Come to me, this is not the end of the world. Can't you see the sails unfurled?

Single Quest || Joshua

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    Tales of loss, and fire, and faith

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    Joshua Morgan Grant
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    Era difficile tornare alla normalità dopo essere stato segnato, cambiato e traumatizzato in quel modo. Anche dopo settimane o mesi (chi li conta più i giorni), continuava a sognare gli eventi di quella notte di novembre nel quale il suo bozzolo si era schiuso. A che costo, però? Le farfalle, la paura, l'ansia che aveva quel giorno l'avrebbe seguito per sempre, fino alla fine dei suoi giorni ed onestamente ora non sapeva cosa fare. Era impaurito, preoccupato ma anche gasato ed incuriosito per cosa lo aspettava il futuro, ancora di più leggendo le notizie che man mano sono uscite dipingendo una realtà ben più orrenda di quello che si aspettava. Si era definito un supereroe, il protettore di Tokyo ma non aveva salvato nemmeno Roppongi, o per essere precisi Roppongi Hills e la maggior parte della regione, lasciando giusto i dintorni intatti. Una vittoria amara, che Joshua aveva preso come segno di debolezza, di quanto doveva migliorare ma soprattutto un ricordo indelebile che lui aveva ancora un conto in sospeso con loro e con chiunque avrebbe cercato di danneggiare quella città.
    Però era difficile agire, soprattutto se uno era come lui e non sapeva neanche da dove iniziare. Nei notiziari si sentivano costantemente nomi di eroi o non, però cosa poteva fare uno sfigato come lui per agire in modo simili? Voleva farlo? Era una domanda difficile su cui ci doveva pensare sopra, ma per il momento sapeva che poteva fare qualcos'altro per dare manforte alla città, qualcosa che in pochi potevano e volevano fare. Una cosa alla volta, però.
    « F**k me, » commentò un Joshua stanco, steso sul suo letto nel suo piccolo appartamento che grazie al cielo era ancora intatto. Non era un posto bello, erano venti metri quadrati e già a malapena ci stava lui però costava poco ed era lontano dalla zona di lusso e sfarzo, dunque se ne poteva stare un po' in santa pace - per quanta pace uno poteva trovare in quel periodo, insomma. Doveva fare mille cose, fra cui lavorare ma in quel clima era difficile tornare alla normalità, però non poteva vivere solo dal supporto delle autorità dunque non aveva molta scelta. Niente di concreto, ma qualcosa online era capace di fare tipo tutoraggio per picchiaduro, donare la sua voce per vari tornei online e così via - piccolezze che però aiutavano. Inoltre doveva ancora guadagnare abbastanza soldi per comprare quel progetto che si era organizzato con "Nemo-kun"-san ma quello era l'ultimo dei suoi problemi in quel periodo. Un peccato, un'arma del genere sarebbe tornata utile contro Yves e l'altro ed in generale, però come magra consolazione nel poco tempo libero che aveva ha provato a migliorare il suo quirk. Non tantissimo e spesso di nascosto, ma era pur sempre qualcosa. Era ancora debole e la forza non gli serviva per se stesso, bensì per far si che eventi come quelli non si ripetano più; si sentiva ancora in colpa per non esser riuscito a far di più, quella sera.
    Non sapeva quanto il biondo fosse innocente, anche dopo aver letto e visto le notizie che lo riguardavano era rimasto scettico però sentire che i media davano tutta la colpa a suo padre (una famiglia di terroristi, eh?) l'aveva lasciato ancora più confuso. Yves non gli è sembrato vittima o obbligato, però era anche vero che era un ottimo attore e che non era impossibile che stesse celando gli 'abusi' da parte di suo padre. Un ex ispettore di polizia che aveva partecipato ad un tale scempio era terrificante, e lo faceva arrabbiare, però il fatto che aveva parato il culo a suo figlio era la cosa che lo confondeva veramente. Chi era veramente Hanzo ed era davvero un uomo così carismatico e subdolo? Aveva speso giorni a pensarci sopra, riflettendoci sopra ma alla fine si era dovuto arrendere anche perché non sapeva come contattare Yves, non che la polizia gli avrebbe permesso di contattarlo ad ogni riguardo. Voleva parlare con lui e trovare una risposta, voleva fidarsi di lui e sentire cosa lui aveva davvero da dire su tutta quella storia, non perché lo voleva perdonare, non per amicizia o per riportarlo alla giustizia ma per soddisfare la sua personale curiosità. Tokyo era un grande bersaglio, quello non sarebbe stato l'ultimo attacco alla capitale ed ora che era rotta e mutilata, era una preda ancora più facile.
    Dunque aveva deciso di fare quello che faceva sempre quando si sentiva uno schifo e non sapeva cosa fare: fiondarsi nei picchia-duro. In quei mesi di lockdown alternava nel suo tempo libero perlopiù rare sessioni di pratica con il suo quirk a lunghe sessioni al PC, riempendo il suo appartamento con il meccanico e continuo rumore di pulsanti e levette analogiche. Aveva promesso ad Aragaki-san che sarebbe diventano una persona migliore e prima pensava che quello voleva dire trovare un lavoro, imparare come lavorare e così via ma in quel lasso di tempo aveva capito che la realtà era ben diversa. Diventare un vero uomo voleva dire fare altro, non solo migliorarsi ma cambiare nel profondo del proprio cuore. C'è chi andava in palestra, chi leggeva ma non lui. In quel momento faceva ciò che l'aveva accompagnato per quasi vent'anni di vita, una passione così intima e speciale che a quel punto era una parte cruciale del suo essere. Non era una questione di vincere dei round con il proprio personaggio preferito, ma qualcosa di terapeutico, chiudersi in un mondo che conosceva, dove sapeva che lui era uno dei più forti e dove era capace di abbattere anche i titani.
    Tutto ciò che, un giorno, voleva fare nella vita vera.

    Qualcosa che, fra l'altro, suo padre sarebbe felice di sentire, il che ci porta ad un altro tasto dolente di questo lasso di tempo che Joshua ha speso chiuso nel suo appartamento. Ci sono vari motivi per cui non era impazzito in quel periodo: amici (soprattutto Sakiko), dei piani che stava organizzando non appena avrebbero tolto il lockdown ma più di tutti il fattore che aveva mantenuto la sua salute mentale erano i suoi genitori. Voleva visitarli perché erano preoccupatissimi per lui, però date le circostanze il meglio che poteva fare era delle videochiamate dove spendeva un lungo tempo a rassicurarli, chiacchierare ed avere delle discussioni serie con suo padre.
    Non l'aveva detto a sua madre, per ovvi motivi, ma a suo padre aveva detto tutto di quella sera. Sapeva che di lui si poteva fidare, che nonostante il suo lavoro criminale era un uomo onesto, leale e che sarebbe morto per lui. Gli sembrava la persona migliore con cui sfogarsi, lasciarsi andare e che non l'avrebbe giudicato quando delle grosse lacrime amare sarebbero scese sul suo volto. La prima volta che aveva parlato con lui, quando si era completamente aperto a lui non poté fare a meno di piangere tantissimo, lasciandosi andare nel mentre il suo corpo tremolante ed impaurito sembrava quello di un bambino spaventato. Non piangeva spesso, non perché fosse uno che non piangeva ma aveva la brutte abitudine di sopprimere quelle emozioni, di fare quello maturo e non quello che aveva bisogno d'aiuto. Anche con Saki spesso succedeva che lui si sentiva come il fratello maggiore, non perché lo fosse davvero ma perché si sentiva così e basta. Quando aprì il suo cuore a suo padre si aspettava... non sapeva cosa, non aveva la ben che minima idea cosa avrebbe detto ma rimase sorpreso quando udì quelle parole, così soffici ed oneste che lui in un primo momento fu sotto shock.
    "Sei diventato più uomo, lo sai?"
    Inutile dire che dopo quella frase, Joshua sapeva che non aveva niente da temere e col tempo grazie a suo padre trovò una nuova fonte di sicurezza e motivazione. Era stato poco onesto con sé stesso e con il proprio cuore, quella serata di novembre doveva essere un'eccezzione, un esperimento che sarebbe dovuto fallire eppure l'esito è stato l'esatto opposto. Una nuova strada si era spianata di fronte a lui e con essa una chance di diventare qualcuno, quello che ha sempre voluto diventare. Silver Face non era solo un nome del ca**o con cui andava in giro per fare vigilantismo, era uno strumento per diventare qualcosa di più, di ultimare la metamorfosi che era iniziata quella notte di novembre. Di ultimare la promessa che aveva fatto ad Aragaki-san oramai quello che sembrava essere tanto tempo fà, una cosa forse detta senza peso ma che di nascosto era diventata il suo obbiettivo principale da seguire.

    Dunque, con questa nuova cauta grinta in sé aveva deciso di fare qualcosa dopo un lampo di genio. La risposta per contattare il biondino problematico era semplice, mandargli un messaggio come solo lui poteva fare. Un messaggio fra due persone tanto diverse quanto simili, per fargli sapere che non era da solo ed è forse stata una delle cose più difficili che aveva mai fatto. Ha dovuto spendere settimane per imparare e migliorarsi, in molti l'avrebbero definita come una perdita di tempo ma non lui. Il gioco in sé non importava, uno valeva l'altro. Era solamente un mezzo per mandare quel messaggio di speranza e di dirgli che loro due non avevano finito.
    Tante notte insonni per ciò che lui definiva il suo secondo compito da supereroe. Aveva faticato moltissimo ed aveva ottenuto un nuovo livello di rispetto per le doti di quel ragazzo ma finalmente ci era riuscito. L'insegna che citava "NEW RECORD" assecondata dal nuovo valore raggiunto era visibile sullo schermo del suo pc. Oltre all'incredulità aveva anche la gioia alle stelle, ma invece di segnarsi come Tored decise, invece, di optare per qualcosa di diverso.
    Ora che aveva finito poteva passare a quell'altro progetto, ma voleva prima di tutto buttare quell'esca e vedere se la sua 'preda' avrebbe abboccato. C'era molto da fare, lui stesso non si era completamente ripreso mentalmente (gli episodi dove stava male erano frequenti), però pian piano si era dato una mossa e si era tuffato in quel enorme oceano che lo aspettava. La meta era infinitamente lunga ma ora non aveva più paura, aveva una strada da seguire e man mano pure lui sarebbe entrato nell'albo dei grandi non solo di Tokyo, ma del mondo intero.

    "FIGHT ON" - SILVER FACE

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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    Molto carina, sto avendo feels.

    Joshua: +25 EXP ;

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1 replies since 20/1/2021, 13:19   82 views
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