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.Fuyuko Tanaka
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Tobi Fukuda Narrato. -Parlato.-
Le chiavi girarono nella serratura di una casa di campagna, strette dalla mano un po' incerta di Tobi. Al sentire che facevano un giro completo e la porta ancora non si era aperta, tirò un sospiro di sollievo: se era chiusa a chiave, non c'era nessuno dentro. Il ragazzo dunque entrò nella sua vecchia casa a Hinode, senza annunciarsi come faceva sempre, lasciando le scarpe prima del solito scalino che dava al tatami. Con aria un po' circospetta, nonostante fosse relativamente sicuro di essere solo, si aggirò fra le familiari mura domestiche e camminò sino a fermarsi davanti alla stanza di sua madre. Sospirò, con aria afflitta, ed aprì la porta scorrevole. Prevedibilmente, il letto era vuoto, ma lo degnò appena di uno sguardo prima di raggiungere l'armadio: aprì quest'ultimo dal lato sinistro, che sapeva essere il "lato di papà", e scrutò all'interno. Fu investito da un odore fin troppo vago perché gli ricordasse qualcosa di preciso, ma tanto nostalgico da farlo tentennare. Erano tempi molto più semplici, quelli, per quanto poco ne ricordasse. I suoi occhi scrutarono l'interno dell'antro ed infine trovò quello che cercava, lo afferrò e lo mise nello zainetto che si era portato, avendo cura di non stropicciarlo. Abbandonò la stanza, la richiuse dietro di sé e fece tappa in cucina per scarabocchiare qualcosa su un foglietto e lasciarlo sul kotatsu.Ho preso lo yukata di papà per il Tanabata. Lo riporto la settimana prossima.
Valutò se scrivere altro, ma alla fine lo lasciò così com'era, posandoci la penna sopra per evitare che (eventuali) folate di vento lo spazzassero via. Di lì a qualche istante, si stava già rimettendo le scarpe: uscendo dall'abitazione e richiudendosi la porta alle spalle, tirò un lungo sospiro, dopodiché chiuse a chiave come aveva trovato arrivando. Come aveva detto a Sumire, tornare in quella casa era sempre più difficile, era così pregna di emozioni e sentimenti inespressi che le sue pareti sembravano vibrare con aria minacciosa, come se stesse per collassare: Tobi poteva sentirle stringersi su di lui e soffocarlo sempre di più.
Tobi
Ma anche per quel giorno, sembrava averla scampata
Lo sforzo di andare a recuperare un indumento di cui tutto sommato non gli era mai importato nulla in una casa in cui preferiva non stare veniva dal semplice desiderio di accontentare Fuyuko. Non avrebbe finto che il festival non gli interessasse o che si era lasciato trascinare, era una tradizione che gli piaceva osservare e ne adorava le varie sfaccettature più pratiche, come quello stupido gioco con i retini di carta. Forse era un po' scorretto partecipare, con un Quirk come il suo, ma l'espressione di chi lo circondava nel vederlo non fallire mai era sempre impagabile: era uno dei pochi momenti di ribalta che un bimbo riservato come lui aveva mai avuto. Però, ecco, se non ci fosse andato con Fuyuko non si sarebbe certo sforzato di andare a prendersi il vecchio yukata di suo padre. Però conosceva la sua amica, e sebbene non glielo avesse chiesto era più che al cento percento sicuro che si sarebbe presentata in uno splendido yukata, con i capelli acconciati e tutto quanto.
Insomma, non solo non voleva farla sfigurare, ma sapeva quanto l'amica ci tenesse a queste cose e voleva assecondarla senza che lei nemmeno gli chiedesse nulla. Voleva fare qualcosa di carino per lei, perché ultimamente... sì, l'aveva evitata, o perlomeno si era reso meno reperibile di quanto non fosse di solito. Per nessun motivo in particolare, solo che raramente usciva da solo con lei ed uscendo in tre... nessuno aveva mai fatto nulla per mortificarlo, ma si sentiva sempre di troppo.
Non aveva capito bene come si fossero trovati da soli quel pomeriggio, forse Yumeru era impegnato o semplicemente anche a lei andava di passare un po' di tempo con Tobi, chissà, forse anche lei si era resa conto che si stavano vedendo meno del solito. In ogni caso, visto che il ragazzo sarebbe andato comunque al festival, non aveva un vero motivo per rifiutare, e gli andava di vedere Fuyuko. Forse ci stava solo pensando troppo, come sempre. Piuttosto, da quando la ragazza gli aveva proposto di trovarsi lì al festival, aveva come una strana sensazione di sospetto, il che era singolare se associato all'innocente e gentile Fuyuko: non si aspettava certo che gli avrebbe giocato un qualche brutto scherzo, ma non poteva levarsi dalla testa che i suoi occhi smeraldini gli stessero celando qualcosa.
No, doveva sbagliarsi per forza: cosa mai poteva avere in mente di così diabolico?
Visto il caldo, una volta arrivato nei pressi del luogo d'incontro si fermò a comprare due ghiaccioli, uno all'arancia per Fuyuko ed uno alla menta per sé stesso, scartò il proprio ed iniziò a farselo sciogliere in bocca mentre cercava la ragazza. Quando la adocchiò non poté non sorridere nel notare che aveva fatto centro: indossava un meraviglioso yukata blu ornato da un nastro verdognolo. Lo yukata che indossava lui, d'altro canto... beh, non era brutto, era molto tradizionale, però era un po' consunto: era palese che avesse vissuto diverse decine di Tanabata: era di un profondo verde scuro e decorato con una fantasia di foglie di gingko biancastre. Forse ci voleva un po' di fantasia per identificarle, potevano sembrare nuvolette di primo impatto, ma il ragazzo ormai sapeva che si trattava di foglie e non riusciva a vederci nient'altro, sebbene ricordasse distintamente di aver creduto fossero ventagli, da piccolo. La ragazza era affaccendata ad una bancarella, dunque Tobi si annunciò salutandola.
-Oh, nemmeno mi aspetti per fare compere?- Un grande sorriso avrebbe tradito il suo reale stato d'animo, accogliendo la sua amica quando si fosse girata sentendo il suo richiamo. -Ciao. Per te, prima che si sciolga.- La esortò, tendendo il braccio verso di lei ed offrendole il suo ghiacciolo all'arancia. -Che hai preso di bello? Un talismano?- Domandò dunque, con un sorrisetto un po' malizioso: non faceva mistero del suo scetticismo, sebbene rispettasse le tradizioni non le riteneva più che un vuoto intrattenimento.
L'orario non era particolarmente affollato, in realtà sembrava essere una fascia oraria scelta prevalentemente da famiglie con bambini: decine di ragazzini si divertivano correndo qua e là e giocando fra di loro, chi indossando un mini-yukata e chi vestito normalmente. Le bancarelle si sprecavano, vi erano dolciumi, cibarie e tutti i giochi più tradizionali: il ragazzo sorrise, notando i retini di carta appesi ad una bancarella a qualche decina di metri di distanza. C'era tempo, e c'erano diverse bancarelle da esplorare prima di quella, senza contare che gli sarebbe anche piaciuto scambiare qualche parola con Fuyuko prima di iniziare il loro giro.
-Come stai?- Le domandò, infine, con un po' più enfasi rispetto a quanta ne avrebbe messa chiedendola come domanda di circostanza. Voleva che lei gli raccontasse qualcosa, forse, in realtà non lo sapeva nemmeno lui, ma certo sperava non si esaurisse in un "bene grazie, tu?", sebbene lui per primo fosse incerto sugli argomenti da intavolare. -Sei incantevole. Sono sicuro che Yumeru impazzirà, questa sera.- Mormorò infine, terminando con vago tono canzonatorio, ma sincero in ogni sillaba.. -
.Fuyuko Tanaka
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Tobi Fukuda Narrato. -Parlato.-
Fuyuko, come sempre, lo accolse con entusiasmo, comunicandogli che quell'anno c'erano talmente tante cose interessanti che non riusciva a resistere. In realtà, a Tobi (almeno alla prima occhiata) sembrava ci fossero le stesse esatte cose che c'erano ogni anno, quindi forse era lei che le vedeva con occhi diversi. Ovviamente si guardò dal dirlo, tutto voleva tranne essere un guastafeste in presenza di Fuyuko.
-Ho usato il mio Quirk. Ho chiesto al tizio dei ghiaccioli di poterli toccare tutti finché non ho capito quale sarebbe stato il tuo preferito.- Fece, con un'aria serissima che durò circa cinque secondi: poi gli venne da ridere. -Scherzo, ma sarebbe stato divertente.- Immaginò la scena di sé stesso che toccava ghiacciolo dopo ghiacciolo con aria concentrata sotto i severi occhi di un commerciante sull'orlo dell'esasperazione, le braccia conserte. In realtà se lo ricordava e basta, sebbene non volesse rimarcarlo. -Oh... ma è per me?- Fece, con aria decisamente sorpresa, quando Fuyuko gli allungò il suo acquisto. Il ragazzo tese una mano verso di esso lo osservò: si trattava di un piccolo talismano tradizionale, munito di una piccola gemma smeraldina. A quanto pareva era una sorta di "etichetta" per comunicare a tutti che era una persona in cerca dell'anima gemella, un po' come quell'amuleto di quel videogioco a cui aveva giocato anni prima che, se indossato, sbloccava le opzioni di romance con alcuni npc. Beh, sicuramente non poteva essere per Fuyuko, quindi era palese che la ragazza lo avesse comprato per lui. Prima che potesse afferrarlo, la ragazza si ritrasse leggermente, mise il ghiacciolo in bocca e si avvicinò a Tobi per appenderglielo direttamente sullo yukata: il ragazzo la lasciò fare, un po' dubbioso ma... non si rifiutava mai un regalo, no? E poi, per accontentare Fuyuko, questo ed altro. Le giustificazioni della ragazza mentre glielo appendeva gli fecero intendere che si aspettasse un po' di resistenza, ma lui sminuì con un gesto della mano.
-Non oserei mai, Fuyu-chan.- Fece, con tono giocoso. Pochi istanti dopo, il suddetto talismano penzolava appeso alla fascia nera che teneva chiuso il suo abito: con la mano sinistra, non occupata dal ghiacciolo, sollevò il piccolo oggetto e se lo rigirò fra le dita, osservandolo con interesse. -Oh, già, è vero, è abbastanza abbinato. Grazie.- Ringraziò, con un sorriso e un inchino appena accennato. Ovviamente la pietruzza era solo bigiotteria, ma quantomeno sembrava essere stato assemblato a mano (non che ci volesse chissà cosa). Sperò sinceramente che Fuyuko non l'avesse stra-pagato, ma scelse di non farne parola per non sembrare un ingrato. Si sedette sui grandi gradini di legno indicatigli dalla ragazza, scrutando la spiaggia con aria serena e concentrandosi per un istante sul suono delle onde del mare che si infrangevano sulla sabbia. In realtà sotto lo yukata indossava il suo costume da bagno, sia mai che gli venisse voglia di farsi una nuotata.
Ascoltò le parole di Fuyuko annuendo, salvo poi paralizzarsi ad una realizzazione improvvisa.
-Cosa!? Non hai ancora prenotato? Allo Hoshi?- Il ragazzo, fulmineo, estrasse il cellulare ed iniziò a digitare il nome del ristorante sulla barra di ricerca. -Sei pazza. Non troverai mai un posto se tardi anche un altro minuto, è il sette luglio, sarà pieno da scoppiare.- Si avvicinò leggermente alla ragazza ed inclinò lo schermo verso di lei in modo che potesse vedere ciò che faceva: era nel sito del ristorante e stava accedendo alla sezione "prenotazioni". -Sembra che si possa prenotare direttamente online, una seccatura in meno direi.- Il ragazzo digitò la data odierna ed un orario che gli sembrava accettabile per cenare al ristorante, le otto, ed inviò. A quanto pareva, almeno secondo il sito, c'era un tavolo per due alle 21:30. Avvicinò lo schermo alla ragazza in modo che fosse lei a finalizzare la prenotazione, passandole eventualmente il dispositivo. -Uhm, forse è un po' tardi. Magari puoi provare a telefonare, se non ti va bene, ma io prenoterei subito anche questo, al massimo lo cancelli poi o lo sposti.- Avrebbe comunque lasciato l'ultima scelta alla ragazza: certo era che pensare di prenotare un ristorante così particolare per una festa come quella il giorno stesso era quasi follia. In ogni caso, al termine del processo, avrebbe tirato un lungo sospiro.
-Scusami, cosa dicevi del tirocinio? E non preoccuparti, non è un problema parlare di queste cose per me.- In effetti, ne aveva parlato proprio qualche settimana prima anche con Hamuko, in un simile sfondo marittimo. A parlare di tirocinio, però, gli tornò in mente... Hisoka. Dopo il suo incontro-scontro con lui, aveva cercato qualche informazione su di lui, sia su internet che (per quanto gli venne concesso) fra gli archivi della polizia custoditi a Providence. Gli ci era voluto poco a ricostruire che tempo prima, quando aveva notato delle stranezze in Fuyuko, era proprio contro di lui che si era scontrata: di tutte le cose che avrebbe pensato di poter scoprire sul conto del giullare, quella era decisamente l'ultima. Lo addolorava un po' che la ragazza non ne avesse fatto parola con lui, in realtà, e si chiese se almeno con Yumeru ne avesse parlato. Forse avrebbe dovuto fare lui la prima mossa, in qualche modo, ma non sapeva bene come. Con Sumire era stato più facile, si parlava di "semplici" problemi familiari, qui si parlava di essere attaccati da un pazzo psicopatico a notte fonda e rischiare la vita. Senza contare che, se Fuyuko temeva di appesantire troppo la conversazione parlando di un semplice tirocinio, figuriamoci a tirare in ballo Hisoka. Dopo qualche minuto di riflessione, il ragazzo si rese conto del silenzio catatonico in cui era piombato e si affrettò a rivolgere nuovamente la sua attenzione sulla ragazza dalla chioma turchese e sorriderle.
-Io comunque sto abbastanza bene, grazie. Non ho molto di nuovo da raccontarti, il tirocinio mi sta piacendo, anche se per ora esco poco dall'ufficio. È interessante.- Riguardo alle riflessioni emerse mentre parlava con Hamuko, gli tornò in mente una domanda da porre. -Ah, tu hai già deciso cosa farai dopo il tirocinio? Nel senso, inizierai subito a lavorare o...?- Non voleva metterle in bocca espressamente la questione del tornare a studiare, per non influenzarla, dunque la pose così in maniera generica.
Terminato il ghiacciolo, il ragazzo avrebbe offerto il braccio a Fuyuko per aiutarla ad alzarsi e, finalmente, i due si sarebbero incamminati lungo le bancarelle, eventualmente proseguendo il loro discorso.. -
.Fuyuko Tanaka
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Tobi Fukuda Narrato. -Parlato.-
Fuyuko era decisamente soddisfatta di essere riuscita ad appendergli quel cosino addosso. Pazienza, in fondo lo yukata maschile era spesso portato in maniera un po' spoglia, senza grandi accessori che lo mettessero in risalto, quindi certamente un talismano del genere male non faceva. Non deludi mai, si sentì dire, al ché non riuscì ad evitare di ridacchiare.
-Ok, non esageriamo.- Sminuì, con aria divertita. Per così poco, insomma, non solo che lei aveva speso soldi per fare a lui un innocuo regalo: rifiutare di farselo appendere addosso sarebbe stato semplicemente crudele.
Quando i due si sedettero sui gradini, entrambi contemplarono la bellezza naturale offertagli dal panorama lì accanto e si venne a creare un pacifico silenzio. Non capitava spesso quando erano in gruppo, Yumeru ed il silenzio sembravano essere veri e propri nemici naturali ed era sempre l'aitante giovane ad uscire vincitore dalle loro eterne battaglie. Però i due giovani al momento lì riuniti sapevano apprezzare anche il silenzio, specie perché era un silenzio accompagnato da una sensazione di pace e familiarità, non c'era ormai nessun tipo di imbarazzo fra i due che potesse rovinare il momento.
Una cosa che poteva un po' rovinarlo, invece, era il fatto che Fuyuko non avesse ancora prenotato ad uno dei ristoranti più richiesti in una delle serate più richieste: la sua amica era sicuramente una ragazza incredibile, ma a volte riusciva a stupirsi di quanto fosse sbadata. A guardarla, non sembrava nemmeno pienamente consapevole dell'azzardo che aveva messo in atto: quando Tobi la vide posare il suo piccolo dito affusolato sul tasto per confermare la prenotazione, tirò un sospiro di sollievo.
-Beh, è andata bene. Meno male.- Mormorò, la tensione che iniziava ad allentarsi. Si stupì di sé stesso, ritrovandosi così agitato per una cosa che nemmeno lo riguardava, ma in fondo si disse che l'avere a cuore quelli che considerava ancora i suoi migliori amici era più che normale. Senza contare che, per qualche motivo, sembrava essersi accorto dei loro sentimenti reciproci prima di tutti, interessati inclusi, ed era come se avesse visto nascere qualcosa che aspettava da tempo: lo considerava un po' suo, ammesso che avesse senso(in pratica Tobi si riscopre shipper).
Ascoltò con attenzione i dubbi di Fuyuko sui motivi per cui le sue scelte sarebbero differite da quella che poteva essere la previsione iniziale, ossia andare nell'agenzia più rinomata di Tokyo gestita dalla sua eterna cotta. Il ragazzo sospirò, un po' amareggiato: non per qualcosa, ma gli dispiaceva genuinamente che l'agenzia di Endeavor stesse perdendo un assetto valido come Fuyuko, specie dopo quello che Hamuko gli aveva detto tempo prima. Chi per un motivo chi per l'altro, sembravano snobbarla tutti, ed era veramente un peccato.
-Premetto che averti a Providence con me ovviamente mi farebbe molto piacere.- Esordì, sorridendole spontaneamente. -Mi piace come lavorano. Ma...- Valutò per un istante se parlare di Hamuko nello specifico o meno, ma alla fine evitò. -Sai, confesso che mi sarebbe piaciuto vederti fare il tirocinio da Endeavor. Non per qualcosa, ma so che ci sono molti pregiudizi verso quell'agenzia. Molti la evitano a priori perché hanno un'immagine che a mio avviso è completamente distorta di chi sono e cosa fanno. Chissà, magari a vedere una ragazza come te fare il tirocinio da Endeavor saresti riuscita a generare un po' di ricambio, alla fine a scuola sei piuttosto famosa.- La punzecchiò alla fine, giusto per non far sembrare il discorso troppo serio. -Comunque non voglio certo influenzarti. Lifeline non la conosco, ma una persona di cui ho stima fa il tirocinio con loro, mentre Providence come ti anticipavo la reputo un'agenzia eccellente. In fin dei conti, sai, non penso che la scelta dell'agenzia sia così vincolante, è pur sempre un tirocinio.- Sottolineò il ragazzo.
Di lì a poco, i due si alzarono: Fuyuko accettò di buon grado il braccio che Tobi le offriva per alzarsi, ed i due (dopo essersi educatamente liberati degli stecchini buttandoli nell'immondizia) si avviarono lungo le bancarelle. Fu il turno della ragazza di punzecchiare Tobi riguardo il suo essere fin troppo meticoloso nel pianificare tutto il pianificabile. E non si sentì di biasimarla, sebbene ultimamente si fosse reso conto di quanto fragili fossero i suoi piani e, al vederli sgretolarsi dinanzi ai suoi occhi, di quanto poco ne aveva in realtà bisogno. Forse era portato a farli perché la società gli faceva credere di dover pianificare la sua vita in modo efficace, forse era semplicemente un suo modo di essere, fatto sta che quando la ragazza lo prese in giro si ritrovò a sorridere con aria decisamente colpevole e un po' imbarazzata.
-Se devo essere sincero, più che pianificare sto demolendo sistematicamente tutti i pochi piani che avevo già fatto.- Concluse, rendendosi conto che... già, non aveva nessun piano, e la cosa non lo preoccupava nemmeno più di tanto. Forse avrebbe dovuto? Chissà, per il momento decise di non pensarci e godersi il festival con leggerezza, anche perché Fuyuko aveva detto qualcosa di un po'... strano.
-La mia...? Ah, per il talismano, certo. Beh, perché no.- Sminuì, cercando di non dare troppa importanza alla cosa. Era ovviamente scettico sul funzionamento di quella pietruzza di bigiotteria, ma per qualche motivo sentì che le parole di Fuyuko avevano un certo peso, erano quasi sospette. Ricordò di aver pensato che lei gli stesse nascondendo qualcosa: che le due cose fossero collegate? Ma come potevano esserlo? -Magari il mio nuovo programma può iniziare da qui.- Concesse però, con tono riflessivo, come se ci stesse pensando davvero. In fondo, perché no? -Ad ogni modo, io... ci ho pensato. Ma non ho ancora una risposta definitiva. Però, sai, credo che mi piacerebbe rimettermi a studiare, potrei andare all'università.- Confessò, un po' in imbarazzo. -Non... non è che voglia buttare all'aria la mia carriera da Hero. Ma in fondo non è nemmeno l'unica cosa che mi interessa.- Specificò, non seppe bene per quale motivo ma sentì quasi di doversi giustificare, come se il suo non diventare Pro-hero subito fosse in qualche modo un dispetto a lei e Yumeru, forse perché avevano affrontato quel tortuoso percorso insieme. Ovviamente così non era, ma per qualche motivo provava un vago senso di colpa a dirglielo. Sperava che la sua amica avrebbe compreso.. -
.Fuyuko Tanaka
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Tobi Fukuda Narrato. -Parlato.-
Fuyuko parve non sapere nulla dei pregiudizi che accompagnavano l'agenzia di Endeavor: in effetti Tobi non aveva pensato che tali pregiudizi avrebbero faticato a raggiungere un membro onorario del fan-club del Numero Uno, probabilmente chiunque parlasse con Fuyuko si guardava bene dal dire cose negative su Endeavor o sulla sua agenzia, indipendentemente da cosa ne pensasse davvero. Il ragazzo si sentì quasi in colpa a "riportarla sulla Terra" in un certo senso, e valutò se troncare il discorso con un "non è nulla, lascia perdere", ma gli sarebbe sembrato quasi scortese da fare. Senza contare che se, ipoteticamente, qualcuno avesse attaccato i suoi idoli, gli sarebbe piaciuto saperlo ed avere l'occasione di difenderli (non che il problema in questo caso fosse Endeavor in persona, chiaro).
-Beh, essendo l'agenzia più importante e famosa di Tokyo ed essendo anche famosa per occuparsi di operazioni piene d'azione, solitamente gli studenti che la richiedono per il tirocinio sono quelli più ambiziosi e... non so, ansiosi di menare le mani, forse? Non so se più o meno hai capito di che tipo di persone sto parlando.- Il suo pensiero volò, dopo tanto tempo, di nuovo a Lion: gli sembrava che lui facesse il tirocinio proprio lì e... beh, per quanto lo considerasse un suo amico ed un bravo ragazzo, non si sentiva di discostarlo del tutto dalla descrizione. Ambizioso lo era, eccome, ed ansioso di fare a pugni... meh, non lo conosceva così bene, ma sembrava avere una certa reputazione nella scuola. Diventava parecchio competitivo quando si trattava di combattimenti. In effetti, ripensando al loro combattimento avvenuto quando Tobi era ancora in prima, si rese conto che non avrebbe affrontato nessuna lotta così intensa e violenta fino alla fine del secondo anno: lì per lì la sua inesperienza lo aveva portato a considerarlo un combattimento piuttosto normale, ma riflettendoci forse era stato decisamente sopra le righe. -Fatto sta che magari una persona più tranquilla finisce per scartare l'agenzia a priori per non essere accostato a questi individui o non doversi trovare a lavorare con loro.- Proseguì, rendendosi conto di essersi perso nelle sue riflessioni per più di qualche secondo e volendo dare un seguito al suo discorso. -La mia paura è che possa generarsi un circolo vizioso per cui alla fine solo questo tipo di persone continuerà ad andare da Endeavor e gli altri se ne terranno alla larga. Sarebbe un peccato. Ma in fondo è solo una mia speculazione, non pensarci troppo.- Terminò, questa volta dando un tono più definitivo alle sue parole, come a voler rassicurare l'amica: non voleva certo farle credere che il futuro del suo idolo dipendesse dalla sua scelta, per quanto potesse "dispiacergli" per Endeavor, il futuro della sua amica era la priorità.
-... Ti posso garantire che sei decisamente famosa.- La punzecchiò ancora, con un sorriso beffardo e gli occhi ridotti a due fessure, azzardandosi anche a sfiorarla con il gomito come a volerla invitare a non sminuirsi.
Fuyuko parve intuire sorprendentemente bene quale fosse la situazione di Tobi. Sebbene non avesse dei veri e propri piani andati "in fumo", si poteva dire che la sua intera vita fosse in fase di riorganizzazione.
-Hmm... nulla di specifico. Ma vedo molte cose in prospettiva. Cose che mi sembravano importati non lo sono più, e viceversa mi sono reso conto dell'importanza di cose che davo per scontate o non mi interessavano.- La sua vaga prospettiva di "vivere una vita tranquilla senza problemi" gli sembrava giorno dopo giorno sempre più vuota e superficiale. Temeva che il suo estremo bisogno di accontentarsi in cambio di stabilità gli avrebbe precluso... beh, molte cose che non si voleva precludere, per quanto non le sapesse identificare espressamente una ad una. -Magari sto solo crescendo.- Concluse, ben conscio che non si trattava solo di quello: sicuramente stava maturando un po' di base, ma era anche vero che da quando aveva iniziato a frequentare la Yuuei aveva avuto una serie di incontri più o meno importanti che lo avevano segnato e lo avevano portato ad essere ciò che era oggi. Robert, Lion, Akane, Darius, Gin, Dadi, Aoi, Ren Okada, Whisper, Hamuko, Hisoka. E poi, ancora, Fuyuko stessa, Yumeru, Sumire. Laguna. Ognuno di loro aveva messo qualcosa, chi un singolo rametto chi interi ciuffi di ramaglie, ed ora Tobi aveva un nido completamente nuovo, molto più grande del primo, che gli donava un nuovo punto di vista su sé stesso, sulla sua vita, sulla società e sul mondo intero.
E chissà quanto poteva crescere ancora.
La fresca manina di Fuyuko si allungò posandosi sulla sua fronte, distraendolo dal vortice di pensieri in cui era precipitato. Gli stava capitando di continuo, quella sera, forse era essere in compagnia solamente di Fuyuko a rilassarlo e a metterlo in contatto con il suo io più intimo? O forse era solo l'atmosfera magica del Tanabata, chissà. Quando la ragazza gli chiese della febbre, non collegò immediatamente la questione alla sua (presunta) stranezza, anzi, si chiese se non mostrasse qualche sintomo e si tastò la fronte a sua volta quando la ragazza ebbe terminato la sua indagine.
-Eh? No, io...- Esordì, confuso, constatando di avere la fronte ad una temperatura normale (considerato il trovarsi sotto il sole cocente delle tre e mezza di pomeriggio). Quando la sua amica gli elencò i "sintomi", tuttavia, capì che lo stava solo prendendo in giro e la osservò con sguardo scettico. Rimase a fissarla per qualche istante, poi portò il pugno sinistro all'orecchio distendendone il mignolo che arrivò a sfiorargli le labbra, nell'imitazione di un telefono. Con la mano destra, finse di nascondersi e distolse lo sguardo. -Missione fallita. Ha scoperto che sono un replicante che sta provando ad infiltrarla nell'ufficio di Endeavor. Richiedo evacuazione immediata.- Mormorò, cercando di fare una voce un po' strana e metallica, sebbene non fosse un grande imitatore, ed il risultato fu che sembrava solo raffreddato. Come la maggior parte delle sue imitazioni. Ridacchiò poi, e puntò l'indice sulla guancia della ragazza, picchiettando dolcemente.
-Se provo ad accontentarti sono sospetto, se mi rifiuto sono un guastafeste. Sei cattiva, e io che mi sforzo pure.- Scherzò, tradendo le sue dure parole con un sorriso.
-Capisco. Ne parlavo qualche tempo fa con Ushiyama-san. Mi piacerebbe proseguire gli studi ancora un po'.- Esordì poi, quando l'argomento si spostò sull'università. -Non necessariamente poi farei un lavoro diverso dal Pro-hero, solo che, sai, quando finiremo la Yuuei saremo ancora molto giovani. Non so se voglio subito buttarmi nel mondo del lavoro. Come part-time sicuramente, mi dovrò pur mantenere, ma...- Lasciò cadere la frase nel nulla, trovando superfluo ripetersi. -Beh, al momento non ho ancora le idee molto chiare, comunque. Immagino che terminato il tirocinio mi prenderò un po' di tempo per decidere cosa fare. Non mi dispiacerebbe studiare e fare il Pro-hero part-time.- Confessò poi, con un sorrisetto. -Comunque non so, qualcosa in ambito scientifico, ad essere sinceri mi interessa un po' tutto.- Il che non era troppo dissimile dal dire che non gli interessava nulla nello specifico, ma ovviamente gli suonava meglio come lo aveva posto lui. -Sapevi già cosa saresti andata a studiare?- Con la coda dell'occhio, mentre il discorso proseguiva, notò che erano ad una bancarella di distanza dal tanto agognato gioco con i retini di carta.
Assottigliò gli occhi, acquisendo il suo obbiettivo, pronto asbancare il disgraziatogiocare.. -
.Fuyuko Tanaka
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Tobi Fukuda Narrato. -Parlato.-
Tobi annuì convinto alle parole di Fuyuko, la ragazza non aveva torto, sebbene questo non aiutasse particolarmente la situazione.
-Assolutamente. Infatti il mio timore è che l'agenzia possa ritrovarsi con relativamente pochi nuovi volti perché si trovano costretti a scartare troppi tirocinanti.- Scrollò le spalle, però, determinato a sminuire la cosa per non fare pressioni a Fuyuko, era davvero l'ultima cosa che desiderava e temeva che la ragazza potesse fraintendere quel semplice scambio di vedute con una velata insistenza. Insomma, detto sinceramente, a Tobi non poteva fregare di meno in quale agenzia la sua amica fosse finita, finché questa fosse coincisa con i suoi desideri. Era più che in grado di badare a sé stessa. -Ma è come dici tu, non è giusto che l'immaturità di un gruppo di ragazzini vada ad influenzare la reputazione di un'agenzia, e sono sicuro che abbiano delle contromisure efficaci per evitare di rimetterci. Ci starò sicuramente pensando troppo!- Concluse, alzando il pollice. -E poi, in effetti, ti vedrei veramente molto bene a Lifeline.- Ammise, con un sorrisetto. La reputazione di Lifeline di occuparsi di disastri ambientali e salvataggi la rendeva la scelta perfetta per un'eroina con il potere di Fuyuko, e anche con la sua naturale predisposizione a salvare ed accudire le persone, emersa durante i suoi anni di scuola, a discapito di una riluttanza quasi totale ai combattimenti. -Sì, sono d'accordo. Ognuno ha i propri equilibri da scoprire e raggiungere, non era mia intenzione offendere nessuno. Era un discorso prettamente... oggettivo.- Concluse il ragazzo: solo perché Lion era ambizioso ed irruento, non significava certo che non sarebbe potuto diventare un ottimo eroe, a modo suo, un giorno. Lion o chi per egli, ovviamente a Tobi era comodo il paragone con Lion perché era la persona "di quel tipo" che più conosceva.
-Io sono "un po' famoso", perché faccio i test d'ingresso. Tu sei famosa e basta. Scommetto che quando ti vedranno arrivare a Lifeline, Quiet Perfume in persona avrà già presente perfettamente chi sei.- La corresse, deciso a non mollare l'osso finché non si fosse resa conto di quanto stava sminuendo la faccenda - o finché non l'avesse vista arrossire imbarazzata. Incrociò poi le braccia alle sue successive parole, sussurrategli all'orecchio. -Tsk, tsk... ma non avevamo appena detto che ognuno è un eroe a modo suo e non abbiamo diritto di giudicare?- Punzecchiò, con finta aria sospettosa. -Comunque non direi che non le sopporto, più che altro a volte ho l'impressione che non abbiano una visione completa delle cose. Che vedano solo quello che vogliono vedere. Mi piacerebbe poterci ragionare ma a volte è semplicemente... impossibile.- Sospirò, un po' sconsolato. -Conosci Ishida-san, no? Dovrebbe essere in classe con voi, ora che siete in terza. Sai che lui e Lion-kun vogliono organizzare tipo un gruppo di "studenti d'élite" che dovrebbero aiutare gli studenti con meno esperienza, o qualcosa del genere? Pazzesco.- Concluse, scuotendo il capo e ridacchiando sotto i baffi, con aria un po' incredula. Ancora non riusciva a credere che addirittura avessero pensato di invitarlo a far parte del consiglio. Non avevano veramente capito nulla di lui, allora.
È successo qualcosa, Tobi-kun?
Tante cose. -Hmm...- Da dove iniziare? Laguna? Il bambino carbonizzato nel tempio? Hisoka? -Non sto pensando a nulla di particolarmente specifico.- Mentì: ricordando il nome di Hisoka, gli era tornata quell'antica ossessione di voler tenere nascosti i suoi pensieri, accompagnata però da un volto molto più stoico ed impassibile rispetto a quello che riusciva a fare ai tempi. Era diventato un bravo bugiardo. Ma questa volta non stava tacendo per proteggere sé stesso, il suo unico scopo era non rovinare il festival a Fuyuko ricordandole di quel pazzo assassino. -Senti...- Esordì, tradendo i suoi stessi propositi di poco prima. Rimuginò a lungo su come porre la questione, ma alla fine gli uscì dalla bocca senza che lui potesse farci nulla. -So di Hisoka.- Perché glielo aveva detto? Perché era stato così diretto? In fin dei conti non ne aveva nemmeno la certezza assoluta, eppure aveva parlato come se fosse un dato di fatto (certo, era veramente una deduzione elementare con i dati in suo possesso, ma al momento il suo tentativo di auto-sabotaggio per zittirsi stava avendo la meglio). Sospirò nuovamente, con aria un po' amareggiata, tutto ciò a cui stava pensando prima svanì in favore del chiedersi perché Fuyuko non gliene avesse parlato. Forse non si fidava abbastanza? -L-lo sai... che su di me puoi sempre contare, vero?- Mormorò, un po' in imbarazzo, ritrovandosi a stringere leggermente lo yukata che avvolgeva il braccio di Fuyuko, al momento intrecciato al suo.
Per fortuna, il cima sicuramente un po' teso e drammatico che si sarebbe andato a creare con la sua infelice uscita di poco prima, si sarebbe smorzato proprio di lì a poco grazie a quella sua squallida imitazione di un fantomatico replicante. Apparentemente, Fuyuko l'aveva trovata così divertente da scoppiare a ridere, e rise così tanto da farsi venire... il singhiozzo.
-Umpf.- Grugnì il ragazzo, mentre le sue guance si gonfiavano e si sforzava di non ridere a sua volta. Fuyuko con il singhiozzo era semplicemente esilarante. O forse no, ma non se l'aspettava minimamente e il suo cervello, colto in contropiede, aveva istantaneamente deciso che quella era la cosa più divertente che avesse mai visto negli ultimi anni. -Pfff.- Gli scappò dell'altra aria dalle guance, una sorta di risolino sommesso. Non voleva scoppiarle a ridere in faccia perché aveva il singhiozzo, gli sembrava crudele, avrebbe lottato con tutto sé stesso per non esalare un fiato, nonostante la sua faccia iniziasse a colorarsi di rosso per lo sforzo. Rafforzò la chiusura tappandosi le labbra con le dita ed alzò gli occhi al cielo cercando di distrarsi per far svanire l'ilarità. Approfittò dell'allontanarsi della ragazza per comprare dell'acqua per ritrovare la concentrazione e, a fatica, riuscì a contenersi.
-Matematica è troppo astratta. Fisica mi piace, invece, sì.- Confermò. Un ennesimo singhiozzo di Fuyuko lo colse impreparato e questa volta gli scappò un risolino, prima che riuscisse a tapparsi la bocca. -Ti ha fatto davvero così ridere?- Domandò, incredulo, prima che le iniziasse il singhiozzo era quasi sicuro che stesse esagerando per farlo contento, ad essere sinceri, ma il singhiozzo certo non era una reazione finta. -Sanitario, capisco. Appropriato, immagino.- Rifletté.
Fu Fuyuko la prima a proporre il giochino dei pesci rossi. Lo stand era abbastanza grande, vi era una lunga vasca di pesciolini rossi di varie dimensioni ed una seconda vasca più piccola di lato dove riporre quelli "catturati". Generalmente, non si pescavano grandi quantità di pesci, e nella maggior parte dei casi il "premio" era semplicemente il potersi tenere uno o due dei pesci rossi che si erano catturati. Tuttavia, catturare molti pesciolini poteva portare a vincite più sostanziose, sebbene la selezione di premi in palio fosse più ristretta di altre bancarelle. Nessuno dei premi interessava particolarmente Tobi, ad essere sinceri, ma magari potevano piacere a Fuyuko: in tutta onestà, a lui bastava giocare.
-Certo, mi piace questo gioco.- Confessò, con aria un po' discola. -Dimmi se fra i premi c'è qualcosa che ti piace.- I premi erano perlopiù pupazzi, un orsacchiotto ed un panda basati sullo stesso modello e poco più grandi di un neonato, un grosso pesce dai colori simili ad una koi, un granchio arancione con due grandi occhi neri brillanti, qualche giocattolo in plastica più rigida con target di età evidentemente molto più basso ed infine una fila di ventagli con diverse fantasie. Il ragazzo si avvicinò alla bancarella e spese pochi spiccioli per farsi dare il primo retino: dopo qualche istante di esitazione, però, lo allungò a Fuyuko.
-Perché non inizi tu?-. -
.Fuyuko Tanaka
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Tobi Fukuda Narrato. -Parlato.-
-Ah, assolutamente! Hai saputo che gli hanno dato la licenza, alla fine? Wild-senpai è veramente in gamba.- Ammirava il suo senpai, sebbene non avesse avuto troppe occasioni per legarci in maniera personale, le poche volte che aveva avuto occasione di confrontarsi con lui non era mai stato deluso: era una persona seria e responsabile ma, a modo suo, era anche estremamente gioviale.
-Vedi? Lo sapevo. Certo che so chi è Bookworm.- La canzonò, al sentire che era davvero stata riconosciuta da un personaggio relativamente famoso. Certo, non che Bookworm finisse spesso in prima pagina, ma bastava anche una conoscenza sommaria del settore eroistico per avere almeno una vaga idea di chi fosse, ossia la sidekick della ben più celebre Quiet Perfume. -Vedrai che se ti conosce Bookworm ti conosce anche Quiet Perfume.- Avevano già parlato dello stage, quindi non vi si soffermò più di tanto, preferendo continuare a chiacchierare d'altro.
Annuì poi con veemenza alle osservazioni di Fuyuko sul fantomatico club di Lion e Shoya, lieto che la pensasse come lui.
-Sono d'accordo. Pensa che avevano chiesto anche a me di farne parte. Personalmente, ritengo che la scuola ci offra già tutti i mezzi necessari per formarci ed anche di più. La competitività è già abbastanza accentuata nei normali corsi, anche quella stupida distinzione tra classe A e B... creare un'ulteriore divisione mi sembra interamente superfluo.- Detta da lui, poteva sembrare che stesse semplicemente rosicando di essere stato smistato nella B, ma era certo che Fuyuko non l'avrebbe frainteso: non lo infastidiva essere finito in quella classe, probabilmente era giusto così, ma una differenziazione a monte in base ai meriti lo avrebbe stranito anche se fosse arrivato in A. In nessun'altra scuola sapeva di o aveva visto nient'altro del genere, anche perché in una scuola come quella in cui farsi pubblicità era tutto e bisognava cercare di farsi notare già durante gli anni scolastici per trovare lavoro, essere etichettati "B" per via di un test d'ingresso magari non troppo brillante poteva essere un vero stigma. Tra l'altro era un totale controsenso che Lion e Shoya lo volessero nel loro team esclusivo, quando era nella sezione delle schiappe: si ritenevano giudici migliori dell'istituto?
-Ishida-san è un po' strano.- Confessò poi Tobi. -Io non lo conosco tanto, ma so che è rimasto fermo per diverso tempo, e da quando è tornato sembra ossessionato dalle sue idee. A volte ho l'impressione, non so...- Esordì, un po' incerto se condividere o meno le sue osservazioni: non voleva essere offensivo o parlare male di un suo compagno, erano semplici considerazioni. -Secondo me potrebbe essere PTSD, per me gli è successo qualcosa.- Ricordava di aver letto della morte di uno (o forse due - anche se il secondo sembrava meno collegato alla vicenda) studente in circostanze piuttosto strane, ed il periodo coincideva più o meno con la pausa che Shoya si era preso dalla scuola. Lungi da lui voler trarre conclusioni, ma nella sua mente le vicende si allineavano senza che lui potesse evitarlo. Magari, però, dei dettagli più macabri non avrebbe fatto menzione con Fuyuko: probabilmente li sapeva quanto lui e comunque non aveva troppa voglia di approfondire quel discorso.
-Sarebbe stato carino, non pensavo fossi così appassionata. Magari potresti aprire un club di letteratura e cinematografia in generale, sicuramente catturerebbe un pubblico più ampio rispetto al focalizzarsi su un singolo argomento.- Sapeva che la sua amica amava i racconti, che essi fossero narrati tramite libri o film, ma non pensava che la sua passione fosse così radicata: credeva fosse un passatempo come per lui i videogiochi. Certo, non gli sarbebe mai saltato in mente di aprire un club di videogiochi, o di entrare in un club del genere qualora ci fosse già stato. -Se hai bisogno di una mano ad organizzare, fammi sapere.- Concluse, alzando un pollice in direzione di Fuyuko, cercando di incoraggiarla a perseguire anche altro che non fosse la sua carriera.
Si pentì immediatamente di aver menzionato il giullare: la vide impallidire e la sentì balbettare, incerta, ed assumendo uno sguardo così colpevole che fece sentire in colpa anche lui. Non voleva colpevolizzarla di non avergli parlato, forse aveva usato un tono troppo accusatorio? Voleva solo farle capire che se voleva parlarne poteva contare su di lui, non era necessario che si tenesse simili fardelli dentro. Il che, detto da lui, era piuttosto ironico, ma passiamo oltre.
-N-non volevo accusarti di nulla, non mi hai ferito e non c'è bisogno di scusarsi.- Borbottò, cercando di rimediare. -Va bene se non ne vuoi parlare. Va bene anche se ne vuoi parlare. Volevo solo...- Esordì, incerto, esalando un sospiro. -Non lo so. Farti sapere che ci sono. Tutto qui.- Si passò una mano sul viso, imbarazzato ed affranto di aver fatto sentire Fuyuko in colpa. -Lo so.- La rassicurò Tobi. -È uno psicopatico. Io...- Ho fatto a botte con lui e siamo entrambi quasi morti, ma lui di più. -... Ho letto il suo fascicolo. A Providence, sai.- Concluse, gesticolando con aria vaga. Per qualche motivo, decise di omettere il fattaccio con la ragazza, non voleva che stesse in pensiero o che pensasse che lo aveva in qualche modo raggiunto a causa sua, quando (presumibilmente?) si era trattato di un caso.
Il soave singhiozzo della ragazza echeggiò nelle orecchie di Fukuda per un po', prima che lei riuscisse a fermarlo. Si sentì anche chiamare baka, seppur con il classico tono giocoso che contraddistingueva la ragazza, al che le fece una linguaccia (sempre lottando per non ridere).
-Tsk, come se rivelassi i miei punti deboli così.- In realtà non sapeva bene se soffriva il solletico, aveva dei vaghi ricordi di qualche lotta con suo fratello quando era più piccolo, ma era da anni che nessuno provava a fargli il solletico e, fortunatamente, non essendo schizofrenico, non riusciva a farselo da solo. Sorrise con aria nostalgica ricordando quei tempi più semplici, ma non gli concesse più di qualche istante prima di tornare a concentrarsi su Fuyuko ed il festival.
La domanda della ragazza dalla splendida chioma turchese lo colse un po' in contropiede, e si vide abbassare leggermente il retino che le stava allungando, in evidente riflessione. Non sapeva bene cosa avesse avvertito la ragazza, forse era ancora relativo ai suoi cambiamenti che aveva osservato poco prima, ma visto che un po' la coscienza ce l'aveva sporca non riuscì a controbattere. Però, in fin dei conti, sebbene gli fossero successe molte cose, era contento di dov'era arrivato: si sentiva molto più sereno di quanto non lo fosse stato mesi prima ed era relativamente in pace con sé stesso. Forse un giorno avrebbe raccontato tutte quelle cose a Fuyuko e agli altri, ma per il momento poteva andare bene così.
-Non lo so.- Ammise infine, scrollando le spalle con un sorriso dolce e lo sguardo perso a rimirare il nulla. -Sai, è vero che mi passano molte cose per la testa, ma non mi sento male. Sono... felice.- Forse felice era una parola un po' troppo grossa, ma sentiva che Fuyuko non si sarebbe accontentata di sentirgli dire che era "sereno", sebbene lui le intendesse più o meno allo stesso modo. -Perciò ora non pensiamoci. C'è tempo e luogo per ogni cosa, ed ora...- Sollevò nuovamente il retino e riprese a guardarla negli occhi, sorridendole con aria goliardica. -... è tempo di catturare qualche pesciolino. Forza, celebrità.- La esortò, porgendole il manico fra le dita sottili.. -
.Fuyuko Tanaka
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Tobi Fukuda Narrato. -Parlato.-
Il discorso prese una piega leggermente diversa, ma non meno interessante, quando Fuyuko tirò in ballo i criteri di selezione per le classi A e B. Effettivamente nemmeno lui ne aveva un'idea così chiara - nel senso, gli era perfettamente chiaro perché lui fosse finito in B, ovviamente aveva una serie di caratteristiche che lo rendevano poco adatto ad essere un eroe, ma gli era capitato di vedere anche taluni studenti in A e chiedersi come diavolo c'erano finiti.
-Hmm... onestamente non lo so nemmeno io. Nah, chiaramente non è così rilevante, l'avevo menzionata solo come ennesimo esempio dello spirito competitivo della scuola.- Sorrise al racconto di Fuyuko, ben sicuro che probabilmente aveva fatto molto più di quello che diceva, come sempre. -Nel tuo specifico caso... ne dubito. Chiunque ti abbia smistato in A ha visto qualcosa, e i fatti gli danno ragione.- Non rispose al velato complimento di Fuyuko, non era così sicuro di essere il migliore della classe B. Sull'essere più bravo e capace di alcuni studenti in A poteva anche essere, onestamente, ma se li superava era probabilmente colpa dei loro demeriti, non viceversa. Non volle rimanere completamente in silenzio, tuttavia, perciò decise di raccontare un aneddoto del suo test d'ingresso. -Io durante il mio test ho legato Wild-senpai con una corda. Lui mi ha praticamente lasciato fare, e poi ha continuato a combattere con i piedi. Devo dirti la verità, al tempo ero molto in ansia, ma se ci ripenso ora... è stato molto buffo.- Ridacchiò, coprendosi la bocca con il dorso della mano. Gli sembrava passata un'infinità di tempo, ma forse era solo un'impressione dovuta al guardare un sé stesso che gli sembrava così diverso.
Alle sue speculazioni su Shoya, Fuyuko non si sbilanciò troppo: dichiarò di non conoscerlo affatto e non aggiunse altro. Nemmeno lui lo conosceva ad essere sinceri, non era suo amico né lo avrebbe nemmeno definito un conoscente - viceversa dubitava che Shoya avrebbe saputo della sua esistenza se non gliel'avesse suggerita Lion.
-Nemmeno io lo conosco, in realtà. La mia era solo un'ipotesi, ma dicevo tanto per dire, non preoccuparti.- Non volle far sembrare che stesse insistendo su quell'argomento, non lo interessava così tanto né aveva intenzione di parlarne a tutti i costi.
-Penso che alla Yuuei ci vorrebbero più club "spensierati" come il tuo. Non sono molto popolari, specie nel corso di eroismo, sembra che abbiano semplicemente tutti fretta di finire gli studi. Hai avuto anche tu questa impressione?- Domandò il corvino, come se ci riflettesse solo in quel momento: in realtà ogni tanto ci pensava, ma visto che tutto sommato le attività dei club non lo interessavano particolarmente se ne dimenticava ciclicamente e non aveva mai occasione di parlarne con nessuno.
-Intendi letteratura? Ci sta, ti ci vedrei.- La Tanaka aveva proprio l'attitudine che il ragazzo si aspettava da uno studente di letteratura. Era sicuro che sarebbe stata una studentessa brillante, qualunque carriera avesse voluto affrontare.
La tensione si tagliava con il coltello da quando era comparso il nome di Hisoka sul tavolo. La ragazza non commentò più nulla sulla vicenda, ma alla fine lamentò con aria rassegnata e delusa che probabilmente gli eroi non potevano avere legami duraturi. A Tobi sembrava uno di quei classici cliché narrativi in cui il protagonista cupo e misterioso si sforza di non avere legami salvo poi realizzare che è proprio grazie a questi legami che ha la forza necessaria per combattere. Non sapeva bene cosa pensare a riguardo, quella rappresentata da libri e serie TV era una realtà fin troppo ingenua e idealistica, non sempre nel mondo reale funzionava allo stesso modo. Di una cosa, però, era abbastanza sicuro.
-Io... penso sia inevitabile stringere dei legami. Fa semplicemente parte della nostra natura.- Quella manciata di nomi che continuavano a frullargli in testa, erano tutti legami, in qualche modo. Nessuno di loro era pianificato, e Tobi era la persona più riservata del pianeta, non avrebbe mai fatto il primo passo con nessuno: era semplicemente la prova che non si poteva scappare dalla natura sociale dell'uomo. Se anche uno non cercava legami, o addirittura li rifuggiva, quelli capitavano comunque in un modo o nell'altro, prima o poi.
Consegnò il retino a Fuyuko e si preparò con la bacinella, ma apparentemente non ve ne fu bisogno: il retino cedette praticamente subito.
-Accidenti.- Mormorò, con finta aria affranta. Non importava, i pesci che avrebbe preso lui sarebbero bastati per qualunque cosa. -D'accordo, il prossimo retino è mio.- Impugnò la sua arma e dedicò uno sguardo malizioso a Fuyuko: chiaramente lei sapeva benissimo qual era il suo Quirk, e dunque poteva immaginarsi benissimo cosa stesse per succedere e perché Tobi sembrasse così sicuro di sé e divertito dalla situazione. -Pronta con la bacinella.- Le rivolse le sue stesse parole e, una volta assicuratosi che l'aveva fra le braccia, calò il retino in acqua e adocchiò semplicemente il pesce più vicino, un pesce rosso un po' maculato. Lo afferrò con freddezza ed espressione serissima, inclinò il retino con un colpo di polso e fece precipitare il pesciolino (in maniera forse un po' brusca) nella bacinella di Fuyuko. Il retino aveva retto, Tobi ne valutò attentamente le condizioni e... era molto sottile quella carta, accidenti, quel tipo stava provando a fregarli? Gli dedicò uno sguardo glaciale e questi sembrò rabbrividire, ma alla fine non gli disse nulla. Retino guasto o meno, aveva dedotto che sarebbe riuscito a prenderci almeno altri cinque pesciolini, dunque procedette: cinque attacchi, cinque centri, e alla fine il retino si bucò proprio nell'atto di buttare l'ultimo pesce sulla bacinella di Fuyuko.
Il ragazzo impugnò il terzo retino e lo rivolse con il manico verso la ragazza dai capelli turchesi, con aria divertita ed un gran sorriso stampato in faccia.
-Tocca a te!- Esclamò, pur a mezza voce. Non sarebbe stato così tranquillo se avesse conosciuto i malvagi piani di Fuyuko: ovviamente rimanere fermi in un posto del genere così a lungo era l'occasione perfetta per un'imboscata, ma al momento sembrava essersi dimenticato delle strane sensazioni di sospetto provate poco prima.. -
.Fuyuko Tanaka
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