The Taste of Cherry Blossoms

Social Role| Yumeru Shinso - Fuyuko Tanaka

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    Narrato - Parlato



    Era una giornata calda e un po’ afosa d’Aprile nella brulicante metropoli di Tokyo. Il sole pomeridiano sorvolava placidamente il cielo della città rosolando a puntino i tetti, le strade e le sventurate persone che si trovavano nel mezzo. Non c’erano nuvole in cielo a fornire brevi momenti di sollievo dall’impietoso costante flusso di luce e calore.

    Ciò nonostante la metropoli persisteva stoicamente nel suo quotidiano via vai. Le strade del quartiere Ueno erano ghermite di persone troppo impegnate per lasciare che un po’ di calura interferisse con i loro programmi.


    Nel mezzo di questo via vai una nuova calca di persone stava uscendo dal “TOHO Cinemas Ueno” per affluire in strada al termine dello spettacolo delle cinque. Fra questa calca c’era una specifica coppia di giovani ragazzi che stava uscendo in strada mano nella mano.

    Si trattava di una giovane coppia di studenti della prestigiosa scuola della Yuuei – entrambi due promettenti aspiranti eroi che un giorno avrebbero probabilmente contribuito alla società nel ruolo di Heroes, unendosi alla schiera delle forze dell’ordine contro la crescente onda di criminalità. Ma quel giorno nessuno dei due aveva in mente alcun intento eroico.

    Uno di questi era Yumeru Shinso, un aitante ed esuberante ragazzo dai capelli bruni e gli occhi ambrati. Erano passati pochi giorni da quando il ragazzo aveva presentato un audace quanto imbarazzata confessione e chiesto un appuntamento a Fuyuko Tanaka, sua compagna di classe e se le cose andavano come sperava il ragazzo sua ragazza in forma stabile.


    Non era il primo appuntamento per il ragazzo, ma era il suo primo appuntamento con una ragazza che gli interessava davvero – il che lo rendeva giusto il minimo accettabile di nervoso. Normalmente non era tipo da pianificare o seguire programmi. Yumeru era un tipo piuttosto impulsivo che agiva d’istinto in quasi ogni aspetto della sua vita. Era il tipo che improvvisava uscite all’ultimo minuto, mandandoti un messaggio senza preavviso per chiederti se ti andava di prendere al volo un gelato insieme.
    Ma in questa occasione Yumeru aveva voluto andare sul sicuro – voleva assicurarsi che tutto andasse alla perfezione e che Fuyuko si godesse al meglio l’esperienza. Aveva seguito il manuale alla lettera: si era presentato all’appuntamento con più di mezzora di anticipo, nonostante lui abitasse a soli dieci minuti di strada dal cinema designato. E quando Fuyuko arrivò, anche lei in anticipo, e gli chiese se era molto che aspettava il ragazzo immancabilmente avrebbe risposto che era appena arrivato, e quella sarebbe stata la stessa risposta che avrebbe dato se la ragazza si fosse presentata con un mezz’ora di ritardo.

    Colse subito l’occasione per complimentare la ragazza per il suo delizioso outfit d’abbigliamento. Questa si poteva considerare un'altra mossa da manuale ma in verità il complimento del ragazzo era stato decisamente genuino ed istintivo – trovava davvero che la ragazza dalla splendida chioma turchina e gli occhi di smeraldo fosse particolarmente attraente quel giorno. E la realizzazione che la ragazza si fosse fatta bella per un appuntamento con lui fece palpitare per un istante il suo cuore.

    Per quanto riguardava il suo abbigliamento, Yumeru quel giorno aveva scelto una maglietta grigia smanicata indossata sotto una felpa nera, anche questa senza maniche, coordinata con leggeri pantaloni neri e scarpe da tennis. L’outfit lasciava in vista le sue toniche braccia muscolose e in particolare il suo braccio sinistro tatuato dalla spalla fino al polso sul quale portava due immancabili braccialetti che il ragazzo indossava ad ogni occasione. Chi conosceva Yumeru, e soprattutto chi conosceva i suoi gusti nel vestire, avrebbe sicuramente trovato che in confronto al suo usuale abbigliamento l’outfit che stava indossando era piuttosto sobrio. Il ragazzo usava in genere vestire con colori vivaci e sgargianti con accostamenti a dir poco azzardati. Non è che non sapesse come vestirsi bene, ma riteneva che il suo abbigliamento dovesse mostrare a pieno la sua personalità cosa che faceva con esplosioni di colori vibranti che colpivano l’occhio di chi lo vedeva come un fuoco d’artificio dritto nell’occhio.

    Gli outfit che indossava avevano cosi tanta personalità che ci si sarebbe aspettati che iniziassero a muoversi per conto proprio… e che possibilmente si sarebbero diretti a comprare una scelta di vestiario più sensibile per il ragazzo.

    Quel giorno però voleva fare buona impressione su Fuyuko e quindi decise di scalare un po’ l’esuberante personalità del suo vestiario – per quanto la ragazza frequentasse da molto tempo il ragazzo dai capelli corvini e quindi non poteva non essere consapevole che Yumeru più che essere una “fashion victim” era un “fashion serial killer”.


    Una volta nel cinema avrebbero comprato i biglietti e lui si offrì di comprarle bibita e pop-corn. Il film che il ragazzo aveva scelto da guardare era un horror – per quanto sapesse che Fuyuko non fosse particolarmente entusiasta del genere, il ragazzo considerò che fosse la scelta più interessante fra i film a disposizione e avrebbe sicuramente offerto spunti di conversazione più interessanti per il dopo. Per i suoi gusti il film era stato abbastanza discreto, non c’erano state scene particolarmente violente o impressionanti e la storia era stata abbastanza interessante. Durante buona parte del film i due ragazzi intrecciarono le mani sul bracciolo comune, e il ragazzo si concesse un fugace sorriso sentendo le dita della ragazza stringersi sulla sua mano durante le scene più intense e paurose.

    Il ragazzo considerò la fase “cinema” – non che prima tappa dell’itinerario che aveva programmato per quell’appuntamento – un discreto successo. Adesso i due si sarebbero diretti verso la seconda tappa che consisteva in una cena al Kagejikan, un locale che aveva consigliato la stessa Fuyuko. Il Kagejikan era un izakawa situato sempre nel quartiere di Ueno, a giusto pochi minuti dal cinema.

    Yumeru non c’era mai stato di persona, ma Fuyuko non era la prima che glielo menzionava per raccomandarlo, quindi sicuramente quella si trattava di un ottima occasione per provarlo.


    Mentre i due camminavano sul marciapiede per raggiungere il locale il giovane Yumeru si rivolse alla ragazza per commentare il film appena visto “Allora che te ne è parso del film? Per un film dell’horror dovresti ammettere che non era male… a me è piaciuto molto il colpo di scena finale dove si scopre che anche la protagonista è un fantasma.”



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    Edited by Leonarch - 22/7/2020, 11:38
     
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    Alla fine il gran giorno era arrivato.

    Solo pochi giorni prima Shinso aveva trovato il coraggio di chiederle un appuntamento, non per un semplice gelato o un giro in bici al parco ma un “vero” appuntamento. Ciò aveva scaraventato la Tanaka nell’oblio dell’insicurezza, nonostante si fossero lasciati nel miglior modo possibile. La paura di rovinare tutto, o addirittura di non essere abbastanza per Yu-kun l’aveva corrosa per un’intera nottata, finendo per non chiudere occhio. Aveva cercato conforto in Sumire, facendola compagnia con messaggi e chiamate fino a quando la stanchezza non la fece preda. Caduta in un sonno senza sogni si era risvegliata ancora più agitata e solo grazie alla compagnia di Mire-chan e Emi-chan era riuscita trovare sollievo. Non aveva badato a spese, avventurandosi insieme alle amiche nel quartiere più lussuoso e costoso di Tokyo, Ginza. Aveva dovuto perfino chiedere credito all’albina per comprare le scarpe che tanto desiderava, tramutatosi poi in un regalo di buon auspicio da parte della compagna di classe in vista del suo appuntamento con Yu-kun. Aveva perfino scomodato Hamuko per chiedere il numero di telefono del locale Kagejikan e prenotare in largo anticipo un tavolo. Aveva trovato anche un po' di tempo per incontrare Tobi-kun e confessare che i suoi sentimenti verso Shinso erano cambiati. In realtà il ragazzo, che sembrava completamente estraneo alle faccende di cuore, non sembrò tanto stupito. Probabilmente il suo intuito aveva già capito qualcosa in tempi non sospetti. A quanto pare era lei ad averlo capito così tardi.

    Era arrivata in anticipo, infrangendo tutte le regole del primo appuntamento. Le sue amiche le avevano consigliato di far attendere qualche minuto Yu-kun, forse per tenerlo sulle spine ed alimentare il piacere al suo arrivo. Ma aveva deciso di non imbastire nessuna strategia, anche perché non ne era capace. Sarebbe stata semplicemente sé stessa e la Tanaka che tutti conoscevano non arrivava mai in ritardo agli appuntamenti.

    Si sentiva decisamente bene in quel vestito corto verde pastello, un colore che le faceva risaltare gli occhi smeraldini, e le scarpe rosso lucide che ben s’intonavano con una mini-borsetta con catenella. Temendo più tardi il refrigerio serale aveva portato con sé anche un cardigan in cotone color carne, che aveva lasciato sbottonato ed aperto per mostrare l’abito pastello. Aveva lasciato la chioma libera. La frangia davanti agli occhi che nascondeva la fronte ed un nastro rosso legato in un grazioso fiocco. - Grazie! Anche tu stai benissimo. - Preferì compiere una giravolta su sé stessa per lasciare all’occhio del ragazzo il compito di valutare l’outfit, invece di rimanere lì impalata ad arrossire come un peperone.

    Le piaceva andare al cinema, ma il genere di film scelto da Shinso non la faceva impazzire. Preferiva guardare Horror nelle sere piovose, avvolta in una calda coperta e insieme ai suoi amici. Per un primo appuntamento avrebbe scelto qualcosa di diverso, ma di certo non manifestò delusione o disappunto. Infondo il cinema era solo un pretesto per stare vicini ed intrecciare le loro mani. Era decisamente la parte più interessante del film, di cui non ascoltò una parola e non s’interessò troppo alla trama. Passò il suo tempo a mangiare i pop con, di cui andava matta, e combattere contro il suo istinto di afferrare subito la mano del ragazzo. “YATTTHHHA!” La Tanaka rimase tranquilla e composta, mentre dentro di sé esplodeva quando avvertì il tocco del ragazzo. Fu poi così naturale intrecciare le mani, avendo avuto l’implicito permesso. Sorrise verso Yu-kun, temendo di avere la mano sudata. L’aveva asciugata sul velluto della sedia per tutto quel tempo, temendo di creare disagio nel ragazzo se l’avesse trovata fredda ed umidiccia.

    Usciti dal cinema si diressero verso il Kagejikan, un locale tradizionale che aveva provato con Ha-chan ed Emi-chan. Oltre all’ambiente intimo e tranquillo, e trovandosi in un quartiere che frequentava spesso, aveva apprezzato le doti culinarie del proprietario. Solo prelibatezze locali, cento per cento made in Giappone. - Si si… davvero particolare! - Sorrise timidamente, sentendosi terribilmente il colpa. Non voleva mentire a Yu-kun, ma non aveva prestato attenzione alla trama per poter esprimere un parere con sincerità. - Alla fine in un Horror c’è sempre un colpo di scena finale… peccato che non tutti abbiano un lieto fine! - Non le piacevano troppo gli Horror non per i contenuti violenti, ma per il tragico finale che molto spesso colpiva i protagonisti.

    Bastarono davvero pochi minuti per trovare al di là del marciapiede l’insegna del Kagejikan. Il locale era un piccolo izakaya a conduzione familiare, poco capiente ma perfetto per un primo appuntamento e per coloro che apprezzavano la buona cucina. Con la mano indicò l’insegna del locale a Shinso. Era la prima volta per lui, ma non per lei. - Eccolo! - Attraversò le strisce pedonali insieme al ragazzo ed entrò nel locale. - Konbanwa! - Sorrise al cuoco oltre il bancone. - Ho prenotato un tavolo per due. - Breve pausa. - Tanaka. - Fornì il cognome con cui aveva prenotato. Uno dei camerieri accompagnò la giovane coppia infondo al locale, in una zona decisamente più appartata e con una rosa rossa al centro del tavolo. C’era forse lo zampino di Hamuko?

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    Continua da qui!

    La role è ambientata 11 aprile.

    Allego il menù del Kagejikan, gentilmente concesso dalla player di Shinjiro :heart:


    - Menù -


    Specialità del giorno:

    • A discrezione dello staff. Chiedete!

    ご飯物, Gohanmono (Piatti a base di riso)

    • ご飯, Gohan, riso in bianco

    • おにぎり, Onigiri, polpette di riso con svariati ripieni (salmone, tonno, nazawana o altre verdure, umeboshi)

    • 握り寿司, Nigirizushi, fettine di salmone, tonno o polipo su riso

    • 巻き寿司, Makizushi, rotolini di riso e svariati ripieni avvolti in un foglio d'alga e tagliati a fette

    • 牛丼, Gyudon, grande ciotola di riso al vapore(donburi) coperto da carne di manzo e cipolline

    • カツ丼, Katsudon, donburi con cotoletta di maiale (o pollo) coperta da pan grattato e fritta nell'olio, con verdure di stagione(solitamente cavolo) e uovo

    • 天丼, Tendon, donburi con tempura (verdure e frutti di mare in pastella)



    麺類, Men-rui (Noodles vari)

    • 蕎麦, Soba, sottili noodles di grano saraceno, serviti solitamente in brodo d'inverno e freddi con condimenti vari d'estate. La variante alla piastra è detta Yakisoba

    • うどん, Udon, noodles giapponesi più spessi dei soba, di grano normale. Serviti solitamente caldi in brodi vari. La variante alla piastra è detta Yakiudon.

    • ラーメン, Noodles di origini cinesi calati in vari tipi di brodo caldo a base di carne o pesce, con verdure, uovo sodo, salsa di soia e miso



    揚げ物, Agemono (Cibi fritti)

    • 唐揚げ, Karaage, pezzetti di pollo a tocchetti coperti di farina e fritti, prima fatti marinare in una apposita salsa.

    • 天ぷら, Tempura, verdure e frutti di mare fritti in pastella

    • 豚カツ, Tonkatsu, cotoletta di maiale impanata e fritta, tagliata a strisce.


    焼き物, Yakimono (Cibi alla griglia o alla piastra)

    • 串焼き, Kushiyaki, spiedini di carne e verdure vari. Lo yakitori è la variante che usa esclusivamente pollo.

    • 照り焼き, Teriyaki, pezzetti di pollo, pesce o verdure alla piastra spennelati durante la cottura con una salsa dolciastra a base di salsa di soia,mirin(salsa trasparente e densa ricavata dal riso) e zucchero.

    • 焼き魚, Yakizakana, pesce alla griglia. Solitamente salmone, può variare a seconda della disponibilità e stagione. Molto diffuso d'estate è l'Ayu.

    • 蛸焼き, Takoyaki, polpette di pastella sferiche con (tradizionalmente) un pezzetto di polipo all'interno. Serviti con varie salse e condimenti.


    漬け物と惣菜, Tsukemono e Okazu (Cibi marinati e contorni vari)

    • いくら, Ikura, uova di salmone salate e marinate in salsa di soia.

    • 酢の物, Sunomono, verdure come cetrioli o wakame(alga commestibile) marinati in aceto di riso.

    • 枝豆, Edamame, fave di soia bollite e condite tipicamente con sale o aglio. Tipico snack salato da izakaya per accompagnare la birra.



    和菓子, Wagashi (Dolci tradizionali)

    • どら焼き, Dorayaki, pancake ripieni di crema di fagioli rossi dolce.

    • 大福餅, Daifuku, tortino sferico di mochi(riso glutinoso e dolcificato) con svariati ripieni a seconda della stagione.



    飲み物, Nomimono (Bevande)

    • Acqua

    • Cola

    • 酒, Sake, bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del riso, ma il termine si riferisce in generale a qualsiasi bevanda alcolica. Servito sia freddo che caldo, soprattutto di inverno.

    • 焼酎, Shōchū, bevanda alcolica distillata dagli ingredienti piu' svariati; orzo, riso, patate dolci, zucchero di canna sono solo alcune varietà esistenti. Simile alla vodka.

    • ビール, Birra giapponese.

    • 濁り酒, Nigori, sake meno filtrato dal caratteristico aspetto opaco, tasso alcolico piu' alto del normale sake.

     
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    Narrato - Parlato



    La spensierata coppia di studenti UA proseguiva a camminare placidamente attraverso la sparsa folla di passanti tenendosi per mano. Yumeru era il tipo che in genere cammina spedito solcando ampie distanze in poco tempo grazie alle lunghe gambe che la natura gli aveva generosamente donato. Ma in quest’occasione l’esuberante corvino stava prestando particolare attenzione a mantenere un passo lento per star al passo con Fuyuko, che decisamente al contrario suo non vantava la stessa generosa misura di gambe – sulle quali il ragazzo non manco di soffermarsi con occhi più di una volta approfittando di poter ammirare la candida pelle messa in mostra dalla gonna della ragazza.

    Ed in fondo quella si trattava sicuramente di una situazione che Yumeru non aveva di certo voglia di affrettare – il semplice piacere di camminare mano nella mano con l’adorabile Fuyuko era sicuramente il tipo di esperienza che Yumeru avrebbe voluto prolungare quanto più possibile.
    Il che era anche un po’ inusuale – fino a qualche tempo fa non avrebbe mai pensato che il solo stringere la mano di una ragazza potesse essere cosi appagante. Di certo non aveva mai provato quella sensazione con le ragazze con cui aveva condiviso brevi flirt in passato.

    Quei gesti, quello scambio di contatto senza secondi fini, quel semplice desiderio di sentire un contatto concreto con una specifica persona, prima per lui non erano mai sembrati particolarmente interessanti o invitanti – non quando c’era una sfilza di attività più eccitanti e intense di cui poter usufruire.

    Questo treno di pensieri porto brevemente il ragazzo a rammentare le sue esperienze passate e inaspettatamente si soffermò ad interrogarsi sulle eventuali esperienze di Fuyuko. Questa era un esperienza nuova per lei? Probabilmente no, penso con un pizzico di gelosia retroattiva il ragazzo. Sicuramente una ragazza attraente come lei, malgrado la sua timidezza, avrà già avuto qualche esperienza in passato.

    Il ragazzo si scosse distaccandosi con la forza da quel treno di pensieri che sicuramente non avrebbe portato a niente di buono. Inutile rimuginare su scenari ipotetici del passato, quando adesso era lì fianco e fianco con Fuyuko in uno scenario decisamente reale.


    Non lo stupì che Fuyuko non fosse stata particolarmente entusiasta del film, ma si ritenne comunque soddisfatto che la ragazza non sembrasse averlo odiato e quindi rivolgendole un sorriso furbesco rispose "Beh – magari allora la prossima volta che andiamo a vedere un film insieme lascerò scegliere a te cosa vedere.” – cercando cosi, poco velatamente, di implicare la possibilità di un prossimo appuntamento a seguito di quello in corso.
    I due ragazzi raggiunsero presto la loro destinazione. Yumeru alzò fugacemente lo sguardo verso l’insegna mentre i due passano attraverso la soglia dell’ingresso scostando, alzando il braccio, i drappi neri che bardavano l’entrata, dovendo, senza dubbio un po’ mal volentieri, separare la propria mano da quella della ragazza dentro il locale.

    Il design interno del locale aveva uno stile decisamente tradizionale e accogliente, con un bancone centrale in legno lucido circondato da sgabelli, anch’essi in legno, e decorato con tipiche lanterne di carta giapponesi, che riempivano l’ambiente con una luce calda.
    Fuyuko aveva voluto fare di persona la prenotazione a nome suo, visto che era stata lei a suggerire di cenare in quello specifico locale, e Yumeru non aveva obbiettato, nonostante si fosse assunto il ruolo di “organizzatore” di quel date. Come Fuyuko anche lui salutò cordialmente il cameriere all’entrata e poi seguì quest’ultimo mentre li accompagnava al loro tavolo in fondo a locale, in un angolo relativamente più riservato. Gli occhi ambrati del ragazzo scorsero subito la rosa posizionata al centro del tavolo, attirati dal vibrante colore rosso vermiglio. Il ragazzo si soffermò giusto un istante con perplessità il fiore – sicuramente la presenza di quella rosa non era opera sua. Fuyuko aveva fatto la prenotazione, quindi quasi sicuramente era stata una sua iniziativa. In quel caso si poteva considerare la cosa sicuramente come un segnale positivo per lui.

    Ad ogni modo si trattenne dal commentare sul momento, per aspettare che lui e la ragazza fossero prima seduti al tavolo prima di sollevare la questione. Yumeru cavallerescamente fece prima sedere la ragazza prima di accomodarsi a sua volta al tavolo, sedendosi di fronte a lei.


    Il ragazzo sorrise sentendo un piccola scarica di piacevole nervosismo. Non era di certo la prima volta che lui e Fuyuko pranzassero insieme solo loro due – ma in quell’occasione si era trattato solo di due amici che mangiano insieme. Il ragazzo poteva avvertire però dall’atmosfera che adesso era diverso – c’era elettricità ed anticipazione nell’aria fra lui e la ragazza. C’era eccitazione e nervosismo, desiderio e insicurezza – un inconscio gioco mentale dei due che sembravano non voler mostrare di voler una cosa prima essere sicuri che anche l’altro la volesse.

    Yumeru si rese conto che, distrattamente assorto nei sui pensieri, si era bloccato qualche secondo a fissare con espressione sorridente la ragazza seduta di fronte a se, cercando inconsciamente di imprimere quella preziosa immagine nella sua memoria. Con fare leggermente imbarazzato distolse lo sguardo e si schiarì nervosamente la gola per dissimulare la cosa, sperando che Fuyuko non ci avesse fatto caso.


    Per farsi temporaneamente riparo il ragazzo alzò il menù di fronte a se, lasciando visibili solo gli occhi che non riuscivano però a concentrarsi molto nella lettura del menù perché continuavano a cedere alla tentazione lanciando occhiate sfuggenti alla ragazza.
    Schiarendosi ancora una volta la voce, il ragazzo cercò di riprendere la conversazione decidendo di menzionare la rosa "…questa rosa… è per caso opera tua?” – disse abbassando leggermente il menù per mostrare un espressione mista fra perplessità e curiosità.




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    Edited by Leonarch - 22/7/2020, 11:38
     
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    La prima parte dell’appuntamento non era andata male, nonostante il film non fosse di suo gradimento ed avesse ben altro per la testa che seguire l’intricata trama di un Horror-Thriller. Però su una cosa era certa, avrebbe scelto lei il prossimo film da guardare insieme, forse in un contesto diverso e con una trama ben più leggera. Per un attimo le balenò l’idea di trascinare Shinso nella sala cinematografica in estate per l’arrivo del film biografico di Endeavor, ma non le sembrava il caso. Anche se l’idea le strappò un sorriso, immaginando Yu-kun come un gatto che si appigliava ad ante o braccioli pur di non entrare in quella sala. - Oh si… ho già qualche idea! - Lo sguardo della Tanaka si assottigliò fino a ridursi a due fessure. Stava bene con Shinso, questo lo aveva capito fin dal primo giorno che l’aveva conosciuto. Un rapporto d’amicizia così duraturo, che celava molto altro.

    Le sue sensazioni non l’avevano mai tradita. Se aveva desiderato stringere la mano del ragazzo fin dall’inizio del film e ritrovare quell’attrazione percepita sui tetti della UA, un motivo c’era. Non potevano definirsi più solo amici e si sentiva decisamente sollevata con l’approvazione di Tobi-kun e quella di Mire-chan. Forse sulla Murakami c’era ancora da lavorare, per convincerla che Yu-kun era davvero un bravo ragazzo e meritava di stare al suo fianco. Ma era certa che il tempo li avrebbe dato ragione.

    Arrivati al locale Kagejikan fu essa stessa sorpresa dalla presenza di una rosa rossa. Aveva confessato anche ad Hamuko di voler passare una serata con Shinso e non in amicizia. Forse la compagna di classe, amica del proprietario del locale, aveva deciso di metterci lo zampino. Oppure era stato proprio il gentile cuoco ad omaggiarli con quella rosa per augurare una buona serata. Persa nei suoi pensieri non si accorse che Yu-kun l’attendeva per sedersi come gesto di galanteria. Avvampò per l’imbarazzo e si sedette soffermando lo sguardo sulla candida tovaglia. Quando sollevò lo sguardo ritrovò le iridi scure del ragazzo ancora su di sé, quasi incantato. Piacere misto ad imbarazzo gettarono sul tavolo un silenzio mai udito prima. Sembrava quasi che fosse un appuntamento al buio, due sconosciuti che per la prima volta s’incontravano. Perché infondo conosceva Yumeru in veste di amico e non di possibile fidanzato. Prima che i suoi pensieri potessero perdersi di nuovo, stavolta in quesiti che era meglio non porsi per non alimentare l’imbarazzo generale, fu Shinso a rompere quel silenzio.

    - Diciamo di si… - Soffermò lo sguardo sui vermigli petali del fiore. - … una storia lunga. In realtà nemmeno troppo lunga. - Stava perdendo il controllo. - Cioè, vabbè potrei essere colpevole! - Non si era mai sentita così agitata. Fortuna che esisteva il menù del Kagejikan dietro cui poteva ripararsi. Sollevò il foglio di pergamena davanti al viso per riordinare le idee, senza prestare particolare attenzione alle pietanze descritte. - Hai già deciso? - Il capo turchese emerse dal menù per lanciare un’occhiata al ragazzo. - Ho assaggiato Nigirizushi al salmone e la Tempura… davvero ottimi! Però ti consiglio di prendere i Dorayaki come dolce. Li adoro! - Si sentì decisamente sollevata nel riuscire ad aver rotto definitivamente il ghiaccio. Parlare di cibo era sempre un’ottima strategia, soprattutto se si trattava di dolci.

    Lo sguardo si soffermò ancora una volta sul menù cartaceo. Le iridi smeraldine scrutarono ogni singola voce, rimanendo però incuriosita sulla “specialità del giorno” dello chef. Qualsiasi cosa fosse aveva già deciso di prenderla, anche perché in quella serata si sentiva in vena di sorprese. - Prenderò la specialità del giorno! - Aveva riempito lo stomaco di popcorn e cola, quindi non avrebbe preso più di un piatto ed il dessert. - Strano. Di solito ad un primo appuntamento si conosce ben poco dell’altra persona, invece noi sappiamo più o meno tutto. - Sorrise.

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    Yumeru assottigliò lo sguardo con divertito interesse la reazione agitata di Fuyuko quando la interrogò sulla rosa. Era evidente che lui non fosse il solo ad essere nervoso in quella situazione – cosa che senza dubbio un po’ lo sollevava. In parte perché il fatto di non essere l’unico nervoso fra i due rendeva la cosa leggermente meno imbarazzante, si diceva “mal comune, mezzo gaudio”, no? D’altra parte lo sollevava perché lei era nervosa per lui, come lui lo era per lei, magari aveva le stesse preoccupazioni… e le stesse aspettative.

    Istintivamente il ragazzo sorrise a quel pensiero, e realizzò che forse avrebbe aiutato a gestire il proprio nervosismo se si fosse concentrato più su Fuyuko che sulle proprie preoccupazione.


    Poggiando temporaneamente il menù nuovamente sul tavolo il ragazzo allungò la mano sulla rosa in questione e la raccolse per lo stelo al quale erano state rimosse accuratamente le tipiche spine pungenti e l’avvicinò a se, portandola vicino al naso per annusarne il profumo per poi commentare ridacchiando “Sei colpevole, eh? Beh, si tratta di un gesto molto carino… ma non posso fare a meno di pensare che tu meglio di molti, considerando che tua madre gestisce un negozio di fiori, conoscerai il significato delle rose nel linguaggio dei fiori…” – alluse velatamente il ragazzo con una sua tipica espressione maliziosa. In realtà il significato delle rose era qualcosa di molto risaputo anche fra persone che in tutta la loro vita avevano visto fiori solo sulla carta da parati. La rosa era il simbolo di amore e passione.

    Yumeru per quanto avrebbe voluto crederlo, dubitava che Fuyuko fosse stata cosi audace da fare una scelta cosi sfrontata. Ma ciò non voleva dire che non avrebbe colto l’occasione per stuzzicare un po’ la ragazza, sperando magari di suscitarle qualche adorabile reazione imbarazzata.
    Il ragazzo continuò a sorridere e poi le porse delicatamente la rosa attraverso il tavolo commentando “…ad ogni modo penso che questa doni più a te che a me, quindi penso sia più appropriato che sia tu a tenerla.”

    Amore e passione. Yumeru non era sicuro che quello che provasse per la ragazza fosse “amore” – era decisamente troppo presto per poter proclamare un sentimento cosi profondo e intenso, specialemnte per uno come lui che aveva appena mosso i primi passi nel riconoscere i propri sentimenti romantici nei confronti della ragazza. Per quanto riguardava la “passione” invece… beh, era sicuramente un aspetto più affine al ragazzo, sicuramente sentiva molta passione nei confronti di Fuyuko, probabilmente abbastanza che per comunicarlo in maniera appropriata sarebbe servito un intero roseto.



    Quando Fuyuko chiese a Yumeru se avesse già scelto, il ragazzo riportò la sua attenzione sul menù. Il ragazzo era notoriamente una buona forchetta …o buona bacchetta in questo caso – aveva un metabolismo molto veloce e un palato piuttosto ampio. Era il tipo che amava piatti dalle porzioni abbondanti e gustose. Ma in quell’occasione considerò non fosse una buona idea ingozzarsi più del necessario di fronte a Fuyuko.

    Gli occhi ambrati del ragazzo scorsero gradualmente le entrate del menù contemplando ad le scelte man mano che le leggeva “Penso che sicuramente prenderò una ciotola di gohan… il gyudon sembra molto invitante ma preferisco tenermi sul leggero…” – in più pensò che preferiva evitare qualsiasi pietanza che contenesse aglio, cipolle o simili condimenti affini, non voleva passare il resto dell’appuntamento a preoccuparsi del proprio alito – “…poi pensò prenderò degli edamame come accompagnamento. E poi pensò che chiederò qual è la specialità del giorno. Per i dolci seguirò la tua raccomandazione e prenderò i dorayaki ” – concluse infine rivolgendo alla ragazza un sorriso di complicità.


    La ragazza dai capelli turchesi seguì poi a proclamare che avrebbe preso la specialità del giorno alla cieca per tenersi un effetto sorpresa. Yumeru ridacchiò istintivamente di fronte a quella dimostrazione di genuina “audacia” da parte della ragazza – questo suo lato spensierato e giocoso era uno degli aspetti che apprezzava di più nella ragazza. Fuyuko era il tipo di persona che cerca con naturalezza di trarre piacere e divertimento anche dalle cose più mondane.
    La ragazza poi disse qualcosa che incuriosì il ragazzo, constatando che i due si conoscessero già più che bene a priori dell’appuntamento. Yumeru si soffermò a riflettere su quell’affermazione per poi rispondere “Hai ragione… ci conosciamo ormai da molto tempo e conosciamo molte cose l’uno dell’altro. “ – esordì sorridendo il ragazzo dandole ragione per poi continuare – “…ma non penso di essere neanche vicino a conoscere tutto di te. Ogni giorno in tua compagnia imparo qualcosa di nuovo su di te e… penso che uno fra i tanti motivi per cui ti ho confessato i miei sentimenti…” – il ragazzo fece una breve pausa rammentando con non poco imbarazzo la sua confessione – “…e ti ho chiesto di venire qui oggi è perché ci sono altri aspetti di te che vorrei scoprire.” – concluse allungando la sua mano attraverso il tavolo per poggiarla dolcemente su quella di Fuyuko.

    Qualche istante dopo apparve il cameriere per chiedere le loro ordinazioni – Yumeru gli chiese quale fosse la specialità del giorno, che risultò essere un piatto di pesce Tai grigliato e l’aggiunse quindi alle sue scelte, in aggiunta il ragazzo chiese anche dell’acqua come bevanda.




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    Narrato - Parlato - Pensato

    Conosceva benissimo il linguaggio dei fiori, sia per la passione della madre per l’universo vegetale e i periodi estivi trascorsi come commessa al negozio di famiglia. La rosa era uno dei fiori più versatili ed affascinanti, sicuramente la più richiesta tra i clienti. Le sfumature di colore narravano un diverso stato d’animo, un messaggio implicito che confessava segreti spesso inconfessabili. Il rosso della passione, perché di amore ancora non si poteva parlare. Lo stesso rossore che agitava il suo viso, quando Shinso intuì il messaggio che portava il fiore al centro del tavolo. Da quel pomeriggio sul tetto aveva giurato a sé stessa di non lasciarsi vincere dalla paura e provare ad oltrepassare i limiti che si era imposta. Era difficile immaginare Yu-kun solo un amico, anche perché ne aveva percepito l’attrazione e il desiderio quando l’aveva stretta nel suo abbraccio.

    Allungò la mano per afferrare con cura lo stelo spinoso della rosa, stando ben attenta a non pungersi. Un fiore nell’aspetto delicato ma capace di resistere a predatori ed intemperie. Rappresentava davvero la forza dell’amore e non solo per le sfumature vermiglie. Avvicinò i delicati petali al naso per apprezzarne il profumo, poi la ripose sul tavolo con un sorriso. - Grazie. - In realtà non sapeva bene cosa rispondere, sentendo il cuore perdere battiti per l’emozione. Si sentiva accaldata, il Kagejikan era sempre stato un locale piccolo ma ben ventilato. In quel momento si sentiva prigioniera di una sauna. Aveva smesso di percepire le intemperie meteorologiche da tempo, riuscendo a trovarsi a proprio agio anche nelle giornate più afose. Tutto merito del suo Quirk. La sua unicità però non poteva controllare l’agitazione, la sudorazione delle mani e le guance accaldate. Anzi cercava di controllarsi, anche perché non voleva gettare sull’intero Kagejikan una cupola di calore. Un piccolo effetto collaterale del suo Quirk, che di tanto in tanto sfuggiva al suo controllo.

    Fortuna che l’attenzione della Tanaka si spostò poi sul menù. Yu-kun aveva già scelto, ritrovandosi ad ordinare più di una pietanza e forse doveva immaginarlo. Aveva visto il compagno di classe svuotare intere dispende della mansa della U.A. o di pub in cui si fermavano a mangiare. Anzi per i suoi standard si era tenuto perfino leggero, aveva sempre sospettato che produrre così tanta gelatina necessitasse di molta acqua e carboidrati. - Solo? - Cercò di trattenere una cristallina risata. Si era ripromessa di prendere solo un primo piatto, ma detestava l’idea di far cenare da solo Shinso. - Allora aggiungo un paio di Onigiri di salmone ed alghe! - Che insieme alla specialità del giorno e ai deliziosi Dorayaki l’avrebbero più che saziata. - Da bere… per me va benissimo acqua minerale. - Anche perché durante il film si era riempita di Cola.

    Quella sensazione di calore, anzi di fuoco ricomparve dentro di sé quando il ragazzo appoggiò la mano sulla sua. Un tocco che aveva imparato a conoscere e tutto da scoprire. Perché non era più un amico o un compagno di classe a sfiorarla, ma un ragazzo per cui provava qualcosa. Dati i presupposti era un “primo” appuntamento davvero strano, anche perché non era la prima volta che si parlavano e non erano perfetti sconosciuti. - Cosa vuoi sapere di me? - Furono interrotti dal cameriere, che prese le ordinazioni. - Dicevamo… cosa ti piacerebbe sapere di me? - Concordava con Yu-kun, c’era tanti altri aspetti dell’altra persona da conoscere. - Come ti vedi tra dieci anni? Hai qualche sogno in particolare da realizzare? - Sorrise. - Da piccola mi piaceva tanto fantasticare sulla mia vita! -

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    Yumeru Shinso

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    Narrato - Parlato



    Yumeru osservò senza commentare ulteriormente Fuyuko prendere con delicata cautela lo stelo di rosa che lui le aveva porto con un sorriso. La ragazza si soffermò come aveva fatto lui ad annusarne il profumo avvinandola al proprio viso per annusarla prima di poggiarla nuovamente sul tavolo.
    La presenza della rosa non era stata una sua idea ma in retrospettiva desiderò lo fosse stata. Fare un gesto del genere non faceva davvero parte del suo repertorio, sembrava un gesto troppo stucchevole e sentimentale, e non avrebbe voluto dare alla ragazza l’idea di volerle fare pressione e metterla a disagio con un gesto troppo romantico.

    Ma adesso avrebbe voluto che l’avesse fatto. Vedere il timido sorriso della ragazza mentre annusava il fiore e il modo in cui il viso le si colorò di leggero imbarazzo fece realizzare al giovane ragazzo che per vedere una cosa del genere valeva ricorrere ad un simile gesto – per un sorriso del genere il ragazzo le avrebbe volentieri regalato rose ogni singolo giorno.


    Quando la conversazione si spostò sulle ordinazioni Fuyuko colse l’occasione per punzecchiare scherzosamente Yumeru per il suo ordine decisamente abbordante. Il ragazzo reagì con una piccola risata imbarazzata “Beh… si, penso che ormai saprai che non ho un appetito esattamente modesto.”

    Era strano, non si era mai sentito in imbarazzo per il suo inusuale appetito – anche di fronte alla stessa Fuyuko aveva consumato serenamente pasti ben più abbondanti di quello. Aveva subconsciamente cercato comunque di limitarsi e adesso per qualche motivo si sentiva leggermente nervoso e imbarazzo dopo l’innocua frecciatina. Perché mai? Si chiese con una punta di frustrazione mentale. Non era neanche che fosse grasso o che altro – il suo metabolismo bruciava più che efficientemente qualsiasi caloria in eccesso, e quello che avanzava lo bruciava il ragazzo con costante esercizio ed allenamenti. Quindi perché adesso quell’imbarazzo fuori posto?
    La risposta era abbastanza semplice perfino per lui: voleva fare bella impressione sulla ragazza.


    Nonostante lei già lo conoscesse piuttosto bene, i suoi pregi e, con suo leggero sconforto, anche i suoi difetti. Ma adesso che lei gli aveva concesso quell’occasione, quell’appuntamento con lei, Yumeru sperava di dare alla ragazza un nuova impressione di se, possibilmente migliore, o quanto meno che lei potesse considerare più attraente. Al punto che la ossessione per fare buona impressione stava alimentando le sue insicurezze.

    D’altro canto non era neanche come se poteva saziarsi con meno di quello che aveva ordinato – non senza rischiare di continuare l’appuntamento con l’accompagnamento sonoro del suo stomaco brontolante.

    Il ragazzo cercò comunque di dissimulare quel momento d’imbarazza distogliendo leggermente lo sguardo e forzando un finto colpo di tosse, ma si tranquillizzò un po’ quando la ragazza per spirito di solidarietà aggiunse un altro piatto alla sua ordinazione, scuotendo via un po’ di negatività il ragazzo rimontò alla ribalta rispondendo “Buona scelta… e se in caso hai problemi ti aiuto io a finirli.” – aggiunse infine ridacchiando.


    I due comunicarono finalmente le loro ordinazioni al cameriere e proseguirono la conversazione nell’ambito del conoscersi meglio l’un l’altro. Il ragazzo sorrise di fronte all’entusiasmo contagioso della ragazza e si prese giusto un paio di secondi prima di rispondere alla breve raffica di domande che la ragazza gli aveva posto “Dove sarò fra dieci anni…? Hm, sicuramente in cima alla classifica Eroi.” – disse vantandosi con fare sfrontato da sbruffone e rivolgendo alla ragazza un occhiolino, per poi ridacchiare – “In realtà spero semplicemente di riuscire ad essere diventato un buon modello di ordine e pace per la società. Lo so, forse è po’ troppo cliché e idealistico. Forse dovrei mirare alla popolarità e al successo come molti nostri compagni… di certo non mi spiacerebbero. Ma alla fine penso che sarei contento anche di fare una vita più mdoesta, sapendo di fare un lavoro in cui credo, magari con una piccola cerchia di amici fidati. E poi magari…” – ma a questo punto il ragazzo si arrestò. Il suo pensiero era volato inevitabilmente a Fuyuko stessa.

    Cosa sarebbe successo fra di loro in dieci anni? La loro storia sarebbe felicemente maturata e perdurata? O forse la cosa non avrebbe funzionato e i due avrebbero finito per separarsi? E se non avesse funzionato sarebbero riusciti a rimanere amici? Il ragazzo si scosse la sua mente per sottrarsi a quelle ipotetiche considerazioni soffermandosi giusto un attimo su un semplice pensiero: in quel momento gli sarebbe davvero piaciuta l’idea di poter avere al suo fianco la ragazza per i prossimi dieci anni.

    Il ragazzo cercò di concludere per cercare di nascondere quello che gli era brevemente passato in testa “…e poi magari, un esercito di gatti. Magari potrei anche aprire direttamente un rifugio per loro.” - concluse con un velata nota umoristica. Poi riprese “Ad ogni modo… non pensavo cosi… in grande quando parlavo di volerti conoscere.” – confessò giusto con un pelo di nervosismo – “Sono più curioso di conoscere piccole cose… piccoli aspetti probabilmente piuttosto mondani: cosa ti piace mangiare per colazione, qual è il tuo libro preferito, cosa ti piace ti fare per rilassarti quando non hai voglia di fare niente… er- insomma tutto questo genere di… piccolezze.” – concluse frettolosamente, realizzando di non star filtrando abbastanza i propri pensieri prima che raggiungessero la bocca e che stava dicendo roba imbarazzante “Suppongo che sia un po’ stupido, vero?” – chiese retoricamente ridacchiando nervosamente.




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    I momenti d’imbarazzo venivano spezzati con sagacia dall’ironia di Yu-kun. Un tratto distintivo che aveva apprezzato fin dal loro primo incontro. Un vero e proprio dono dal cielo anche perché odiava l’imbarazzante silenzio tipico dei primi appuntamenti. Sorrise sollevata all’idea che Shinso era pronto a svuotare anche i suoi piatti. Non aveva molta fame, un po' per essersi riempita di popcorn e cola al cinema ed un po' per l’ansia che la teneva sulle spine fin dall’inizio della serata. Uno stato d’animo probabilmente condiviso. Aveva la sensazione che Shinso volesse fare buona impressione a tutti i costi, rischiando di non essere se stesso. Forse era la paura di deludere a dosare parole e gesti, anche se pochi giorni prima era stata chiara nel pretendere solo l’assoluta sincerità tra loro. Ma come biasimarlo? Infondo lei stessa era tanto preoccupata per l’impressione che poteva dare, non più in veste di semplice amica.

    Riconobbe con sollievo il viso sfrontato e l’aria goliardica di Shinso quando immaginò se stesso in cima alla classifica per eroi. Ciò comportava sfidare e superare lo stesso Endeavor, per cui aveva una cotta adolescenziale e con l’entrata di Yu-kun stava ancora capendo come gestire la cosa. Endeavor era un idolo, un simbolo di ciò che era giusto e proibito. Una meta irraggiungibile e frutto delle fantasie amorose di un’adolescente. Invece Yu-kun era lì, davanti a lei e capace di donarle stabilità, verità. La naturalezza di quel sentimento non era minimamente paragonabile a quello per cui provava per l’eroe n°1. Shinso non era solo un capriccio e non trovava giusto confrontarlo con Endeavor. - Sai ho sempre pensato che tu possa diventare un simbolo. - Confessò con un sorriso. - A differenza dei tuoi coetanei e di molti compagni di classe che si professano stelle nascenti dell’Eroismo di Tokyo… tu hai in più questo. - La mano si allungò oltre al tavolo, non riuscendo a sfiorare il torace del ragazzo per la distanza ma era abbastanza chiaro che si riferisse al cuore. - Conosci il sacrificio, la sofferenza ed il dolore. Non hai nulla in comune ai ragazzini viziati che circolano per i corridoi della Yuuei… per te diventare eroe non significa raggiunger fama e gloria ma combattere per ciò che tu ritieni giusto e in cui credi. - Non aveva mai immaginato Shinso in altra veste. Infondo era un bel ragazzo, capace e spavaldo al punto giusto per reggere il confronto con telecamere e social. Non si sarebbe sorpresa se Shinso avesse imboccato la strada per l’agenzia di Endeavor. - Sei diverso Yu-kun e puoi fare la differenza. - Confessò con sincerità.

    Si distese sullo schienale della sedia e sospirò appena. - Sarò al tuo fianco qualunque sarà la tua scelta. - In veste di amica, di fidanzata o di ex-compagna di classe. Era difficile prevedere eventi in un futuro così lontano ma era loro compito vivere il presente. Scoppiò in una cristallina risata quando il ragazzo precisò che le sue domande non erano così lungimiranti, ma preferiva conoscerla nella quotidianità. - Scusa, scusa. Mi sono lasciata trasportare dall’entusiasmo! - Breve pausa. - Allora… A colazione mangio latte e cereali d’avena, qualche volta mi piace aggiungere un po' di orzo o cioccolata alla ciotola. - Sollevò l’indice. - Ma d’estate preferisco un frutto o un succo. - La seconda curiosità era molto più difficile, anche perché era impossibile scegliere un solo libro. Non era un topo di biblioteca ma amava leggere nel tempo libero qualcosa di leggero ed avvincente. - Per quanto riguarda il libro preferito… ti stupirò: Leggo fantasy… ma non costringermi a scegliere un libro in particolare. - Conosceva la passione per i mmorpg del ragazzo e molti di questi si basavano sui racconti e le ambientazioni narrate in capolavori d’ispirazione occidentale o orientale. - Sull’attico di casa c’è un gazebo con un salottino e guardo il tramonto quando posso! Anche insieme a mio fratello. -

    Intanto il cameriere tornò con parte delle ordinazioni, aiutato da un suo collega dispose le pietanze sul tavolo. Una ciotola di riso bianco e pesce grigliato a testa, un piattino di fave di soia per Yumeru ed Onigiri di salmone ed alghe per la ragazza. Per il dolce bisognava attendere un po' e lo avrebbero consumato a fine cena più tardi. La Tanaka ringraziò i dipendenti del Kagejikan e rivolse un sorriso verso Yu-kun. - A..Ah ora tocca a te rispondere. Non mi sono dimenticata! - L’arrivo delle portate non aveva distratto la ragazza dalla conversazione. - Itadakimasu! - Congiunse le mani davanti al petto per augurare buon appetito.

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    Yumeru Shinso

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    Narrato - Parlato



    Yumeru fu decisamente sorpreso dal fiume di parole di elogio che Fuyuko gli rivolse. Era la prima volta che qualcuno gli rivolgeva questo genere di complimenti dando credito ai suoi sforzi idealistici di essere non soltanto un buon “eroe” ma anche una buona persona in generale e un membro utile della società.

    La ragazza aveva usato la parola “simbolo” e questa risuonava con particolare intensità nella mente del giovane aspirante eroe. Divenire un “simbolo”, o quanto meno un modello che ispirasse la gente era in fondo una sua aspirazione. Era in fondo il motivo di base per cui aveva scelto la carriera di eroe – incarnare ideali di virtù e positività per ispirare la popolazione. Essere una persona migliore per ispirare gli altri ad esserlo a loro volta.
    Ovviamente, Yumeru era ben cosciente che si trattava di pensieri e ambizioni idealistiche che difficilmente avrebbero trovato riscontro nella dura realtà. Soprattutto si trattava di un ambizione che non aveva mai condiviso con altri – perché era troppo imbarazzante in fondo. Non voleva che la gente lo prendesse per un megalomane sognatore.

    Sentire quindi le parole della ragazza gli suscitò sensazioni strane – sicuramente era piacevole, sapere che la ragazza avesse una stima cosi alta di lui indubbiamente era una scarica di energia per la sua auto-stima, ma allo stesso imbarazzante come se quei complimenti rivelassero un suo lato ingenuamente idealistico che avrebbe voluto tenere per se stesso.
    Probabilmente se fosse stato qualcun altro a dire quelle cose avrebbe sospettato una presa in giro o che stesse cercando di arruffianarlo. Ma sapeva che nel caso di Fuyuko si trattava di un atto di spontanea sincerità.


    Yumeru sorrise e arrossì visibilmente agli elogi inaspettati della ragazza, abbassando brevemente lo sguardo sul tavolo e massaggiandosi nervosamente la base del collo “Suvvia, Fuyu-chan… con tutte queste belle parole mi fai sembrare più grandioso di quello che sono in realtà. Non sono mica All Might. Mi piace solo… sentirmi utile. E vorrei riuscire a portare dei cambiamenti positivi qui a Tokyo. Ma sicuramente c’è gente che preferirebbe che io fossi meno impulsivo e non m’impicciassi troppo dei problemi altrui…” – disse cercando con modestia di sminuire un po’ l’esagerata immagine di paladino altruista che temeva la ragazza potesse avere di lui. Poi però il ragazzo alzò nuovamente lo sguardo verso di lei e sorridendo questa volta con più sentimento “…ma mi farebbe davvero piacere averti al mio fianco.”
    Forse diventare un simbolo di pace era un sogno troppo grande e idealistico per essere realizzato, ma magari quello più modesto di avere con se Fuyuko con se era più alla sua portata. E sicuramente un parte di se considerava la seconda opzione molto più allettante della prima.

    La conversazione poi seguì a uno scambio domande fra i due e Yumeru ancora una volta fu sorpreso dalla reazione della ragazza, stavolta però ridacchiando divertito “In realtà intendevo scoprire queste cose… gradualmente nel tempo, sai passando tempo a frequentarci. Non mi aspettavo avresti risposto adesso sul momento.” – il ragazzo ridacchiò nuovamente divertito dalla contagiosa spontaneità della ragazza.

    Nel mentre giunse una coppia di camerieri per servire loro i primi piatti. Yumeru si trovò di fronte alla ciotola di riso bianco e pesce grigliato, accompagnata da un piattino di fave di soia. Il ragazzo emulò Fuyuko congiungendo le mani in posa di preghiera in segno di apprezzamento per il cibo che stava per consumare, ma prima che potesse iniziare a consumare la sua ordinazione la ragazza lo incalzò per fargli rispondere alle domande che le aveva appena rivolto. Il ragazzo sorrise e ovviamente non intenzionato a rovinare il divertimento della ragazza acconsentì rispondendo “Mi sembra giusto… allora per colazione mangio in genere mezza ciotola di riso bianco con ikura, una piccola porzione di pesce grigliato, verdure saltate, una porzione di omelette e zuppa di miso.” – rendendosi conto che questa risposta avrebbe ancora una volta evidenziato il suo abbondante appetito il ragazzo con una linea d’imbarazzo si affrettò a cercare di giustificarsi – “…ecco, in genere faccio con gli avanzi di quello che preparo per il mio bento.” – il ragazzo si soffermò ad iniziare a consumare la propria ordinazione, iniziando dal pesce grigliato. Il ragazzo sezionò con cura il pesce grigliato a puntino con un invitante coloratura dorata e accompagnò il boccone con un po’ di riso bianco.

    Il ragazzo seguì poi a rispondere, ma la seconda domanda lo metteva in molta più difficoltà della prima e il giovane incespicò con imbarazzo “Ecco, per quanto riguarda i libri… temo di non averne letti abbastanza per avere delle preferenze… Temo di non essere molto avvezzo alla lettura.” – confessò miseramente sentendosi colpevole per questa lacuna. Sapeva quanto la ragazza amasse i libri e la letteratura, come lei sapeva che il ragazzo invece era “allergico” a quel tipo di attività.
    Inevitabilmente si chiese se questo avrebbe potuto essere un grave difetto agli occhi della ragazza dai capelli turchesi. Probabilmente avrebbe preferito la compagnia di qualcuno con cui poteva condividere la sua passione per la letteratura e non quella di uno che l’ultimo libro che aveva letto per piacere personale era “Le avventure di Momotaro.”

    Il ragazzo istintivamente abbassò lo sguardo sul suo pasto evitando intenzionalmente lo sguardo smeraldino della ragazza temendo di trovarvi disapprovazione.




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    Mi sono reso conto di un errore nel layout e mi sono preso la briga di correggerlo apportando quindi una modifica anche ai post precendenti. Gomen ò - ò"
     
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    - Lo credo davvero! - Precisò con un sorriso. Non era gentilezza ciò che muoveva le parole della Tanaka. Alla Yuuei Academy aveva visto fin troppe persone che si credevano un simbolo, influenzati dall’opera di All Might o guidati dall’ammirazione per Endeavor. Eppure in nessuno aveva percepito la tempra ed il cuore per poter sopportare il peso di un’intera città. Perché essere il simbolo di Tokyo significava lavorare sodo, sacrificare la propria felicità per il bene degli altri e fare rinunce. Non esisteva fama o denaro che potesse sostenere un eroe se alla base mancava un cuore capace di battere per i propri ideali. Non aveva percepito mai Shinso così idealista o ossessionato dal proprio credo da eroe. Lo aveva visto impegnarsi duramente per poter superare Sumire e lottare contro il passato per vivere il presente e forse un giorno plasmare il futuro. Yu-kun era diverso da tanti altri e lo sapeva. - Non lo direi se non ne fossi sicura. - Rincarò la dose, quasi per rimproverarlo per la scarsa fiducia che aveva in sé stesso. Arrossì appena quando Shinso le ricordò di volerla accanto a lui in ogni caso. Come collega? Come sidekick? Come partner?

    Sollevò le spalle perdendo quella sicurezza dimostrata poco prima. - Chissà la vita dove ci porterà! - Concluse con aria sognante. Dopo la separazione dei suoi genitori aveva capito che l’amore spesso non bastava e che intorno ad esso gravitavano così tante cose da farlo sfiorire o fortificare. Quello che stava vivendo era ben diverso dal sentimento che aveva legato per anni sua madre e suo padre. Era un sentimento acerbo, giovane e composto di tanta attrazione ed un pizzico d’incoscienza. Infondo erano giovani e potevano ancora concedersi il lusso di sbagliare. - Però mi piacerebbe molto. - Confessò. Da parte sua c’era tutta la volontà di percorrere quel sentiero insieme.

    Si sentì immediatamente a disagio, tanto da grattare la guancia imporporata d’imbarazzo, quando Yu-kun precisò che desiderava conoscere tutto di lei. Ma vivendola. Quello non era un colloquio di lavoro, ma l’ansia ed il desiderio di riempire i vuoti di silenzio di un primo appuntamento le avevano giocato un brutto scherzo. - Eh…Eh… - Fortuna che i camerieri portarono le pietanze, concedendo alla Tanaka il pretesto di sprofondare con la testa nelle ciotole. Come sempre al Kagejikan sembrava tutto delizioso. Non a caso aveva scelto quel locale per quel motivo, oltre ad essere molto vicino al parco di Ueno. Staccò le bacchette per prendere una manciata di chicchi di riso ed un po' di pesce ed assaggiarlo. - Buonissimo vero? - Il pesce condiva perfettamente il riso bianco. Infilò per la seconda volta le bacchette tra le labbra per continuare ad assaggiare. Estasiata dai sapori che le esplodevano in bocca, soprattutto per la delicatezza del pesce rivolse uno sguardo solare a Yu-kun. Conosceva Shinso e probabilmente avrebbe svuotato le ciotole in pochi minuti, si chiedeva se percepiva comunque i sapori o avesse davvero un buco nero al posto dello stomaco.

    - Sai cucinare? - Sorpresa. A causa della scomparsa dei suoi genitori il ragazzo aveva dovuto arrangiarsi, anche se era sotto la tutela di suo nonno. Non parlava spesso di lui, in realtà si era sempre tenuto lontano da quei argomenti. - Cosa ti piace cucinare? Io sono brava nei dolci! - Ovviamente omise la sua completa incapacità nei secondi piatti. Non aveva ereditato la passione di suo padre per la cucina, una valvola di sfogo dopo un intenso turno lavorativo alla centrale di Polizia. Anche sua madre era una buona cuoca, ma a causa del negozio si dedicava poco ad essa e si preoccupava più di riempire gli stomaci dei suoi figli che perdersi in mille ricette o libri di cucina. Cercò di trattenere un sorriso quando Yu-kun le confessò candidamente che non era un amante dei libri. Non era di certo un problema, in verità le erano sempre piaciuti i ragazzi un po' “Baka” e poi non era quel genere di ragazza snob che accettava al proprio fianco solo coetanei con una certa cultura o disponibilità economica.

    Non era sua intenzione specificarlo, anche perché si era comportata sempre da ragazza tranquilla e senza troppe pretese. Mai aveva trascinato Yu-kun o Tobi-kun nel quartiere di Ginza per entrare in locali esclusivi o fare shopping in boutique di moda. Era stata Mire-chan a comprarle le meravigliose scarpe rosse che indossava quel pomeriggio. Ed un po' si sentiva in colpa per aver accettato quel dono. Era per un’occasione speciale e di certo l’albina non avrebbe risentito di quel costoso acquisto, ma era stata abituata fin da piccola a lavorare sodo e conoscere il valore degli Yen. Però quelle scarpe erano davvero carine e concedersi un capriccio ogni tanto non nuoceva a nessuno. - Posso assaggiarne una? - Allungò le bacchette verso il piatto che conteneva le Edamame. Avrebbe afferrato una fava di soia con il benestare del ragazzo. - Non penso di mangiarlo tutto. Voglio risparmiarmi in vista del dolce! - Aveva mangiato metà piatto di riso e tutto il pesce. Con la mano avvicinò la ciotola al lato del ragazzo per permettergli di prendere anche parte della sua porzione. Aveva ancora qualche Onigiri al salmone ed alghe da finire.

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    Yumeru Shinso

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    Narrato - Parlato



    Fuyuko si mostrò adamantina nel professare con cristallina confidenza la totale sincerità con cui aveva complimentato il lato più virtuoso di Yumeru.
    E anche se non l’avesse fatto il ragazzo non avrebbe comunque nutrito dubbi in proposito. Fuyuko poteva mostrarsi timida ed introversa a primo impatto, ma il realtà la ragazza non esitava ad esternare quello che pensava quando si trattava delle questioni più importanti che le stavano a cuore… o semplicemente quando si trattava di dichiarare la sua più che appassionata ammirazione per l’eroe Endeavor.

    Ad ogni modo la ragazza non era tipo da parlare a vanvera per mera ruffianeria o per attuare qualche malsano gioco mentale. La ragazza credeva davvero in quello che aveva detto. Vedeva davvero qualcosa di speciale in lui, e questo semplice fatto era sufficiente per spingere il ragazzo a crederlo un po’ a sua volta.
    Era strano immaginare di essere tenuto con cosi tanta considerazione da qualcuno che gli stava cosi vicino. Era come sentirsi messo su un piedistallo sotto la luce dei riflettori e istintivamente il ragazzo si senti indegno di questo livello di ammirazione – in parte perché sentiva di essere ben lontano dal concretizzare i suoi progetti idealistici.
    Il ragazzo sospirò con il petto gonfio di sentimenti contrastanti come imbarazzo e orgoglio. Il ragazzo piegò il gomito sul tavolo e lo usò per appoggiare con disinvoltura il mento sulla mano rivolgendo alla ragazza un espressione di grata rassegnazione “Sembra che tu abbia un idea più che lusinghiera delle mie potenzialità. Adesso mi sento quasi in difficoltà all’idea di dovermi impegnare seriamente per non deludere le tue aspettative…” – commentò ironicamente ridacchiando di nuovo, ma con un velo di sincerità. Decisamente la sincera ammirazione di Fuyuko riusciva a motivarlo ad impegnarsi a realizzare il potenziale che lei diceva di vedere il lui,tanto quanto lo motivava la paura di fallire nell’impresa e rischiare di deludere in un qualunque modo la ragazza.


    La conversazione si spostò oltre e a Yumeru non sfuggì l’espressione imbarazzata causata dalla piccola gaffe di aver risposto a delle domande che il ragazzo aveva posto senza aspettarsi risposta. Il ragazzo si portò prontamente la mano alla bocca per celare il sorriso divertito che aveva preso forma sulle sue labbra. Per quanto lo riguardava sia la innocua gaffe quanto la conseguente reazione imbarazzata di Fuyuko risultavano come tratti semplicemente adorabili. La semplice e genuina spontaneità con cui lei aveva risposto con entusiasmo e l’imbarazzo con cui la ragazza cercava adesso disperatamente di nascondere il viso arrossato erano solo alcuni dei tratti della sua personalità che Yumeru considerava attraenti.

    Ma non voleva che la ragazza si sentisse ulteriormente a disagio quindi fece del suo meglio per nascondere la sua espressione divertita e quindi come puntò la sua attenzione sui piatti che erano stati appena serviti sul tavolo.


    Il ragazzo si dedicò a consumare il suo ottimo pasto. Nonostante fosse solito dare una certa importanza alla quantità dei suoi pasti Yumeru prestava altrettanta attenzione anche alla qualità. Si prese la briga di consumare con calma le pietanze disposte davanti a se assaporandone con cura gusto e consistenza. Utilizzava un ritmo sistematico alternando con precisione bocconi di pesce e riso, e masticando ogni boccone con cura per gustarne al meglio il sapore, spezzando di tanto in tanto la sequenza mangiando un paio di edamame. Il ragazzo sospese temporaneamente la sua degustazione per rispondere alla ragazza “Si, è davvero buono. Il pesce è cotto a puntino e ben saporito.” – decretò con tono soddisfatto per poi rispondere all’altra domanda che la ragazza gli aveva posto “E si so cucinare…” – non sorprendendosi della reazione di sorpresa di Fuyuko, sapeva di non sembrare esattamente un tipo casalingo ed in fondo fino a due anni prima non sapeva neanche cucinare un uovo sodo. Il ragazzo riprese – “…ma giusto le basi. Il minimo necessario per sapermi cucinare cibo commestibile e non morire di fame.” – disse concludendo con fare scherzoso.

    Si prese qualche secondo in per riflettere quando la ragazza gli chiese cosa gli piacesse cucinare prima di rispondere “Il curry. Mi piace cucinare il curry. Credo per via del profumo che si diffonde per tutta la casa quando lo si cucina.” – spiegò il giovane aspirante eroe. Non era però un caso che il curry fosse il piatto favorito nella casa Shinso quando i suoi genitori erano vivi. Suo padre spesso troppo impegnato a lavoro per essere presente a cena, ma non mancava mai quando la madre preparava il curry. “La serata curry” era diventata un sorta di celebrazione per la famiglia e Yumeru aveva ben presto imparato ad aspettarla con anticipazione, entusiasmandosi ogni volta che sentiva il profumo speziato della pietanza giungere dalla cucina.
    Ovviamente il ragazzo non voleva sembrare troppo smielato e sentimentale rivelando questo dettaglio cosi invece optò per aggiungere con tono gioviale e un pelo d’imbarazzo “…ma suppongo che in buona parte sia perché mi piace molto mangiarlo.”

    Yumeru annuì poi con un cenno della testa quando la ragazza gli chiese di poter assaggiare uno dei suoi edamame e le avvicinò cortesemente la ciotola per permetterle di servirsi con più facilità “Certo, assaggia pure.” In realtà il ragazzo, nonostante le sue virtù di altruismo e generosità, era piuttosto “possessivo” per quanto riguardava il proprio cibo. Era in genere poco incline a condividere quello che aveva nel proprio piatto e piuttosto era disposto ad offrire alla persona un intero piatto tutto per se pur di dover sottrarre nulla dal proprio. Era una strana fissazione, un aspetto di Yumeru che non molti conoscevano.

    Ad ogni modo Yumeru non avrebbe di certo fatto storie per condividere un paio dei suoi edamame – specialmente perché si trattava di Fuyuko. Non solo – si trattava di Fuyuko al loro primo appuntamento. In quel contesto Yumeru avrebbe acconsentito anche se la ragazza gli avesse chiesto di cederle tutto quello che aveva davanti.
    In compenso la ragazza invece sembrava ben più incline a condividere offrendo al ragazzo di “aiutarla” a finire una parte del riso che lei aveva ordinato. Yumeru accettò senza esitazione rivolgendo alla ragazza un sorriso di complicità “Beh – sarebbe un peccato se andasse sprecato, mi sacrificherò per venirti in aiuto.” – disse con un pizzico di sarcasmo.
    Ma prima di dedicarsi a vuotare i piatti che aveva di fronte il ragazzo si soffermò per fare un altro po’ di conversazione “Ad ogni modo mi sembra che finora abbiamo parlato principalmente di me. Non mi sembra giusto… Adesso tocca a te rispondere alle tue stesse domande: come ti vedi fra dieci anni? E hai qualche ambizione che vuoi realizzare?”




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    Narrato - Parlato - Pensato

    Non aveva problemi ad esternare ciò che pensava, soprattutto se davanti a sé c’era una persona importante per lei e che stimava. Lasciarsi bloccare dalla timidezza in questo caso non aveva senso, anche perché conosceva molto bene Shinso e riusciva a scorgere l’eroe che sarebbe diventato. Non avevano mai parlato così chiaramente del futuro e Yu-kun non era stato mai troppo esplicito sull’agenzia che avrebbe scelto per il Tirocinio finale. Però sentiva che tutti prima o poi avrebbero conosciuto sunflower. - Non devi deludere te stesso. - Lo corresse bonariamente. Aveva avuto l’impressione che Shinso non volesse deludere le aspettative del prossimo, di chi si circondava. Immaginava che quell’atteggiamento fosse dovuto alla solitudine che aveva provato in tenera età dopo la morte dei genitori. Forse aveva paura di essere abbandonato ancora una volta e faceva di tutto pur di non deludere le persone che aveva accanto. - Se terrai fede a te stesso… io sarò contenta! - Non aveva mai messo in discussione la sua presenza nella vita di Yu-kun, sia come amica o come qualcosa di più.

    I discorsi si spostarono verso lidi ben più leggeri e quotidiani. Si parlava di cucina ed a tal proposito Shinso confessò di saper cucinare. Spesso lo aveva visto portarsi dietro il curry da casa, concedendosi una pausa dalle solite pietanze che la mansa della Yuuei propinava da anni. Ma non immaginava che quel curry dall’aspetto così delizioso fosse opera di Yu-kun. Pensava lo avesse acquistato dal venditore di cibo d’asporto dietro l’angolo. - Bhè qualche volta potresti invitarmi a casa tua per un pranzo. Io porto il dolce! - Nel suo piccolo avrebbe contribuito. E poi si sarebbe fatta perdonare per le sue esigue capacità culinarie provvedendo a lavare i piatti a fine pranzo. Sorrise divertita al ragazzo. Non era negata in cucina ma si era applicata poco, anche perché negli anni non aveva mai sentito la necessità di mettersi ai fornelli. Sua madre faceva i salti mortali tra negozio e casa per assicurare tutto il necessario a lei e ad Ikki. In compenso aiutava spesso la madre giù al negozio.

    Afferrò un paio di edamame per riporli nel piatto del contorno. Aiutandosi con le bacchette ne aprì i baccelli per recuperare i fagioli di soia. Se fosse stata in circostanze diverse avrebbe utilizzato le mani, ma visto che questo era un primo appuntamento desiderava rispettare tutte le regole di bon-ton. - Deliziosi! - Annuì estasiata dal sapore dei fagioli di soia. Un piatto semplice ma delizioso. Poi porse la sua ciotola al ragazzo per permettergli di spazzolare tutto ciò che c’era di commestibile sul tavolo. Aveva mangiato anche troppo e non desiderava rovinarsi il dolce, eccedendo troppo con contorni e la ciotola di riso. Lo sguardo cristallino si spostò su Shinso intento a finire la sua ciotola di riso. Rimase lì ad osservarlo divertita, di certo con lui i ristoranti o i venditori di cibo potevano stare tranquilli. - Sai benissimo che a me piace più ascoltare che parlare. - Un dato di fatto. Amava ascoltare i suoi amici, condividere esperienze e donare qualche parola di conforto quando necessario. Aprirsi le risultava ancora ostico, forse per un pizzico di diffidenza maturata con gli anni per le mancanze che aveva dovuto affrontare e digerire. Sollevò le spalle e scostò anche il piatto dei contorni dal lato del ragazzo. Non desiderava altro, avrebbe atteso l’arrivo del dolce. Intrecciò le mani sotto al mento. - Allora… - Da dove partire? - Tra dieci anni, uhm… - Le iridi smeraldine si soffermarono su un punto impreciso del soffitto. Stava immaginando la sua vita tra dieci anni. - Mi piacerebbe lavorare in un’agenzia per eroi, avere una casa tutta mia ed avere anche dei bambini. Infondo tra dieci anni sarò molto vicina alla trentina, direi che è l’età giusta per mettere su famiglia! - Insomma una vita semplice ed onesta, ricolma di felicità. Nulla di troppo ambizioso. - Una famiglia, si… decisamente una famiglia unita e coesa! Questo è il mio più grande desiderio. - Aveva vissuto la separazione dei suoi genitori sulla sua stessa pelle.

    Quando Yu-kun spolverò anche l’ultimo cicco di riso arrivarono due camerieri per recuperare i piatti. Dovettero attendere davvero qualche minuto, anche perché in una cesta posta al centro tavola arrivarono un paio di Dorayaki a testa. La Tanaka congiunse le mani entusiasta. - Ho fatto proprio bene a conservare un po' di spazio per il dolce. Invitanti vero? - Ne afferrò subito uno con le mani per assaggiarlo. - Uh-mh… D-E-L-I-Z-I-O-S-O! -

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    Yumeru Shinso

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    Narrato - Parlato



    Yumeru sorrise alle belle parole che Fuyuko gli aveva rivolto. Non deludere se stesso.

    Si trattava di un concetto apparentemente semplice – l’unico modo che avrebbe avuto per deludere se stesso sarebbe stato venire meno ai propri principi. La strada della rettitudine che Yumeru aveva originariamente in mente era tecnicamente dritta ma anche decisamente ripida. Ma eventi recenti gli avevano fatto comprendere che forse il percorso che lo aspettava era più ingannevolmente tortuoso di quanto si aspettasse. Era facile fare la decisione giusta quando giusto e sbagliato erano due opzioni ben distinte e separate come bianco e nero. Ma adesso era consapevole che esistevano scenari dove le due opzioni erano confuse e ambigue, dove a volte la scelta consisteva nello scegliere fra due mali, o in alcuni casi dove non c’era alcuna vera opzione e la possibilità di scelta era solo un illusione.
    In fondo anche il decidere di essere lì in quel momento con Fuyuko era stato il risultato di una scelta che lo afflitto a lungo con l’incertezza – per molto tempo prima di trovare il coraggio di confessarle i suoi sentimenti si era angosciato su quale fosse stata la cosa più giusta da fare: farsi avanti con lei o preservare lo status quo della loro amicizia rinunciando definitivamente alla possibilità di avere di più. Tutt’ora non aveva alcuna certezza se la sua scelta fosse stata corretta o meno, se in qualche modo la sua decisione non avesse posto il rapporto dei due su un binario destinato ad una dolorosa rottura che li avrebbe portati a dividersi. Ma non aveva importanza – non aveva intenzione di farsi influenzare dai “se” e i “ma” del ripensamento, aveva fatto la sua scelta e si sarebbe impegnato anima e corpo per renderla la scelta giusta in ogni caso.

    Qualunque cosa avesse in serbo per loro il binario del destino Yumeru non avrebbe esitato a deragliare il vagone pur ottenere l’esito che desiderava.

    Ovviamente il ragazzo non diede voce a queste considerazioni introspettive, troppo mogie e seriose per l’atmosfera di un primo appuntamento, ed invece ricorse, come era suo solito, all’umorismo per alleggerire al discorso e rivolgendo un scherzosa espressione di esagerata superbia rispose “Oh, non preoccuparti, Fuyu-chan, lo sai che io sono troppo eccezionale e modesto per potermi deludere. Soprattutto dopo…” – il ragazzo aggiunse una sfumatura di malizia alla sua espressione divertita – “…non dopo che tu hai usato queste belle parole per motivarmi. Anzi… forse sarebbe una buona idea se tu mi aiutassi a tenermi motivato.”

    E sicuramente il ragazzo si sentì molto motivato quando Fuyuko propose di far visita a casa sua per un pranzo. Nonostante i due si frequentassero da molto tempo la ragazza non aveva mai visitato il suo appartamento e per il ragazzo l’idea di trovarsi a casa da solo con la dolce compagna era nervosamente eccitante – al punto che non riuscì a nascondere, o quanto meno filtrare, il suo entusiasmo nel rispondere “Non sono molto sicuro delle abilità culinaree ma mi farebbe moto piacere ospitarti per pranzo…” – ma all’entusiasmo seguì un impulso di scomoda correttezza morale che lo portò ad aggiungere – “…ma sei sicura che sia appropriato trovarti da sola a casa con un ragazzo? La gente potrebbe pensare male.” – specificò sorridendo con tono scherzoso ma c’era una base di sincera apprensione sotto la copertura umoristica.

    La conversazione proseguì di pari in passo con il pasto. Nonostante le sue riserve e il suo intento a limitarsi il cibo era gustoso e saporito e ogni boccone che mandava giù sembrava solo aumentare il suo appetito portandolo a consumare in maniera controllata ma sistematica tutto quello che si trovava davanti a lui, inclusa la parte lasciata dalla già sazia Fuyuko.

    Fra un boccone e l’altro quando la ragazza commentò che non amava parlare di se il ragazzo rispose prontamente a tono con un sorriso sornione “Lo so, ma è anche vero che io sono più interessato a te che a me stesso, quindi direi che sia giusto trovare un compromesso, no? Altrimenti ci toccherà rimanere a fissarci in silenzio… Che effettivamente per me non sarebbe neanche male.” – aggiunse in tono allusivo.


    Quando poi Fuyuko rivelò le sue ambizioni future e il suo più “grande desiderio” Yumeru ascoltò con interesse. Una famiglia unita e coesa. Si trattava di un concetto un po’ distante per lui – un concetto legato ad un passato che ormai viveva solo nei suoi ricordi.
    Si trattava sicuramente di un ambizione piuttosto comune e modesta, ma non per questo non meno ambiziosa e invitante. Yumeru fece ben attenzione a non abbandonarsi al fantasticare su un eventuale scenario in cui lui avrebbe fatto parte di quel desiderio. Era una fantasia allettante ma era fin troppo presto per intrattenere simili pensieri. Il ragazzo decise quindi di concentrarsi strategicamente sull’ambizione “lavorativa” esternata da Fuyuko “Un agenzia eroi, eh? Confesso che conoscendo il tuo amore per i libr avrei pensato che la tua occupazione ideale sarebbe stata fare la bibliotecaria o qualcosa del genere.” – ammise candidamente.


    Quando Yumeru finì di ripulire tutti i piatti sul tavolo i camerieri giunsero prontamente a sbarazzare i piatti vuoti e portare i dorayaki che avevano ordinato per come dessert. Fuyuko si servì con palese entusiasmo afferrando subito il dolce che rassomigliava una pagnottina dorata ripiena di crema dolce di fagioli rossi. Dalla reazione della ragazza al primo boccone sembrò che le aspettative della sua anticipazione erano state più che soddisfatte e Yumeru a quel punto segui il suo esempio e a sua volta si servi con le mani addentando il morbido strato di kasutera fino al cremoso ripieno.
    Una sensazione di morbida dolcezza riempì la bocca del ragazzo con il sommo piacere delle sue papille gustative. Dopo aver mandato giù il boccone con tono sinceramente impressionato il ragazzo commentò “Hai ragione… sono davvero dolci e deliziosi.”
    Ma allo stesso tempo in un angolo della sua mente il ragazzo non poté fare a meno di penare che non erano comunque dolci quanto l’adorabile espressione soddisfatta e compiaciuta sul volto di Fuyuko.




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    Anche se ti ho avvisato in privato, mi scuso di nuovo per il mostruoso ritardo. Gomen T ^ T"
     
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    Scoppiò in una cristallina risata alle parole di Yu-kun. Come sempre riusciva a colorire i discorsi con la sua sana ironia, anche se aveva sempre avuto l’impressione che dietro quel suo atteggiamento ci fosse una ventata di verità. In quella risata c’era anche la volontà di superare l’imbarazzo, anche perché Shinso le stava chiedendo d’incoraggiarlo più spesso. Non tanto per la necessità del ragazzo di essere motivato, ma probabilmente per il piacere di ascoltare quelle parole dalla sua bocca. Mentre celava le labbra schiuse, abbassò lo sguardo verso i piatti del tavolo che pian piano diventavano sempre più leggeri e vuoti.

    Trascinata dall’entusiasmo non aveva pensato alle implicite implicazioni di un invito a pranzo nell’appartamento di Shinso. Molte sue compagne di classe le avrebbero suggerito di non addentrarsi troppo nella “tana del lupo”, a causa della cattiva reputazione che il ragazzo si era costruito alla Yuuei Academy. E la buona etichetta imponeva ad una rispettabile e decorosa ragazza di non accettare l’invito a casa di un ragazzo da sola. Probabilmente sua madre le avrebbe impedito di visitare l’appartamento di Shinso, o quantomeno l’avrebbe costretta a portarsi dietro Emi-chan o suo fratello minore. - Uhm… - Cercò d’ignorare l’imbarazzo, anche perché non voleva passare agli occhi di Yu-kun come la persona che non era. - La malizia stà in chi guarda e giudica. - Proferì perentoria incrociando le braccia al petto. - Allora sei invitato a casa mia. Non ci sarà alcun equivoco o problema… infondo Okaasan ha già avuto modo di conoscerti durante le feste natalizie. - Fece una smorfia, quasi per allontanare ogni malalingua da lei e Yu-kun. Aveva imparato a prestare attenzione alle dicerie di quartiere ed odiare i pettegolezzi del vicinato. Giudicare una madre separata con tre figli a carico, di cui uno scomparso nel nulla, era fin troppo semplice. E non desiderava darle ulteriori dispiaceri. E poi accettare l’invito di Shinso significava stare davvero da soli, motivo di ulteriore imbarazzo. Anzi al solo pensiero temeva di sciogliersi come neve al sole.

    Scosse la testa ed agitò il palmo davanti a sé. - Dai non sono un topo da biblioteca! - Amava leggere nel tempo libero ma non era qual genere di ragazza che viveva rintanata in una polverosa biblioteca o tra le sicura mura di casa. Nonostante la sua timidezza, almeno iniziale, si riteneva una persona altruista e spontanea. Amava trascorrere del tempo con le amiche e spettegolare come qualsiasi ragazza della sua età. - Mi piacerebbe passare una Weekend in campeggio. Quando ero piccola andavo con mio padre. Ikki-chan non era ancora nato, all’epoca andavamo in quattro. - L’immagine di famiglia che conservava dentro di sé. Un giorno avrebbe tanto voluto rimettere quei cocci al loro posto. - Poi per qualche anno sono stata anche una scout-girl! Avevo guadagnato anche qualche stemma da ricamare sulla camicia. - Insomma non era proprio un disastro come Scout-girl. Ma ciò che più l’affascinava erano i meravigliosi luoghi che visitava.

    Finalmente i dorayaki arrivarono al tavolo e lo chef non deluse le sue aspettative. Sorrise verso il ragazzo, che sembrava apprezzare il dolce che tanto aveva elogiato ed atteso. Con pochi morsi il primo dorayaki fu già in fondo al suo stomaco. Afferrò un tovagliolo per ripulirsi la sottile bocca, temendo che di essersi sporcata con la crema di fagioli. - Dolce preferito? - Chiese mentre allungava la mano sul cestino per recuperare il secondo dorayaki.

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    Yumeru si pentì un po’ di aver dato retta al suo lato coscienzioso e aver lanciato una metaforica secchiata d’acqua fredda sull’entusiasmo di Fuyuko. In uno sfrontato angolo del suo cuore avrebbe decisamente preferito accettare senza fare obiezioni e godersi i frutti della sua omertà. La mente del ragazzo aveva fin troppa pratica nel fantasticare su questo tipo di scenari ispirandosi ai più popolari cliché da manga era difficile non pensare a certe immagini e ad elaborare certe aspettative. Perfino la semplice innocua immagine mentale di Fuyuko con un grembiule in cucina era un pericoloso stimolo per l’immaginazione che il ragazzo dovette prontamente sopprimere prima che degenerasse.

    Per un adolescente un immaginazione è qualcosa terribile da avere in questo genere di situazioni. Il ragazzo fece del suo meglio per castigare la propria immaginazione minacciandola di non portarla più la prossima volta.
    Questo era il guaio di tenere a Fuyuko. Se fosse stata una ragazza qualunque non avrebbe esitato a cogliere questo tipo di occasioni e indulgere nel proprio piacere personale…
    Ma ironicamente nonostante fosse più interessato alla compagna, anzi proprio perché era più interessato, non poteva usare trucchi o scorciatoie. Se voleva conquistarla doveva farlo seguendo le regole o sarebbe stato tutto una farsa. Nella sua mente Yumeru aveva ben saldo il concetto che doveva meritarsi l’affetto che voleva da Fuyuko.


    Eppure nonostante la mente del ragazzo fosse ben concentrata su questi buoni propositi, le parole di Fuyuko suscitarono una sorta di pungolamento nel suo animo. “La malizia sta in chi guarda e chi giudica.” – per un momento la fronte del ragazzo s’increspò mossa dalla perplessità. Si trattava di parole sagge e mature… ma non necessariamente vere. Specialmente perché Yumeru si sentiva pieno di malizia e non era sicuro se era qualcosa di cui sentirsi in colpa o meno.
    Ma non era esattamente quello ad averlo punzecchiato quanto l’improvvisa impressione che al contrario Fuyuko fosse piuttosto priva di malizia. Non che fosse qualcosa di negativo in generale, il candore e l’innocenza della ragazza erano in fondo due aspetti di lei che Yumeru apprezzava, ma allo stesso tempo non poté fare a meno di chiedersi se non fosse il caso che la ragazza provasse almeno un minimo di “malizia” nei suoi confronti.

    Era vero che Yumeru era determinato a fare il “bravo” (o quanto meno tanto bravo quanto gli fosse possibile) ma l’idea che la ragazza lo considerasse come qualcuno di innocuo ad un livello subconscio lo preoccupava. Inevitabilmente si chiese se fosse l’unico dei due ad avere un certo tipo di “desideri” e “pensieri”. Era lui ad essere troppo malizioso o lei a non esserlo abbastanza?

    Il ragazzo decise comunque di archiviare anche questo dilemma introspettivo per il futuro e concentrarsi sulla contro-proposta di Fuyuko che aveva suggerito come compromesso di mettere in atto il loro scambio culinario a casa sua, in presenza di sua madre e di suo fratello. Questo sicuramente avrebbe scongiurato ogni dubbio sull’innocenza di quell’incontro. Si trattava sicuramente di una soluzione ideale e Yumeru annuì prontamente “Mi sembra un buon piano. Accetto volentieri l’invito.” – affermò sorridendo con entusiasmo, seppur questo fosse incrinato da una crepa di senso di leggero disappunto, a cui seguì a breve il senso di colpa per aver provato disappunto.


    La conversazione fluì da un argomento all’altro fino ad approdare sulla passione per la lettura di Fuyuko. Yumeru ridacchiò quando la ragazza protestò vivacemente l’essere bollata come “topo da biblioteca” professando di essere anche amante del campeggio e vantandosi di essere stata perfino una Scout Girl da piccola. Yumeru notoriamente amava la natura e il giardinaggio ma non aveva mai avuto alcun particolare interesse per il campeggio, si trattava di una di quel tipo di attività familiari che non aveva mai avuto la possibilità di sperimentare in prima persona. Ma apprese comunque con grande interesse questa spontanea rivelazione di Fuyuko, ma ci tenne comunque a controbattere “Io non ho mai detto che sei un topo di biblioteca però…” – disse con un tono di scherzoso di rimprovero. Poi seguendo un impeto di malizia il ragazzo decise di stuzzicare un po’ la ragazza aggiungendo “…io avevo in mente più qualcosa come una bibliotecaria sexy.” – e pronunciando l’ultimo sfrontato aggettivo il ragazzo fece ben attenzione ad osservare la reazione sul viso della ragazza per poi incalzare – “Penso che sicuramente sarei molto più interessato a visitare la biblioteca se sapessi di trovarci te dentro.”


    Quando il pranzo stava poi giungendo al termine ed era arrivato alla sua nota dolce la conversazione si spostò sull’argomento dessert e Fuyuko prontamente colse l’occasione per interrogare Yumeru sulle sue preferenze. Il ragazzo masticando distrattamente il suo dorayaki si prese ancora una volta un paio di secondi di rispondere “Takoyaki caldo con ripieno di cioccolata.” – sentenziò con sicurezza per poi rilanciare subito la domanda al mittente “Il tuo invece? Anzi no… " - s'interruppe per optare per un approccio più giocoso - "...lasciami indovinare: il tuo dolce preferito è… il Sakura Mochi.” – azzardò il ragazzo con più divertimento che convinzione.





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