SQ - Un jour je serai de retour près de toi

Parigi | Single Quest | Robin Allard

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    And if I show you my dark side
    will you still hold me tonight?

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    Robin
    Allard.


    Villain - Eden's Thorn
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    Immaginate di essere me.
    So che non è semplice, considerando che voi siete meri esseri umani e io sono io, ma fate un tentativo.

    Immaginate di essere più brillante del 99,99% delle persone che vi stanno intorno. Di essere entrati in contatto con esseri che gli altri chiamerebbero Déi, di poter danzare in spazi invisibili, di vedere colori che gli altri non vedono. Immaginate il senso di vertigine che si prova nella realizzazione, pura e assoluta, di non essere che una briciola nel tessuto del Multiverso, unita al senso di totale esaltazione di aver perlomeno capito di essere una briciola.
    Immaginate di aver provato, più volte, a spiegare, solo presi per squilibrati. Folli. Sognatori arroganti. Immaginate una vita passata con la costante sensazione di essere un l'unico vero essere intelligente in un branco di scimmie, costantemente schernito e preso a merde in faccia per non voler passare il tempo grattandosi il culo come gli altri scimpanzé.
    Immaginate tutto ciò, e forse inizierete vagamente a capire cosa significa essere Robin Allard.

    Immaginate di aver passato gli ultimi anni della vostra vita in Francia, in quel covo di snob che è Parigi, studiando psicologia e superando ogni esame con l’atteggiamento di chi considera il successo un’ovvietà. Non vi siete fatti troppi amici, in università, e la cosa inizia a ritorcervisi contro ora che state cercando qualcuno disposto a supportare la vostra carriera accademica.
    Siete Robin Allard e un po’ vi siete stufati di stringere i denti ogni volta che un professore boccia uno dei vostri progetti di ricerca, definendoli troppo azzardati. Privi di solide basi scientifiche. Avevate sperato di trovare persone più sveglie in ambito accademico, ma la verità è che anche quando siete circondati dalle migliori menti di Parigi la sensazione predominante è lo sconforto, unito al disgusto di aver vanamente sperato di trovare qualcuno di interessante da quelle parti.
    No è da voi arrendervi, ma certe battaglie non valgono la pena di essere combattute: delle scimmie che sbattono i sassi rimangono tali anche quando sono scimmie in giacca e cravatta.
    Siete Robin Allard e avete deciso di tornare a casa.

    Casa. Un concetto nebuloso e lontano, perché il numero di affetti che avete a Tokyo non è che sia molto diverso dal vuoto che vi circonda qui a Parigi. E le cose lì sono molto cambiate, da quando mamma è morta.
    Ma Casa, per voi, è più uno stato mentale. Casa è allentarsi il nodo della cravatta e smettere di doversi costantemente fingere una bestia civilizzata. Casa è tornare a circondarsi di persone che vi disprezzano in maniera più accettabile, e tornare a svolgere attività più stimolanti dei bisticci accademici.
    Così avete comprato quei biglietti aerei per un lungo volo Parigi -> Tokyo, cercando di ignorare quel bruciore intorno al cuore. Che siano sentimenti? No, suvvia, non scherziamo: siete Robin Allard. Il bruciore è psicosomatico, dovuto al fatto che c'è ancora una pallottola fantasma ad aleggiare intorno ai vostri ventricoli, e l'idea di tornare a Tokyo riporta alla mente quel dolore.
    Il problema dello studiare psicologia è che imparare cos'è una sindrome di stress post-traumatico non aiuta a farsela passare. Ma sapere, a livello razionale, che quel dolore non è reale aiuta a non farvi tremare le dita mentre digitate i numeri della vostra carta di credito per concludere l'acquisto.

    Immaginate di essere a Parigi in una mattina di fine Ottobre.
    L'aria tiepida. La brezza. I turisti di merda ovunque, la gente scontrosa, i baretti dove tutto costa troppo. Immaginate di camminare con una sciarpa al collo e una trolley al seguito che rimbalza sull'acciottolato, rendendovi conto con un certo fastidio che un po' vi mancherà vivere lì. Ed è un pensiero che vi porta a rallentare il passo e ad alzare lo sguardo, prestando più attenzione a quel che avete intorno.
    Godendovi il momento.

    Vi vibra il cellulare in tasca, e lo tirate fuori con un sospiro perché, considerando quante poche persone hanno il vostro numero, deve essere qualcosa di importante. Ma non è una chiamata: è una notifica dell'app della compagnia aerea che vi annuncia che il vostro volo per Tokyo è appena stato cancellato. Vedete il vostro taxi arrivare dal fondo della via, e gesticolate al guidatore di aspettare un attimo mentre aprite l'applicazione, cercando di capire che accidenti stia succedendo.
    Il guidatore sbuffa. Minaccia di far partire il contakilometri. Rispondete con un gesto seccato, perché il cellulare sta vibrando di nuovo e questa volta è una chiamata da parte di vostra sorella.

    Immaginate di essere accanto al taxi che doveva riportarvi a casa, mentre vostra sorella adottiva vi racconta che Tokyo è stata appena colpita da un attacco terroristico. Che ci sono farfalle ovunque, e gas nell'aria che ti fa andare in coma, e degli squilibrati che dicono di fare ciò per il bene dell'umanità.
    Immaginate quell'ondata di sollievo, perché se il vostro volo fosse partito qualche giorno prima ora probabilmente sareste lì in mezzo a quell'orrore, e l'idea di perdere il vostro Quirk è un pensiero così lancinante da farvi traballare per un istante, poggiando una mano contro la portiera del veicolo.
    Immaginate il resto di quella conversazione, mentre il guidatore del taxi sbuffa e si allontana. Chi diavolo sono questi terroristi? Cosa vogliono? Eden è al sicuro?
    Ah, tu come stai, sorellina?

    Immaginate di aver passato gli ultimi due mesi cercando di capire come tornare a casa, perché l'areoporto di Haneda è rimasto contaminato, Tokyo è in quarantena ed è praticamente impossibile avvicinarsi alla città senza una motivazione valida. Immaginate di essere atterrati nell'aeroporto più vicino e di aver passato settimane a girare intorno alla capitale come un avvoltoio, cercando di mettervi in comunicazione con gli altri membri di Eden, ringraziando il cielo che almeno Billie abbia avuto il buonsenso di portare via tutti prima che la situazione degenerasse.
    Poi arrivate in città e scoprite che Shinjuku è rimasta contaminata, l'Elysium è inagibile e la nuova sede di Eden's Thorn è un negozio di fiori.

    Immaginate che tutto ciò sia capitato a voi.

    Adesso capite perché sono così incazzata?



    Edited by Whatnot - 14/2/2021, 01:30
     
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    Ciao Whatnot,

    Nulla da dire, bentornata (?). :zizi:

    Robin: +25 exp

    Passo e chiudo! :**:
     
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1 replies since 7/2/2021, 17:13   91 views
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