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.Mancava poco meno di una settimana alla fine di febbraio. La vita scorreva più o meno tranquilla tra le strade e i vicoli di Tokyo, la normalità che provava in qualche modo a riconquistare il suo ruolo nella vita dei giapponesi. Molti studiosi paragonavano le città e la società in generale ad un organismo vivente che poteva svilupparsi o decadere, in base al momento storico e ai fattori esterni ed interni che ne potevano influenzare la crescita. Se la capitale giapponese era un grande corpo in cui tutti i suoi abitanti prosperavano, forse l'attacco del Culto era paragonabile a quello di un agente esterno che tentava di rubare risorse e che aveva causato ferite in tutto l'organismo. Questo paragone reggeva fino a quando si pensava al gruppo capitanato da Hanzo Takashi come una macchina di distruzione senza coscienza: chi aveva attaccato Tokyo era un essere umano e aveva le sue ragioni, qualunque esse fossero. L'amministrazione pubblica stava cercando di fare del suo meglio per risanare queste ferite create in tutto il corpo, ma tra i costi esorbitanti e la mancanza di personale specializzato per rimuovere l'insidioso farmaco, i lavori procedevano a rilento. A quella polvere nera però se ne aggiungeva un'ulteriore, anche se in quel caso si trattava di semplice cenere e non di composti chimici particolari.
Il parco di Ueno era bruciato quasi completamente, annientando quello che si poteva considerare uno dei polmoni di Tokyo. Quel disastro avvenuto proprio all'inizio dei giorni in cui la città era rimasta bloccata aveva distrutto il morale dei cittadini, tra preziosi monumenti andati perduti così come l'intera vita del parco. Era difficile pensare che quel luogo fosse sostituibile o risanabile così facilmente. Si poteva restituire il valore di tutti quegli alberi, quelle piante ed animali al cuore dei giapponesi? Era una domanda molto romanzata e che faceva tanto scalpore sui giornali di quei mesi. Dopo aver ammansito le fiamme molte delle risorse per la ricostruzione di Tokyo erano state gettate in ricerca di un piano efficiente per la rivalutazione del parco. Una superficie enorme da dover riparare, allestire, risanare. Moltissime aziende e gruppi, nazionali o meno, avevano donato grandi cifre per provare ad aiutare Tokyo a riprendersi quello spazio verde. Ma, a distanza di mesi, il parco era ancora una distesa grigiastra e solo poca erba cresceva con regolarità. Gli alberi erano quasi tutti morti e senza possibilità di salvezza, anche se qualche specie più robusta aveva a malapena resistito alle fiamme. I corsi d'acqua però erano stati danneggiati sia dal fuoco stesso che da tutti gli smottamenti del terreno, tra lavori ed alberi caduti.
Quella mattina di febbraio non aveva nulla di particolare. Un altro semplice giorno freddo e poco luminoso, soprattutto alle otto. Qualche fortunato iniziava la giornata a quell'ora, ma tutti gli operai che dovevano occuparsi della città ormai sudavano da ore. Il traffico mattutino era come al solito consistente ed ora che si era tornati più o meno alla normalità la metro era di nuovo piena come un uovo, così come le strade. Una settimana prima a Shoya Ishida era stato comunicato di raggiungere Quiet Perfume al parco di Ueno proprio quel giorno, perché sarebbe stata lei il suo supervisore per la licenza permanente. Il giovane corvino ne aveva viste di cotte e di crude nel corso della sua carriera, tra lotte tra gang criminali e parchi in fiamme. Se fosse stato in grado di superare quell'ultima prova avrebbe fatto parte a tutti gli effetti del mondo degli eroi "adulti", in grado di badare e gestire le proprie azioni. Qualcuno aveva dato la "colpa" a lui per quell'incidente, ma almeno all'apparenza i rapporti con la Pro Hero non erano cambiati di molto. Forse la Vice, Bookworm, sembrava guardare con più sospetto i suoi movimenti, ma era stato in grado di continuare il suo percorso lì senza particolari problemi. Era stato il professor Minamoto a dirgli che l'esame per acquisire la licenza permanente sarebbe stato seguito da Quiet Perfume. Anche se probabilmente il ragazzo non aveva molta ansia, lo aveva rassicurato dicendo che con la licenza provvisoria in tasca l'esame sarebbe stato più che altro una formalità, soprattutto di quei tempi in cui servivano molti eroi. Gli aveva raccomandato di portarsi dietro il suo costume e possibilmente anche l'equipaggiamento fornito dalla scuola, oltre che i suoi documenti per sicurezza.
Il 23 febbraio lo studente avrebbe trovato i cancelli del parco di Ueno aperti, con l'odore di fumo che quasi aleggiava ancora per l'aria fredda. L'intero parco sembrava un cantiere enorme, con impalcature dove un tempo c'erano edifici e voluminosi macchinari usati per provare a risanare delicatamente le zone più ampie. Il cielo era coperto di nuvole che rendevano anche gli specchi d'acqua lontani quasi completamente bianchi come un lenzuolo. C'era un viavai di uomini e donne che correvano da una parte all'altra come tante formiche, creando confusione tra le loro parole ed il rumore delle macchine. Quiet Perfume non sembrava essere ancora arrivata e per ora, i protagonisti della scena erano gli operai che stavano cercando di rimuovere numerosi alberi secchi usando delle motoseghe.LICENZA SHOYA ISHIDACITAZIONECiao Saxo, benvenuto all'esame per la licenza da Pro-Hero . Come scritto nel post Shoya ha ricevuto una settimana prima l'avviso da Toki, comunicandogli di farsi trovare all'entrata del parco alle otto di mattina del 23. Come ben saprai descrivi come meglio preferisci le emozioni di Shoya e cosa fa, l'importante naturalmente è arrivare lì in orario e al luogo indicato.
Per qualsiasi dubbio e domanda mandami pure un messaggio privato (e piango un pochino perché è la prima licenza permanente non di uno staffer).
Buona scrittura!. -
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.Quiet Perfume● LIFELINE ● PRO-HERO ● ART ●Nell'aria rigida di quel mattino, Shoya rimase per quei restanti dieci minuti in meditazione. Qualcuno lo vide fermarsi in quella posizione e, tra chi lavorava o meno, c'era l'idea di andare a controllare chi fosse quel ragazzo in tuta ma dopo aver capito che si trattava di uno studente della Yuuei decisero di lasciarlo lì per un po'. Passato quel tempo a navigare tra i suoi pensieri il ragazzo avrebbe sentito una presenza di fronte a lui e poco dopo una voce che ben conosceva.
Buongiorno, Ishida-kun. Ti stavo per portare con le varie statue messo così. - In piedi c'era Quiet Perfume, la Pro-Hero a capo di Lifeline che lo guardava accennando un sorriso. Kaori Shizune poteva godere di un'ottima popolarità in quei giorni, pur avendo sulle sue spalle la colpa dell'incendio di Ueno. I capelli dell'eroina erano più voluminosi del solito, anche se del loro usuale colore verde acceso. Non indossava il suo costume ufficiale quel giorno, che di solito consisteva in un lungo abito verdognolo, questa volta preferendo una suit non troppo lontana dai modelli che si indossavano alla Yuuei. Senza quegli abiti gonfi, si poteva notare che fosse piuttosto magra in realtà. Come stai? Spero che gli ultimi giorni di scuola stiano andando bene. - Quiet Perfume avrebbe messo le mani dietro la schiena mentre poneva quelle domande a Shoya, facendo qualche passo verso la direzione del cantiere.
Bene, bene. Mi è stato concesso di poterti fare da esaminatrice e sono molto contenta. Poter valutare in maniera ufficiale se qualcuno è pronto a lavorare è un grande onore per qualsiasi Hero che si rispetti. - La donna si sarebbe messa con le braccia conserte guardandolo negli occhi, mettendosi più impettita. Ho seguito il tuo percorso negli ultimi mesi e devo dire che non ho molto da dire rispetto alle tue capacità e sul tuo utilizzo del Quirk. Quindi oggi ci occuperemo delle macerie nella parte sud-ovest del parco. Anzi, ti occuperai delle macerie. - Avrebbe spiegato la Pro Hero finendo con un sguardo che sembrava quasi di sfida, prima di indicare la zona alle sue spalle con la mano. Dietro di loro si potevano osservare da lontano sia edifici rovinati che enormi montagne di materiale bruciato. Dietro ancora si potevano ammirare i grattacieli che guardavano il parco di Ueno ancora più distanti. Quei cumuli indicavano che per quanto l'amministrazione si stesse impegnando, smaltire tonnellate di legna trasformata in carbonella e di macerie non era lavoro facile od economico, anche con l'aiuto della tecnologia.
Ci aspettano e c'è un po' di strada quindi possiamo già incamminarci. A volte ci tocca arrestare criminali, ma a volte dobbiamo aiutare i civili in questo modo. Ah, hai portato il costume giusto? E' una parte importante dell'immagine dopotutto. - Iniziando a parlare, Kaori avrebbe cominciato ad incamminarsi con Shoya dopo aver ascoltato la risposta all'ultima domanda che aveva posto. Avrebbero cominciato quindi quel breve viaggio verso la zona indicata dall'eroina, a piedi. Camminare sull'erba secca in quell'enorme spazio vuoto forse avrebbe fatto scattare le fobie di qualcuno e, effettivamente, era strano per chiunque passeggiare in un parco dove la novità si trovava nei vari tipi di cumuli che erano disseminati per la superficie del parco come tante tombe. Gli edifici, soprattutto musei ormai abbandonati, erano per fortuna ancora più o meno integri anche se erano posti dappertutto divieti di entrare. Dopo circa cinque minuti di strada, il corvino avrebbe sentito un ronzio alle loro spalle, la cui origine era una piccola auto di servizio che trasportava una decina di operai vestiti con abiti sporchi di ceneri. Avrebbero tirato tutti qualche occhiata alla coppia che camminava sola in mezzo a quello che era in pratica un deserto esclusi gli insetti e qualcuno avrebbe anche salutato la Pro-Hero. Lei avrebbe corrisposto quel saluto con un gesto della mano, buttando uno sguardo verso Shoya per vedere se anche lui avesse deciso di salutare i dipendenti. Dopo quell'avvenimento, probabilmente la cosa più emozionante accaduta in quel poco tempo, improvvisamente Kaori avrebbe iniziato nuovamente a parlare con il suo accompagnatore senza smettere di camminare.
Ishida, quale pensi sia il valore più importante per un eroe professionista? - La donna avrebbe piegato leggermente la testa di lato con un'espressione interrogativa sul suo volto.
Non prenderlo come un malaugurio, ma quello che è successo a Ueno ha macchiato per sempre la tua reputazione. Sei consapevole che potresti non riuscire a trovare lavoro in futuro, vero? - Non c'era rabbia o disappunto nelle sue parole e sul suo viso, ma se il corvino avesse voluto trovare un nome a quell'emozione probabilmente sarebbe stata malinconia. C'erano tante cose che la donna slime avrebbe voluto spiegare al giovane Ishida, molte cose che gli avrebbe voluto insegnare in quel poco tempo che avevano durante la sua istruzione. Era un modo per buttarlo giù? Era parte dell'esame? Quel tempo che avevano assieme da soli era stato programmato? Forse lo studente avrebbe avuto delle risposte, se ne avesse data una alla donna.
❖ What's the world's true meaning? ❖. -
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.Quiet Perfume● LIFELINE ● PRO-HERO ● ART ●Poco prima di incamminarsi verso la loro destinazione, la Pro-Hero rispose al complimento di Shoya con un sorriso nella sua direzione, continuando con la sua aria seria ma serena. Anche se cercava di dare un tono di serietà a quella situazione, per sua fortuna la pelle di Kaori un po' più simile alla gelatina non faceva trasparire le emozioni che provava. Se si doveva essere sinceri si poteva dire che sia lei che Shoya avessero quasi la stessa identica esperienza con quell'esame. Da una parte lo studente doveva superarlo senza sapere minimamente cosa sarebbe successo, dall'altra Quiet Perfume non aveva mai coperto quel ruolo, ma aveva semplicemente superato il suo anni prima. Sarebbe stato molto divertente vedere i due parlare delle proprie insicurezze riguardo quella giornata, oltre che rivangare numerosi ricordi di una giovane ragazza verde, ma la donna doveva mostrarsi quanto più sicura e professionale possibile. Per quello, dopo aver sentito le parole del corvino avrebbe semplicemente continuato a guardare lontano.
Non ti darà punti bonus ma ti ringrazio. Hai il giusto entusiasmo per la giornata. - Avrebbe aggiunto una risata per cambiare discorso, prima di spiegare i compiti che avrebbe dovuto svolgere quel giorno. Se ti viene più comodo, fai pure qui. Appena sei pronto andiamo! - Come per rispondere al suo sorriso, Quiet Perfume lo avrebbe semplicemente aspettato a qualche metro di distanza mentre il giovane si preparava, prima di incamminarsi con lui verso la loro destinazione. Gli avvenimenti sul percorso come detto non furono particolarmente entusiasmanti, ma dopo quella risposta la Slime Hero aprì leggermente la bocca sorpresa dalle sue parole. C'era stato un piccolo fraintendimento tra di loro e intendeva risolverlo perché, almeno nei suoi pensieri, se non lo avesse fatto lei non ci avrebbe pensato nessuno. Lifeline era sempre stata un'agenzia dedita al cercare di restare vicini ai propri dipendenti, di far capire loro che si potevano affidare a lei. Per un attimo si sentì un po' troppo materna nei confronti del ragazzo, ma in quel momento lo stava trattando più come un sottoposto confuso che un ragazzino con problemi. Non voleva far trasparire quelle intenzioni come se sminuissero il suo percorso.
Non ti devi preoccupare di un eventuale voto, è una domanda che ti pongo io come persona. Lo so che è difficile rispondere a mente chiara così improvvisamente... - Mosse le mani come per assicurargli che non lo stava accusando. La donna aveva interrotto la sua frase per lasciare spazio a Shoya di esprimere la sua opinione e, doveva ammettere con sé stessa, non aveva ben chiara la visione di Shoya in quel momento. Il rispetto era per lui importante, ma sarebbe stato in grado di tenerlo per sé? Di resistere alle proprie debolezze quando tutte le strade nella severa società giapponese erano ardue da percorrere? La donna portò una mano ai capelli come per aggiustarli, prima di continuare con il suo discorso. Purtroppo la preparazione psicologica non è curata molto alla Yuuei o in generale. Tu potresti dirmi che ti senti pronto e potrei mandarti a casa dopo questa giornata. Come dire... - Parlare a persone di quell'età era molto più difficile di quanto ricordasse. Mi preoccupo delle nuove reclute e soprattutto delle mie reclute. Dopo questa situazione il governo vorrà tagliare ancora di più il vostro percorso per avere più eroi in giro. Non c'è più il tempo di formare con cura il singolo ed il fatto che molte vittime dell'attacco fossero Pro-Hero lo dimostra. - Il tono di Quiet Perfume e la sua espressione tradivano una certa preoccupazione verso il ragazzo, quello di una persona che cercava di essere comprensiva.
Farsi carico di quella responsabilità è una cosa giusta, ma il rispetto non si può ottenere solo con l'azione. Ma mi piacerebbe sentire ciò che pensi di quel che è successo quel giorno. - Fece un pausa, guardando il parco. Pensi che il prezzo per fermare quei criminali sia stato giusto? Non ti giudicherò, qualsiasi sia la risposta. Se vuoi mentire o meno, è affar tuo. - Un'ulteriore domanda, fatta mentre ancora camminavano. La donna non insinuò niente, ma guardò il ragazzo con i suoi occhi giallastri nel silenzio del parco.
❖ What's the world's true meaning? ❖SPOILER (clicca per visualizzare)Perdonami per i tempi prolungati e spero che per ora questa parte più riflessiva sia di tuo gusto. -
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.Quiet Perfume● LIFELINE ● PRO-HERO ● ART ●Tra i due la distanza fisica era minima ed anche volendo, l'età tra i due non differiva di molto. Una passeggiata in un parco non era qualcosa che spesso portava a grandi discorsi sulla filosofia degli eroi, almeno non nella vita di tutti i giorni. Ad accompagnarli non c'erano grandi scontri contro criminali incalliti, non ora in quel momento di pace che si era andato a creare dopo l'attacco del Culto. La donna dai capelli verdi non voleva far trasparire insicurezza dalle sue parole, solo una ricerca di empatia tra le due parti. Almeno dalle reazioni superficiali dello studente corvino, Quiet Perfume non era sicura di stare facendo il suo lavoro da esaminatrice al meglio. Ogni tanto cercava di incrociare lo sguardo del ragazzo che però veniva accuratamente evitato da quest'ultimo, dandole la sensazione di esercitare fin troppa pressione su di lui. La situazione si sbloccò dopo le sue rassicurazioni e fu piacevolmente sorpresa dal sentirlo parlare così senza preavviso, dopo aver vacillato con gli occhi nel paesaggio desolato.
Non metto in dubbio che tu abbia fermato una buona parte del loro piano. Senza quei nidi il numero di farfalle si è ridotto e ha aiutato molte delle operazioni. - Avrebbe cominciato mentre si avvicinavano sempre di più alla loro meta, che ora si faceva ben visibile. Da lontano le persone sembravano tante bambole che lavoravano senza sosta per spostare detriti con grossi macchinari, come un'enorme casa delle bambole ben organizzata. La quiete completa del parco, prima interrotta solo dai loro passi e da qualche solitario volatile, cessava per essere sostituita dal rumore dei mezzi pesanti che trasportavano il materiale che ormai non serviva più a nulla lì. Ma i Pro-Hero non devono pensare solo ai criminali. Provocare danni è una mancanza, qualunque sia il risultato. Da un punto di vista personale non ti posso dire molto, visto che nemmeno io sarei stata in grado di fermare un eventuale Unicità di fuoco sul momento. Ma chiunque ti assumerà in futuro ed il governo si aspettano che tu salvaguardi la città. - Si sarebbe fermata, ora che cantiere dove avrebbero lavorato quel giorno non era poi così lontano. Il suo tono di voce era serio ma allo stesso tempo voleva trasmettere un'aria di fermezza, di far capire al giovane che se doveva sputare fuori l'osso era il momento giusto, prima di soffocarsi con i propri problemi e scheletri nell'armadio. Non so quale sia il motivo per cui vuoi diventare un eroe, Ishida, anche se non nego che mi piacerebbe conoscerlo. Lifeline è nata per poter difendere il Giappone ed il pianeta dai Quirk ed il suo più grande valore è pensare più in grande di un semplice arresto. - Essere severa non era qualcosa che era solita fare, considerato che solitamente era Bookworm ad occuparsi di eventuali problemi. In quel caso era stata lei a chiedere di poter essere la sua esaminatrice, perché dopo quell'incidente era ancora collegato a Lifeline e c'era ancora possibilità di chiarire le idee al suo tirocinante che di assicurarsi che tutto andava bene. Ma le parole del corvino avevano un po' fatto arrabbiare la donna che si metteva in gioco da tutta la sua carriera per salvare quel poco che rimaneva dei valori dei giapponesi rispetto alla loro terra. Potevano ora vedere il cantiere che accoglieva una grande parte dei lavoratori del parco, brulicando di gente che lavorava come in un formicaio per la sua sopravvivenza. Donne e uomini erano divisi in varie squadre e sembravano gestire le varie zone di quell'area estesa. Se Shoya avesse provato a ricordare ciò che era successo quella mattina difficilmente avrebbe trovato un luogo a lui familiare, considerata la nube di farfalle che copriva la zona quella mattina ed il paesaggio completamente cambiato nel presente.
Oggi è il tuo momento per rimetterti in gioco, per rimediare a questo errore. Non ti ho portato a sistemare delle semplici macerie per caso. Anche solo dare una mano può dare un enorme aiuto alla tua reputazione. Quando arriviamo presentati e segui le loro indicazioni. - Dopo quelle istruzioni, Quiet Perfume avrebbe ascoltato attentamente la risposta di Shoya e forse, dopo aver chiarito le loro idee, si sarebbe diretta finalmente verso il centro del loro lavoro.
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.Quiet Perfume● LIFELINE ● PRO-HERO ● ART ●Anche se c'erano ancora dei problemi di fondo e Kaori non era completamente convinta, sospirò e riprese la sua espressione decisa che mostrava a tutti ed in pubblico. Un sorriso carismatico, per rassicurare chi trema e spaventare chi sta compiendo un crimine. Potevano sembrare concetti sciocchi ed erano stati definiti così anche dalla Pro-Hero fino a quando non aveva imparato che mostrarsi in quel modo era un modo per essere un piccolo faro di speranza nel buio. Soprattutto da quando il simbolo della giustizia del Giappone si era ormai ritirato, toccava ad ogni singolo eroe professionista farsi carico di quel compito come se fossero tutte piccole lucciole nella notte. E quando si trattava di combattere uno sciame di farfalle, fare luce tutte assieme era fondamentale per salvare chi era rimasto immerso nell'oscurità.
Sono contenta di vedere che hai capito. Anche se fino a quando non ti diplomi, è ancora Kaori san. - Cercò lo sguardo del corvino, ammonendolo scherzosamente anche per risollevare un po' l'atmosfera. Non le piaceva esplorare gli ambiti più cupi di quel mestiere, anche se era ormai una realtà con cui dovevano fare conto. Trascorsi quei pochi minuti rimasti nel percorso, sarebbero arrivati al centro delle attività di ristrutturazione del parco. Molte persone sembravano non fermarsi mai, portando attrezzi e controllando i macchinari in maniera costante per assicurarsi che il lavoro procedesse liscio. Anche se erano mezzi di lavoro pesante, non erano particolarmente voluminosi, almeno rispetto a quelli di un altro cantiere. C'erano cumuli di terra enormi da smuovere, buche da riempire nuovamente, sistemi idraulici da rimuovere e risistemare. Alberi neri come l'ebano a causa del fuoco erano messi in fila come delle rozze bare, anche se venivano presto raccolti in piramidi di tronchi e legate con spesse e solide corde, non prima di essere privati dei tristi rami rimasti. Camminare lì in mezzo era abbastanza complicato, un po' perché veniva smossa in continuazione una quantità di terra che poteva essere vista ad occhio nudo grazie alla luce, un po' perché il suolo andava completamente risistemato. In mezzo a quelle persone che lavoravano faticando, c'era un gruppo poco nutrito che osservava i lavori e davano continue indicazioni agli operai, indossando un elegante completo ed un polveroso caschetto color giallo. Avanzando verso il gruppo uno di loro si sarebbe staccato per dare alla coppia il benvenuto.
Buongiorno, Miss Quiet. E buongiorno anche a lei. - La barbetta brizzolata dell'uomo attorno alle sue labbra si muoveva con le sue parole, sistemata in modo molto preciso e adatta alla voce profonda che possedeva. Un po' di calvizie era già notabile sulla sua capigliatura ma sembrava non avere più di cinquant'anni. Si era rivolto prima alla Pro-Hero e successivamente al giovane Shoya con tono educato, un veloce inchino per accoglierli.
Buongiorno. Ci potrebbe indicare cosa dovremmo fare oggi? - La donna avrebbe restituito l'inchino con uno di uguale misura, facendo una breve pausa dopo quel saluto per permettere a Shoya di presentarsi all'uomo che lei sembrava già conoscere. Quest'ultimo si sarebbe sistemato il casco prendendolo per la breve visiera, prima di girarsi completamente nella direzione opposta. Avrebbe indicato una zona dove era possibile vedere già dei resti di un edificio mischiarsi con quella che sembrava terra, alberi ed altro materiale vegetale.
Quello era un piccolo museo di entomologia. Non possiamo portare macchinari troppo pesanti da questa parte del parco e dovremmo raccogliere tutti i resti su quei teloni per portarli in un altro luogo. Mi pare di aver capito che il ragazzo possiede un'Unicità utile per renderle più facili da trasportare... Per ora va bene così. - Quella breve spiegazione finì così, gli occhi stanchi dell'uomo che guardavano Shoya appena. Quiet Perfume avrebbe annuito ed in caso salutato il dirigente, lasciando i due liberi al lavoro. In quella zona gli operai sembravano passare di meno e poco dopo le persone si sarebbero tenute a debita distanza dai due per evitare di essere coinvolti nell'azione di qualsiasi Quirk.
Va bene, direi che possiamo cominciare subito. Shoya, come vuoi procedere? - Di fronte a loro diversi blocchi di cemento e mattoni si mischiavano orribilmente con numerosi alberi che sembravano far parte di quell'intricato sistema alto quasi cinque metri. Sembrava che collassando sull'edificio, gli alberi avessero minato la già instabile struttura facendola collassare su sé stessa. Non si trattava della tipica costruzione giapponese, ma di qualcosa di più moderno e posizionato lì negli ultimi anni per accogliere turisti e moderne tecnologie. Il museo lì in precedenza ospitava moltissime specie di insetti conservate con cura, oltre che alcune stanza che proiettavano gli animaletti lungo il muro per far immergere i visitatori nel mondo dell'entomologia. O almeno così era scritto nell'insegna semi-bruciata che era sopravvissuta in maniera inquietante di fronte alla distruzione. Quiet Perfume avrebbe lasciato mano libera al ragazzo per capire come trattare le inutili macerie, se usare la propria Unicità per distruggerle o altro. Avrebbe solo assicurato che in caso si sarebbe occupata lei di spostarle, visto che con la propria Unicità gelatinosa poteva portare ampi pesi senza fatica.
Qualunque fosse la soluzione proposta da Shoya ed indipendentemente da come avrebbero lavorato, dopo circa un'ora e mezza di attività il corvino avrebbe potuto sentire un cellulare squillare vicino a lui. Da una tasca difficilmente individuabile con un'osservazione superficiale Quiet Perfume avrebbe tirato fuori un telefono dall'aria semplice e poco costosa (anche se non era chiaro se il telefono fosse uscito direttamente dal suo corpo), scusandosi un attimo con il corvino e cominciando a parlare poco lontano da lui. Stranamente, dopo aver visto chi chiamava, la donna avrebbe fatto una faccia preoccupata.
Pronto, Kamiyo-chan? - Si trattava del nome di Bookworm, la vice di Lifeline. La donna avrebbe passato quasi un minuto ferma ad ascoltare, prima di fare una faccia stupita e rispondendo ad alta voce. Sul serio? Sei sicura? Ma... Sono occupata con l'esame di Ishida, non puoi mandare Kihara e Nitrous? Neanche affidarlo a Saltwater? - C'era un po' più di preoccupazione nella sua voce e sembrava avere un'espressione alquanto corrucciata. Capisco. Mh-mh. Sì grazie, l'entrata sud-ovest. - Avrebbe chiuso il telefono, prima di girarsi verso Ishida pensierosa. Passati una decina di secondi, avrebbe parlato.
Bene. A quanto pare faremo qualcosa di più pericoloso oggi. - Anche se le sue parole sembravano esprimere spericolatezza e tranquillità, la sua espressione rimaneva scura. Qualche mese fa, mentre eravamo su quella nave... abbiamo arrestato un gruppo di delinquenti che sembrava dare fuoco alle foreste del Monte Fuji per divertimento. Gli incendi sono continuati e non siamo riusciti a trovare tracce di questo gruppo, ma a quanto pare la guardia forestale ha finalmente trovato qualcosa di concreto. - Spiegò cautamente, come se anche solo l'immagine del fuoco potesse minare alla sensibilità di chi stava lì.
Avrei preferito fare qualcosa di tranquillo però siamo gli unici liberi a Lifeline per fare un sopralluogo... Ed eventualmente fermarli. Bookworm ci ha già chiamato un taxi per andare il più in fretta possibile sul Monte Fuji. Oppure beh, puoi restare qui. - Queit Perfume fece quell'offerta al ragazzo, guardandolo a braccia conserte. Se avesse accettato, la Pro Hero avrebbe fornito spiegazioni al dirigente di prima e scusandosi per il lavoro non completo. L'uomo avrebbe in caso ringraziato entrambi per l'aiuto al cantiere, prima di augurare entrambi buona fortuna. Uscendo dal parco da un'uscita lì vicino, avrebbero aspettato appena qualche minuto per trovarsi di fronte un taxi che li avrebbe portati in una zona più periferica della città in poco tempo. Sarebbero entrati in un edificio imponente e dall'aria seria, che si sarebbe rivelato appartenere alla polizia di Tokyo poco dopo essere entrati. Un agente li avrebbe scortati sul tetto, guardando entrambi con un certo nervosismo, accompagnandoli fino ad un elicottero che li stava già aspettando in funzione producendo un rumore assordante.
❖ What's the world's true meaning? ❖CITAZIONEIl tuo post può essere diviso in due parti: nella prima descrivi il metodo che usi per liberarti delle macerie, per renderle più facili da trasportare o per trasportarle direttamente. Puoi sbizzarrirti con la tua Unicità e ti chiedo in caso di indicarmi le tecniche che usi per sintetizzare le applicazioni, ma non dovrai scalare l'energia per questo passaggio. Naturalmente anche questa parte farà parte del tuo voto, good luck .
La seconda parte del post è più narrativa e dovrai decidere se rifiutare la proposta di Quiet Perfumeanche se immagino già cosa risponderà Shoya e lo spero. Sali sull'elicottero e già dal prossimo turno arriveremo nel bel mezzo dell'azione!. -
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.Quiet Perfume● LIFELINE ● PRO-HERO ● ART ●Le presentazioni si dilungarono per poco, facendo rimanere leggermente perplesso l'uomo più anziano nel vedere quel giovane così mansueto, lasciandolo però libero nel suo silenzio. Lasciando i due gestire la situazione pericolosa dell'immenso parco, Kaori avrebbe semplicemente osservato in silenzio il corvino riprendersi da quello stato di confusione. Non ci sarebbe stato alcun cambio nella sua espressione, semplicemente rassicurandolo che non c'era niente di cui vergognarsi.
Non ti preoccupare. Vediamo... - Shoya avrebbe avuto l'attenzione del suo superiore, che rimaneva ferma ad ascoltarlo ed ogni tanto annuiva quando spiegava i passaggi più cruciali. La donna verde avrebbe di risposta alla richiesta dello studente avrebbe allungato leggermente le braccia trasformandole in gelatina, dimostrando che il suo costume poteva adattarsi ad ogni cambio fisico della donna. Mi sembra un buon approccio, potremmo risparmiare del tempo in seguito nello spostamento dei detriti. Fai attenzione quando sei vicino alle macerie! - Rimuovere in quella maniera una tale quantità di materiale usando un'Unicità possedeva certi vantaggi, ma esponeva chi ci lavorava alle possibili reazioni a catena causate dallo spostamento di alberi e cemento. Fu quindi quello l'unico avvertimento di Kaori, che vide il ragazzo lavorare per tutto il tempo rimanendo al suo fianco pronta ad entrare in azione.
Osservare Shoya eliminare quei blocchi o disintegrarli in tanti pezzi era come osservare una complessa torre Jenga i cui blocchi venivano rimossi all'istante. Per i materiali più fragili lo studente non ebbe molti problemi a ridurli in polvere o a scomporli, lasciando a Kaori il tempo di raccogliere tramite le proprie braccia gelatinose i materiali sopra il telone. Per i blocchi di cemento la situazione era più complessa ed erano quelle che fecero sforzare di più il corpo e lo spirito di Shoya nel mantenere il controllo della propria Unicità. Era come una bilancia in cui i due piatti dovevano rimanere sullo stesso piano per poter funzionare al meglio. Da una parte c'era la potenza pura del Quirk, dall'altra la capacità di usarlo in maniera tale da non provocare più danni di quanti necessari. Era in quei momenti che più Kaori temeva accadesse qualcosa di storto ma, tralasciando qualche improvviso smottamento delle macerie verso il basso, filò tutto liscio. Quando arrivò la chiamata da parte di Bookworm il ragazzo era appunto arrivato a smaltire metà di quella collinetta artificiale, lasciando il lavoro incompleto ma con il compito di fare altro per quella città.
Mi piace la tua determinazione. Andiamo allora. - Kaori sembrò leggermente meno preoccupata da quel momento e, salutando il capocantiere, questo ringraziò gentilmente Shoya dicendogli di non preoccuparsi. Il viaggio in macchina proseguì sì nel silenzio di entrambi ma perlomeno Quiet Perfume sembrava non badare molto alla situazione che si era presentata, semplicemente guardando il cielo in maniera pensierosa. Arrivati sul tetto il pilota sull'elicottero fece loro un gesto con la mano per salutarli.
Oh, no. Credi che il governo darebbe così tanto budget per gli esami? - Anche se sembrava una battuta, la donna era estremamente seria. Fece un solo passo all'interno del mezzo, rimanendo con metà del corpo fuori. Il cantiere era pianificato e sapevo già cosa avremmo fatto oggi e devo dire, stava andando molto bene... Questo è un imprevisto, ma fa sempre parte della vita di un Pro-Hero non sapere quando si entra in azione. Stai sicuro che se andrà tutto bene nessuno dubiterà del fatto che sei un Pro-Hero fatto e finito. - Lo avrebbe poi aiutato a salire sopra il mezzo di aviazione, sistemandosi con lui all'interno e venendo salutati a voce dal pilota. Era un uomo che portava una pesante divisa delle forze dell'ordine di Tokyo ed un pesante paio di occhiali da sole dall'aria costosa e professionale.
Comunicò che il viaggio sarebbe durato poco meno di un'ora considerato il vento di quel giorno e che li avrebbe portati all'area di atterraggio più vicina. Partirono in men che non si dica e videro la città da una prospettiva diversa, più ampia. Passando da lì si potevano vedere le attrazioni sia naturali che artificiali più imponenti di Tokyo, ma si poteva anche godere di una macabra ma unica vista: molti quartieri erano ancora colorati di nero a causa della polvere tossica generata dai diffusori del culto, creando uno strano contrasto con i chiari grattacieli che si ergevano a poca distanza.
Bene. Chi abbiamo contro potrebbe essere un criminale disposto a tutto pur di non farsi catturare, è importante la cautela. Le uniche informazioni certe è che agiscono in gruppo in determinate zone, seguendo una specie di schema che li porta a tagliare la foresta con gli incendi in linea retta, e che uno di loro possiede una potente Unicità in grado di generare fiamme. La cosa più strana è che non siamo mai riusciti a prenderli nonostante agiscano solo di giorno... Devono conoscere bene la zona. - Kaori avrebbe spiegato ciò che sapevano del loro avversario lungo il tragitto, sperando di non toccare tasti troppo dolenti per Shoya. Abbiamo il permesso di arrestarli e dobbiamo capire se si tratta solo di un gruppo di piromani o qualcuno che vorrebbe approfittare degli spazi liberi lasciati dagli alberi. Cerchiamo di non perderci di vista, smarrirsi sul Monte Fuji è molto facile. - Raccomandò al ragazzo, lasciando aperte degli eventuali quesiti mentre il paesaggio sotto di loro cambiava. Dalla città alla pianura, fino ad alzarsi sempre di più di quota per arrivare ad una zona leggermente più fredda dove si trovava il Lago Shojiko. Era lì che Bookworm aveva combattuto quelli che credeva essere i responsabili dei fuochi e, appena il tempo di dare alla foresta la possibilità di riprendersi, erano di nuovo apparse le fiamme. Dall'alto sembrava quasi che la zona bruciata tagliasse la foresta con una croce, potendo notare già da lontano del fumo venire da quella zona. Non c'era un vero proprio incendio generale dell'area per fortuna, ma qualcuno sembrava essere tornato per rinnovare il lavoro.
Cerchiamo di essere il più silenziosi possibili e seguiamo la zona bruciata. Sei pronto, Ishida? - Avrebbe chiesto un'ultima conferma dopo essere scesi dall'elicottero, mentre osservava la situazione attorno a loro. Il lago non era tra i più grandi del Giappone ma l'intero specchio d'acqua rifletteva il grigio del cielo facendo sembrare la superficie ben più estesa. Poco prima di essere congedato il pilota aveva consegnato a Kaori un walkie-talkie che avrebbe facilitato le comunicazioni in quell'area con la stazione più vicina. C'era un odore di bruciato abbastanza persistente che fece arricciare il naso anche alla Pro-Hero, ma avrebbe aspettato una risposta positiva prima di addentrarsi con lui nella foresta, il suono familiare dell'erba bruciata che riempiva quel silenzio. Infiniti alberi anneriti erano più o meno in buone condizioni, risparmiati dai segni che li stavano conducendo verso il loro obiettivo: sembrava che raggi di calore avessero colpito le cortecce e i rami in maniera talmente precisa da far prendere fuoco solo a quelli desiderati. Sembrava quasi di camminare per una strada ben delineata, facile da percorrere, che sarebbe stato il loro tragitto per quasi cinque minuti.
Guarda lì. - La Pro-Hero si sarebbe rivolta a bassa voce verso di lui, indicandogli con un dito una figura che sembrava uscita da un qualche tipo di racconto horror sulle sette. Indossava un completo bianco che copriva l'intero corpo tranne il capo ed il suo viso sembrava nascosto da un velo bianco tenuto da una coroncina color oro. Era lì in piedi a trascrivere qualcosa su un grande foglio di carta spessa, al centro di un crocevia che dava su quattro direzioni compresa quella da cui erano venuti. Quello si accorse di loro poco dopo, anche se sembrò trasalire dopo essere rimasto tutto concentrato sul loro lavoro. Si girò verso Shoya e Quiet Perfume, prima di tentare di scappare nel lungo viale di alberi bruciati che si diramava nella direzione opposta.
Prendiamolo! - La Pro-Hero si sarebbe lanciata al suo inseguimento, aspettandosi che Shoya facesse lo stesso.
❖ What's the world's true meaning? ❖. -
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.CRESCENT● CRUX ● VIGILANTES ●La domanda di Shoya non perturbò l'espressione di Quiet Perfume, che non aspettò molto per rispondere con la sua solita sicurezza.
Questa volta hanno deciso di uscire dal loro solito schema mordi e fuggi. Pensandoci, non si sono mai impegnati a nascondere le proprie tracce, ma cercavano di non colpire aree troppo vaste. La forma di quell'incendio e il metodo mi sembrano quasi una sfida lanciata agli eroi. - La donna alzò leggermente la mano dalla gamba per stringere il pugno. Non so se vorranno affrontarci, ma mi fido della tua capacità di gestire la situazione. Mi sento sempre più sicura quando c'è qualcuno con un'Unicità più adatta al combattimento, considerata la mia. - Finì così quella breve spiegazione ma anche Quiet Perfume doveva ammettere di non avere molte informazioni su di loro. L'atmosfera e l'aria che la donna emanava era di tranquillità e gentilezza soprattutto dopo aver visto l'espressione di Shoya, ma era preoccupata. Un gruppo di persone che appare all'improvviso e sparisce allo stesso modo, strani simboli lasciati nel cuore delle foreste giapponesi. La metodologia preoccupava molto le autorità da quando il Culto aveva attaccato Tokyo. Non c'era solo la possibilità che il gruppo tentasse un'altra volta un piano simile, ma anche che piccoli gruppi nati da quello cominciassero ad imitarli in maniera maldestra. Come tutte le ideologie, c'era una possibilità che imitatori potessero essere ancora più feroci e terribili, senza alcuna guida dall'alto.
La figura eterea aveva indosso vestiti eleganti e leggeri, ma non era così tanto aggraziata mentre scappava a gambe levate. Nonostante la via fosse poco occupata dalla maggior parte degli ostacoli naturali che solitamente si trovavano in un bosco, l'area bruciata non forniva un pavimento stabile per muoversi con tali abiti. Sia Shoya che Kaori furono decisamente più abili di quel fantasmi nel muoversi all'interno della radura artificiale, finendo per catturarla dopo una decina di metri. Il paesaggio che scorreva attorno a loro non era cambiato più di tanto ed ora quella figura si trovava imprigionata sia dal corvino, che l'aveva raggiunta per primo, sia dall'Unicità di Quiet Perfume che ora inglobava la maggior parte del suo corpo per impedirle di scappare. Il completo bianco stava già diventando sporco di grigio e verde a causa della cenere e della gelatina, rovinando i ricami dall'aspetto prezioso che attraversavano le maniche e la gonna lunga. Il dimenarsi della persona che indossava la tunica non aiutava di certo la sua conservazione, ma probabilmente non era la sua priorità.
Non le voglio fare del male, si calmi. La descrizione combacia con le testimonianze raccolte Ishida, quindi lo tratterremo fino a quando non chiameremo la polizia. Potresti vedere cos'è quel quaderno? - La donna indico con lo sguardo il grande foglio di carta che era caduto ad un paio di metri alla sinistra della figura velata. Era svolazzato fino a lì e raccogliendolo Shoya avrebbe potuto notare come fosse più un foglio di pergamena dall'aspetto prezioso ed antico, molto più artigianale e rustico di qualsiasi foglio di carta contemporanea. C'erano evidenti segni di matita su quella che era una mappa dell'area circostante, che sembravano unire vari punti segnati su di essa. Una croce latina univa i vari luoghi segnati e l'ultimo tratto seppur interrotto dai due rappresentati della legge indicava proprio il centro della figura. Shoya avrebbe sentito un campanellino risuonare lontano, prima che il campo visivo alla sua destra venisse totalmente coperto da un raggio color blu che lo mancò di poco.
Aw, c'ero quasi! - Una voce nasale ed allegra, che proveniva da una decina di metri di fronte a loro da un gruppo di figure spuntate dal nulla, come se fossero uscite dagli alberi. Un gruppo di persone con la stessa corona e velo bianco si univano in una formazione simmetrica e perfetta che circondava il capo di quello stormo di esseri provenienti da qualche esercito fatato. Un cappuccio color viola mostrava in parte un viso giovane, senza rivelare la sua identità ma mostrando a tutti che lui era particolare da quel gruppo. Teneva tra le mani uno strano oggetto, il quale sembrava una specie di bacchetta color viola da cui pendeva una preziosa ametista. Il vestito dell'uomo viola scuro sembrava emanare luce azzurra da numerosi punti, le larghe maniche che lasciavano intravedere appena delle ossute braccia. Numerose dichiarazioni dorate tempestavano con ghirigori il suo abito cerimoniale, donandogli una certa pomposità data anche dai suoi movimenti.
Un saluto alla nostra cara Quiet Perfume, è un onore averla qui! - Un inchino veloce e vistoso fece svolazzare il tessuto, prima di allargare le mani come per abbracciare la coppia appena arrivata. La donna osservava ogni mossa di quel gruppo misterioso, che per ora rimaneva lontano da loro. Noi siamo Crux! Potete chiamarmi Crescent, come la luna che illumina il cielo. Mh. - Un'altra prostrazione veloce avrebbe fatto rimbalzare lo sguardo del biondo dalla terra al cielo ma il suo sguardo felice si sarebbe spento improvvisamente vedendo lo studente accanto al suo superiore. Mostrò un'espressione confusa, con un sopracciglio alzato come se avesse appena visto un qualche evento paranormale.
E chi mai potresti essere tu...? Non eri scritto nella mia rivelazione. - Il rumoroso Crescent non si fece problemi a rivolgersi direttamente a Shoya in quel caso, ma subito dopo quell'osservazione sarebbe entrata in scena la Pro-Hero presente.
Non mi interessa come si chiama questo gruppo di mitomani. Siete- - La voce calma e composta di Quiet Perfume sarebbe stata presto soverchiata da quella di Crescent.
Stati voi a provocare gli incendi in questa zona? Ovviamente e sapevo già che lei sarebbe arrivata. Era tutto scritto nelle stelle. - Il criminale avrebbe scrollato le spalle come se stesse parlando di una cosa ovvia, provocando nella donna solo un'espressione di fastidio.
Ti ringrazio per la confessione Crescent. Che ne dici di seguirmi per rispondere alle numerose accuse sul tuo conto? - Rispose così la donna, prima di sussurrare qualcosa a Shoya. Se fanno movimenti strani, scappiamo via con il loro compagno. Dovrebbe essere facile ottenere informazioni su questi idioti. - Finì così, prima di ascoltare le parole tristi dell'uomo incappucciato.
Ma no! Anzi, sono molto contento che lei sia qui. Sono sicuro che troverà ciò che le mostrerò... Affascinante. Ma prima di tutto, devo verificare una cosa. - L'uomo avrebbe agitato la bacchetta che aveva tra le mani, facendo risuonare di nuovo il suono del campanellino che il corvino aveva sentito prima.
Ebrietas! Il cosmo è dentro di me. - La foresta attorno a Shoya avrebbe cominciato ad aumentare di altezza, ma dopo un istante si sarebbe accorto che il terreno sotto di lui era letteralmente sparito. A sostituirlo c'era una vista stupenda quanto terrorizzante: un portale di oscurità illuminato da infinite stelle inghiottiva metà del suo corpo, mentre una fila di denti perlacei circondava il perimetro circolare del passaggio. In un secondo lo studente sarebbe caduto all'interno di quel buco nero spuntato dal nulla, anche se una debole speranza tento di salvarlo.
La mano gelatinosa di Quiet Perfume si aggrappò attorno al suo avambraccio, ma le terribili fauci di quel Quirk si chiusero in un istante, facendolo cadere sul lato destro del corpo in un altro punto imprecisato del bosco. Era come se la chiusura dell'altro lato del portale avesse sancito il fatto che si era spostato in un altro luogo. Non c'erano molti punti di riferimento, considerato che l'unica cosa degna di nota era parte della gelatina del braccio della Pro Hero che si agitava debolmente accanto a lui, staccandosi dal suo arto. La zona era ben illuminata nonostante il mattino iniziato con un tempo poco piacevole, facendo intravedere da lontano la strada che avevano percorso poco prima. La solitudine dello studente però durò poco, perché dalle sue spalle sentì nuovamente una voce che aveva appena lasciato.
Hey! Qual è il tuo nome, giovane? - Crescent, colui che si era dichiarato un criminale, apparì da uno dei portali con tanta leggiadria da sembrare una specie di fata. Rimase a due metri di distanza da Shoya, ma si appoggiò all'ombra di un albero piegando la testa di lato. Perdonami per la scortesia, ma la tua presenza qui non era prevista. Innanzitutto, mi faresti il favore di restituirmi quel foglio? - La sua voce era quella di una persona gentile, ogni parola veniva soppesata come se stesse parlando con una persona che si era appena risvegliata da un sogno. Tendeva una mano verso lo studente, facendo intravedere da sotto il cappuccio un sorriso.
❖ THE STARS TOLD ME TO LOVE, SO THAT'S WHAT I DID ❖. -
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.CRESCENT● CRUX ● VIGILANTES ●La situazione di Shoya era cambiata di nuovo. Prima era stato rimproverato, guidato e perduto da Quiet Perfume. Una donna in grado di farsi garante della giustizia e della legge, di proteggere ciò che faceva parte di quel mondo. Una missione lodevole, ma che dal punto di vista bellico lasciava molto a desiderare. Era ciò che pensava il biondo che ora era la nuova compagnia del corvino, rigirandosi la bacchetta rituale tra le dita. I gesti di Crescent sembravano voler quasi mostrare in maniera esagerata le sue emozioni, dalla sua calma voce al suo esuberante modo di camminare e parlare. Guardandolo meglio, sembrava che anche lo stesso mantello ricreasse un cielo stellato e le luminose decorazioni se osservate con un po' di fantasia o abitudine rimandavano ad una croce. Attorno a loro sembrava regnare il silenzio, ma concentrando l'udito si poteva sentire da lontano il suono di grossi rami spezzati e di passi.
Shoya, Shoya... Aspetta, non mi dire... - La bocca dell'uomo si spalancò da dietro il velo, mentre univa le mani tra di loro come per trattenere l'entusiasmo che andava a crearsi. Shoya Ishida, colui che ha appiccato il grande incendio di Ueno?! - Un grido che straripava gioia si fece strada nei timpani dello studente, carico di accuse e di presupposizioni. L'uomo fece un altro passo nella sua direzione, facendo un altro profondo inchino.
Non sai quanto ti ammiriamo per il tuo lavoro. Anche se non era scritto, il destino è proprio gentile con chi ne segue il filo. - La voce dell'uomo tremò, come se fosse sul punto di far sgorgare dai suoi occhi lacrime di commozione. Rialzò lo sguardo nascosto e allargò le braccia come per accogliere quello che era un grande amico o un fidato compagno.
I miei poteri non mi permettono di scrutare il futuro o di leggere nel tessuto del fato. Ma mi è stato rivelato ciò che hai fatto in quel parco. - Precisò il biondo, prima di ascoltare ciò che aveva da dire l'aspirante eroe che si trovava davanti. Ogni parola era pronunciata con sicurezza e senza fare pause, non c'era una punta di incertezza nella voce nasale. Era difficile capire se fosse serio o meno però, se stesse provocando o meno lo studente. Era una figura senza volto, senza una bocca che si increspava o faceva gesti impercettibili.
Quello non è un pezzo di carta, in realtà. E' una mappa stellare. Potresti venderla per una mela al mercato ma vale più di cento stelle, se si potessero comprare. - L'uomo fece una pausa dopo quel drammatico discorso, rimanendo in silenzio. Fece un ulteriore passo verso Shoya, ormai a poca distanza da lui se lo studente non si fosse mosso dalla posizione iniziale. L'uomo però resto sempre coperto dall'ombra del bosco, evitando di restare nella luce che colpiva il capo di Shoya. Cominciò a sussurrare qualcosa con la foga di qualcuno che offre uno splendido ma losco affare in un vicolo, aprendo leggermente il mantello che aveva indosso con un gesto delle spalle. L'interno del capo sembrava brillare con la stessa intensità del tessuto esterno, circondando il corpo di stelle. Posso offrirti la verità, se vuoi. Non ti piacerebbe sapere come mai tutte queste catastrofi si sono abbattute su questa città? O perché sempre più persone si danno al crimine, quando avrebbero alternative? Noi di Crux sappiamo molte cose, ne abbiamo viste altrettante sbirciando nei luoghi giusti. Ho trovato qualcosa, tempo fa. Qualcosa di molto interessante. - Così da vicino, Shoya vide un paio di grandi occhi verdi scrutarlo con interesse. Chissà cosa passava per la testa del criminale in quel momento, se era un folle o se semplicemente conosceva veramente qualcosa che agli altri era sfuggito.
Quello che hai fatto ad Ueno ha già aiutato ad illuminare i punti giusti del cielo di Tokyo. Di persone come te ne abbiamo bisogno, sono sicuro che andresti molto d'accordo con gli altri. - Finì di parlare seriamente, prima di rialzare la testa e piegare la testa di lato come un bambino soddisfatto. La sua voce squillante echeggiò nuovamente nella foresta silenziosa. Ma non ti biasimerò se dici di no! Non tutti possono reggere il peso di un destino schiacciante. Noi vogliamo solo il bene della città, non mi sembra un cattivo scambio. - Finì così, cominciando a girare attorno a lui saltellando qua e là tra le ombre come un bambino.
❖ THE STARS TOLD ME TO LOVE, SO THAT'S WHAT I DID ❖.