Urlare alle barche.

Summer Event - Hideaki & Masao

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    Sua madre non gli aveva mai fatto un regalo azzeccato.
    Scarpe troppo eleganti. Libri che non gli interessavano. Maglioni dal colore sbagliato. Piante che riusciva sempre ad ammazzare in meno di una settimana. Pacchetti disgraziati sempre accettati con un sorriso sulle labbra, perché sapeva che non valeva la pena prendersela. Non era una questione di disinteresse, né di cattiveria: è che i regali della sua genitrice non erano mai veramente per lui, ma per una versione più ordinata, idealizzata di Masao che esisteva sono nella testa di lei.
    Il regalo che gli era arrivato questa settimana, però, si era rivelato quasi appropriato...


    ...Perché non era stato originariamente comprato per lui.
    Un biglietto per una cena al largo su un ristorante galleggiante. Regalo per mamma ad un'amica, declinato una volta scoperto che la signora soffriva di mal di mare, e conseguentemente rifilato a lui. Un regalo un po' da vecchi, per un evento elegante e pieno di cibo gratis - ma in cui sarebbe risaltato come un pesce fuor d'acqua.
    A seguire, una breve battaglia mentale:

    QUOTE
    > Appare PAURA IMMOTIVATA selvatica!

    > Vai, STOMACO!

    > PAURA IMMOTIVATA usa ANSIA SOCIALE!

    > STOMACO è PARALIZZATO!

    > STOMACO usa FRIGORIFERO VUOTO!

    > È SUPEREFFICACE!

    > ANSIA SOCIALE selvatica è esausta!

    Dignità 0 - Ingordigia 1. Sarebbe andato al ristorante in barca, se ne sarebbe sbattuto delle occhiatacce altrui, e si sarebbe ingozzato fino a scoppiare! E si sarebbe pure infilato avanzi nelle tasche se ce ne fosse stata l'occasione, tiè.

    Non fosse che ci aveva messo un po' troppo per prepararsi all'evento, non sapendo bene come vestirsi per una cena di gala. Dopo innumerevoli cambi d'abito era uscito di casa, kimono addosso e cellulare in mano, solo per rendersi conto che il suo treno era partito 20 minuti fa.
    A seguire, una disperata corsa fino alla fermata del bus più vicina, e un'altrettanto disperata corsa dalla fermata di arrivo alla spiaggia. Si era tolto i geta per correre più veloce, aveva potenziato la sua falcata col proprio quirk, ed era arrivato sul molo giusto in tempo per ammirare il ristorante galleggiante Hoshi☆ ritirare la passerella.

    NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

    Allungò disperatamente le braccia in direzione della barca, giungendo le mani in segno di preghiera. Per tutta risposta, il ristorante Hoshi☆ suonò il corno e ritirò la propria ancora.

    No.

    Tremolio di ginocchio, lacrimuccia a stento trattenuta. Masao cadde sul pontile, sguardo fisso sulla barca pronta a salpare.
    Senza di lui.
    Il suo stomaco iniziò a brontolare.



    Masao Suzuki
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    Edited by Whatnot - 8/19/2020, 10:52 PM
     
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    HIDEAKI KAGEGAWA
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    Era una tiepida serata d'estate, il sole salutava il cielo all'orizzonte, gli ultimi lavoratori rincasavano, le luci delle città iniziavano ad accendersi e Hideaki correva come un disperato per le vie di Tokyo.
    Per capire come avesse fatto il ragazzo a trovarsi in quella situazione bisogna tornare indietro a qualche giorno prima.
    Il caldo fuori era tremendo e come ogni pomeriggio, dopo aver comodamente accantonato in un cassetto l'idea di provare a rimediare al suo colorito pallido, il grigio se ne stava sdraiato a letto cercando qualcosa di interessante su internet.
    Benché cercasse di tenere lo sguardo fisso sullo schermo ogni tanto gli occhi si spostavano sulla lettera di ammissione alla Yuuei ricevuta qualche giorno prima, incorniciata appena sopra la scrivania e ancora nel ripensare all'espressione della sua famiglia alla notizia del suo successo un sorriso solcava il suo viso.
    Doveva ammetterlo, quella lettera l'aveva reso molto più fiducioso di se stesso, anche se molto lontano dalla completezza, e non solo, gli aveva portato dei regali niente male.
    Oltre al disegno di una sorta di Hideaki decisamente troppo muscoloso fatto dal fratellino, tenuto in perfetto stato all'interno di un cassetto della scrivania (quello sopra dove conteneva il desiderio di abbronzarsi per essere precisi), era riuscito a racimolare un gruzzoletto niente male da parte dei suoi genitori e sua sorella, gruzzoletto che non sapeva però dove spendere.
    Il ragazzo era stato cresciuto principalmente sotto il controllo della sorella che, data la situazione economica in cui si trovava la sua famiglia al tempo, si era soffermata molto ad insegnargli il principio di non sperperare il denaro, insegnamento che tutt'ora si porta dietro seppur la situazione dei suoi genitori sia notevolmente migliorata ed è per questo che raramente lo si vede spendere più del dovuto sia su internet che nei centri commerciali, quelle rare volte che ci va.
    Ma questa era un'occasione speciale e per una volta era disposto a utilizzare una buona parte di quel guadagno per godersi al meglio quella tanto desiderata ammissione, ma su cosa avrebbe potuto investire? Era già un'oretta che scorreva annoiato tra le pagine e non era riuscito a trovare niente di così interessante che valesse la pena, almeno finché non fu attratto dalla pubblicità di un ristorante di Tokyo che aveva frequentato qualche tempo prima, che recitava con un font abbastanza appariscente: “OFFERTA SPECIALE! In occasione dell'inizio del Tanabata il ristorante Hoshi vi offre la possibilità di gustare le nostre PRELIBATEZZE nei buffet organizzati in CINQUE battelli, che aspetti? Compra subito il biglietto sul nostro sito per non rischiare di perderti questa FANTASTICA e IRRIPETIBILE occasione!”.
    D'istinto Hideaki si diede uno schiaffo alla fronte, “Come ho fatto a dimenticarmi del Tanabata?” disse con la mano ancora ferma, rileggendo lentamente la pubblicità, “Insomma qua dice che è un'occasione IRRIPETIBILE, poi parla di buffet, che fai non lo provi? Poi il costo è più basso di quanto mi aspettavo, ci rientro alla perfezione” disse nel mentre il puntatore aveva già da qualche secondo preso la decisione di cliccare sul tasto “Registrati e prenota il tuo biglietto” e, dopo i soliti passaggi di registrazione, riuscì a pagare e a stampare quello che certamente era il suo lasciapassare per l'abbuffata sul traghetto.
    Arrivò quindi il giorno del banchetto e il ragazzo, dopo aver rispolverato lo yukata utilizzato l'anno prima, che riprendeva la sua solita ampia gamma di grigio-bianco, ed essersi organizzato ogni orario ripromettendosi di “rispettarli tutti”, si incamminò verso la stazione.
    Il treno come sempre arrivò in perfetto orario e Hideaki, una volta sedutosi, tirò un sospiro di sollievo nel notare che non era stato l'unico ad essersi vestito in quel modo, anche se era una scelta abbastanza logica vista la festività il dubbio di potersi essere ritrovato addosso lo sguardo di tutti gli aveva fatto dubitare di quella scelta.
    Nel giro di tre fermate si ritrovò nel mezzo della stazione di Tokyo, da dove si diresse presso la fermata dell'autobus che l'avrebbe portato a qualche passo dalla baia in cui era diretto e, come per il treno, anche questa volta andò tutto secondo i suoi piani, ne un minuto di più ne un minuto di meno.
    L'autobus era pieno di persone dirette come lui alla baia e abbastanza infastidito dal gruppetto vicino a lui che a quanto pareva al posto delle tonsille avevano un megafono, cosa per niente impossibile in quella società, decise di provare a distrarsi con qualsiasi cosa potesse occupargli la mente in quel tragitto.
    Frugando nella tasca dei pantaloni, che si era fatto mettere lui stesso, gli capitò in mano il biglietto e, siccome non aveva avuto l'occasione di farlo prima, iniziò a leggere le scritte riportateci sopra, con la speranza che bastassero a fargli passare quel viaggio in tranquillità.
    “Grazie per avere scelto il nostro servizio...buffet a bordo...5 battelli...OCCASIONE IRRIPETIBILE...porta questo buono presso la nostra sede a Tokyo per ricevere il tuo biglietto...” a quelle ultime parole il pensiero di Hideaki iniziò a rileggerle come in un loop nel mentre l'espressione del ragazzo sembrava pietrificata in una smorfia tra disagio e incredulità.
    “EH?!” urlò una volta capita la situazione, iniziando a divincolarsi e spingersi tra la gente fino ad arrivare al conducente dell'autobus, “Si fermi per favore, mi faccia scendere” urlò nuovamente, spostando tutti gli sguardi su di lui.
    Appena le porte del mezzo si aprirono il ragazzo ci si buttò fuori e, in preda al panico, iniziò a correre ripercorrendo la strada fatta prima, maledicendosi per non aver letto prima il foglietto.
    Il ristorante distava un ventina di minuti a piedi dalla fermata ma talmente tanta era la disperazione del ragazzo che ci mise quasi la metà del tempo, arrivando sfinito all'ingresso dove una signorina sorridente vestita in tema lo accolse, “Buonasera, è qui per ritirare il biglietto per il buffet al largo? Ha con se...” “Hideaki Kagegawa” disse affannando e lanciando il foglietto alla poverina nella quale, senza colpe, si stava riversando gran parte dell'odio di Hideaki.
    Ritirato, o meglio strappato di mano, il biglietto il ragazzo scappò verso dove era arrivato ancora prima che la ragazza lo potesse salutare, lasciandola interdetta.
    Tutti i piani del ragazzo erano andati in fumo, doveva ricalibrare tutti gli orari con minimo una mezz'ora di ritardo ma in quel momento erano altri i suoi pensieri, come il cercare di non inciampare su se stesso.
    Arrivò ad un fermata appena in tempo per tuffarsi tra le porte dell'autobus che stava per partire, cadendo al suolo sotto lo sguardo di tutti i presenti.
    Maledisse tutti i semafori rossi, tutte le vecchiette che attraversavano la strada, tutti i presenti nel mezzo che ancora lo fissavano e pure quelli presenti nell'autobus in cui si trovava prima, però perdonò la povera signorina a cui era toccato subire la sua ira promettendosi di tornare a chiederle scusa.
    Appena riuscì a scorgere la baia si piazzò davanti alle porte, spingendo tutti quelli che osavano prostrarsi davanti al suo cammino.
    Guizzò per la seconda volta in quella giornata fuori dall'autobus appena riuscì a passare, dando inizio al secondo round di corsa.
    “Sarà meglio che il buffet valga la pena, oppure vedranno la mia ira riversarsi contro di loro...tranne alla signorina...” pensò scartando tutti i presenti avvicinandosi sempre di più alla baita.
    Era lì, a qualche decina di metri, il battello ancorato, le persone che salivano, una persona dall'ampia falcata che lo superava e finalmente il molo.
    Aumentò il passo per quanto possibile e una volta arrivato a qualche metro dall'imbarcazione...la vide partire.
    “Stai scherzando spero!” urlò con la poca forza che gli rimaneva, cadendo in ginocchio pallido, per quanto fosse possibile, cercando di trattenere le imprecazioni contro il battello e chi c'era dentro.


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    Letterina mentale di Masao all'Universo
    Caro Universo,
    io lo so che mi odi. No, davvero, non serve fingere di negarlo, è okay. Nessun rancore. La mia vita è fatta di sfighe, e ormai mi sono abituato a subirle tutte senza mezza lamentazione.
    Però ecco, mi domandavo se fosse possibile avere almeno trenta secondi di pausa post-trauma, le prossime volte. Giusto per potersi appallottolare come un riccio e piagnucolare un po' tra una sfiga e l'altra.
    Mi potrebbe fare questo minuscolo favore? So che il mio compleanno è passato da un pezzo, ma non credo di chiedere poi troppo.
    E soprattutto, non credo le convenga davvero avere in giro per il suo stomaco un Masao in piena crisi di nervi.
    Si fidi.
    Non le conviene.

    Baci e abbracci.
    Firmato,
    Suzuki Masao



    Si voltò verso il ragazzino caduto sulle ginocchia accanto a lui. Un altro umano dotato di immensa sfiga, di un orologio interno totalmente rotto, o una combo delle due cose. Uno sbarbatello dai capelli grigi che non doveva avere più di vent'anni.
    Si alzò in piedi, tirando su col naso.

    Ragazzo.” Poggiò una mano sulla spalla dello sconosciuto, guardandolo dall'alto con assoluta, totale serietà.
    Adesso faremo una cosa che ti sarà sentire meglio.
    Si voltò in direzione della barca e iniziò a urlare.

    AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!

    Avete mai urlato in cima a una montagna per puro gusto di farlo? Ecco, era quel tipo di urlo — solo che Masao non era solo in mezzo al niente, ma su un pontile pieno di persone che ora lo stavano fissando con confusione e fastidio.
    Poco male. Strillò fino a vuotarsi i polmoni.

    Puoi anche dire le parolacce, se vuoi,” spiegò al ragazzo, ansimando per riprendere fiato. “Ma personalmente ritengo che le urla scimmiesche diano più soddisfazioni.
    La barca suonò nuovamente il corno — un rumore che gli colmò l'animo di puro, nerissimo fastidio.
    Quella barca voleva la guerra.
    Un respiro profondo prima del round due.

    AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!

    Perché lui non era che una creatura inutile e irresponsabile, in grado solo di rendersi ridicolo e sbagliare tutto.
    Ma forse poteva almeno usare questa sua non-dote per far sorridere un ragazzino.




    Masao Suzuki
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    HIDEAKI KAGEGAWA
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    Il sudore della corsa bagnò le guance al posto delle lacrime che a stento il ragazzo riusciva a trattenere.
    Lacrime di profonda e pura rabbia, rabbia verso quella barca, verso quel pontile, verso quelle persone ma soprattutto verso se stesso, che per colpa della sua sbadataggine si era perso il meritato premio.
    Pianto a cui avrebbe anche dato sfogo se non fosse stato per un'improvvisa e sconosciuta mano che gli si appoggiò alla spalla dalla quale direzione provenì un'altrettanta sconosciuta voce.
    Hideaki si voltò lentamente verso di essa cercando di nascondere l'agitazione, abbozzando un, probabilmente imbarazzante, sorriso alla figura.
    Vestito quasi alla stessa maniera, anche se più tradizionale del grigio, accanto a lui era comparso un uomo probabilmente sulla trentina o meno, dai corti capelli biondi con a sua volta un sorriso imbarazzante, o meglio dire beota, ma non quel beota detto in modo negativo, quel beota detto in modo simpatico.
    Il ragazzo, ancora a terra, fece un salto nel sentire l'improvviso urlo dell'uomo, alzandosi in piedi inquietato, mimando alle persone che si erano fermate a guardare l'insolita scena un “Non lo conosco” abbastanza scandito così che tutti potessero capirlo.
    “Ma sei impazzito? Ti sembrano cose da fare? Non ti vergogni” urlò il ragazzo all'uomo, o almeno fu quello che inizialmente volle fare se l'uomo non gli avesse parlato sopra, esponendo come quel gesto inusuale aiutasse a calmare l'animo, cosa di cui aveva assolutamente bisogno in quel momento.
    “Beh ormai tutti stanno guardando lui perciò chi vuoi che se ne accorga se gli vado dietro anch'io no?” pensò nel tentativo di auto convincersi, venendo preso alla sprovvista per la seconda volta dall'urlo del biondo che lo fece nuovamente sobbalzare.
    Non sapeva spiegare come l'uomo lo stesse portando a fare quella cosa, forse era stata la compostezza e la convinzione con il quale l'aveva proposta, ma ormai pensare non serviva più a niente.
    Ormai un solo suono usciva dalla sua bocca:


    “AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH”



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    “AAAAAAAAAAAAAAAAAAAH.”


    Okay, stava iniziando a non avere più fiato. La barca tanto ormai non era che una macchiolina bianca all'orizzonte, troppo distante per assorbire le loro maledizioni.
    Loro, perché il ragazzino capelligrigi aveva urlato con lui! Gioia e tripudio! Gli rivolse un sorrisone a trentadue denti, orgoglioso come un papà scimmia urlatrice che ha appena sentito suo figlio tirare il primo strillo.

    Ti senti meglio ora?

    In lontananza, la barca suonò il corno un'ultima volta prima di svanire tra le onde.
    Il suo stomaco brontolò di nuovo.
    Perlomeno i pochi passanti avevano smesso di guardarlo male.

    ...Beh, io ho esattamente 9,35¥ nel portafogli. Ti va di cercare insieme un posto in cui procurarci qualcosa di simile a una cena?

    Avanti, ragazzino a stento maggiorenne, segui questo adulto sconosciuto dall'aria assolutamente poco raccomandabile. Cosa mai ti potrà succedere di male? Probabilmente tante cose, ma almeno ti divertirai!

    Dove per "cena" intendo un ampio spettro di possibilità che va dal sushi sottocosto al mangiarsi un'intera vaschetta di gelato seduti sul molo. Davvero, a te la scelta. Voglio solo qualcosa che riempia il mio stomaco e il vuoto della mia esistenza.

    Il tutto senza ingigantire ulteriormente il cratere che era il suo conto in banca.
    Sia chiaro, in passato era riuscito ad arrabattare pasti con anche la metà di 9,35¥. Un simile budget era un lusso. La sua lista mentale di possibili soluzioni per ovviare alla vuotezza del suo stomaco al momento includeva opzioni come:
    • I sushiari per poveri, quelli da cui il pesce contiene probabilmente più mercurio che vita.

    • I noodles istantanei pimpati con condimenti aggiuntivi a caso.

    • Cose unte a caso ottenute dalle bancarelle sulla spiaggia.

    • I bento pranzo a metà prezzo che trovi nei kombini un'ora prima della chiusura.

    • I granchi morti trovati sul lungomare, che sono gratis.

    • Lottare contro i gabbiani per rubargli la spazzatura.

    • Mangiarsi i gabbiani, che tanto sono grassi. E GRATIS.

    • Il saké, perché se ti ubriachi bene ti puoi dimenticare di avere fame.

    Ma lui era un trash panda che avrebbe mangiato anche la plastica in un momento di difficoltà. Il ragazzino lì, invece, era ancora nell'età della crescita. Aveva bisogno di mangiare cibo decente. Che fosse lui, dunque, a proporre qualcosa di sensato.

    Ah! Sono Suzuki Masao, comunque, piacere di conoscerti.” Si presentò con un lieve inchino. “Sono felice di avere trovato un compagno di disavventure in questo momento di difficoltà.

    Chissà se anche lui aveva perso il bus.




    Masao Suzuki
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    Per non tenere i personaggi bloccati troppo a lungo è bene notare che una role aperta da più di tre mesi che resta senza risposta per un mese viene chiusa automaticamente dallo staff.

    Non risultano assenze segnalate dall'utente Nikazuto. L'utente in attesa (Whatnot) può ritirare +25 exp per questa attività.
    Se volete continuarla avete un mese di tempo per informarmi in privato.

    Passo e chiudo. :**:
     
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