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Tobi Fukuda Narrato. -Parlato.-
Quando la vide alzare le braccia in segno di resa, si imbarazzò un po': in tutta onestà, non si era reso conto di quanto stesse insistendo sulle grandi doti della sua compagna. Non che fosse falso, ma non era proprio nei suoi costumi regalare complimenti su complimenti, sperò di non averla messa (troppo) in imbarazzo. Nella sua mente, i risultati ottenuti dalla ragazza dai capelli turchesi erano così evidenti ed oggettivi che il semplice citarli non era considerabile un vero e proprio complimento, quanto più un riconoscimento di meriti reali. Però, sì, forse aveva un po' esagerato con le lusinghe, non voleva certo suonare come se fosse un suo fanboy o qualcosa del genere, dunque decise di cogliere lo spunto che la ragazza gli offriva per chiudere la conversazione con una risatina di difficile interpretazione.
-Suona come una cosa che potrei fare io.- Ridacchiò, quando Fuyuko gli raccontò di aver usato un ombrello nel suo test d'ingresso. Effettivamente se non gli avessero concesso di tenere la corda, probabilmente sarebbe dovuto ricorrere anche lui ad un espediente simile. Certo, per motivi completamente diversi da quelli per cui lo aveva preso Fuyuko, probabilmente, lui non aveva una vera e propria scelta (salvo voler affrontare l'esame a calci e pugni senza nessun aiuto dal suo Quirk). Non commentò, invece, il fatto che ad esaminarla era stato Minamoto: sapeva che era uno dei professori designati per i test d'ingresso ed anzi, era uno di quelli che ne teneva di più, gli capitava spesso di incrociarlo.
Annuì poi con convinzione alle parole di Fuyuko, sapeva che sarebbe stata d'accordo con lui. Così poche persone dentro quella scuola si rendevano conto di essere poco più che dei bambini... la maggior parte di loro probabilmente avrebbe finito per catturare un criminale prima ancora di dare il primo bacio, o una qualunque altra cosa normalmente associata all'adolescenza, e a Tobi sembrava una prospettiva infinitamente triste.
-Sono d'accordo. Anzi, a maggior ragione perché dobbiamo crescere in fretta, dovremmo cercare di trarre il meglio da questi pochi anni che abbiamo a disposizione.- Affermò, con un vago accento di malinconia. Gli sarebbe tanto piaciuto essersene reso conto prima, ma fino a pochi mesi prima lui stesso era il primo ad assumere atteggiamenti anche eccessivamente maturi, a volte. In qualche modo, si era convinto che era ciò che la società si aspettava da loro e che di conseguenza era ciò che era giusto fare: maturare in fretta, trovarsi un lavoro in fretta e sistemarsi. Ma cosa significava, poi, sistemarsi? Prendere uno stipendio sufficiente a sopravvivere, togliendosi qualche sfizio di tanto in tanto? Possibilmente, anche gli sfizi, niente di troppo distante da quello che i tuoi coetanei considerano uno sfizio, già avere un hobby particolare o fuori dalle righe ti poteva valere l'etichetta di strano. Che fregatura. A ripensarci, Tobi rivoleva indietro diversi anni che considerava buttati, forse anche per questo gli era venuto il pallino di andare all'università: voleva concedersi qualche anno in più da passare senza l'opprimente ombra del dover essere un adulto. Non voleva essere un adulto.
-Non siamo adulti. Non dovremmo fingerci tali.- Concluse infine, con tono deciso. -Finiamo solo per mettere in pericolo noi stessi e chi ci sta intorno.- Sì, ecco cosa succedeva a fingersi adulti. Si agiva credendo di avere la situazione sotto controllo, e si finiva per stordire inavvertitamente i propri compagni, o parlare a sproposito e finire per provocare reazioni violente.
-Sì, esatto. Le Unicità sono un dono, non una responsabilità.- Forse i defunti genitori di Peter Akamu avrebbero avuto da ridire, ma in un mondo in cui l'80% della popolazione è dotata di Quirk era semplicemente stupido pensare di essere tenuti a sacrificare la propria vita per ergersi a paladini della giustizia.
E Tobi si augurò davvero che Fuyuko non avesse intenzione di sacrificare la normalità della sua vita, i suoi legami, le sue amicizie e i suoi amori, solo per non essere soggetta a trappole da persone come Hisoka. Anche perché sarebbe stato completamente inutile, il giullare con lui aveva fatto leva su un ragazzo che a malapena conosceva ed aveva funzionato comunque. Certo, magari se fosse stata completamente sola, Hisoka non avrebbe potuto minacciare Fuyuko di uccidere i suoi amici, ma la ragazza dagli occhi smeraldini si sarebbe davvero mostrata più indifferente dinanzi alla prospettiva che a saltare in aria fosse un autobus pieno di innocenti?
-Tanto, quelli come lui trovano sempre qualcosa a cui attaccarsi.- Asserì, incrociando le braccia, deciso a chiudere l'argomento Hisoka più in fretta possibile, avvertendo l'evidente difficoltà a parlarne di Fuyuko. Magari si sarebbe aperta di più con i suoi tempi, o semplicemente le sarebbe passata, Tobi non aveva intenzione di forzare nessuno. Lui? No, lui non ne avrebbe mai parlato. In fondo erano sempre gli altri ad avere bisogno di cure, auto-analizzarsi era fuori discussione. A lui sembrava di stare bene. Certo, a volte aveva ancora i crampi alla mano, e gli capitava di avere incubi, ma... tutto normale, no?
Osservò con divertimento l'espressione vagamente contrariata di Fuyuko, mentre diceva che non lo avrebbe mai sfidato a fare nulla.
-Suvvia, non te la prendere.- Ridacchiò, poi le si avvicinò all'orecchio e sussurrò. -In fondo il mio trucchetto lo conosci.- Chiaramente sapeva che Fuyuko non se l'era davvero presa, ma punzecchiarsi vicendevolmente era fin troppo divertente. Si sorprese quando Fuyuko asserì che toccava di nuovo a lui, ma vide la sua attenzione rivolgersi per qualche istante al suo cellulare, dunque capì che forse semplicemente voleva rispondere a qualche messaggio e voleva approfittare del fatto che il suo amico fosse impegnato. Inarcò un sopracciglio all'udire le successive parole di Fuyuko, pur rigirando il retino verso di sé per impugnarlo meglio, preparandosi a colpire.
-Ma come, devo pure fare lo sforzo di presentarmi? Questo amuleto è una fregatura, credevo mi sarebbero semplicemente piovute addosso.- Borbottò, fingendo indignazione. Nella sua mente non poté fare a meno di pensare che era davvero come quello stupido amuleto di The Older Scrolls. -Va bene, va bene, vediamo un po'.- Di nuovo, il suo braccio si mosse come quello di un chirurgo, rapido e preciso, e pescò cinque pesciolini uno dietro l'altro. Sapeva che il retino stava per rompersi, al quinto pesce: lo aveva testato prima e gliene dava tutta l'impressione già a vederlo ora, cinque doveva essere più o meno il massimo pescabile. Eppure, dosando un po' meglio i suoi attacchi, era arrivato al quinto pesce preso con un retino che dava ancora una parvenza di integrità, non c'era nemmeno una crepa sulla superficie sebbene fosse già parecchio indebolita. Indugiò per qualche istante, era un po' un azzardo, ma forse poteva provare a pescarne un sesto. Valutando attentamente la condizione della sua arma, stabilì di avere più o meno il 50% di possibilità di riuscita, in altre parole era come lanciare una moneta, era tutto in mano al caso. Sorrise, stuzzicato dalla sfida, ricordando l'assurda posta in gioco.
Tuffò il retino in acqua.
Il retino toccò un pesce rosso.
Il pesce rosso si liberò.
Il retino si strappò.
-Ops.-. -
.Fuyuko TanakaSPOILER (clicca per visualizzare)Benvenuti alla prima edizione di Tobiko Take Me Out!
L’evento nell’evento! Ciò che tutti gli utenti di MHA: Become a Hero! stanno aspettando da settimane, mesi ed anni (?).
Visto che sono un’indecisa cronica chiedo il vostro aiuto! O almeno a coloro che hanno il piacere di leggere la role :3
Nella parte finale del mio Post sono state descritte tre aspiranti fidanzate di Tobi-kun. Leggete con attenzione e inviatemi un MP con oggetto “Tobiko Take Me Out!” la vostra preferenza. Potete scegliere solo una di loro tre ed influenzare la scelta di Fuyuko.
Fukuda è stato cattivo con voi e volete vendicarvi? Ebbene partecipa a Tobiko Take Me Out!
Tenete alla vita sentimentale di Fukuda più della vostra? Ebbene partecipa a Tobiko Take Me Out!
Amate le ship più improbabili e insane? Ebbene partecipa a Tobiko Take Me Out!
Non siete timidi e inviate le vostre preferenze entro il mio prossimo post.
Enjoy!. -
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Tobi Fukuda Narrato. -Parlato.-
Annuì convinto, in tutta onestà era una delle cose che più gli piaceva del Tanabata, l'idea di poter giocare un po' e divertirsi senza nessuna pressione. Aiutava molto il fatto che la festività avesse luogo in spiaggia, luogo che lui considerava già di per sé in qualche modo mistico. Aveva uno strano effetto su di lui, come se fosse tutto immerso in una bolla in cui il tempo smette di correre e gli eventi smettono di succedere. Le sue preoccupazioni e i suoi crucci di tutti i giorni non lo raggiungevano mai, uno scudo di aria salmastra lo avrebbe protetto finché non avesse lasciato l'area. La successiva domanda di Fuyuko lo lasciò tuttavia un po' perplesso: non perché fosse strana, inaspettata o fuori luogo, semplicemente perché non era sicuro di avere una risposta. Cosa non aveva mai fatto che invece avrebbe voluto fare? La ragazza giustamente gli ricordò che era anche tradizione affidare i propri desideria dei fogliettini di cartaalle stelle, quel giorno, come a spronarlo ad inventarsi qualcosa da scriverci su. Certo, magari a qualcosa da desiderare ci sarebbe arrivato, ma non necessariamente qualcosa di concreto, o non necessariamente qualcosa che non gli fosse mai già successa. Qualcun altro al suo posto probabilmente avrebbe risposto che voleva una ragazza, ma in tutta sincerità Tobi Fukuda non era il tipo: cioè, sicuramente non gli sarebbe dispiaciuto provare, ma non avrebbe mai sprecato un desiderio per una cosa del genere. Era una di quelle cose che se gli fosse capitata l'avrebbe accolta, ma non ne sentiva un vero e proprio bisogno.
-Uh... non lo so.- Ammise, dopo qualche istante. Gli dispiaceva non offrire spunti di conversazione, ma era così. -Oh, magari mi piacerebbe fare un bel viaggio fuori dal Giappone, non ci sono mai stato. A malapena sono uscito da Tokyo, e solo da piccolo.- Confessò, un po' in imbarazzo, come se in qualche modo il non viaggiare della sua famiglia fosse colpa sua. -Tu invece, Fuyu-chan?- Domandò, lieto di essere riuscito a contribuire alla conversazione prima di ri-passare la palla alla ragazza.
La ragazza a sua volta volle dire un'ultima cosa su Hisoka e le persone come lui, usando a sua volta un tono piuttosto definitivo. Chissà, forse era vero che non avrebbero mai trovato la pace, ma a Tobi questo non interessava più di tanto. Nessuno li costringeva a comportarsi in quel modo, qualcuno poteva anche (a ragione) sostenere che la famosa "pace" di cui parlava Fuyuko nemmeno se la meritassero. In tutta onestà, Tobi non era nemmeno di questa filosofia: certamente se Hisoka o chi per egli fosse stato in una situazione di pace interiore non avrebbe fatto quello che faceva, e quindi in un certo senso sarebbe stato meglio per tutti. Il concetto di meritare o meno qualcosa di astratto come la felicità o la pace era qualcosa su cui Tobi preferiva non sbilanciarsi. Era molto più semplice stabilire chi meritava qualcosa di concreto, come un bel voto o un posto di lavoro, in quanto esistevano criteri oggettivi per stabilirlo. Al di là di non augurare esplicitamente a Hisoka di essere felice, non si augurava espressamente nemmeno l'opposto. Fatti suoi, a lui bastava non incrociarlo mai più o quantomeno non in circostanze così intime ed ambigue, incrociarlo con in mano una licenza da eroe e cogliendolo con le mani nel sacco in un qualche crimine andava tutto sommato bene, in fondo sarebbe stato letteralmente il suo lavoro di lì a qualche mese.
-Certo, certo. Stai solo cercando di coprire il fatto che ti hanno fregata e ti hanno dato un amuleto farlocco. Se ne avessi avuto uno originale avremmo già incontrato qualcuno.- Continuò il ragazzo, sulla scia delle stupidaggini dette poco prima riguardo quel pendente, non che lo credesse sul serio ovviamente. Pochi minuti dopo, al bucarsi del suo retino, la ragazza dai capelli turchesi quasi letteralmente esplose nel suo orecchio, cantandogli il più entusiastico inno di sconfitta che il ragazzo avesse mai sentito.
-Tecnicamente avevi detto cinque tentativi. Il retino mi si è bucato al sesto pesce, cinque li avevo già presi, quindi non ho perso proprio un bel niente.- Protestò, stringendosi nello yukata con finta aria offesa, ma rendendosi conto ben presto che l'attenzione della sua compagna era altrove: stava scrutando la folla come un falco in cerca di un ignaro coniglietto su cui precipitarsi. -Mi sa che non mi stai ascoltando, uh? Che succede?- Non capì bene cosa stesse guardando Fuyuko, sinceramente, ma iniziò ad avere una mezza idea (o un mezzo timore, più che altro). Stava davvero cercando una ragazza a cui farlo presentare? Apparentemente sì, poiché poco dopo gli intimò di scegliere un peluche e di usarlo come icebreaker. Tobi sospirò e si rivolse all'uomo dietro il bancone, chiedendogli se avesse preso abbastanza pesci per uno dei pupazzi: questi annuì e sembrò piuttosto lieto che i due giovani non fossero intenzionati a reclamare i pesci che avevano catturato e portarli a casa - altrimenti avrebbe sicuramente finito per chiudere presto quella sera. Dunque, che peluche prendere? Fuyuko non ne aveva scelto nessuno ed al momento sembrava impegnata nella sua ricerca, quindi non poteva aiutarlo. Il pesce? Carino ma molto poco espressivo. Panda o orsacchiotto? Fin troppo banali. Il granchio, forse? Aveva due begli occhi brillanti e un sorriso simpatico, però sembrava decisamente da bambini piccoli.
Vada per il panda, anche se sembrava onnipresente in ogni bancarella gli sembrò comunque il più caruccio. A ripensarci, forse era proprio per questo che era onnipresente in ogni bancarella. Magari, anzi, alla (poco) fortunata scelta da Fuyuko era capitato di vedere qualche altra ragazza stringere un morbidoso panda fra le braccia e le era venuta voglia di possederne uno a sua volta, chissà.
Tobi si voltò dunque verso Fuyuko con il peluche saldo fra le mani ed attese, con un lungo sospiro.. -
.Fuyuko TanakaSPOILER (clicca per visualizzare)Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato al mini-evento!
Di seguito le tre candidate:
Ai Murakami: Maschiaccio come pochi ed a causa dei suoi modi rozzi e fin troppo diretti non è ancora riuscita a trovare la sua anima gemella. Dopo aver abbandonato gli studi per sostenere la famiglia, di umili origini, ha trovato impiego presso un’officina d’auto. Un lavoro davvero inusuale per una ragazza, ma lei è appassionata di motori e velocità. Ha deciso di partecipare Tanabata festival per cercare l’anima gemella, anche se ci crede poco. In verità si stà annoiando parecchio e non trova nessuno d’interessante. Bisessuale. Non possiede alcun Quirk.
Yuya Kimura: Aspirante idol ed appassionata di musica metal. È riuscita a costruire una piccola band con i suoi compagni di classe e suonano nei weekend nei piccoli locali di periferia. È molto attiva sui social e le piace postare le proprie esibizioni con la band o le cover registrate in camera sua. È al Tanabata festival nella speranza di mettere su un piccolo concerto, anche se uno dei compagni le ha comprato un talismano contro la sua volontà. Il suo Quirk “Succubus” le conferisce un paio di corna e una coda appuntita con capacità prensile.
Misa Yamazaki: Rincorre il suo sogno d’amore da anni e da quando era bambina sogna d’incontrare il suo principe azzurro il settimo giorno del settimo mese dell’anno. Crede nel colpo di fulmine. S’innamora quasi sempre a prima vista del primo ragazzo che si dimostra interessato a lei. È raffinata nei modi e proviene da una famiglia altolocata di Tokyo. Capricciosa, volubile ed ossessionata dall’amore. Quasi sempre i ragazzi che incontra al Tanabata festival non la richiamano il giorno dopo, per i suoi modi troppo appiccicosi e smielati. Il suo Quirk “Candy Candy” le permette di tramutare gli oggetti in zucchero.
Enjoy. -
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Tobi Fukuda Narrato. -Parlato.-
La Tanaka lo ammonì dicendo che pensava troppo in grande: la sua domanda non aveva quel tipo di accezione, era più in piccolo, qualcosa di semplice che gli sarebbe piaciuto fare in quel momento e che non aveva mai fatto. Il ragazzo scrollò dunque le spalle, guardandosi intorno come in cerca di qualche spunto.
-Non saprei allora, al Tanabata ho provato quasi tutto ormai.- Rifletté, senza vedere nessuna bancarella dove non avesse mai speso almeno una manciata di yen nel corso degli anni. La ragazza, però, non trovò la sua proposta completamente da scartare, e propose un viaggio dopo il diploma. Tobi annuì convinto, gli sarebbe piaciuto molto, sinceramente. -Certo. Quando vi sarete diplomati tutti partiremo. A me ormai temo non manchi molto.- Mormorò, massaggiandosi la nuca. Gli sembrava molto strano essere il primo a diplomarsi, era sempre stato quasi un anno avanti ma era abituato a considerare la loro scalata alla Yuuei come parallela, e non si reputava certo il più talentuoso del gruppo (e a provarlo c'erano stati Fuyuko e Yumeru, entrambi arrivati in terza prima che lui finisse, accorciando le distanze iniziali). Eppure, evidentemente, viveva ancora di rendita dal vantaggio che aveva all'inizio e si sarebbe (probabilmente) diplomato prima degli altri. -Eccome se ce lo meritiamo.- Confermò, con un sorriso complice. Fu il turno di Fuyuko di rispondere alla domanda che Tobi le aveva rigirato, e disse di voler salire sulla Star Tower. Tobi seguì istintivamente il dito indice della sua amica e si imbatté nell'attrazione: non ci era mai salito nemmeno lui, ma per quanto lo incuriosisse non gli interessava così tanto da desiderare intensamente di vederla. -Mi sembra un'idea carina. Fate qualche foto, mi raccomando.- Invitò, lasciando sottinteso che gli sarebbe piaciuto darci un'occhiata a sua volta, se se ne fosse presentata l'occasione.
Come sospettava, Fuyuko non gli stava dando minimamente retta. Asserì qualcosa riguardo alla sua presunta superbia. Beh, non è che potesse smettere di pescare se il suo retino non era bucato, era quello il gioco: pescare finché non si buca. D'altro canto, non gli andava di fare il guastafeste o impuntarsi su qualcosa, anche perché Fuyuko sembrava aver già combinato, e non sembrava minimamente intenzionata a retrocedere, Tobi conosceva bene quello sguardo.
Del resto, non sapeva proprio dirle di no.
-Lasciamo perdere.- Mormorò, sconfitto, e si lasciò guidare. Fuyuko sembrò approvare la sua scelta di pupazzo, gli corresse la postura e gli intimò di sorridere. Infine, gli ordinò di sistemarsi i capelli: il ragazzo non se ne era nemmeno accorto, ma evidentemente l'umidità glieli aveva fatti gonfiare un po'. In fondo erano a luglio a poche decine di metri dal mare, era anche normale che umidità e salsedine rovinassero le acconciature.
-Uff.- Sbuffò, un po' seccato che un agente esterno ed immodificabile gli rovinasse il look. Si passò una mano sulla frangia, con maestria, e la sbatté un po' a destra e sinistra, mentre con l'altra mano smuoveva un po' i capelli ai lati e sulla nuca. -Meglio?- Domandò, con un sorrisetto sornione.
Ci mise qualche istante a capire di che ragazza Fuyuko stesse parlando, giusto il tempo di guardarsi intorno e scorgere un insolito kimono nero, fra cui sbucava una liscia coda nera da diavoletto. Lei era piuttosto carina, una folta chioma di capelli neri portati con una frangia e raccolti per l'occasione, due piccole corna nere (abbinate alla coda), e due luminosi occhi rossi. Sembrava una versione meno mutata di Akane, sinceramente, ma c'era solo un piccolo problema.
-Eeh!? Perché proprio quella lì? Cioè, è circondata di amici, completamente inavvicinabile. Sarebbe un suicidio! Perché devo fare la figura dell'idiota davanti a così tante persone?- Protestò, pur consapevole che alla fine avrebbe finito per andarci. -Eddai, non farmi questo, non c'è letteralmente nessun altra?- Il ragazzo sospirò teatralmente, sconsolato, e fece un primo passo in avanti. -Yare, yare.- Borbottò, con un filo di voce, nascondendosi il viso con una mano per la vergogna mentre con l'altra strizzava il panda. Un altro passo, un altro ancora.
Inevitabilmente, dopo qualche altro passo, gli occhi della ragazza si alzarono e si incrociarono con i suoi, che abbassò meccanicamente mentre il volto gli diventava color cremisi. Giurò di vederla sorridere per un istante con la coda dell'occhio, e ben presto (senza che lei dicesse una parola) anche l'attenzione dei membri di quella che sembrava una band punk-rock fu concentrata su Tobi.
-Merda.- Esalò, a voce bassissima, cosicché nessuno (a parte qualcuno dotato di un Quirk di super-udito) potesse sentirlo. Deglutì, fece un altro passo avanti e si rese conto di non essersi preparato nulla da dire, brancolava nel buio. Decine di ipotesi cominciarono ad affacciarsi nella sua mente, una più cringe dell'altra, finché non fu chiaro che non esisteva un modo furbo di uscire da quella situazione, ormai si era già messo in imbarazzo e l'unica cosa che poteva sperare era che finisse tutto in fretta e che quella band si dimenticasse di lui il più presto possibile. Il suo talismano tintinnò, ben visibile, mentre il ragazzo si rimetteva dritto ed allungava il piccolo e soffice panda alla ragazza.
-C-certo che i panda quest'anno sono inflazionatissimi, eh?- Si riferiva (in maniera forse non troppo ovvia) al fatto che ogni bancarella sembrasse avere almeno un panda fra i premi da ritirare. -N-ne vuoi uno? Ne ho appena vinto uno e non so che farmene, ah ah.- Bene, ora avrebbe solo dovuto trovare una bancarella che avesse fra i premi un bel badile o una vanga, vincere quella e poi scavare un buco sufficientemente profondo nella sabbia, entrarci dentro ed uscirne solo migliaia di anni dopo, rinvenuto da un qualche archeologo di passaggio.. -
.Fuyuko Tanaka
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Tobi Fukuda Narrato. -Parlato.-
Alla raccomandazione di Fuyuko, non poté non storcere il naso, seppur camuffando la cosa in un sorrisetto scettico.
-Tranquilla, sono sicuro che riderà.- Ovviamente non lo intendeva nello stesso modo in cui la raccomandazione della Tanaka era intesa, era più un'allusione al fatto che sarebbe stato ridicolizzato. -Rideranno un po' tutti, temo.- Aggiunse, a voce molto più bassa, quasi un borbottìo. Stava davvero per farlo? Fu quasi tentato di fuggire a metà strada e confondersi fra la folla, ma non voleva fare uno sgarbo del genere a Fuyuko.
Subì passivamente la spinta di quest'ultima, trattasi di una spinta solamente fisica contro la sua schiena ed affatto emotiva, anzi, in tutta sincerità sembrava che la situazione la stesse divertendo abbastanza. Maledizione.
Questa gliel'avrebbe fatta pagare.
Il povero Fukuda si era trovato a chiudere istintivamente gli occhi mentre sentiva la sudorazione aumentargli per la tensione del momento e i sensi ovattarglisi. Quando lì riaprì, quasi si stupì di non essere in un qualche residuo di Tokyo post-apocalittico o in una società super-futuristica. Quindi non era stato ripescato da nessun archeologo? Nessun sonno millenario? Quindi era ancora lì impalato davanti a quella comitiva? Fu quasi tentato di chiudere di nuovo gli occhi e questa volta aspettare davvero il sonno eterno, ma non aveva senso scappare. Doveva valutare le sue opzioni seriamente, a quel punto. Fingere un malore e accasciarsi a terra? Aveva anche balbettato, in fondo, magari poteva giustificare il suo comportamento strano con un colpo di calore alla testa. Piano perfetto se non avesse implicato che poi qualcuno avrebbe dovuto soccorrerlo, e se già era in imbarazzo così figurarsi a sentirsi trascinare via da uno sconosciuto. Ok, scartato, piano numero due? Fuggire via e sperare che tutti si dimenticassero della cosa il prima possibile? Se voleva sembrare uno psicopatico certo, perché no, poteva farlo. Forse poteva semplicemente uccidere tutti, in fondo era uno studente della Yuuei all'ultimo anno, era super-allenato e conosceva anche le arti marziali. Niente di più semplice.
Ma che diavolo stava pensando?
Si distrasse dai suoi pensieri quando si sentì sfilare il panda dalle mani. Gli aveva detto che era buffo, sigh, grazie Fuyuko. Questo sì che era il modo perfetto di far colpo, lanciarsi nella vasca degli squali e dimenarsi per rimanere a galla, sperando di intrattenerli abbastanza da spingerli a non mangiarti per qualche minuto. Al sentire le sue parole, Tobi non arrossì di più semplicemente perché aveva già raggiunto il massimo livello di rossore ottenibile dalla sua faccia, se gli fosse circolato dell'altro sangue sul viso avrebbe iniziato a colargli dal naso e dagli occhi probabilmente.
Gli ci volle qualche secondo per registrare che la ragazza aveva risposto alle sue stronzate con una battutina che sembrava alludere ad un qualche chitarrista mancante. Tobi dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere, perché per qualche motivo il suo cervello gli stava urlando "è una battuta! Devi ridere!" con tanta insistenza da fargli pulsare le tempie, ma ragionevolmente sapeva che sarebbe stato totalmente fuori luogo: la battutina doveva essere probabilmente rivolta ai suoi amici, che ne sapeva lui della carenza di chitarristi?
Comunque sono Yuya, e questa è la mia band!
-Meno un chitarrista.- Fu il suo primo pensiero. Un momento, pensiero? Lo aveva detto ad alta voce o era una sua impressione? No, lo aveva detto ad alta voce, gli era proprio scappato. Tentò eroicamente un sorrisetto, quantomeno per reggere la recita di "sono un ragazzo molto spiritoso", sebbene il rossore del suo viso non accennasse a schiarirsi. -Tobi, molto piacere.- Aggiunse, con un inchino, rivolgendosi ovviamente anche agli altri membri della band. -Fico, comunque. Cosa suonate, quando ci siete tutti?- Ancora insisteva con quella storia? Pazienza, ormai l'aveva resa il suo cavallo di battaglia, tanto valeva cavalcarlo. Tanto era più che sicuro che sarebbe stata la prima e l'ultima volta che vedeva quella Yuya.
Paradossalmente, forse per via della rassegnata accettazione di ciò che stava succedendo, iniziava anche a rilassarsi. Il cuore iniziava a rallentare, la sudorazione si riequilibrava ed il respiro riprendeva pian piano il suo ritmo regolare. In fin dei conti, quella Yuya e i suoi amici sembravano (fortunatamente) persone molto alla mano e più che disposte a fare due parole con uno sconosciuto. Forse erano abituati ad interagire con i loro fan e trattare con una certa soglia di decenza anche chi li esasperava, non che Tobi avesse quell'impressione. Sembravano tutti piuttosto divertiti dalla sua presenza e, per quanto non lo entusiasmasse passare per il clown della situazione, quantomeno non avvertiva fastidio nei suoi confronti. Non ancora, insomma, quando poi avesse sentito di essere di troppo si sarebbe semplicemente allontanato.
Per ora non pensava a nessun "dopo", gli bastava arrivare alla fine di quella interazione ancora vivo.
Lo sguardo, però, gli calò sul soffice panda stretto ora fra le mani di Yuya e non riuscì a non rivolgere al pupazzo un sorriso dolce. Per lui era molto più semplice essere accettato, già, gli era bastato essere tondo e soffice per vincere l'affetto di una ragazza carina come Yuya.
Che vita ingiusta.. -
.Fuyuko Tanaka
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Tobi Fukuda Narrato. -Parlato.-
La mente di Tobi era sovraccaricata di stimoli, ogni cosa era un potenziale dettaglio su cui soffermarsi per ore. Giorni. Al momento la cosa che più lo turbava era la scarsa collaborazione dei due membri della band, che avevano iniziato ad additarlo come strambo e lanciargli occhiate sospettose. Camuffando il movimento in un semplice gesto imbarazzato celò le mani dietro la schiena, ma le strinse con ferocia, quasi da farle scricchiolare, immaginando di avere strette nei pugni le testoline di quei-
Calma Tobi, calma. Non ti stanno rendendo le cose facili, ma probabilmente vogliono solo assicurarsi che un maniaco non importuni la loro lead. Effettivamente, non si poteva dargli loro torto, sebbene le intenzioni di Tobi sembrassero pacifiche, avesse tenuto le mani apposto e una rispettosa distanza dalla ragazza, in quei tempi era meglio non dare nulla per scontato. Fukuda stesso aveva cozzato la sua spalla con quella di Hisoka in borghese, ignaro che fosse una qualche sua perversa macchinazione, prima di incontrarlo quella sera fatidica. Non aveva pensato nulla di quell'evento, eppure non era accaduto per caso: quel pazzoide lo stava seguendo.
Fece un respiro profondo, cercando di non essere troppo plateale, dunque tornò a sorridere ai ragazzi con l'aria più innocente che gli riuscì. Okay, forse era il caso di smetterla di scherzare, cercare di tenere sotto controllo i tic nervosi e rilassare un po' quei muscoli Tobi per l'amor del cielo.
Fortunatamente, costringersi a rilassare i muscoli in grandi momenti di tensione era uno dei suoi punti forti, nonché uno dei cardini del kung fu: la maggior parte dei movimenti andavano affrontati con scioltezza, le spalle morbide pronte ad assecondare il colpo del tuo nemico, le ginocchia flesse, le braccia mobili. Non serviva troppa forza fisica o muscoli esageratamente allenati per praticare il kung fu, serviva padronanza della disciplina e un grande senso di pace ed equilibrio interiore.
Provvidenziale arrivò la risposta di Yuya sul cosa suonassero, un qualcosa a cui aggrapparsi per continuare il discorso in maniera un po' più normale. Annuì, ammirato, non era un genere troppo popolare di recente (o almeno questa era la percezione di Tobi), sicuramente una scelta coraggiosa per una persona che voleva sfondare nel mondo della musica. Dedusse che lo facessero più per passione che per una qualche malriposta fretta di diventare famosi e finire sotto i riflettori, quindi tanto di cappello.
-Kakkoi.- Mormorò, un po' rapito, cercando di immaginarseli sul palco. Per un qualche strano riflesso si proiettò a sua volta lì sopra, al posto del chitarrista che quella sera evidentemente non c'era. Forse era stato semplicemente un tentativo del suo subconscio di riempire un'effettiva lacuna, nel senso che non sapeva come immaginarsi il chitarrista mancante, eppure il ragazzo non poté fare a meno di chiedersi se sarebbe stato divertente. Ne aveva tutta l'impressione, sinceramente. Annuì con aria interessata quando la ragazza proseguì, parlando del pezzo che avevano scritto in onore dei due soggetti della leggenda. Non era un grandissimo fan di quel tipo di folklore ma, come tutti, lo conosceva e rispettava: non ci sarebbe stato un festival in cui divertirsi probabilmente, se quella storia non fosse esistita.
-Che idea interessante.- Si complimentò, riflettendo quali sarebbero potuti essere i toni di una canzone del genere. Il ragazzo non se ne intendeva particolarmente, ma sapeva che c'era un tipo particolare di Metal chiamato Epic Metal che spesso recitava nei suoi testi vere e proprie storie di grandi eroi o altre cose. Chissà se era quello il genere della band? O magari il pezzo era solo vagamente ispirato ai due, chissà, in fondo la ragazza aveva parlato di chiave moderna. -... Ma quindi dovevate esibirvi qui e stasera? Avevate già prenotato un palco o qualcosa di simile?- Realizzò poi, improvvisamente più serio. Quello si che sembrava essere un grosso disagio.
Poco dopo, tuttavia giunse il momento della verità: Yuya gli chiese cosa ci faceva lì, tirando nuovamente in ballo il panda. Fraintese, sinceramente, non aveva capito che gli stesse chiedendo cosa faceva al festival (perché in tal caso la risposta sarebbe stata ovvia: un giro), bensì credette che lei gli stesse chiedendo perché era andato ad importunarli, fondamentalmente. Non con quel tono accusatorio, ovviamente, quella era un'esclusiva che Tobi riservava a sé stesso ma che Yuya sembrava non condividere affatto (forse i suoi due colleghi un po' sì, ma chissà).
-A-ah, ecco...- Balbettò, con le guance che riprendevano la tonalità rossa che avevano appena iniziato ad abbandonare. Cosa dirle? Ero qui con una mia amica, ho perso una scommessa e lei mi ha costretto a venirti a parlare? No, no, persino una persona totalmente incapace di parlare al prossimo come Tobi vedeva i centomila motivi per cui una frase del genere era semplicemente un'uscita infelice: non era un modo per salvarsi o fare una figura meno stupida, era semplicemente dichiarare uno scarso interesse in ciò che stava facendo e in un certo senso "scusare" la sua presenza (magari sfruttando l'occasione per andarsene), e sinceramente gli sembrava un po' maleducato dopo che era stato lui ad attaccare bottone. E poi, in qualche modo, gli scocciava fare brutta figura o troncare la conversazione, si stava rivelando più gradevole del previsto.
Ma come al solito aveva atteso troppo prima di rispondere, e Yuya sembrò avere un'illuminazione per conto suo. Era un suo fan che voleva un'autografo, forse? Sul panda? Il ragazzo agitò le mani per fermarla prima che il pennarello toccasse la soffice pelliccia del peluche.
-No! Ah, ehm, cioè...- Le sue guance sembrarono esplodere di rosso. -N-non sul panda, dai, poverino. E poi quello era per te.- Cercò di cavarsela. Quelle ultime tre sillabe gli erano costate ogni frammento della sua determinazione. Ora, la questione più spinosa: la ragazza ci sarebbe rimasta male a sapere che non era un suo "fan"? L'ipotesi di mentirle, però, non sfiorò nemmeno l'anticamera del cervello di Tobi. Sospirò, cercando semplicemente un modo carino per dirle la verità. Si staccò dallo yukata il talismano e glielo porse, rovescio. -Fammelo qui un autografo. Ad essere sincero no, non vi conosco, mi dispiace. Però l'autografo lo prendo volentieri.- Le rivolse un sorriso gentile, trasformandolo poi in un ghigno un po' furbetto. -Quando sarete famosi me lo invidieranno tutti.- Asserì, con tono sicuro, come se la loro fama fosse solo questione di tempo.
Il talismano che le stava porgendo aveva un paio di caratteri scritti da ambo le parti, ma c'era comunque un po' di spazio ai lati per scrivere qualcosa: un nome, un cognome, una dedica, qualunque cosa la ragazza avesse voluto scriverci. Chiaramente avrebbe riconosciuto il talismano, dello stesso tipo di quello che adornava anche il suo yukata, e sebbene Tobi non avesse fatto alcuna allusione al riguardo forse l'aspirante idol avrebbe iniziato a mettere le cose in fila.
-Ah, ma non ho ancora risposto, dunque cosa ci faccio qui? Vediamo...- Beh, stava solo facendo un giro al Tanabata, ma quello era ovvio. Doveva inventarsi una risposta un po' più soddisfacente. -Ero qui con un'amica ma ci siamo persi di vista quando ho vinto il panda. E visto che lei ha già chi le regala peluche, ho pensato di trovare una casa al nostro amico.- Indicò con un cenno del collo l'animale di peluche. Bugia spudorata, ovviamente aveva fatto tutto Fuyuko, ma gli sembrò semplicemente brutto rivelarglielo. Chissà, semmai fossero entrati più in confidenza le avrebbe fatto avere un'errata corrige sulle circostanze del loro incontro, ma fino ad allora non ve ne era esigenza.
-Dunque, che farete ora?- Concluse, pensando che forse era il caso che anche lui si interessasse un pochino al suo interlocutore. Ironico che fra i due la maggior parte delle domande le avesse fatte l'aspirante idol all'inetto ed invisibile Fukuda, e non viceversa. Magari era il momento di invertire un po' il trend, se c'era una cosa che anni di awkwardness gli avevano insegnato, era che le conversazioni non andavano avanti da sole, e prima o poi la gente si stufava di parlare con chi non rilanciava.. -
.Fuyuko Tanaka
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Tobi Fukuda Narrato. -Parlato.-
-Oh, meno male, almeno non dovete disdire nulla.- Asserì, tirando un sospiro di sollievo. Sinceramente, se avessero avuto una qualche prenotazione in mano, si sarebbe volentieri proposto come sostituto: la chitarra la sapeva suonare eccome (duh), gli sarebbe bastato letteralmente solo uno spartito. Ma, beh, se non dovevano dare alcuna disdetta non era un problema così grave, solo una cocente delusione senza nessuna caparra versata da rimpiangere. Annuì alle successive parole della ragazza, trovando buffo che facesse il nome del locale e poi descrivesse anche la sua posizion-
Oh, un momento, gli stava implicitamente chiedendo di andarli a vedere? Era davvero così ottuso da non rendersene conto?
-Fico, magari faccio un giro da quelle parti allora.- Butto lì, nella maniera più casual che gli riuscì, cercando di non sembrare invadente o un qualche maniaco che si ossessiona con le persone e le segue per giorni.
Ci tieni davvero tanto che io lo tenga?
Cosa. Cosa aveva detto per farglielo pensare? E soprattutto, cosa doveva dire ora? Voleva solo evitare di insozzare di pennarello un povero panda innocente, sottolineando che non aveva intenzione di riprenderselo, glielo aveva regalato, e quindi non aveva senso che lo usasse per un autografo perché lo avrebbe diretto a lei stessa. Vide chiaramente le pallide guance dell'aspirante musicista colorarsi di rosso a loro volta: era riuscito a metterla in imbarazzo, perfetto, il cuore gli sprofondò in un abisso e sinceramente si ritrovò a sperare di essere trascinato giù con lui e non riemergere mai più. Cosa doveva fare? Era stato inopportuno? Il ragazzo era andato totalmente in tilt, persino il suo fight or flight instinct sembrava essersi risvegliato ed al momento pendeva decisamente per l'opzione flight.
-I-intendevo...- Intendevi cosa, Tobi, COSA? E se stessi zitto per qualche istante, tipo? Che caldo faceva, santo cielo.
Insospettabilmente, quella di non parlare fu la scelta giusta.
Le successive parole della cantante lo portarono a sollevare lo sguardo di scatto come una molla, sorpreso. Aveva detto...? Avrebbe portato il panda al prossimo concerto? Solo perché pensava che a Tobi facesse piacere se lo teneva? Cosa stava succedendo? Sembrava che una serie di coincidenze si fossero allineate per far accadere quella singola scena. Era fin troppo minuzioso e perfetto perché fosse una semplice coincidenza. Magia del Tanabata, forse?
-S-sono sicuro che a lui farà molto piacere.- Il ragazzo indicò il panda con un cenno. Una risposta fin troppo politica, Tobi, di questo passo farai spezzare la magia. Devi dire qualcosa, qualunque cosa. NO, non qualunque cosa, possibilmente qualcosa di socialmente accettabile. -... Anche a me.- Borbottò infine, a fil di voce. Banale, ma almeno si era esposto in maniera verbale, fino a quel momento in fondo era andato avanti di battutine e chiacchiere di circostanza. Aveva notato l'imbarazzo di Yuya e nonostante questo si era sforzata di assecondarlo, dunque il minimo che potesse fare era dirle che la cosa gli faceva piacere.
Ma la magia era appena iniziata, per l'ingenuo Fukuda. La ragazza gli comunicò che non avrebbe ricevuto il suo autografo quella sera, bensì la seguente se avesse deciso di andare a sentirli a Shinjuku, disse che per il momento si sarebbe dovuto "accontentare" di qualcosa che stava scribacchiando sul foglietto: Tobi dedusse dunque che fosse qualcosa che aveva meno valore dell'autografo. Quando la ragazza gli restituì il talismano, spese qualche secondo a tentare di decifrare il messaggio. Dei numeri, forse doveva sostituire la lettera corrispondente? O forse era un altro tipo di messaggio cifrato. La lunghezza del numero, il numero di cifre, sembrava suggerirgli qualcosa, ma la sua parte razionale ancora si rifiutava di capire che cosa avesse per le mani. Finché all'improvviso non realizzò, ed il cuore gli si strizzò come un panno umido.
Non riuscì nemmeno a ringraziarla, un'espressione ebete gli si dipinse in viso mentre osservava prima lei e poi il foglietto a rotazione. Era evidentemente esterrefatto e senza parole, tutto si aspettava tranne di riuscire ad ottenere un numero di telefono. Già che lei gli aveva fornito un indirizzo per "ritrovarla" qualora avesse voluto era molto positivo, e sinceramente Tobi non credeva sarebbe riuscito ad ottenere di più in quella giornata. E invece eccolo lì, con un numero di telefono scritto su un talismano che, si ricredette, doveva essere magico.
Il resto delle parole dei ragazzi gli arrivò solo in parte, i suoi sensi erano ovattati e faticava a concentrarsi su qualunque cosa che non fosse la mano in cui stringeva il piccolo talismano fortunato. Riuscì però a captare un tono di congedo e vide il gruppo allontanarsi, dunque si affrettò a ricambiare.
-C-ciao ciao.- Riuscì solo a boccheggiare, agitando la mano priva del sacro bigliettino. Solo vedendola andare via con la sua coda rossa che ondeggiava a destra e a sinistra si ritrovò a riflettere su quanto fosse carina, in realtà. Le immagini di ciò che era appena accaduto gli riaffiorarono nella mente e non poté evitare di arrossire al ricordare la faccia imbarazzata di Yuya mentre gli diceva che si sarebbe portata il panda al prossimo concerto. Kawaii. Si coprì la faccia, come se in qualche modo questo potesse creare una barriera fra lui e il mondo circostante, e fu solo la voce di Fuyuko a distoglierlo dalla sua contemplazione. Fissò lei, poi il talismano che ormai reggeva in mano, poi il punto verso cui Yuya si stava allontanando.
-C-credo...- Esordì, interrompendosi con un sospiro. -Credo sia appena successa una magia.- Non era facile sentir pronunciare la parola magia a Tobi Fukuda senza che avesse una qualche accezione ironica o palesemente goliardica, ma in qualche modo sembrava stranamente serio. Ruotò il talismano verso Fuyuko, cosicché ella potesse vedere la sfilza di cifre che vi era scritta sopra.
La conosceva bene, sapeva che le sarebbero brillati gli occhi ed avrebbe tentato di sfilargli il fogliettino dalle mani, dunque si affrettò a sollevarlo in alto fuori dalla sua portata e a tendere l'altra mano in avanti per tenerla ferma. Riviveva ancora tutte le scene di poco prima nella sua mente e le sue guance avevano ripreso l'intenso rosso che aveva caratterizzato il volto del ragazzo per l'ultima mezz'ora.
-Baka! Non mi mettere più in situazioni del genere!- La ammonì, coprendosi di nuovo il viso con entrambe le mani. -Hai perso la mia fiducia, basta, ora non ti darò più retta. Deve essere la cattiva influenza di Yumeru.- Si sfogò, seppure stesse palesemente scherzando alzare la voce leggermente in quel modo gli stava dando una mano a scaricare la tensione accumulata. Sospirò, intascò il bigliettino (facendo ben attenzione a non lasciare che Fuyuko glielo rubasse), ed iniziò a raccontare la sua epopea all'amica.
Su una cosa aveva ragione: non era stato terribile come pensava, ed una volta sfumato l'imbarazzo (sebbene non l'avrebbe ammesso facilmente), avrebbe gongolato per un bel po', godendo della sua piccola vittoria.CITAZIONEMi sembrava ridondante riscrivere daccapo cos'era successo nel dialogato, quindi puoi semplicemente dare per scontato che Tobi le abbia raccontato tutto. -
.Fuyuko TanakaSPOILER (clicca per visualizzare)Cedo a ddraig il PNG Yuya Kimura.
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Tobi Fukuda Narrato. -Parlato.-
Fuyuko sembrava stupita quanto lui di ciò che era successo, a riprova che il mandarlo al suicidio era stata una cosa fatta più per ridere che per altro. No, non nel senso che la sua amica fosse sadica, in fondo sapeva che lo stava solo spingendo a fare qualcosa fuori dalla sua comfort zone: che fosse perché aveva intuito che stava provando a cambiare un po', o che fosse semplicemente perché era una sua amica e voleva spronarlo a fare una cosa che normalmente non avrebbe fatto, questo Tobi non lo sapeva. Ma era sicuro delle buone intenzioni di Fuyuko, per quanto a parole la stesse rimproverando.
Certo, non aveva inteso quanto Fuyuko ci tenesse alla sua vita sentimentale, in primis perché non era una priorità nemmeno per lui, cosa poteva importargliene a Fuyuko, aldilà del normale interessamento fra amici?
La ragazza stette in silenzio mentre lui la rimproverava, quasi impassibile, come se si aspettasse una reazione del genere, anche se più probabilmente la sua mente era ancora concentrata sul foglietto che aveva visto prima fra le mani di Fukuda, di sfuggita ma abbastanza bene per capire che si trattasse di un numero di telefono. Chiaramente la ragazza, volle sapere ogni cosa, e Fukuda l'assecondò una volta terminato il suo piccolo sfogo.
-... No che non lo perdo.- Borbottò solo, giusto prima di iniziare la narrazione. Vide varie emozioni intervallarsi sul volto di Fuyuko, ma quella che predominò fu una specie di sorriso sollevato, come se in qualche modo Tobi avesse fatto ogni singola scelta sbagliata possibile e questo l'avesse portato comunque sulla strada giusta. Arrossì quando la ragazza tirò di nuovo fuori la storia dei panda.
-F-facciamo che non spiego nulla e cerchiamo di dimenticarcene il prima possibile per sempre.- Fu la sua controproposta, per cui non avrebbe accettato repliche, anche se sapeva che sarebbe stato preso in giro per mesi, per questa storia del panda. La domanda successiva lo colpì invece un po più sul vivo: sarebbe andato, la sera dopo? Ironicamente fino a quel momento non si era posto il problema, convinto di andarci, ma quella domanda gli fece mettere le cose in prospettiva. Voleva andarci? Cosa avrebbe implicato? Inutile prendersi in giro, seppur solo grazie ad un paio di equivoci e sicuramente non grazie alle doti di Tobi, Yuya sembrava essersi convinta che quel bizzarro ragazzo ci stava provando, detta in maniera molto spiccia. E lei gli aveva dato il suo numero, e gli aveva detto dove avrebbe potuto trovarla il giorno dopo. Di nuovo, Tobi si chiese cosa implicasse tutto quello: significava che anche lei voleva rivederlo? E a sua volta, cosa significava che anche lei volesse rivederlo? Magari poco e nulla, magari anche lei era come lui e semplicemente voleva conoscerlo un po' meglio prima di decidere se ne valesse la pena o no, ma i dubbi di Tobi non scaturivano in direzione Yuya verso Tobi, era convinto che lei fosse stata limpidissima. No, il ragazzo metteva in dubbio sé stesso: ipotizzando che la sera successiva fosse andato e lei lo avesse riconosciuto, ipotizzando che magari sarebbero anche riusciti a scambiare qualche altra parola. Ipotizzando che poi lui l'avrebbe richiamata, e sarebbero usciti altre due, tre, quattro volte, ed ipotizzando che alla fine si sarebbero resi conto di trovarsi bene l'uno in compagnia dell'altra.
Cosa sarebbe successo? Sicuramente non c'era niente di male, ma Tobi non era sicuro di quello che sentiva: non nei confronti di Yuya, conoscendola da così poco era ovvio che non sentisse nulla aldilà della simpatia, ma nei confronti di qualcun altro. Per suggestione, quasi gli sembrò di vedere la sua chioma bionda fra la folla, ma alla fine era solo una ragazzina che sgranocchiava bastoncini di cioccolato, non era lei. Non era sicuro di ciò che provava per lei, e sebbene il lungo silenzio da parte dell'americana rendesse chiaro che quali che fossero i sentimenti di Tobi non sarebbe stato importante, forse non era comunque ancora pronto a lasciarla andare. Forse perché sentiva che non aveva ancora fatto tutto il possibile, forse gli serviva solo del tempo, ma di una cosa era certo: c'era dell'insoluto di cui avrebbe dovuto occuparsi prima di poter pensare di iniziare una frequentazione con delle premesse come quelle che avevano avuto lui e Yuya, uniti da un talismano che rendeva palese che il loro incontro non sarebbe stato dei più innocenti.
-Non lo so.- Ammise, sinceramente. -Ci penso un po'.- Il suo tono fu molto più lugubre di quanto avrebbe voluto, ma si risollevò con un sorriso un po' nostalgico che sperò avrebbe frugato ogni curiosità da parte della sua amica. Annuì, dunque, alla sua successiva proposta.
-Certo. Andiamo.- Lasciò che fosse lei a condurre e si posizionò al suo fianco, leggermente indietro. Non sapeva quale sarebbe stato il suo desiderio, probabilmente solo un po' di chiarezza sui suoi sentimenti, o qualcosa di più concreto ma banale. Avrebbe semplicemente deciso in base all'ispirazione del momento, tanto c'era ancora un po' di strada da fare prima di raggiungere il lungomare con le canne di bambù si cui appendere i tanzaku, l'avrebbe passata tutta a rimuginare. Magari l'aria del mare che tanto amava gli avrebbe schiarito le idee, sì.
-In effetti è vero, era letteralmente l'unico pezzo di carta che avevo addosso.- Ridacchiò, alludendo al talismano, divertito che effettivamente si fosse rivelato utile, ma non in quanto magico artefatto, bensì per scriverci una cosa sopra. Anche se a dirla tutta, ciò che era successo aveva del magico per davvero. Tobi Fukuda aveva ricevuto un numero di telefono. Chi poteva dire che, in realtà, non fosse merito del talismano?
-Grazie.- Mormorò, infine, allungando una mano per posarla sulla spalla di Fuyuko e stringerla leggermente. Sentiva che le parole non sarebbero bastate per comunicarle ciò che doveva comunicarle, non sarebbe stato lo stesso se le avesse detto a voce che l'apprezzava e le voleva bene. Era davvero contento di aver incontrato lei e Yumeru, in quel dì di fine estate di quasi un anno prima.
Ma la giornata non era ancora finita. Avevano ancora qualche ora da trascorrere prima che calasse la sera, e magari Tobi poteva approfittarne per girare ogni bancarella con Fuyuko e partecipare a tutti i giochi: forse venendo sommersa dalle decine di panda che Fukuda avrebbe vinto si sarebbe resa conto dell'incredibile anomalia statistica rappresentata dai teneri orsacchiotti asiatici nel festival di quell'anno.
Era anche sicuro di averne visto uno enorme.CITAZIONEDi nuovo grazie per la role, mi sono divertito un sacco
Faccio notare che la chiudiamo oggi, il 5 settembre, ad un anno esatto dalla nostra prima role Stralci d'estate. Buon anniversario agli UA Regular Sized Students.