The Taste of Cherry Blossoms

Social Role| Yumeru Shinso - Fuyuko Tanaka

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    Fuyuko Tanaka
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    Livello: 5
    Fazione: Heroes
    Forza: 040
    Quirk: 190
    Agilità: 170

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    Narrato - Parlato - Pensato

    Notò una piccola increspatura sul viso di Shinso, anzi un disappunto. Forse non era pienamente convinto dalle sue parole. O semplicemente desiderava accoglierla nella sua dimora contro ogni pregiudizio o pettegolezzo. Presa dall’entusiasmo non aveva pensato alle conseguenze delle proprie azioni ed era ritornata sui propri passi solo quando Yu-kun aveva sollevato la questione. Non ci vedeva nulla di male nel pranzare insieme al ragazzo che frequentava, ma forse quell’ombra di pregiudizio che Shinso si portava dietro era più ingombrante di quanto pensasse. - Sicuro? - Si era sempre accontentata di una dolce bugia, ma dopo quel pomeriggio trascorso con Shinso aveva compreso l’importanza della verità. Perché se ingabbiata e soffocata la verità prima o poi riusciva ad emergere e tramutarsi in un tornado capace di spazzare via le menzogne.

    Le intenzioni di Yu-kun diventarono più chiare quando il ragazzo le confessò di vederla bene nei panni di una “bibliotecaria sexy”. L’immaginario dei ragazzi non aveva confini, anche perché lei non riusciva a capire cosa ci fosse di stimolante in una donna che riordinava i libri su uno scaffale. Ovviamente non si aspettava nulla di diverso da Shinso, che era conosciuto per la sua malizia in ogni corridoio della Yuuei. Però riscontrando quel genere di desiderio negli occhi del ragazzo la fece avvampare dall’imbarazzo. Solo in un secondo momento aveva intuito a cosa Yu-kun si riferisse. *Coff-Coff* Iniziò a tossire, stava quasi per soffocare con la sua saliva o l’ultimo boccone di dorayaki rimasto in gola. Non che le attenzioni del ragazzo non le facessero piacere, ma non pensava che fosse così diretto. Forse la stava stuzzicando per ottenere qualche certezza, anche perché difficilmente si sbilanciava così tanto. - Ok ho capito il concetto! - Sollevò la mano per agitarla davanti a sé. Di certo l’ingenuità ed il candore in questi casi non accorrevano in suo aiuto. Bloccata dall’imbarazzo non sapeva cosa dire e soprattutto dove guardare. - Bhè anche io lo penso. - Un timido approccio il suo. - Cioè se tu fossi un Bibliotecario la biblioteca si riempirebbe di ragazze! - In quel momento si domandava come mai stessero parlando di biblioteche e allusioni sexy.

    Aveva assaggiato i Sakura Mochi e sua madre li preparava spesso con l’arrivo della primavera, però non era il suo dolce preferito. Scosse la testa con un sorriso. - Ed invece ti stupirò! Takoyaki caldo con ripieno di cioccolata. - Lei adorava la cioccolata, soprattutto se bianca. Sorrise sperando di buttarsi alle spalle quell’imbarazzo sui bibliotecari ed i libri. Il dolce era stato consumato e la Tanaka chiese il conto. - Non voglio ferirti nell’orgoglio… ma posso contribuire? - Era pronta a recuperare il suo porta-Yen per pagare la cena. - Infondo è stata una mia idea portarti qui e hai già pagato il cinema. - Non desiderava gravare sulle spalle di Shinso. Non avrebbe insistito più di tanto. Infondo a qualsiasi donna piaceva essere viziata e coccolata dal proprio uomo.

    Concluso il pranzo e saldato il conto, la Tanaka avrebbe salutato e ringraziato lo chef del Kagejikan prima di uscire. Era stata una cena divertente e tra alti e bassi per l’imbarazzo si era trovata davvero bene con Yu-kun. Infilò la sua manina tra la sua. Forse avrebbe dovuto dargli qualche dimostrazione in più, visto che era lì perché voleva esserci e non per cortesia. - Allora? Mi porti al parco come mi avevi promesso? - Il tramonto era alle porte ma l’appuntamento non era ancora finito.

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    Yumeru Shinso

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    Narrato - Parlato



    Yumeru si rese conto del suo errore quando ormai era già troppo tardi. Il suo breve dilemma interiore doveva essere affiorato sul suo viso tradendo il suo momentaneo disappunto e aveva comunicato dubbio e incertezza a Fuyuko.

    Inevitabilmente il senso di colpa che aveva seguito quel breve momento di debolezza si moltiplicò rapidamente attanagliandogli il petto come un grosso artiglio affilato. La sua natura priva di pudore e le sue cattive abitudini stavano rischiando di rovinare tutto e non aveva intenzione di permetterlo.
    Era stato un idiota a lasciarsi sviare anche se per un solo istante dai suoi desideri più bassi. Cosa aveva da fantasticare in fondo? Era lì ad un appuntamento con Fuyuko – già questo fatto per se avrebbe dovuto soddisfare ogni sua fantasia. Fino a neanche due settimane prima avrebbe potuto solo immaginare un simile scenario. Il poter semplicemente stringere la mano della ragazza avrebbe dovuto appagare ogni suo desiderio, si rimproverò mentalmente.

    Ogni cosa a suo tempo. Si diceva in fondo “non correre prima di aver imparato a camminare”, no? O comunque qualcosa del genere. E Yumeru era più che ben disposto a prendersi tutto il tempo a camminare se poteva farlo tenendo la mano di Fuyuko.
    Il ragazzo con giusta una punta di panico e una sfumatura imbarazzata di rosso sul viso si apprestò subito a cercare di rimediare alla propria gaffe, rivolgendo alla ragazza un sorriso apologetico “S-sicurissimo…” – rimproverandosi mentalmente per il balbettio si soffermò un istante per riordinare i propri pensieri in una fila ordinata e indirizzarli in maniera appropriata verso la bocca – “Sicurissimo.” – ripeté dunque con più confidenza e sorridendo con più convinzione. Sospirò leggermente dal naso e rilassò i muscoli momentaneamente tesi del suo corpo afflosciando appena appena le spalle. Arrendendosi alla propria stupidità e insicurezza il ragazzo rivolse uno sguardo limpido e sincero alla ragazza aggiungendo “Finché ci sei tu mi va bene qualsiasi programma.” – confessò candidamente il ragazzo sperando che questa piccola verità potesse compensare la sua gaffe precedente.


    L’equilibrio della bilancia dell’imbarazzo s’invertì però quando Yumeru colse l’occasione per stuzzicare maliziosamente la ragazza riferendosi a lei come possibile “bibliotecaria sexy”. Non era la prima volta che il ragazzo avesse rivolto questo genere di commenti allusivi alla facilmente imbarazzabile Fuyuko, ma finora l’aveva sempre fatto nel ruolo di amico un po’ farfallone e aveva potuto nascondere la sincerità di quei commenti dietro una facciata di scherzosità.

    Ma adesso non era più un semplice amico ma un pretendente a tutti gli effetti e le sue parole avevano adesso un peso ben differente che non poteva celare.
    La reazione di Fuyuko fu bene o male quella che aveva previsto, avendo ormai imparato a conoscere alcuni dei punti deboli della ragazza. Il suo viso avvampò e subito cercò una tregua agitando nervosamente la mano davanti a se in segno di resa. Si trattava di un ambito che per la ragazza per natura piuttosto pudica e innocente era un territorio decisamente sconosciuto.
    Yumeru non poté fare a meno di ridacchiare di fronte all’adorabile reazione – era un po’ come stuzzicare un cucciolo giusto per ammirarne le adorabile espressioni. Yumeru però sapeva di non esagerare: voleva stuzzicare la ragazza ma non metterla a disagio.

    Cosi quando la ragazza cercò di rispedire con poca convinzione il complimento al mittente il ragazzo si apprestò a rispondere tenendo ben a mente di non usare nuovamente la parola “sexy” o altri termini affini che potessero suonare allusivi Io bibliotecario? Penso che sarei fuori posto come un pinguino nel deserto.” – si concesse una piccola risata per poi però incalzare la ragazza – “…ad ogni modo mi spiace per tutte quelle ragazze, ma purtroppo per loro sono solo interessato a te.” – disse con tono vagamente scherzoso e con un ghigno malizioso da gatto.

    Quando la conversazione andò a toccare argomenti letteralmente più dolci Yumeru fu abbastanza sorpreso dal responso della ragazza – non si era di certo aspettato di indovinare davvero il dolce della ragazza, ma non si era minimamente aspettato che la ragazza avesse rivelato la sua medesima scelta. Si trattava sicuramente di una curiosa coincidenza. Ma era facile attribuire a questo tipo di coincidenze un valore più simbolico e sentimentale in questo tipo di circostanze.
    Yumeru non si fece comunque prendere alla sprovvista e non celando la sua genuina espressione di sorpresa rispose “Wow… davvero? Allora magari la prossima volta sappiamo già che cosa condividere.” – concluse lasciando vagamente in aria un ovvia proposta.


    Una volta dato fondo anche ai deliziosi dorayaki venne dunque il momento del conto. Si trattava sempre di un momento problematico per i primi appuntamenti perché era uno di quegli aspetti di un appuntamento che non avevano una soluzione standard. Ogni ragazza aveva opinioni differenti al riguardo quindi ogni tipo di approccio era un potenziale azzardo: certe ragazze si offendevano se insistevi a pagare l’intero conto, certe ragazze si offendevano se non insistevi a pagare il conto, a seconda di quale idea di “donna” facessero riferimento.
    Fortunatamente Fuyuko fu piuttosto frontale e trasparente al riguardo chiedendo di contribuire al pagamento. Yumeru apprezzò molto l’approccio della ragazza ma ciò nonostante si trovò costretto ad obiettare per amor del senso di “cavalleria” per quanto questo potesse essere considerato piuttosto obsoleto. Cercò comunque di trovare un compromesso “Apprezzo l’offerta, Fuyu-chan… ma questo è il nostro primo appuntamento quindi devo tenere in alto il mio onore di uomo ed insistere a pagare l’intero conto. In fondo devo cogliere ogni occasione per fare bella impressione su di te se voglio avere qualche speranza per un secondo appuntamento.” – dichiarò con tono umoristico ma le sue parole come sempre celavano una base di verità. Il ragazzo però proseguì “…quindi che ne dici se per qusta volta mi permetti di viziarti e fare bella figura... e contribuisci invece al prossimo appuntamento?”

    Una volta risolta la questione del conto i due si sarebbero cortesemente accomiatati dallo staff del locale uscendo nuovamente in strada. Il cielo si era già imbrunito con le sue vivaci sfumature di viola e arancione. Yumeru sentì la minuta mano della ragazza intrufolarsi delicatamente fra le dita della sua e istintivamente la strinse gentilmente.
    Quando interrogato sulla loro prossima destinazione il ragazzo sorrise con un accenno di arrendevolezza “Beh, avrei voluto tenertelo come sorpresa… ma suppongo di non aver fatto una scelta particolarmente originale. Quindi si, come promesso ti porterò al parco a passeggiare un po’ sotto i ciliegi in fiore… e mi toccherà trovare qualche altra idea per sorprenderti.”



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    Edited by Leonarch - 25/8/2020, 23:16
     
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    Narrato - Parlato - Pensato

    C’era qualcosa in Shinso che la turbava. O almeno il ragazzo non sembrava essere completamente a suo agio. Colpa di un fraintendimento? In verità erano diversi e ciò non sminuiva Yu-kun ai suoi occhi. Nonostante continuassero a nascondersi dietro ad in dito, in un’eterna danza fatta d’incertezze e di parole interdette, era lì per il piacere della compagnia di Shinso. Avevano passato un intero pomeriggio a parlare e confrontarsi. Era lì che aveva capito che forse nutriva per l’incosciente ed istintivo Yumeru Shinso qualcosa di più di una semplice amicizia. Però non si era mai sbilanciato, forse per paura di un rifiuto o forse per timore di rovinare tutto. Ed eccoli lì davanti ad un tavolo al Kagejikan, mettendo in discussione tutto e provando a far fiorire qualcosa in più di una semplice amicizia.

    Sollevò le spalle, consapevole che Yu-kun le stava nascondendo qualcosa. In quel momento avrebbe tanto voluto scambiare il suo Quirk per un siero della verità. Tra imbarazzo, paragoni sui dipendenti delle Biblioteche ed allusioni varie iniziava ad essere confusa. Forse lei e lo stesso Shinso si erano creati fin troppe aspettative per quell’incontro. “Forse dovremmo viverla con più… leggerezza.” Era difficile, anzi quasi impossibile quando si aveva paura di deludere l’altra persona. Fin dal principio sapeva che né lei e né Yu-kun erano perfetti, eppure stavano facendo di tutto pur di rendere quella serata perfetta. E forse bastava davvero poco per renderla tale. Non parole. Non equivoci.

    Però poi Shinso riusciva sempre a spizzarla. Con i suoi modi così diretti ed il coraggio di urlare la verità ai quattro venti, come se fosse la cosa più naturale da fare, si ritrovò sbigottita e nel panico. Era a disagio, ma non lo percepiva come qualcosa di negativo. Non aveva mai avuto alcun dubbio sull’interesse del ragazzo nei suoi confronti, o almeno non dopo il pomeriggio passato insieme. E nel vano tentativo di fargli un complimento, si era ritrovata inchiodata dalla verità di Yu-kun. - M…Me? - Lo aveva percepito, eppure manifestarlo senza filtri o giri di parole era diverso. Era imbarazzata, piacevolmente imbarazzata. Avrebbe tanto voluto stringerlo e confermare quell’interesse. Sentiva di non fare abbastanza, rendendosi conto che il ragazzo era già pronto ad esporsi così tanto. - Cioè quello che volevo dire… - Cercò di richiamare all’ordine i pochi neuroni che le erano rimasti. Il viso in tinta ormai con le scarpe che indossava. - Avrei frequentato quella biblioteca con una motivazione in più. - Sentiva l’imbarazzo crescere ed il cuore saltarle fuori dal petto. Temeva un infarto. Chissà cosa avrebbero pensato Emi-chan, Ha-chan o Mire-chan sull’esito disastroso del suo appuntamento con Yu-kun. Una serata finita in tragedia con lei in ospedale perché incapace di gestire le emozioni. - Te! - Fu come togliersi dalle spalle un macigno. Sollevata di essere riuscita a ultimare un concetto di senso compiuto abbozzò un sorriso. Non era la ragazza più disinvolta ed esperta in campo di sentimenti. Aveva avuto le sue esperienze con i ragazzi, ma aveva sempre lasciato gli altri l’iniziativa e spesso rinunciato sentendosi mai abbastanza. - Scusa sono una frana! - Ammise candidamente.

    Le situazioni d’imbarazzo ormai si sprecavano in quell’appuntamento. Con l’arrivo del conto si sentì in dovere di contribuire in qualche modo. Comprendeva il valore del denaro ed i sacrifici che i suoi genitori facevano per non farle mancare mai nulla. Inoltre Shinso era stato tanto sfortunato da perdere entrambi i genitori e non desiderava gravare troppo sulle sue spalle. Però si sentì sollevata quando il ragazzo insistette con garbo nel pagare il conto. Yu-kun stava facendo di tutto pur di dimostrarle che poteva fidarsi di lui. - Non hai nulla da dimostrarmi. E lo sai bene! - Una timida replica. “Invece io ho tutto da dimostrare.” Una dura critica contro sé stessa. Aveva paura di apparire disinteressata, oppure troppo inibita per l’imbarazzo o equivocare il suo imbarazzo con disagio. I primi appuntamenti erano terribili, soprattutto con qualcuno che conosceva fin troppo bene.
    Il viso si aprì in un sorriso quando Yu-kun le confermò che erano diretti al parco di Ueno. In realtà il locale che aveva scelto per la cena era davvero vicino al parco. Bastava svoltare l’angolo e già si potevano intravedere i ciliegi in fiore, imbruniti dalle sfumature del tramonto. Rimase in silenzio fino a quando non vide gli alberi in lontananza. “Fai qualcosa.” Ripensò alle parole di Mire-chan. In verità per l’agitazione aveva dimenticato di assentarsi un attimo per i servizi igienici ed informare l’albina delle sue prossime mosse o dell’andamento della serata. “Fa qualcosa e dì qualcosa.” Sentiva che le parole spesso erano superflue. O almeno sopravvalutate. - Ti piacciono le mie scarpe? - Stava osservando proprio i suoi piedini che si agitavano accanto a quelli di Shinso.

    "che cosa aspetti a baciarmi?!" Ripensava alle parole che l’albina le aveva suggerito. Sollevò lo sguardo verso Yu-kun, incapace di essere così sfrontata o assumere un’espressione imbronciata per il bacio che tardava ancora ad arrivare. Era tanto facile perdersi nelle bugie ed insabbiare la verità. Lo avrebbe baciato fin dall’inizio, anche in quella sala cinematografica e con un film dell’orrore di cui le importava davvero poco. Ed invece era rimasta lì ad attendere che fosse Yu-kun a prenderle la mano. A cena era stato ancora lui a mostrarsi galante e provare a metterla a suo agio. Aveva represso quel desiderio sentendosi quasi in dovere di giudicarsi con maggior severità di quanto in realtà fosse necessario. Non c’era nulla di male se a lei piaceva Yumeru Shinso. E non c’era nulla di male se provava a baciarlo in mezzo ad una strada, senza attendere il momento giusto davanti ad un tramonto e sotto gli alberi di ciliegio. Non c’era nulla di male provare ad essere felici. - … - Con il pretesto di farlo abbassare per osservare meglio le scarpe, gli avrebbe afferrato il viso per baciarlo. Le braccia incrociate sul collo del ragazzo ed i respiri finalmente uniti.

    Aspettati l’inaspettato, credi nell’incredibile e raggiungi l’irraggiungibile.

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    Yumeru Shinso

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    Narrato - Parlato



    Yumeru poteva percepire che nonostante i suoi sforzi per dissimulare la sua piccola gaffe non era riuscito ad arrestare quel momentaneo disagio che adesso poteva vedere riflesso sull’espressione dubbiosa di Fuyuko. Aveva sperato di aver convinto la ragazza con una mezza verità, ma prevedibilmente la ragazza era stata più perspicacie di quanto si aspettasse e aveva intuito l’ambiguità delle sue parole.
    Nella mente di Yumeru non c’era alcun dubbio che Fuyuko gli piacesse. Non si sarebbero di certo imbarazzato con quella confessione sul tetto della scuola altrimenti. Ed era anche abbastanza certo che lui piacesse a Fuyuko, altrimenti non avrebbe gli avrebbe di certo concesso quell’appuntamento, no?

    L’incertezza di Yumeru sorgeva sulla questione del quanto si piacessero. Perché temeva che una eventuale disparità dei loro sentimenti potesse risultare in incongruenze e dissonanze che avrebbero sabotato quella relazione appena nata – come due persone che vanno in bici in tandem pedalando a velocità diverse per finire a schiantarsi in un fosso.
    Temeva che se fosse stato troppo sfrontato o irruento avrebbe messo a disagio la ragazza che magari avrebbe preferito far procedere la relazione ad un ritmo più lento. E allo stesso tempo temeva anche l’esatto opposto, rimanendo cosi intrappolato in un costante dilemma. Non aiutava il fatto che non fosse particolarmente pratico di relazioni. Di relazioni durature quanto meno. Tutte le relazioni che aveva intrapreso fino a quel momento erano state relazioni per previsione non duravano mai più di una settimana.
    Ovviamente, Yumeru non aveva intenzione di risollevare la questione e decise di lasciar cadere, almeno per il momento, l’argomento nel silenzio nella falsa speranza che sparisse magicamente, un po’ come quando si spazza un cumulo di polvere sotto il tappeto.


    Fortunatamente l’atmosfera dell’appuntamento non sembrò risentirne e i due proseguirono a fare piacevole conversazione con discreta disinvoltura. Yumeru osservò con interesse la povera Fuyuko guadare le infide rapidi dell’imbarazzo cercando di replicare a tono al malizioso complimento che il ragazzo le aveva rivolto. La ragazza riuscì con estrema difficoltà a mettere insieme un complimento compiuto e Yumeru sorrise compiaciuto rispondendo “Frana? Perché mai? Io trovo tu sia stata perfetta.” – ed era vero. Yumeru di certo non si era preso una cotta per Fuyuko perché la considerava una “femme fatale” dalla lingua d’argento, e lui non avrebbe qualunque complimento suadente quanto quello imbarazzato che la ragazza si era visibilmente impegnata a mettere insieme. Nonostante ciò non poté fare a meno di punzecchiarla giusto un altro “Ma allora quando ci incontreremo in questa ipotetica biblioteca…” – esordì facendo riferimento a quella fantomatica biblioteca immaginaria che ormai sembrava più un bizzarro host club“…con tutte le quelle “ragazze” che mi danno la caccia per starcene tranquilli ci toccherà trovare un angolino… appartato.” – suggerì candidamente senza aggiungere altro lasciando che fosse eventualmente l’immaginazione a fomentarsi sull’ambiguità di quell’affermazione. Lo fece più per curiosità che per diletto: era curioso di vedere se l’immaginazione di Fuyuko e la sua fossero in grado di stare sullo stesso piano, o quantomeno lo stesso edificio.



    I due infine lasciarono il locale soddisfatti e si diressero verso il parco che si trovava estremamente vicino raggiungendolo giusto dopo aver svoltato l’angolo.
    I due vennero accolti nel parco da una impressionante vista di rosa vibrante che si mescolava alle tonalità arancioni del cielo. Come Yumeru aveva previsto e programmato.

    Improvvisamente tensione e nervosismo ritornarono da lui come un boomerang. Aveva effettivamente programmato ogni tappa di quell’appuntamento e adesso si avvicinavano al “gran finale” – dove Yumeru avrebbe dovuto richiamare coronare quell’incontro con un bacio. Lì sul momento quando aveva pianificato il tutto la cosa era sembrata ragionevole e sensata, ma adesso che si trovava nell’immediatezza dell’evento realizzò quanto fosse audace quell’intenzione. Insomma… era davvero il momento giusto? Aveva pensato che il tramonto con il ciliegi in fiore sarebbe stato lo sfondo ideale per incorniciare quel momento significativo momento romantico… ma adesso riusciva solo a pensare a quanto sarebbe stato traumatico se la ragazza l’avrebbe rifiutato.
    E con questo stato d’animo che Yumeru camminò fianco a fianco a Fuyuko tenendola per mano, con il cuore man mano che avanzavano che palpitava come quello di un condannato verso il patibolo. Troppo preoccupato a pensare a quello che avrebbe dovuto succedere per prestare la dovuta attenzione a quello che stava succedendo il ragazzo percepì in maniera piuttosto distratta quando la ragazza gli chiese un parere sulle sue scarpe.
    Un po’ stranito da quella domanda il ragazzo non era di certo intenzionato a fare l’errore di non assecondare Fuyuko. Cosi per far mostra di prendere sul serio la questione il ragazzo si chinò leggermente verso di lei per poter ammirare le suddette calzature che effettivamente erano davvero carine e s’intonavano davvero bene con l’outfit della ragazza.
    Il ragazzo dunque si appresto ad esternare il suo verdetto “Sono davver- mpf!?” – il resto delle parole rimasero sigillate dietro le sue labbra adesso premute contro quelle di Fuyuko.


    Fu cosi che Yumeru morì.


    Millenni ed eoni si consumarono in un solo istante. Il sole esplose e si spense crollando giù dal cielo, seguito dal resto delle stelle dell’universo e ogni vita e speranza venne annientata, risucchiate nel gorgogliante scarico dell’oblio. Nuovi gas presero posto nel firmamento fantasma e meraviglia! Un nuovo paradiso aveva preso forma, o magari no. Su un miniscolo granello azzurro cosmico possibilmente la vita si trascinò fuori dalle sponde oceaniche – le lucertole dominatrici mutarono in lucertole meno squamose. Le lucertole divennero uccelli, gli insetti divennero farfalle e per qualche bizzarro motivo uno specifico tipo di mela si trasformò in una banana e una scimmia cadde giù dall’albero giusto in tempo per realizzare che la vita era un po’ meglio quando non la dovevi passare a dormire con un ramo fra le chiappe o appeso a qualcosa. Nell’irrisorio lasso di tempo di solo un qualche miliardo di anni questa evolse dei pantaloni e purtroppo per qualche motivo delle camicie hawaiane a fiori.

    E finalmente lì nel mezzo di quel carosello cosmico un fortunato Yumeru si reincarnò giusto in tempo per ricevere un bacio che in un qualche modo giustificava quell’intera danza esistenziale.
    La prima cosa di cui prese consapevolezza Yumeru furono le labbra morbide e calde. Il delicato respiro di Fuyuko che s’incrociava con il suo. Le braccia della ragazza incrociate dietro il suo collo, considerata la differenza di altezza la ragazza si stava sporgendo in punta di piedi per farlo.
    Poi si rese conto che le sue mani erano adesso immerse nell’azzurro dei capelli di Fuyuko istintivamente intente a stringerla a se e a prolungare quel contatto quanto più possibile.


    Quando le labbra dei due infine si separarono a malincuore e probabilmente per carenza d’ossigeno, Yumeru si ritrovò quindi a fissare in silenzio gli occhi di smeraldo di Fuyuko. Avrebbe potuto, o forse dovuto, dire qualcosa ma rovinare quel momento con delle mere parole sarebbe stato oltraggioso come una pernacchia nel bel mezzo di un concerto di orchestra sinfonica.
    Ciò nonostante rimanere lì impalati in silenzio troppo a lungo non era il caso e cosi Yumeru riuscì ad riordinare al meglio le parole per commentare “Sai… avevo programmato un ottimo piano per questo.” – il tono era vagamente di rimprovero ma il volto, tutt’ora piuttosto arrossato, del ragazzo si rifiutava di collaborare e assumere una qualunque espressione che non fosse un sorriso ebete.
    Era sicuramente una cosa stupida da dire ma il ragazzo purtroppo non riusciva a pensare a niente più di intelligente e quindi perseverò “…avremmo avuto il tramonto e gli alberi di ciliegio, magari sarei riuscito pure anche ad elaborare qualche frase romantica da dire. Sarebbe stato perfetto.” – sentenziò per poi sospirare “…e tu hai rovinato tutto prendendomi alla sprovvista… con il miglior bacio che io abbia mai ricevuto. Lo trovo molto scorretto.” – si lamentò scherzosamente.


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    Non esisteva la perfezione. Per quanto alcune persone si ostinassero a perseguirla, aveva sempre riconosciuto le sue imperfezioni davanti allo specchio. Spesso fino ad essere fin troppo severa con sé stessa. Aveva imparato ad apprezzare ciò che di bello la vita aveva da offrire e vivere ogni singolo respiro a modo suo, senza che nessuno potesse catturarla e chiuderla in una campana di vetro. Lo stesso rapporto con Shinso non era perfetto, per quanto il ragazzo si sforzasse in ogni modo di far andare quella serata in un certo modo. Percepiva gli sforzi di Yu-kun nel rendere memorabile quella serata, forse nella speranza di ricordarla con piacere negli anni a venire qualsiasi fosse stato il destino di quel legame. Si erano promessi di dire sempre la verità e per un’esperta di mezze-verità o mezze-bugie era difficile ignorare quel retrogusto amaro che percepiva tra le labbra. Probabilmente non si sarebbero mai detti la verità per il reciproco timore di ferire l’altro. Eppure era convinta di aver sentito qualcosa di autentico su quel tetto. Se la vita fosse composta solo di razionalità e logica, allora non avrebbe mai accettato l’invito a cena di Shinso. Eppure aveva placato molte delle sue ansie con lo sguardo del ragazzo, con il vivo desiderio di stare al suo fianco. Aveva smesso di chiedersi se Shinso fosse stato fedele o se davvero sarebbe stata l’ultima della sua lista. Aveva scelto di afferrargli la mano e saltare nel vuoto con lui.

    Erano diversi, forse fin troppo diversi. Eppure aveva sempre percepito un invisibile filo che li univa. Per lungo tempo si era domandata su quei silenzi, di quei occhi tristi e di ciò che sarebbero diventati. Aveva poi capito che serviva coraggio nella vita. Scappare non era contemplato. Anzi farlo avrebbe solo fatto crescere i rimpianti che si portava dietro. Per questo decise di essere lì, intrecciare le braccia al collo del ragazzo e baciarlo. Non importava se non avevano ancora raggiunto il parco, se non percepiva il profumo dei fiori di ciliegio o si erano fermati su uno squallido marciapiede con il rumore dei clacson di sottofondo. Non esisteva momento o un modo perfetto. Esisteva solo il desiderio e la volontà di costruire qualcosa insieme.

    In quell’abbraccio di respiri, ebbe un sussulto, un piacevole sussulto quando sentì le mani del ragazzo sfiorarle i lunghi capelli turchesi. La stava stringendo a sé, sempre più forte. L’imbarazzo aveva lasciato lo spazio al desiderio. Ogni paura o preoccupazione sembrava essersi dissolta, o almeno placata dalla piacevolezza di quel contatto. Labbra contro labbra, cuore contro cuore. Una vicinanza che aveva negato fino all’ultimo, credendo che quel desiderio fosse sbagliato soprattutto se rivolto ad un amico. Eppure altri occhi, ben più razionali e lungimiranti, aveva intuito già da tempo quel reciproco desiderio. Ed ora si ritrovava lì a vivere quei momenti. Quanto era passato? Minuti? Secondi? Si rese conto che non le importava, preoccupandosi solo di modellare quelle labbra al suo piacere ed a quello del ragazzo. Aveva dimenticato del cuore che le esplodeva nel petto, dell’eccessiva sudorazione delle mani oppure delle bellissime scarpe che Mire-chan le aveva comprato per l’occasione. Stava bene. Non importava altro.

    L’imbarazzo rimpiombò sui due quando quel contatto terminò, riempito delle stupide parole di Yu-kun. Aveva intuito le sue intenzioni ed una parte di sé era contenta di avergli rovinato ogni programma. Forse ritornata a casa si sarebbe anche rammaricata per quei pensieri così ingiusti nei confronti del ragazzo. Ma tutto sommato si sentiva bene, fin troppo bene. Scrollò le spalle con un sospiro. - Bhè forse il bacio al tramonto sotto gli alberi di ciliegio non sarebbe stato così… piacevole. - Ritornò a ponderare le sue parole, come aveva sempre fatto. Il sogno di ogni ragazza era quello di baciare la propria anima gemella davanti ad un bel tramonto o sul grattacielo più alto della città. Ma si rendeva conto che tra desiderare e vivere c’era una sostanziale differenza. - Puoi portarmi sotto i ciliegi ed avere il bacio che desideri… oppure infischiarti di tutto e darmene un altro proprio qui e subito. - Incrociò le braccia dietro la schiena e rivolse lo sguardo verso Shinso.

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    Yumeru Shinso

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    Narrato - Parlato



    L’inaspettata ma gradita iniziativa di Fuyuko aveva spiazzato Yumeru come una palla demolitrice che spazza via un canarino. Il ragazzo non si sarebbe mai aspettato un approccio cosi frontale da parte della timida e docile Fuyuko. Per tutto il tempo aveva visto la ragazza come qualcosa di mite ed innocuo, come un piccolo animaletto soffice finito accidentalmente fra le sue grinfie di lupo mascalzone. E con questa mentalità il ragazzo aveva passato l’intero appuntamento facendo il suo meglio per mettere a suo agio la ragazza e non spaventarla via – avrebbe nascosto zanne e artigli, lisciato il pelo e smesso di ululare, terrorizzato dall’idea che la ragazza potesse rifiutarlo il ragazzo avrebbe scartato la sua natura di lupo e si sarebbe fatto cane.

    Ma era stato tremendamente in errore. Senza rendersene conto aveva imposto sulla ragazza un immagine fittizia di docilità e timidezza, invece che cercare di vederla per com’era davvero. Aveva cercato di costruire attorno a lei una recita sperando di compiacerla, piuttosto che cercare di interagire genuinamente con lei in maniera naturale e spontanea.
    Yumeru aveva spesso visto le sue precedenti “conquiste” in termini di “gioco”, di sfide. Non si era mai permesso di soffermarsi a considerare le ragazze che aveva approcciato come qualcosa di più di una mera conquista. E nella sua arroganza il ragazzo, pur nel suo disperato tentativo di dimostrare che con Fuyuko voleva che le cose fossero differenti , non aveva davvero preso in considerazione quanto davvero sarebbero state differenti.
    Fuyuko non era un oggetto di conquista, era la persona con cui lui aveva deciso di creare un rapporto duraturo basato sulla fiducia e l’onesta. E nonostante ciò già al loro primo appuntamento il ragazzo stava tradendo questo concetto mancando di essere onesto con la ragazza perché non aveva fiducia che lei lo avrebbe accettato per com’era realmente.
    Senza rendersene conto aveva lasciato che fossero le sue insicurezze a guidare le sue azioni, scegliendo di seguire un tracciato predefinito che aveva giudicato “normale” e “sicuro” per accertarsi che quell’appuntamento potesse risultare “da manuale”.
    Aveva ingabbiato la parte più istintiva di se per fare spazio il raziocinio. Aveva cercato di usare l’intelligenza e l’idea migliore che gli era venuta era stata quella di ascoltare il cervello invece che il cuore per il suo primo appuntamento romantico.

    Forse era per questo che Fuyuko aveva preso un iniziativa tanto audace. Forse era il suo modo, tanto sfrontato quanto meraviglioso, di dirgli di smetterla di comportarsi come un “perfetto” tizio qualunque e cominciare a comportarsi come se stesso. Fuyuko in fondo non aveva concesso l’appuntamento ad un tizio qualunque, l’aveva concesso a Yumeru – con tutti i suoi pregi e suoi più abbondanti difetti.

    Ma che fare adesso? Quella realizzazione era forse giunta troppo tardi? Era ancora in tempo per redimersi?


    Yumeru non aveva intenzione di concedere ulteriormente a dubbi ed incertezze di farlo indugiare più di quanto avesse fatto fino a quel momento. Decise di aprire le sbarre della gabbia e lasciar correre libero il suo istinto. Ok, magari non troppo libero – era pur sempre il loro primo appuntamento e si trovavano in pubblico. Il ragazzo avrebbe optato per imbrigliare l’istinto e saltare in groppa per vedere dove lo portava.

    La sua mente rimise in focus la realtà. Davanti a se c’era Fuyuko, bellissima e meravigliosa. La sensazione delle sue labbra era ancora vivida nella mente di Yumeru e il ragazzo aveva già sviluppato una dipendenza. Fuyuko gli aveva dato una scelta non particolarmente velata: continuare la farsa del “perfetto” appuntamento o cominciare godersi davvero il loro appuntamento magari non perfetto ma reale.

    Fortunatamente questa volta Yumeru non aveva alcun dubbio o incertezza sulla sua risposta. Il ragazzo sorrise ampiamente pensando che adesso stava a lui cogliere di sorpresa la ragazza. Il giovane si chinò con evidente entusiasmo su di lei e la cinse con le braccia attorno una vita… e poi la sollevò. Il gesto risultò piuttosto facile vista la differenza di stazza e la tutt’altro che modesta muscolatura del ragazzo. Le braccia toniche del ragazzo si strinsero senza troppa forza attorno alla vita snella della ragazza portandola su e il ragazzo spostò poi una delle braccia in basso per farle da “sedile”. In questo modo i due si sarebbero trovati direttamente faccia a faccia.
    Yumeru non avrebbe indugiato rispondendo “Perdonami, Fuyu-chan, ma non sono una persona piuttosto avida e bramosa e non penso di potermi accontentare. Quindi penso che sceglierò… entrambe le opzioni. Voglio baciarti adesso… e voglio baciarti sotto gli alberi di ciliegio. E voglio continuare a baciarti lungo tutto il percorso che c’è fra qui e lì. E penso che continuerò a baciarti finché tu non mi fermerai…” – e detto ciò il ragazzo tenne fede a quanto appena professato sporgendosi in avanti e cercando nuovamente le labbra della ragazza con un nuovo bacio al quale possibilmente ne sarebbero seguiti molti altri.

    Tutti perfetti, perché erano tutti baci con Fuyuko.


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    Narrato - Parlato - Pensato

    Aveva quasi la sensazione che Shinso la considerasse più come una bambolina innocente e da proteggere, che come una potenziale ragazza. Forse aveva dato questa impressione fin da quando si erano conosciuti nel campo di addestramento della Yuuei Academy. Desiderava tanto infrangere quell’immagine di sé, o almeno far capire al ragazzo di essere tanto altro. Forse fin troppo legato a quell’immagine di fragilità e bisogno di protezione Yu-kun stava facendo di tutto per regalarle l’appuntamento perfetto.

    “Baciami, Baka!” Ecco forse Sumire avrebbe dovuto insegnarle qualcosa in più, soprattutto nell’essere più sfrontata e preoccuparsi meno delle conseguenze delle proprie azioni. Doveva essere più istintiva ed evitare che la paura la bloccasse. In quel momento non desiderava altro che Yu-kun mettesse da parte ogni parola o preoccupazione e la baciasse come non aveva mai fatto. Sperava di averlo scosso abbastanza con quell’improvvisa presa di posizione, imponendo le labbra sulle sue senza attendere il fatidico “momento giusto”. Esisteva davvero un momento giusto?

    Si sentì stringere e tirar su. La Tanaka sollevò le gambe piegando le ginocchia e sul viso fiorì un rilassato sorriso. Si stava chiedendo se l’eccessivo desiderio di proteggerla potesse diventare un ostacolo al loro rapporto. Si lasciò avvolgere da Shinso, sentendo il suo corpo premere contro il suo. Un calore capace di riscaldarle il cuore e farla sentire al sicuro. Non era poi così tanto difficile renderla felice. Con il cuore che le scoppiava dalla gioia si sentì finalmente tanto vicina al ragazzo, non solo fisicamente. Sentiva che qualcosa era nato, non un sentimento che forse era già fiorito prima dell’arrivo della primavera, ma una complicità che mancava. - La smetterai di trattarmi come una bambolina? - Replicò al suo desiderio di far sue le labbra in quel momento, sotto i ciliegi e in qualsiasi altro posto. Il viso s’illuminò con un sorriso, ben contenta di sentir vicino Shinso non solo fisicamente. C’era qualcosa che le mancava, che le impediva di aprirsi completamente. Quantomeno ora provava ad affidarsi al ragazzo e costruire non solo con le parole. - Allora dovrò fermarti spesso! - Percepiva il desiderio di Yu-kun, l’ardente passione tipica della loro età. Finalmente il ragazzo reclamò il suo premio, o almeno un bacio di sua iniziativa.

    Ancora la piacevolezza di quel tocco, l’incontro di due respiri che annichilivano tutto ciò che li circondava. Il tempo sembrava essersi fermato e la sua unica preoccupazione era quella di modulare al meglio le sue labbra per poggiarle con delicatezza su quelle del ragazzo. Era un po' come una lotta tra anime selvagge, imbrigliate allo stesso carro e costrette a trovare un equilibrio. Un equilibrio tra passione, desiderio, pudore e complicità. L’amore era fin troppo complesso da descrivere a parole. Bisognava viverlo e forse un giorno sarebbe fiorito.

    Per ora all’ombra dei fiori in ciliegio i due ragazzi si sarebbero scambiati teneri baci, dolci parole e fantasticato sul futuro insieme.

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    Ciao cari :heart:
    ... Siamo sicuri che nel ristorante di Shinjiro ci siano tutti 'sti camerieri? :stare:
    Nulla da segnalare, siete stati bravi come al solito. Avete fatto 22 post quindi vi beccate il bonus.
    Anche se ero indeciso se darlo o no a Leo perché si ostina a farmi leggere muri di testo in viola.

    Yumeru: 75 exp
    Fuyuko: 75 exp

    Bye bye :sparks:
     
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22 replies since 1/7/2020, 12:46   350 views
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