Just keep on, just keep on, just keep on running

● VILLAINS ● LV. 4 ● 24 Y/O ● SCHEDA ● CRONOLOGIA ● ART ●

Non sembrò prendere benissimo il fatto che Izusu non si fidasse ancora, aveva blaterato di avere ancora un po' di onore e di sdhajsjdspect. Forse erano altre parole giapponesi che storpiava con la sua pronuncia da gaijin, forse erano parole nella sua lingua, fatto sta che almeno una parola a frase il giovane albino se la perdeva per strada: insomma, non era di ostacolo alla conversazione perché il senso era comunque chiaro e le stava dietro, Izusu non era un tipo che si fissava con questo tipo di cose: aveva capito, basta, se poi avesse frainteso glielo avrebbe fatto notare l'altra e si sarebbe scusato. Tanto in una situazione come quella fraintendere una parola era la cosa più banale che potesse succedere e- no, un momento, forse proprio perché la situazione era quella che era anche un singolo fraintendimento poteva costargli caro? Maledizione, le situazioni ad alta tensione non facevano per Izusu, e quella voleva pure fargli una proposta. Chissà se gli sarebbe scoppiata la testa o se gli si sarebbe congelato il cervello, smise ti interrogarsi e si promise di fare più attenzione. Che poi cosa intendeva quella lì, che era una persona onorevole e non avrebbe mai attaccato nessuno a tradimento? Eh, e lui come faceva a saperlo, scusa, specie perché non aveva fatto poi molto per rendersi simpatico ai suoi occhi, quindi aveva tutti i motivi di sospettare che lei gliele volesse suonare.
E poi arrivò quel breve approfondimento sulle presunte offerte che quella donna poteva offrirgli e...
Beh, non era poi così tanto, in realtà. Privati che potevano sfruttare le sue capacità (ma lo aveva sgamato subito!) per i loro scopi senza vincolarlo troppo ad eventuali affiliazioni. Ma Izusu non rubava per rivendere o per far soldi in qualunque altro modo, Izusu rubava perché gli piaceva possedere oggetti e non sempre poteva permetterseli. Se poi avesse dovuto rubare per qualcuno, gli sarebbe venuto altrettanto bene? Sarebbe letteralmente venuta a mancare la motivazione primaria.
Sarebbe stato in grado di rubare qualcosa che non voleva possedere? Per di più, non avrebbe nemmeno avuto dalla sua la solidità di un'organizzazione criminale importante a tirarlo eventualmente fuori dai guai. Heh, se quelli lì volevano che lui rubasse qualcosa per loro avrebbero dovuto sborsare un bel-
Un momento, ecco qualcosa che poteva motivarlo: grandi quantità di denaro tali da permettergli di spassarsela riducendo al minimo le ore lavorative.
Chissà, magari in quel caso. Un furtarello ogni tanto. Magari se si trattava di colpi non troppo grossi. Chissà.
Si costrinse quindi a non chiudere completamente quell'opportunità: al momento non era molto intenzionato, ma chissà, magari era solo perché si aspettava chissà cosa. Magari non gli avrebbero mai proposto nulla al di fuori della sua portata, ed anche in quel caso poteva sempre rifiutare: la cosa che più terrorizzava Izusu era finire in prigione, perché accorciava il già limitatissimo tempo a sua disposizione, ogni minuto in prigione lo avvicinava a quel terribile giorno in cui la vita gli avrebbe presentato il conto. Chissà quanto poteva durare una reclusione per furto? Doveva assolutamente informarsi.
-Uh...- Balbettò poi, ricordandosi che lì in quel vicolo c'era qualcun altro che aspettava la sua risposta e non poteva starsene in silenzio a far girare le rotelline del proprio cervello. Anche perché, insomma, parte di lui voleva solamente darle una risposta e sperare se ne andasse via, perché per quel giorno non ne poteva più. -Te lo dico sinceramente, non lo so, non ho mai fatto nulla di particolarmente pericoloso o difficile.- Mise in chiaro, con un'alzata di spalle e cercando di rimanere serio per non sembrare che la stesse prendendo in giro. -Senti, boh, ti lascio il mio contatto e nel frattempo ci penso su.- No, ovviamente non era la prima volta che Izusu avrebbe lasciato il proprio contatto telefonico ad uno sconosciuto - Babel o numero di telefono che fosse. Dunque, qualunque contatto avesse richiesto Melissa, glielo avrebbe dato, poi avrebbe rilassato le spalle per un istante ed avrebbe avvicinato il guanto nero alla mano che aveva scoperto, per rivestirla. -Uh, allora... ciao? Grazie per non avermi ucciso!- Concluse, sorridendo con aria disarmante e rimanendo perfettamente immobile sullo stesso punto: stava palesemente attendendo che se ne andasse lei visto che lui era intrappolato nella gola del vicolo (peraltro ancora totalmente alla sua mercé). Eppure le sorrideva sfacciatamente come se fosse pienamente soddisfatto di quella conclusione e stesse invitando Melissa a lasciare il suo ufficio.
Se fosse rimasto solo, avrebbe tirato un lungo sospiro, dopodiché avrebbe infilato le mani in tasca e si sarebbe diretto a casa con il cipiglio imbronciato di un bimbo che non ha ottenuto quel giocattolino che aveva adocchiato. Durò letteralmente solo il tempo di tornare alla strada principale, poi gli bastò sentire le voci delle persone intorno a sé per sorridere istintivamente. La notte era ancora giovane.