Another wonderful night in Tsukiji

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    Ad Haru non piaceva quel posto.
    Avrebbe gradito trovarsi altrove, seduto su una comoda poltrona e una ciotola di pop corn da consumare davanti al televisore, anzichè starsene lì a puzzare. Perchè era quello che odiava: la puzza. Tsukij era una bella zona, laboriosa, c'erano una villa o due (sopratutto una) molto ben fatte per carità, ma era la stessa zona dove ci stava il mercato del pesce! Che puzza!
    Il mercato del pesce non era così vicino, il "puzzo" non si sarebbe dovuto sentire ma lui lo sentiva e storceva il naso dal fastidio. Purtroppo nella vita capita di dover essere costretti a far cose che non si vuol fare, o che costa uno sforzo, ed Haru ce la stava mettendo tutta. Per ammorbidire l'ambiente si era portato la sua sigaretta elettronica e l'aveva caricata con una mistura di liquirizia. L'odore era dolce, faceva a pugni con l'ambiente umido, però riusciva a dare un pizzico di calma al ragazzo dai capelli rosa. Sospirò, facendo uscire dalle labbra una nuvola di fumo e lappando le labbra per inumidirle. Gennaio era implacabile, sentiva un leggero brivido di freddo anche con quella bella felpona addosso. Si era vestito senza colori sgargianti, mantenendosi sul grigio per dare meno nell'occhio. La chioma rosa era coperta da un berretto, uno di quelli che potrebbe indossare un teppistello da strada con uno skateboard sotto braccio. Haru se ne stava lì, da solo, con la suola di una delle scarpe da ginnastica poggiata contro la parete del magazzino, sostenendo il peso del corpo per non cadere ma neanche toccare il materiale di quel posto. Mise mano al marsupio che aveva legato in vita, tirando fuori il cellulare e controllando l'orario. L'ospite della serata era in ritardo? O era stato lui a dare cattive informazioni sul posto e sull'ora? "Mmmmm" Mormorò ficcandosi di nuvo la sigaretta tra le labbra, inalando ed espirando piano piano. Tutto sommato il posto non era arredato male, era un magazzino abbandonato, uno dei tanti in possesso di Deep Void e che lui aveva deciso di utilizzare per uno scopo più fruttuoso del prendere polvere. Non poteva chiedere chissà quale comfort, anche se una catasta di legno per fare effetto ci sarebbe stata bene. Un posticino dove appoggiarsi e fare la figura del tenebroso, l'entrata in scena da cattivo malavitoso. "Ah...già" Gli venne solo in quel momento una difficoltà in quello scenario che si era mentalmente costruito.
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    Haru Yagami
    VILLAIN » LIVELLO #2
    | FORZA: 20
    | QUIRK: 35
    | AGILITÀ: 20



    Edited by Miracle of Neverland - 2/2/2021, 13:21
     
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    Norio Toda
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    La difficoltà nello scenario che si era costruito mentalmente Haru era che, seppur avesse trovato il punto perfetto da cui fare l'entrata in scena più atmosferica possibile, beh, la persona a cui aveva chiesto di raggiungerlo a quel magazzino quella sera decisamente non avrebbe potuto apprezzarla.
    Aveva incontrato il ragazzo nei primi giorni dell'anno nuovo tra le fila di Deep Void. Curioso, era il secondo incontro in poche settimane: prima mesi di nulla che avevano iniziato a fargli dubitare che effettivamente altri membri dell'organizzazione esistessero e ora sembrava incrociarli tutti insieme. Si erano scambiati poco più di qualche parola e i relativi contatti. Poi, quella mattina, quella proposta di incontrarsi in quella zona nei pressi del porto, la zona di influenza principale di Deep Void, per una piccola sessione di "allenamento", come lo aveva chiamato il ragazzo. A quel punto, Norio aveva prima impiegato un paio di secondi a capire cosa intendeva con allenamento, e i secondi successivi a chiedere al ragazzo, con una punta di freddezza, se si stesse prendendo gioco di lui. In realtà, la questione era uscita già diverse volte nei pochi mesi in cui aveva fatto parte dell'organizzazione, o perlomeno era un argomento su cui si era fatto diversi pensieri. Era venuto a conoscenza entrando in Deep Void della acerrima rivalità del gruppo con un'altra organizzazione criminale nota come Eden's Thorn, e con quella la consapevolezza di potersi prima o poi ritrovare ad essere bersaglio delle loro attenzioni. Era un signor nessuno tra le fila di Deep Void, vero, ma restava pur sempre un bersaglio eventualmente facile.
    Solo quella consapevolezza era bastata a portarlo ad accettare nonostante tutto, per quanto assurda trovasse quell'idea. Come poteva difendersi da qualcuno nel caso di un eventuale attacco? Che fosse in una situazione di svantaggio era innegabile, l'unico modo che aveva per provare a colmare quel divario era il suo quirk. Quirk che aveva utilizzato pochissime volte, soprattutto dopo la denuncia alla nascita di Seki. Nell'ottica di doverlo utilizzare a scopo offensivo (e difensivo) aveva pensato a diverse applicazioni, ma... non aveva mai veramente provato ad utilizzarle, anche perché ovviamente non ne aveva mai avuto ne il modo ne l'occasione. Non poteva certo allenarsi in casa, non con sua figlia presente, e farlo da solo era... beh, inutile, visto il funzionamento della sua unicità. Restava da vedere se gli usi a cui aveva pensato erano effettivamente... attuabili.
    Come misura aggiuntiva di sicurezza, però, si era procurato tramite l'organizzazione delle granate fumogene, e quella sera era uscito per recarsi all' "appuntamento" tenendone una nella tasca della giacca. Sentire l'oggettino premere contro la sua vita aveva un effetto leggermente rassicurante mentre si dirigeva verso il magazzino. Aveva preso un taxi per coprire la parte più grande del tragitto, ovviamente, facendosi lasciare in una zona relativamente normale del porto, ben lontana dai giardini rimasti contaminati (nonche' danneggiati...da come aveva capito, la zona sembrava essere stata letteralmente congelata) durante l'attacco del Culto e il più vicina possibile al punto prestabilito con Haru. Un locale come tanti altri nel quartiere;a sua figlia aveva detto che avrebbe suonato lì quella sera, premurandosi di controllare se effettivamente facessero musica dal vivo, ma una volta che il taxi si fu allontanato e l'ebbe sentito svoltare ignoro' la porta davanti al quale lo aveva lasciato e si diresse al suo vero appuntamento. A guidarlo, oltre al bastone sul marciapiede leggermente bagnato (ma fortunatamente non congelato), un auricolare Bluetooth infilato all'orecchio su cui si stava facendo dare indicazioni vocali del navigatore per arrivare all'indirizzo che gli era stato specificato. Vi impiegò comunque più del necessario, motivo del suo ritardo quando finalmente giunse davanti al magazzino. Perlomeno, oltre a lui e il ragazzo non sembrava esserci nessun altro nei dintorni. Una volta lì dentro, sarebbero stati completamente da soli, e nascosti da occhi indiscreti. La possibilità che il ragazzo lo avesse attirato lì per derubarlo od altro lo aveva sfiorato, motivo per cui la presa sul bastone era un po' più stretta del solito. All' odore prettamente di salsedine si mischio' improvvisamente quello dolciastro di qualcosa che riconobbe dopo un attimo come liquirizia e il navigatore lo informò puntualmente di essere arrivato a destinazione con precisione millimetrica. Onestamente, quanto fosse preciso nonostante lo usasse ormai da anni continuava ogni tanto a sbalordirlo. Il poter inserire potenzialmente qualsiasi indirizzo e avere informazioni precise e aggiornate in tempo reale su come arrivarci o se sbagliava strada era onestamente stupefacente. Poi certo, ogni tanto sbagliavi configurazione o il navigatore prendeva abbagli e ti diceva che per andare da Tokyo a Chicago dovevi farti l'oceano a nuoto invece di prendere l'aereo, ma dettagli.
    « Yagami Haru...?» chiese comunque con una punta di esitazione, aspettando di avere conferma e di riconoscere la voce dell'altro. Per quanto la tecnologia gli avesse fornito tantissimi aiuti, alcune questioni come il sapere banalmente chi aveva di fronte o se qualcuno di specifico era effettivamente presente restavano impossibili da risolvere se non alla vecchia maniera: chiedendo a voce.
    Appena avesse ricevuto risposta affermativa, si sarebbe lasciato sfuggire un leggero sospiro e avrebbe seguito l'altro all'interno, aspettando entrasse per primo per il banale evitarsi di cercare a tentoni la porta.
    « Avevi in mente qualcosa di particolare, per questo... "allenamento"?» chiese una volta dentro il magazzino, fermandosi dopo qualche metro e girandosi per fronteggiare di nuovo il ragazzo, appoggiandosi al lungo bastone posandovi entrambe le mani, una sopra l'altra.
    Il magazzino sembrava ampio; la sua voce aveva acquisito non un vero e proprio eco, ma comunque la leggera distorsione che si aveva in luoghi molto larghi e dal soffitto alto, senza muri o mobili troppo vicini ad assorbire il suono. Si immagino' un edificio piuttosto alto, con le classiche finestre ristrette che si aprivano soltanto nella parte più alta dei muri. Picchietto' inconsciamente per terra con il bastone un paio di volte, studiando il rumore. Probabilmente uno dei tanti magazzini di Deep Void in zona che al momento si era trovato completamente vuoto. O recentemente sgomberato della merce che aveva custodito.
    Onestamente non faceva nessuna differenza.
    « Immagino che non ci faremo la cortesia di dirci a vicenda le rispettive unicità, se questa deve essere una simulazione di un vero scontro, giusto?» aggiunse dopo qualche attimo, in tono vagamente rassegnato.

    | Villain/Deep Void | #Livello 2 | 45 y/o | © |
    Energia: 100 | Forza: 016 | Quirk: 037 | Agilità: 022
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    Scheda: Link.

    CITAZIONE
    Status: Illeso

    Equip: Smoke Bomb x1
    White Cane

    Peso Trasportabile: 2/4

    EDIT: Ho aggiunto solo il White Cane all'equip perchè ovviamente me l'ero dimenticato e specificato il peso trasportabile


    Edited by Sisthra - 1/2/2021, 08:57
     
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    Ricordava che da bambino chi arrivava tardi a scuola veniva solitamente punito, a volte costretto ad aspettare fuori in corridoio, altre con la punizione di restare dopo le lezioni per pulire anche se non era il loro turno. Ma ad Haru non era successo. Arrivava puntuale? Nient'affatto. Eppure non aveva mai avuto nessuna punizione particolare. Per cui non vide motivo di punire il "collega" per il suo ritardo. Ne provò l'impulso impellente, quello si, ma decise di non farlo. Emise un mugolio di assenso, la sigaretta ancora tra le labbra, al dire dell'altro sul nome. Espirò rumoroso. Alzò una mano e puntò due dita, indice e medio, in direzione di Norio in una malriuscita simulazione di una pistola. "BANG"
    Il braccio crollò lungo il fianco ed emise una risatina sottovoce.
    Mise piede a terra e iniziò ad avvicinarsi, i passi che risuonavano nello spazio vuoto. "Sono io, già già. Ma la prossima volta non dirlo ad alta voce. Chiamami con un soprannome, uno pseudonimo. Non te lo avevo accennato?" Prese una piccola inspirazione dalla sigaretta, pensieroso. "Comuuunque, evita. Anche se questo è territorio nostro non si è mai troppo prudenti, oookay?" Il tono di voce era allegro, squillante, allungato spesso sulle parole come un bambino che parla per la prima volta in un tunnel giocando con l'eco. Camminò, avanti e indietro, guardando Norio e il bastone sapendo di non essere visto ma solo ascoltato. "Uhm, non avevo pensato a nulla di particolarmente complicato se devo essere sincero. Uno scontro puro e semplice." Si poggiò il filtro tra le labbra senza inspirare, meditabondo. Non aveva davvero pensato a cosa fare, aveva tirato in ballo il cieco solo per vedere cosa ne avrebbe tirato fuori, curioso di scoprirne l'unicità. "Suppongo che se ci rivelassimo le unicità sarebbe poco coerente. Già già" E anche poco divertente.
    "Hai un bastone vedo" Piegò le ginocchia e dalla distanza dove si trovava, giusto qualche passo, ne osservò la fattura, capo inclinato verso sinistra e fare pensieroso. "Vuoi usarlo nel nostro scontro? Ci hai mai picchiato qualcuno o sarebbe la prima volta? Non che sia un problema eh. Neanche io ho mai picchiato un cieco. Abbiamo tutti la nostra prima volta, già già" La disabilità dell'altro non lo metteva a disagio. Qualcuno si sarebbe comportato con più rispetto, con più decoro, con più gentilezza. Non Haru. Haru se ne stava dritto davanti a Norio, a pochi passi, fissandolo con aria incuriosita ed un sorrisone sulle labbra. Bello tranquillo.




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    Haru Yagami
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    Norio Toda
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    Alle prime parole di Haru Norio rimase per un attimo in silenzio, interdetto. Tutto sommato l'altro aveva ragione, ma onestamente non ricordava se nell'invitarlo a quel'allenamento avesse specificato di farlo. Se gli avesse chiesto di chiamarlo con qualche pseudonimo, se ne sarebbe ricordato. Lui però, effettivamente non aveva mai pensato di usarne uno. Avrebbe dovuto iniziare...? Sì incupi' leggermente a quel pensiero, anche se era difficile per Haru vederlo, con gli occhi tenuti chiusi a quel modo a rendere meno accentuate le sue espressioni facciali. L'idea di dover usare uno pseudonimo faceva così... villain di cui si sentiva parlare al telegiornale.
    « ... lo terrò a mente per la prossima volta. Hai qualche preferenza sullo pseudonimo o posso andare di mia fantasia?» ribatté, notando dal rumore dei passi che l'altro stava camminando avanti e indietro. Non lo seguì voltando il capo, limitandosi a piegarlo leggermente di lato
    Non... sapeva ancora bene cosa pensare di quel ragazzo. Non sapeva praticamente nulla di lui tranne il suo nome e il suo far parte di Deep Void, e dai brevi scambi di parole che avevano avuto non era ancora riuscito a inquadrarlo. Da una parte, il modo in cui gli si rivolgeva era estremamente sciolto, quasi strafottente. Dall'altra parte, non poteva che trovare quasi liberatorio quel modo di parlare dell'altro, per una volta. Nessun imbarazzo, niente giri di parole, era quasi rinfrescante sentire qualcuno che non fosse sua figlia o i suoi amici più stretti rivolgerglisi senza farsi nessun problema.
    Fu anche per quello che il commento tranquillissimo dell'altro sull'essere la prima volta che picchiava un cieco gli strappò una mezza risata divertita.
    « Mi preoccuperei del contrario.»
    Insomma, se era in Deep Void e gli aveva proposto quello scontro era ovvio che Haru non fosse esattamente un santo, ma c'era un oceano di differenza tra il commettere un crimine (e quale crimine) e l'andare in giro a picchiare non vedenti per sport. Insomma, voleva pensare che nemmeno un criminale cadesse così in basso.
    Continuò a tamburellare un dito sul bastone, riflettendo e apparentemente noncurante della vicinanza della voce dell'altro.
    In realtà era un po' nervoso; al di là del non sapere cosa poteva fare il quirk dell'altro, averlo così vicino lo rendeva pienamente consapevole che avrebbe potuto colpirlo in qualsiasi momento, fosse anche solo con un semplice pugno, e quell'insicurezza lo metteva a disagio. Ma era ovvio che sarebbe successo, accettando quella proposta.
    « Umm, il bastone, giusto. In realtà pensavo di usarlo, sì.» rispose infine, pacato.
    Poi successero due cose contemporaneamente: la prima fu che Norio meno' improvvisamente una mazzata con il bastone dritto davanti a sé, una spazzata orizzontale a una trentina di centimetri da terra, diretta contro le caviglie del ragazzo. Aveva sentito la sua voce vicinissima, doveva essere dritto davanti a lui. Il colpo non fu nulla di elegante o preciso, ovviamente, doveva solo essere una rapida botta prima di indietreggiare di circa un metro. Se l'avesse colpito, avrebbe saputo che era davanti a lui; se il bastone avesse colpito solo l'aria, allora doveva essersi spostato in qualche modo senza fare il minimo rumore. La seconda cosa fu che, dall'attimo in cui aveva iniziato a muovere il bastone, aveva attivato la sua unicità. Inizialmente non sembrò essere successo nulla, ma mentre indietreggiava iniziò a sentire la curiosa sensazione dei piccolissimi impulsi nervosi a forma di aghi sottili che lasciavano il suo corpo. Iniziarono a fluttuare tutt'attorno a lui, vibrando leggermente e ogni tanto muovendosi a piccoli scatti, in un movimento continuo e ipnotico. Ad Haru sarebbero apparsi che brillavano leggermente al buio, ma di quella luce indiretta simile alle decorazioni luminescenti che si appiccicavano al muro, come quelle piccole stelline che risultavano quasi più visibili con la coda dell'occhio che cercando di fissarle direttamente, o a uno sciame di lucciole visibile a intermittenza. Quella prima definizione gliela aveva data Seki quando era molto piccola , e da allora l'aveva spesso fatta addormentare così, riempiendo la sua cameretta di piccole "stelline" innocue mentre le cantava una ninna nanna.
    Brillavano abbastanza da essere visibili, sì, ma non creavano luce.
    Una luce che non illuminava... o una "oscurità luminosa", a seconda di come la si voleva vedere.
    Gli Hari, aghi, come aveva deciso di chiamarli mentalmente, si sarebbero distribuiti tutt'intorno a lui, a 360' gradi, e dopo quel primo tentativo di attacco che aveva dato ufficialmente inizio a quello scontro, Norio rimase all'erta, in attesa di sentire... qualcosa, sia attraverso l'udito che attraverso i costrutti che aveva evocato, continuando a stringere il bastone con entrambe le mani, impugnandolo in modo che sfiorasse appena il terreno, tenuto quasi in obliquo rispetto al corpo.

    | Villain/Deep Void | #Livello 2 | 45 y/o | © |
    Energia: 100 -10 = 90 | Forza: 016 | Quirk: 037 | Agilità: 022
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    Scheda: Link.

    CITAZIONE
    Status: Illeso

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    - White Cane

    Peso Trasportabile: 2/4

    Tecniche utilizzate:

    ⢃⠼/Hari [Livello 1] [10 + 5 mantenimento]
    L'uso più basilare del quirk. Vengono evocati un gran numero di piccoli costrutti a forma di aghi sottili che vengono inviati tutt'attorno all'utilizzatore, a raggio, ad una altezza di circa un metro e mezzo dal suolo fino ad un massimo di tre metri di distanza. Quando incontrano un bersaglio gli aghi ritrasmettono le sensazioni fisiche provate dal bersaglio all'utilizzatore sotto forma di impulso nervoso, permettendendo in particolare all'utilizzatore di "vedere" per un istante attraverso gli occhi del bersaglio. Sono altrimenti assolutamente innocui ed indolori.
    Effetto: //
    Raggio: Tecnica ad area (360°), 3 metri

    CITAZIONE
    Ok, allora... per evitare il rischio di metagame accidentale da parte mia, ti chiedo il favore di descrivere in modo più accurato possibile in che condizione fisica si trova Haru quando/se viene colpito dai costrutti (il raggio come scritto è 3 metri, l'ho pensato che se si trova a 3 metri da Norio dovrebbe venire colpito), in particolare in che direzione e cosa esattamente sta guardando. (Considera un "impulso" a turno per semplicità)
     
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    "Mmmm" Ci pensò su "Che ne dici di Pinky? E' inglese. Però stai attento con la pronuncia. Se al posto della P pronunci una K esce un'altra parola." Se la ridacchiò, poi tornò un filo serio. "Non ho ancora deciso nulla in realtà. Se hai idee ti ascolto...sorprendimi!" Una bizzarra richiesta ma Haru era un tipo bizzarro. "In cambio io potrei sceglierti il tuo" In quello era bravo. Dare i nomi agli altri, inventare nomignoli e appellativi per le altre persone era facile, meno per quando doveva farlo per se stesso. Forse era perchè diventava schizzinoso e capriccioso su quale nome suonasse meglio, un po come un vestito per una serata speciale lui trovava faticoso trovarsi un nome adatto alla sua persona.
    Norio se la rise alle affermazioni del rosato, quest'ultimo non si unì alla risata, troppo occupato ad aprire il proprio marsupio, tirare fuori l'astuccio e riporre dentro la sigaretta elettronica che mise nuovamente dentro al marsupio. L'ora di fumare era finita. Magari avrebbe continuato dopo. Norio avrebbe potuto udire il rumore di una cerniera che si apriva e si chiudeva, il suono di qualcosa che veniva sganciato e posato con un tonfo leggero in un angolo. Aveva deciso di sfilarsi il marsupio per evitare inconvenienti. Avrebbe dovuto farlo lavare? Si lavavano i marsupi? Nel peggior dei casi lo avrebbe fatto lavare. Si rimise davanti a Norio, tutto sorridente e tranquillo. "Oh, bene, e come..." Qualunque cosa stesse per chiedere venne interrotta e troncata da un "OUCH" bello forte. Più che il dolore era la sorpresa. Non si era aspettato un attacco a tradimento. Purtroppo se l'intento di Norio era quello di farlo cadere aveva fallito. Nello spostarsi di poco si era allontanato, non tantissimo, il legno del bastone lo aveva comunque colpito alla gamba eh, ma non tanto per farlo cadere l'equilibrio, giusto farlo vacillare ma subito riprendere il controllo.
    "Dovevi mirare più in alto se volevi farmi male" La voce era meno squillante di prima, meno giocosa e più seria. Ma di quel serio che sembra finto. Il male glielo aveva fatto però. Sentiva dolore, lì nel punto in cui era stato colpito dal legno. Sicuro l'indomani si sarebbe ritrovato con un livido bello grosso. Sbuffò, alzando solo in quell'istante lo sguardo e notando che tanti piccoli aghi erano nell'aria. Come aveva fatto a non vederli? E per di più lui stava toccando!
    Si ritrasse di un paio di passi, pur urtando alcuni di quei cosi luccicanti. Non sentì dolore da quel tocco. Sembravano solo lucine scure. Era confuso, decisamente confuso. "Quindi il tuo potere sarebbe quello di far apparire lucine?" Domandò, l'incipit di una risata che stava per salirgli dal fondo della gola. Un quirk di luce in mano ad un cieco? C'era da ridere da matti. Si trattenne. Un pizzico di decoro. Una risatina gli sfuggì comunque. "Carine le tue lucine" Ne sfiorò una con il dito prima di tornare a focalizzarsi su Norio. "Ora però...è il momento di renderti il favore, Darkstar"

    Se Norio avesse aguzzato l'orecchio avrebbe potuto sentire un suono. Un suono strano, sottile e quasi impercettibile. Di qualcosa che cresce, diventa lungo e resistente. Poi i passi, uno scattare in avanti. Haru era scattato in avanti, attivando il quirk sulla mano destra e aveva proteso quella stessa mano in avanti nello slancio. Le dita coperte da una sostanza, qualcosa di cristallizato e traslucido: zucchero. Zucchero compattato e affilato in simil artigli. Non erano granchè resistenti ma erano taglienti il giusto per far male a qualcuno. E Haru sembrava intenzionato a dare una bella graffiata al lato destro di Norio.


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    Haru Yagami
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    Gamba sinistra - Danno lieve da botta

    Energia: 100 - 10 = 90

    Sugar Claws [Livello 1] [Costo 10 PE]

    Visto che non sempre si è circondati da caramelle, Haru ha imparato a sfruttare gli zuccheri ingeriti, quelli che compongono il suo corpo. Attingere è difficile, e può risultare faticoso e dannoso se usato in una quantità esagerata, per questo Haru attinge poco alle proprie scorte per creare all'altezza delle unghie dei piccoli spuntoni fatti di zucchero simili ad artigli. Non potranno perforare il metallo ma contro la carne saranno in grado di fare il loro dovere, se usati per colpire i punti giusti.
    Danno/Effetto/Resistenza: Danni Lievi
     
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    Norio Toda
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    Dare lui un soprannome ad Haru? Inizialmente aveva pensato di dare un soprannome qualsiasi - uno valeva l'altro per lui -, ma a quella proposta del ragazzo iniziò ad avere dei dubbi.
    « Non so nemmeno che aspetto hai, non saprei su cosa basarmi.» Lo conosceva troppo poco per trovare un qualche pseudonimo di adatto alla sua personalità, però... ripenso' un attimo all'odore di fumo dolciastro che aveva sentito quando era arrivato. E dal tono di voce, quel modo di parlare così... sfrontato e leggero... umm...
    « "Sweettongue"? O qualcosa di simile, per la tua voce... non sono molto bravo in inglese. Altrimenti "Pinky" mi sta bene.» rispose mentre ascoltava Haru slacciarsi il marsupio e posarlo apparentemente a terra. A quel rumore avrebbe assunto un'aria leggermente pensierosa, aggrottando le sopracciglia; per quanto ne sapeva, in quel momento il ragazzo avrebbe potuto tirare fuori qualsiasi cosa dal borsello e ora magari aveva in mano un coltello, o peggio... quella considerazione aumentò appena il suo nervosismo, ma cercò di restare calmo. Era solo un allenamento di prova dopotutto, non avrebbe mai voluto ferire gravemente un altro collaboratore di Deep Void, giusto?
    ... in sostanza, poteva solo fidarsi dell'altro.
    Lo sentì riavvicinarsi fino a tornare vicinissimo da lui, e in quel momento sarebbe scattato in azione. Avvertì il bastone impattare contro la gamba di Haru con un tonfo morbido a cui si aggiunse l'esclamazione dell'altro, più che di sorpresa che di dolore.
    Farlo cadere non era stato proprio il suo obiettivo, anche se un po' ci aveva sperato, ma non aveva sentito nessun tonfo. La voce di Haru arrivò di nuovo da davanti a lui mentre indietreggiava, e Norio strinse la presa sul bastone con entrambe le mani.
    « ... ne terrò conto, la prossima volta.» ribatté. Dove lo aveva colpito, in effetti...? Restò in attesa di avvertire le prime informazioni provenienti dagli hari: i piccoli aghi gli avrebbero presto dato la risposta, seppur in modo poco convenzionale. Seppe che Haru ne aveva toccato qualcuno quando iniziò a ricevere flash infinitesimali di sensazioni non sue.

    Una mano che tocca uno degli hari senza avvertire nulla, una figura circondato da lampi minuscoli di luce.
    "Carine le tue lucine."


    Norio si sforzo' di rispondere con un sorrisetto mentre tornava in sé, pur dovendo sforzarsi di soffocare l'impulso di ripetere le parole di Haru. Era strano sentire il corpo muoversi e sapere che non è il tuo. Era un po' come il cercare di alternare l'ascoltare due persone diverse che ti parlavano nello stesso momento. Dovevi sempre tenere traccia di chi stava dicendo cosa, e di cosa rispondere ad ognuno senza confondersi. Nel suo caso, non doveva confondere le sue sensazioni con quelle che gli venivano trasmesse dagli aghi. Più facile a dirsi che a farsi. Le immagini che riceveva, in particolare, lo aiutavano ma lo confondevano anche: non era abituato a pensare in termini di immagini.
    « Oh, è così che appaiono? Sono contento siano almeno carine a vedersi.» rispose, pacato. Altri hari sfiorarono Haru mentre sentiva quello strano rumore che non seppe come identificare.

    La gamba sinistra pulsa leggermente prima di muoversi, scattando in avanti. Un rumore simile a uno scricchiolio, la mano destra che si protae mentre Darkstar si fa sempre più vicino


    "Destra" fu l'unico pensiero frenetico che gli attraversò la mente mentre sentiva i passi avvicinarsi - e allo stesso tempo sentiva di essere lui quello che li stava generando-, e fu in quella direzione che provò a muoversi, scartando goffamente di lato.
    Con sua sorpresa, si ritrovò a incontrare proprio gli artigli di Haru che lo graffiarono sul fianco destro, e impiegò qualche secondo di confusione dove si lasciò sfuggire un gemito di dolore a capire il suo errore.
    Si era mosso verso destra, perché attraverso gli occhi di Haru quello era il lato della figura - di sé stesso - che era risultato scoperto dall'attacco, ma nella confusione non aveva considerato che tutto ciò che vedeva attraverso gli occhi di qualcun altro era invertito.
    Il dolore che provò nel sentire quella specie di artigli affilati graffiarlo gli avrebbe impresso bene a mente quella lezione. Cosa aveva fatto di preciso?
    Non era un taglio profondo, ma il bruciore era fastidioso, e sentì un sottile rivolo di sangue iniziare a inzuppargli il primo strato di vestiti. Come avrebbe spiegato quella ferita a Seki?
    Ci avrebbe pensato più tardi, finito quello scontro.
    L'uomo indietreggio' quasi freneticamente, non volendo dare all'altro tempo di attaccarlo di nuovo. Si appoggiò al bastone bianco tenendolo con la mano sinistra, mentre scrollava un paio di volte la mano destra, come a volersi liberare della sensazione di avere gli artigli di Haru sulla mano. Al ragazzo sarebbe sicuramente parso strano come gesto, visto che l'uomo con la mano destra ci aveva solamente retto il bastone, fin'ora, ma a Norio era venuto istintivo. Aveva ancora poca esperienza con il quirk, imparare a gestire quelle sensazioni al meglio avrebbe richiesto tempo... molto tempo.
    «... è un quirk di indurimento, per caso?» chiese dopo essere indietreggiato di nuovo di circa un metro e mezzo. Gli hari lo seguirono passo passo, volteggiandogli attorno e cercando di coprire quanto più spazio possibile tutt'attorno a lui, come un microcosmo di satelliti attorno al proprio pianeta... o ad una stella, in effetti.
    Si ritrovò a soffocare una risata mentre ignorava il dolore del graffio.
    « "Darkstar" mi piace, comunque.»
    "Stella buia"... sì, gli piaceva come suonava. Era perfetto per lui. Per il momento, tanto valeva usare quello come pseudonimo.
    Fu proprio il dolore al fianco al fargli venire un idea. Aveva sperimentato abbastanza con i suoi costrutti da sapere di poterli compattare al punto da diventare solidi, e di poterli usare per "leggere" gli impulsi di chi aveva attorno... ma non aveva mai provato a inviare le sue sensazioni fisiche a qualcun altro.
    L'uomo avrebbe alzato la mano destra, da cui sarebbero usciti altri infinitesimali aghi in gran numero, questa volta però aggregandosi insieme fino a formare la sagoma di un piccolo scudo, un po' più luminoso e inconfondibilmente solido. Lo scudo rimase a fluttuare davanti a sé anche dopo aver abbassato nuovamente la mano lungo il fianco, vibrando leggermente come gli hari, pronto ad essere mosso per cercare di intercettare un altro attacco in arrivo. Poteva cercare di capire dove avrebbe mirato grazie a loro e provare a muovere lo scudo. La mano sinistra invece, che ancora stringeva il bastone, avrebbe picchiettato un paio di volte il terreno con la punta in legno. Avrebbe atteso di sentirlo di nuovo muoversi per imbracciare il bastone con entrambe le mani e sferrare un colpo in avanti, quasi un affondo, per quanto goffo e sferrato... beh, alla cieca, letteralmente.
    Però aveva ascoltato il consiglio di Haru. Aveva mirato più in alto, più o meno all'altezza dello stomaco, o almeno l'altezza a cui immaginava dovesse trovarsi lo stomaco del ragazzo.

    | Villain/Deep Void | #Livello 2 | 45 y/o | © |
    Energia: 100 -10 - 5= 75 | Forza: 016 | Quirk: 037 | Agilità: 022
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    Scheda: Link.

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    - Ferita lieve fianco destro (taglio)

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    Tecniche utilizzate:

    ⢃⠼/Hari [Livello 1] [5 mantenimento]
    L'uso più basilare del quirk. Vengono evocati un gran numero di piccoli costrutti a forma di aghi sottili che vengono inviati tutt'attorno all'utilizzatore, a raggio, ad una altezza di circa un metro e mezzo dal suolo fino ad un massimo di tre metri di distanza. Quando incontrano un bersaglio gli aghi ritrasmettono le sensazioni fisiche provate dal bersaglio all'utilizzatore sotto forma di impulso nervoso, permettendendo in particolare all'utilizzatore di "vedere" per un istante attraverso gli occhi del bersaglio. Sono altrimenti assolutamente innocui ed indolori.
    Effetto: //
    Raggio: Tecnica ad area (360°), 3 metri


    ⡱⣾/Tate [Livello 1] [10]
    Un costrutto a forma di scudo contenente impulsi nervosi dell'utilizzatore viene emanato dal corpo e rapidamente solidificato. Ha forma e dimensione di un normale buckler, e può essere evocato a diverse altezze per tentare di proteggere svariate parti del corpo. Le dimensioni si aggirano intorno ai 50-60 cm di diametro.
    Se distrutto a distanza ravvicinata o tramite contatto fisico, lo scudo rilascia violentemente l'impulso nervoso che lo componeva contro chi lo ha distrutto, facendo provare per un attimo al responsabile il dolore delle stesse ferite presenti sul corpo dell'utilizzatore.
    La sensazione dura solo un istante e non infligge vere ferite, ma può essere utile per guadagnare un attimo di tempo e tentare di allontanarsi.
    Ovviamente, se lo scudo viene distrutto a lunga distanza o l'utilizzatore è illeso, si scomporrà semplicemente.
    Effetto: Protegge da danni Lievi
     
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    "Uh, già" Si grattò il mento con fare pensieroso, forse ricercando uno pseudonimo più fantasioso e più intrigante ma non sembrò venirgli in mente niente di particolare. Si sarebbe dovuto accontentare di quello appena trovato. "Uh!" Sweetongue. Non era male, non se lo sentiva proprio, lo sentiva addosso come un vestito preso in prestito in fretta e furia ma per quella serata poteva andar bene. "Fai tu, Sweetongue, Pinky, quello che ti suona meglio sulla lingua. In futuro ci lavorerò su." Sembrava una promessa la sua.
    Non conosceva bene la persona che aveva davanti. Norio non sembrava pericoloso, e per quanto Deep Void non cercasse esclusivamente gente che mena le mani, Haru era comunque curioso di vedere cosa avrebbe fatto in una determinata situazione quell'uomo. Si sarebbe rivelato violento? Si sarebbe rivelato un codardo? Avrebbe mantenuto un decoro nello scontro, attenendosi a regole mai scritte? Così tante possibilità facevano venire l'acquolina in bocca. Era davvero curioso di vedere come andava a finire. Già la bastonata alla gamba lo aveva colto di sorpresa, chissà cos'altro aveva in serbo per lui.
    Agitò un poco la gamba, non contento del dolore pulsante, ma evitò di lagnarsene troppo. Anche perchè non voleva dare vantaggi uditivi eccesivi all'avversario. Tenere la bocca chiusa per un po non gli avrebbe fatto male. Haru non stava prestando attenzione alle lucine di Norio, visto che non sembravano far male le sfiorava, pur restando dubbioso sul loro utilizzo non poteva evitarle tutte se voleva avvicinarsi a Norio Darkstar per attaccarlo.
    Provò una piacevole sensazione, proprio all'altezza dello stomaco, un piacere bizzarro che scaturì dal vedere il sangue dell'altro sugli artigli di zucchero. Bianco e rosso. Brividi. Che bella sensazione.
    Inclinò il capo, sorridendo nel vedere il colpo andato a segno. Il fianco dell'avversario era ferito, non una ferita profonda, poco più di un graffio ma aveva lasciato il segno. Schioccò la lingua contro il palato. "Forse si, forse no" Rispose così al chiedere sul quirk. Il proprio quirk era particolare. Per ora non ne aveva ancora scoperto appieno le potenzialità, anche se aveva in mente una o due idee da sviluppare con il tempo. Nulla che volesse mostrare all'altro. Afferrò gli artigli della mano destra con la mano sinistra, attento a non tagliarsi. Il colpo li aveva incrinati, ne scorgeva le crepe sulla superfice. Non erano ancora perfetti per attacchi simili. Scrocchiarono tra loro, spezzandosi e staccandosi dalle sue unghie fino a ridursi in simil polvere compatta nel palmo della sinistra. Ne rimase qualche pezzettino ma si sarebbe tolto dopo.
    "Oh, vedo che anche tu hai un tuo piccolo scudo" Non potè fare a meno di notare quella cosa. Un ammasso delle lucine compattate in un simil scudo fluttuante. "Quindi è a questo che servono le lucine? Da sole a niente e unite fanno le cose?" Se ci aveva preso potevano rivelarsi utili. Sempre se erano fisiche.
    Si mosse in avanti, i gomiti e i fianchi che urtarono gli hari, al passaggio. La gamba sinistra che faceva per alzarsi, forse per dare un calcio, ma non arrivò mai a farlo. Il bastone di Darkstar gli piombò in pancia con un affondo, facendolo piegare in avanti. Magari Haru aveva una tendenza masochista, visto che si stava facendo picchiare così facilmente. "Gh" Meno male che non aveva mangiato. Quel colpo gli avrebbe fatto vomitare tutto. Indietreggiò veloce, tenendosi lo stomaco con la mano destra e massaggiandosi un poco l'addome. "O-ok. Q-questo l'ho sentito" Tossì un poco. Prendersi un affondo in pancia non doveva essere piacevole. Eppure sorrise lo stesso. Era lontano sei-setti passi ora, lontano dalla portata del bastone, anche se qualche lucina era ancora a portata. Alzò la mano sinistra, altezza del petto, mano chiusa. Braccio inarcato all'indietro e lancio a piena potenza! "Attento al ginocchio destro" Avvisò prima di lanciare.
    Peccato che aveva mirato alla spalla e non al ginocchio.
    Lo zucchero dei fu artigli era stato compattato nella mano, come quando si compatta della neve in una palla di neve grezza così aveva fatto anche lui. I fu artigli erano stati compattati per bene e, grazie al quirk di Haru, erano diventati solidi come pietra oltre che ad essersi ingranditi fino a diventare della grandezza di una palla da baseball. Una palla da baseball di marmo che sembrava essere diretta alla spalla del povero malcapitato.


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    Haru Yagami
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    | FORZA: 20
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    Gamba sinistra - Danno lieve da botta
    Pancia - Danno lieve da botta

    Energia: 90 - 10 = 80

    Hard Candy [Livello 1] [Costo 10 PE]

    Gli zuccheri del bersaglio vengono compattati andando ad irrobustire ed ingrandirne la massa, seppur non in maniera. L'oggetto diventa quindi grosso e robusto quanto un piccolo blocco di marmo, e a seconda del volere dell'utilizzatore questo piccolo blocco può essere usato come scudo per parare/intercettare un attacco o anche essere scagliato addosso ad un avversario.
    Danno/Effetto/Resistenza: Lievi - Raggio 2 metri
     
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    Norio Toda
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    << Vada per Sweetongue, allora.>>
    Per essere un soprannome usa e getta da usare sul momento, Haru stava spendendo svariato tempo a pensarci su. Durante i primi istanti dello scontro e dopo il gemito di dolore peró, il ragazzo divenne insolitamente silenzioso. O almeno, aveva parlato decisamente di piu' prima di iniziare effettivamente a combattere. Voleva fare meno rumore possibile per non farsi individuare? Strategia interessante che avrebbe anche funzionato, ma gli hari lo avrebbero aiutato in quella circostanza, almeno finché restava nel loro raggio d'azione. Al di fuori di quello, era effettivamente cieco, e gli aghi fatti di impulsi nervosi non potevano comunque dirgli tutto. Anche se poteva cogliere stralci di ció che sentiva e in particolare vedeva l'obiettivo, capire bene cosa significavano quelle immagini era una questione completamente diversa. Valutare le distanze visivamente, ad esempio, per lui era un problema, non avendone nessun concetto o esperienza. Sapeva che i suoi impulsi potevano spingersi fino ad un certo limite, ma anche utilizzando le immagini ricevute da qualcuno, non avrebbe saputo dire quanto lontano era qualcosa che quel qualcuno stava fissando. Era qualcosa che la sua mente non aveva mai dovuto gestire, e perció non sapeva come interpretare.
    Haru riprese parola solo dopo quel breve scambio di colpi, evitando di rispondere direttamente sul quirk; ovvio che non volesse rivelare le sue capacitá all'avversario, come d'altronde stava facendo lui stesso. Sentí uno scricchiolio secco, di qualcosa che si spezza: erano stati gli artigli? Forse erano affilati, ma relativamente fragili. Appuntó mentalmente quel dettaglio mentre evocava lo scudo.
    << Anche tu...?>> chiese, inclinando appena il capo di lato, incuriosito da quella scelta di parole. Voleva dire che aveva indovinato ed era un qualche tipo di quirk prettamente difensivo, pur potendo generare anche artigli per attaccare? Gli hari non gli avevano trasmesso nessuna sensazione particolarmente strana di indurimento, ma per quanto ne sapeva poteva essere un loro limite. Forse non erano in grado di trasmettergli sensazioni fisiche che per il bersaglio erano normali... anche se quella volta all'ospedale, quando li aveva evocati in pubblico, ricordava chiaramente il senso di vertigine improvvisa e nausea provata quando avevano sfiorato una delle infermiere che aveva una lunga coda, nel sentire improvvisamente il suo equilibrio sbilanciarsi per quell'arto che non era suo. Di nuovo, aveva ancora troppa poca esperienza nell'usarli per poterne trarre qualche conclusione.
    << Forse sí, forse no. >> rispose con un sorrisetto enigmatico, imitando le parole dell'altro di poco prima.
    Senti i passi di Sweetongue avvicinarsi di nuovo, sfiorando altri hari mentre si muoveva.
    Seppe dal gemito che si lasció sfuggire e dalle sensazioni ricevute che il suo affondo con il bastone era andato a segno.

    Dolore allo stomaco, piegato in due, il fiato mozzato e lo sguardo basso, a fissare nient'altro che il pavimento.


    << Rrngh >>
    Era durata solo un attimo, ma il dolore trasmessosi dagli hari era bastato a strappare anche a lui un gemito e una smorfia di dolore. Non era il suo dolore, non era vero... ma per quegli stralci di impressioni, lo sentiva come fosse proprio. Senti Haru tossire e fece strusciare il bastone davanti a se sul pavimento in un semicerchio, senza incontrare nulla. Doveva essersi allontanato. Si preparó a sentirlo muoversi di nuovo, immaginando dovesse avvicinarsi per attaccare. Sembrava essere un quirk basato sulla corta distanza, eppure l'esclamazione successiva di Haru lo sorprese.
    Innanzitutto, perché avvertirlo di un attacco in arrivo? Non gli aveva certo rivolto quella cortesia, poco prima, e dubitava avesse improvvisamente avuto pena per lui. Ma soprattutto, non lo aveva sentito muoversi. Gli hari vorticarono cercando quasi famelici il loro bersaglio, Norio che istintivamente cercó di ricevere un flash infinitesimale dall'avversario per capire cosa stava succedendo. L'immagine arrivó, ma non gli fu di alcun aiuto. Vide solo sé stesso, lontano(quanto? Sicuramente piu' del bastone), e un attimo dopo una fitta di dolore -questa volta suo- gli attraversó la spalla destra. Qualcosa di duro lo aveva colpito con forza, e la spalla inizió a pulsare leggermente. Almeno non era uscito sangue. I lividi poteva nasconderli sotto i vestiti, il sangue un pó meno.
    << Puoi attaccare anche a distanza...? >> boccheggió. Allora non era solo un quirk di indurimento, a meno che non potesse... sparare frammenti della sua corazza, o qualcosa di simile. Lo scudo non si era mosso in tempo, non avendo visto -ah- arrivare l'attacco, ed era rimasto a fluttuare a mezz'aria davanti a lui. Con un cenno del capo, lo mosse fino a farlo quasi aderire al suo petto, a proteggere la parte piu' importante del corpo. Doveva contrattaccare, difendersi, il problema peró era mirare e riuscire a colpirlo a quella distanza, ma aveva una mezza idea di come fare.
    Norio scattó in avanti di qualche passo, il bastone stretto nella mano sinistra tenuto leggermente in obliquo davanti a sé. Per avere qualche possibilitá di successo, doveva perlomeno chiudere un po' la distanza.
    Alzó la mano destra e distese il braccio, puntandolo nella direzione approssimativa di dove pensava si trovasse Haru. In realtá si ritrovó a mirare un pó piú a destra, e sembrava quasi star indicando qualcosa alle spalle del ragazzo. Poi attese. Al flash successivo inviatigli dagli hari, l'uomo si sarebbe mosso di scatto, girando il braccio finché-

    - il braccio era puntato verso di lui.


    - il braccio non si ritrovó puntato verso Haru. Poi dalle mani iniziarono a fuoriuscire nuovamente quelle che Sweetongue aveva ormai battezzato lucine. Si addensarono attorno alla mano dell'uomo e presero forma, allungandosi e solidificandosi. La mano destra si chiuse attorno all'oggetto nella forma inconfondibile di una mano che stringe un grilletto, e un attimo dopo la comparsa della lunga canna di un fucile antiquato completó l'apparizione del costrutto. In realtá, l'unica parte davvero solida era il grilletto, e solo perché era ció a cui istintivamente aveva pensato all'idea di dover 'sparare' qualcosa. Premette il grilletto e il fucile si dissolse senza emettere un suono, l'impulso nervoso che lo aveva generato ora lanciato verso il ragazzo. Se fosse andato a segno, Haru avrebbe avvertito un fortissimo fischio nelle orecchie, un boato assordante al punto da coprire qualsiasi altro suono, perfino la sua stessa voce. Subito dopo aver sparato, gli hari si sarebbero ritratti addensandosi vicino alla forma di Norio, cosí fitti da far sembrare quasi che la stessa figura dell'uomo fosse diventata intermittente, come se, contrariamente a quanto avevano fatto fino ad ora, non volessero assolutamente toccare il ragazzo in quel momento.

    | Villain/Deep Void | #Livello 2 | 45 y/o | © |
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    Peso Trasportabile: 2/4

    Tecniche utilizzate:

    ⢃⠼/Hari [Livello 1] [5 mantenimento]
    L'uso più basilare del quirk. Vengono evocati un gran numero di piccoli costrutti a forma di aghi sottili che vengono inviati tutt'attorno all'utilizzatore, a raggio, ad una altezza di circa un metro e mezzo dal suolo fino ad un massimo di tre metri di distanza. Quando incontrano un bersaglio gli aghi ritrasmettono le sensazioni fisiche provate dal bersaglio all'utilizzatore sotto forma di impulso nervoso, permettendendo in particolare all'utilizzatore di "vedere" per un istante attraverso gli occhi del bersaglio. Sono altrimenti assolutamente innocui ed indolori.
    Effetto: //
    Raggio: Tecnica ad area (360°), 3 metri

    ⡕⠮⢝⢷⡘/Tanegashima [Livello 1] [15]
    L'utilizzatore evoca per un attimo attorno alla propria mano un costrutto a forma del classico archibugio giapponese del 1500 (Oda Nobunaga ne era un grandissimo appassionato) ed esplode un colpo. Il proiettile è silenzioso e viaggia in linea retta fino ad un massimo di un metro e mezzo di distanza. Chi ne viene colpito avverte tuttavia un fortissimo fischio nelle orecchie ed è incapace di sentire qualsiasi altro suono per qualche istante, neppure la propria voce, diventando di fatto sordo.
    Effetto: Stordimento lieve (1 turno)
    Raggio: Tecnica di status(linea retta), 1,5 metri
     
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    Ci aveva speso parecchio tempo sullo pseudonimo. Il perchè? Semplicemente perchè Haru aveva un fare un filo da diva, uno che vuol far spettacolo anche quando non c'è nessuno a poterlo vedere, all'infuori di se stesso. Un pizzico di vanità non poteva far poi male in fondo. Così come si deve andare ad una serata con una ragazza ben vestiti, bisogna anche scegliere uno pseudonimo adeguato quando si va ad affrontare qualcuno. Anche se in entrambi i casi potresti non rivedere la persona con cui hai passato la serata, l'etichetta imponeva di lasciar il segno.
    Sorrise quando l'altro parve studiare le parole che aveva gettato. Tendeva a parlare troppo, la gente se ne lamentava, ma era solito far uscire le parole che voleva lui anche quando pareva gli fossero scappate dalla bocca. "Oh, forse tenere la bocca chiusa durante lo scontro. Non penso che un avversario si metta a parlare come nei manga durante uno scontro." Fece un passo, lento e silenzioso, attento a non fare troppo rumore con la suola della scarpa. Per fortuna non era nulla di pesante, solo una suola di gomma. Se avesse indossato gli stivali avrebbe fatto un frastuono orrendo. A ben pensarci tanti suoni avrebbero potuto destabilizzare l'avversario, magari ci avrebbe fatto un esperimento o due in futuro. "Trovati delle battute tue 🍬"
    Il tono che gli uscì era diverso. Stranamente teatrale. Effettivamente quel tono di voce era stato il frutto di un furto, anche se modificato per la sua voce. Non era sicuro da dove lo avesse preso però. Forse da un qualche video su internet? Poca importava. Dava una bella sensazione alle corde vocali, alla lingua che schioccava contro il palato. Forse avrebbe dovuto usarlo più spesso per le sue nottate scatenate.

    Scosse il capo, tornando concentrato. Lo aiutò l'essere stato preso a bastonate in pancia.
    La palla da baseball da zucchero duro colpì l'avversario, ignorando le difese dello scudo e sorpassandole per sbattere contro la carne del malcapitato. Quasi esultò ma si trattenne. Poco rumore, doveva ricordarselo. "Sono un tipo creativo, non lo nego." Si passò la mano sulla pancia, sforzandosi nel fare un inchino verso l'altro e sorrise, fissandolo attentamente. Mosse un passo, attento, elegante. Lo sguardo sempre fisso sull'uomo dinanzi a se. Doveva aspettare il momento giusto. Si fermò, immobile, quando lui puntò verso la sua direzione. Si immaginò una lancia scattare verso di lui, una lancia tutta fatta di luci, ma non successe. Rimase per un istante bloccato, come un cervo illuminato dai fanali di un automobile. Poi si mosse in avanti, preparandosi a colpire. E in quel momento...bum.
    Il cieco lo puntò, in qualche modo lo vedeva? Aveva fatto rumore? Pensava di no. Era sicuro di no. Forse lo spostamento d'aria? Non riuscì a pensarci molto. Le lucine si addensarono e si chiusero in una forma precisa: quella di una canna di un fucile. Vide l'uomo muovere il dito, premere il grilletto. Haru era sbilanciato, non poteva tornare indietro. Si bloccò a metà strada, stava per buttarsi di lato quando si sentì colpire. Niente dolore, niente bruciore, niente sparo che si propaga nell'aria come uno scoppio. Niente. Poi dopo un istante, dopo un millesimo di secondo l'essere stato colpito sentì un fischio allucinante nelle orecchie. Indietreggiò, tenendosi le mani sui timpani, sui poveri timpani che stavano patendo quello strazio. Colto impreparato indietreggiò frastornato, non conscio di cosa l'altro gli avesse fatto. "Ma che cavolo?" La voce gli uscì ovattata, anche se il tono di voce con cui parlò era abbastanza alto la voce non raggiunse chiaramente l'orecchio, il suono della voce occultato da quello del fischio. "Che cavolo mi hai fatto? Fai anche suoni oltre che luci?" Tutto quello lo disse, lo sentì sulle labbra, sulla lingua, ma non sentì un accidente. E cavolo se era brutto non poter sentire il suono della propria voce.

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    Haru Yagami
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    Studiò con attenzione il punto da cui sentiva provenire la voce di Sweetongue, cercando di capire la sua posizione e se si stava muovendo, tra un flash e l'altro portatogli dagli hari.
    « No, infatti... meglio risparmiare il fiato, vero?» ribatté, continuando a puntellare appena il terreno con il bastone stretto nella mano sinistra. Anche se stava cercando di non fare rumore, ormai il ragazzo sembrava aver dato per scontato che le "lucine" erano innocue, e sembrava ignorarle. Arrivare a capire solo da quelle cosa faceva il suo quirk era piuttosto difficile se non impossibile, visto che chi ne veniva colpito non avvertiva nulla, e nel pensare a possibili applicazioni difensive Norio aveva deciso di contare su quell'effetto sorpresa. Seppe che il suo colpo di "fucile" (per quanto in realtà il fucile fosse solo un dettaglio decorativo) era andato a segno quando udì Haru esclamare sorpreso. L'uomo inclino' leggermente il capo di lato in direzione di Haru; la mano sinistra reggeva placidamente il bastone mentre la destra si infilò nella tasca della giacca, frugandovi dentro per un attimo.
    « Luci, suoni, tatto... possono fare molte cose.» rispose con calma, sapendo benissimo che l'altro non avrebbe sentito nulla. Magari sapeva leggere le labbra, chissà, ma di lì ad un attimo anche quello non gli sarebbe servito. Sfilò l'oggettino che aveva tenuto in tasca fino a quel momento, il fumogeno, e lo fece cadere davanti a sé, a metà strada tra lui e Sweetongue. Il sibilo proveniente dal piccolo cilindro e l'odore acre di fumo gli annunciarono che il fumogeno doveva essere esploso come sperava. Ovviamente non sapeva quanto era fitto il fumo, ma gli era stato detto che in teoria doveva esserlo abbastanza da ridurre la visibilità nel raggio di un paio di metri. Quello, per lui, non era un problema; si mosse leggermente in avanti e di lato, verso sinistra, cercando di cogliere di sorpresa il ragazzo ora che era privo sia della vista che impossibilitato a sentire il rumore dei suoi passi che si avvicinavano.
    Haru era più giovane, più in salute e dai riflessi più pronti, così come lo sarebbero probabilmente stati tutti i suoi eventuali nemici.
    Se doveva trovarsi a combattere in una situazione di svantaggio, l'unico modo che aveva per cavarsela era portare l'avversario nelle sue stesse condizioni, destabilizzarlo e stordirlo, rendere la sua disabilita' non un punto di forza - non lo sarebbe mai stato -, ma almeno qualcosa che poteva sfruttare a suo vantaggio. Fosse anche solo facendo abbassare la guardia all'avversario confondendolo con le sue innocue "lucine".
    Imbraccio' nuovamente il bastone con entrambe le mani, questa volta portando entrambe le braccia all'indietro per caricare un colpo. Non un affondo in avanti simile ad un colpo di lancia come prima, ma una spazzata a tutta forza con il bastone verso il fianco destro dell'avversario, deciso a infliggergli un colpo nello stesso punto in cui il taglio sul fianco continuava a bruciare leggermente. Poteva solo approssimare più o meno la sua posizione dall'ultimo flash che aveva ricevuto, ma contava nel raggio del bastone per sopperire a quella mancanza, anche se non l'avesse preso in pieno. Gli hari vorticavano attorno al suo corpo tenendosi il più vicini possibili;se avessero toccato il ragazzo in quel momento, si sarebbe ritrovato cieco e sordo, fosse anche solo per qualche istante, e il suo orecchio era l'unico senso su cui poteva davvero fare affidamento in quel momento.

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    ⢃⠼/Hari [Livello 1] [5 mantenimento]
    L'uso più basilare del quirk. Vengono evocati un gran numero di piccoli costrutti a forma di aghi sottili che vengono inviati tutt'attorno all'utilizzatore, a raggio, ad una altezza di circa un metro e mezzo dal suolo fino ad un massimo di tre metri di distanza. Quando incontrano un bersaglio gli aghi ritrasmettono le sensazioni fisiche provate dal bersaglio all'utilizzatore sotto forma di impulso nervoso, permettendendo in particolare all'utilizzatore di "vedere" per un istante attraverso gli occhi del bersaglio. Sono altrimenti assolutamente innocui ed indolori.
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    Raggio: Tecnica ad area (360°), 3 metri
     
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    Non sentiva, il fischio glielo impediva. Pareva il suono di una teiera, quelle per il tè, quando iniziano a fischiare per segnalare che è pronto e che va tolta dal fuoco se non si vuole avere guai. Ecco la situazione di Haru, solo che lui non poteva togliere la teiera dal fuoco perchè di teiere non ce ne erano.
    Aveva sottovalutato Darkstar, non aveva immaginato che potesse usare il quirk anche per creare suoni ma in effetti come poteva anche solo pensarlo? In un mondo di quirk le possibilità sono infinite e non era possibile prevederle tutte. Almeno riusciva a vedere dai.

    Il fischio si attenuò il giusto per permettergli di concentrarsi sul presente. Ora non era più tanto stordito come prima. Non ci sentiva bene ancora, il fischio rimaneva nell'orecchio seppur non forte come era stato in precedenza. "Ammetto che le tue lucine..." Non terminò la frase che Darkstar sfilò un oggettino e lo fece cadere a terra dinanzi a lui. Un gesto veloce, così tanto che ci volle un secondo o due per metterlo a fuoco. Un cilindro, un oggetto strano, e poi il fumo. "Bum!" Capì Haru e provò ad allontanarsi. L'oggettino esplose, nulla di pericoloso, solo un fumogeno. E anche la vista ciao.

    Fumo grigio riempì l'aria, denso e scuro, ben diverso da quello piacevole e profumato che si stava bellamente assaporando poco prima dell'arrivo. Ora l'aria puzzava pesantemente ancor più di prima. Tossì un poco, il naso e i polmoni in piena protesta. "Ti manderò il conto della lavanderia" Perchè col cavolo che si rimetteva gli stessi vestiti puzzolenti di fumogeno senza una buona lavata. Probabilmente avrebbe optato per buttarli via direttamente e comprarsene di nuovi.

    Cercò comunque di stare all'erta. Ora il cieco era nel suo territorio. Quindi doveva stare attento. Se solo quel fischio non fosse stato così persistente avrebbe potuto provare a prevedere i colpi dell'altro con l'udito. L'unica cosa che poteva fare era muoversi, continuare a muoversi, continuare a guardarsi attorno e...fiiuu. Il bastone lo mancò di un centimetro. Per istinto ispirò rumorsamente, mandando indentro la pancia per evitare di essere colpito allo stomaco...di nuovo.
    "Giochi sporco eh?" Parlò con un tono a metà tra l'infastidito e il divertito. "Mi piace" Ehi, stava tornando l'udito!

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    Haru Yagami
    VILLAIN » LIVELLO #2
    | FORZA: 20
    | QUIRK: 35
    | AGILITÀ: 20





    Status:

    Gamba sinistra - Danno lieve da botta
    Pancia - Danno lieve da botta


    Energia: 80
     
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    Norio Toda
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    Nonostante fosse al momento privo dell'udito Sweetongue non sembrava aver perso la parlantina. Lo udì iniziare a tossire quando lanciò il fumogeno, il fumo acre che infastidiva naso e bocca. Strano, da uno che apparentemente fumava, pensava ci fosse abituato. Norio stesso sentiva il naso pizzicare leggermente per l'odore acre del fumo, ma avrebbe potuto provare a usare la cosa per capire dove finiva il raggio d'azione del fumogeno, immaginando che l'avversario avrebbe cercato di recuperare la vista il prima possibile.
    « Potrei dire lo stesso per te. Il tuo conto sarà più salato del mio, il sangue è difficile da rimuovere.» commentò in risposta, alludendo alla camicia che gli aveva strappato poco prima con quell'artiglio e alla macchia di sangue che presumibilmente gli aveva sporcato la camicia altrimenti immacolata.
    Ovviamente non era serio, anche se si fosse diretto ad una di quelle lavanderie a gettoni aperte 24 ore su 24, non poteva correre il rischio che ne rimanesse una qualche minima traccia e che Seki se ne accorgesse mentre faceva il bucato e facesse domande. Il non poter sapere se i vestiti erano effettivamente puliti era un altro piccolo problema con cui aveva imparato a convivere, ma se per il cibo bastava fare attenzione a non macchiarsi e poteva sempre chiedere, le macchie di sangue erano un po' più difficili da spiegare. Avrebbe fatto prima a buttare quella camicia appena tornato a casa, dubitava di poter spiegare un taglio del genere con "ho sbattuto da qualche parte".
    Il bastone mancò il suo obiettivo, ma la voce di Sweetongue era vicinissima, doveva averlo mancato per poco. Gli era tornato l'udito, o era ancora assordato? Decise di correre il rischio e mandò nuovamente gli hari tutt'attorno a sé, cercandolo, diffondendo i piccoli aghi traslucidi in mezzo al fumo.
    Ovviamente non avrebbe visto granché in quel momento, ma poteva cercare di combinare i suoi sensi con quelli dell'avversario per localizzarlo. Strinse il bastone nella mano sinistra e piegò leggermente le gambe, a sua volta all'erta. Per lui non era cambiato molto dall'inizio dello scontro, e cercò di captare il rumore dei passi dell'altro. Oppure, se riusciva a farlo parlare...
    « Giocare sporco?» ribatte', con una mezza risata divertita.
    « Stiamo solo giocando alla pari ora.» aggiunse.
    C'era la differenza che lui ci era abituato e Haru no, ma in compenso se l'avversario non vedeva il suo stesso quirk perdeva un po' di utilità, quindi per lui le cose si bilanciavano.
    Si aspettava un attacco del ragazzo da un momento all'altro, o che cercasse di uscire dalla nuvola di fumo. Non aveva modo per impedirglielo (poteva bloccare qualcuno con il suo quirk? Avrebbe dovuto pensare a qualcosa), perciò decise di approfittare il più possibile degli istanti in cui il fumo era presente per tenerlo il più possibile sotto pressione.
    Alzò la mano destra che non reggeva il bastone e la puntò nella direzione in cui aveva sentito vicinissima la voce di Sweetongue. Altri hari sarebbero emersi dalla punta delle dita, di nuovo aggregandosi e solidificandosi fino a formare questa volta un ago più grande, quasi un punteruolo, che avrebbe scagliato in linea retta, spostando leggermente il fumo al suo passaggio.

    | Villain/Deep Void | #Livello 2 | 45 y/o | © |
    Energia: 50 - 5 - 10 = 35 | Forza: 016 | Quirk: 037 | Agilità: 022
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    Scheda: Link.

    CITAZIONE
    Status:
    - Ferita lieve fianco destro (taglio)
    - Ferita lieve spalla destra (contusione)

    Equip:
    - Smoke Bomb x1 (Turno:2/3), raggio 2 metri
    - White Cane

    Peso Trasportabile: 2/4

    Tecniche utilizzate:

    ⢃⠼/Hari [Livello 1] [5 mantenimento]
    L'uso più basilare del quirk. Vengono evocati un gran numero di piccoli costrutti a forma di aghi sottili che vengono inviati tutt'attorno all'utilizzatore, a raggio, ad una altezza di circa un metro e mezzo dal suolo fino ad un massimo di tre metri di distanza. Quando incontrano un bersaglio gli aghi ritrasmettono le sensazioni fisiche provate dal bersaglio all'utilizzatore sotto forma di impulso nervoso, permettendendo in particolare all'utilizzatore di "vedere" per un istante attraverso gli occhi del bersaglio. Sono altrimenti assolutamente innocui ed indolori.
    Effetto: //
    Raggio: Tecnica ad area (360°), 3 metri

    ⠷⣨⢆⡑⠌/Fukiya [Livello 1] [10]
    L'utilizzatore genera un piccolo dardo solido appuntito dal palmo della mano e lo spara in linea retta. Essendo solido, può infliggere danno e penetrare eventualmente superfici relativamente fragili. Il vantaggio maggiore è costituito dal mimetizzarsi facilmente con gli Hari che vengono continuamente emessi dall'utilizzatore, ma ad una occhiata più attenta risulta più grande e, essendo solido, leggermente più luminoso e non può arrivare altrettanto lontano.
    Effetto: Infligge danni lievi (taglio/perforazione)
    Raggio: Tecnica a distanza (linea retta), 2 metri
     
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    Haru era abituato a respirare fumo buono, dolce come lo definiva lui, l'esatto opposto di quello che stava respirando ora tutto denso e sporco. Tutto sommato delle munizioni del genere sarebbero tornate utili in situazioni particolari, magari ci avrebbe fatto un pensierino per dopo. "Tanto non ti stava neanche tanto bene, fai prima a comprartene una nuova" Ribadì al dire dell'altro. Il fischio diminuiva sempre di più nelle orecchie, ora l'unico problema era la vista offuscata ma anche quello non sarebbe stato un problema una volta uscito dal banco.
    Darkstar sembrava desideroso di colpirlo con il bastone e Haru non aveva la minima intenzione di saggiarne la consistenza per la terza (o quarta?) volta della serata. Le lucine dell'avversario tornarono ad allargarsi, lui le vide a malapena, tutto concentrato a guardare dinanzi a se. Intravide la figura di Darkstar, più che la figura la sagoma avvolta nel fumo scuro, pareva un'ombra di quelle che si vedono nei film vecchi. La vide muoversi, piegarsi di poco con le gambe e poi lo sentì parlare. Non era sicuro che giocare alla pari volesse dire che uno cieco rendesse l'altro cieco e sordo ma evitò di dirlo ad alta voce. Il fumo si muoveva, rendendo difficile individure attentamente la posizione dell'avversario, per cui iniziò a indietreggiare piano piano, sempre con il busto rivolto verso il punto in cui era apparso per l'ultima volta Darkstar. Sempre attento a non far rumore.
    Eppure successe qualcosa. Non capì subito cos'era successo ma sentì il peso della spalla farsi all'indietro, colpito come da qualcosa di affilato. Indietreggiò di un passo e sentì qualcosa di caldo scivolare sulla pelle. Sangue. Non c'era bisogno di controllare per capire che era stato ferito. Il dolore che seguì il caldo liquido era la prova. Guardò, più per istinto che per altro, la ferita. C'era un taglio, non profondo, che strappava il lembo di tessuto che connetteva la manica alla spalla. E si stava sporcando di rosso. Pareva che qualcuno gli avesse lanciato un coltello e questi avesse tranciato in linea retta quello che aveva trovato. "Cazzo!" Si ritrovò a pensare a denti stretti. Sbuffò, per nulla contento di essere stato ferito in quel modo. Un passo, due passi, scattò in avanti, là dove era partito il colpo. Darkstar doveva essere lì vicino, lo aveva notato, la sua sagoma, la sua ombra. Se si fermava troppo a pensare avrebbe rischiato di perdere l'occasione di colpirlo e si sarebbe esposto ad un secondo attacco. Gli artigli uscirono nuovamente sulle sue dita e colpì. Alla cieca, da destra verso sinistra, altezza pancia come se volesse sventrare qualcuno con quegli artigli zuccherati. Ci sarebbe riuscito?

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    Haru Yagami
    VILLAIN » LIVELLO #2
    | FORZA: 20
    | QUIRK: 35
    | AGILITÀ: 20





    Status:

    Gamba sinistra - Danno lieve da botta
    Pancia - Danno lieve da botta
    Spalla sinistra - Danno lieve da lacerazione

    Energia: 80-10=70


    Sugar Claws [Livello 1] [Costo 10 PE]

    Visto che non sempre si è circondati da caramelle, Haru ha imparato a sfruttare gli zuccheri ingeriti, quelli che compongono il suo corpo. Attingere è difficile, e può risultare faticoso e dannoso se usato in una quantità esagerata, per questo Haru attinge poco alle proprie scorte per creare all'altezza delle unghie dei piccoli spuntoni fatti di zucchero simili ad artigli. Non potranno perforare il metallo ma contro la carne saranno in grado di fare il loro dovere, se usati per colpire i punti giusti.
    Danno/Effetto/Resistenza: Danni Lievi
     
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    Norio Toda
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    La risposta di Sweetongue lo colse abbastanza in contropiede, tanto che per un attimo non seppe cosa rispondere. Eccola di nuovo lì, quella sfacciataggine e franchezza che sembrava tipica del ragazzo.
    « Beh... non è qualcosa che è educato dire ad alta voce, fosse anche vero.» borbottó infine. Faceva del suo meglio per vestirsi bene e apparire curato, ma ovviamente sull'effetto finale poteva solo affidarsi al giudizio delle persone attorno a lui. E Seki aveva sempre detto che quell'outfit gli donava. Fortunatamente era una semplice camicia bianca, facile da sostituire. Chissà che aspetto aveva in quel momento; probabilmente aveva i capelli in disordine, come minimo. Altra cosa a cui avrebbe dovuto rimediare prima di tornare a casa, in teoria il massimo che aveva fatto quella sera era stato suonare il pianoforte, e non picchiarsi illegalmente in un magazzino abbandonato appartenente ad una organizzazione criminale.
    Sweetongue non rispose alla sua provocazione, sembrava aver saggiamente deciso di tenere la bocca chiusa per non rivelare la sua posizione. Non riusciva nemmeno a sentire i suoi passi, era fermo o stava cercando di muoversi senza fare rumore? Tra l'odore acre del fumo colse una boccata d'aria fresca e intuì che la coltre del fumogeno e la protezione che gli forniva doveva ormai essere vicina a sparire, il fumo che andava dissipandosi nell'ampio magazzino. Non il posto migliore in cui testarlo per la prima volta in effetti, ma perlomeno essendo al chiuso non doveva preoccuparsi del vento. Subito dopo aver lanciato il dardo restò un attimo fermo con la mano sospesa a mezz'aria, incerto. Lo aveva colpito?

    Dolore, qualcosa di caldo e umido che cola lungo la spalla.


    Sì, lo aveva colpito. Il viso distorto da una smorfia di dolore mentre cercava di ignorare la sensazione del sangue - non è il tuo, doveva ripetersi - che inzuppava i vestiti, udì questa volta distintamente Sweetongue avvicinarsi a grande velocità. Il flash successivo non gli trasmise granché, troppo poco abituato a vedere per distinguere alcunché nella coltre di fumo ormai quasi completamente dispersa. Di nuovo quella sensazione strana alla mano di... peso, qualcosa che la copriva.
    Stava cercando di usare di nuovo l'artiglio?
    Mosse la mano in uno spasmo a cercare istintivamente di liberarsi di quella sensazione fastidiosa, e quell'attimo gli costò la possibilità di difendersi, o anche solo cercare di arretrare o frapporre il bastone a intercettare la mano del ragazzo.
    Un dolore bruciante e fastidioso gli esplose all'altezza dello stomaco, insieme alla sensazione di altro sangue che usciva.
    Questa volta definitivamente suo. Lo aveva sferzato di nuovo, lasciandogli un lungo graffio simile ad un'artigliata. Fortunatamente era solo superficiale, ma gli vennero in mente i suicidi rituali commessi dai samurai, che si squarciavano lo stomaco in modo simile. Il dolore doveva essere atroce.
    Strinse i denti più forte per il dolore, a cui si mischio' per la prima volta dall'inizio dello scontro una punta di rabbia. Sweetongue era dritto davanti a lui.
    Allungo la mano destra ad afferrarne una qualsiasi parte, se i vestiti, i capelli o lo stesso braccio che lo aveva graffiato non gli importava.
    La camicia era ormai definitivamente da buttare.
    Contemporaneamente, dallo squarcio nella camicia nell'uomo che rendeva appena visibile la pelle dal colorito pallido che andava macchiandosi di sangue, iniziarono a fuoriuscire altri aghi, che andarono ad aggiungersi agli hari già sospesi nell'aria, compattandosi in tre grandi frecce che vibrarono minacciose per un attimo prima di venire scagliate in tre direzioni diverse, tutt'intorno a lui. Una partì dritto davanti a lui, le altre due vennero sparate alla sua destra e la sua sinistra, dissolvendosi dopo poco più di un metro. Con un ultimo guizzo tutti gli hari sparirono e Norio barcollo' all'indietro, il respiro pesante. Si riprese appena in tempo da poggiare un ginocchio a terra per arrestare la caduta e si appoggiò pesantemente al bastone, le braccia alzate sopra la testa mentre quasi ci si aggrappava con entrambe le mani.
    « Mi arrendo... basta così.» ansimo'.
    Non aveva mai usato il suo quirk così a lungo senza interruzioni, e mai così intensamente. Il dolore alle ferite, seppur lievi, si fece più pulsante mentre riprendeva fiato, ben consapevole che non avrebbe potuto fare molto per difendersi se Sweetongue avesse deciso di infierire attaccandolo in quel momento.
    Di nuovo, poteva solo fidarsi dell'altro.
    « Allora... che te ne pare? » chiese dopo qualche attimo se fosse calato il silenzio tra i due.
    Dopotutto era lui che gli aveva proposto quell'allenamento, voleva sapere che ne pensava.
    E approfittarne per riprendere fiato e ricomporsi, magari.

    | Villain/Deep Void | #Livello 2 | 45 y/o | © |
    Energia: 35 - 5 - 25 = 5 | Forza: 08 | Quirk: 018,5 | Agilità: 011
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    Scheda: Link.

    CITAZIONE
    Status:
    - Ferita lieve fianco destro (taglio)
    - Ferita lieve spalla destra (contusione)
    - Ferita lieve stomaco (taglio)
    - Sonnolenza (Energia < 20%)

    Equip:
    - Smoke Bomb x1 (Turno:3/3), raggio 2 metri
    - White Cane

    Peso Trasportabile: 2/4

    Tecniche utilizzate:

    ⢃⠼/Hari [Livello 1] [5 mantenimento]
    L'uso più basilare del quirk. Vengono evocati un gran numero di piccoli costrutti a forma di aghi sottili che vengono inviati tutt'attorno all'utilizzatore, a raggio, ad una altezza di circa un metro e mezzo dal suolo fino ad un massimo di tre metri di distanza. Quando incontrano un bersaglio gli aghi ritrasmettono le sensazioni fisiche provate dal bersaglio all'utilizzatore sotto forma di impulso nervoso, permettendendo in particolare all'utilizzatore di "vedere" per un istante attraverso gli occhi del bersaglio. Sono altrimenti assolutamente innocui ed indolori.
    Effetto: //
    Raggio: Tecnica ad area (360°), 3 metri

    ⣑⠊/Yumi [Livello 1] [25]
    Vengono generate tre grandi frecce e lanciate in tre direzioni diverse: generalmente una davanti all'utilizzatore, una alla sua sinistra, una alla sua destra. Nel colpire un bersaglio infliggono una fortissima sensazione di formicolio alla zona/arto colpito, simile in tutto e per tutto a quella che si prova quando un arto si "addormenta", rendendolo insensibile e difficile da muovere. E sì, ovviamente può accidentalmente colpire alleati se non fa attenzione. Però ha la scusa perfetta,"non ti ho visto"!
    Effetto: Paralisi (2 turni)
    Raggio: Tecnica di status, 1,5 metri
     
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    "Come no? Ora sai che dovresti evitare di vestirti cosi, dove starebbe la maleducazione?" Il suo pareva un consiglio, non un insulto o qualcosa detto con la volontà di ferire l'orgoglio altrui. Un affermazione buttata lì con leggerezza, senza pensarci troppo. Se avesse voluto offendere l'altro ci sarebbe andato più pesante, così come avrebbe calcato maggiormente la mano nell'attaccare...peccato che non poteva esagerare. La loro doveva essere un esercitazione, un allenamento, un modo per testare le proprie abilità. Certo, Haru lo aveva fatto con lo scopo primario di vedere cosa potesse combinare un cieco dotato di quirk, ma anche per allenarsi un poco dai.
    Gli artigli di zucchero si sporcarono di sangue e, per la seconda volta, si riempirono di crepe quando li tirò indietro, il braccio alzato. Non riuscì a tirarlo indietro, a sottrarlo alla presa di Darkstar, vuoi per lo slancio che si era dato, vuoi per il fumo che ancora alleggiava nell'aria ma venne afferrato. Poi le lucine di Darkstar vibrarono minacciose, condensandosi in grosse frecce scagliate in direzioni diverse. Una lo colpì in pieno, altezza inguine lato sinistro. Quel colpo sembrò irradiarsi per tutta la gamba sinistra, tanto che ad un certo punto, come un anestetico, parve non sentire più la gamba. Non riusciva a muoverla, ne perse il controllo. Prima che se ne rendesse conto si sbilanciò e cadde all'indietro, posteriore sul pavimento che faceva un bel tonfo un istante dopo la frase di resa da parte di Norio.
    Non si lamentò. Tenne la bocca chiusa, evitando di suonare eccessivamente lamentoso per quella botta e lasciandosi andare ad un sospiro.
    Si appoggiò con le mani sul terreno, trascinandosi all'indietro con il busto. La gamba morta trascinata. Non era una bella sensazione. Pareva la sensazione che si ha quando si dorme in una posizione scomoda e al risveglio senti la parte in questione tutta piena di formicolii. "Accetto la tua resa" Comunicò prendendo un bel respiro. Doveva fare più movimento, se uno scontro del genere lo aveva fatto sudare non osava pensare come sarebbe stato un vero scontro mortale. Si diede una manata, schiaffeggiandosela, sperando di mandare via quella sensazione. "Direi che senza il bastone avrei vinto prima." Si massaggiò il pancino ancora indolenzito dall'affondo precedente "Hai un quirk interessante, comunque. Quella cosa che hai fatto mi ha bucato la spalla." Altro che lavanderia, faceva prima a buttarla e comprarsene una nuova. Sbuffò, un po per il dover buttare una bella felpa, un po per il dolore alla spalla. "Se incontri uno di Eden puoi bucargli la faccia" Ridacchiò come se fosse una barzelletta particolarmente spassosa. "Ah, visto che ho vinto mi devi offrire da bere."


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    Haru Yagami
    VILLAIN » LIVELLO #2
    | FORZA: 20
    | QUIRK: 35
    | AGILITÀ: 20





    Status:

    Gamba sinistra - Danno lieve da botta
    Pancia - Danno lieve da botta
    Spalla sinistra - Danno lieve da lacerazione

    Energia: 70
     
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