SQ: 約束, Yakusoku

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    Shinjiro Aragaki
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    Quirk: 230
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    Risalire al nome della scuola dove andava Hanako-chan non era stato difficile, i notiziari ne avevano parlato ampiamente nei giorni durante la crisi. Con l'arrivo dell'anno nuovo, quando il governo di Tokyo aveva dichiarato nuovamente sicuro per i cittadini uscire per le strade e riprendere, seppur lentamente, le attività lavorative, Shinjiro aveva deciso tra le prime cose da fare di mantenere una certa promessa data. Che era il motivo per cui si era recato lì quella mattina, alla scuola materna Suginami ad Edogawa, con una grande busta piena di farina, tavolette di cioccolato e tutto il resto necessario. La scusa ufficiale era che era lì per una attività di laboratorio con i bambini, per tirarli su di morale dopo il terribile trauma che avevano passato; era un lunedì mattina, e in ogni caso il Kagejikan sarebbe rimasto chiuso ancora per qualche giorno finché non avesse riorganizzato il tutto... anche perché aveva la dispensa completamente vuota dopo quei mesi e averla donata come razioni alla 30MINDUSTRIES, e per rimettersi in contatto con i suoi soliti fornitori ci sarebbe voluto un po'... quelli ancora in attività, perlomeno.
    Appena entrato si era trovato davanti alcune facce familiari tra le maestre e i bambini che aveva già visto allo zoo, e si era fatto accompagnare nella cucina dove solitamente si cucinava il pranzo per i bambini da una delle maestre.
    « Anche noi abbiamo riaperto solo da poco, non c'è ancora molto.» gli aveva detto, che era il motivo per cui Shinjiro aveva portato tutto il necessario.
    Immediatamente si era sentito gli occhi della signora addosso; non sapeva se aveva sentito cosa aveva detto alla bambina quel giorno allo zoo, ma se Hanako chan aveva raccontato in giro del "signore dei dorayaki", era probabile che qualcuno - soprattutto i suoi genitori - facessero prima o poi domande e facessero il collegamento. Da come lo stava scrutando era probabile che la maestra stesse cercando di capire se era effettivamente o no possibile che fosse la stessa persona di quel giorno o soltanto una coincidenza. In un certo senso, era lì anche per quello. Fingendo di non aver notato nulla Shinjiro abbassò la testa e si chino' leggermente in avanti mentre osservava i fornelli, ben tenuti ma leggermente impolverati dopo mesi di inutilizzo. Avrebbe dovuto dare una rapida pulita.
    « La mia idea era far partecipare anche i bambini nel fare l'impasto, ovviamente mi occuperò io della cottura vera e propria...» commentò a mezza voce e la signora parve riscuotersi.
    « Oh, oh sì, giusto. Vado a chiamarli... possiamo lavorare ai tavoli dove solitamente serviamo il pranzo.» rispose, affrettandosi poi a radunare la classe di una trentina di bambini.
    Una decina di minuti dopo erano pronti, le scodelle con le dosi di farina, cioccolato e gli altri ingredienti già distribuite e pronte davanti ad ognuno. Ovviamente, oltre a lui ci sarebbero state le maestre ad assicurarsi che i bambini non si facessero male o combinassero macelli con la farina... ma onestamente, pensò con una punta di tristezza, se c'era una esperienza che aveva potuto insegnare a quei bambini che non si giocava con il cibo, doveva essere proprio ciò che avevano passato in quei quattro giorni allo zoo ad Edogawa.
    Scaccio' quei pensieri con un sospiro - l'importante era che ora stessero lì e stessero bene - mentre si sistemava il grembiule semplice nero con il piccolo stemma del Kagejikan e si legava l'immancabile bandana sul capo a coprire i capelli, allungatisi un po' durante la quarantena forzata- niente parrucchieri e barbieri, dopotutto. Non era ancora riuscito a farseli sistemare (anche perché il suo barbiere di fiducia a Shinjuku aveva chiuso per cause di forza maggiore), e stava considerando l'idea di lasciarli crescere ancora un po'.
    Dall'attimo in cui mise piede nella stanza, vide di sfuggita la figura di Hanako chan illuminarsi.
    « Ok, bene, iniziamo!» batte' le mani un paio di volte per attirare l'attenzione dei bambini, che smisero di chiacchierare e ridacchiare per voltarsi a fissarlo. L'idea di informarsi sul come tenere corsi o lezioni di cucina nel mattino o primo pomeriggio lo aveva sfiorato un paio di volte, sapeva che c'erano club vari che gestivano attività di quel tipo, ma non pensava che la sua prima classe sarebbe stata una trentina di bambini tra i cinque e i sei anni.
    Da una parte sarebbe stata una prova del fuoco se davvero voleva provarci in futuro: se era in grado di farsi ascoltare da loro, era in grado di farsi ascoltare da chiunque.
    « Per prima cosa aprite il pacchetto della farina e-»
    « Cuoco-sensei, lei ha un Negaquirk?» chiese una bambina con i capelli neri legati in due codini, alzando la mano. Il cuoco fissò le maestre, che risposero con una scrollatina di spalle.
    « Da... quel giorno chiedono di continuo dei quirk.» rispose una donna con gli occhiali.
    Shinjiro si acciglio' un istante. Doveva ammettere che non aveva considerato l'impatto che la cosa doveva aver avuto sui bambini. Tutto quel parlare che si era fatto in quei giorni e che sarebbe continuato su Quirk, Negaquirk, su quante generazioni di tempo avevano prima che la situazione diventasse ingestibile... ovvio che cercassero di capire la cosa a modo loro.
    « Il mio quirk?» quel giorno però non aveva voglia di parlare di quirk, era lì appositamente per farli pensare ad altro, perciò alzò le mani davanti a sé e le agito' un po' nemmeno stesse cercando di evocare un qualche incantesimo in un film fantasy.
    « Il mio quirk rende buonissimo tutto quello che cucino!» esclamò, accompagnando la cosa con uno schiocco di dita. Come pensava, in risposta ci furono occhiate perplesse, qualcuno decisamente poco impressionato (magari si aspettavano qualcosa di più figo), ma anche dubbiose. In fondo c'erano i quirk più assurdi in giro, potevano davvero dire che non era possibile?
    Un bimbo in particolare con due corna ai lati della testa simile a quelle di un Oni sembrava più scettico degli altri e alzò la mano per parlare.
    « ... Anche le verdure?» chiese, come se il pensiero che qualcuno potesse rendere buone le verdure fosse inconcepibile.
    Ormai stava praticamente sogghignando, e incrociò le braccia al petto con aria sicura.
    « Soprattutto le verdure... vero Hanako-chan? Lei le ha assaggiate, può confermare.»
    Quello ricevette occhiate stupefatte, e ventinove paia di occhi (più un altro paio di occhi extra) si voltarono verso la bimba che annuì.
    « Sì è vero! Prima erano amare e poi le ha rese buonissime.» confermò ai compagni di classe.
    Dopo quella rivelazione sensazionale non sembravano esserci altre domande e bene o male tutti sembravano pronti ad ascoltarlo - o a vedere il suo mirabolante quirk all'opera, e di colpo nonostante li avesse fatti un milione di volte i dorayaki si ritrovò nervoso al pensiero di prepararli davanti a 30 bimbi, perché se ne bruciava leggermente anche solo uno dopo quello che aveva detto, che figura ci avrebbe fatto?
    « Dicevo, per prima cosa prendete la farina, apritela con attenzione e misurate con la bilancia 120 grammi ciascuno. Fatevi aiutare dalle maestre.» aveva preparato le dosi in modo che in teoria a tutti i bambini sarebbero dovuti uscire un 2 o 3 dorayaki ripieni.
    « ... e la tavoletta di cioccolato è per la farcitura, non si mangia ora.» aggiunse subito dopo, notando che il bimbo Oni se n'era già ficcato in bocca un pezzetto della sua.
    I preparativi una volta date tutte le istruzioni proseguirono quasi senza intoppi, considerato che si era già preparato a veder rompere per terra almeno un paio di uova, ma aiutati dalle maestre i bambini sembravano piuttosto bravi e seguivano alla lettera le sue istruzioni, mischiando gli ingredienti e sminuzzando il cioccolato che avrebbe nel frattempo messo a sciogliere con l'aiuto di una delle maestre. Quando venne il momento di mischiare tutto il composto con la frusta manuale qualche goccia volò inevitabilmente in giro nell'agitarla troppo energicamente da qualcuno, mentre alcune bimbe più piccole stavano avendo difficoltà. Si avvicinò pronto ad intervenire, ma con sua sorpresa un paio degli altri bambini tra cui Hanako-chan e il bimbo Oni si offrirono di aiutare prima di lui.
    Il bimbo Oni, tra parentesi, sembrava davvero un mostro di forza fisica, non credeva di aver mai visto un bimbo di cinque anni con delle spalle così grosse. Colse di sfuggita Hanako chan e un paio di altre bambine fissarlo di sfuggita e soffoco' una mezza risata mentre preparava la padella antiaderente cospargendola con un filo d'olio.
    Ecco, quel bimbo sarebbe andato lontano. Piccoli incidenti a parte, si radurarono infine tutti in cucina con una trentina di piccole scodelle colme di impasto, pronti a vederlo preparare effettivamente i dorayaki. Aveva permesso loro di prendere le sedie e portarle nell'ampia cucina in modo che potessero guardare pur senza stare vicino ai fornelli: alcuni dovettero mettersi in piedi sulla sedia per vedere.
    « La fiamma va tenuta bassa per non far attaccare il composto, poi si prende un po' con il mestolo e lo si versa, così...» iniziò, illustrando il procedimento. Il mestolo di liquido si allargò a formare un bel cerchio e iniziò a sfrigolare leggermente, indorandosi pian piano.
    « Come si sa quando sono pronti?» chiese Hanako.
    « C'è un trucco segretissimo che insegneró solo a voi, vedete come l'impasto sta diventando sempre più scuro? Quando appaiono delle piccole bollicine si possono girare e fare lo stesso sull'altro lato, così escono perfetti.» spiegò con il tono di uno che stava rivelando segreti di importanza nazionale - e per quanto lo riguardava poco ci mancava, i dorayaki erano buonissimi che diamine.
    Cori di "ooooh" si alzarono tutti insieme.
    Iniziò a impilare i piccoli pancake uno sopra l'altro in ogni piatto per ogni bimbo, lasciando poi a loro il compito di farcirseli con il cioccolato sciolto in precedenza.
    Mentre diversi minuti dopo la classe mangiava, notò che le maestre stavano parlando tra loro, e con finta noncuranza si diresse nuovamente in cucina con la scusa di lavare la padella, avendo un vago sentore di quale fosse l'argomento. Come immaginava, dopo nemmeno un minuto sentì la porta della cucina riaprirsi e le signore entrare. A prendere parola fu quella con gli occhiali.
    « Lei... lei è per caso...?» azzardo', indecisa sul come continuare anche se Shinjiro poteva immaginarlo.
    "Il vigilante di quel giorno", o qualcosa di simile.
    Voltò loro le spalle con la scusa di aprire il rubinetto e mettere la padella ancora calda sotto l'acqua, sollevando una nuvola di vapore.
    « Se lo fossi, cambierebbe qualcosa?» chiese dopo qualche secondo, iniziando a strofinare la padella con una spugna liscia.
    «... no, immagino di no.» rispose la signora abbassando lo sguardo. Quindi non avrebbero detto nulla? La sua identità era al sicuro con loro?
    « I bambini non sospettano nulla... tranne Hanako-chan, ovviamente, ma ne ha parlato solo con i suoi genitori, a quanto so.» aggiunse un'altra delle insegnanti, la più giovane.
    « Posso parlarle in privato?» chiese il cuoco, e le maestre annuirono mentre una di loro si avviava a chiamare la bambina.
    Arrivò subito, le labbra ancora un po' sporche di cioccolato. Il cuoco sorrise e chiuse l'acqua, posando la padella pulita ad asciugare vicino al lavello.
    « Come erano i dorayaki?» chiese, in tono volutamente leggero.
    « Buonissimi... come l'altra volta.» rispose a bassa voce la bambina, di colpo un po' in imbarazzo.
    Il cuoco si abbassò posando un ginocchio a terra per essere al suo livello.
    « ... ho mantenuto la promessa, hai visto?» sussurro'.
    « Ora anche tu dovrai promettermi che non dirai a nessuno chi sono.» aggiunse dopo un attimo, fissandola negli occhi con aria seria.
    « Deve restare un segreto solo tra te e le maestre, d'accordo?»
    Era difficile spiegare a una bambina di sei anni perché poteva dire a tutti che Lion Heroar li aveva salvati ma non lui. A quell'età, chi aiutava gli altri restava sempre un eroe, tra Pro-Hero e Vigilantes c'era poca differenza. La vide arricciare appena il naso mentre rifletteva;sapeva che non avrebbe parlato - non lo aveva fatto fino ad ora dopotutto -, ma era evidente che non aveva ben chiaro il perché.
    «... come per gli agenti segreti in missione, che non devono mai dire il loro vero nome?» chiese infine.
    A quelle parole soffoco' una mezza risata.
    « Una cosa simile, esatto. » confermò, divertito.
    Mandata la bambina di nuovo dai compagni di classe, si raddrizzo' e voltò nuovamente verso le insegnanti.
    « Volete aiutarmi a lavare queste ciotole? » propose.
    Si misero al lavoro in silenzio, lavando e asciugando tutti gli utensili, finché non fu di nuovo tutto pulito, gli ingredienti avanzati impacchettati con cura. Quando fu il momento di andarsene, i bambini vennero a salutarlo tutti insieme alla porta.
    « Può tornare a prepararli di nuovo?»
    « Sì, la signora Yamada non ci fa mai i dorayaki.»
    Qualcosa gli diceva che la povera signora Yamada, probabilmente una delle cuoche dell'asilo, gli avrebbe mandato non pochi accidenti per aver messo in testa ai bambini quell'idea.
    « Ora potete spiegarle come si fa però, sono sicuro che se chiedete gentilmente li preparerà anche lei, qualche volta.» rispose.
    Le maestre lo salutarono con un inchino di circostanza, un po' più profondo del necessario.
    « Grazie... per tutto.» disse solo la signora con gli occhiali.
    Il ragazzo arrossi', di colpo in imbarazzo.
    « Non... non c'è di che. » rispose semplicemente.
    Uscì in strada camminando a passo lento, in mano la busta con le ciotole e gli ingredienti avanzati. Era una limpida giornata di Gennaio, fredda - in teoria, non per lui - ma con il cielo sgombro da nuvole. Un blu intenso, completamente diverso da quello delle farfalle che lo avevano invaso solo qualche mese prima. Si trovò a passare di fronte allo Shinsen Natural Zoo - magari l'asilo aveva scelto quella meta per la visita proprio perché era così vicino - e inconsciamente rallento' il passo, scrutando l'ingresso ora completamente sgombro di farfalle, così diverso e... normale da quel giorno da essere quasi irreale.. Lo zoo era ancora chiuso al pubblico, sia per l'essere stato il luogo in cui era nascosto uno dei diffusori e soggetto di indagini e pulizie accurate, sia per il dettaglio non indifferente di aver perso svariati dei suoi animali come attrazioni principali. Non si sarebbe stupito se diversi membri dello staff non avrebbero più voluto lavorare lì. Ricominciare avrebbe richiesto tempo. Un signore di mezza età era impegnato a spazzare l'ingresso.
    Si avvicinò dopo un attimo di riflessione.
    C'era in effetti un ultima cosa rimasta in sospeso da quel giorno che doveva risolvere.
    « Salve. Lei lavora qui?»
    « Da quasi dieci anni. »
    « Mi tolga una curiosità: cosa mangiano i panda rossi?» chiese.
    Il signore si appoggiò alla scopa, riflettendo un attimo.
    « Bambù, più che altro. Ma anche radici, frutta, cose simili... a volte diamo loro anche insetti. Come mai lo chiede?»
    Si limitò a sorridere leggermente mentre faceva un cenno di saluto, iniziando ad allontanarsi.
    « Oh... solo una curiosità del momento.»

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    Collegamento molto interessante. :zizi:

    Shinjiro: +25 exp

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