Cement Garden

Tra un ora devo stare lì
disse’ con tono calmo e annoiato sul letto mentre stava guardando il display del cellulare. Erano circa le 21:02 e l’incontro era alle 22:00, perciò se voleva arrivare in orario doveva partire almeno 25 minuti prima.
In quel momento stava sentendo della musica con i suoi auricolari bluetooth mentre dal fondo della stanza vedeva Pyke attorcigliato su stesso vicino a quell’apparecchio che continuava ad emettere calore. Al serpente piaceva stare lì, era il punto più caldo dell’appartamento perciò la sera si sistemava comodamente e una volta chiuso gli occhi non si sarebbe mosso prima che quelle poche luci solari sarebbero rientrati dalla finestra ad illuminare la camera da letto, e una volta arrivato il giorno era libero di strisciare per tutta le stanze, come se cercasse nuovi posti da esplorare, e Zhen doveva stare costantemente attento a dove mettere i propri piedi, anche se ormai l’animale si era fatto abbastanza grande ed era difficile non vederlo.
Ti invidio..
disse con tono infastidito a Pyke. Il ragazzo dai capelli corvini doveva uscire, con il vento gelido che avrebbe continuato per tutto il tempo a soffiare verso di lui, mentre il serpente sarebbe rimasto al chiuso e al caldo, perciò lo invidiava. Ogni volta che doveva uscire per via del lavoro lo guardava con occhi storti e nella mente pensava a come vendicarsi, magari dandogli un topo in meno. Zhen era freddoloso e l’autunno e l’inverno erano le stagioni che odiava di più.
Riprese il cellulare e rilesse il messaggio ricevuto.
“incontro di sparring amichevole per prendere in esame un aumento di responsabilità…” dopo un breve sospiro
Ma che vorrebbe dire?
non stava capendo il motivo di quell’incontro improvviso, era un test? Volevano esaminarlo? Forse non si fidavano abbastanza di lui, e in un certo senso facevano bene, era un ragazzo al quanto problematico e non sapeva quanto tempo sarebbe rimasto nell’organizzazione, di certo non era entrato a far parte per vendere droga e poi, ridendo, pensava a quella stupida promozione, da recluta a caporecluta solo per non vendere droghe normali ma quelle stupidissime XSQ. Se ne sarebbe già andato se non fosse per quella missione che gli avevano dato nell’uccidere il Sagrestano, e per quanto lo riguardava lo aveva pure svolto sufficientemente bene, lo aveva completato con successo, per questo si stava chiedendo il motivo per cui non gli avevano affidato altre missioni del genere, in quel periodo per quanto instabile fosse con la testa, aveva troppa voglia di uccidere qualcuno, ma per il momento decise di attendere, forse questo sottospecie di test, se superato, gli avrebbe permesso di svolgere altri assassini, solo per questo motivo decise di andare, giusto per capire che scontro doveva effettuare.
Iniziò a prepararsi come se dovesse svolgere una normale missione. Indossò la sua cotta di maglia e sopra di essa una felpa nera, si attaccò la cintura intorno al bacino sistemandosi 4 pugnali dalla lama fina al fianco destro e 4 al sinistro, poi, dalla fascia che gli andava dalla spalla sinistra fino alla parte destra del bacino, mise due pugnali dalla lama più spessa e due dalla lama più fine. Nella parte posteriore della cintura sistemò la sua pistola con tutte le cariche a disposizione e accanto due smoke, mentre nella parte anteriore attaccò due pugnali più leggeri. Coprì tutto il suo equipaggiamento con una giacca nera e lunga. Le sue mani erano coperte da dei guanti neri in pelle, mentre il suo viso, oltre alla sua fascia nera che nascondeva mezza faccia, avrebbe indossato la maschera antigas. Per quanto ne’ sapeva nessuno nell’organizzazione conosceva la sua faccia, e doveva continuare ad essere così, l’unica cosa che dovevano sapere su di lui, per lo meno quelli dei piani bassi degli Aogiri, era il suo finto nome, Zack. Come programmato partì prima, e camminando con passo costante, con il cappuccio nero che gli copriva il resto della testa, continuò a resistere a quel fastidioso freddo. Era in orario, ed era arrivato al punto d’incontro, un magazzino abbandonato. Nel guardare quell’edificio si ricordò quando qualche anno prima aveva compiuto la sua prima missione con Kurumi, chissà dove diavolo era finita quella ragazzina problematica, forse era già morta. Fuori l’edificio erano presenti due individui, un maschio abbastanza robuto e una donna che lo stava guardando con occhi scurrili. Era divertente sapere che se avesse voluto avrebbe cambiato facilmente quel suo sguardo, da uno vanitoso a uno disperato, mentre in lacrime si sarebbe toccata la sua faccia piena di sangue e pezzi di metallo. Fecero segno di entrare, e una volta all’interno, attivando la sua abilità e percependo tutti i metalli intorno, il sadico mascherato avrebbe visto una stanza dove intorno erano presenti vari sacchi e scatoloni, mentre al centro, dove era presente un grande spazio vuoto, ci sarebbe stata una ragazza con il volto mezzo coperto e con in mano un libro.
Come doveva comportarsi ora? Sapevano del suo vero lato sadico? O per l’ennesima volta doveva iniziare con la sua recitazione. Anzi, per il momento decise di non dire nulla, in base alla conversazione avrebbe scelto sul momento.

Shiisa eh?
pensò mentre analizzava la ragazza dai capelli albini davanti. Non l’aveva mai vista prima ad ora e dal compito che le avevano affidato e dai due sottoposti che stavano fuori, doveva essere un suo superiore. Chissà cosa bisognava fare per aumentare di grado nell’organizzazione, anzi, non gli importava, fino a quando gli davano semplici compiti non si poteva lamentare, anche perché quelli presenti nel piano inferiore della gerarchia degli Aogiri erano quelli che rischiavano maggiormente la propria vita, proprio come piaceva a lui, rimanere fermo ad aspettare non era proprio nella sua natura. Il divertimento non era stare al sicuro nelle retrovie ma il sapore del sangue si trovava sul campo di battaglia dove i nemici stavano a pochi passi davanti a te e dove rischi costantemente la vita.
Guardando in alto poteva notare come l’edificio fosse abbastanza alto, 7 metri d’altezza forse, non male per un edificio vecchiotto, mentre le finestre erano particolarmente piccole anche se numerose, quella sera la luna era coperta completamente dalle nuvole quindi la luci notturna non avrebbe fatto comunque molto, a compensare la luminosità erano i due fari enormi presenti ai lati della stanza, erano abbastanza forti e se provavi a guardarli direttamente per più di un paio di secondi si poteva rimanere abbagliati dalla luce, ma il loro lavoro lo facevano abbastanza bene e l’ambiente si vedeva perfettamente, forse li avevano sistemati apposta per questo scontro. La sua attenzione ritornò sulla ragazza davanti, precisamente sulla sua mano. Appena entrato non lo aveva percepito siccome era immobile, ma appena si presentò, il suo arto aveva effettuato vari movimenti e fu in quel momento che se ne’ accorse, anche se sarebbe bastata un’attenta occhiata per accorgersene, con se’ aveva un tirapugni.

Io una persona affidabile? Certo come no ahahahah
Pensava che gli Aogiri ormai avevano capito di che pasta era fatto, ma a quanto pare si sbagliava, oppure volevano confermare la sua natura, in ogni caso non gli importava molto, si sarebbe comportato come aveva fatto sempre. Continuando ad ascoltare il suo superiore, capì una cosa, quella non era a conosceva del suo quirk. Aveva appena detto che dovevano usare il proprio quirk per rendere inoffensivo l’avversario, ma esattamente, come avrebbe dovuto fare lui? L’unico modo che conosceva per bloccare un altro era ucciderlo o ferirlo gravemente, e in quel caso non gli sembrava adatto nel rendere in fin di vita un suo superiore. Dopo un breve e silenzioso sospiro, con tono calmo
Si, tutto chiaro. Una domanda però ce l’avrei indicando con l'indice destro alle spalle verso la porta d’entrata
Potrei chiudere la porta d’ingresso? cambiando voce con un tono più simpatica
Ogni tanto mi arrivano dei piccoli colpi di vento e il mi danno un po' fastidio
Se la richiesta fosse stata acconsentita, con passo costante, mentre la sua superiore si stava riscaldando, si sarebbe diretto verso l’entrata per chiuderla.
Ritornando in quel piccolo e modesto campo da battaglia, a circa 6 metri da lei, mise la sua mano destra dentro la giacca
Prima di iniziare però voglia mostrarle una cosa
cacciò la sua pistola e puntandola verso il suo stesso avambraccio sinistro
Se dovessi utilizzare questa arma, non preoccuparti, non reca nessun danno, spara solo un liquido grigiastro
a quel punto avrebbe premuto il grilletto, e al suo braccio sinistro sarebbe comparso una poltiglia grigia che si sarebbe attaccata al vestito. A quel punto rimise l’arma sotto la giacca.
Perfetto ora sono pronto. Siccome non sono particolarmente forte, preferisco aspettare ad attaccare, perciò, puoi iniziare te con la prima mossa
In quel momento stava fissando la donna, con occhi cauti coperti dalla maschera antigas, Zhen avrebbe analizzato i movimenti della donna. Come avrebbe attaccato? Non conosceva il suo quirk, dal tirapugni probabilmente avrebbe pensato che attaccasse da vicino, ma non poteva escludere la possibilità che utilizzava quell’oggetto per compensare la una mancanza di forza negli attacchi corpo a corpo, perciò poteva avere un’unicità che le avrebbe permesso di attaccare a distanza. Anche se era solo un allenamento i danni ricevuti sarebbero stati reali, e poi aveva appena detto che non doveva andarci leggero con lei, quindi valeva a dire che reciprocamente lei non sarebbe andata piano con il sottoposto. In quel momento, Zhen stava attendendo un suo attacco.

Non fece in tempo di compiere il primo passo che un fischio rimbombò per tutta la stanza, e da davanti la porta apparì la guarda ben piazzata che stava in attesa appena fuori l’edificio, e fu quest’ultimo a chiudere l’entrata.
Oh, molto gentile
disse con tono calmo ed educato, mentre con la mano sinistra stava sistemando il guanto destro, come se si stesse preparando per il combattimento, ma invece era solo un piccolo antistress mentre pensava ad un modo per attaccare il superiore.
In questo momento mi è difficile utilizzare i coltelli, devo pensare ad altro, forse utilizzare semplicemente calci e pugni potrebbe essere una soluzione.
Attendendo la prima mossa di Shiisa, si mise in posa. Appena la vide afferrare lo schiena, già se lo immaginava
Oddio lo sapevo…
Quella sedia dove era seduta qualche minuto prima venne scagliata ad alta velocità verso il ragazzo dai capelli corvini. Quest’ultimo si immaginava che gli sarebbe arrivato in faccia rapidamente, ma non aveva idea di quanto sarebbe stato veloce. Forse se quell’oggetto fosse stato di dimensioni più piccole sarebbe riuscito a schivarlo, ma tenendo conto che era stato colto alla sprovvista, era inevitabile e non poteva fare altro che essere colpito. Fece giusto in tempo a rinforzare la sua cotta di maglia e proteggersi con i due avambracci posti davanti al corpo, e una volta che il metallo e il legno si scontrarono, fu la prima a vincere sull’altro, appena gli arrivò la sedia indietreggiò con il corpo, in modo da attutire l’impatto, anche se non c’era comunque bisogno, il legno si era spezzato nello scontro. Ma l’attacco della ragazza non era finito, infatti, appena lanciò la sedia contro il sottoposto si diresse verso di lui. Ma questa volta Zhen non si fece cogliere alla sprovvista, sarebbe stato scontato che avrebbe reagito così, anche perché l’oggetto era stato lanciato troppo rapidamente, e non Shiisa non avrebbe avuto il tempo di inseguirlo da dietro per compiere immediatamente un secondo attacco, era inevitabile che ci sarebbe stato un pò di tempo di stacco fra un colpo e l’altro. Una volta parato il primo attacco, non poteva contrattaccare immediatamente, aveva prima bisogno di un piano, così, scattando rapidamente verso il lato opposto da dove stava venendo l’avversaria, continuò ad indietreggiare rimanendo ad un paio di metri di distanza, e nascondendo per un attimo entrambe le braccia sotto la giacca, cacciò poi delle armi ponendole in avanti. Puntò la pistola che aveva mostrato prima dell’inizio dello scontro verso Shiisa, mentre con la mano sinistra teneva un pugnale dalla lama fina perpendicolare al braccio destro. Subito dopo si poterono sentire 4 spari, anche se non particolarmente forti, in fondo la pistola non era così tanto potente. Premendo velocemente quattro volte il grilletto, le pallottole sarebbero state sparate contro il corpo dell’avversaria, due erano state mirate al busto, uno alla gamba destra e uno, l’ultimo, in faccia. La distanza era poca, circa 2 metri, e forse per lei sarebbe stato difficile schivare i colpi, ma era pur sempre il suo superiore, e di certo non la poteva sottovalutare. Appena sparato, avrebbe posto il braccio sinistro in avanti mostrando la lama, ed era come se si preparasse ad un possibile attacco da parte di lei e mentre con la sinistra avrebbe cercato di rimettere a posto l’arma da fuoco.
Cercherò di non farti troppo male ahahahah
pensò con entusiasmo gustandosi il momento. Non era sicuro di voler utilizzare il coltello, però le armi da taglio erano le uniche armi che sapeva usare molto bene, e stringere con tutte e 5 le dita il manico in metallo gli dava un certo senso di sicurezza. Si era posto che non le avrebbe usate, ma in fondo aveva avvisato già da prima che sarebbe stato al quanto aggressivo, e fino a quando si fosse limitato a procurare solamente dei piccoli tagli per indebolire la ragazza, non avrebbe avuto problemi, anche perchè, un pugno da parte di questa sembrava più pericoloso di un misero taglietto.

Riuscì a colpire il bersaglio per ben due volte prendendola nella parte superiore del petto. Normalmente gli sarebbe bastato questo per vincere o almeno, portarsi in grande vantaggio in uno scontro. Creare una lama da una di quelle sostanze e trafiggere di netto le interiora lo avrebbe dato una posizione di dominio sull’altro, forse sarebbe riuscito anche a colpirle il cuore, ma in quel momento, purtroppo, non poteva farlo, quella non era un vero nemico e non era nemmeno un suo giocattolo, era in un test e doveva risultare idoneo se voleva che l’organizzazione lo contattasse ancora per altri assassini. Zhen aveva deciso di prendere per il momento le distanze, nel frattempo avrebbe pensato ad un modo per attaccare l’avversario. Si erano accordati di non farsi troppo male, o almeno, il sadico aveva campito una cosa del genere, forse aveva il permesso di utilizzare i coltelli, in fondo bastava solo non usarli nei punti più critici del corpo, tipo cercare di tagliarle la gola o di trafiggerle qualche organo, come insomma, avrebbe fatto solitamente. Cercando di rimanere a distanza continuò ad indietreggiare, ma in quel momento era perso nei suoi pensieri e non si rese conto di un particolare, prima o poi lo spazio a disposizione alle sue spalle sarebbe terminato. Con il tallone del piede sinistro toccò qualcosa di duro dietro di lui, e fu in quel momento che la mente ritornò allo scontro, cercò di spostarsi lateralmente ma la superiore fu più rapida di lui, gli bloccò il piede destro mentre con la mano, l’avrebbe spinto cadendo così all’indietro. Per evitare qualsiasi tipo di taglio, avrebbe lasciato la presa del coltello, facendolo cadere a circa un metro da lui. Qualche istante dopo si sarebbe ritrovato steso in una posizione scomoda su un mucchio di sacchi di sabbia. Anche se non la stava vedendo direttamente, se Shiisa avrebbe continuato con l’attacco, Zhen lo avrebbe percepito per via dei metalli che le aveva incollato addosso, e avrebbe cercato nuovamentedi schivare un possibile attacco. Qualora invece avesse deciso di rimanere a guardare mentre il suo sottoposto era caduto come broccolo, Zhen, dopo un profondo sospiro, si sarebbe rialzato lentamente e posizionandosi a sinistra dell’avversario a circa un metro di distanza.
Mi sono un attimo distratto, ora possiamo continuare…
Ancora una volta posto in posizione di difesa, prendendo da sotto la giacca un pugnale per mano, questa volta dalla lama più spessa e mettendo entrambe le braccia in avanti coprendo la faccia e una parte del busto, e le gambe leggermente piegate in modo da ammortizzare gli attacchi o effettuare uno scatto rapido, avrebbe aspettato il successivo attacco dell’avversario.

Sembrava essere in svantaggio in quello scontro, fino a quel momento era stato preso in pieno da una sedia e non aveva fatto altro che scappare, per non parlare della caduta fatta un istante prima. Il fatto che si stava comportando da codardo non era perché l’avversario era particolarmente bravo a combattere o perché aveva un quirk troppo forte, in fondo non era la prima volta che si scontrava con qualcuno che aveva la capacità di potenziare la forza fisica, ma quello che lo tratteneva era la situazione che si era creata intorno. Il fatto che quella ragazza lo dovesse esaminare lo aveva colto alla sprovvista, e non sapeva minimamente che cosa avrebbe dovuto fare. Come funzionava esattamente quel test? Doveva combattere seriamente o bastava semplicemente muoversi un po'? Doveva vincere o perdere? Non lo sapeva. Per lui se avesse vinto oppure perso lo scontro non gli sarebbe importato nulla, in fondo non stava mettendo in gioco la sua vita, ma se per perdere doveva umiliarsi così tanto un po' lo infastidiva, sicuramente prima o poi si sarebbe arreso: “sono sfinito”, “sei troppo forte” o qualche altra scusa plausibile e avrebbe smesso di combattere, però prima di terminare il combattimento, voleva mostrare un po' le sue capacità al superiore. Si era messo in posizione difensiva e stava aspettando solo l’attacco della ragazza dai capelli albini. Appena vide quel piede avvicinarsi velocemente su di lui, cercando di prendere il busto, avrebbe eseguito uno scatto di lato, di circa 1 metro. Quel movimento sarebbe stato rapido, ma preciso, infatti era riuscito a schivare tranquillamente l’attacco. Ora, era il momento di contrattaccare. Vedendo il suo avversario nuovamente allontanarsi, mantenendo i suoi movimenti veloci, si fiondò su di lei, mentre continuava tenere in avanti le sue lame. I pugnali sembravano più metallici del solito, forse era a causa di quei due fari che riflettevano con luce forte il ferro, mentre le punte di queste erano direzionate verso il nemico, come se avessero voglia di mettersi in gioco, di tagliare qualcosa, di far fuoriuscire quel liquido rosso e denso da qualche parte. Quanto era gratificante quella sensazione nel trafiggere qualcosa, anzi, qualcuno mentre il filo della lama si addentra nel corpo caldo tagliando in due le carni. Le sue braccia stavano fremendo, voleva infilare le lame dentro di lei, voleva sentire quel suono d’impatto, tra il metallo e la carne, ma per il momento, decise di trattenersi. Mostrando le armi in quel modo, forse, la ragazza avrebbe pensato che le avrebbe usate, fino a quel momento lei aveva attaccato principalmente usando i calci, probabilmente era per sfruttare la distanza che aveva con le gambe, ma ora era diverso, era il ragazzo corvino ad attaccare, e doveva stare attenta ai suoi movimenti. Il vantaggio di utilizzare dei pugnali invece di spade o altri armi grosse, era che poteva sfruttare la loro rapidità, per questo, nonostante era costretto ad avvicinarsi di molto al nemico, poteva effettuare molteplici attacchi rapidi e letali. Ma questa volta, decise diversamente, Zhen cercò di leggere i suoi movimenti, probabilmente lei in quel momento aveva lo sguardo fisso sulle sue mani, così, cercando di effettuare un attacco inaspettato, una volta raggiunto la giusta distanza, si sarebbe fermato di colpo, e ponendo il piede sinistro come perno, avrebbe effettuato un calcio mirando al fianco sinistro dell’avversario. Sarebbe stato più facile utilizzare i pugnali che aveva con se’, ma voleva dimostrare che non utilizzava solo le lame, ma riusciva ad attaccare il nemico anche in altri modi.

Zhen era intenzionato ad attaccare la ragazza dalla pelle pallida con una sottospecie di attacco a sorpresa, effettuando un calcio e non una semplice accoltellata come ci si potesse aspettare da uno che utilizza principalmente armi da taglio. Il sadico ormai sapeva come in grosso modo funzionava il quirk dell’avversario, infatti lei aveva la capacità di aumentare la propria forza fisica, per questo, in quel colpo di piede, cercare di utilizzare la proprio forza sarebbe stato pressoche’ inutile, per questo lo scopo principale era solo infastidirla con un rapido calcio dove, velocemente, si sarebbe poi posizionato per effettuare una eventuale schivata, inoltre aveva questa paura che lei cercasse di catturare la sua gamba diventando così una facile preda. Non appena la ragazza parò il suo attacco, con un rapido movimento, Zhen portò il piede al suo posto, ovvero accanto all’altro piede, ma quello che di certo non si sarebbe aspettato era la controffensiva di Shiisa. Non appena il sadico si riposizionò, la ragazza diede un potente pugno verso il pavimento, provocando una spaventosa onda d’urto che si sarebbe propagato intorno e che avrebbe colpito tutti i corpi nelle vicinanze, tra cui lo stesso sottoposto. Quest’ultimo, vedendo quel pugno rigido spaccare il pavimento, aveva già immaginato quali conseguenze avrebbe provocato quel semplice pugno, in fondo una cosa del genere li aveva visti su vari manga e anime, ma è difficile immaginarselo quando succede nella realtà, ma con tutti i quirk presenti nel mondo doveva aspettarsi che prima o poi qualcuno avrebbe imitato quelle mosse. Così con un salto, cercò di indietreggiare allontanandosi il più possibile dalla ragazza, ma di certo non era tanto veloce da poter superare la velocità dello spostamento d'aria, così, nonostante la sua parte superiore era protetta per via della cotta di maglia, non si poteva dire lo stesso da quella inferiore. I suoi pantaloni si strapparono leggermente e sentì un bruciore provenire dalla parte frontale della coscia sinistra e dallo stinco destro. Per via del movimento fatto con le gambe, quei punti erano quelli più esposti all’attacco e che infatti, subirono in pieno l’attacco.
In quel momento era a quasi 5 metri di distanza da Shiisa, e sentiva le gambe bruciare, forse quella sinistra più del destro, ma meno o male riusciva ancora a camminare, in fondo non era la prima volta che continuava a combattere dopo ferite del genere, anzi, ne aveva avute di ben peggiori, e quelle semplici danni non potevano di certo fermare lo scontro.
Zhen cominciò a ridere forte, come se quel bruciore lo stesse incitando a combattere meglio. Il superiore sembrava che stesse combattendo seriamente, o almeno, riusciva ad utilizzare il proprio quirk con più tranquillità, ma a differenza sua, il ragazzo dai capelli corvini non poteva. Lui utilizzava il suo quirk sono per l’intento di uccidere, e come detto, quello non era il caso, così, decise di cambiare metodo. Da sotto la camicia cacciò altre due lame.
Ora iniziamo a divertirci
prendendo velocemente la mira, scaglio quei due pugnali leggeri, ma non verso l’avversario, bensì contro le due illuminazioni che erano presenti in alto ai lati. Quella sera, priva di luce lunare, anzi, quella stanza priva di altra illuminazione, con le finestre piccole, in alto inadatte a rendere visibile quell’edificio e ben presto, i due non avrebbero visto altro che nero. L’oscurità avrebbe coperto i loro occhi rendendo ignota la posizione del proprio avversario, anzi, questo valeva solo per Shiisa, mentre, al contrario per Zhen, lui sapeva benissimo dove lei si trovava, grazie ai due proiettili che le aveva incollato era a conoscenza di ogni suo movimento. Al massimo lei poteva avere una qualche idea sulla direzione del ragazzo in base al suono che avrebbe provocato coi passi, ma di certo non poteva sapere la distanza precisa e quando avrebbe attaccato.
Ricaricando la sua pistola, altri 3 colpi sarebbero usciti dalla canna dell’arma. Sapeva che prima aveva colpito la parte superiore dell’avversario, così, mirando ai lati, e più sotto, avrebbe cercato di prendere: con i primi due colpi, mirando più o meno un metro sotto dei proiettili di mercurio, avrebbe cercato di prendere le rispettive due gambe del bersaglio, mentre con l’ultimo, mirando a circa 30-40 cm più a destra, avrebbe cercato di prendere la spalla destra. Questi proiettili non provocavano nessun danno, e sarebbe stato difficile che la ragazza si accorgesse di essere stata colpita.

Zhen aveva appena messo in atto il suo piano. Voleva attaccare la ragazza nell’oscurità e grazie alle pallottole che le aveva attaccato all’inizio dell’incontro poteva percepire dove questa si trovava in ogni momento. Ora poteva iniziare a fare quello che voleva, ormai era diventata la sua preda. Sapeva che lei aveva l’unicità di potenziare la propria forza, in più, qualche attimo prima l’aveva vista spaccare il pavimento facilmente e come era riuscita a colpire i corpi intorno grazie all’onda d’urto da esso provocato, perciò, appena la sentì spostarsi, il sadico mascherato si sarebbe messo ad una distanza sufficiente da non essere colpito se quella avesse avuto intenzione di ripetere il colpo. Per qualche strano motivo aveva il presentimento che con quel superiore provasse qualche altra tecnica da manga, per questo rimase in allerta e attento ad ogni suo movimento. A circa 5 metri da lei, prese la pistola e mirandola, sparò i 3 colpi. A quanto pare la sua deduzione era esatta. Shiisa colpì nuovamente il terreno, e anche se con l’onda d’urto non era riuscita a colpire il sottoposto, si era comunque parata dai proiettili appena sparati. Ma non era comunque una cosa per cui preoccuparsi, aveva ancora il vantaggio dell’ambiente, e poteva attaccare nell’oscurità con colpi rapidi e silenziosi. Zhen afferrò due dei suoi pugnali leggeri, e quando era ormai pronto a scagliarli contro la ragazza, sentì quest’ultima di fermare l’incontro.
Che?
pensò con aria un po' sorpresa mentre lentamente riposizionò il corpo in uno stato di riposo e non più di attacco.
A quanto pare aveva le informazioni sufficienti per capire la sua sanità mentale, o almeno aveva detto così. Non sapeva se fosse una cosa positiva o negativa, in fondo non aveva combattuto a lungo, forse non andava nemmeno a lei di svolgere questo test e se ne voleva andare il prima possibile.
Vabbe’, come preferisci.
rimise le armi nella giacca, e concentrandosi solamente sulla sua abilità, avrebbe recuperato il pugnale che gli era caduto qualche minuto prima.
Spero di aver superato il test, non vorrei mai deludere l’organizzazione. Sono un bravo sottoposto che obbedisce ai vostri ordini.
Avrebbe detto con tono calmo, gentile e anche un po' sarcastico. Non gli fregava nulla dell’organizzazione, fino a quando gli davano il compito di assassinare qualcuno, gli andava più che bene, ma appena si sarebbe stancato di loro non avrebbe esitato ad abbandonarli. Odiava farsi comandare, tutti quei ordini erano fastidiosi e voleva un po' di libertà, ma per il momento aveva deciso di stare al loro gioco.
Grazie alla sua abilità avrebbe sentito il ferro della maniglia da cui era entrato, o forse la ragazza avrebbe prodotto ancora una volta quel suo fischio per far aprire la porta facendo entrare così un po' di luce, o per lo meno, vedere dove si trovava l’uscita.
Una volta fuori, se la superiore si trovava ancora vicino a lui.
Non so se ci sarà una prossima volta, ma al nostro prossimo scontro, magari…. rivolendo lo sguardo verso la faccia della donna piena di piercing ti mostrerò il mio quirk, e fidati, a quel punto ci sarà da divertirsi.
guardò quella ragazza solo perché voleva avere la soddisfazione di far saltare la faccia di qualcuno e sicuramente insieme a Shiisa ci sarebbero stati quei due.
A quel punto, girandosi dall’altra parte, rimettendosi il cappuccio nero e resistendo ancora una volta al freddo, ritornò rapidamente a casa.