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.Sumire MurakamiLe iridi azzurre di Sumire si socchiusero, mostrando perplessità e sorpresa a quell'affermazione improvvista del corvino. Lo disse con tale leggerezza che poteva passare per nulla, eppure era una cosa davvero triste. Forse come al solito Gin stava esagerando e non era veramente così, ma se lei fosse stata nei suoi panni non avrebbe sopportato quella sensazione.
La sua doveva essere una sorta di mancanza, per lei non vi era nulla di peggio che l'essere ignorata, giusto alcuni mesi prima aveva parlato con Tobi del fatto che odiasse i suoi non la ascoltassero, e cercava negli altri ciò che non aveva dalla sua famiglia.
Perciò quello che aveva appena detto Gin era terribile e non capiva come lo potesse affermare con un sorriso. Che cosa avrebbe dovuto dirgli? Avrebbe dovuto passare oltre e far finta di nulla? Ora era lei a sentirsi un po' a disagio, perchè nel rivedersi in quelle parole avrebbe desiderato parole di consolazione, e lei non era in grado di dare conforto né Gin ispirata tale sentimento. ‹ A me importa ciò che dici. ›, era una cosa stupida da dire, o almeno Sumire la considerò tale due secondi dopo averla pronunciata, e il suo ragazzo forse non l'avrebbe nemmeno presa sul serio: sparava sciocchezze la maggior parte del tempo, a chi poteva importare di tutto ciò che diceva?
Anche se si sarebbe per sempre lamentata di tutta quella sua loquacità, Gin era l'unica persona a cui prestava tutta la sua attenzione anche quando parlava delle sue solite cose senza senso, l'unico che desiderava ascoltare senza interromperlo, qualunque cosa dicesse. Non si sapeva spiegare il perchè di quel sentimento proprio a lui, e nonostante amasse i momenti in cui non parlava, apprezzava anche quelli in cui lo faceva troppo, ritrovandosi così lei con la mente vuota di pensieri, preoccupandosi solo di sentirlo.
Nonostante la sua parlantina, il ragazzo dai lunghi capelli neri non era mai invadente e non insisteva su argomenti di cui Sumire non sembrava voler parlare, e fortunatamente non insistette sul motivo per cui lei si trovava alla UA.
Non era come Yumeru, che era arrivato a tirarle fuori la verità in modo improvviso e brusco, arrivando a farla piangere. Non ce l'aveva con lui, quel che era successo l'aveva aiutata a riflettere su se stessa. Se non fosse stato per lui sarebbe comunque scoppiata in qualche altro modo, in qualche altro momento, forse anche peggio di com'era andata, ma non poteva dire di essersi sentita a suo agio col suo metodo. E se lo poteva accettare e sopportare da Yumeru, difficilmente avrebbe fatto lo stesso se fosse stato il suo ragazzo. Shinso e Gin erano entrambi esasperanti, ma in maniera differente, e sarebbe risultato troppo sbagliato se fosse stato Gin se fosse stato lui a farla piangere; poteva arrabbiarsi e odiare il suo amico, ma il suo ragazzo non poteva farla soffrire, che fosse o meno a fin di bene.
Gin era una persona molto più complicata di quel che appariva, capiva che potesse risultare difficile ascoltarlo, soprattutto perchè quando voleva sapeva diventare irritante e farsi odiare, ma non era superficiale, né stupido, né un criminale. Bastava ascoltarlo ora, scavare un po' più affondo di quell'apparenza da cattivo ragazzo che mostrava, ed ecco la persona sensibile che in realtà era.
Il suo ragazzo aveva quelle cose che a lei mancavano, il suo metterci tutto sè stesso in quello in cui credeva, anche se il suo metodo era intricato e un po' complicato perchè passasse per messaggio, gli sarebbe bastato poter cambiare anche solo una persona. Quella determinazione, e quell'empatia verso gli altri, lo rendevano così umano, ed erano lontane da lei da non riuscire a comprenderle del tutto. Perché avrebbe dovuto essere lui a lottare contro i pregiudizi? ‹ Perchè ti importa così tanto? › Senza quell'inchiostro sulla sua pelle e la sua lunga chioma nera, era un ragazzo giapponese come tutti gli altri, perchè complicarsi la vita in quel modo?
‹ Non voglio dire che sia sbagliato ma tu avresti potuto vivere la tua vita tranquillo, senza doverti preoccupare se non ti prenderebbero in un lavoro perchè sei pieno di tatuaggi. Perchè farti ciò? › , non comprendeva la sua decisione così estrema, nel lottare contro qualcosa che quasi non lo riguardava.
Notò come, nel mentre parlava, le sue dita passassero sui propri capelli una volta e poi di nuovo, in un gesto involontario che non l'aveva visto ripetere spesso, e come poco dopo alleggeriva il discorso. Lei rise, scuotendo la testa. ‹ Già, solo che a te non pagano. ›, e prese la mano che teneva tra i capelli, intrecciandolo alle sue dita.
‹ Andiamo? ›« I once believed love would be burning red
but it's golden like daylight »SPOILER (clicca per visualizzare)Sorry il ritardo,,. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)[spoiler_tag][/spoiler_tag]Nessun problema, figurati.
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.Sumire MurakamiSumire assunse un'espressione offesa quando il corvino le ribadì che lei ascoltava solo se stessa. ‹ Questo non è assolutamente vero! › esclamò indignata. Era migliorata molto rispetto alla Sumire che era già solo alcuni mesi prima, Gin probabilmente non l'aveva mai nemmeno vista nei suoi momenti peggiori, perchè come aveva detto poco prima, lei lo ascoltava sempre, e si faceva convincere da lui relativamente in fretta. Cosa che ovviamente non succedeva con tutti gli altri.
Era vero che di solito faceva di testa propria e oltre a Gin poteva contare sulle dita di una mano le persone di cui di cui le importava il loro parere e a cui forse avrebbe dato ragione: Fuyuko, Tobi e a volte anche Yumeru, ma con lui era più difficile, perchè qualunque cosa lui dicesse automaticamente Sumire aveva voglia di fare tutto il contrario, non accettava che lui potesse mai essere dalla parte del giusto. A volte considerava di non rispettarlo come faceva invece con Tobiko o l'amica dai capelli turchesi, ed un po' era così, forse anche colpa della loro rivalità. Come aveva già dimostrato il giorno dell'esame della licenza provvisoria, Sumire non accettava facilmente ricevere ordini da lui, lo vedeva come un'affronto, perchè significava che era il leader, che era meglio di lei, e non sarebbe mai stato così.
E poi arrivò di nuovo quella domanda, Sumire rimase spiazzata per un secondo, pensando velocemente a cosa poter dire, se parlargliene sul serio o inventarsi qualche scusa. Erano strano che insistesse così tanto su quell'argomento e non capiva perchè gli importasse così tanto, l'albina non aveva nemmeno le idee chiare su cosa lui pensasse sugli eroi in generale, dato che di solito sfuggiva l'argomento, lui non le aveva mai detto nulla che potesse farle sembrare non gli piacesse la carriera che aveva intrapreso, ma nemmeno il contrario.
Fortunatamente non ebbe bisogno di far finta di non averlo sentito, lui la bloccò sul nascere, utilizzando la domanda —l'albina aveva comunque il sospetto lui l'avesse posta apposta— per iniziare il suo discorso sul fatto che fosse giusto proteggere le persone dalla società, dai pregiudizi, e che quindi fosse semplicemente naturale immolarsi per una causa in cui credeva. Il suo discorso aveva senso, il problema era il suo portare tutto all'estremo, difendere una causa andava bene, ma fino ad arrivare a penalizzare anche se te stesso? Probabilmente Gin era fatto così e Sumire non lo avrebbe compreso fino in fondo, forse nemmeno lui stesso si capiva a pieno.
Sumire non si sarebbe mai sentita del tutto a suo agio a vivere in America, non li considerava poi come un buon esempio, troppo lontani dalla cultura giapponese e dalla loro educazione, forse era un po' troppo, come passare da un'estremo all'altro. ‹ Non mi avevi mai detto militassi. › ammise sorpresa, aveva ormai dato per scontato sapesse più o meno tutto del suo ragazzo, e questo la faceva sentire più sicura, al contrario di Gin le persone misteriose non avevano alcuna attrattiva per lei, le portavano solo un senso di sfiducia. Era comunque contenta di scoprire questo suo lato, che non aveva mai avuto occasione di venire fuori.
‹ Tu sei esattamente così scemo Gin. › disse ridacchiando, anche se forse quell'aggettivo non era quello che lei avrebbe utilizzato, Gin non era stupido, era impulsivo, chissà quanto tempo aveva impiegato a decidere se tatuarsi un drago che ricoprisse gran parte del suo corpo, non gli dava più di qualche giorno. ‹ Non mi stupirei se un giorno ti trovassi con un tatuaggio sul viso. Ma ti prego non farlo, te lo proibisco. ›, si alzò anche lei, notando come subito avesse afferrato la sua mano. Si stava già prendendo troppe libertà, il fatto che l'avesse baciato una volta in un luogo pubblico —in cui comunque era molto difficile vederli— non significava che avrebbero passeggiato tutto il tempo mano nella mano. ‹ Non ti ci vedo come modello, più come idol. ›, non riusciva ad immaginare Gin camminare su una passerella o qualunque cosa che implicasse starsene in silenzio con un'espressione troppo seria, come attore avrebbe potuto sfogare tutto il suo lato logorroico. ‹ Come cantante magari? Mi divertirebbe molto vederti cantare e ballare (...) ›
La serata non era andata come lei l'aveva ideata, già solo il fatto che Gin stesse tornando a casa con lei era fuori programma, era stata meglio sotto molti punti di vista. Forse era un segno che cercava di spiegarle che non tutto doveva seguire un'ordine prestabilito per essere perfetto, che certe volte era meglio quando le cose accadevano in maniera naturale, che anche le sorprese e gli imprevisti potevano essere piacevoli.« I once believed love would be burning red
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.CITAZIONEUna delle role a sfondo Tanabata più belle, complimenti
Nulla da segnalare, avete fatto 33 post quindi prendete il doppio bonus. Che carini.
Un unico appunto per Lostien, ricostruendo le vicende dalla tua cronologia mi risulta questo sia lo slot specifico estivo per il Tanabata, e che quindi la base massima fosse di 25 e non 50 exp. Se dovessi sbagliarmi sai dove contattarmi, ma in ogni caso questo è lo specifico motivo per cui invitiamo sempre a scrivere da qualche parte che slot si sta utilizzando, se è diverso da quello base
Gin: 50exp +25exp +25exp
Sumire: 25exp +25exp +25exp
Chiudo.