Sunset over sunflowers

Free Role tra Fuyuko e Yumeru - Ospedale St. Luke

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    Yumeru si sentiva ancora scombussolato e leggermente spaesato. Sia la discussione che la riappacificazione con Fuyuko erano state piuttosto intense e il ragazzo si sentiva piuttosto stanco e allo stesso tempo su di giri come un insonne cronico in overdose da caffeina.
    Aveva scaricato buona parte della tensione nel breve ma appassionato bacio con la ragazza – gli scambi fisici in fondo per lui erano sempre stati una sorta di parafulmine per il suo nervosismo.

    Adesso si sentiva relativamente sereno… ma non del tutto. Una parte di lui era ancora agitata e in allerta come se temesse che la ragazza potesse cambiare nuovamente idea in maniera e improvvisa e si dovesse trovare di nuovo in quella spiacevole discussione. Era consapevole che fosse un timore irrazionale ma lo spavento che aveva provato di fronte alla possibilità di perdere la ragazza aleggiava ancora nella mente del ragazzo e non si sarebbe dileguato troppo presto.

    Forse preoccupata che il giovane potesse lasciarsi trascinare troppo dalla foga passionale Fuyuko avvertì cautamente il ragazzo della possibilità che i suoi genitori potessero coglierli in fragrante – un eventualità che decisamente ne lei ne Yumeru volevano rischiare.
    Yumeru sorrise con fare comprensivo “Si… immagino che farmi trovare a corrompere la loro adorabile figlia non sia il miglior modo per fare una buona impressione su di loro…” – scherzò un po’ il ragazzo ritraendosi indietro, cosi da lasciare una distanza più appropriata fra di loro, finendo ad doversi accontentare del semplice contatto delle loro mani intrecciate.
    Fuyuko cercò di prendere l’iniziativa per cercare di lasciarsi come se nulla fosse quella vicenda alle spalle, quanto meno le parti più spiacevoli. Seppur per un certo verso non era più possibile tornare alle cose come erano prima – adesso che si erano scambiati le fatidiche parole tutto sarebbe stato un po’ diverso. Presumibilmente diverso in maniera migliore voleva sperare Yumeru.

    “Sono la peggior fidanzata che tu potessi scegliere!”



    Il ragazzo sbuffò con fare divertito a questa affermazione – un affermazione totalmente ridicola ovviamente – e seguì a fingere di prendere la cosa “Yes, yes, sei la peggiore fidanzata…” – sentenziò con una finta espressione di disappunto – “…ma si da il caso che io sia il peggior fidanzato che tu potessi scegliere.” – aggiunse con un sorrisetto complice – “Quindi non ci resta che rimanere felicemente insieme come la peggior coppia di sempre.” – dichiarò infine con convinzione.

    (…) Yumeru si soffermò momentaneamente a contemplare la breve raffica di richieste e domande con cui, forse troppo intenta a riempire il silenzio e ritrovare la “normalità”, lo aveva bombardato.

    Il ragazzo esitò per qualche istante e poi infine rispose “Ti offrirei volentieri una cioccolata… ma sai, per quanto la cioccolata di questi distributori automatici è sicuramente deliziosa, conosco un posto fuori da qui dove posso offrirtene una migliore…” - suggerì in maniera vaga per poi continuare con una visibile nota di imbarazzo e nervosismo – “…ecco, sai… io vorrei che tu venissi a casa con me, Fuyuko.”
    Il ragazzo le strinse un po’ più forte la mano “…e non intendo venire a visitare casa mia…” - senti di voler aggiungere perché la ragazza non pensasse che lui le stesse facendo una proposta mossa da intenti legati alla libido passionale.

    Si volse a guardarla in viso con uno sguardo determinato e allo stesso tempo spaventato – “…io vorrei che tu venissi a convivere con me in maniera permanente.”

    Questa non era un idea che Yumeru aveva improvvisato sul momento. Si trattava di qualcosa che aveva contemplato di proporle ormai da diverse settimane. Percependo i suoi sentimenti per lei diventare più intensi e profondi, allo stesso tempo il ragazzo percepiva anche un desiderio più intenso di poter passare più tempo con lei. Ma non voleva che Fuyuko si sottraesse ai suoi impegni nei confronti della sua famiglia e della sua carriera da eroina per poter dedicare più tempo a lui.

    Cosi… nella sua mente la soluzione più semplice era quella di convivere con lei nello stesso appartamento.





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    Malvolentieri si staccò dal ragazzo, rendendosi conto che non era né il luogo e né il momento adatto per abbandonarsi a quella forte attrazione che li aveva uniti fin dal principio. Oltre ai genitori, che potevano sbucare da un momento all’altro nella Hall, Ryu-kun riversava ancora in quello stato da mesi. Trovava conforto in Shinso, un complice a cui confidare le sue paure e spesso un parafulmine su cui scaricare la propria frustrazione. Nonostante Yu-kun aveva portato un raggio di sole al St. Luke Hospital non poteva di certo ignorare la situazione che stava vivendo. Anzi quasi si sentiva in colpa di provare sollievo quando era tra le braccia del ragazzo, ed invece l’unica consolazione per i genitori restava ferma ed immobile in quel letto. Non migliorava e non peggiorava. Parole che si era sentita ripetere per intere settimane e di cui era ormai stufa. Restare in quel limbo, era ancor più deleterio o frustrante dell’arrivo di una possibile cattiva notizia. Anche volendolo, non sarebbe riuscita ad andare oltre a quei baci. Però quella vicinanza era diventata di vitale importanza per lei. Si sentiva davvero una stupida nel ripensare che poco prima aveva provato a rovinare tutto, allontanarlo solo per un egoistico pensiero.

    Forse era vero. Erano davvero la peggior coppia che tutta Tokyo avesse mai conosciuto. Occhi esterni potevano ammirare quanto fossero ben assortiti e invidiare i loro sorrisi quando stavano insieme. Eppure dietro a quei sorrisi e quel benessere, che l’uno provocava all’altro, c’era una serie di compromessi ed onorevoli promesse. Come in ogni coppia c’erano momenti di difficoltà ed in quelle settimane avevano davvero toccato il fondo. Ma ciò che lasciavano ben sperare alla Tanaka, e che nonostante tutto riuscivano a trovare sempre un modo per superare le difficoltà. C’era verità tra loro, e questo era ciò che la spingeva a stringere con quanta più forza possibile la mano del ragazzo.

    - Andiamo allora! Avviso mia madre che rientrerò più tardi per cena. - Convinta che Yu-kun la stesse invitando a prendere una cioccolata calda a casa sua. Non era la prima volta che varcava la porta di Casa Shinso, anche se l’aveva trovata sempre un po' vuota. Nessuna madre pronta ad accoglierla con un sorriso. Oppure padre di ritorno a casa dopo una faticosa giornata lavorativa. Lì avevano ben più privacy e tranquillità di quanto sperava. Invitare Shinso durante le festività annuali era diventato un piacere per lei ed i Tanaka. Desiderava che anche Yu-kun respirasse aria di famiglia e convivialità, che forse non aveva mai respirato per la prematura morte dei genitori. Il tutore legale del ragazzo non era mai stato morbido con lui, quindi si sentiva quasi in dovere di costruire un nido sicuro intorno al ragazzo.

    - Uh? - Rimase interdetta, bloccandosi sul posto, quando il ragazzo precisò che non voleva portarla a casa sua per riscaldarla con una ciotola di cioccolata e qualche coccola. Le iridi cristalline si soffermarono stupite sul viso di Yu-kun, quando alle sue orecchie arrivò la proposta. Stava davvero parlando di convivenza? Un passo davvero importante e sembrava uno strano scherzo del destino quando a proporlo era proprio Yumeru Shinso. Qualche anno fa questa idea non sarebbe stata minimamente contemplata dal ragazzo. Un “Don Giovanni”, senza una meta fissa non poteva di certo cercare stabilità e sicurezza in qualcuno. Si era sempre reputata la più matura e coscienziosa della coppia. Yu-kun, con un percorso di studi ancora in corso ed una carriera da avviare, desiderava fare un passo così importante. - Come? - Pensava di aver frainteso, permesso ai suoi sentimenti di prendere possesso anche degli altri sensi. L’ennesima conferma che i sentimenti di Shinso verso di lei erano sempre stati così forti ed autentici. Alcuni detti giapponesi ammonivano l’uomo innamorato, schiavo del proprio amore tanto da cambiarlo. Non credeva che Yumeru fosse cambiato, ma semplicemente stesse mostrando la parte migliore di sé.

    Sorrise. Una proposta assurda in un momento così complicato. Una follia, che solo l’amore poteva suggerire. “Si!” L’istinto. Il fuoco che bruciava dentro. Una decisione incosciente, ma che le provocava una gioia che rischiava di consumarla. Non riusciva a non sorridere, ammonendosi subito dopo per la parte razionale che provava a soffocare l’entusiasmo. Per il sentimento che provava non avrebbe esitato a fare i bagagli e trasferirsi anche in un mini-appartamento del centro. - Siamo così piccoli e la mia famiglia ha bisogno di me, lo sai bene. - Gli strinse le mani. Non era un rifiuto il suo. Le circostanze erano sfavorevoli in quel momento. - E lo sai come la mia famiglia la pensa a riguardo. - O forse poteva immaginarlo. Lei proveniva da una famiglia tradizionalista, che aveva già avuto qualche riserva nei confronti di Yu-kun per la pelle tatuata. La madre non avrebbe mai permesso alla figlia di allontanarsi in quel momento. E convincerla ad una convivenza prima del matrimonio sarebbe stato difficile. Insomma c’era bisogno di un miracolo, lo stesso che serviva a Ryu-kun per rialzarsi da quel letto d’ospedale. - Significa tanto per me. - Ovviamente si riferiva al gesto di Shinso. - Però possiamo discutere davanti ad una tazza di cioccolata di come arredare il nostro futuro appartamento… no? - Progettare era diverso dal sognare. Significava che c’era la volontà di un giorno di fare quel passo. Anche perché alcuni sogni, non tutti, restavano nel cassetto. E con Yu-kun non voleva sognare, ma costruire.

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    Yumeru sapeva già la risposta. Dentro di se sapeva già come la ragazza avrebbe replicato nel momento in cui aveva proferito quelle parole. Il suo era stato un gesto impulsivo, istintivo, influenzato dalla situazione. In quel momento di scambio a cuore aperto Yumeru non si era riuscito a trattenere dal rivelare alla ragazza i suoi desideri.

    Desideri senza alcun dubbio impudenti e sfacciati – ma Yumeru era convinto che quello che provava non fosse qualcosa che poteva concretizzare con timidezza e parsimonia. Era un sentimento vorace e ingordo – insaziabile. Accontentarsi era un concetto sgradito, come se si trovasse di fronte ad un grandioso buffet e qualcuno volesse convincerlo ad a sentirsi sazio con una sola mentina.

    E se c’era una cosa che aveva imparato da quello spiacevole episodio che aveva condiviso con Fuyuko era che indugiare e nascondere quello che provava adesso sarebbe stato solo una fonte di rimorso se avesse finito poi per perderla.
    Il ragazzo rammentò la conversazione con Nakajima il giorno prima – conversazione che in retrospettiva gli aveva causato più problemi di quanto avrebbe mai immaginato. Rammentò come la kohai dai capelli rossi avesse inquisito su come lui e Fuyuko vivessero la consapevolezza che entrambi rischiavano costantemente le loro vite. Con Nakajima aveva dato una risposta sicura e ottimista, fiduciosa sulla forza del loro rapporto. Ma adesso il ragazzo probabilmente le avrebbe dato una risposta diversa.

    Di fronte al breve incubo che aveva appena vissuto nel quale aveva dovuto considerare di non avere più Fuyuko nella sua vita il ragazzo avrebbe dovuto riconsiderare il suo ottimismo. Ciò non significava che lui sentisse di dover rigettare le parole che aveva rivolto a Nakajima – ma che sentiva di dover rivalutare il modo in cui viveva la sua relazione con Fuyuko.
    Se dovevano vivere con la costante minaccia di perdersi l’uno con l’altra allora Yumeru riteneva davvero che sarebbe stato stupido non vivere a pieno la loro relazione, senza indugi, incertezze o esitazioni. Vivere a pieno ogni istante cosi da non avere mai rimpianti o rimorsi.


    Yumeru intendeva reclamare ogni secondo possibile che poteva passare con lei, ogni bacio che poteva rubarle, ogni sorriso che potevano scambiarsi.

    Il suo era un amore egoista?

    Allora sarebbe stato quanto più egoista poteva.
    Avrebbe reso quell’egoismo arma e scudo. Avrebbe reclamato tutto ciò che poteva! Avrebbe reclamato ogni bacio, ogni sorriso, ogni dannato secondo passato con lei!

    Proteggila. Riveriscila. Amala.

    Il suo cuore!

    Il suo amore!

    Il suo futuro!



    Come osava l’universo cercare di portargliela via!?

    Lei apparteneva a lui come lui apparteneva a lei.



    Questo era il palpitante sentimento che ruggiva nel suo cuore. Ma nella sua mente sapeva che un simile sentimento necessitava almeno un minimo di moderazione. E nella sua mente comprendeva fin troppo bene le ragioni per cui la ragazza non poté accettare la sua proposta. Ciò nonostante il ragazzo fu sollevato nel sentire che la risposta di Fuyuko non era stata un “no” ma un “non ancora”.
    Il ragazzo accasciò con leggera mestizia il capo sospirando con un sorriso comprensivo«…immaginavo che avresti risposto cosi. Una parte di me avrebbe voluto che tu mi rispondessi subito si. Ma la parte suppongo più intelligente di me sapeva già che non potevi farlo.” – rispose il ragazzo con tono quieto – «…non ho intenzione di metterti fretta. Ne ho intenzione di strapparti via dalla tua famiglia, specie in questo momento in cui hanno più bisogno di te. Ma… non intendo neanche rinunciare alla mia proposta. Ogni condizione, ostacolo, dubbio che ti impediscono di dire no adesso, io mi impegnerò ad affrontarle tutte con te – cosi che eventualmente potrò di nuovo rifarti questa domanda e tu potrai darmi la risposta che volevo sentirti dire.» – sentenziò il ragazzo con un sorriso fiducioso.
    Il giovane aspirante eroe strinse un po’ più forte la mano della ragazza dai capelli turchesi incamminandosi per uscire dall’ospedale «…quindi vada per quella cioccolata calda.» – aggiunse con tono gioviale – «Magari…» – indugiò per un momento alzando furbescamente lo sguardo al cielo per fingere innocenza e poi volgere alla ragazza un malizioso sorriso sornione – «…magari al meno per adesso potrei accontentarmi di convincerti a passare almeno questa notte con me?» - chiese sfacciatamente perché alla fine dei conti rimaneva pur sempre Yumeru.





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    D’impulso non avrebbe esitato ad accettare la proposta di Shinso. Da piccola sognava, come ogni bambina, d’incontrare il principe azzurro ed andare a vivere in un castello. Poi crescendo aveva capito che non c’era nulla di perfetto nella vita, ed era proprio l’imperfezione a rendere speciali le persone. Però non aveva mai smesso di cercare il suo “Happy Ending”. Tutti meritavano la felicità. Non percepì quella proposta come qualcosa di affrettato, o fuori luogo. Forse non era né il momento e né il luogo adatto per una simile proposta. Ma del resto le loro labbra si erano sfiorate per la prima volta sul ciglio della strada, a pochi passi dal parco di Ueno dove i due volevano rendere magico la loro primo bacio. Il desiderio di un contatto, l’irrefrenabile voglia di trovare un complice nell’altra persona ed una conferma per sé stessi. Aveva smesso di cercare la perfezione o il momento giusto, perché non esisteva un momento giusto o sbagliato quando si confessavano i propri sentimenti. E di Yu-kun aveva imparato ad apprezzare il suo lato impulsivo. Se non avesse messo freno al suo entusiasmo, con la dura realtà che stavano vivendo, il ragazzo avrebbe perfino iniziato a fantasticare sulla loro vita insieme. Costruire castelli e castelli. Però dopo quel giorno aveva capito che ai loro piedi c’erano solide basi, e non cumuli di sabbia.

    La paura di ferirlo era sempre dietro l’angolo. Shinso le stava offrendo il suo cuore, nudo e senza difese. Non aveva mai avuto dubbi in merito. Difficile gestire le innumerevoli emozioni che attraversavano il suo animo in quel momento. Sorrise, ricambiando le parole di comprensione del ragazzo. - Non la parte più intelligente di te, ma quella più matura. - Non era una questione d’intelligenza, ma di capacità di comprendere le esigenze altrui. Era quasi sollevata. Le sue parole non erano state percepite come un rifiuto. - Non esiste alcuno ostacolo tra noi. È solo una questione di… tempo. - Cercò di rassicurarlo. Ciò che le premeva far capire a Shinso, era che il suo non era un “no”.

    Non sapeva di preciso come avrebbe reagito a quella proposta, se Ryu-kun non fosse in un letto d’ospedale o non avesse appena diciotto anni. Capiva il desiderio di Yu-kun, e non si sorprendeva più di tanto di ciò, anche perché era sempre stato un tipo impulsivo. Quell’impulsività raccontava così tanta verità di quella persona. Era riuscito a conquistarla con la sua sincerità e la mancanza di filtri. Si fidava del ragazzo e forse non avrebbe esitato a compiere quella dolce follia. - Vado a prendere le mie cose. - Aveva lasciato la cartella e la giacca nella stanza del fratello. Cercò di trattenere una cristallina risata, visto che Yu-kun voleva già trascinarla con sé nella “tana del lupo”. Non si stupiva più di tanto della cosa, anche perché era da un po' di tempo che non vivevano quel rapporto come un tempo. Era stato un po' come trascinarlo avanti, un’eutanasia d’amore. Si staccò mal volentieri dal Shinso per correre in camera e recuperare le sue cose. Raccolse la giacca sotto il braccio, senza curarsi troppo di sgualcirla, ed afferrò con entrambe le mani la cartella. - Ci vediamo domani, Oniisan! - Proferì con ritrovato entusiasmo. Sfilò il cellulare dalla cartella per inviare un messaggio alla madre. Non sarebbe rientrata per cena. Una concessione che poteva permetterle, anche perché desiderava allontanarsi un po' da quel nido che era diventato così soffocante. Trascorrere del tempo con Yu-kun le avrebbe fatto solo che bene.

    Tornata dal ragazzo cercò la sua mano. - Eccomi! - Si sentiva un’altra persona. Ed era tutto merito del ragazzo. - Vediamo come va la cioccolata calda… e poi decidiamo. - Scherzò. Ovvio che desiderava trattenersi quanto più possibile a casa di Yumeru. - E non mi hai ancora risposto. - Sottolineò. - Come immagini la nostra casa? -

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    Yumeru Shinso

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    Yumeru rimase fuori dalla porta della camera ad osservare con espressione assorta Fuyuko affaccendarsi a recuperare le sue cose e salutare con entusiasmo il fratello.

    “Ci vediamo domani.”



    Sentendo quelle parole il giovane corvino realizzò che in fondo nulla era davvero cambiato. Domani sarebbe stato un altro giorno e Fuyuko di nuovo sarebbe tornata in quella stanza a vegliare sul fratello. E cosi sarebbe stato il giorno seguente. E quello seguente ancora per chissà quanto tempo.
    Forse per sempre.
    Solo perché loro si erano riconciliati e dichiarati amore a vicenda non significava che il mondo sarebbe stato migliore. La vita non era cosi magnanima e sentimentale. Il mondo sarebbe andato avanti imperturbato e indifferente ai loro sentimenti e ai loro desideri. Forse era una prospettiva cinica di vedere la cosa ma non farlo sarebbe stato ingenuo.

    Gli venne in mente una citazione che qualche tempo prima Fuyuko gli aveva letto da uno dei suoi innumerevoli adorati libri.
    “Aspettarsi che il mondo ti tratti meglio perché sei una brava persona è come aspettarsi di non essere incornati dal toro perché sei vegetariano.”
    Ai tempi il ragazzo aveva preso la cosa sul ridere ritenendola una metafora piuttosto buffa. Ma adesso la sentì piuttosto calzante.
    Il mondo non sarebbe cambiato per lui e Fuyuko. Avrebbero dovuto continuare ad affrontare i loro problemi e le loro angosce quotidiane – la loro rinnovata dichiarazione d’amore non era una soluzione magica che avrebbe fatto sparire tutte le loro preoccupazione.

    Ciò che sarebbe cambiato non era il mondo ma il modo in cui loro l’avrebbero affrontato. Insieme. Il loro rapporto non sarebbe più stato una fonte di ansia e insicurezza ma qualcosa da cui avrebbero potuto trarre forza per tirare avanti. Sostenendosi a vicenda avrebbero affrontato il toro prendendolo per le corna e cercando di domarlo.
    Yumeru aveva ormai già da tempo realizzato che le relazioni non funzionano come in tv o nei film del grande schermo. Lunghe epopee romantiche di “si metteranno o non si metteranno insieme?” – e poi si mettono insieme e sono felici per sempre con un comodo e pratico “happy ending”.
    Prima di intraprendere quella relazione con Fuyuko il ragazzo si era convinto che la maggior parte delle relazioni finiscono perché destinate a fallire in partenza e quelle che riescono a superare i primi ostacoli finivano per sfaldarsi sotto il peso della monotonia e delle piccole divergenze quotidiane.

    …e nonostante tutto ne era in buona parte ancora convinto.

    Ma da quando aveva iniziato quella relazione con Fuyuko aveva iniziato a credere. A credere in lei. A credere in loro.
    Credere che a dispetto di tutto loro avrebbero potuto sormontare le difficoltà e rimanere uniti. Per la semplice ragione di base che stavano meglio insieme che separati.

    Perché erano felici quando stavano insieme.

    Perché alla fine dei conti era questo che distingueva le relazioni che funzionavo dalle altre. Perché affrontavano lo stesso schifo che il mondo riservava al resto ma la differenza e che non si lasciavano abbattere. Nei momenti di difficoltà uno dei due si sarebbe sollevato e avrebbe combattuto per quella relazione ogni volta che sarebbe stato necessario.
    Perciò no – per Yumeru non esistevano i lieto fine. Ma quello forse avrebbe potuto essere un lieto inizio.


    In virtù di questa realizzazione Yumeru rivolse un sorriso alla ragazza quando questa lo raggiunse di nuovo e lo prese nuovamente per mano. Improvvisamente si sentiva più forte e fiducioso. Sentiva che con Fuyuko al suo fianco avrebbe avuto la forza di affrontare qualsiasi cosa il mondo avrebbe potuto scagliargli contro. Un senso di sfacciata sicurezza montò dentro di lui – la sfacciata sicurezza che trascende nella follia di chi era pronto a sfidare l’universo a fare del suo peggio – come un uomo che si arrampica sulla cima di una montagna vestito interamente in metallo e nel pieno di una tempesta per urlare al cielo “Universo bastardo!” – sfidandolo a fulminarlo.


    Yumeru strinse la mano della ragazza e mano nella mano i due si avviarono verso l’uscita «Ah, non stiamo ancora convivendo e hai già iniziato a torchiarmi?» – scherzò il ragazzo ridacchiando – «Beh mi conosci – nella mia casa ideale ci sono due cose fondamentali che vorrei: un bel giardino… e una bella camera da letto.» – aggiunse infine rivolgendole una delle solite occhiate ammiccanti muovendo allusivamente le sopracciglia per enfatizzare la già palese allusione.

    Nel mentre i due finalmente varcarono la soglia d’ingresso dell’edificio lasciandosi finalmente, almeno per il momento, il mesto ospedale mentre sopra di loro si stagliava il cielo sconfinato al tramonto…





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    Qual era la loro forza?

    Difficile affermarlo con certezza. Sembravano una coppia come tante, così ben assortita nei contrasti e capace di vivere gioie e preoccupazioni di un rapporto a due. Perché erano entrambi che vivevano quel rapporto. Nessuno era rimasto indietro. Anzi l’uno aveva atteso l’altro con pazienza, compiendo dei piccoli passi verso il futuro. Era proprio la capacità di rivolgere lo sguardo al futuro ed i piedi ben fermi sulla terra a rendere quella coppia diversa dalle altre. Una volta consumata la passione e nato l’affetto, non sarebbe rimasto che due anime pronte a specchiarsi nell’altra. Notavano le differenze, le accettavano. Spesso si trovavano complementari. Insieme avevano superare tante difficoltà, anche quando tutto sembrava perduto.

    La Tanaka aveva dato finalmente un nome a ciò che provava per Shinso. Un po' per paura ed un po' per insicurezza aveva tenuto quel pensiero per sé. Provava biasimo per sé stessa. Se solo lo avesse dichiarato prima forse avrebbe risparmiato preoccupazioni e sofferenza al ragazzo che diceva di amari. Ma alla fine, a modo suo, era riuscita a realizzare che per lei Yumeru non era uno qualunque. Era lui.

    Stringeva con forza la sua mano, contenta di non guardarsi alle spalle mentre l’Ospedale St. Luke si allontanava. Amava osservare il cielo, dipinto delle sfumature del fuoco. Si sentiva così vicina al ragazzo, incapace di staccarsi da lui e passeggiare anche per intere ore senza proferir parola. Quel cielo carico di passione, che preannunciava la morte dell’astro ed auspicava la sua rinascita l’indomani, suggellava quelle promesse. Erano più progetti, desideri. - Mi accontenterei anche di appartamentino con un salotto, angolo cottura e una camera da letto. - Mai pretenziosa. Sapeva di poter chiedere qualsiasi cosa a Shinso. Anzi il ragazzo poteva permettersi il miglior appartamenti del centro di Shinjuku, se solo non fosse contaminato dal farmaco di Hanzo e lei lo avesse voluto. Eppure non avrebbe mai avuto il coraggio di chiedergli troppo. - Dovrò trovarmi un lavoro part-time. - Non avrebbe permesso al ragazzo di coprire l’intera somma dell’affitto, o ancora mettere a disposizione la sua casa ad Ueno. - Ma vedo che non sei in vena di parlare! - Lo rimproverò. Sentiva il desiderio del ragazzo e quelle allusioni, non troppo velate ormai, non la mettevano più in imbarazzo. Era serena rassegnazione. E poi nel profondo anche lei desiderava Yu-kun, forse ancor di più di quanto volesse far credere. - Starò in silenzio fino ad Ueno. - Una sfida? Una proposta?

    Desiderava solo passeggiare mano nella mano sotto a quel magnifico tramonto.

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    ► Danno: Lorem ipsum.
    ► Peso: [1]

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    Hellooo,,
    nulla di particolare da segnalare, a parte che Fuyuko gelosa mi spaventa.
    Dal punto di vista tecnico tutto corretto, mi trovo però nella scomoda situazione di dover dare il bonus solo a Fuyuko perché sono esattamente 21 post, di cui 11 di Fuyuko e 10 di Yumeru, e quindi - anche se solo per un post - purtroppo Yumeru non ha diritto al bonus.
    E a Leonarch, occhio ai piccoli ritardi come sempre, se diventi seriale mi tocca penalizzarti :neko:

    Fuyuko: +50exp +25exp +25exp (bonus livello)
    Yumeru: +50exp +25exp (bonus livello)

    Chiudo :sparks:
     
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21 replies since 27/1/2021, 13:35   479 views
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