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Yoshito Amaterasu Narrato ☲ Parlato ☲ Pensato ☲ Parlato AltruiÈ tarda serata nel distretto di Asakusa e in una stanza nel retro del dōjō di quartiere, il giovane Yoshito Amaterasu preleva un libro dalla libreria della sua camera. La stanza era semplice con muri e pavimento di legno come da tradizione giapponese e, fatta eccezione per la libreria, il mobilio era scarno e formato solo da futon e da un piccolo tavolino basso al suo fianco.
Il ragazzo si sedette in ginocchio ai piedi di quello che doveva essere il suo scrittoio e, con la sola luce di una singola candela poggiata su esso ad illuminare la stanza, il ragazzo vi poggiò il libro e lo aprì. Era nuovo di zecca e le pagine al suo interno eran prive di contenuto; afferrò una piccola di inchiostro posizionato sulla sua sinistra e vi immerse la punta del pennello poggiato lì di fianco.
Gli occhi eran bassi su quelle pagine vuote, con la solitaria luce della candela che li rendeva ancor più intensi ed ardenti mentre un sorriso spezzava la serietà di quel volto. Afferrò con flemma il suo strumento di scrittura, aveva appena terminato gli allenamenti quotidiani e risentiva dell stanchezza fisica, ma la mente era ancora vispa e carica ed era determinato ad iniziare questa cosa.
Va bene, direi ch'è il momento di iniziare. Disse a sé stesso a bassa voce. Concentrato, ma sempre sorridente, posò la punta del pennello sulla prima pagina ed inizio a scrivere: Memorie di Yoshito Amaterasu. Fa un po' ridere pensare a cosa volesse scrivere, sapendo che in realtà non era più che un ragazzino.Memorie di Yoshito Amaterasu
天照良人の思い出
Asakusa, 10 Maggio 2006Il pennello si fermò ed il giovane sospirò soddisfatto. Va bene, direi che per oggi può bastare.
Attese qualche minuto che l'inchiostro si asciugasse ed approfittò del momento per alzarsi e stiracchiarsi. Inclinò la schiena indietro gemendo per i muscoli contratti, sedersi chino ed in ginocchio non era un'esperienza piacevole ma non lo avrebbe ammesso nemmeno a sé stesso.
Yosh! Direi che è tempo di coricarmi.
Prese il libro, il suo "manoscritto", e lo ripose nella libreria. Era stanco ma pago del suo operato, si distese nel suo futon con movimenti così lenti che sorprese se stesso; si sdraiò e, senza che se ne accorgesse, gli occhi si chiusero e si addormentò.. -
.CITAZIONEBeh, siamo all'inizio-inizio quindi non c'è ancora molto da dire. Attendo il seguito, suppongo
Yoshito: 25 exp
Chiudo~.