche Fuyuko e Yumeru ne avrebbero avuta una simile? Loro non conoscevano Gin... forse l'avrebbero avuta una volta che glielo avrebbe presentato... era deciso, non lo avrebbe mai fatto.
    La ragazza alzò le spalle, portandosi un'ultimo boccone in bocca, non era molto entusiasta di dover mandare un messaggio a Gin, anzi, se poteva lo avrebbe volentieri evitato, per puro orgoglio. Non voleva affatto che il messaggio suonasse come se gli stesse chiedendo il permesso, voleva solo informarlo della cosa possibilmente senza che lui potesse avere niente da dire. Poteva bloccarlo dopo avergli mandato il messaggio? Forse era meglio chiedergli di non commentare. Oppure non gli avrebbe inviato niente finché la cosa non diventava inevitabile e Tobi fosse già a casa sua, in quel modo qualunque discussione sarebbe stata inutile.
    Sumire si unì alla sua risata, alla fine l'albina non aveva ben inquadrato che cosa Gin pensasse davvero del corvino, se sul serio lo credeva strano o aveva solo voluto prenderlo un po' in giro anche in sua assenza. ‹ Uhmm... ›, da esperta gelosa sapeva bene che non era davvero importante come fosse fatta l'altra persona perché tendenzialmente andavi a pensare che chiunque si avvicinasse un po' troppo potrebbe rubarti il ragazzo o la ragazza. ‹ Spero che la parte della gelosia la lasci a me piuttosto, lui non ne ha motivo. › disse d'impulso, riflettendo solo poi su tali parole. Gin non aveva di che preoccuparsi con lei perché non lo avrebbe tradito... lo aveva davvero detto? Lo stava davvero pensando? Da quando teneva così tanto a lui? ‹ ...voglio dire, ho una certa etica. Se mi stancassi di lui lo mollerei e basta. › disse, dando in realtà una sorta di giustifica a se stessa.

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    La ragazza, prevedibilmente, si sentì di puntualizzare con Tobi che quello non era il suo ragazzo (e per proprietà indiretta, tantomeno il suo fidanzato). Il ragazzo non era particolarmente ferrato sull'argomento, probabilmente se avesse avuto a sua volta delle esperienze sarebbe riuscito a meglio comprendere il distacco, ma si disse che doveva essere qualcosa di simile all'insistenza di tutti nel definire la sua cotta per Akane, appunto, una cotta, cosa che alla fine aveva iniziato a fare anche lui per osmosi, ma era vera solo in parte. Lui voleva solo conoscerla un po' meglio in realtà. Se quella era una cotta, ne aveva avute un bel po' nella sua vita, e Akane non era nemmeno stata l'ultima. Dal suo punto di vista, una cotta era qualcosa di molto meno ragionevole e controllato, un sentimento a livello dello stomaco, non della mente. La sua mente volò a una determinata persona, ma cercò di distogliersi dalla spirale di pensieri pericolosi in cui si stava avventurando. Non poteva essere una cotta, quella. Impossibile. Ma se lo fosse stato?
    Beh, tanto peggio per lui, dal momento che era sparita anche lei. Basta pensarci Tobi, torna al presente.
    -Ah, uh... perdonami, ho parafrasato.- Cercò di sminuire. Aveva inteso che fossero ancora nella fase di frequentazione iniziale e che non ci fosse nulla di serio (sebbene il fatto che lei si fosse scusata sembrasse sottolineare che c'era di più di quanto lei volesse lasciar trapelare), solo che... come doveva definirli? Uscenti? Probabilmente avrebbe semplicemente dovuto riformulare la frase, ma non voleva si perdesse il senso di ciò che stava dicendo. Cosa che, apparentemente, doveva essere successa comunque dal momento che Sumire sembrava aver prestato attenzione solo a quel dettaglio. Quest'ultima riprese il discorso, sfruttando l'occasione per un'ennesima frecciatina a Fuyuko e Yumeru, cosa che fece ridacchiare il ragazzo dai capelli neri. -Dovranno lavorare un bel po' per farsi perdonare, uh?- Fece, con finta aria seria e solenne, incrociando le braccia. A quel punto iniziava ad aver capito che Murakami ci fosse rimasta davvero male (o quantomeno di sasso) e che non stesse infierendo in maniera ironica come lui, ma trovò la cosa abbastanza carina, in realtà. Non solo faceva capire quanto in realtà Sumire si fosse affezionata a loro, ma apriva anche una finestra su una Murakami un po' più ingenua ed infantile che Tobi non aveva mai visto. In qualche modo, anche quello era considerabile come un'esporsi, ed il ragazzo era felice che non si sentisse in imbarazzo a farlo con lui.

    Il discorso si spostò presto sulla gelosia, e Sumire sembrava pensarla in maniera abbastanza strana. O perlomeno, non era esattamente quello che Tobi si sarebbe aspettato da lei: il fatto che avesse un certo codice morale e non avrebbe mai tradito Gin o chiunque altro lo poteva capire ed anzi, non si sarebbe aspettato di meno dall'albina, ma in qualche modo sembrava quasi preoccupata che potesse essere lui a tradire lei, e pertanto la gelosia di lei nei suoi confronti sarebbe stata giustificata. Tobi alzò un sopracciglio, non del tutto sicuro se la ragazza stesse scherzando o meno: avrebbe voluto chiederle "chi mai oserebbe tradire Sumire Murakami?", ma non voleva esagerare con le lusinghe, per quanto sapesse che lei le apprezzava poteva sempre sembrare che ci stesse provando. Si chiese se, non avendo saputo di Gin, si sarebbe fatto problemi a dirle una cosa del genere: sapere che aveva un fidanzato alterava così tanto la percezione di cosa credeva di potere o non poter dire? Chissà, certo non che prima si sarebbe sbilanciato più del dovuto, non avrebbe comunque voluto che lei pensasse che ci stesse provando, ma in qualche modo ora la faccenda era più delicata.
    -Sono sicuro che non abbia il minimo interesse a tradirti.- Si sentì di rassicurare, cercando di sottointendere l'implicazione in modo che non risultasse troppo ovvia. -Però se devo essere sincero più che al fattore gelosia stavo pensando al fattore intralcio.- Scrollò poi le spalle. -Non che sia così importante, comunque, se non lo è per te.- Concluse, senza voler insistere su una faccenda già bollata come insignificante dall'albina ma pensando di chiarire che non era la gelosia il primo motivo per cui avrebbe dovuto far sapere della sua presenza a Gin.
    Era per evitare che eventualmente si alzasse nel cuore della notte per andare a prendersi da bere, trovasse Tobi davanti ai videogiochi e si prendesse un infarto.
    Magari completamente nudo. Certo, questo implicava che Gin passasse la notte da Sumire ma... prima o poi sarebbe successo, no? Tobi non aveva genuinamente idea di quanto fosse rapido il processo frequentazione - camera da letto, nel 2022. Lungi da Tobi giudicare, chiaramente, anzi, non si riteneva un fan dei corteggiamenti lunghi ed estenuanti: una volta capito se c'era l'interesse, era un semplice sì o no.
    Le bacchette raschiarono il fondo del piatto, distraendolo dai suoi pensieri: calò lo sguardo sul proprio pranzo e constatò dunque che aveva finito. Bevve ciò che rimaneva del suo tè e rivolse la sua attenzione verso la ragazza, per vedere più o meno a che punto era lei senza volerglielo chiedere espressamente per non metterle fretta.
    -Non male.- Commentò infine, posando le bacchette sulla ciotola orizzontalmente, in pieno rispetto dell'etichetta nipponica. -Com'era il tuo?- Domandò dunque all'albina, per verificare se quel locale aveva passato anche il taste test. Non gli sembrava Sumire fosse particolarmente schizzinosa, ma certamente aveva dei gusti raffinati.




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    Non era per Tobi che aveva specificato, non si aspettava delle scuse, nè le importava davvero se fosse andato in giro a dire che era fidanzata con Gin —forse un pochino sì, eventualmente avrebbe voluto prendere lei tale decisione—, ma per sè. Era lei il problema, colei che non voleva accettare del tutto quella relazione per paura a, beh, troppe cose, e indirettamente quella colpa l'assegnava a Gin, per la studentessa della UA era lui il suo problema. Scosse solo la testa e fece aria con la mano a dire che non era importante, nonostante lo fosse stato abbastanza per correggerlo.
    Tobi aveva perfettamente capito i sentimenti dell'albina, se l'era presa non poco per quella loro relazione. Da Yumeru non si poteva aspettare che le parlasse dei suoi sentimenti per Fuyuko, erano amici ma non quel di quel tipo; era invece rimasta delusa della ragazza perchè non immaginava le nascondesse qualcosa, sopratutto una cosa così grande e catastrofica come l'essersi presa una cotta per Shinso. Che cosa avrà davvero pensato ogni volta che lei lo criticava? Come poteva piacerle Yumeru Shinso? Il ragazzo che correva dietro a qualunque gonna. Ora che ci rifletteva sopra un po' meglio però non lo aveva mai visto provarci spudoratamente con Tanaka come faceva con le altre, la trattava in modo diverso. Era un sintomo della cotta che lei non era stata in grado di vedere? ‹ Molto, sopratutto Fuyu-chan. ›, che tra l'altro, non aveva nemmeno avuto il coraggio di dirglielo in faccia, ma l'aveva avvisata per messaggio. Furba. Più di lei sicuramente, che invece aveva parlato faccia a faccia con Tobi, invece che fare come la sua amica. La reazione del ragazzo era stata molto simile a quella che aveva avuto lei allo scoprire che i suoi due amici stavano uscendo, era stato scioccante allo stesso modo, anche se per motivi diversi.

    La mente delle persone gelose era strana, nemmeno Sumire riusciva a capirsi completamente, sopratutto perchè a volte le sembrava di rincorrere fantasmi e provare a rendersi gelosa da sola, del nulla, come quando cercava di estrapolargli informazioni sulle sue ex, non ce n'era bisogno e non serviva a nulla, eppure lei lo faceva comunque. La sua era una gelosia irrazionale e Tobi, che non aveva nemmeno mai visto come Gin si comportasse con Sumire, sapeva che il tatuato non aveva interesse nel tradirla, lei stessa lo sapeva, ma esisteva sempre quella sua parte infantile che rifiutava le certezze e instaurava in lei dubbi senza capo ne coda. A volte non era soltanto con Gin, quel suo atteggiamento arrivava a tutte le persone con cui sentiva un legame. In futuro avrebbe avuto occasione di provare lo stesso per i suoi amici.
    ‹ No, non preoccuparti. Non è un problema. ›. Sumire in realtà non era di quelle che restavano in casa con il suo ragazzo a guardare un film, preferiva piuttosto organizzare una bella uscita da qualche parte, dopotutto c'erano sempre milioni di cose che si potevano fare a Tokyo e sarebbe stato un peccato rimanersene chiusi nel suo appartamento. Non lo invitava a dormire nemmeno così spesso, l'albina era ancora un blocco di ghiaccio che raramente si scioglieva e mostrava tratti più umani come il bisogno d'affetto. Tobi poteva quindi stare tranquillo, non si sarebbero incrociati spesso, e dopo la sua reazione, Sumire lo reputava un bene.
    Quando Tobi finì, Sumire aveva già educatamente posato le sue bacchette, tenendo il bicchiere d'acqua mezzo vuoto tra le dita. ‹ Direi che non male anche il mio. ›, dopo tutto quello che avevano detto su Gin, Sumire era stata distratta e non era riuscita a concentrarsi sul sapore del cibo, mangiando quasi più per ansia che perchè se lo stesse davvero gustando. Non sapeva quant'era stato buono, ma se avesse fatto schifo se lo sarebbe sicuramente ricordato. ‹ Potremmo venire qualche volta anche con gli altri. ›
    Dopo poco la ragazza chiese il conto, e Tobi doveva ormai sapere che Sumire avrebbe pagato la sua parte, questa volta però si offrì di pagare anche la sua. ‹ Offro io, se non ti dispiace. ›, voleva in qualche modo ringraziarlo per quella giornata che si era rivelata più interessante di quanto si aspettasse. Nonostante avessero toccato argomenti non proprio piacevoli, sentiva di essersi avvicinata un po' più a lui e di aver capito molto più della sua persona di quanto non avesse mai fatto prima. Avevano qualcosa in comune, anche se di problemi si trattava, e questo la faceva sentire meno sola.
    Se l'amico avesse accettato dunque Sumire avrebbe pagato per entrambi, altrimenti soltanto la sua parte; sarebbe uscita dal locale e si sarebbe fermata all'uscio.
    ‹ Pensavo che mi sarei annoiata, sai? Hai presente quando pensi di non avere troppo in comune con una persona e pensi che ad un certo punto finirai gli argomenti e non avrai più nulla da dire? Qualcosa del genere. ›, con Sumire era comunque difficile non parlare di nulla, perchè lei per prima cercava di evitare i silenzi imbarazzanti, ma con lui aveva avuto quella sensazione. ‹ Ma non è andata così. Credo che mi abbia fatto bene uscire con te, mi hai fatta riflette su... alcune cose, e mi sono divertita. › confessò, mantenendo una certa distaccata cordialità nel tono. ‹ Dovremmo farlo più spesso. ›

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    Come sospettava, Sumire rispose con assoluta serietà alla sua invettiva, indirizzando però il suo rancore più verso la figura di Fuyuko che quella di Yumeru. Tobi dapprima ne fu confuso, ma poi comprese e gli venne da ridere.
    -Chiaro, da Yumeru già ti aspetti ogni colpo basso. Il vero tradimento è stata l'innocente Fuyu-chan.- Il ragazzo abbassò lo sguardo e passò il dito indice sulle gocce di condensa sull'esterno del bicchiere, date dalla presenza del liquido ghiacciato al suo interno. -Però, sai, in qualche modo ho sempre sentito che tra me e Fuyuko non c'era lo stesso rapporto che c'era tra lei e Yumeru. All'inizio... non so, ne ero quasi invidioso, credevo fossero semplicemente più amici tra loro due che non con me. Poi ho capito che erano semplicemente due sentimenti distinti.- Mormorò il ragazzo. Sì, probabilmente era quello il motivo per cui era stato il primo ad accorgersi della cosa. Era vero che lui di quelle cose non ci capiva un accidente, e sebbene fosse sicuramente scaltro in altri ambiti non era per modestia che affermava di non riuscire a leggere bene i sentimenti delle persone. Probabilmente l'unico motivo per cui se n'era accorto, è perché aveva passato così tanto tempo a paragonare il rapporto che aveva con la ragazza dai capelli turchesi con quello che lei aveva con Yumeru, e alla fine aveva indovinato per esclusione. Il resto era stata solo una caccia agli indizi, e quei due puntualmente avevano riconfermato la sua tesi con ogni gesto. Quell'improvvisa realizzazione non lo rese particolarmente orgoglioso, dunque si ritrovò ad abbassare il capo e specchiarsi sul riflesso giallognolo che il tè gli rimandava. Che omino patetico, talmente invidioso della felicità altrui da cercare addirittura un motivo per cui chiunque dovesse preferire chiunque altro a lui. Ed era stato tutto sommato fortunato a trovarlo un motivo. E se Fuyuko e Yumeru fossero stati solo grandi amici? E se avessero semplicemente avuto più chimica che con lui? Sarebbe stata una cosa accettabile, in fondo, lui stesso preferiva certe persone ad altre anche solo a pelle.
    Ma in fondo, forse, era davvero schiavo di una mente debole e di un istinto tristemente umano poco incline ad arrendersi alle ovvie conclusioni. In fin dei conti, continuava ad aggrapparsi ad una persona che era sparita dalla sua vita da mesi.
    Alzò di nuovo lo sguardo, e l'abbagliante figura bianca dinanzi a sé gli risollevò un po' il morale. Aveva fatto grandi progressi con Sumire, quel giorno, progressi che non aveva né considerato né ritenuto possibili. In fondo non andava tutto così male come a volte voleva costringersi a pensare. Le sorrise a bocca chiusa, e sorseggiò la sua bevanda.

    Sumire si dichiarò soddisfatta del proprio pranzo, e addirittura propose di tornare lì con gli altri: Tobi le annuì con veemenza in risposta, lieto che quel posto le fosse piaciuto: lo staff del locale non poteva saperlo, ma il fatto che Sumire non si fosse sentita in dovere di rimarcare nulla sul cibo o sul posto era più o meno l'equivalente di ricevere un'onorificenza da un critico culinario stellato. Il luogo entrò di diritto nell'olimpo dei locali più in di Tokyo.
    A quel punto, lei si offrì di pagare per entrambi. Normalmente Tobi avrebbe sminuito e cercato di pagare la sua parte, ma il tono morbido con cui la ragazza aveva parlato gli fece intuire che dovesse essere una sorta di ringraziamento per qualcosa, probabilmente per quello scambio di confidenze di prima. In qualche modo, sentì che non era una semplice offerta fatta per cortesia, aveva il suo peso e Sumire sembrava tenerci: dunque abbassò lentamente la mano che aveva alzato per protestare, meccanicamente, e le sorrise.
    -Ah, ecco... allora... grazie mille.- Mormorò, arrossendo un po', incerto su come reagire. -Ma la prossima volta offro io.- Promise, ridacchiando e cercando di sminuire il tutto. L'avrebbe seguita con lo sguardo mentre pagava il conto, dunque avrebbe iniziato a racimolare le sue borse e l'avrebbe raggiunta fuori. Le considerazioni di Sumire sembravano lasciare intendere che si sarebbero separati a breve, e Tobi non poté che dichiararsi mentalmente d'accordo: era stata un'uscita estenuante, e non tanto per lo shopping quanto per gli argomenti difficili che si erano affrontati e le conseguenti rivelazioni che ne erano seguite. C'era un bel po' da processare, in più tutta quella faccenda di Gin Nakano. Lo avrebbe davvero rivisto di lì a poco? Sinceramente, non ci poteva pensare.
    -Ah, in verità, lo pensavo anche io.- Ridacchiò. -C-cioè, non che mi sarei annoiato, ma che ti saresti annoiata. Mi ero immaginato un incontro molto più sbrigativo, tipo... boh, saluti, shopping e poi te ne saresti andata via a fare qualcosa di realmente interessante.- La sua risatina proseguì ancora per qualche istante, sino ad estinguersi del tutto mentre il ragazzo assottigliava gli occhi fissando un punto imprecisato all'orizzonte. -Anche io mi sono divertito, e sono contento. Sai non... ovviamente so di non essere l'unico ad avere problemi con i genitori, ma non credevo avrei trovato qualcuno con cui parlarne in questo modo proprio tra le persone che vedo ogni giorno.- Inspirò ed espirò con sforzo, come se l'aria si fosse appesantita. -È stato molto intenso, ma mi sento un po' meglio. Ti ringrazio.- Si voltò verso di lei e le dedicò quello che sarebbe stato l'ultimo sorriso della giornata prima di dividersi. -E... sì, dovremmo rifarlo.- Passo indietro, inchino piuttosto marcato e poi di nuovo dritto per il congedo finale, seguito da un retro-front, e poi ognuno per la sua strada. -Ci sentiamo, allora. Ciao ciao, ancora grazie di tutto.-



    TECNICHE

    NESSUNA UTILIZZABILE











    -
    EQUIPAGGIAMENTO

    NESSUN EQUIPAGGIAMENTO


    CITAZIONE
    Grazie mille per la splendida role, è sempre un piacere :sparks:
    Questa era l'ultima role che rimaneva da chiudere col pv vecchio quindi definitivamente RIP Takao Kasuga, grazie dell'onorabile servizio.
     
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    "Innocente" non era proprio il termine che lei avrebbe utilizzato per descrivere Fuyuko, non in quel caso. La verità era che la ragazza dai capelli turchini era stata costretta a confessarglielo perchè le servivano i suoi consigli per l'outfit del primo appuntamento, e d'amore. Si era fatta rassicurare da lei, come se Sumire potesse capirci qualcosa dell'amore o come se volesse aiutarla a stare con Yumeru, quel giorno avrebbe solo voluto dirle che era una pazza e avrebbe dovuto darle uno schiaffo non un bacio, eppure non lo aveva fatto. Fuyuko le era sembrata sinceramente preoccupata del fatto che Yumeru non l'avesse baciata subito —il che era risultato davvero strano anche a lei—, e qualcosa nella sua mente le aveva suggerito di non infierire ed essere piuttosto una buona amica.
    ‹ Mh, beh sì, tipo terzo incomodo. › le risultava facile capire il sentimento di Tobi, anche lei se fosse stata al posto suo avrebbe provato una certa invidia, odiava quando i suoi amici palesavano di preferirla rispetto ad un'altra persona, la faceva sentire come l'ultima ruota de carro, come se fosse facilmente sostituibile.
    Sumire era più amica individualmente con loro che non in gruppo, sopratutto con Yumeru e Fuyuko, e se aggiungiamo il fatto che faceva fatica a capire i propri sentimenti, figurarsi quelli degli altri, risultava che lei non si era accorta proprio di nulla. Con Shinso aveva sempre avuto un rapporto abbastanza "unico", sapeva che come si comportava con lei, non lo faceva con nessun'altro. Fuyuko invece era la sua protetta, non un'amica qualunque. Con entrambi aveva un rapporto abbastanza speciale e diverso.
    Trovava naturale invece che fosse stato Tobi a capirlo per primo, tra tutti e quattro Sumire pensava lui fosse quello più empatico, in grado di comprendere i sentimenti degli altri. Yumeru era troppo ottuso, Fuyuko innocente e lei beh, era semplicemente un disastro.
    Tobi ebbe un attimo di esitazione, lo vide chiaramente, ma alla fine lasciò che fosse lei a pagare, non senza porre la sua condizione: la prossima volta avrebbe voluto ricambiare il favore. Gli occhi azzurri si Sumire si strinsero e scosse la testa. ‹ E va bene. › disse con una certa riluttanza, dopotutto il suo amico sapeva non le piacesse affatto farsi offrire qualunque cosa, per poi sentirsi in dovere di ricambiare. Questa volta però fece un eccezione, lei aveva pagato per prima e quindi era equo lui facesse lo stesso una prossima volta. Purchè questo succedesse solo quella volta.

    Sumire era una persona schietta e, quando la cosa non la metteva troppo a disagio, addirittura sincera, soprattutto con i proprio amici; perciò l'era parsa legittima quella sorta di confessione su ciò che aveva pensato di quella loro uscita, ed era contenta che anche Tobi stesse esprimendo liberamente la sua opinione. Certo, era rimasta di sasso a quella sua prima frase, perchè un conto era che lei pensasse lui fosse noioso, un'altra era il contrario. L'albina non si riteneva annoiante, poteva essere fastidiosa e irritante in certi casi, ma non certo monotona, sopratutto perchè si sforzava enormemente di non lasciare nelle persone un'impressione d'indifferenza; potevano amarla o odiarla, ma non provarne disinteresse.
    La ragazza dai capelli bianchi annuì, mentre la conversazione diventava leggermente più imbarazzante, e comprese che, come le sue parole, anche quell'imbarazzo era condiviso. Nessuno dei due si stava più guardando negli occhi, Sumire fissava un punto poco dietro le spalle di lui e quest'ultimo faceva lo stesso con lei.
    Anche lei sapeva di non essere certo l'unica al mondo ad avere problemi con i genitori, ma aveva sempre avuto la sensazione che nessuno potesse comprendere la sua situazione e che per questo nessuno dovesse nemmeno saperla. Che scopo aveva raccontare la sua vita a qualcuno che in ogni caso non sarebbe stato in grado di comprenderla? Tobi era riuscito a farla aprire raccontandole lui per primo la sua esperienza, così che lei potesse capire ch'erano affini, era stato semplice parlare con lui e di questo ne era molto stupita. ‹ Anche io ti ringrazio. › chinò anche lei un po' il capo, sopratutto per nascondere il lieve rossore sulle sue guance. ‹ Ciao, ci vediamo! › lo salutò un'ultima volta, prima di voltarsi dalla parte opposta.

    | 👗 | Hero | #Liv. 4 | 17 y.o | © |
    Energia: 300 | Forza: 46 | Quirk: 120 | Agilità: 109
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    Scheda: Link.



    CITAZIONE
    Lo sai che mi fa sempre molto piacere ruolare con Tobi, ti ringrazio per la role ✨Mi sono divertita a cercare gli outfit su pinterest e a creare la bacheca di Tobi che volevo condividere ma che a quanto pare ho cancellato... maledetta me sigh.
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    Ciao ragazzi,

    Povero Gin. :zizi:
    Se non ho fatto male i miei calcoli,

    Tobi: +50 exp +25 exp +25 exp +25 exp +25 exp bonus livello
    Sumire: +50 exp +25 exp +25 exp +25 exp

    Passo e chiudo! :**:
     
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42 replies since 29/5/2020, 15:49   747 views
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