Kitsunetsuki

Il suo attacco furtivo aveva funzionato parzialmente. L’esplosione della lama lo aveva colpito, ma non era stato sufficiente a rallentarlo, anzi, dopo lo scoppio il giovane dalla coda grigia aveva cambiato di nuovo forma, questa volta prendendo l’aspetto di una volpe, anche se di taglia un po' più grande del normale. Una cosa che di certo Zhen non poteva non notare erano le dimensioni della coda di quel animale, gli era parsa più grande di quando aveva l’aspetto umanoide, però il resto del corpo sembrava poco più piccolo. Probabilmente la massa complessiva del corpo rimaneva la stessa e con il suo quirk aveva la possibilità di modificarne lo stato fra solido e liquido e la sua grandezza, tipo ingrandire la mano destra anche se per compensare doveva rimpicciolire la sinistra. Quindi cosa sarebbe successo se fosse riuscito a recare gravi danni alla sua coda? Forse finche’ rimaneva trasformato non gli sarebbe successo niente, se non sentire altro che dolore, ma una volta ritornato allo stato primitivo sicuramente avrebbe avuto delle conseguenze. Chissà cosa succederebbe se durante lo stato in cui è liquido, quella sostanza venisse divisa in due, forse niente, o magari, una volta tornato allo stato umanoide, busto e gambe rimarrebbero separati, portandolo così alla morte, ma ora non aveva tempo di fantasticare su tutti i modi possibili per ucciderlo, prima doveva riuscire a bloccarlo. Quello non faceva altro che scappare, cosa che al sadico divertiva ma allo stesso tempo infastidiva. L’idea di inseguire la sua preda era allettante, soprattutto se alla fine avrebbe avuto la soddisfazione che voleva, ma il pensiero che poteva riuscire a scappare lasciandolo cosi a mani vuote lo preoccupava ancora di più. Non voleva farlo fuggire, non ora che gli aveva puntati gli occhi addosso, non ora che aveva il desiderio di uccidere, non ora che aveva così tanta sete di sangue. Non era difficile capire che ora, trasformato in un animale a quattro zampe, qualcosa sarebbe cambiato, altrimenti che senso avrebbe avuto trasformarsi? Non erano rari i casi in cui le persone riuscivano a modificare il proprio corpo diventando simili ad alcuni animali, in fondo vedeva unicità e aspetti diversi ogni giorno, e una volta trasformati avevano una particolarità e caratteristica in più che da umani non hanno, avvicinandosi a dei veri e propri mutant. C’era chi poteva trasformarsi in un gorilla per aumentare la proprio forza, oppure in un cane per aumentare il senso del fiuto, o trasformarci in qualche uccello per volare o pesce per nuotare. In quel caso era la velocità di quell’individuo, anche se Zhen gli stava rincorrendo di dietro, non poteva non notare come la distanza fra i due stesse aumentando, e doveva fare qualcosa prima che la distanza superasse i 10 metri, nella quale quella volpe grigia sarebbe uscita nel suo raggio di azione, e in quel caso quello che poteva fare sarebbe stato poco e niente. Doveva fare in fretta. Non sapeva quanto fosse utile lanciare un altro pugnale per poi farlo scoppiare, probabilmente ora Keith se lo aspettava, e c’era l’eventualità che lo potesse schivare, anche se comunque sarebbe stato un po' difficile anche per lui, ma non poteva rischiare, perciò, aveva bisogno che lo distraesse prima in qualche modo. La volpe aveva ancora sopra quei due proiettili di mercurio, e Zhen avrebbe utilizzato questi. Da uno dei due proiettili avrebbe creato una lama di 20 cm che avrebbe trafitto le carni del giovane, e da dentro la coda, da esattamente dalla punta della lama, ci sarebbe stata un’altra esplosione, e anche se non avrebbe raggiunto il corpo principale del ladruncolo per via della carne che ci sarebbe stata di mezzo, avrebbe probabilmente recato gravi danni all’interno di quello spazio. Ma l’attacco del sadico non sarebbe di certo finito lì, doveva in qualche modo rallentarlo. Non sapeva se quel piccolo combo di attacco avrebbe fermato il fuggitivo, ma sicuramente sarebbe bastato a distrarlo, nell’esatto momento dell’esplosione, modificando il filo della lama in mercurio, avrebbe lanciato il pugnale che aveva preso poco prima dalla cintura, questa volta non avrebbe mancato il bersaglio, ma avrebbe mirato al dorso, se lo avesse colpito, con il veleno che ci sarebbe stata su quell'arma, sarebbe riuscito a indebolirlo. Chissà se l’esplosione che sarebbe avvenuto all’interno del corpo della volpe avrebbe causato le tragiche conseguenze che il giovane mascherato aveva pensato, sperava tanto di si.

Il sadico doveva fare qualcosa il prima possibile altrimenti quel mutant sarebbe riuscito a scappare, infatti, prima che quest’ultimo riuscisse ad allontanarsi troppo, Zhen provò ad effettuare un ultimo attacco facendo esplodere una lama di metallo nella coda della preda. L’obiettivo principale non era recargli danno, ma colpirlo con la lama avvelenata, infatti lo scoppio doveva essere utile solo a distrarlo per una frazione di secondo. Compiendo quell’attacco, per quanto il giovane mascherato era riuscito a vedere, anzi, a sentire attraverso il suo quirk, probabilmente lo aveva colpito anche se purtroppo solo di striscio, infatti la lama non era riuscito a conficcarsi dentro il corpo, ma aveva continuando a volare dritto, forse schiantandosi contro qualche ostacolo più avanti. Qualora lo avesse davvero preso, ora doveva solo attendere che il veleno facesse effetto, nel mentre continuò a correre verso Keith, anche se questo era più veloce, di certo non poteva fermarsi altrimenti era come se rinunciasse alla caccia. Mentre correva afferrò la pistola dalla cintura, e rapidamente caricò l’arma, successivamente mirò contro il giovane. Mirava, mirava, continuava a mirare, ma non premette il grilletto. Non riusciva proprio a prendere la mira giusta mentre era in corsa, era troppo abituato ad utilizzare i coltelli e quella era un’esperienza del tutto nuova, in più era quasi sicuro che il proiettile non sarebbe arrivato, trattandosi di un’arma particolarmente piccola con pallottole diverse da quelle tradizionali, il raggio era abbastanza corto, così, cercando comunque di raggiungere Keith, rimise la pistola al suo posto. Arrivò il momento che lo perse completamente di vista, non solo la distanza era aumentata notevolmente, ora anche il buio stava aiutando quel giovane con la coda a nascondersi, cosa che al giovane mascherato recò parecchio fastidio. Rimanendo con l’abilità attiva riuscì a percepire la lama scagliata in precedenza, era a terra e a quanto pare era sbattuta contro il muro, prendendola vide che la punta non si era spaccata, almeno aver lanciato il pugnale con la lama più spessa era stato in qualche modo utile. Nell’oscurità continuò ad andare dritto, in cerca di quel ladruncolo, fino a quando, lontano, vide una piccola luce nel buio. Era davvero lui? Davvero quello si era lasciato scoprire così facilmente? O magari era qualche altra persona che si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Di certo se fosse stata quest’ultima opzione quell’individuo non avrebbe dimenticato quella serata, Zhen stava cercando di uccidere uno e perciò non ci dovevano essere testimoni intorno. Era ad una distanza di poco più di quindici metri e il sadico non ci pensò due volte prima di avvicinarsi cercando di fare meno rumore possibile. La luce proveniva da un cellulare, perciò non era troppo potente, ma almeno bastava per vedere qualche metro avanti, anche se puntava ad una direzione, una piccola e scarsa quantità di luce arrivava ad illuminare la parte posteriore del dispositivo, forse era anche la luce del display a fare luce, ma comunque, il sadico, non pote’ non riconoscere quella tuta, in più anche l’altezza lo confermava, quello era Keith. Davvero era stato tanto stupido da farsi trovare? Probabilmente non riusciva a vedere nell’oscurità come fanno gli animali notturni, ma comunque sarebbe stato più saggio allontanarsi lentamente, almeno non si sarebbe fatto trovare subito. Doveva agire prima che quello ritornasse a correre come prima. Ora stava fermo, perciò poteva utilizzare la pistola, avvicinandosi lentamente, e afferrando l'arma, puntò la canna verso il giovane. Dopo una breve ma attenta mirata, sparò. Il buio poteva giocare un brutto scherzo, ma comunque, grazie a quella luce poteva riuscire a capire più o meno la posizione del bersaglio, infatti, premendo rapidamente tre volte il grilletto, sparò il primo colpo a circa 30 cm dietro il cellulare, mantenendosi quella altezza, se avesse avuto fortuna avrebbe colpito il busto, ma uno non bastava per questo motivo aveva sparato altre due volte, il secondo alla stessa ma a circa 20 cm dietro, e con l’ultimo cercò di colpire il telefono, forse sarebbe riuscito a colpire la mano, ma anche se fosse riuscito a colpire il dispositivo elettronico, gli sarebbe tornato probabilmente utile.

Nonostante avesse cercato di avvicinarsi il più silenzioso possibile, sarebbe stato comunque difficile farlo quando si hanno numerosi oggetti metallici sopra e un silenzio tombale intorno, ma comunque riuscì ad entrare a portata della sua arma e quando mirando, stava per premere il grilletto, Keith si girò verso il sadico facendo segno di resa e chiedendo un momento per riflettere. Quel giovane mutant era fin troppo stupido per i gusti del ragazzo mascherato, con chi stava pensando di parlare, dopo che era scappato per tutto il tempo, dopo che aveva fatto aumentare la fame di Zhen, ora che l’adrenalina e la frenesia gli stava circolando per tutto il corpo, doveva smettere?
Con la torcia del telefono mostrò il suo stesso volto. Quel viso era cambiato, i suoi occhi non erano più color oro ora, ma mostravano il viso del suo assalitore. Cosa che a quest’ultimo fece venire un attimo di dubbio, ma ricordandosi del tipo di quirk che aveva la sua preda, cambiare forma in fondo non era fin troppo strano, dopo che lo aveva visto diventare una sottospecie di volpe davanti i suoi occhi ormai doveva aspettarsi di tutto da lui. Sembrava che volesse dire qualcosa, ma non ebbe il tempo di dire molto. Con la torcia puntata su se’ stesso, ora il sadico aveva la possibilità di vederlo, prendere bene la mira, colpirlo e finirlo una volta per tutto. Il gioco era durato abbastanza. Non fece nemmeno caso al display del cellulare, anche perché era abbastanza lontano, circa 9 metri, forse un po' meno, e per controllare la foto al cellulare doveva avrebbe dovuto esaminarlo attentamente per qualche secondo. Quindi, come ideato poco prima, sparò quei suoi 3 colpi rapidamente, due colpi al secondo, quindi in totale la sparatoria sarebbe durato 1 secondo e mezzo. Con il primo sparo la pallottola avrebbe puntato esattamente il centro del petto, con il secondo un po' più giù, verso gli addominali, mentre con il terzo avrebbe cercato di colpire la mano che teneva il cellulare. Sapeva bene che il suo bersaglio aveva la possibilità di togliersi quella melma da dosso, per questo doveva agire rapidamente. Il colpo che avrebbe cambiato il corso di questa azione sarebbe stato il primo. Quel proiettile che viaggiava a più di 500 km/s, non avrebbe avuto nemmeno il tempo di arrivare al corpo, o per lo meno, ad attaccarsi sui vestiti, che la sua forma si sarebbe solidificata, e da esso, due spuntoni lunghi 20 cm avrebbero penetrato rapidamente le carni del giovane, perforando entrambi i polmoni. Anche se fosse riuscito a bucare due organi vitali, non conosceva la rigenerazione che aveva quel Keith, per il momento era sicuro di averlo preso un po' di volte eppure non era riuscito a vedere nemmeno un po' di sangue, perciò doveva agire in fretta. Con il terzo colpo, quello puntato verso la mano, qualora fosse riuscito a prendere l'arto, avrebbe utilizzato instant explosion, in modo da togliere quella poca luce presente, successivamente, senza perdere tempo, si sarebbe immediatamente diretto verso il giovane, mentre con la sinistra avrebbe afferrato un pugnale dalla lama spessa, e sfruttando la situazione, gli oggetti metallici dentro il corpo e l’esplosione, avrebbe approfittato per trafiggerli con un affondo gli addominali superiori, dove era presente l’intestino, se fosse riuscito al colpirlo, con l’aiuto della forza dello scatto, avrebbe girato il busto in senso orario mentre avrebbe messo tutta la sua forza nel braccio, continuando il taglio verso destra. Così Zhen non avrebbe conosciuto il motivo di quella “pausa”, ma non aveva voglia di parlarci, e in ogni caso molto probabilmente, non avrebbe comunque cambiato idea. Anzi, forse sentirlo lo avrebbe fatto innervosire ancora di più, se fosse stato ricattato, quel divertimento che stava provando in quel momento, sarebbe diventata rabbia, e di certo non sarebbe stata una foto del suo viso a fermarlo. Magari quel Keith pensava che lui portasse quella maschera per nascondere la faccia da occhi indiscreti, certo, da una parte aveva ragione, ma la ragione principale era nascondere quella cicatrice che per qualche motivo dava fastidio mostrare, e poi ormai era abituato a coprirsi il viso, anche se avesse scelto una strada diversa, più normale, avrebbe comunque tenuto quella maschera con se’, e poi, nessuno a Tokyo conosceva il suo volto, solo quel giovane mutant, forse sarebbe stato più furbo fare una foto di lui mascherato, sarebbe stato più facile da scopire, in fondo portava quasi sempre la stessa benda nera.

Quella situazione sembrava una corsa al gatto e al topo, quel Keith che non faceva altro che scappare e il ragazzo mascherato che continuava a rincorrerlo di dietro nell’intento di bloccarlo e finirlo. Se lo avesse voluto subito morto, sarebbe stato più facile finirlo nel momento in cui lo aveva tramortito, ma il suo obiettivo principale però non si era concluso, voleva comunque sottoporre quel ladruncolo ad una tortura lenta e dolorosa, per questo, se lo avesse colpito con la sua serie di attacchi, lo avrebbe trascinato nell’edificio da cui erano usciti e gli avrebbe fatto bere la pozione di rigenerazione per rimetterlo più o meno in sesto, per poi, ucciderlo lentamente. Sparò il primo colpo puntando al petto, voleva trafiggere i polmoni, ma non si sarebbe aspettato quei rapidi riflessi del mutant, infatti quest’ultimo, riuscì ad essere più veloce del proiettile e bucando il proprio corpo riuscì ad evitare che le lame gli trafissero gli organi, mentre però non fu tanto rapido dall’evitare l’esplosione che avvenne poco più tardi. Dopo aver utilizzato la pistola, ora era l’ora delle lame e afferrando il suo coltello caricò verso il mutant. Quella sua sete di sangue, aveva voglia di assaggiare quella carne, voleva vedere la faccia di quel ragazzino terrorizzata, desiderava vedere i suoi occhi colmi di terrore, il viso bagnato del suo stesso sangue, lo voleva torturare, torturare e torturare ancora, aveva atteso fin troppo, ora era tempo di divertirsi. Mentre si dirigeva verso la sua preda con i suoi sadici pensieri e fantasie, un’improvvisa e dolorosa emicrania lo colpì al lobo frontale, costringendolo a chiudere per una frazione di tempo gli occhi, a rallentarlo, e appoggiare con il dorso della mano destra il punto dolorante. Come se non bastasse, in questo asso di tempo una forte ventata d’aria lo colpi, facendogli perdere l’equilibrio e facendolo scivolare a terra. Non capì molto di quello che era appena successo, era nervoso e allo stesso tempo arrabbiato
Che cazzo è appena successo
Quel dolore che gli era venuto continuava a persistere, ma il suo obiettivo era lì, non poteva ignorarlo e per il momento era costretto a resistere, il dolore che sentiva era tremendo, come se l’uomo più forte al mondo avesse appena dato un potente schiaffo alla sua faccia. Quando rivolse gli occhi in avanti verso il giovane ladruncolo, questo era già sparito, ma sentì sopra di lui un forte battito d’ali, e controllando da dove provenisse il rumore, guardò in alto. Capì immediatamente che si trattava della sua preda, sapeva pure volare? Perché non lo aveva fatto appena uscito dall’edificio, gli sarebbe stato subito più facile scappare, ma ora non era tempo di porsi le domande, doveva fermarlo. La mano sinistra non aveva più il coltello, lo aveva lasciato un attimo prima di cadere, di certo non voleva rischiare di trafiggersi da solo con la lama, ma con la destra teneva ancora la pistola. Durante la sua breve sparatoria, il suo secondo colpo era riuscito a colpire il busto del bersaglio e ora, prima che riuscisse ad uscire dal suo raggio di azione, Zhen cercò di sfruttarlo per creare ancora una volta una lama in modo da trafiggerlo dall’interno, il problema però era che al momento non riusciva a percepire niente intorno a lui, come se il suo quirk si fosse bloccato all’improvviso, forse la causa era che insopportabile mal di testa, magari quel giovane gli aveva fatto qualcosa senza rendersene conto o forse era stato qualcun'altro, nascosto nell'ombra. Non voleva arrendersi, come ultimo atto disperato afferrò un coltello dalla sua cintura e lo lanciò contro il mutant, ma lo mancò miseramente, non riusciva nemmeno a prendere la mira come si deve
Che cazzo mi sta succedendo
Si chiese innervosito, ignaro di quello che gli stava succedendo. Si inginocchiò verso il terreno, tenendo la testa con entrambe le mani mentre con queste premeva il cranio con forza, come se volesse tamponare il dolore, mentre il suo respiro era diventato più intenso e pesante, abbassò la maschera per respirare meglio. Dopo circa 10 secondi di inferno il suo corpo si calmò. Il dolore alla testa diminuì e riuscì lentamente ad rialzarsi, ormai era tardi per inseguire il mutant, non sapeva nemmeno verso dove si era diretto. In quel momento si sentiva una vera merda, l’unica cosa che poteva fare e ritornare indietro. Dopo aver raccolto la lama, sistemato la propria benda nera ed effettuato circa 10 passi, il silenzio della zona fu interrotto dal suono delle sirene
Cazzo!
Il rumore però era basso, ma sicuramente non sarebbe passato molto tempo prima che quella zona fosse piena di poliziotti e forse anche eroi. Correndo velocemente, prese il borsone che teneva nella stanza, dove prima aveva portato il giovane, successivamente si diresse verso le buie strade della città. Per fortuna aveva deciso lui il posto, e aveva scelto una zona aperta, dove ci sarebbero state presenti molte vie per la fuga, la sua precauzione lo aveva in un certo senso aiutato a scappare. Chissà chi l’aveva chiamati, forse lo aveva fatto il mutant, quando lo aveva visto immobile con il cellulare forse era per quel motivo, stava aspettando l’aiuto della polizia. Sicuramente in molti si sarebbero diretti in quel punto, e forse, per cercare qualcuno intorno alla zona si sarebbero divisi in pattuglie di 3-4 agenti, ma qualora qualcuno sarebbe andato incontro al sadico, probabilmente avrebbe fatto una brutta fine, rapida e dolorosa. Per fortuna arrivò al suo appartamento sano salvo, ma il suo dolore alla testa non era finito, come un tamburo gli stava fracassando il cervello. Appena entrato buttò il borsone in avanti e si diresse rapidamente in bagno, gli si manifestò dal nulla un insolito senso di nausea e davanti allo specchio, togliendosi la maschera, si guardava in faccia con uno sguardo pietoso, improvvisamente sentì una strana sensazione provenirgli dal suo petto, come se qualcuno gli stesse stritolando il cuore, poi, poco dopo, vomitare nel lavandino. Il suo rigetto però non era la solita poltiglia di cibo e liquidi, ma era sangue. Aveva appena vomitato il suo stesso sangue. Le sue forze stavano lentamente svanendo. L’ultima cosa che ricordò il sadico di quella sera fu il suo pavimento bianco e gelido, mentre lentamente chiudeva gli occhi entrando nel vuoto. Il giorno dopo non si sarebbe risvegliato nel suo bagno, ma il suo risveglio sarebbe stato polveroso e sporco, il suo fiato era caldo se lo poteva sentire sul suo volto, questo perché addosso teneva la maschera antigas. Ancora un po' tramortito, cercò di far elaborare il suo cervello capendo cosa gli era successo. Si tolse la maschera e cercò di capire dove si trovava. In quel momento era steso sopra una superficie dura, coperto da un telo ma probabilmente copriva un blocco di mattoni, più tardi avrebbe avuto sicuramente mal di schiena di certo non era abituato a dormire su delle superfici così rigide. Guardando intorno si trovava probabilmente in un edificio in costruzione, anzi, era abbandonato, sul pavimento erano presenti vari metalli arrugginiti in più era presente della muffa in alcuni angoli della stanza. Appoggiò i piedi sul pavimento, sentendo provenire da esso un brivido gelido. Sotto quel blocco di pietra era presente una grande macchia di sangue, dalla densità di quel liquido si capiva che era relativamente fresco.
Che diavolo succede?
Si chiese con una insolita aria spaventata. Solitamente quella vista non lo avrebbe fatto nessun effetto, ma ora era diverso, non sapeva cosa quella notte gli era accaduto. Controllò le sue mani, la sua giacca nera, alcuni suoi coltelli, la sua maschera, tutto era sporco di sangue.