Dust of desires and Talismans of the stars

Role Summer Event | Fuyuko Tanaka e Tobi Fukuda

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    Tobi Fukuda
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    Quando la vide alzare le braccia in segno di resa, si imbarazzò un po': in tutta onestà, non si era reso conto di quanto stesse insistendo sulle grandi doti della sua compagna. Non che fosse falso, ma non era proprio nei suoi costumi regalare complimenti su complimenti, sperò di non averla messa (troppo) in imbarazzo. Nella sua mente, i risultati ottenuti dalla ragazza dai capelli turchesi erano così evidenti ed oggettivi che il semplice citarli non era considerabile un vero e proprio complimento, quanto più un riconoscimento di meriti reali. Però, sì, forse aveva un po' esagerato con le lusinghe, non voleva certo suonare come se fosse un suo fanboy o qualcosa del genere, dunque decise di cogliere lo spunto che la ragazza gli offriva per chiudere la conversazione con una risatina di difficile interpretazione.
    -Suona come una cosa che potrei fare io.- Ridacchiò, quando Fuyuko gli raccontò di aver usato un ombrello nel suo test d'ingresso. Effettivamente se non gli avessero concesso di tenere la corda, probabilmente sarebbe dovuto ricorrere anche lui ad un espediente simile. Certo, per motivi completamente diversi da quelli per cui lo aveva preso Fuyuko, probabilmente, lui non aveva una vera e propria scelta (salvo voler affrontare l'esame a calci e pugni senza nessun aiuto dal suo Quirk). Non commentò, invece, il fatto che ad esaminarla era stato Minamoto: sapeva che era uno dei professori designati per i test d'ingresso ed anzi, era uno di quelli che ne teneva di più, gli capitava spesso di incrociarlo.
    Annuì poi con convinzione alle parole di Fuyuko, sapeva che sarebbe stata d'accordo con lui. Così poche persone dentro quella scuola si rendevano conto di essere poco più che dei bambini... la maggior parte di loro probabilmente avrebbe finito per catturare un criminale prima ancora di dare il primo bacio, o una qualunque altra cosa normalmente associata all'adolescenza, e a Tobi sembrava una prospettiva infinitamente triste.
    -Sono d'accordo. Anzi, a maggior ragione perché dobbiamo crescere in fretta, dovremmo cercare di trarre il meglio da questi pochi anni che abbiamo a disposizione.- Affermò, con un vago accento di malinconia. Gli sarebbe tanto piaciuto essersene reso conto prima, ma fino a pochi mesi prima lui stesso era il primo ad assumere atteggiamenti anche eccessivamente maturi, a volte. In qualche modo, si era convinto che era ciò che la società si aspettava da loro e che di conseguenza era ciò che era giusto fare: maturare in fretta, trovarsi un lavoro in fretta e sistemarsi. Ma cosa significava, poi, sistemarsi? Prendere uno stipendio sufficiente a sopravvivere, togliendosi qualche sfizio di tanto in tanto? Possibilmente, anche gli sfizi, niente di troppo distante da quello che i tuoi coetanei considerano uno sfizio, già avere un hobby particolare o fuori dalle righe ti poteva valere l'etichetta di strano. Che fregatura. A ripensarci, Tobi rivoleva indietro diversi anni che considerava buttati, forse anche per questo gli era venuto il pallino di andare all'università: voleva concedersi qualche anno in più da passare senza l'opprimente ombra del dover essere un adulto. Non voleva essere un adulto.
    -Non siamo adulti. Non dovremmo fingerci tali.- Concluse infine, con tono deciso. -Finiamo solo per mettere in pericolo noi stessi e chi ci sta intorno.- Sì, ecco cosa succedeva a fingersi adulti. Si agiva credendo di avere la situazione sotto controllo, e si finiva per stordire inavvertitamente i propri compagni, o parlare a sproposito e finire per provocare reazioni violente.
    -Sì, esatto. Le Unicità sono un dono, non una responsabilità.- Forse i defunti genitori di Peter Akamu avrebbero avuto da ridire, ma in un mondo in cui l'80% della popolazione è dotata di Quirk era semplicemente stupido pensare di essere tenuti a sacrificare la propria vita per ergersi a paladini della giustizia.

    E Tobi si augurò davvero che Fuyuko non avesse intenzione di sacrificare la normalità della sua vita, i suoi legami, le sue amicizie e i suoi amori, solo per non essere soggetta a trappole da persone come Hisoka. Anche perché sarebbe stato completamente inutile, il giullare con lui aveva fatto leva su un ragazzo che a malapena conosceva ed aveva funzionato comunque. Certo, magari se fosse stata completamente sola, Hisoka non avrebbe potuto minacciare Fuyuko di uccidere i suoi amici, ma la ragazza dagli occhi smeraldini si sarebbe davvero mostrata più indifferente dinanzi alla prospettiva che a saltare in aria fosse un autobus pieno di innocenti?
    -Tanto, quelli come lui trovano sempre qualcosa a cui attaccarsi.- Asserì, incrociando le braccia, deciso a chiudere l'argomento Hisoka più in fretta possibile, avvertendo l'evidente difficoltà a parlarne di Fuyuko. Magari si sarebbe aperta di più con i suoi tempi, o semplicemente le sarebbe passata, Tobi non aveva intenzione di forzare nessuno. Lui? No, lui non ne avrebbe mai parlato. In fondo erano sempre gli altri ad avere bisogno di cure, auto-analizzarsi era fuori discussione. A lui sembrava di stare bene. Certo, a volte aveva ancora i crampi alla mano, e gli capitava di avere incubi, ma... tutto normale, no?

    Osservò con divertimento l'espressione vagamente contrariata di Fuyuko, mentre diceva che non lo avrebbe mai sfidato a fare nulla.
    -Suvvia, non te la prendere.- Ridacchiò, poi le si avvicinò all'orecchio e sussurrò. -In fondo il mio trucchetto lo conosci.- Chiaramente sapeva che Fuyuko non se l'era davvero presa, ma punzecchiarsi vicendevolmente era fin troppo divertente. Si sorprese quando Fuyuko asserì che toccava di nuovo a lui, ma vide la sua attenzione rivolgersi per qualche istante al suo cellulare, dunque capì che forse semplicemente voleva rispondere a qualche messaggio e voleva approfittare del fatto che il suo amico fosse impegnato. Inarcò un sopracciglio all'udire le successive parole di Fuyuko, pur rigirando il retino verso di sé per impugnarlo meglio, preparandosi a colpire.
    -Ma come, devo pure fare lo sforzo di presentarmi? Questo amuleto è una fregatura, credevo mi sarebbero semplicemente piovute addosso.- Borbottò, fingendo indignazione. Nella sua mente non poté fare a meno di pensare che era davvero come quello stupido amuleto di The Older Scrolls. -Va bene, va bene, vediamo un po'.- Di nuovo, il suo braccio si mosse come quello di un chirurgo, rapido e preciso, e pescò cinque pesciolini uno dietro l'altro. Sapeva che il retino stava per rompersi, al quinto pesce: lo aveva testato prima e gliene dava tutta l'impressione già a vederlo ora, cinque doveva essere più o meno il massimo pescabile. Eppure, dosando un po' meglio i suoi attacchi, era arrivato al quinto pesce preso con un retino che dava ancora una parvenza di integrità, non c'era nemmeno una crepa sulla superficie sebbene fosse già parecchio indebolita. Indugiò per qualche istante, era un po' un azzardo, ma forse poteva provare a pescarne un sesto. Valutando attentamente la condizione della sua arma, stabilì di avere più o meno il 50% di possibilità di riuscita, in altre parole era come lanciare una moneta, era tutto in mano al caso. Sorrise, stuzzicato dalla sfida, ricordando l'assurda posta in gioco.
    Tuffò il retino in acqua.
    Il retino toccò un pesce rosso.
    Il pesce rosso si liberò.
    Il retino si strappò.
    -Ops.-





     
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    Fuyuko Tanaka
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    Fazione: Heroes
    Forza: 040
    Quirk: 190
    Agilità: 170

    Peso Trasportabile: [4]

    Narrato - Parlato - Pensato

    A tratti Fukuda le era sembrato fin troppo serio e maturo per i ragazzi della sua età. Una persona decisamente affidabile, su cui poter contare sempre. Non a caso era il più maturo e lungimirante del gruppo. O almeno la Tanaka lo aveva sempre ritenuto tale. Continuava a pensarlo, anche se Tobi-kun stava manifestando un desiderio inespresso di vivere i suoi anni e smettere di guardare al futuro con così tanta ansia. Un discorso che apprezzava e condivideva. E forse un po' non se lo aspettava affatto dal Tobiko Fukuda che aveva conosciuto anni prima nel campo di addestramento della Yuuei. Sul viso fiorì un sorriso spontaneo, contenta di aver trovato la sintonia che quasi le mancava con il ragazzo. - Questo è il Tanabata festival e con tutti queste bancarelle ed attrazioni si torna un po' bambini. - Anche se stavano crescendo ciò non significava che erano già adulti. Quindi potevano concedersi il lusso di divertirsi e sbagliare. - Vediamo un po'… - Si massaggiò il mento assumendo un’espressione riflessiva. Poi spostò lo sguardo sull’amico. - Cosa non hai mai fatto e che ti piacerebbe fare? - Un modo per recuperare la fanciullezza “perduta” del serioso Fukuda. - Ti ricordo che questa è anche la giornata dei desideri da rivolgere alle stelle! - Lo incitò con un largo sorriso. Se Fukuda desiderava vivere con la spensieratezza e l’incoscienza di un bambino poteva farlo, anzi la Tanaka avrebbe fatto di tutto per accontentarlo.

    Le risultò anche strano nominare Hisoka nel bel mezzo del Festival. Lo stavano facendo da qualche minuto con più o meno velate allusioni, senza riuscire ancora ad affrontare la questione. Era un po' come trovarsi di fronte a due testuggini, così vicine da potersi sfiorare la testa. Non appena l’una avvertiva il muso dell’altra si ritraeva nel carapace per timore. E viceversa. Stavano aggirando l’argomento senza riuscire a sviscerarlo come una parte di loro voleva. Probabilmente quell’incontro li aveva segnati entrambi. Alla ragazza sorse il dubbio che forse Tobi-kun sapeva più di quanto dicesse. - E non troveranno mai la serenità. - Concluse. Trovava difficile immaginare un Hisoka sereno, nemmeno davanti al cadavere di un Pro-Hero. L’oscurità non potava mai la serenità. Di questo ne era fermamente convinta. Dubitava che il Villain avesse avuto lunga vita con quell’insano Hobby di disturbare la quiete pubblica.

    Incrociò le braccia al petto indispettita dalle parole dell’amico. Ovviamente la stava punzecchiando e conosceva perfettamente l’Unicità di Fukuda. Per quanto fosse meno spettacolare e temibile di tante altre, pensava che l’abilità del ragazzo fosse particolarmente versatile ed unita alla sua intelligenza diventava un’arma temibile, anche più del suo fulmine. Non osò dare adito ai suoi pensieri, per non cadere nel loop temporale di reciproci complimenti che aveva appena spezzato. Intanto l’amico era caduto nella sua trappola. Aveva disposto la sua tela intorno al povero studente e quando meno se lo aspettava l’aveva reso prigioniero del suo gioco. - L’amuleto senza un minimo di sforzo da parte tua non avrà alcun effetto! Non fa miracoli. - Cercò di trattenere una cristallina risata.

    Inutile sottolineare che mentre Fukuda cercava di pescare altri pesci la Tanaka si rivolse a tutti i Kami del cielo, della terra e delle stelle per augurare un’improvvisa rottura del retino dell’amico. In verità aveva offerto al ragazzo la possibilità di sbagliare e scegliere il proprio destino. Ma la ragazza desiderava una cena a quattro sul battello per quella sera più di qualsiasi altra cosa. E poi non si capacitava di come un ragazzo sveglio, intelligente e talentuoso come Tobiko fosse ancora single. - Hai perso. - Gli occhietti smeraldini si assottigliarono e le labbra partivano dall’orecchio destro fino a quello sinistro mostrando un sorriso trionfante. - Hai perso! Hai perso! Hai perso! - Elettrizzata perse ogni interesse per la pesca. Avevano recuperato un bel po' di pesci rossi e forse potevano riscuotere come ricompensa un piccolo peluche. - Il grande Tobiko Fukuda ha perso! - Lo punzecchiò. Il capo turchese oscillava ora a destra ed ora a sinistra con gli indici puntati verso l’alto. Una danza della vittoria, il trionfo delle stelle.

    Dopo un po' ritornò in sé. - Prendi un peluche piccolo come premio. Alle ragazze piacciono i peluche e non puoi presentarti a mani vuote! - Lo canzonò mentre gli affidava la bacinella piena di pesci. Lanciò uno sguardo allo schermo del cellulare e purtroppo Shinso non le aveva fornito abbastanza dettagli sulla “donna ideale di Fukuda”. Scosse la testa con un sospiro, infilando di nuovo il cellulare nello yukata. Mentre il ragazzo sceglieva il dono, la Tanaka aguzzò la vista per scorgere all’orizzonte possibili pretendenti per l’amico.

    Tra coloro che mostravano l’amuleto c’era una ragazza dalla chioma bionda, scompostamente seduta su una panchina ed intenta a degustare dei bastoncini di cioccolata. Indossava uno yukata bianco ed i capelli li aveva lasciati sciolti e solo con un fermaglio per togliere la frangia dagli occhi smeraldini. Era tutta sola e con lo sguardo annoiato guardava i passanti, incurante delle briciole e della cioccolata che cadeva sul candido abbigliamento. Invece un’altra ragazza con uno yukata nero era in compagnia di un gruppo d’amici, dall’aspetto piuttosto singolare ed alcuni di essi portavano con loro strumenti musicali. Anche la ragazza con i capelli scuri aveva un aspetto singolare, visto che dalla testa spuntavano due corna rosse e la lunga coda non nascondeva le orecchie a punta. Infine sul pontile accanto al mare c’era una ragazza con il più bel yukata che la Tanaka avesse mai visto. Appariscente e luccicosa nel suo abbigliamento sembrava una bambolina con i suoi occhi smeraldini incastonati in un viso color porcellana. Stava mangiando una mela caramellata, sosteneva un ombrello di carta per ripararsi dal sole e rimirava il mare.

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    Benvenuti alla prima edizione di Tobiko Take Me Out! :heart:

    L’evento nell’evento! Ciò che tutti gli utenti di MHA: Become a Hero! stanno aspettando da settimane, mesi ed anni (?).
    Visto che sono un’indecisa cronica chiedo il vostro aiuto! O almeno a coloro che hanno il piacere di leggere la role :3

    Nella parte finale del mio Post sono state descritte tre aspiranti fidanzate di Tobi-kun. Leggete con attenzione e inviatemi un MP con oggetto “Tobiko Take Me Out!” la vostra preferenza. Potete scegliere solo una di loro tre ed influenzare la scelta di Fuyuko.

    Fukuda è stato cattivo con voi e volete vendicarvi? Ebbene partecipa a Tobiko Take Me Out!
    Tenete alla vita sentimentale di Fukuda più della vostra? Ebbene partecipa a Tobiko Take Me Out!
    Amate le ship più improbabili e insane? Ebbene partecipa a Tobiko Take Me Out!

    Non siete timidi e inviate le vostre preferenze entro il mio prossimo post.
    Enjoy! :**:
     
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    Tobi Fukuda
    Narrato. -Parlato.-

    Annuì convinto, in tutta onestà era una delle cose che più gli piaceva del Tanabata, l'idea di poter giocare un po' e divertirsi senza nessuna pressione. Aiutava molto il fatto che la festività avesse luogo in spiaggia, luogo che lui considerava già di per sé in qualche modo mistico. Aveva uno strano effetto su di lui, come se fosse tutto immerso in una bolla in cui il tempo smette di correre e gli eventi smettono di succedere. Le sue preoccupazioni e i suoi crucci di tutti i giorni non lo raggiungevano mai, uno scudo di aria salmastra lo avrebbe protetto finché non avesse lasciato l'area. La successiva domanda di Fuyuko lo lasciò tuttavia un po' perplesso: non perché fosse strana, inaspettata o fuori luogo, semplicemente perché non era sicuro di avere una risposta. Cosa non aveva mai fatto che invece avrebbe voluto fare? La ragazza giustamente gli ricordò che era anche tradizione affidare i propri desideri a dei fogliettini di carta alle stelle, quel giorno, come a spronarlo ad inventarsi qualcosa da scriverci su. Certo, magari a qualcosa da desiderare ci sarebbe arrivato, ma non necessariamente qualcosa di concreto, o non necessariamente qualcosa che non gli fosse mai già successa. Qualcun altro al suo posto probabilmente avrebbe risposto che voleva una ragazza, ma in tutta sincerità Tobi Fukuda non era il tipo: cioè, sicuramente non gli sarebbe dispiaciuto provare, ma non avrebbe mai sprecato un desiderio per una cosa del genere. Era una di quelle cose che se gli fosse capitata l'avrebbe accolta, ma non ne sentiva un vero e proprio bisogno.
    -Uh... non lo so.- Ammise, dopo qualche istante. Gli dispiaceva non offrire spunti di conversazione, ma era così. -Oh, magari mi piacerebbe fare un bel viaggio fuori dal Giappone, non ci sono mai stato. A malapena sono uscito da Tokyo, e solo da piccolo.- Confessò, un po' in imbarazzo, come se in qualche modo il non viaggiare della sua famiglia fosse colpa sua. -Tu invece, Fuyu-chan?- Domandò, lieto di essere riuscito a contribuire alla conversazione prima di ri-passare la palla alla ragazza.

    La ragazza a sua volta volle dire un'ultima cosa su Hisoka e le persone come lui, usando a sua volta un tono piuttosto definitivo. Chissà, forse era vero che non avrebbero mai trovato la pace, ma a Tobi questo non interessava più di tanto. Nessuno li costringeva a comportarsi in quel modo, qualcuno poteva anche (a ragione) sostenere che la famosa "pace" di cui parlava Fuyuko nemmeno se la meritassero. In tutta onestà, Tobi non era nemmeno di questa filosofia: certamente se Hisoka o chi per egli fosse stato in una situazione di pace interiore non avrebbe fatto quello che faceva, e quindi in un certo senso sarebbe stato meglio per tutti. Il concetto di meritare o meno qualcosa di astratto come la felicità o la pace era qualcosa su cui Tobi preferiva non sbilanciarsi. Era molto più semplice stabilire chi meritava qualcosa di concreto, come un bel voto o un posto di lavoro, in quanto esistevano criteri oggettivi per stabilirlo. Al di là di non augurare esplicitamente a Hisoka di essere felice, non si augurava espressamente nemmeno l'opposto. Fatti suoi, a lui bastava non incrociarlo mai più o quantomeno non in circostanze così intime ed ambigue, incrociarlo con in mano una licenza da eroe e cogliendolo con le mani nel sacco in un qualche crimine andava tutto sommato bene, in fondo sarebbe stato letteralmente il suo lavoro di lì a qualche mese.

    -Certo, certo. Stai solo cercando di coprire il fatto che ti hanno fregata e ti hanno dato un amuleto farlocco. Se ne avessi avuto uno originale avremmo già incontrato qualcuno.- Continuò il ragazzo, sulla scia delle stupidaggini dette poco prima riguardo quel pendente, non che lo credesse sul serio ovviamente. Pochi minuti dopo, al bucarsi del suo retino, la ragazza dai capelli turchesi quasi letteralmente esplose nel suo orecchio, cantandogli il più entusiastico inno di sconfitta che il ragazzo avesse mai sentito.
    -Tecnicamente avevi detto cinque tentativi. Il retino mi si è bucato al sesto pesce, cinque li avevo già presi, quindi non ho perso proprio un bel niente.- Protestò, stringendosi nello yukata con finta aria offesa, ma rendendosi conto ben presto che l'attenzione della sua compagna era altrove: stava scrutando la folla come un falco in cerca di un ignaro coniglietto su cui precipitarsi. -Mi sa che non mi stai ascoltando, uh? Che succede?- Non capì bene cosa stesse guardando Fuyuko, sinceramente, ma iniziò ad avere una mezza idea (o un mezzo timore, più che altro). Stava davvero cercando una ragazza a cui farlo presentare? Apparentemente sì, poiché poco dopo gli intimò di scegliere un peluche e di usarlo come icebreaker. Tobi sospirò e si rivolse all'uomo dietro il bancone, chiedendogli se avesse preso abbastanza pesci per uno dei pupazzi: questi annuì e sembrò piuttosto lieto che i due giovani non fossero intenzionati a reclamare i pesci che avevano catturato e portarli a casa - altrimenti avrebbe sicuramente finito per chiudere presto quella sera. Dunque, che peluche prendere? Fuyuko non ne aveva scelto nessuno ed al momento sembrava impegnata nella sua ricerca, quindi non poteva aiutarlo. Il pesce? Carino ma molto poco espressivo. Panda o orsacchiotto? Fin troppo banali. Il granchio, forse? Aveva due begli occhi brillanti e un sorriso simpatico, però sembrava decisamente da bambini piccoli.
    Vada per il panda, anche se sembrava onnipresente in ogni bancarella gli sembrò comunque il più caruccio. A ripensarci, forse era proprio per questo che era onnipresente in ogni bancarella. Magari, anzi, alla (poco) fortunata scelta da Fuyuko era capitato di vedere qualche altra ragazza stringere un morbidoso panda fra le braccia e le era venuta voglia di possederne uno a sua volta, chissà.
    Tobi si voltò dunque verso Fuyuko con il peluche saldo fra le mani ed attese, con un lungo sospiro.



     
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    Fuyuko Tanaka
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    Il Tanabata festival non celebrava solo l’amore, ma alle stelle si rivolgevano i propri desideri. Ai lati della struttura in legno, dove si ergeva il piccolo mercatino ed agglomerato di botteghe, aveva intravisto i rami di bambù su cui ognuno poteva lasciare il proprio desiderio da scrivere su un foglietto di carta. Probabilmente a fine serata la studentessa della Yuuei lo avrebbe fatto insieme a Yu-kun. Ma in quel momento Tobi-kun aveva tutta la sua attenzione, anche perché era incapace di chiedere l’aiuto degli altri. Aveva percepito qualcosa d’irrisolto o un velo di preoccupazione sul viso dell’amico. - Ecco dove sbagli! - Incalzò subito Fukuda quando con innocenza aveva espresso il suo desiderio di viaggiare. Un desiderio che forse condividevano, ma non poteva esaudirlo in quel momento. - Pensi troppo in grande. Intendevo qualcosa che vorresti fare in questo momento e che non hai mai fatto. - Forse non era stata abbastanza chiara. Desiderava solo trovare la parte più gioviale e leggera dell’amico. - Anche a me piacerebbe viaggiare. E se organizzassimo un viaggio tutti insieme dopo il diploma? - Ovviamente si riferiva anche a Yu-kun, Mire-chan e Ha-chan. - Dopo tre anni ce lo meritiamo! - Sarebbe ben volentieri partita insieme al gruppo di amici. Per la destinazione ed i preparativi si sarebbe affidata a Fukuda e Murakami. Loro erano decisamente i più organizzati e responsabili del gruppo. - Invece per rispondere alla tua domanda: Desidero fare un giro sulla Star Tower! - Indicò l’attrazione che si trovava nei pressi di Tokyo Disneyland. Le luci che incorniciavano la torre erano spente, visto che il sole non era ancora tramontato. - Non ci sono mai andata per timore. Però penso che questa sera chiederò a Yu-kun di accompagnarmi. - Sembrava una richiesta frivola e forse un capriccio. Ma nascondeva un significato ben diverso. Aveva quasi l’impressione che Tobi-kun fosse così impegnato a progettare il suo futuro che dimenticava di vivere il presente. Ed il presente era anche fatto di piccole cose.

    Ogni parola, ogni giustificazione, ogni pretesto dal momento in cui sul retino di Fukuda si aprì una voragine fu completamente ignorato dalla Tanaka. Lo ascoltava, ma ormai era troppo tardi per ragionare sui cavilli burocratici che sapientemente Tobi-kun stava tirando fuori. Era vero, anzi verissimo. Il ragazzo aveva diritto di replica e tecnicamente non aveva perso la scommessa. Ma ormai la fanciulla dalla chioma turchese aveva smesso di ascoltarlo e già immaginava Tobi-kun alle prese con una ragazza. - Uh? - L’amico stava forse provando a smorzare il suo entusiasmo? Si stampò un’espressione imbronciata sul viso, in risposta alle inattaccabili e sensate parole di Fukuda. - La superbia va punita. Hai voluto strafare! - Era pronta a sbattere i piedi per terra o aggrapparsi al braccio di Tobi-kun pur di averla vinta.

    Dopo aver dato un’occhiata in giro ed aver individuato qualche ottima candidata, lo sguardo smeraldino della Tanaka si soffermò su Fukuda e il suo bell’orsacchiotto bianco-nero. Adorava i panda. - Awh… Kawai! - Squittì non appena notò il peluche tra le mani del ragazzo. Sembrava fin troppo rigido per i suoi gusti, avvolto nel suo bel kimono e con il talismano in bellavista. Aggrottò la fronte e si pose di fianco al ragazzo. - Schiena dritta e petto in fuori. - Con il palmo della mano sfiorò i due punti appena citati. Diede una sistemata al talismano. - Sorridi. Alle ragazze piacciono i ragazzi con un bel sorriso e divertenti! - Si sollevò sulle punte per raggiungere il viso dell’amico. Gli indici avrebbero fatto pressione sulle guance per aprirgli il viso con un sorriso. - E poi hai scelto un peluche davvero carino. Nessuno resiste ai panda! Per un attimo pensavo che avessi optato per quel granchio. - Rabbrividì solo all’idea di sfiorare un peluche a forma di granchio. - I capelli, Tobi-kun! I capelli! Passaci una mano dentro. - Voleva cancellare quell’aura di perfezione dal viso di Fukuda. Di solito le ragazze non erano mai attratte dai bravi ragazzi.

    Lo sguardo smeraldino si soffermò poi sulla prescelta. Accerchiata da un gruppo di ragazzi con accessori metallici e piercing, che stonavano con gli yukata che indossavano, c’era una ragazza dalla chioma scura. Era impossibile non notarla per le corna sul capo e la coda appuntita che le sbucava dalle pieghe del tessuto nero. Parlava animatamente con il gruppo, forse una band, ma era impossibile comprendere l’argomento di discussione da quella distanza. - Che ne pensi della ragazza in nero? È davvero carina! - Non gesticolò troppo, anche perché trovava inappropriato e di cattivo gusto indicare le persone. - Su su… vacci a parlare! - Avrebbe appoggiato i palmi dietro la schiena all’amico per donargli qualche colpetto d’incoraggiamento.

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    Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato al mini-evento!
    Di seguito le tre candidate:

    Ai Murakami: Maschiaccio come pochi ed a causa dei suoi modi rozzi e fin troppo diretti non è ancora riuscita a trovare la sua anima gemella. Dopo aver abbandonato gli studi per sostenere la famiglia, di umili origini, ha trovato impiego presso un’officina d’auto. Un lavoro davvero inusuale per una ragazza, ma lei è appassionata di motori e velocità. Ha deciso di partecipare Tanabata festival per cercare l’anima gemella, anche se ci crede poco. In verità si stà annoiando parecchio e non trova nessuno d’interessante. Bisessuale. Non possiede alcun Quirk.

    Yuya Kimura: Aspirante idol ed appassionata di musica metal. È riuscita a costruire una piccola band con i suoi compagni di classe e suonano nei weekend nei piccoli locali di periferia. È molto attiva sui social e le piace postare le proprie esibizioni con la band o le cover registrate in camera sua. È al Tanabata festival nella speranza di mettere su un piccolo concerto, anche se uno dei compagni le ha comprato un talismano contro la sua volontà. Il suo Quirk “Succubus” le conferisce un paio di corna e una coda appuntita con capacità prensile.

    Misa Yamazaki: Rincorre il suo sogno d’amore da anni e da quando era bambina sogna d’incontrare il suo principe azzurro il settimo giorno del settimo mese dell’anno. Crede nel colpo di fulmine. S’innamora quasi sempre a prima vista del primo ragazzo che si dimostra interessato a lei. È raffinata nei modi e proviene da una famiglia altolocata di Tokyo. Capricciosa, volubile ed ossessionata dall’amore. Quasi sempre i ragazzi che incontra al Tanabata festival non la richiamano il giorno dopo, per i suoi modi troppo appiccicosi e smielati. Il suo Quirk “Candy Candy” le permette di tramutare gli oggetti in zucchero.

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    Tobi Fukuda
    Narrato. -Parlato.-

    La Tanaka lo ammonì dicendo che pensava troppo in grande: la sua domanda non aveva quel tipo di accezione, era più in piccolo, qualcosa di semplice che gli sarebbe piaciuto fare in quel momento e che non aveva mai fatto. Il ragazzo scrollò dunque le spalle, guardandosi intorno come in cerca di qualche spunto.
    -Non saprei allora, al Tanabata ho provato quasi tutto ormai.- Rifletté, senza vedere nessuna bancarella dove non avesse mai speso almeno una manciata di yen nel corso degli anni. La ragazza, però, non trovò la sua proposta completamente da scartare, e propose un viaggio dopo il diploma. Tobi annuì convinto, gli sarebbe piaciuto molto, sinceramente. -Certo. Quando vi sarete diplomati tutti partiremo. A me ormai temo non manchi molto.- Mormorò, massaggiandosi la nuca. Gli sembrava molto strano essere il primo a diplomarsi, era sempre stato quasi un anno avanti ma era abituato a considerare la loro scalata alla Yuuei come parallela, e non si reputava certo il più talentuoso del gruppo (e a provarlo c'erano stati Fuyuko e Yumeru, entrambi arrivati in terza prima che lui finisse, accorciando le distanze iniziali). Eppure, evidentemente, viveva ancora di rendita dal vantaggio che aveva all'inizio e si sarebbe (probabilmente) diplomato prima degli altri. -Eccome se ce lo meritiamo.- Confermò, con un sorriso complice. Fu il turno di Fuyuko di rispondere alla domanda che Tobi le aveva rigirato, e disse di voler salire sulla Star Tower. Tobi seguì istintivamente il dito indice della sua amica e si imbatté nell'attrazione: non ci era mai salito nemmeno lui, ma per quanto lo incuriosisse non gli interessava così tanto da desiderare intensamente di vederla. -Mi sembra un'idea carina. Fate qualche foto, mi raccomando.- Invitò, lasciando sottinteso che gli sarebbe piaciuto darci un'occhiata a sua volta, se se ne fosse presentata l'occasione.

    Come sospettava, Fuyuko non gli stava dando minimamente retta. Asserì qualcosa riguardo alla sua presunta superbia. Beh, non è che potesse smettere di pescare se il suo retino non era bucato, era quello il gioco: pescare finché non si buca. D'altro canto, non gli andava di fare il guastafeste o impuntarsi su qualcosa, anche perché Fuyuko sembrava aver già combinato, e non sembrava minimamente intenzionata a retrocedere, Tobi conosceva bene quello sguardo.
    Del resto, non sapeva proprio dirle di no.
    -Lasciamo perdere.- Mormorò, sconfitto, e si lasciò guidare. Fuyuko sembrò approvare la sua scelta di pupazzo, gli corresse la postura e gli intimò di sorridere. Infine, gli ordinò di sistemarsi i capelli: il ragazzo non se ne era nemmeno accorto, ma evidentemente l'umidità glieli aveva fatti gonfiare un po'. In fondo erano a luglio a poche decine di metri dal mare, era anche normale che umidità e salsedine rovinassero le acconciature.
    -Uff.- Sbuffò, un po' seccato che un agente esterno ed immodificabile gli rovinasse il look. Si passò una mano sulla frangia, con maestria, e la sbatté un po' a destra e sinistra, mentre con l'altra mano smuoveva un po' i capelli ai lati e sulla nuca. -Meglio?- Domandò, con un sorrisetto sornione.
    Ci mise qualche istante a capire di che ragazza Fuyuko stesse parlando, giusto il tempo di guardarsi intorno e scorgere un insolito kimono nero, fra cui sbucava una liscia coda nera da diavoletto. Lei era piuttosto carina, una folta chioma di capelli neri portati con una frangia e raccolti per l'occasione, due piccole corna nere (abbinate alla coda), e due luminosi occhi rossi. Sembrava una versione meno mutata di Akane, sinceramente, ma c'era solo un piccolo problema.
    -Eeh!? Perché proprio quella lì? Cioè, è circondata di amici, completamente inavvicinabile. Sarebbe un suicidio! Perché devo fare la figura dell'idiota davanti a così tante persone?- Protestò, pur consapevole che alla fine avrebbe finito per andarci. -Eddai, non farmi questo, non c'è letteralmente nessun altra?- Il ragazzo sospirò teatralmente, sconsolato, e fece un primo passo in avanti. -Yare, yare.- Borbottò, con un filo di voce, nascondendosi il viso con una mano per la vergogna mentre con l'altra strizzava il panda. Un altro passo, un altro ancora.
    Inevitabilmente, dopo qualche altro passo, gli occhi della ragazza si alzarono e si incrociarono con i suoi, che abbassò meccanicamente mentre il volto gli diventava color cremisi. Giurò di vederla sorridere per un istante con la coda dell'occhio, e ben presto (senza che lei dicesse una parola) anche l'attenzione dei membri di quella che sembrava una band punk-rock fu concentrata su Tobi.
    -Merda.- Esalò, a voce bassissima, cosicché nessuno (a parte qualcuno dotato di un Quirk di super-udito) potesse sentirlo. Deglutì, fece un altro passo avanti e si rese conto di non essersi preparato nulla da dire, brancolava nel buio. Decine di ipotesi cominciarono ad affacciarsi nella sua mente, una più cringe dell'altra, finché non fu chiaro che non esisteva un modo furbo di uscire da quella situazione, ormai si era già messo in imbarazzo e l'unica cosa che poteva sperare era che finisse tutto in fretta e che quella band si dimenticasse di lui il più presto possibile. Il suo talismano tintinnò, ben visibile, mentre il ragazzo si rimetteva dritto ed allungava il piccolo e soffice panda alla ragazza.
    -C-certo che i panda quest'anno sono inflazionatissimi, eh?- Si riferiva (in maniera forse non troppo ovvia) al fatto che ogni bancarella sembrasse avere almeno un panda fra i premi da ritirare. -N-ne vuoi uno? Ne ho appena vinto uno e non so che farmene, ah ah.- Bene, ora avrebbe solo dovuto trovare una bancarella che avesse fra i premi un bel badile o una vanga, vincere quella e poi scavare un buco sufficientemente profondo nella sabbia, entrarci dentro ed uscirne solo migliaia di anni dopo, rinvenuto da un qualche archeologo di passaggio.






     
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    Fuyuko Tanaka
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    Un viaggio post-diploma era il sogno di qualsiasi studente, che dopo aver superato le fatiche del percorso formativo poteva tirare un momentaneo sospiro di sollievo per aver raggiunto quel traguardo. E poi meritavano un po' di riposo dopo il conseguimento della licenza definitiva. Inoltre non immaginava altre persone con cui compiere quella piccola follia. Avrebbe risparmiato yen fin da subito, forse quest’estate avrebbe chiesto alla madre una piccola paghetta, cosa che non aveva mai fatto nonostante lavorasse nel periodo estivo al negozio di famiglia. Non avrebbe mai chiesto la somma di denaro a sua madre, preferiva guadagnarsi quel viaggio mettendo da parte un po' di Yen. Infondo le mancava ancora un anno ed un lungo tirocinio da intraprendere. - Ottimo! Allora al rientro alla Yuuei ne parliamo anche con gli altri! - Avrebbe anticipato anche qualcosa via chat.

    Forse la sua unicità non consisteva nella manipolazione degli eventi atmosferici, come apparentemente faceva fin dalla più tenera età. Possedeva il dono di ottenere sempre ciò che desiderava. O almeno né Fukuda e né Shinso le avevano mai rifilato un “no”. Entrambi erano tanto premurosi e protettivi nei suoi confronti. Un po' si sentiva viziata da loro. Consapevole del suo ascendente su Tobi-kun, si era già imposta la missione di trovare una ragazza per l’amico. Con la stessa apprensione di una madre che preparava il figlio per il suo primo giorno di scuola, la Tanaka controllò che tutto fosse perfetto nell’aspetto dell’amico. Se desiderava far colpo su una ragazza doveva quantomeno sorridere e riuscire a far ridere l’altra persona. Lei poteva fare ben poco, anche perché tutto dipendeva dal ragazzo. - Assolutamente si! Ah… falla ridere. - Ultimo consiglio prima di spingerlo verso la band.

    Se non avesse avuto fiducia nelle qualità di Fukuda non lo avrebbe spinto a presentarsi ad una sconosciuta. Alla Yuuei Academy Tobi-kun era molto conosciuto e di certo il grande Tobiko Fukuda non poteva spaventarsi di fronte ad un primo approccio con una ragazza. Aveva sempre pensato che all’amico bastasse solo una piccola spinta, per dissipare quei dubbi ed infrangere quel velo di timidezza. In questo erano molto simili, per quanto sapeva che quel gesto non poteva che fargli bene. Nel peggiore dei casi sarebbe intervenuta per raccogliere i cocci dell’amico. Scosse la testa alle iniziali lamentele del ragazzo. Non si aspettava nulla di diverso da Tobi-kun, ma sapeva che nel profondo allo stesso Fukuda non gli dispiaceva più di tanto. Tolto ovviamente l’imbarazzo, che aveva già animato il suo viso. I palmi della ragazza persero contatto con la schiena dell’amico, quando quest’ultimo decise di camminare sui suoi piedi e raggiungere il gruppo. Alla Tanaka non restava altro che farsi da parte, incrociare le dita e invocare la benedizione delle stelle.

    Ancor prima che il gruppo di ragazzi si accorgesse di Tobi-kun, un’accigliata Yuya si stava confrontando proprio con il batterista del gruppo. - Come? Shiki-kun non può venire? - Sul viso della ragazza comparve un broncio mentre estrasse un cellulare dallo yukata per visualizzare un messaggio. Il batterista, un ragazzo piuttosto corpulento e della stessa età di Fukuda, si rigirò i pollici visibilmente a disagio. - Ehm… purtroppo non stà bene. - Yuya sbuffò appena infilando di nuovo il cellulare tra le pieghe del tessuto nero. La coda da demone si agitava, quasi potesse percepire il nervosismo della ragazza. - Koji-kun non sei riuscito a trovare nessuno per sostituirlo? - La ragazza si rivolse ad un ragazzo alto e tarchiato che portava con sé l’astuccio di una pianola. Koji scrollò le spalle desolato, mentre lanciava un’occhiata desolata all’aspirante idol. Rimase in disparte invece Koyo, il gemello di Koji, che sembrava più interessato alle ragazze che passeggiavano sul pontile e non alla discussione interna alla band. - Ahhhh! Ahimè… Concerto annullato! Senza il secondo chitarrista non possiamo suonare il nostro pezzo migliore. - Fu a questo punto che intervenne Koji. - E se ci godessimo il Tanabata? Infondo domani abbiamo una serata in un locale a Shibuya. È molto frequentato sai? - La ragazza non sembrava molto convinta, ma non sembravano esserci altre alternative. In assenza di Shiki non potevano far altro che prendersi la giornata libera. Rassegnata iniziò a guardarsi intorno, incrociando quasi per caso un ragazzo ed un panda di peluche. Fu spontaneo sorridergli in modo fugace, forse più per il peluche che portava con sé che per altro. Non si aspettava di certo di esserne la destinataria. - Yuya-chan lo conosci? Sembra si stia dirigendo proprio qui. - Tobi-kun aveva appena conquistato l’attenzione di tutti.

    Fu in quest’aria di rassegnazione generale che arrivò Fukuda, con i suoi discorsi sull’inflazione dei Panda. Sul viso dell’accigliata Yuya comparve un sorriso, per quanto fosse assurda e fuori contesto quell’affermazione, non riuscì a trattenersi. Le iridi scarlatte si abbassarono sul peluche ed allungò le mani per accettare quel dono. - Che buffo che sei, uhm... suppongo di si. E grazie! - Il più soddisfatto del gruppo era Koji, il probabile artefice di quel talismano sullo yukata della Mutant. - A quanto pare c’è abbondanza di panda e carenza di chitarristi! - Sdrammatizzò la situazione con un sorriso. - Comunque sono Yuya e questa è la mia band! - Era già pronta a condividere quel dono su Babel: L’inflazione dei Panda.

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    Tobi Fukuda
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    Alla raccomandazione di Fuyuko, non poté non storcere il naso, seppur camuffando la cosa in un sorrisetto scettico.
    -Tranquilla, sono sicuro che riderà.- Ovviamente non lo intendeva nello stesso modo in cui la raccomandazione della Tanaka era intesa, era più un'allusione al fatto che sarebbe stato ridicolizzato. -Rideranno un po' tutti, temo.- Aggiunse, a voce molto più bassa, quasi un borbottìo. Stava davvero per farlo? Fu quasi tentato di fuggire a metà strada e confondersi fra la folla, ma non voleva fare uno sgarbo del genere a Fuyuko.
    Subì passivamente la spinta di quest'ultima, trattasi di una spinta solamente fisica contro la sua schiena ed affatto emotiva, anzi, in tutta sincerità sembrava che la situazione la stesse divertendo abbastanza. Maledizione.
    Questa gliel'avrebbe fatta pagare.

    Il povero Fukuda si era trovato a chiudere istintivamente gli occhi mentre sentiva la sudorazione aumentargli per la tensione del momento e i sensi ovattarglisi. Quando lì riaprì, quasi si stupì di non essere in un qualche residuo di Tokyo post-apocalittico o in una società super-futuristica. Quindi non era stato ripescato da nessun archeologo? Nessun sonno millenario? Quindi era ancora lì impalato davanti a quella comitiva? Fu quasi tentato di chiudere di nuovo gli occhi e questa volta aspettare davvero il sonno eterno, ma non aveva senso scappare. Doveva valutare le sue opzioni seriamente, a quel punto. Fingere un malore e accasciarsi a terra? Aveva anche balbettato, in fondo, magari poteva giustificare il suo comportamento strano con un colpo di calore alla testa. Piano perfetto se non avesse implicato che poi qualcuno avrebbe dovuto soccorrerlo, e se già era in imbarazzo così figurarsi a sentirsi trascinare via da uno sconosciuto. Ok, scartato, piano numero due? Fuggire via e sperare che tutti si dimenticassero della cosa il prima possibile? Se voleva sembrare uno psicopatico certo, perché no, poteva farlo. Forse poteva semplicemente uccidere tutti, in fondo era uno studente della Yuuei all'ultimo anno, era super-allenato e conosceva anche le arti marziali. Niente di più semplice.
    Ma che diavolo stava pensando?
    Si distrasse dai suoi pensieri quando si sentì sfilare il panda dalle mani. Gli aveva detto che era buffo, sigh, grazie Fuyuko. Questo sì che era il modo perfetto di far colpo, lanciarsi nella vasca degli squali e dimenarsi per rimanere a galla, sperando di intrattenerli abbastanza da spingerli a non mangiarti per qualche minuto. Al sentire le sue parole, Tobi non arrossì di più semplicemente perché aveva già raggiunto il massimo livello di rossore ottenibile dalla sua faccia, se gli fosse circolato dell'altro sangue sul viso avrebbe iniziato a colargli dal naso e dagli occhi probabilmente.
    Gli ci volle qualche secondo per registrare che la ragazza aveva risposto alle sue stronzate con una battutina che sembrava alludere ad un qualche chitarrista mancante. Tobi dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere, perché per qualche motivo il suo cervello gli stava urlando "è una battuta! Devi ridere!" con tanta insistenza da fargli pulsare le tempie, ma ragionevolmente sapeva che sarebbe stato totalmente fuori luogo: la battutina doveva essere probabilmente rivolta ai suoi amici, che ne sapeva lui della carenza di chitarristi?
    Comunque sono Yuya, e questa è la mia band!
    -Meno un chitarrista.- Fu il suo primo pensiero. Un momento, pensiero? Lo aveva detto ad alta voce o era una sua impressione? No, lo aveva detto ad alta voce, gli era proprio scappato. Tentò eroicamente un sorrisetto, quantomeno per reggere la recita di "sono un ragazzo molto spiritoso", sebbene il rossore del suo viso non accennasse a schiarirsi. -Tobi, molto piacere.- Aggiunse, con un inchino, rivolgendosi ovviamente anche agli altri membri della band. -Fico, comunque. Cosa suonate, quando ci siete tutti?- Ancora insisteva con quella storia? Pazienza, ormai l'aveva resa il suo cavallo di battaglia, tanto valeva cavalcarlo. Tanto era più che sicuro che sarebbe stata la prima e l'ultima volta che vedeva quella Yuya.
    Paradossalmente, forse per via della rassegnata accettazione di ciò che stava succedendo, iniziava anche a rilassarsi. Il cuore iniziava a rallentare, la sudorazione si riequilibrava ed il respiro riprendeva pian piano il suo ritmo regolare. In fin dei conti, quella Yuya e i suoi amici sembravano (fortunatamente) persone molto alla mano e più che disposte a fare due parole con uno sconosciuto. Forse erano abituati ad interagire con i loro fan e trattare con una certa soglia di decenza anche chi li esasperava, non che Tobi avesse quell'impressione. Sembravano tutti piuttosto divertiti dalla sua presenza e, per quanto non lo entusiasmasse passare per il clown della situazione, quantomeno non avvertiva fastidio nei suoi confronti. Non ancora, insomma, quando poi avesse sentito di essere di troppo si sarebbe semplicemente allontanato.
    Per ora non pensava a nessun "dopo", gli bastava arrivare alla fine di quella interazione ancora vivo.
    Lo sguardo, però, gli calò sul soffice panda stretto ora fra le mani di Yuya e non riuscì a non rivolgere al pupazzo un sorriso dolce. Per lui era molto più semplice essere accettato, già, gli era bastato essere tondo e soffice per vincere l'affetto di una ragazza carina come Yuya.
    Che vita ingiusta.








     
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    Fuyuko Tanaka
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    Tobiko Fukuda era sicuramente il ragazzo più strambo ed emblematico che Yuya avesse mai incontrato. Sul viso della Mutant fiorì un sorriso fin troppo largo, che trasfigurava la sua espressione in modo altrettanto buffo. Stava facendo di tutto pur di mantenere una certa serietà, o quantomeno evitare di ridere contro lo sconosciuto. Però il ragazzo che era sbucato dal nulla e le aveva regalato un peluche sembrava davvero strambo, in senso positivo. L’aspirante idol era abituata ai fans troppo molesti o ragazzini fin troppo timidi che provavano a chiederle un autografo. Però lo scambio d’opinioni tra lui e la band sembravano divertirla. - Sei davvero tanto buffo! - Ma nel dirlo quella parola non sembrava assumere un’accezione per forza negativa. Anzi Yuya sperava di ridere con lui e non di lui. Non erano dello stesso avviso i due gemelli, Koji e Koyo, che squadravano perplessi lo sconosciuto. - Davvero strano. - Sussurrò il primo al secondo. - Già puoi dirlo forte, Koji-kun. - Mentre l’ultimo membro della Band rimase in disparte, perplesso quanto i gemelli ma la mancata esibizione al Tanabata festival sembrava averlo fin troppo deluso per lasciarsi coinvolgere dalla discussione con lo sconosciuto.

    L’unica realmente interessata alle parole di Tobi-kun sembrava la Mutant. Il modo di fare strambo del ragazzo, oltre all’imbarazzo dipinto sul viso, sembrava aver catturato l’attenzione di Yuya. La fanciulla portò una ciocca di capelli color ebano dietro all’orecchio e non staccò lo sguardo scarlatto dall’imbarazzato Fukuda. - Metal, siamo una Band di Metal! O almeno ci proviamo. - Scrollò le spalle. Purtroppo l’assenza del chitarrista avrebbe impedito al gruppo musicale di esibirsi. - Avevamo scritto un pezzo in onore di Orihime e Hikoboshi, in chiave ovviamente moderna. - Difficile immaginare un pezzo metal capace di celebrare le stelle Vega e Altair. Una rottura netta con i canti tradizionali dedicati alle stelle. Ma infondo la band di Yuya sembrava eccentrica e singolare non solo nell’aspetto. - Invece tu? Che ci fai qui? - Sollevò il panda di peluche per osservarlo meglio. - Oltre a regalare panda a sconosciute? - Improvvisamente le labbra della fanciulla si schiusero e le iridi scarlatte brillarono. Come poteva essere così sbadata? Era chiaro che lo sconosciuto era lì per un autografo o perché fans della band. Forse era fin troppo timido per ammetterlo. - Come ho fatto a non pensarci prima? - Bettè il pugno sulla testa del peluche. - Sei per caso un mio fan? - La sua carriera da Idol faticava ancora a decollare, nonostante fosse molto attiva sui social e postasse giornalmente audio-video su Babel. - Vuoi un autografo? Sul panda? - Il batterista allungò un pennarello rosso indelebile all’aspirante Idol. Come avrebbe gestito Tobi-kun quel fraintendimento?

    Intanto due fari smeraldini tenevano d’occhio Fukuda. La Tanaka si era seduta su una panchina e stava consumando un sacchetto di noccioline zuccherate. Aveva temuto di dover intervenire subito dopo aver spinto l’amico in quella situazione. Però alla fine Fukuda continuava a sorprenderla. Non era fuggito via. Non era svenuto. O non aveva dato di matto. Era lì circondato dal gruppo di ragazzi e parlava tranquillamente. Da quella distanza la fanciulla non riusciva a sentire i discorsi, ma la ragazza con corna e coda di diavolo stava sorridendo. “Yatta! Tobi-kun è riuscito a farla ridere!”

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    Tobi Fukuda
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    La mente di Tobi era sovraccaricata di stimoli, ogni cosa era un potenziale dettaglio su cui soffermarsi per ore. Giorni. Al momento la cosa che più lo turbava era la scarsa collaborazione dei due membri della band, che avevano iniziato ad additarlo come strambo e lanciargli occhiate sospettose. Camuffando il movimento in un semplice gesto imbarazzato celò le mani dietro la schiena, ma le strinse con ferocia, quasi da farle scricchiolare, immaginando di avere strette nei pugni le testoline di quei-
    Calma Tobi, calma. Non ti stanno rendendo le cose facili, ma probabilmente vogliono solo assicurarsi che un maniaco non importuni la loro lead. Effettivamente, non si poteva dargli loro torto, sebbene le intenzioni di Tobi sembrassero pacifiche, avesse tenuto le mani apposto e una rispettosa distanza dalla ragazza, in quei tempi era meglio non dare nulla per scontato. Fukuda stesso aveva cozzato la sua spalla con quella di Hisoka in borghese, ignaro che fosse una qualche sua perversa macchinazione, prima di incontrarlo quella sera fatidica. Non aveva pensato nulla di quell'evento, eppure non era accaduto per caso: quel pazzoide lo stava seguendo.
    Fece un respiro profondo, cercando di non essere troppo plateale, dunque tornò a sorridere ai ragazzi con l'aria più innocente che gli riuscì. Okay, forse era il caso di smetterla di scherzare, cercare di tenere sotto controllo i tic nervosi e rilassare un po' quei muscoli Tobi per l'amor del cielo.
    Fortunatamente, costringersi a rilassare i muscoli in grandi momenti di tensione era uno dei suoi punti forti, nonché uno dei cardini del kung fu: la maggior parte dei movimenti andavano affrontati con scioltezza, le spalle morbide pronte ad assecondare il colpo del tuo nemico, le ginocchia flesse, le braccia mobili. Non serviva troppa forza fisica o muscoli esageratamente allenati per praticare il kung fu, serviva padronanza della disciplina e un grande senso di pace ed equilibrio interiore.
    Provvidenziale arrivò la risposta di Yuya sul cosa suonassero, un qualcosa a cui aggrapparsi per continuare il discorso in maniera un po' più normale. Annuì, ammirato, non era un genere troppo popolare di recente (o almeno questa era la percezione di Tobi), sicuramente una scelta coraggiosa per una persona che voleva sfondare nel mondo della musica. Dedusse che lo facessero più per passione che per una qualche malriposta fretta di diventare famosi e finire sotto i riflettori, quindi tanto di cappello.
    -Kakkoi.- Mormorò, un po' rapito, cercando di immaginarseli sul palco. Per un qualche strano riflesso si proiettò a sua volta lì sopra, al posto del chitarrista che quella sera evidentemente non c'era. Forse era stato semplicemente un tentativo del suo subconscio di riempire un'effettiva lacuna, nel senso che non sapeva come immaginarsi il chitarrista mancante, eppure il ragazzo non poté fare a meno di chiedersi se sarebbe stato divertente. Ne aveva tutta l'impressione, sinceramente. Annuì con aria interessata quando la ragazza proseguì, parlando del pezzo che avevano scritto in onore dei due soggetti della leggenda. Non era un grandissimo fan di quel tipo di folklore ma, come tutti, lo conosceva e rispettava: non ci sarebbe stato un festival in cui divertirsi probabilmente, se quella storia non fosse esistita.
    -Che idea interessante.- Si complimentò, riflettendo quali sarebbero potuti essere i toni di una canzone del genere. Il ragazzo non se ne intendeva particolarmente, ma sapeva che c'era un tipo particolare di Metal chiamato Epic Metal che spesso recitava nei suoi testi vere e proprie storie di grandi eroi o altre cose. Chissà se era quello il genere della band? O magari il pezzo era solo vagamente ispirato ai due, chissà, in fondo la ragazza aveva parlato di chiave moderna. -... Ma quindi dovevate esibirvi qui e stasera? Avevate già prenotato un palco o qualcosa di simile?- Realizzò poi, improvvisamente più serio. Quello si che sembrava essere un grosso disagio.
    Poco dopo, tuttavia giunse il momento della verità: Yuya gli chiese cosa ci faceva lì, tirando nuovamente in ballo il panda. Fraintese, sinceramente, non aveva capito che gli stesse chiedendo cosa faceva al festival (perché in tal caso la risposta sarebbe stata ovvia: un giro), bensì credette che lei gli stesse chiedendo perché era andato ad importunarli, fondamentalmente. Non con quel tono accusatorio, ovviamente, quella era un'esclusiva che Tobi riservava a sé stesso ma che Yuya sembrava non condividere affatto (forse i suoi due colleghi un po' sì, ma chissà).
    -A-ah, ecco...- Balbettò, con le guance che riprendevano la tonalità rossa che avevano appena iniziato ad abbandonare. Cosa dirle? Ero qui con una mia amica, ho perso una scommessa e lei mi ha costretto a venirti a parlare? No, no, persino una persona totalmente incapace di parlare al prossimo come Tobi vedeva i centomila motivi per cui una frase del genere era semplicemente un'uscita infelice: non era un modo per salvarsi o fare una figura meno stupida, era semplicemente dichiarare uno scarso interesse in ciò che stava facendo e in un certo senso "scusare" la sua presenza (magari sfruttando l'occasione per andarsene), e sinceramente gli sembrava un po' maleducato dopo che era stato lui ad attaccare bottone. E poi, in qualche modo, gli scocciava fare brutta figura o troncare la conversazione, si stava rivelando più gradevole del previsto.
    Ma come al solito aveva atteso troppo prima di rispondere, e Yuya sembrò avere un'illuminazione per conto suo. Era un suo fan che voleva un'autografo, forse? Sul panda? Il ragazzo agitò le mani per fermarla prima che il pennarello toccasse la soffice pelliccia del peluche.
    -No! Ah, ehm, cioè...- Le sue guance sembrarono esplodere di rosso. -N-non sul panda, dai, poverino. E poi quello era per te.- Cercò di cavarsela. Quelle ultime tre sillabe gli erano costate ogni frammento della sua determinazione. Ora, la questione più spinosa: la ragazza ci sarebbe rimasta male a sapere che non era un suo "fan"? L'ipotesi di mentirle, però, non sfiorò nemmeno l'anticamera del cervello di Tobi. Sospirò, cercando semplicemente un modo carino per dirle la verità. Si staccò dallo yukata il talismano e glielo porse, rovescio. -Fammelo qui un autografo. Ad essere sincero no, non vi conosco, mi dispiace. Però l'autografo lo prendo volentieri.- Le rivolse un sorriso gentile, trasformandolo poi in un ghigno un po' furbetto. -Quando sarete famosi me lo invidieranno tutti.- Asserì, con tono sicuro, come se la loro fama fosse solo questione di tempo.
    Il talismano che le stava porgendo aveva un paio di caratteri scritti da ambo le parti, ma c'era comunque un po' di spazio ai lati per scrivere qualcosa: un nome, un cognome, una dedica, qualunque cosa la ragazza avesse voluto scriverci. Chiaramente avrebbe riconosciuto il talismano, dello stesso tipo di quello che adornava anche il suo yukata, e sebbene Tobi non avesse fatto alcuna allusione al riguardo forse l'aspirante idol avrebbe iniziato a mettere le cose in fila.
    -Ah, ma non ho ancora risposto, dunque cosa ci faccio qui? Vediamo...- Beh, stava solo facendo un giro al Tanabata, ma quello era ovvio. Doveva inventarsi una risposta un po' più soddisfacente. -Ero qui con un'amica ma ci siamo persi di vista quando ho vinto il panda. E visto che lei ha già chi le regala peluche, ho pensato di trovare una casa al nostro amico.- Indicò con un cenno del collo l'animale di peluche. Bugia spudorata, ovviamente aveva fatto tutto Fuyuko, ma gli sembrò semplicemente brutto rivelarglielo. Chissà, semmai fossero entrati più in confidenza le avrebbe fatto avere un'errata corrige sulle circostanze del loro incontro, ma fino ad allora non ve ne era esigenza.
    -Dunque, che farete ora?- Concluse, pensando che forse era il caso che anche lui si interessasse un pochino al suo interlocutore. Ironico che fra i due la maggior parte delle domande le avesse fatte l'aspirante idol all'inetto ed invisibile Fukuda, e non viceversa. Magari era il momento di invertire un po' il trend, se c'era una cosa che anni di awkwardness gli avevano insegnato, era che le conversazioni non andavano avanti da sole, e prima o poi la gente si stufava di parlare con chi non rilanciava.




     
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    Fuyuko Tanaka
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    Peso Trasportabile: [4]

    Narrato - Parlato - Pensato

    Yuya non poteva immaginare il flusso di pensieri e gli stati d’animo che si alternavano con frenesia nella mente del ragazzo. A prima vista Tobiko sembrava un ragazzo come tanti, eppure quei modi strambi sembravano averla incuriosita. Insomma una persona che andava al di là dell’ordinario, un po' come lei dotata di corna e coda ed amante del ritmo metal. Era consapevole che la sua scelta stilistica, anche in campo musicale, mal si addiceva ai gusti della gioventù giapponese. Eppure lei si sentiva a proprio agio sul palco, con i riflettori puntati sul viso e le casse che tuonavano alle sue spalle. L’assenza del chitarrista aveva infranto il suo sogno di portare un tocco di metal al tradizionale Tanabata festival. - Esattamente. Di solito non prenotiamo palchi o aree, improvvisiamo al momento portandoci dietro gli strumenti. - Il loro concetto di band e d’esibizione era piuttosto particolare. Infondo bastava avere il ritmo nel sangue per fare musica in ogni posto, dal locale più piccolo e poco frequentato di Shinjuku o nel bel mezzo di una piazza nel centro di Tokyo. - Però domani sera abbiamo una serata al locale “Nizake” a Shinjuku. Si trova proprio accanto alla stazione. - Era pronta a passare le coordinate o spiegare con maggior chiarezza la location del loro mini-concerto. Una persona in più nel desolato locale di sakè non poteva che giovare all’intera band.

    L’improvviso fraintendimento creò ulteriore imbarazzo e rossore sul viso di Fukuda. La Mutant quasi iniziava a trovarlo carino quando finiva per balbettare e tingersi di rosso. In verità aveva quasi l’impressione che il viso del ragazzo fosse più rosso della coda che le sbucava dallo yukata nero. Per la prima volta in quella serata la vivace ed esuberante Yuya si trovò a corto di parole, a sua volta imbarazzata. - Quindi… ci tieni davvero tanto che io lo tenga? - Aveva sottovalutato le intenzioni del moro. L’improvvisa insistenza nel custodire quel panda di peluche e le parole di Fukuda riuscirono a zittire ed imbarazzare anche l’aspirante idol. - Allora… - Esitò. - …Porterò il Panda al mio prossimo concerto, se la cosa ti fa piacere. - I Gemelli avevano ripreso a sghignazzare, stavolta per prendere in giro la loro idol. La Mutant strabuzzò gli occhietti scarlatti quando soffermò lo sguardo sullo stesso talismano che indossava. Era tutto nato come uno scherzo, l’ennesima provocazione da parte dei gemelli. Forse qualcosa di magico in quei pezzi di vetro colorati c’era. La Mutant afferrò il talismano del ragazzo e scrisse alcune cifre. - Il mio autografo lo avrai domani sera… per ora accontentati di questo. - Lanciò un occhiolino al ragazzo. Fukuda doveva accontentarsi “solo” del numero di telefono di Yuya.

    Il gesto lasciò spiazzati un po' tutti. Perfino il silenzioso batterista lanciò una lunga occhiata ai gemelli. Koji e Koyo iniziarono ad intonare con le labbra un motivetto romantico molto rinomato tra gli adolescenti. I loro indici e pollici si unirono per formare un cuore. Un modo per prendere in giro la loro compagna di classe, caduta nelle grinfie di Orihime e Hikoboshi. - Baka! - La coda scarlatta della Mutant sferzò per infilzare i due gemelli, che ebbero prontezza di riflessi nel fare un passo indietro ed uscire dal suo raggio d’azione. Yuya era rossa in viso per l’imbarazzo e l’ira. - Penso che torneremo nel nostro garage in cui proviamo ogni pomeriggio. Dobbiamo prepararci per domani sera! - La ragazza si era fatta improvvisamente evasiva. - A domani sera, tipo buffo! - Non attese nemmeno una conferma ed iniziò a rincorrere i due gemelli che avevano fatto d’eco alle sue parole fino a quel momento. Tobi-kun si ritrovò ben presto da solo e con il numero di telefono di Yuya annotato sul talismano.

    Fukuda avrebbe avuto ben pochi minuti di respiro per metabolizzare l’accaduto, anche perché subito dopo la chioma turchese della Tanaka ritornò nel suo campo visivo. La ragazza era ignara di tutto, però a giudicare dalle mancate urla, ceffoni o minacce di denunce l’approccio di Tobi-kun non era stato proprio disastroso. - Allora? - Le labbra piegate all’insù in un incontenibile sorriso e gli occhi ridotti a due fessure. - Non è stato terribile come pensavi… no? - Era fiduciosa, ma non immaginava l’inaspettato successo dell’amico. Allungò il sacchetto di noccioline caramellate nel caso l’amico avesse bisogno di zuccheri. - Racconta. -

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    ► Energia: 425/425
    ► Danni: Illesa.

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    • Equipaggiamento
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    ► Effetto: Lorem ipsum.

    ► Equipaggiamento 1: Lorem ipsum.
    ► Effetto: Lorem ipsum.
    ► Peso: [2]

    ► Equipaggiamento 2: Lorem ipsum.
    ► Danno: Lorem ipsum.
    ► Peso: [1]

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    Tobi Fukuda
    Narrato. -Parlato.-

    -Oh, meno male, almeno non dovete disdire nulla.- Asserì, tirando un sospiro di sollievo. Sinceramente, se avessero avuto una qualche prenotazione in mano, si sarebbe volentieri proposto come sostituto: la chitarra la sapeva suonare eccome (duh), gli sarebbe bastato letteralmente solo uno spartito. Ma, beh, se non dovevano dare alcuna disdetta non era un problema così grave, solo una cocente delusione senza nessuna caparra versata da rimpiangere. Annuì alle successive parole della ragazza, trovando buffo che facesse il nome del locale e poi descrivesse anche la sua posizion-
    Oh, un momento, gli stava implicitamente chiedendo di andarli a vedere? Era davvero così ottuso da non rendersene conto?
    -Fico, magari faccio un giro da quelle parti allora.- Butto lì, nella maniera più casual che gli riuscì, cercando di non sembrare invadente o un qualche maniaco che si ossessiona con le persone e le segue per giorni.

    Ci tieni davvero tanto che io lo tenga?
    Cosa.
    Cosa aveva detto per farglielo pensare? E soprattutto, cosa doveva dire ora? Voleva solo evitare di insozzare di pennarello un povero panda innocente, sottolineando che non aveva intenzione di riprenderselo, glielo aveva regalato, e quindi non aveva senso che lo usasse per un autografo perché lo avrebbe diretto a lei stessa. Vide chiaramente le pallide guance dell'aspirante musicista colorarsi di rosso a loro volta: era riuscito a metterla in imbarazzo, perfetto, il cuore gli sprofondò in un abisso e sinceramente si ritrovò a sperare di essere trascinato giù con lui e non riemergere mai più. Cosa doveva fare? Era stato inopportuno? Il ragazzo era andato totalmente in tilt, persino il suo fight or flight instinct sembrava essersi risvegliato ed al momento pendeva decisamente per l'opzione flight.
    -I-intendevo...- Intendevi cosa, Tobi, COSA? E se stessi zitto per qualche istante, tipo? Che caldo faceva, santo cielo.
    Insospettabilmente, quella di non parlare fu la scelta giusta.
    Le successive parole della cantante lo portarono a sollevare lo sguardo di scatto come una molla, sorpreso. Aveva detto...? Avrebbe portato il panda al prossimo concerto? Solo perché pensava che a Tobi facesse piacere se lo teneva? Cosa stava succedendo? Sembrava che una serie di coincidenze si fossero allineate per far accadere quella singola scena. Era fin troppo minuzioso e perfetto perché fosse una semplice coincidenza. Magia del Tanabata, forse?
    -S-sono sicuro che a lui farà molto piacere.- Il ragazzo indicò il panda con un cenno. Una risposta fin troppo politica, Tobi, di questo passo farai spezzare la magia. Devi dire qualcosa, qualunque cosa. NO, non qualunque cosa, possibilmente qualcosa di socialmente accettabile. -... Anche a me.- Borbottò infine, a fil di voce. Banale, ma almeno si era esposto in maniera verbale, fino a quel momento in fondo era andato avanti di battutine e chiacchiere di circostanza. Aveva notato l'imbarazzo di Yuya e nonostante questo si era sforzata di assecondarlo, dunque il minimo che potesse fare era dirle che la cosa gli faceva piacere.
    Ma la magia era appena iniziata, per l'ingenuo Fukuda. La ragazza gli comunicò che non avrebbe ricevuto il suo autografo quella sera, bensì la seguente se avesse deciso di andare a sentirli a Shinjuku, disse che per il momento si sarebbe dovuto "accontentare" di qualcosa che stava scribacchiando sul foglietto: Tobi dedusse dunque che fosse qualcosa che aveva meno valore dell'autografo. Quando la ragazza gli restituì il talismano, spese qualche secondo a tentare di decifrare il messaggio. Dei numeri, forse doveva sostituire la lettera corrispondente? O forse era un altro tipo di messaggio cifrato. La lunghezza del numero, il numero di cifre, sembrava suggerirgli qualcosa, ma la sua parte razionale ancora si rifiutava di capire che cosa avesse per le mani. Finché all'improvviso non realizzò, ed il cuore gli si strizzò come un panno umido.
    Non riuscì nemmeno a ringraziarla, un'espressione ebete gli si dipinse in viso mentre osservava prima lei e poi il foglietto a rotazione. Era evidentemente esterrefatto e senza parole, tutto si aspettava tranne di riuscire ad ottenere un numero di telefono. Già che lei gli aveva fornito un indirizzo per "ritrovarla" qualora avesse voluto era molto positivo, e sinceramente Tobi non credeva sarebbe riuscito ad ottenere di più in quella giornata. E invece eccolo lì, con un numero di telefono scritto su un talismano che, si ricredette, doveva essere magico.
    Il resto delle parole dei ragazzi gli arrivò solo in parte, i suoi sensi erano ovattati e faticava a concentrarsi su qualunque cosa che non fosse la mano in cui stringeva il piccolo talismano fortunato. Riuscì però a captare un tono di congedo e vide il gruppo allontanarsi, dunque si affrettò a ricambiare.
    -C-ciao ciao.- Riuscì solo a boccheggiare, agitando la mano priva del sacro bigliettino. Solo vedendola andare via con la sua coda rossa che ondeggiava a destra e a sinistra si ritrovò a riflettere su quanto fosse carina, in realtà. Le immagini di ciò che era appena accaduto gli riaffiorarono nella mente e non poté evitare di arrossire al ricordare la faccia imbarazzata di Yuya mentre gli diceva che si sarebbe portata il panda al prossimo concerto. Kawaii. Si coprì la faccia, come se in qualche modo questo potesse creare una barriera fra lui e il mondo circostante, e fu solo la voce di Fuyuko a distoglierlo dalla sua contemplazione. Fissò lei, poi il talismano che ormai reggeva in mano, poi il punto verso cui Yuya si stava allontanando.
    -C-credo...- Esordì, interrompendosi con un sospiro. -Credo sia appena successa una magia.- Non era facile sentir pronunciare la parola magia a Tobi Fukuda senza che avesse una qualche accezione ironica o palesemente goliardica, ma in qualche modo sembrava stranamente serio. Ruotò il talismano verso Fuyuko, cosicché ella potesse vedere la sfilza di cifre che vi era scritta sopra.
    La conosceva bene, sapeva che le sarebbero brillati gli occhi ed avrebbe tentato di sfilargli il fogliettino dalle mani, dunque si affrettò a sollevarlo in alto fuori dalla sua portata e a tendere l'altra mano in avanti per tenerla ferma. Riviveva ancora tutte le scene di poco prima nella sua mente e le sue guance avevano ripreso l'intenso rosso che aveva caratterizzato il volto del ragazzo per l'ultima mezz'ora.
    -Baka! Non mi mettere più in situazioni del genere!- La ammonì, coprendosi di nuovo il viso con entrambe le mani. -Hai perso la mia fiducia, basta, ora non ti darò più retta. Deve essere la cattiva influenza di Yumeru.- Si sfogò, seppure stesse palesemente scherzando alzare la voce leggermente in quel modo gli stava dando una mano a scaricare la tensione accumulata. Sospirò, intascò il bigliettino (facendo ben attenzione a non lasciare che Fuyuko glielo rubasse), ed iniziò a raccontare la sua epopea all'amica.
    Su una cosa aveva ragione: non era stato terribile come pensava, ed una volta sfumato l'imbarazzo (sebbene non l'avrebbe ammesso facilmente), avrebbe gongolato per un bel po', godendo della sua piccola vittoria.




    CITAZIONE
    Mi sembrava ridondante riscrivere daccapo cos'era successo nel dialogato, quindi puoi semplicemente dare per scontato che Tobi le abbia raccontato tutto :neko:
     
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    Fuyuko Tanaka
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    Narrato - Parlato - Pensato

    La band era andata via e Fukuda era rimasto lì imbambolato. La Tanaka si avvicinò lentamente alle sue spalle e si sporse in avanti per osservare il viso imbarazzato, esterrefatto ed incredulo dell’amico. Si spostò di lato con calma fino a ritrovarsi di fronte con un’espressione tra il preoccupato e l’incuriosito. L’indice sfiorò le sottili labbra e le palpebre nascosero per qualche istante le gemme smeraldine. Era confusa, anche perché Fukuda sembrava essere caduto in uno stato catatonico incapace di elaborare gli eventi del Festival. Storse il nasino ed incrociò le braccia sotto al petto, mentre la mano mancina sorreggeva ancora il sacchetto di noccioline.

    - Hee?!? [Coooosa?!?] - Più che magia le sembrava di essere la testimone di un miracolo. Pochi minuti prima l’amico si sarebbe tagliato la lingua pur di non ammettere che il Tanabata festival fosse davvero magico. Fin da piccola la studentessa aveva creduto nella discesa degli spiriti di Orihime e Hikoboshi, che attraverso la luce delle loro stelle riuscivano ad influenzare gli animi ed i sentimenti dei mortali. Una interpretazione fantasiosa e mistica. Sentire quelle parole da Tobiko Fukuda metteva in dubbio ogni certezza nella sua vita. Era un po' come sovvertire l’ordine naturale delle cose. In effetti aveva intuito alcune “stranezze” nell’atteggiamento dell’amico. Forse Hikoboshi si era impossessato del corpo di Tobi-kun ed aveva piegato gli eventi a suo favore. - Fammi veder…? - Non ebbe nemmeno il tempo di completare la frase che l’amico sollevò il bigliettino e si parò a mò di muro per impedirgli di raggiungerlo. Se solo fosse stata più alta e si fosse allenata di più in vita sua forse si sarebbe liberata del giogo di Fukuda. Era ingiusto. Tremendamente ingiusto. - Uff! Non perderlo. - L’ammonì bonariamente. Quel numero di telefono sembrava reale, o quantomeno completo.

    Dopo i dovuti rimproveri, di cui nemmeno Fukuda sembrava poi così convinto, la ragazza dalla chioma turchese prestò particolare attenzione all’epopea di Tobi-kun. Non riuscì a trattenere un sorriso, considerando che nonostante le innumerevoli stranezze dell’amico e del suo discorso sull’inflazione dei panda, Yuya gli aveva comunque lasciato il numero. A quanto pare l’amico aveva davvero fatto colpo. - Poi mi spieghi cosa centrano i panda con l’inflazione. - Scrollò le spalle ed allungò il sacchetto di noccioline all’amico. Aveva decisamente bisogno di zuccheri, la vicenda lo aveva scosso più del previsto. - Pensi di andare domani sera? - Non avrebbe accettato una risposta negativa, ma era comunque fiduciosa del fatto che fossero Orihime e Hikoboshi a sussurrare all’orecchio di Fukuda. - Ti va di esprimere un desiderio? - Ed avrebbe fatto di tutto pur di leggere il desiderio di Tobi-kun. - E qualcuno mi deve delle scuse sull’utilità dei talismani! - Sollevò il capo fiero ed assottigliò labbra in attesa delle scuse.

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    Cedo a ddraig il PNG Yuya Kimura :heart:
     
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    Tobi Fukuda
    Narrato. -Parlato.-

    Fuyuko sembrava stupita quanto lui di ciò che era successo, a riprova che il mandarlo al suicidio era stata una cosa fatta più per ridere che per altro. No, non nel senso che la sua amica fosse sadica, in fondo sapeva che lo stava solo spingendo a fare qualcosa fuori dalla sua comfort zone: che fosse perché aveva intuito che stava provando a cambiare un po', o che fosse semplicemente perché era una sua amica e voleva spronarlo a fare una cosa che normalmente non avrebbe fatto, questo Tobi non lo sapeva. Ma era sicuro delle buone intenzioni di Fuyuko, per quanto a parole la stesse rimproverando.
    Certo, non aveva inteso quanto Fuyuko ci tenesse alla sua vita sentimentale, in primis perché non era una priorità nemmeno per lui, cosa poteva importargliene a Fuyuko, aldilà del normale interessamento fra amici?
    La ragazza stette in silenzio mentre lui la rimproverava, quasi impassibile, come se si aspettasse una reazione del genere, anche se più probabilmente la sua mente era ancora concentrata sul foglietto che aveva visto prima fra le mani di Fukuda, di sfuggita ma abbastanza bene per capire che si trattasse di un numero di telefono. Chiaramente la ragazza, volle sapere ogni cosa, e Fukuda l'assecondò una volta terminato il suo piccolo sfogo.
    -... No che non lo perdo.- Borbottò solo, giusto prima di iniziare la narrazione. Vide varie emozioni intervallarsi sul volto di Fuyuko, ma quella che predominò fu una specie di sorriso sollevato, come se in qualche modo Tobi avesse fatto ogni singola scelta sbagliata possibile e questo l'avesse portato comunque sulla strada giusta. Arrossì quando la ragazza tirò di nuovo fuori la storia dei panda.
    -F-facciamo che non spiego nulla e cerchiamo di dimenticarcene il prima possibile per sempre.- Fu la sua controproposta, per cui non avrebbe accettato repliche, anche se sapeva che sarebbe stato preso in giro per mesi, per questa storia del panda. La domanda successiva lo colpì invece un po più sul vivo: sarebbe andato, la sera dopo? Ironicamente fino a quel momento non si era posto il problema, convinto di andarci, ma quella domanda gli fece mettere le cose in prospettiva. Voleva andarci? Cosa avrebbe implicato? Inutile prendersi in giro, seppur solo grazie ad un paio di equivoci e sicuramente non grazie alle doti di Tobi, Yuya sembrava essersi convinta che quel bizzarro ragazzo ci stava provando, detta in maniera molto spiccia. E lei gli aveva dato il suo numero, e gli aveva detto dove avrebbe potuto trovarla il giorno dopo. Di nuovo, Tobi si chiese cosa implicasse tutto quello: significava che anche lei voleva rivederlo? E a sua volta, cosa significava che anche lei volesse rivederlo? Magari poco e nulla, magari anche lei era come lui e semplicemente voleva conoscerlo un po' meglio prima di decidere se ne valesse la pena o no, ma i dubbi di Tobi non scaturivano in direzione Yuya verso Tobi, era convinto che lei fosse stata limpidissima. No, il ragazzo metteva in dubbio sé stesso: ipotizzando che la sera successiva fosse andato e lei lo avesse riconosciuto, ipotizzando che magari sarebbero anche riusciti a scambiare qualche altra parola. Ipotizzando che poi lui l'avrebbe richiamata, e sarebbero usciti altre due, tre, quattro volte, ed ipotizzando che alla fine si sarebbero resi conto di trovarsi bene l'uno in compagnia dell'altra.
    Cosa sarebbe successo? Sicuramente non c'era niente di male, ma Tobi non era sicuro di quello che sentiva: non nei confronti di Yuya, conoscendola da così poco era ovvio che non sentisse nulla aldilà della simpatia, ma nei confronti di qualcun altro. Per suggestione, quasi gli sembrò di vedere la sua chioma bionda fra la folla, ma alla fine era solo una ragazzina che sgranocchiava bastoncini di cioccolato, non era lei. Non era sicuro di ciò che provava per lei, e sebbene il lungo silenzio da parte dell'americana rendesse chiaro che quali che fossero i sentimenti di Tobi non sarebbe stato importante, forse non era comunque ancora pronto a lasciarla andare. Forse perché sentiva che non aveva ancora fatto tutto il possibile, forse gli serviva solo del tempo, ma di una cosa era certo: c'era dell'insoluto di cui avrebbe dovuto occuparsi prima di poter pensare di iniziare una frequentazione con delle premesse come quelle che avevano avuto lui e Yuya, uniti da un talismano che rendeva palese che il loro incontro non sarebbe stato dei più innocenti.
    -Non lo so.- Ammise, sinceramente. -Ci penso un po'.- Il suo tono fu molto più lugubre di quanto avrebbe voluto, ma si risollevò con un sorriso un po' nostalgico che sperò avrebbe frugato ogni curiosità da parte della sua amica. Annuì, dunque, alla sua successiva proposta.
    -Certo. Andiamo.- Lasciò che fosse lei a condurre e si posizionò al suo fianco, leggermente indietro. Non sapeva quale sarebbe stato il suo desiderio, probabilmente solo un po' di chiarezza sui suoi sentimenti, o qualcosa di più concreto ma banale. Avrebbe semplicemente deciso in base all'ispirazione del momento, tanto c'era ancora un po' di strada da fare prima di raggiungere il lungomare con le canne di bambù si cui appendere i tanzaku, l'avrebbe passata tutta a rimuginare. Magari l'aria del mare che tanto amava gli avrebbe schiarito le idee, sì.
    -In effetti è vero, era letteralmente l'unico pezzo di carta che avevo addosso.- Ridacchiò, alludendo al talismano, divertito che effettivamente si fosse rivelato utile, ma non in quanto magico artefatto, bensì per scriverci una cosa sopra. Anche se a dirla tutta, ciò che era successo aveva del magico per davvero. Tobi Fukuda aveva ricevuto un numero di telefono. Chi poteva dire che, in realtà, non fosse merito del talismano?
    -Grazie.- Mormorò, infine, allungando una mano per posarla sulla spalla di Fuyuko e stringerla leggermente. Sentiva che le parole non sarebbero bastate per comunicarle ciò che doveva comunicarle, non sarebbe stato lo stesso se le avesse detto a voce che l'apprezzava e le voleva bene. Era davvero contento di aver incontrato lei e Yumeru, in quel dì di fine estate di quasi un anno prima.
    Ma la giornata non era ancora finita. Avevano ancora qualche ora da trascorrere prima che calasse la sera, e magari Tobi poteva approfittarne per girare ogni bancarella con Fuyuko e partecipare a tutti i giochi: forse venendo sommersa dalle decine di panda che Fukuda avrebbe vinto si sarebbe resa conto dell'incredibile anomalia statistica rappresentata dai teneri orsacchiotti asiatici nel festival di quell'anno.
    Era anche sicuro di averne visto uno enorme.





    CITAZIONE
    Di nuovo grazie per la role, mi sono divertito un sacco :heart:
    Faccio notare che la chiudiamo oggi, il 5 settembre, ad un anno esatto dalla nostra prima role Stralci d'estate. Buon anniversario agli UA Regular Sized Students :sparks:
     
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27 replies since 8/7/2020, 19:36   555 views
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