The Secret for a Delicious Hero is in the Sauce

Per un breve istante si formò una certa aria di tensione lì in quell’anonima stradina. Gli sguardi di Yumeru e Nakajima fissi l’uno sull’altro come quelli di due pistoleri che si affrontano sulla strada polverosa di un film western. Per un breve secondo sembrò che la città si fosse ammutolita quasi come se stesse trattenendo il respiro nell’anticipazione che uno dei due estraesse per primo.

Ma le aspettative di questo improbabile scenario immaginario si ruppero in una maniera che si potrebbe considerare pacificamente anti-climatica. Nessun grosso orologio scoccò per dare il via al duello, e non fece l’apparizione neanche una timida palla di fieno trasportata dal vento.
Nakajima semplicemente disinnescò la situazione, apparentemente scivolata in un terreno spinoso, con placida naturalezza come se il tono vagamente più maldisposto di Yumeru non l’avesse minimamente in alcun modo sfiorata. Tutto sommato in maniera prevedibile – Nakajima sembra tutto tranne qualcuno che si scomponesse per cosi poco.

Basandosi sulla ancora piuttosto vaga idea che Yumeru si era fatto della sua personalità non avrebbe neanche potuto escludere che avesse messo in conto la sua reazione fin dall’inizio. L’idea un po’ l’irritava – non gli piaceva l’idea che qualcuno riuscisse in qualche modo a manipolarlo.
Ciò nonostante Nakajima sembrò voler porgere il rametto di pace per quietare la situazione prima che potesse inasprirsi più del dovuto. La ragazza offrì le sue scuse per aver offeso il giovane corvino esprimendo i suoi dubbi e le sue preoccupazioni “infondate” ad alta voce.


Yumeru ebbe la concreta sensazione che le scuse non fossero particolarmente genuine. Ma non era sua intenzione tenere il broncio o considerarsi offeso. Fu comunque sorpreso quando Nakajima volle accompagnare le sue scuse offrendogli un omaggio – forse come segno della sua buona fede.
Il giovane aspirante eroe osservò con perplessità l’imponente guardia del corpo Benkei recuperare un borsone dall’auto e tirarne fuori due voucher consegnandoli a Nakajima che a sua volta lì porse a lui. Yumeru fu preso un po’ alla sprovvista dal gesto e indugiò giusto un secondo prima di accettare. Prima di rispondere osservò i due voucher rigirandoli fra le dita: come spiegato dalla stessa Nakajima sembrava si trattassero di due voucher per una notte al lussuoso hotel Ito che giusto poco prima la compagna si era “vantata” di possedere.

Il ragazzo si mostrò combattuto sull’accettare o meno l’ovviamente costoso regalo. Malgrado le parole di rassicurazione che Nakajima gli rivolse con l’intento di incoraggiarlo ad accettare. Yumeru ponderò la questione per un paio di secondi e infine sospirò facendo un alzata di spalle «Va bene, Nakajima-san… ci farò un pensiero…» – disse sventolando con leggerezza i due voucher – «…ma non faccio promesse.» – aggiunse infine con sincerità.
Il ragazzo lanciò un occhiata al cielo ormai buio e sfoggiando la sua originaria espressione gioviale continuò «Ad ogni modo direi che ora di salutarci. Grazie per l’invito, Nakajima. Sicuramente è stata una serata… interessante.” – dichiarò non trovando un termine più appropriato – «…magari la prossima volta offro io.» – suggerì con un espressione scherzosamente sfacciata, nella ipotetica possibilità che quel tipo di incontro potesse ripetersi. Il ragazzo preventivamente fece un cenno di rifiuto prevedendo che Nakajima avrebbe probabilmente provato ad offrirgli un passaggio a casa «…e non disturbarti a darmi un passaggio, preferisco farmi una passeggiata.»
Detto ciò il ragazzo rivolse un disinvolto cenno di saluto a Nakajima e alle sue guardie e si congedò «Buona serata, Nakajima-san…» – facendo un pigro saluto con la mano mentre si girava e dava loro le spalle avviandosi per la strada del ritorno.



Girando l’angolo e trovandosi cosi fuori visuale l’espressione del ragazzo si fece cupa e meditabonda – la sua mente inevitabilmente era tornata a contemplare la questione appena discussa.
Se quello che reputo essere uno dei migliori futuri eroi fosse incline a chiudere un occhio verso certi elementi della criminalità, avrei difficoltà ad aver fiducia nel resto delle truppe, senpai.

Le parole della compagna echeggiarono fastidiosamente nella sua testa. Non perché si ritenesse offeso, ma perché tutto sommato condivideva quella linea di pensiero. Gli Eroi erano un icona che rappresentava l’ordine e la giustizia. Nel momento in cui anche solo uno di loro veniva meno al suo dovere l’immagine dell’intera categoria ne risentiva e andava ad intaccare la fiducia che i cittadini riponevano in loro.
Yumeru però allo stesso tempo non era sicuro di poter riconoscere il suo gesto di “clemenza” nei confronti del Vigilante che aveva lasciato andare come un errore. Non era una questione a cui riusciva dare una soluzione nitida e netta come avrebbe voluto.
Era suo credo personale di agire sempre e comunque per fare e proteggere ciò che riteneva giusto.
Ma adesso poteva percepire una certa sfumatura di dualismo nella sua visione di Giustizia e non era sicuro di come conciliare la cosa con il suo credo.


Esasperato da questi pensieri il ragazzo sospirò fermandosi su indicazione di un semaforo rosso ad un passaggio pedonale. Il suo sguardo vagò istintivamente a scrutare la skyline notturna di Tokyo e il giovane si chiese se fra quei palazzi fosse visibile la sagoma dell’hotel Ito menzionato da Nakajima. Il ragazzo andò a recuperare i biglietti dalla tasca e li esaminò nuovamente con espressione incerta.

Non era sicuro perché ma quel regalo gli trasmetteva un certo disagio – e per quanto avesse accettato il gesto di generosità di Nakajima dentro di se era già consapevole che non ne avrebbe mai fatto uso. L’idea di spendere i suoi preziosi momenti di intimità con Fuyuko nella camera di quell’hotel, per quanto lussuosa, gli appariva poco allettante – quasi come se si aspettasse che Nakajima avesse intenzione di spiarli attraverso qualche doppio vetro per studiarli.
D’altro canto sarebbe stato uno spreco irrispettoso buttarli via dopo averli accettati – cosi il ragazzo avrebbe finito probabilmente per regalarli a qualche amico o conoscente.

Il semaforo diventò di nuovo verde e Yumeru, sentendosi mentalmente più stanco di quanto avesse pronosticato dopo quella cena, proseguì silenziosamente verso la strada di casa, ben lieto che il giorno seguente lo aspettava un incontro con Fuyuko che sicuramente sarebbe stato ben più lieto della serata appena passata…