⢓⠸⢷⠊⣳⠬⠫ / Kachou fuugetsu

Role || Norio e Kairi

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    NORIO TODA

    Era una fredda ma soleggiata giornata di metá marzo. Per Norio, la primavera era un momento dell'anno piuttosto difficile. Non perché soffriva di qualche allergia al polline, per fortuna, o per i bruschi cambiamenti di temperatura, ma perché era il periodo dell'anno dove ricorreva l'anniversario della morte di Namiko.
    Tra poco sarebbero passati esattamente due anni. Normalmente, la primavera era un periodo felice: il nuovo anno scolastico per Seki, la ricorrenza dell'hanami - anche se, con l'incendio al parco di Ueno, uno dei luoghi piú popolari dove si svolgeva da decenni quella tradizione, anche quello aveva la sensazione che avrebbe ormai assunto un sapore un pó amaro per molti abitanti di Tokyo-, la consapevolezza che l'estate era vicina e con lei il caldo, il bel tempo, i concerti all'aperto... tutte cose che ovviamente c'erano ancora, ma che non poteva fare a meno di vivere in quel periodo con un pó piú di malinconia.
    Razionalmente, sapeva che non c'era motivo di essere piú o meno tristi in quel giorno specifico dell'anno rispetto a tutti gli altri, ma i sentimenti, per definizione, erano l'esatto opposto del razionale. I suoi pensieri non potevano fare a meno di andare a cosa era successo quel giorno: se solo Namiko fosse uscita di casa dieci minuti prima o dopo, forse non sarebbe incappata in quell'incidente. Se solo avesse fatto programmi diversi per la giornata, in quel momento sarebbe ancora con lui. Se solo... se solo.... pensieri inutili ma a cui non riusciva a sottrarsi, in quei giorni.
    Ed erano pensieri da cui non voleva sottrarsi: gli sembrava... irrispettoso verso Namiko.
    Anche Seki era piú silenziosa in quei giorni, ma a inizio marzo era arrivata a casa un giorno e gli aveva infilato quello che sembrava un biglietto tra le mani.
    « Sono per il concerto "Music for Love" al Tokyo Dome, sono riuscita a prenderne due, stanno andando a ruba!» aveva annunciato, suonando energica come la sentiva di solito. E non poteva biasimarla, gli aveva letto ad alta voce l'intervista a Castiel Leroy (di cui sua figlia era stata grande fan di quando era un idol e aveva tutti i CD, e di cui lui stesso si era trovato ad apprezzare la musica) e Sakiko Yumeno sul Rising Sun, e suonava come qualcosa che sarebbe diventato uno degli eventi musicali piú importanti - sicuramente piú ricordati- dell'anno.
    Musicisti e artisti giapponesi e stranieri, riuniti per una serata dedicata alla musica e allo spettacolo, al risollevare quella cittá dopo gli eventi di novembre, in cui tutto il ricavato della serata sarebbe stato denvoluto in beneficenza.
    « ... la mamma avrebbe fatto di tutto esibirsi su quel palco.» la voce di Seki era divertita, ma non riusciva a nascondergli la punta di malinconia che l'aveva fatta tremare per un attimo. Norio sorrise a sua volta, e per un attimo immaginó una primavera completamente diversa: una dove Namiko si sarebbe esibita insieme a tanti altri artisti su quel palco, insieme a lui, il suo pianoforte ad accompagnare la sua voce come avevano fatto tante altre volte...
    « ... sí, le sarebbe piaciuto tantissimo.» rispose. Peró potevano assistere a quel concerto. Sarebbe stato bello. Lui, Seki... e il ricordo di Namiko con loro.
    Namiko non avrebbe potuto partecipare di persona, ma Norio si sarebbe goduto quella musica anche per lei, insieme a Seki. Era quello lo scopo della musica, dopotutto. Trasmettere qualcosa, muovere le persone.
    Che era il motivo per cui quel giorno si trovava lí, nonostante il freddo, in una piazza vicino ad una stazione della metro di Ginza. Davanti a quella stazione, come si trovavano sparsi anche in altre punti nelle grandi cittá, c'era ogni tanto un pianoforte. Era un pianoforte pubblico, verticale per essere piú facilmentte spostabile rispetto ad pianoforte a coda, dove chiunque poteva sedersi e suonare, che fosse solo per provare a giocherellare con i tasti come stava facendo qualcuno in quel momento - dalle risatine e il suono scordinato dei tasti, sembrava una coppia che stava cercando di suonare qualcosa a quattro mani, e quel pensiero lo fece sorridere- a vere e proprie esibizioni improvvisate.
    Norio aveva memorizzato la posizione di alcuni di quei pianoforti in giro per la cittá, e non gli dispiaceva quando aveva tempo sedersi ogni tanto a suonare qualcosa, per puro diletto e il beneficio di chiunque si trovasse a passare di lí e volesse fermarsi ad ascoltare.
    Era felice di sapere che quel pianoforte c'era ancora, e non appena la coppia ebbe finito, si fece avanti per prendere posto. Immediatamente sentí qualcuno avvicinarsi e cercare di prendere parola.
    « ... so dove mi trovo, grazie. » commentó mentre scostava la giacca verde scuro che indossava e si sedeva, interrompendo le parole del passante sul nascere, forse con una punta di freddezza in piú di quanto fosse necessario.
    Era giá successo altre volte. Le persone lo vedevano sedersi e qualcuna pensava inevitabilmente che avesse scambiato il sedile per una panchina e voleva "gentilmente avvisarlo". Apprezzava la loro premura, ma era anche stancante quando succedeva in continuazione.
    E forse, in quel periodo, aveva semplicemente meno pazienza del solito per quelle cose.
    Posó il bastone bianco a terra, incastrato sotto il sedile, poi si prese qualche secondo per sfiorare lo strumento con le dita, prendendovi un attimo confidenza prima di iniziare a suonare. Inizialmente non si trattó di nessun brano in particolare, improvvisando semplicemente come piccolo riscaldamento, poi inizió a suonare tracce prese dalle colonne sonore di svariati film famosi, mischiandole semplicemente come gli venivano in mente e sembravano amalgamarsi meglio.
    Perché aveva scelto proprio temi musicali famosi di film? Un pó perché in quelle occasioni gli piaceva suonare cose diverse dallo stereotipo un pó datato del pianista che suona principalmente musica classica... e un pó perché le colonne sonore e l'audio erano un pó l'unico modo che aveva di sperimentare i film e altri tipi di media prettamente visivi.
    ... e un pó anche perche trovava la cosa ironica e divertente, e gli piaceva semplicemente sentire le reazioni delle persone tutt'attorno nel riconoscere canzoni famose.
    45 y/o | PIANIST | SCHEDA
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    Peso Trasportabile: [0/4]
    Scheda

    Prendersi una giornata libera per andare a fare un giro per Tokyo era qualcosa che non si concedeva da un bel po' di tempo. Kairi era perfettamente consapevole di avere ancora tanto da fare per quel che riguardava il proprio miglioramento dentro l'Accademia, dunque era difficile che uscisse di lì anche quando ne avesse occasione: i suoi genitori ogni tanto le chiedevano di passare a trovarli in qualche giorno dove le lezioni fossero assenti, tuttavia la ragazza alata rifiutava. Non poteva aspirare a raggiungere dei livelli accettabili e poter raggiungere la promozione al secondo anno: sapeva le mancasse poco, dunque più si impegnava per colmare quelle lacune e meglio era per sé stessa. Stava iniziando a sentirsi un po' stagnata dai suoi pochi progressi (e sicuramente non per colpa di qualcun altro) e per una volta nella sua vita aveva preso seriamente qualcosa di diverso da quel magico strumento di libertà che era la musica.
    Da quanto era che non suonava il suo violino senza pensare a nient'altro? Da un lato questo era brutto segno, da un lato invece era al contrario un segno molto più che buono ed il tutto per svariate motivazioni. Da quando era alta poco meno di un tavolino aveva deciso che la musica sarebbe stata una parte molto abbondante della sua vita, sarebbe stata un mezzo con il quale divertirsi e soprattutto far divertire le persone nonostante avesse le potenzialità, a detta di suo padre, di fare ed essere altro: si era esercitata con quel vecchio strumento giorno e notte al punto anche di non far dormire i suoi genitori per il fastidio ma questi non le avevano mai detto niente mostrando una soglia di sopportazione fuori dal comune. Dunque perché era brutto segno, non toccare il violino? Perché pensava di buttar via tutti quegli anni passati a studiare spartiti ed a diffondere note nell'aria anche se non l'avevano mai portata a raggiungere dei traguardi che le avrebbero permesso di diffondere la sua visione sulla musica in tutto il mondo. Lo possiamo ammettere, per un po' Kairi aveva davvero desiderato diventare una musicista professionista e far vedere a tutti quanti che si poteva suonare mantenendo un enorme sorriso in volto senza far sì che fosse solamente un lavoro ma a quanto pareva quella visione non era abbastanza e c'era sempre stato qualcuno più bravo di lei. Non che fosse pessima, semplicemente non la migliore.
    Dall'altro lato, però, potevamo dire che fosse bel segno perché significava che piano piano la sua mentalità stava spostandosi e quella parte che dedicava a suonare stava venendo ridotta sempre più da quella che le chiedeva a tutti i costi di dedicarsi anima e corpo all'Accademia. Il che da un certo punto di vista era davvero buono, era il segnale che forse stava iniziando a colmare quella lacuna che le impediva di avanzare sempre più e che magari l'avrebbe fatta mettere in pari con i propri compagni: un paio li aveva visti salire di corso e si era sentita un po' lasciata indietro, questo però era solamente colpa sua. Il giorno in cui sarebbe riuscita a salire di corso, allora quella sensazione di inferiorità (che mai aveva provato) sarebbe sicuramente svanita dandole nuova linfa vitale. Aveva anche una motivazione in più per farlo: al secondo anno ci sarebbe stato uno studio migliore delle capacità del Quirk e magari sarebbe riuscita a realizzare un sogno che ogni bambino con le ali possiede e che non stiamo ad elencare adesso.

    Aver deciso di prendersi un giorno libero per fare un giro ed andare a comprare qualcosa per sé, però, l'aveva fatta ricadere nella parte della sua testa che pensava solamente alla musica e...andiamo, quanto mai avrebbe potuto far male per un giorno solo? Non quando si trattava di prendere una pausa da costante studio e costante allenamento. La mente aveva bisogno di uno sfogo, no? Altrimenti sarebbe collassata. Non aveva paura per le sue condizioni fisiche perché stava iniziando a raggiungere un buon livello di forma per fortuna, necessitava ogni tanto di aprire quella valvola ed uscire dalla Yuuei era ciò di cui aveva bisogno.
    E guarda caso, aveva deciso di portarsi dietro Quill perché diaminen se aveva intenzione di suonare: sarebbe dovuta scoppiare la città per impedirglielo, ne sentiva la necessità psicologica. Era appena uscita dalla metro di Ginza scrollando appena le ali - rigorosamente chiuse - per mandare via quel lieve brivido di freddo che le aveva pervaso la schiena: perché era lì? Ricordava di aver visto un pianoforte in quella zona, uno di quelli che venivano lasciati liberi al pubblico ogni tanto e che si potevano trovare sparsi per la città, intenzionata a dirigersi proprio lì: anche se non si trattava di suonare quello strumento in particolare nella sua testa quelle postazioni avevano assunto l'aspetto di luogo dove poter suonare liberamente e magari, chissà, qualcuno avrebbe anche potuto accompagnarla. Personalmente reputava che pianoforte e violino fossero due strumenti che si accoppiassero molto bene per il tipo di musica che potevano esprimere. Non fraintendiamo, qualsiasi strumento può arrivare a suonare qualsiasi melodia ma è innegabile che alcuni siano più adatti di altri per delle tematiche: sarà difficile trovare un pianoforte rendere bene, per esempio, su una delle canzoni da "build up" quando al contrario la performance sarà decisamente migliore riguardo una melodia più emotiva. Eppure vedeva già un capannello di persone in una direzione particolare che supponeva essere proprio la sua meta designata. Alzò le sopracciglia con un po' di sorpresa. « Mi hanno preceduta? » Ora era troppo curiosa di sapere chi si fosse messo a suonare, soprattutto perché più camminava e più ne era certa dato che aguzzando l'udito stava riuscendo a sentire qualche nota volare nell'aria pronta ad effettuare la propria magia.
    Sì, qualcuno stava suonando.
    Adesso doveva per forza andare a vedere, quello che doveva comprare avrebbe aspettato. Si fece spazio tra le persone senza essere troppo invasiva, facendo un giro anche più largo per evitare di infastidire quelle persone che si erano messe ad ascoltare, cercando di avere una visuale sulla persona che stesse suonando: un signore a cui non avrebbe dato meno di una quarantina d'anni, aspetto tipico della cultura giapponese senza nessuna mutazione, capelli scuri ma soprattutto perfettamente a suo agio seduto di fronte ai tasti del pianoforte. La sensazione le scaldò il cuore, ogni volta che sentiva uno strumento utilizzato bene le si diffondeva un piacevole calore dentro al petto e...aspetta, quella non era la canzone di quel film che avevano mandato in televisione un paio di sere prima? Non si ricordava il nome perché non lo aveva visto - era solita tenere la tv accesa come sottofondo quando faceva qualsiasi altra cosa, aveva bisogno di un rumore di fondo - ma le note le aveva riconosciute dato che le avevano acceso una lampadina in testa relativamente in fretta. Qualcuno pure l'aveva riconosciuta ed aveva detto il nome del film ad alta voce, facendole schioccare le dita. Comunque era particolare come scelta, spesso a questi pianoforti trovava persone che provavano a premere qualche nota per inventare o per giocare un po' - lasciandole l'amaro in bocca, non andava bene giocare con gli strumenti - miste a qualche ragazzino che lasciava volare le note di qualche anime. Era raro vedere degli adulti, soprattutto quando puntavano a queste canzoni.
    Però sapeva il fatto suo e...
    ...ecco, era già in mezzo. Provando a non disturbare si avvicinò nella maniera più silenziosa possibile, sedendosi sui talloni appoggiando la valigetta con il violino a terra per tirarlo fuori. Era ovvio che avvicinandosi avesse catturato un po' l'attenzione, niente comunque di troppo disturbante, non era la prima volta che aveva degli occhi addosso. Si mise in posizione dando il fronte all'uomo senza ancora attaccare, aveva bisogno di sentire qualche nota in più. Giusto poche per adattarsi, qualcosa per poter attaccare e soprattutto sulla parte giusta: irrompere a metà in un passaggio piatto sarebbe stato solo controproducente e---ecco, questo era il punto. Sperava solo di non aver riconosciuto male la canzone e ricordarsi tutto quanto, si sentiva comunque abbastanza confidente. Per il momento si sarebbe limitata a fare solo da accompagnatrice, era Kairi ad essersi inserita nell'esibizione di quell'uomo e non il contrario. Però trovare qualcuno con cui suonare dopo così tanto tempo le lasciava un certo senso di serenità dentro, da quant'era che non le capitava?

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    • Status: Illeso.

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    Double Daggers. Lv2: Approfittando dell'alta rigenerazione del suo manto piumato, Kairi afferra due piume da una qualsiasi delle proprie ali dopo aver sfruttato parte delle proprie energie per renderle rigide ed affilate come rasoi. Una volta estratte, queste verranno scagliate contro un nemico venendo usate come dei veri e propri pugnali da lancio, cercando di ferirlo.
    Il rafforzamento delle piume è temporaneo e svanirà dopo che queste avranno colpito una qualsiasi superficie (o eventualmente il bersaglio) oppure dopo aver compiuto un tragitto di 3m in linea retta.
    Danno: Medio
    Costo: 30 PE
    Feather Rain. Lv2: L'unicità di Kairi non si basa solo sul possesso di ali, si basa anche su ciò che li rendeno arti esteticamente belli da vedere: le piume. A volontà la ragazza è in grado di rendere le piume rigide o affilate come rasoi, potendole estrarre e lanciare a proprio piacimento approfittando anche dell'alta rigenerazione naturale del manto piumato e questa tecnica è su questo che si basa: irrigidimento ed espulsione.
    Concentrandosi qualche secondo, Kairi renderà le piume il più affilate possibili e compirà una spazzata con le ali andando a spararle, letteralmente, in tutta un'area frontale di 180° davanti a sé. Queste si comporteranno come dei semplici coltelli da lancio ed eventuali danni inflitti saranno solo di natura tagliente. Al contatto con una qualsiasi superficie, bersaglio od oltre i 3m le piume perderanno la loro rigidità.
    Danno: Lieve
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    Feather Dance. Lv2: La natura Mutant di Kairi le ha fatto il dono di un paio di ali dallo splendido e delicato piumaggio. La ragazza ne ha il totale controllo ovviamente ma nonostante questo, non è ancora riuscita ad utilizzarle per volare ma questo non vuol dire che non possa aprirla ed usarle per compiere scatti, salti ed aumentare in genere le proprie capacità acrobatiche. Ed è proprio su questo che si basa il momentaneo potenziamento di Kairi: utilizzando i propri arti aggiuntivi come enunciato poco prima, la ragazza vedrà la propria agilità momentaneamente aumentata per una durata massima di tre turni al termine dei quali sarà costretta a chiudere le ali per lasciarle riposare a causa dello sforzo.
    Effetto: Potenziamento Agilità
    Costo: 75% Agi Attivazione; 4% Agi Mantenimento
    Feather Bash. Lv2: Tecnica offensiva che sfrutta letteralmente le ali per colpire. L'unicità della ragazza le ha fatto questo dono ma l'esperienza le ha insegnato solo come usare il piumaggio, è raro che Kairi le usi per fare qualsiasi cosa se non estrarre piume ma in questo caso è disposta a fare uno sforzo. Approfittando del potere del suo Quirk, la ragazza indurisce il piumaggio al massimo delle sue capacità e ne approfitta per provare a colpire con le ali stesse usandole come se fossero armi contundenti. Una sorta di schiaffo alato. Niente di più, niente di meno.
    Danno: Medio
    Costo: 30 PE
    Focused Plumage. Lv2: Tecnica difensiva relativamente semplice che fa affidamento al proprio corpo, in particolare alle proprie ali ed al proprio piumaggio. Essendo queste a tutti gli effetti arti del suo corpo, come tale ha pensato di poterle usare per combattere e dato che la sua unicità le consente di indurire il piumaggio, è su questo principio che si basa la tecnica: concentrandosi solamente sulle ali, Kairi rafforzerà al massimo della sua capacità le piume delle stesse. A seguito della preparazione, la ragazza le dispiegherà per avvolgervisi ed improvvisare in questo modo uno scudo in grado di proteggerla da un attacco di lieve entità. La difesa protegge da un singolo impatto.
    Resistenza: Media
    Costo: 35 PE

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    NORIO TODA

    Alle prime note non notò nessun cambiamento particolare nei dintorni, ma appena attaccò con una delle melodie più riconoscibile pian piano riuscì praticamente a sentire un cambiamento tutt'attorno. Passi che rallentavano, qualcuno che si fermava, qualche mormorio tutt'intorno, più che altro di sorpresa per l'esibizione improvvisa o per l'aver riconosciuto la melodia. Tutti, tuttavia, mantenevano debitamente una certa distanza dal pianoforte. Un po' era ovviamente per educazione (a nessuno sarebbe piaciuto avere il fiato di qualcun altro sul collo, dopotutto), un po' era quell'intuizione istintiva di non voler disturbare ciò che stava succedendo, come se tutt'attorno allo strumento fosse stato tracciato un cerchio invisibile che nessuno voleva o poteva oltrepassare.
    Sentì qualcuno alla sua sinistra indovinare il titolo del film da cui proveniva il brano e sorrise leggermente, facendo un cenno di approvazione con il capo nella sua direzione, gli occhi come sempre morbidamente chiusi, l'espressione serena. Passò ad un altro brano dopo circa un minuto, chiedendosi se qualcuno avrebbe accettato il piccolo gioco che aveva avviato in silenzio, sull'impulso del momento. Dopo qualche altro momento, tuttavia, un rumore inaspettato lo fece quasi esitare, fortunatamente su un passaggio lento abbastanza da non rovinare quella piccola esibizione. Qualcuno si era avvicinato al pianoforte; il rumore di qualcosa che veniva posato a terra e nel sentire lo scatto della custodia capì, pur non sapendo che strumento fosse stato tirato fuori. Qualcun altro si era avvicinato per suonare; restò quasi in attesa, e nel sentire infine le prime note del violino non riuscì a trattenere un sorriso. Bellissimo strumento, il violino, non poteva chiedere accompagnamento migliore. Il musicista (o la musicista? Non poteva saperlo, ma aveva importanza?) iniziò quasi esitante... no, più che esitante, sembrava... rispettoso? Rispettosa?
    Era evidente che non voleva rubargli la scena; avrebbe potuto facilmente farlo in quel momento, sovrastando le note più morbide del pianoforte. Quella però non era una gara, era un duetto... ma voleva comunque proporle una piccola sfida, come aveva fatto prima con il pubblico. Continuò a suonare per un altro po', il tempo al o alla violinista di adattarsi, poi lentamente cambiò di nuovo brano. Sicuramente più facile da riconoscere - era il tema principale di una serie tv piuttosto famosa, ormai praticamente inconfondibile anche per chi non ne aveva visto un singolo episodio -, ma dal ritmo più rapido e incalzante. Le dita iniziarono a muoversi più rapidamente sui tasti, e l'uomo si lasciò sfuggire un altro sorrisetto, questa volta rivolto unicamente alla fonte del suono del violino. Il violino era una delle parti più caratteristiche di quel brano, sarebbe riuscito a rendergli giustizia?
    Al termine del brano Norio si fermò, chinando il capo in segno di ringraziamento quando dalla folla radunatasi si alzò un piccolo applauso. Si sporse verso il basso dal sedile per recuperare il bastone che aveva poggiato lì sotto, e vi si puntello' contro con una mano mentre si alzava in piedi. Avrebbe rivolto il capo verso Kairi, piegandolo leggermente di lato.
    « Con chi ho avuto il piacere di suonare...? » chiese, appoggiandosi al bastone con entrambe le mani.
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    Per fortuna il suo ingresso in quell'improvvisato duetto musicale era avvenuto in modo relativamente fluido, aspettando il momento esatto per poter attaccare ed affiancare i tasti di quello splendido strumento che era il pianoforte. Era stata un po' una mezza fortuna il fatto che chi lo stesse suonando sapesse il fatto suo, se Kairi non avesse apprezzato si sarebbe semplicemente limitata ad osservare ed attendere che finisse prima di lasciar passare qualche attimo e mettersi a far il suo non tanto per aver riconoscimento, solo per avere un po' di sfogo rispetto a quello che era stato scritto poc'anzi.
    In fondo era una ragazza a cui bastava poco: c'era chi magari necessitasse di una passeggiata, chi di una sessione completa di compere, chi magari di sport mentre a lei era sufficiente prendere il suo amato violino, andare in qualche angolo più o meno popolato - non faceva differenza - e mettersi a pizzicare le corde con l'archetto in modo da poter letteralmente viaggiare. Si diceva che era quello che la musica permettesse di fare, dal punto di vista di Kairi non c'era definizione migliore dato che non era un rimedio concreto a qualsiasi cosa tuttavia con un pizzico di conoscenza era possibile trovare una canzone adatta per qualsiasi cosa, davvero qualsiasi e che potesse essere utilizzata per ogni situazione: questa compresa. Al momento non le veniva in mente molto, tuttavia già riuscire a capire di cosa si trattasse e soprattutto riuscire ad affiancare una persona con la quale non si aveva in pratica nessun tipo di alchimia, nessuna familiarità e non si aveva modo di riuscire a capire quali fossero i pensieri per i prossimi secondi era un enorme passo avanti. Nel suo piccolo era dubbiosa riuscisse a riconoscere il prossimo pezzo e sì, era intenzionata a fare anche il prossimo dato che le sarebbe sembrato un grosso spreco non continuare e limitarsi solo a mezza canzone quando l'altro individuo era decisamente bravo e sapeva il fatto suo: non che fosse un maestro od un musicista di fama almeno nazionale (lo avrebbe riconosciuto), aveva il talento necessario per far un'ottima figura dietro a quella composizione di tasti d'avorio e corde in grado di produrre uno dei suoni più belli del mondo intero. Non riusciva ad escludere quasi nessun tipo di arrangiamento musicale da questa categoria - salvo alcune piccolissime eccezioni che andavano fuori dal suo stile -, per fortuna ciò che l'uomo stava riuscendo ad arrangiare riusciva a rientrare perfettamente in questa classificazione ed era compito di Kairi fare il possibile per riuscire a rendere giustizia all'impegno che quell'uomo ci aveva messo e ci stava mettendo tutt'ora.
    Per quello si era introdotta piano piano, mettendosi in secondo piano nonostante avrebbe potuto prendere con facilità il centro della scena semplicemente alzando un pochetto la tonalità delle note. Ogni strumento, a modo suo, aveva le potenzialità per soverchiarne un altro in un duetto ed il tutto stava per qualcuno nell'intensità, per altri invece nel ritmo di esecuzione mentre invece esistevano rare eccezioni dove entrambe le caratteristiche avrebbero alzato di parecchio l'asticella. Se avesse voluto, per dire, avrebbe avuto molti modi per prendersi il ritmo e dettare un cambio di canzone inaspettato che l'avrebbe lasciata da sola ma sarebbe stato estremamente rude, una cosa che si sarebbe aspettata solo in qualche competizione dove per far bella figura era necessario farne fare una pessima agli altri. Una visione, a suo modo di vedere, sbagliata delle cose: ogni orchestra, grande o piccola che fosse, aveva dei compiti ben precisi ed in questo momento Kairi si era messa in testa che il suo fosse quello di supportare e rendere giustizia all'impegno dell'altro, qualsiasi canzone fosse stata tirata in causa.
    Tutto sarebbe cambiato se fosse stato il pianista a chiedere una sorta di confronto, per il momento Kairi se ne sarebbe stata buona ma la parte più difficile del duetto era appena arrivata: capire in fretta e furia quale sarebbe stata la prossima canzone e dai primi momenti le arrivarono prepotenti in testa giusto un paio di parole. Chotto matte, di cosa si trattava? Rimase momentaneamente ferma cercando di fare mente locale in fretta su ciò che stesse ascoltando e le ricordava qualcosa, non era per caso un duetto di cui aveva visto il video un po' di tempo fa? Inoltre quell'inizio era abbastanza famoso, ce l'aveva sulla punta della lingua e...stava picchettando con la punta del piede a terra cercando di farselo venire in mente il più in fretta possibile, in quel momento si sentiva un po' come se avesse una spada di Damocle puntata dritta sulla test- « Oh! » Per fortuna che le era venuto in mente! Era l'inizio di quel duetto sulla sigla di quella serie televisiva famosissima che era terminata da qualche anno ma che era ancora rimasta freschissima nella memoria della gente. Riuscì ad attaccare un paio di note dopo rispetto a quello che avrebbe dovuto tirando un mezzo sospiro di sollievo a quanto pareva era quella e ci aveva azzeccato dato che il pianista stava andando avanti anche a buona lena lasciandole anche un bel po' di senso di sorpresa in bocca: non si aspettava che una persona che suonava le intro delle serie riuscisse a mettere questo tipo di forza e di fluidità, di impegno, nella piccola esibizione e questo la spronò se possibile ancora di più a metterci quell'impegno che per tanto tempo non aveva potuto investire seriamente nella musica, dovendo per forza deviare le sue energie in altri contesti. Aveva preso il treno, ormai, ed ogni secondo quelle rotaie la portavano sempre più lontana da ciò che aveva intorno lasciandola rinchiusa in una piccola sfera di tre, quattro metri che coinvolgeva lei, il pianoforte, il violino ed il pianista: era il suo metodo per riuscire a suonare di fronte alle persone e non farsi prendere dall'ansia da prestazione, chiudersi in una cabina e lasciare che la locomozione immaginaria facesse il suo corso lasciandola concentrare solo sul tragitto e su nient'altro. Spesso chiudeva gli occhi quando suonava ma, soprattutto, sempre riusciva a sorridere alla consapevolezza di avere il permesso di fare qualcosa che amava con tutta sé stessa e che avrebbe smesso di fare solo con il suo ultimo respiro. Perché privarsi di un mondo intero che poteva vedere chiudendo gli occhi? Perché impedire alle sue ali di sentire dell'aria altrimenti irraggiungibile? Perché non avvolgere il resto delle persone con un calore ineguagliabile?
    Tutto questo era impagabile, l'unico peccato fu che l'uomo al termine della canzone decise di interrompersi e di non suonare ancora. Solo sul silenzio musicale aprì gli occhi e si trovò anche a dover ripiegare un po' quelle ali che si erano leggermente dispiegate prese dal trasporto e ad inchino di lui, seguì un silenzioso inchino anche da parte di Kairi che ne approfittò pure per riprendere fiato dato che si era trovata a trattenerlo per diversi secondi durante la piccola esibizione.
    Non ripose subito il violino però, anzi in questo momento trovava estremamente difficile separarsene. Si stiracchiò con braccia ed ali pochi attimi, come se si fosse scrollata di dosso un lungo, lungo torpore. « Che bello, mi serviva proprio! » E sentendosi quasi chiamata in causa ebbe un piccolo sussulto, voltandosi di scatto verso il suo interlocutore che---aveva qualcosa di strano? C'era qualcosa che non sapeva definire, qualcosa che in questo momento le sfuggisse. Meglio comunque non fare domande. « Chiedo scusa se mi sono intromessa! Non sono riuscita a farne a meno. » Si inchinò anche in sua direzione in pura forma di rispetto, quello glielo doveva. « Kairi Hirasaka, il piacere è tutto mio. Complimenti, è raro sentire qualcuno che sappia effettivamente suonare il pianoforte da queste parti. »
    Era una zona trafficata e perlopiù da persone che giocavano con quello strumento un po' per caso premendo qualche tasto, facendo il buffoncello ed andandosene senza sapere che magari andando in maniera randomica rischiavano più di danneggiare le corde del pianoforte che altro. Un vero e proprio peccato, davvero. E---era un bastone da passeggio quello? Non sembrava, che fosse...? Non fare domande e non fare la scortese, magari è un caso.

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    Double Daggers. Lv2: Approfittando dell'alta rigenerazione del suo manto piumato, Kairi afferra due piume da una qualsiasi delle proprie ali dopo aver sfruttato parte delle proprie energie per renderle rigide ed affilate come rasoi. Una volta estratte, queste verranno scagliate contro un nemico venendo usate come dei veri e propri pugnali da lancio, cercando di ferirlo.
    Il rafforzamento delle piume è temporaneo e svanirà dopo che queste avranno colpito una qualsiasi superficie (o eventualmente il bersaglio) oppure dopo aver compiuto un tragitto di 3m in linea retta.
    Danno: Medio
    Costo: 30 PE
    Feather Rain. Lv2: L'unicità di Kairi non si basa solo sul possesso di ali, si basa anche su ciò che li rendeno arti esteticamente belli da vedere: le piume. A volontà la ragazza è in grado di rendere le piume rigide o affilate come rasoi, potendole estrarre e lanciare a proprio piacimento approfittando anche dell'alta rigenerazione naturale del manto piumato e questa tecnica è su questo che si basa: irrigidimento ed espulsione.
    Concentrandosi qualche secondo, Kairi renderà le piume il più affilate possibili e compirà una spazzata con le ali andando a spararle, letteralmente, in tutta un'area frontale di 180° davanti a sé. Queste si comporteranno come dei semplici coltelli da lancio ed eventuali danni inflitti saranno solo di natura tagliente. Al contatto con una qualsiasi superficie, bersaglio od oltre i 3m le piume perderanno la loro rigidità.
    Danno: Lieve
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    Feather Dance. Lv2: La natura Mutant di Kairi le ha fatto il dono di un paio di ali dallo splendido e delicato piumaggio. La ragazza ne ha il totale controllo ovviamente ma nonostante questo, non è ancora riuscita ad utilizzarle per volare ma questo non vuol dire che non possa aprirla ed usarle per compiere scatti, salti ed aumentare in genere le proprie capacità acrobatiche. Ed è proprio su questo che si basa il momentaneo potenziamento di Kairi: utilizzando i propri arti aggiuntivi come enunciato poco prima, la ragazza vedrà la propria agilità momentaneamente aumentata per una durata massima di tre turni al termine dei quali sarà costretta a chiudere le ali per lasciarle riposare a causa dello sforzo.
    Effetto: Potenziamento Agilità
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    Feather Bash. Lv2: Tecnica offensiva che sfrutta letteralmente le ali per colpire. L'unicità della ragazza le ha fatto questo dono ma l'esperienza le ha insegnato solo come usare il piumaggio, è raro che Kairi le usi per fare qualsiasi cosa se non estrarre piume ma in questo caso è disposta a fare uno sforzo. Approfittando del potere del suo Quirk, la ragazza indurisce il piumaggio al massimo delle sue capacità e ne approfitta per provare a colpire con le ali stesse usandole come se fossero armi contundenti. Una sorta di schiaffo alato. Niente di più, niente di meno.
    Danno: Medio
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    Focused Plumage. Lv2: Tecnica difensiva relativamente semplice che fa affidamento al proprio corpo, in particolare alle proprie ali ed al proprio piumaggio. Essendo queste a tutti gli effetti arti del suo corpo, come tale ha pensato di poterle usare per combattere e dato che la sua unicità le consente di indurire il piumaggio, è su questo principio che si basa la tecnica: concentrandosi solamente sulle ali, Kairi rafforzerà al massimo della sua capacità le piume delle stesse. A seguito della preparazione, la ragazza le dispiegherà per avvolgervisi ed improvvisare in questo modo uno scudo in grado di proteggerla da un attacco di lieve entità. La difesa protegge da un singolo impatto.
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    Per Norio si potevano capire molte cose di una persona da come suonava. Non che strumento, proprio perché non credeva negli stereotipi del chi suonava un determinato strumento doveva essere un certo tipo di persona, ma come quello strumento veniva suonato. Il musicista che si stava esibendo con lui era indubbiamente bravo, era evidente che studiasse quello strumento da molti anni, ed inoltre non gli mancavano i riflessi pronti per adattarsi al suo cambio di brano, anche se sembrò impiegare qualche secondo per riconoscerla. Al piccolo "oh" esclamato da Kairi notò che sembrava una voce femminile. "La" musicista, quindi, con tutta probabilità.
    Il violino non era esattamente il genere di strumento che ci si poteva portare sempre dietro con tranquillità, come poteva esserlo una armonica a bocca, quindi doveva essersi trovata a passare di lì mentre aveva con sé lo strumento. Una studentessa del liceo iscritta al club di musica che tornava dalle prove? Forse addirittura un'altra insegnante, o semplicemente una persona che come lui aveva semplicemente voluto esibirsi un po'?
    Lo avrebbe scoperto in ogni caso più tardi. I due continuarono a suonare, diffondendo la melodia combinata dei due strumenti oltre quella sorta di cerchio invisibile che sembrava essersi creato attorno a loro.
    La sua misteriosa accompagnatrice continuò ad accompagnarlo fino alla fine del brano, e quando le ultime note dei due strumenti si spensero nell'aria ci fu un attimo di breve silenzio - forse il volersi accertare che avessero effettivamente finito - e poi un timido applauso. Norio si limitò a chinare il capo in cenno di ringraziamento. Non aveva mai cercato particolarmente la fama o i complimenti, gli bastava semplicemente sapere che qualcuno aveva apprezzato la sua musica. La sua attenzione, inoltre, era più rivolta all'altra musicista. Non aveva sentito lo scatto della custodia, perciò non aveva riposto ancora lo strumento (forse voleva suonare ancora qualcosa da sola?) e... insieme alle sue parole aveva sentito qualcosa che non era riuscito bene a identificare. Una sorta di... fruscio? Una leggera ventata d'aria?
    In ogni caso si ritrovò a sorridere leggermente a quel commento. Si, capiva benissimo quella sensazione, quella voglia straripamento di voler semplicemente sedersi davanti al pianoforte e suonare. In quel momento era un po' come lasciar vagare i pensieri, traducendoli in musica.
    « Nessun problema, anzi, è stata una gradita sorpresa... da quanto tempo suona? » chiese, prima di inchinarsi leggermente appoggiandosi ancora al bastone con una mano in risposta alla presentazione dell'altra. Giusto, non si era presentato.
    Nella foga del momento, chiedere all'altra persona di presentarsi era stata la prima cosa che aveva voluto chiedere.
    « Norio Toda... sono "effettivamente" un pianista di professione... ed insegnante. » aggiunse con una punta di divertimento, ricalcando le parole dell'altra.
    Si voltò poi, ancora ad occhi chiusi, a sfiorare il piano con una mano.
    « Vengo qui ogni tanto a suonare, ma magari a non tutti piace farlo. Paura di sbagliare, dell'esibirsi, o semplicemente il non voler suonare uno strumento diverso dal proprio. » personalmente, lui amava farlo.
    Ogni piano era un po' come una persona: unico. Soprattutto per questi pianoforti esposti all'aperto e al passaggio continuo delle persone: magari ad uno mancava un po' di manutenzione, uno non riproduceva in modo esattamente perfetto una nota, un altro aveva un tasto un po' allentato o rovinato... alcuni sarebbero inorriditi nel vedere trattato uno strumento a quel modo non propriamente ideale forse, ma non Norio. Con il suo strumento personale, ovviamente, aveva l'accortezza di trattarlo con la massima cura, ma lo scopo di questo pianoforte non era quello di essere tecnicamente perfetto o tenuto a lucido. Era semplicemente far divertire le persone. Anche per quello si sarebbe scostato prontamente dal sedile, muovendo qualche passo di lato per fare spazio.
    «Direi di spostarci, a meno che non voglia suonare altro. Ci saranno altre persone che vorranno provare. » commentò, rivolgendosi - per quanto poteva - in direzione di Kairi.
    Alle sue spalle, il sedile era stato infatti prontamente occupato da una bambina che, forse cercando di emularlo, aveva iniziato a pigiare un po' i tasti. Gli sfuggì un sorrisino nel sentire la cacofonia di note alle sue spalle.
    Gli piaceva suonare in pubblico anche per quello. Chissà, magari una persona su 1000 ne sarebbe uscita ispirata dal voler imparare a suonare.
    45 y/o | PIANIST | SCHEDA
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    Peso Trasportabile: [0/4]
    Scheda

    Kairi in quel momento trovava estremamente difficile separarsi dal violino: era così difficile riuscire ad improvvisare qualcosa di decente, di orecchiabile con un perfetto sconosciuto incontrato per caso - nemmeno incontrato, era proprio capitata di fronte a lui - che quando alla fine riuscivi a realizzare qualcosa che ti facesse un po' gonfiare il petto ti veniva voglia di continuare a suonare. Stesso era successo adesso per la studentessa della Yuuei, in cuor suo sentiva di voler continuare a volare a tutti gli effetti ma comunque forse dopo quello sfogo momentaneo era il caso di lasciare il pianoforte effettivamente pubblico al...pubblico, ecco, soprattutto nella speranza che avendo visto ed assistito ad un'esibizione fatta come si doveva (per quanto si trattasse della cover di un telefilm, ecco) allora alle persone venisse voglia di provarci seriamente.
    Non c'era quasi niente di più frustrante per un musicista che vedere uno strumento lasciato al caso, mal tenuto o mal utilizzato. non era il suo genere, tuttavia anche se avesse visto una batteria usata male a Kairi il nervoso sarebbe salito senza troppi problemi. Non faceva molte distinzioni, sapeva perfettamente che ad ogni persona corrispondesse uno stile diverso e soprattutto che gli appartenesse una tipologia di suono differente. L'importante era riconoscerlo ma, soprattutto, capire fin dove la propria passione ti avrebbe potuto spingere: per lei era stato sufficiente sentire le prime note per capire che avrebbe potuto imparare molte cose, anzi che avrebbe voluto imparare molte cose.
    Chissà per il pianista che aveva di fronte quale poteva esser stato il caso, come fosse nata la sua passione ma soprattutto come questa avesse influito sulla sua vita. Era ovvio dai movimenti successivi che la questione della vista che aveva notato poco prima non fosse proprio una coincidenza, quell'uomo sembrava davvero esser cieco (insomma aveva un bastone apposito e lo sguardo non sembrava proprio "puntatissimo" su di lei) e dunque chissà come poteva esser stato per lui affrontare questo handicap avendo quotidianamente per le mani uno strumento che almeno inizialmente la vista la richiedeva, almeno per riconoscere i tasti primi che aveva davanti. Poi Kairi stessa sapeva che l'unico tipo di disabilità che un musicista non potesse tollerare era quella uditiva: non che la vita di un cieco fosse facile ma che ci vedesse o meno, al musicista cosa poteva mai cambiare? Era convinta che una volta riconosciuta la prima nota, persino il signor Toda sapesse quali tasti avesse davanti e lei stessa quando si sentiva particolarmente presa dalla musica si trovava a suonare ad occhi chiusi. Era una pratica comune, insomma, era un modo per immedesimarsi di più nello strumento e nelle note che solcavano l'aria.
    « Suono da quando sono molto piccola. » Era la verità, ogni ricordo che aveva la vedeva con il violino in mano. Almeno quelli più belli e persino uno brutto: quando le si ruppe la prima corda, poco dopo aver preso l'oggetto, ricorda di aver pianto veramente tanto. « Ma credo da meno di lei, non si diventa insegnanti di pianoforte in un giorno. » Non era convinta sarebbe stata in grado di dettar lezione a qualcuno riguardo lo strumento che aveva in mano, allo stesso tempo però sentiva anche che nessuna di queste avrebbe avuto effetto su di lei.
    E forse era questa piccola considerazione arrogante ciò che non le aveva mai permesso di ottenere tutto il successo che da bambina avrebbe dovuto. Era contenta davvero? Forse guardando indietro si sarebbe potuta esercitare un po' di più, ormai si era calata tuttavia nella mentalità di aver dato completa disposizione nel miglioramento personale per aiutare gli altri. Suo padre aveva avuto davvero una "cattiva influenza" su di lei. « Più che altro non tutti sanno suonarlo, un pianoforte. Credo sappia benissimo quanto me che le persone che passino di qui si mettano a premere tasti un po' alla rinfusa, per un bambino può andare bene però... » Sospirò lievemente, lasciando cadere un po' anche le ali con fare leggermente affranto. Non più di troppo però, alla fine aveva avuto la sua dose di soddisfazione musicale permettendosi di dare sfogo ad un po' di tensione e di sentire anche un oggetto suonato per il verso giusto oltre il suo violino. Se poi le persone non si esibivano perché quello era fuori dal loro campo allora era un altro discorso, per quanto anche Kairi fosse estremamente attratta dalla musica non si sarebbe mai permessa di provare a suonare, che ne sapeva, un flauto traverso o un oboe o anche solo una chitarra. Non erano nelle sue piume, tanto valeva lasciar perdere e far fare a chi ne sapeva di più.
    E...suonare altro? Oh vero, non aveva ancora riposto il violino. « Oh vero, non ci avevo quasi fatto caso. Male che vada suonerò più tardi. » Era così naturale quando suonava tenere il violino in mano che quasi si era dimenticata di doverlo riporre. Si diresse verso la custodia e ripose Quill al suo interno, chiudendola stavolta per bene prima di riprenderla. Qualcuno le fece qualche complimento a cui lei rispose con un sorriso ed un rapido inchino prima di tornare dal pianista, il signor Toda, dato che aveva detto di voler parlare e di spostarsi. Almeno così l'aveva interpretata, altrimenti perché chiedere di andare in un luogo più tranquillo? Era una bella idea quella di parlare di musica con qualcuno, le capitava così di rado dentro l'Accademia che quasi non vedeva l'ora: poteva prendere qualche compagna di classe ed iniziare il discorso, però queste essendo un po' ignoranti in materia non riuscivano quasi mai ad essere sulla sua lunghezza d'onda. In quel caso Kairi, per non far la parte di quella strana, lasciava perdere ma se le sue piume potessero cambiare colore in base all'umore in quelle circostanze assumerebbero tonalità più scure. « Ha qualche posto in particolare dove deve andare? Non conosco altri posti qui vicini con un pianoforte, però non credo sia necessario...? » Non ne era sicura e per quello le uscì un po' come una mezza domanda. Magari in qualche parchetto qui vicino? Non lo frequentava molto come luogo e quando ci si trovava, andava al centro commerciale e basta. Ogni tanto le prendeva voglia di mettersi a suonare nel mezzo, aveva paura magari che le dicessero qualcosa e la facessero smettere: quello sarebbe stato spiacevole, molto dal suo punto di vista.
    « Lei insegna in qualche scuola da queste parti? » Meglio iniziare con qualche domanda a tema.

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    • Lista tecniche:
    Double Daggers. Lv2: Approfittando dell'alta rigenerazione del suo manto piumato, Kairi afferra due piume da una qualsiasi delle proprie ali dopo aver sfruttato parte delle proprie energie per renderle rigide ed affilate come rasoi. Una volta estratte, queste verranno scagliate contro un nemico venendo usate come dei veri e propri pugnali da lancio, cercando di ferirlo.
    Il rafforzamento delle piume è temporaneo e svanirà dopo che queste avranno colpito una qualsiasi superficie (o eventualmente il bersaglio) oppure dopo aver compiuto un tragitto di 3m in linea retta.
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    Feather Rain. Lv2: L'unicità di Kairi non si basa solo sul possesso di ali, si basa anche su ciò che li rendeno arti esteticamente belli da vedere: le piume. A volontà la ragazza è in grado di rendere le piume rigide o affilate come rasoi, potendole estrarre e lanciare a proprio piacimento approfittando anche dell'alta rigenerazione naturale del manto piumato e questa tecnica è su questo che si basa: irrigidimento ed espulsione.
    Concentrandosi qualche secondo, Kairi renderà le piume il più affilate possibili e compirà una spazzata con le ali andando a spararle, letteralmente, in tutta un'area frontale di 180° davanti a sé. Queste si comporteranno come dei semplici coltelli da lancio ed eventuali danni inflitti saranno solo di natura tagliente. Al contatto con una qualsiasi superficie, bersaglio od oltre i 3m le piume perderanno la loro rigidità.
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    Feather Dance. Lv2: La natura Mutant di Kairi le ha fatto il dono di un paio di ali dallo splendido e delicato piumaggio. La ragazza ne ha il totale controllo ovviamente ma nonostante questo, non è ancora riuscita ad utilizzarle per volare ma questo non vuol dire che non possa aprirla ed usarle per compiere scatti, salti ed aumentare in genere le proprie capacità acrobatiche. Ed è proprio su questo che si basa il momentaneo potenziamento di Kairi: utilizzando i propri arti aggiuntivi come enunciato poco prima, la ragazza vedrà la propria agilità momentaneamente aumentata per una durata massima di tre turni al termine dei quali sarà costretta a chiudere le ali per lasciarle riposare a causa dello sforzo.
    Effetto: Potenziamento Agilità
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    Feather Bash. Lv2: Tecnica offensiva che sfrutta letteralmente le ali per colpire. L'unicità della ragazza le ha fatto questo dono ma l'esperienza le ha insegnato solo come usare il piumaggio, è raro che Kairi le usi per fare qualsiasi cosa se non estrarre piume ma in questo caso è disposta a fare uno sforzo. Approfittando del potere del suo Quirk, la ragazza indurisce il piumaggio al massimo delle sue capacità e ne approfitta per provare a colpire con le ali stesse usandole come se fossero armi contundenti. Una sorta di schiaffo alato. Niente di più, niente di meno.
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    Alle parole della ragazza annuì, immaginando una situazione simile.
    « In genere chi inizia da molto giovane o è per via dei genitori o è perché ha scoperto una passione che poi si porterà dietro per tutta la vita.» commentò.
    Ovviamente una non escludeva l'altra, era possibilissimo per qualcuno iniziare solo perché costretto/invogliato dai genitori e poi scoprire che comunque quel qualcosa piaceva, ma in genere era molto più difficile continuare a fare quel qualcosa se non c'era passione. Il discorso seconda lui valeva anche in generale: che fosse suonare uno strumento, la danza, uno sport o in generale qualsiasi altro hobby dove per diventare davvero "bravi" era necessario iniziare presto. Ma anche lì, cosa voleva dire davvero essere "bravi"? Essere famosi? Avere successo? O era qualcosa di più personale, il voler fare sempre meglio?
    « Ovviamente non chiederò l'età ad una signorina in quanto è sgarbato, ma suppongo di sì.» suonava più giovane di lui, ma era difficile dire di quanto... superata l'adolescenza, la voce non cambiava poi molto per gran parte della vita adulta di una persona. Quello per lui era sempre un po' un problema... sperava di averci azzeccato con quel "signorina", e che nel caso Kairi lo perdonasse se saltasse fuori che era una trentenne sposata con figli.
    Al sospiro dell'altra il sorrisetto che aveva invece si accentuó.
    « "Per un bambino va bene perché non sa cosa sta facendo, ma un adulto non dovrebbe giocare con uno strumento simile", è questo che intende?» chiese, mentre si allontavano appena dal cerchio di persone ancora attorno al pianoforte, tastando cautamente i dintorni con il bastone. Sperava di non dare accidentalmente un colpo alle caviglie di qualcuno, anche se le persone tendevano a spostarsi, ma ovviamente se stava camminando dietro qualcuno quel qualcuno non poteva saperlo.
    « Uno strumento non è esclusiva solo di chi sa già suonarlo... o perlomeno, non uno strumento "pubblico" come questo. Ovviamente non metterei mai un pianoforte Shigeru Kawai o uno Stradivari in mano a chiunque.» aggiunse.
    « Ma uno strumento simile... perché no? È come... renderlo parte di una comunità, di qualcosa di più grande. La gente passa di qui per provare qualche nota, divertirsi, o sperando di assistere ad una esibizione. Se non ci fosse stato quel piano, probabilmente non staremmo parlando in questo momento.» concluse pacato la sua piccola spiegazione sul suo punto di vista. E di nuovo quel suono strano quando si era mossa, come un fruscio. Ovviamente Norio era consapevole che molte persone nel mondo avevano qualche modifica fisica ormai, che fosse parte del proprio quirk o meno. In genere non ci pensava proprio, perché l'aspetto di una persona in generale era qualcosa che non considerava minimamente: pensava ad una persona in termini di voce, carattere, cosa si erano detti.
    A volte restava sorpreso di scoprire dettagli di una persona dopo mesi o anche anni che le conosceva: ricordava benissimo di aver scoperto che un suo compagno di classe alle elementari aveva una sottile pelliccia solo dopo che ci si era seduto vicino a scuola. Chiedere "Ah, hai per caso due corna?" non era esattamente educato ne succedeva tutti i giorni. In generale, se non creava problemi (... aveva pestato qualche coda, un paio di volte, con suo enorme imbarazzo), il pensiero tendeva a non sfiorarlo proprio. Però quel frusciare lo incuriosiva, più che altro perché non riusciva a ricollegare facilmente il suono a qualcosa di già sentito. Era simile al suono di una stoffa pesante...? Come il suono che fanno delle tende molto spesse quando vengono scostate, ma più... fluido?
    Attese che la ragazza rimettesse a posto il suo violino, aggiustandosi una ciocca di capelli scivolata davanti al viso, rimettendola dietro l'orecchio.
    « Non esattamente, non ho impegni questo pomeriggio. Se non sbaglio, c'è un parco qui vicino, sulla destra... o se vogliamo scaldarci un po', possiamo bere qualcosa in un bar.» qualsiasi fosse stata la decisione, si sarebbe avviato cautamente, lasciando che la ragazza facesse strada. A differenza di Fumio, non era ancora così in confidenza da chiederle di posare la mano sulla sua spalla... non che con il ragazzo avesse chissà quale confidenza, ma già solo l'essere "colleghi" in Deep Void aveva contribuito a creare un piccolo punto di contatto, l'idea che collaborare e aiutarsi a vicenda fosse solo naturale.
    Era anche vero che difficilmente qualcuno si rifiutava di aiutare se chiedeva, ma... a volte preferiva semplicemente muoversi da solo. Conosceva piuttosto bene la zona.
    « No, sono un insegnante privato. Lei invece? Studia musica da qualche parte, o fa altro nella vita?»
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    La cosa che impressionò di più Kairi in quei momenti post-esibizione fu la realizzazione che quella persona, il signor Norio, fosse effettivamente non vedente. Non era l'handicap più grande da portare per un musicista dato che alla fine si trattava solamente di memoria normale e memoria muscolare, il fatto che però si fosse mosso con tutta quella sicurezza e confidenza dietro i tasti del pianoforte dimostrava quanto fosse effettivamente capace e quanto fosse grande la passione che aveva per quello strumento.
    « Per me è stato il secondo caso, l'ho sentito suonare una volta e me ne sono innamorata. Credo che questo piccoletto abbia...quindici anni, circa? » Non ricordava di preciso a che età aveva iniziato a suonare il violino, l'unica certezza che aveva era che fosse molto, molto piccola quando aveva iniziato ed incredibilmente era riuscita a mantenere lo stesso strumento per tutta questo tempo. Di sicuro suo padre e sua madre ci avevano dovuto mettere le mani per far aggiustare qualcosa soprattutto quando Kairi era in tenera età, non poteva dire però di essere una di quelle persone che non trattavano bene i suoi possessi. Tempo fa faceva difficoltà ad immaginare la sua vita senza musica, ora che però lo scenario stava iniziando a realizzarsi ogni tanto le capitava di sentire un piccolo vuoto dentro non potendo lasciar volare via la sua fantasia. A volte rientrava nella stanza talmente stanca che spesso si metteva a dormire anche dimenticandosi di mangiare, svegliandosi poi nel cuore della notte per placare lo stomaco ma non la sua voglia di prendere l'archetto e svagarsi un po'.
    Suonare in un dormitorio nel bel mezzo della notte non era la migliore delle alternative.
    « Non ricordo di esser mai stata per più di quarantottore senza suonare qualcosa. » Anche se magari non con eccelsi risultati. Quando era bambina di sicuro avrà fatto perdere un bel po' di sonno ai suoi genitori, se fosse stata una chitarra magari avrebbe potuto attaccare delle cuffie (su quella elettrica si intende) e stare nel suo piccolo mondo ma era stato deciso che il violino avrebbe suonato e così era andata ormai.
    Per fortuna aveva imparato ad essere abbastanza brava. Sorrise, il signore comunque aveva un buon modo di porsi quasi tipico della maggior parte delle persone che suonavano il pianoforte: pacata e composta. Difficile che la personalità di una persona non venisse riflessa dal suo strumento, per coma la vedeva lei. « Vent'anni, signor Toda, non si preoccupi. » Che male poteva esserci nel dirlo? Alla fine sapere che la persona appassionata alla musica fosse tutto sommato giovane (ma non più per determinati contesti competitivi) poteva solo far piacere: a lei, almeno, capitava quando vedeva un bambino avvicinarsi ad un qualsiasi oggetto capace di produrre musica e decidere che con quello si sarebbe divertito per tanto tempo a seguire.
    E sì, aveva capito bene: andava bene giocare, non quando però comunque si era nell'età per capire che certe cose andassero prese più o meno seriamente. Storse appena la bocca, su questo non si trovava però in accordo con lui. Non che fosse una questione di vita o di morte, per dire, però sperava almeno di riuscire a far capire il suo punto di vista.
    A volte il disappunto che provava era lo stesso di quando aveva visto uno dei suoi genitori provare a suonare Quill senza il suo permesso, anche solo pizzicare una corda per sentire che tipo di suono facesse: non che lo chiudesse a chiave, era successo a volte di lasciarlo a casa in camera (ogni giorno quando andava alle scuole dell'obbligo tranne per quando non aveva da suonare per le attività extra scolastiche) ed ognuno di quei giorni si augurava di ritrovarlo al sicuro al suo solito posto.
    Diede un'occhiata al pianoforte.
    « Uhm, non so. Da un lato ha ragione ma continuo a pensare che per un bambino possa essere normale: come può capire quale strumento possa fare per lui se non prova a sentirne nemmeno il suono? Poi se io avessi avuto un fratello più piccolo a cui avessi cercato di mettere in mano il violino, sono convinta che sarebbe finito a suonarlo ma il punto non è quello. »
    Scrollò appena le spalle. « Se un adulto capitasse a suonarlo premendo tasti con troppa forza a caso solo per fare uno scherzo o provare a far bella figura con qualcuno, rischiando di rovinare qualcosa e dando fastidio, come si sentirebbe? » Quello era un caso limite, certo, ma era proprio ciò a cui pensava. « Niente contro chi prova onestamente a suonare sbagliando qualcosa per la poca esperienza, quel che dico è che nessuno dovrebbe prendere uno strumento poco seriamente. » Ponderò subito dopo, le sarebbe convenuto accettare l'invito di uno sconosciuto per bere qualcosa magari per recuperare un po' di calore? Onestamente non sentiva freddo, sarà perché l'esibizione le aveva non solo scaldato il cuore ma anche fatto circolare il sangue con un po' più di velocità togliendole del freddo di dosso, davvero si sentiva bene ma le sarebbe sembrato scortese rifiutare.
    ...dov'era finito il detto di non accettare le caramelle dagli sconosciuti? Forse poteva andar bene non essendo una caramella..
    (No, il punto non era quello)
    « Magari un té potrebbe far comodo, sì. Non avevo una destinazione precisa, posso concedermelo. » Ed a prescindere, con un mezzo inchino - che non credeva comunque avrebbe potuto notare - avrebbe fatto strada. Non capitava spessissimo da queste parti, magari qualcosa di vicino dove potersi mettere a sedere? Iniziò a guardarsi intorno e sì, magari avrebbe fatto strada allargando parzialmente le ali in modo da guadagnare leggermente spazio e far sì che il Signor Toda avesse abbastanza spazio per seguirla. Niente di troppo invasivo, giusto il minimo indispensabile.
    Avere un padre con del senso civico le aveva fatto imparare qualcosa. « Uh? Cosa faccio? » Non sapeva benissimo se rispondere con la verità o meno, tanti dei suoi "colleghi" non nascondevano il fatto di essere studenti della Yuuei ma Kairi da quel punto di vista era abbastanza riservata: non la poteva vedere in volto e di sicuro non l'avrebbe riconosciuta, aveva però detto il suo nome. Va bene che probabilmente il suo costume non avrebbe avuto un casco e si sarebbe fatta riconoscere dal volto, da qui però a pensare alle uscite pubbliche ne dovevano volare di note al vento.
    ...oh al diavolo, che male poteva mai esserci?
    « Non ho mai studiato attivamente musica, sono da sempre autodidatta. Ho imparato suonando, suonando e suonando ancora a costo di farmi odiare dai vicini di casa. » Per fortuna aveva imparato.
    Di sicuro qualcuno si sarà lamentato con i suoi genitori, di questo ne era abbastanza sicura. « Forse è per questo che non mi è andata molto bene nel professionismo, non per fare la volpe che dice che l'uva sia acerba ma credo che comunque non facesse per me. » Troppe pressioni ma soprattutto troppo poco divertimento non personale, ma per gli altri: suonare era trasportare le persone in un mondo meraviglioso, era come dipingere un quadro di fronte a tutti e far di tutto per farlo apprezzare.
    C'era anche chi dipingeva per "vendere bene" il quadro e basta, per profitto, ma non lei. « Ho visto pochissimi sorrisi nei volti di chi suonava, non sono mai riuscita a capire perché. Per questo mi sono buttata su altro, il mio sogno sarebbe metter su un negozio di strumenti. » Che era vero.
    Sarebbe stato particolare ed in piena linea con i propri sogni di bambina. « Alla fine però ho scelto la Yuuei, nonostante il tempo per suonare così sia diventato sempre meno. Un po' mi spiace, devo ancora riuscire a trovare il modo di equilibrare il tutto. » Qualche occhiata ogni tanto dietro di sé per vedere se il signor Toda ci fosse sempre, poi giusto una domanda. Stava camminando ma...per dove? « Ha qualche posto che frequenta di solito dove accomodarsi? » Meglio domandare.

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    Double Daggers. Lv2: Approfittando dell'alta rigenerazione del suo manto piumato, Kairi afferra due piume da una qualsiasi delle proprie ali dopo aver sfruttato parte delle proprie energie per renderle rigide ed affilate come rasoi. Una volta estratte, queste verranno scagliate contro un nemico venendo usate come dei veri e propri pugnali da lancio, cercando di ferirlo.
    Il rafforzamento delle piume è temporaneo e svanirà dopo che queste avranno colpito una qualsiasi superficie (o eventualmente il bersaglio) oppure dopo aver compiuto un tragitto di 3m in linea retta.
    Danno: Medio
    Costo: 30 PE
    Feather Rain. Lv2: L'unicità di Kairi non si basa solo sul possesso di ali, si basa anche su ciò che li rendeno arti esteticamente belli da vedere: le piume. A volontà la ragazza è in grado di rendere le piume rigide o affilate come rasoi, potendole estrarre e lanciare a proprio piacimento approfittando anche dell'alta rigenerazione naturale del manto piumato e questa tecnica è su questo che si basa: irrigidimento ed espulsione.
    Concentrandosi qualche secondo, Kairi renderà le piume il più affilate possibili e compirà una spazzata con le ali andando a spararle, letteralmente, in tutta un'area frontale di 180° davanti a sé. Queste si comporteranno come dei semplici coltelli da lancio ed eventuali danni inflitti saranno solo di natura tagliente. Al contatto con una qualsiasi superficie, bersaglio od oltre i 3m le piume perderanno la loro rigidità.
    Danno: Lieve
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    Feather Dance. Lv2: La natura Mutant di Kairi le ha fatto il dono di un paio di ali dallo splendido e delicato piumaggio. La ragazza ne ha il totale controllo ovviamente ma nonostante questo, non è ancora riuscita ad utilizzarle per volare ma questo non vuol dire che non possa aprirla ed usarle per compiere scatti, salti ed aumentare in genere le proprie capacità acrobatiche. Ed è proprio su questo che si basa il momentaneo potenziamento di Kairi: utilizzando i propri arti aggiuntivi come enunciato poco prima, la ragazza vedrà la propria agilità momentaneamente aumentata per una durata massima di tre turni al termine dei quali sarà costretta a chiudere le ali per lasciarle riposare a causa dello sforzo.
    Effetto: Potenziamento Agilità
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    Feather Bash. Lv2: Tecnica offensiva che sfrutta letteralmente le ali per colpire. L'unicità della ragazza le ha fatto questo dono ma l'esperienza le ha insegnato solo come usare il piumaggio, è raro che Kairi le usi per fare qualsiasi cosa se non estrarre piume ma in questo caso è disposta a fare uno sforzo. Approfittando del potere del suo Quirk, la ragazza indurisce il piumaggio al massimo delle sue capacità e ne approfitta per provare a colpire con le ali stesse usandole come se fossero armi contundenti. Una sorta di schiaffo alato. Niente di più, niente di meno.
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    Focused Plumage. Lv2: Tecnica difensiva relativamente semplice che fa affidamento al proprio corpo, in particolare alle proprie ali ed al proprio piumaggio. Essendo queste a tutti gli effetti arti del suo corpo, come tale ha pensato di poterle usare per combattere e dato che la sua unicità le consente di indurire il piumaggio, è su questo principio che si basa la tecnica: concentrandosi solamente sulle ali, Kairi rafforzerà al massimo della sua capacità le piume delle stesse. A seguito della preparazione, la ragazza le dispiegherà per avvolgervisi ed improvvisare in questo modo uno scudo in grado di proteggerla da un attacco di lieve entità. La difesa protegge da un singolo impatto.
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    Alle parole della ragazza inarcó appena un sopracciglio; era una reazione naturale, istintiva, anche se non sapeva bene che impressione dava unita agli occhi chiusi, ma stava comunque cercando di mostrare che era impressionato da quelle parole.
    « Quindici anni sono parecchi... deve tenerci davvero molto, complimenti. » commentó, assolutamente sincero. Gli strumenti musicali richiedevano una cura costante, e se aveva iniziato da molto piccola era ancora piú impressionante che tenesse cosí tanto a quello strumento da averlo mantenuto cosí a lungo. La cosa non poteva che fargli piacere, era sempre bello vedere che c'era qualcuno di cosí attento e appassionato ad un determinato hobby, qualsiasi fosse.
    Kairi sollevó un'obiezione al suo commento sul pianoforte, sul quale si ritrovó a riflettere con aria assorta per qualche secondo.
    « Se fosse il mio pianoforte personale, ovviamente sarei infastidito, ma... continuo a non vederci nulla di male nel caso di un pianoforte chiaramente pubblico. Ovviamente se qualcuno lo prendesse a calci e danneggiarlo volontariamente, la cosa mi darebbe fastidio, ma non mi dá fastidio una carenza dovuta all'ignoranza. » commentó infine, picchiettando sul pomello del bastone con una mano mentre cercava le parole per illustrare meglio il suo pensiero.
    « "Poco seriamente"... da una parte capisco cosa intende e sono anche d'accordo, di nuovo, nel caso di strumenti personali o particolarmente importanti. Dall'altra mi sembra un pó... limitante. Come fa a decidere se qualcuno lo sta prendendo seriamente o meno? Potremmo appliccare lo stesso discorso ad altre situazioni. Dovremmo quindi impedire di cantare al karaoke chi non ha studiato canto di professione? Le sará sicuramente capitato di dover soffrire l'esibizione di qualche amico o parente che non sa reggere una singola nota, a qualche festa. Anche lí si potrebbe danneggiare la strumentazione, o dare fastidio. Quindi si impedisce a quella persona di cantare? No, perché in quel momento lo scopo é semplicemente divertirsi, non cantare bene. » concluse quello che era diventato un piccolo monologo mentre continuavano a camminare. Al limite, avrebbero dovuto semplicemente concordare sull'avere opinioni contrastanti al riguardo. Gli strumenti musicali erano una delle piú belle invenzioni dell'essere umano, ma era comunque importante ricordare che restavano, appunto, strumenti.
    In ogni caso, Kairi aveva accettato l'offerta del té, quindi avrebbe sfilato brevemente il telefono dalla tasca e, dopo aver sbloccato lo schermo e dato un comando vocale di elencare i locali piú vicini, avrebbe avvicinato il telefono all'orecchio per confermare la strada da seguire senza dare fastidio.
    Quindi lei si era trovata a passare di lí per caso... sembrava che entrambi fossero usciti quel pomeriggio con la sola idea certa di voler suonare qualcosa. Il pensiero lo fece sorridere leggermente.
    Restó ad ascoltare la risposta della ragazza, sorpreso prima dal fatto che fosse completamente autodidatta - doveva avere uno straordinario talento o una grandissima passione per essere arrivata a quel punto completamente da sola -, e poi da quella che aveva detto essere la attuale occupazione. Si era aspettato che non avesse alla fine scelto la carriera della musicista da come aveva iniziato quel discorso, ma... la Yuuei? Quindi stava studiando per diventare una Pro-Hero? Umm, non era detto, dopotutto la scuola forniva anche corsi normali, anche se sempre relativi al finire al lavorare in quell'ambiente.
    Norio aveva 16 anni quando venne istituito il Common Quirk Agreement. Da lí all'apertura delle varie accademie per eroi sarebbe passato ancora qualche anno, ma si poteva dire che aveva assistito alla nascita di tutto il sistema ufficiale dei Pro-Hero. Ovviamente sapeva che continuamente nuovi ragazzi si diplomavano dalle scuole di tutto il mondo, ma era la prima volta che incontrava qualcuno che ne stava effettivamente frequentando non solo una, ma anche quella piú prestigiosa di tutto il Giappone.
    Quindi, se studiava li... aveva preso parte alle operazioni durante l'attacco a Tokyo? Il pensiero che una ragazza dell'etá di sua figlia potesse essere stata lá fuori era... alienante, per certi versi. Una parte di lui avrebbe voluto chiederglielo, l'altra sapeva bene che sarebbe stato tremendamente scortese.
    « C'é un café un pó appartato molto carino qui nelle vicinanze. Si chiama Ginza West, dovrebbe essere un pó piú avanti sulla destra. » illustró, lasciando momentaneamente cadere il discorso finché non fossero arrivati a destinazione.
    Era un classicó café con posti a sedere distribuiti in gruppi di 4 a dei tavolini, e sembrava offrire una discreta scelta di bevande calde e dolci. L'uomo sembrava essere un frequentatore regolare, o perlomeno qualcuno dello staff sembrava averlo riconosciuto, perché un cameriere si avvicinó ad aprire loro la porta non appena lí vide avvicinarsi.
    « Un tavolo per due, se possibile. » chiese pacato; ovviamente non poteva sapere se c'erano posti liberi o meno, in quei casi doveva fidarsi dello staff e della loro sinceritá. Detto questo, onestamente il pensiero di venire truffato e mandato via non lo aveva mai sfiorato; a perderci sarebbero stati solo loro, perché avrebbero dovuto mentire?
    Facendosi strada con il bastone con una certa cautela per non disturbare gli altri avventori, prese posto ad uno dei tavolini, nel posto vicino alla finestra. Ovviamente non lo faceva per il panorama che dava sulla strada, ma solo per poter posare il bastone e la giacca sul posto al suo fianco, lasciando a Kairi la scelta dei due posti di fronte a lui.
    « Per me una tazza di té e... avete ancora quella torta al limone, oggi...? Una fetta di quella, grazie. » ordinó, ignorando uno dei due menú che il cameriere, dopo un attimo di indecisione, posó davanti a Kairi prima di prendere i rispettivi ordini. Era abituato anche a quello, spesso lo staff di un locale sembrava indeciso su come trattarlo: ovviamente dargli un menú era inutile, ma era meglio farlo comunque e trattarlo come un cliente qualsiasi o non farlo attirando inevitabilmente l'attenzione su di lui? La tendenza giapponese alla conformitá e al non dare nell'occhio entravano in contrasto con l'illogicitá della risposta "corretta", dargli il menú come a tutti. Norio, onestamente, trovava segretamente divertente scoprire cosa sarebbe successo ogni volta che metteva piede in un locale nuovo.
    Dopo un paio di volte che tornava in un locale sembravano abituarsi e ognuno ormai aveva la sua procedura standard. Lí gli veniva consegnato il menú e semplicemente chiacchierava con il cameriere di turno chiedendo il menú del giorno. Tutti erano felici ed educati, le Regole erano state rispettate, emergenza risolta senza tragedie.
    « La Yuuei, quindi... come si trova, se posso chiedere? In cosa vuole specializzarsi?» chiese, il modo piú educato e indiretto che aveva per sondare il terreno sulla sua curiositá inespressa di prima.
    45 y/o | PIANIST | SCHEDA
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    Forza: 050
    Quirk: 050
    Agilità: 050

    Peso Trasportabile: [0/4]
    Scheda

    Forse suo padre l'avrebbe rimproverata per aver rivelato ad un perfetto sconosciuto che si fosse iscritta e stesse frequentando la Yuuei, eppure non sentiva di aver fatto niente di sbagliato. Insomma prima o poi si sarebbe dovuta esporre, no?
    Tanto valeva farci l'abitudine.
    Però prima la parte riguardo lo strumento ed il poter o non poter suonare l'aveva colpita ed anche in positivo, o meglio sia in positivo che in negativo. Non si aspettava di andar contro al motivo per cui non si era mai dedicata al panorama professionistico e non avesse mai cercato di sfondare in quel settore: sconfitta dalla sua stessa logica, non riusciva a credere di essere stata così stupida da non accorgersene e nel realizzarlo si dovette quasi mettere una mano sulla fronte con fare pieno di disappunto.
    Poteva anche provare a giustificarsi, a dire che suonare per professione era diverso dal trovare uno strumento per strada e provare a fare un paio di arrangiamenti anche a mo' di buffonata però non poteva condannare la strada che lei stessa aveva scelto: il suonare per divertimento.
    Sospirò pesantemente arrendendosi all'evidenza. « Ha...ragione. » Ammise senza troppi problemi, scrollando le spalle e di conseguenza anche le ali - che però avrebbe mantenuto comunque leggermente spalancate per permettere a Norio di avere un terreno sicuro dove camminare senza che nessuno gli potesse sbattere addosso. « E' anche in parte il motivo per cui non mi sono mai dedicata profondamente al professionismo: quando ero piccola ho partecipato a qualche competizione ma non ho quasi mai visto un sorriso sul volto degli altri bambini. Non volevo entrare in un mondo dove la musica non portava sorrisi, era semplicemente brutto. Triste.
    E' per questo che la musica esiste. »
    Strinse il violino nella custodia al petto continuando a camminare, con un sorriso amaro in volto. Forse non era così che avrebbe diffuso il messaggio meraviglioso che quell'arte garantiva. Anzi, senza il forse: non lo voleva così e basta, senza scendere a compromessi. « E pensare che qualcuno mi guardava anche male: capisco che non fosse un gioco, però...alla fine meglio così, in questo modo riesco effettivamente a divertirmi quando suono anche dopo tutto questo tempo. » Quindici anni a suonare senza alcuna voglia di fare la professionista erano lunghi, era difficile mantenere la stessa passione per così tanto tempo eppure c'era riuscita senza troppe difficoltà perché per lei era qualcosa in più, era quasi una fede.
    Un punto fisso incontrovertibile. « Dovrei smetterla di farci proprio caso, mi sa, e prendere questi punti per come sono davvero. » Degli svaghi per dipingere un po' di colore su una tela altrimenti danneggiata come Tokyo: l'attacco dei terroristi di qualche mese addietro era ormai acqua sotto i ponti, vento tra le piume ma non poteva negare che un po' si sentisse leggermente nell'aria il rimasuglio degli effetti che c'erano stati. Alla fine tutto era andato per il verso giusto, più o meno, ma rimaneva il fatto che per un breve periodo dei criminali avessero avuto tutto il tempo di far partire ciò che volessero.
    Le persone erano tornate alla normalità, la sentivano però? Qualcosa per il morale di certo poteva solo far comodo.
    Almeno comunque il signor Toda sembrava conoscere un minimo la zona dato che aveva trovato - o aveva già frequentato, da quel che aveva sentito - un posto dove poter conversare: difficile che le capitasse di poter parlare di musica con qualcuno ma quando capitava l'opportunità, non se la lasciava sfuggire praticamente per niente al mondo. La Yuuei aveva bene o male tolto quella possibilità e non aveva mai incontrato nessuno che condividesse con lei quella passione, aveva consigliato qualche canzone a qualcuno alla fine ma niente di più ed era anche convinta del fatto che di tutti i brani che aveva dispensato in giro, solo un decimo fossero stati seguiti per davvero.
    Che poi aveva anche indovinato, Norio, la posizione: doveva conoscere questo posto a memoria per poterlo beccare subito. Lì dentro non si sarebbe potuta far strada con le ali, non ce ne sarebbe stato bisogno però dato che per mettersi a sedere era stato tutto relativamente facile. Kairi salutò il cameriere con un inchino composto e si fece guidare vicino alla finestra mettendosi di fronte al suo interlocutore ed appoggiando la custodia del violino sulla sedia alla propria destra, quasi come fosse una persona vera. Forse era un po' maniacale come comportamento eppure sentiva che se lo strumento era in ottime condizioni, lo doveva proprio anche a piccolezze come questa.
    « Un mocaccino per me, grazie. » Non aveva dato nemmeno un'occhiata al menù, le sarebbe bastato questo ma comunque per correttezza lo prese per riporlo sul tavolo: chiaramente se ci fosse stata l'intenzione di portarlo via, non lo avrebbe tenuto di certo. Quello che non si aspettava, però, era che Norio le chiedesse della Yuuei da subito. Poteva essera anche pura e semplice curiosità, essendo uno degli istituti più prestigiosi della città era normale magari che ci fosse un po' di curiosità a riguardo soprattutto sul perché l'avesse scelta avendo tutt'altri interessi, almeno uno era evidente. Non aveva difficoltà a rispondere, erano domande che prima o poi le sarebbero state poste. « E' stancante, molto impegnativa e purtroppo mi da poco tempo per fare quello che amo ma come dicono da qualche parte...no pain no gain? » Il suo inglese non era eccezionale però era un modo di dire famoso, di sicuro sarebbe stato colto soprattutto nel perché. « E forse sarò stata influenzata un bel po' da mio padre, però ammetto che non mi dispiacerebbe diventare una professionista un giorno almeno lì. Ho ancora parecchia strada da fare però, pensi che faccio ancora fatica a mettere al loro posto tutte le priorità. »
    Tipo rinunciare a suonare per studiare qualcosa o fare pratica, su quel qualcosa.
    Molto molto difficile. « Devo ancora capire quando usare una pausa per suonare e quando per recuperare su qualche lacuna. » Si posò una mano sulla testa con fare leggermente imbarazzato, spostando gli occhi sul violino: una piccola ancora di salvezza.

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    Double Daggers. Lv2: Approfittando dell'alta rigenerazione del suo manto piumato, Kairi afferra due piume da una qualsiasi delle proprie ali dopo aver sfruttato parte delle proprie energie per renderle rigide ed affilate come rasoi. Una volta estratte, queste verranno scagliate contro un nemico venendo usate come dei veri e propri pugnali da lancio, cercando di ferirlo.
    Il rafforzamento delle piume è temporaneo e svanirà dopo che queste avranno colpito una qualsiasi superficie (o eventualmente il bersaglio) oppure dopo aver compiuto un tragitto di 3m in linea retta.
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    Feather Rain. Lv2: L'unicità di Kairi non si basa solo sul possesso di ali, si basa anche su ciò che li rendeno arti esteticamente belli da vedere: le piume. A volontà la ragazza è in grado di rendere le piume rigide o affilate come rasoi, potendole estrarre e lanciare a proprio piacimento approfittando anche dell'alta rigenerazione naturale del manto piumato e questa tecnica è su questo che si basa: irrigidimento ed espulsione.
    Concentrandosi qualche secondo, Kairi renderà le piume il più affilate possibili e compirà una spazzata con le ali andando a spararle, letteralmente, in tutta un'area frontale di 180° davanti a sé. Queste si comporteranno come dei semplici coltelli da lancio ed eventuali danni inflitti saranno solo di natura tagliente. Al contatto con una qualsiasi superficie, bersaglio od oltre i 3m le piume perderanno la loro rigidità.
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    Feather Dance. Lv2: La natura Mutant di Kairi le ha fatto il dono di un paio di ali dallo splendido e delicato piumaggio. La ragazza ne ha il totale controllo ovviamente ma nonostante questo, non è ancora riuscita ad utilizzarle per volare ma questo non vuol dire che non possa aprirla ed usarle per compiere scatti, salti ed aumentare in genere le proprie capacità acrobatiche. Ed è proprio su questo che si basa il momentaneo potenziamento di Kairi: utilizzando i propri arti aggiuntivi come enunciato poco prima, la ragazza vedrà la propria agilità momentaneamente aumentata per una durata massima di tre turni al termine dei quali sarà costretta a chiudere le ali per lasciarle riposare a causa dello sforzo.
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    Dopo qualche secondo di meditazione la ragazza parve ammettere che lui avesse ragione con un grande sospiro. Beh, non aveva voluto esattamente convincerla che lei fosse nel torto, solo esprimere la sua opinione personale, ma era comunque felice di vedere che sembrava aperta ad altre opinioni oltre la propria... caratteristica non così scontata, al giorno d'oggi. Una cosa delle parole successive di Kairi sui musicisti però lo colpì particolarmente.
    Il... sorriso sui volti di chi suonava?
    Per ovvi motivi non si era mai posto il problema, ma ora era curioso: quindi era anche quello qualcosa a cui si faceva caso? Gli sembrava un po' assurdo, quasi paradossale.
    « Se era una competizione immagino fossero nervosi o concentrati, ma ho capito il sentimento. Non voleva che la musica diventasse un peso per lei, qualcosa di cui doversi mai preoccupare, ho capito bene?» chiese per conferma. Dopo qualche altro secondo riprese parola, le sopracciglia un po' aggrottate.
    « Per curiosità... che espressione avevo io mentre suonavo, prima? Sul momento non ci si fa caso, ma ora mi ha fatto venire il dubbio di aver assunto una qualche espressione truce o troppo seria. » chiese con una mezza risata, scherzando - ma nemmeno troppo, ormai gli aveva messo la proverbiale pulce nell'orecchio. Scoprire dopo quasi quarant'anni che magari faceva istintivamente una qualche smorfia grottesca mentre suonava che nessuno gli aveva mai fatto notare per gentilezza sarebbe stato... un po' imbarazzante. Quante volte sul momento non si è consapevoli di che espressione si ha sul viso? Lui non faceva ovviamente eccezione, era istintivo, ma di contro non sapeva esattamente cosa si intendeva con "una espressione felice" o "triste".
    Una persona poteva sorridere e sembrare comunque triste: qual'era la linea di demarcazione? Era qualcosa di impossibile per lui da capire, non avendole mai viste. Lui si basava su tono e timbro della voce, perlopiù.
    Preso posto nel locale, restò in attesa della risposta della ragazza - e delle bevande e del dolce, che arrivarono piuttosto in fretta-.
    Quindi la scelta di andare alla Yuuei sembrava essere stata influenzata almeno in parte dal padre... forse lavorava anche lui nel campo?
    «... dopo ciò che è successo, ammiro il coraggio richiesto per voler ancora continuare su quella strada, visti i.. rischi che un lavoro in quel campo porta.» commentò a mezza voce mentre allungava un po' esitante la mano a esaminare il tavolo di fronte a lui, cercando il piattino con la fetta di dolce e la forchetta. Per qualche attimo parve giocherellare con il cibo, ma stava tastando i contorni della fetta di torta al limone per individuarne la posizione (se era in piedi sul piattino o di lato, per esempio), e prendere una prima forchettata.
    Era buona come la ricordava.
    « Spero abbia successo... e soprattutto che rimanga al sicuro, visti i tempi. » nonostante la sua posizione come membro di Deep Void era assolutamente sincero. Non aveva assolutamente nulla contro gli eroi.
    Non li vedeva (ah) come un rischio particolarmente grande, non rispetto ad altre minacce più pressanti.
    Un eroe in addestramento in più o in meno contro l'esercito degli uomini in nero di Blank, che differenza faceva? E, anche se c'era stato quel furto al museo ad ottobre, dubitava che con ciò che era successo immediatamente dopo l'attenzione al momento fosse su di loro anziché sui membri del culto ancora in libertà.
    O sul purificare le zone rimaste contaminate. O ovviamente continuare a contrastare tutti gli altri piccoli crimini che continuavano a venire perpetrati.
    E tutto il resto di cui dovevano occuparsi.
    Lui, al confronto, non era nulla. Non aveva nulla da temere.
    Si concentrò invece sull'assaporare la torta mentre aspettava che il tè bollente si raffreddasse un po', e sul cosa rispondere a Kairi.
    « È passato un po' da quando ho dovuto studiare, ma... quando dovevo costringermi a fare qualcosa cercavo di darmi dei piccoli premi. Venti minuti di studio, cinque minuti di svago, e ricominciavo. Magari può provare con qualcosa di simile? Così farebbe un po' di entrambe senza sentirsi in colpa. » propose, anche se non sapeva bene quanto la cosa si poteva applicare alla sua situazione.
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    Che la musica diventasse un peso per lei? Era un'affermazione abbastanza pretenziosa, nel senso che sarebbe stato difficile per Kairi vedere quel tipo di arte come qualcosa di diverso da un divertimento spassionato per il quale avere davvero tanta, tanta considerazione. Non esisteva nemmeno il rischio, non c'era lontanamente l'idea e non sarebbe mai caduta in questo preconcetto nonostante anche adesso i suoi impegni l'allontanassero parecchio da ciò che amava di più.
    Forse da questo punto di vista il cercare di suonare poteva essere considerato un piccolo peso per la ragazza alata, sì, tuttavia preferiva pensare che fosse un disperato tentativo per non perdere l'unica cosa che la mantenesse differente da una macchinetta pronta e disposta solo a fare una cosa sola. Per questo scosse il capo in maniera abbastanza energica, anche se Norio non lo avrebbe potuto vedere. « No, non intendevo questo. O forse sì, dipende da come la si vuol pensare. » Se avesse potuto, avrebbe abbracciato così forte il suo violino da farlo sembrare quasi un peluche: averlo suonato così liberamente dopo tanto tempo era stata una soddisfazione non indifferente.
    « Sono fermamente convinta che la musica debba essere in grado di far provare qualcosa a chiunque la senta. Propendo di più al divertimento, so però che a seconda di ciò che si suona è impossibile ottenere sempre quello: una Sonata numero quattordici, per dire, non può far ridere. » Era una delle sue composizioni classiche preferite, era un peccato che non fosse così tanto bella per violino dato che altrimenti sarebbe stata una delle primissime canzoni che avrebbe potuto e cercato di imparare.
    In genere le canzoni lente erano quelle più emotivamente provanti, sì. Adatte per uno strumento come il violino, non per la personalità di Kairi. « Se chi suona però non riesce a divertirsi o provar piacere nel farlo, se lo fa perché deve e non perché vuole allora che tipo di musicista è? Non volevo diventare uno di quelli, o meglio sapevo che non lo sarei diventata ed allora ho subito staccato la spina senza voler cogliere l'opportunità. Quelle prove a cui ho partecipato, l'ho fatte per vedere fin dove fossi arrivata. » Anche se forse aveva un po' di rimorso per non averci provato e per questo si detestava, per aver gettato la spugna troppo presto. La domanda successiva però la fece un pochetto imbarazzare perché per vedere che tipo di espressione aveva fatto Norio significava averlo effettivamente guardato, cosa che Kairi non aveva assolutamente fatto. Si era lasciata trasportare così tanto dalle note e dalla musica che non si era minimamente concentrata sull'espressione dell'accompagnatore, al contrario si era solo dedicata a ciò che poteva fare e come poteva seguire quella scia musicale così leggera da risultare deicsamente gradevole. Una pizzicata sfida che aveva accolto e, soprattutto, a cui aveva risposto meglio che poteva.
    Non proprio in maniera inaccettabile, doveva dirlo, anzi a giudicare dalla reazione entusiasta delle persone che aveva avuto attorno. Chinò il capo con fare leggermente imbarazzato e strinse ancora appena le ali, di più di quel che erano se fosse possibile, ammettendo che... « Purtroppo non l'ho vista. L'ho solo guardata quando ha cambiato canzone, quando suono però non riesco a concentrarmi sui dintorni. » Che di base significava che la musica fosse praticamente tutto per lei e che prendesse la totalità del suo tempo, dall'altro lato però era indicazione che si poteva distrarre da ciò che magari poteva essere importante con facilità. Se fosse successo qualcosa nei dintorni avrebbe saputo reagire per tempo? Sì, o meglio forse: dipendeva ovviamente dall'evento in questione. Unì le mani di fronte al volto. « Chiedo scusa. »
    Non era una cosa che Norio avrebbe potuto notare con uno specchio e magari poteva solo far affidamento sul parere di qualche esterno per rispondere a questa domanda, il fatto che Kairi non potesse e non ci fosse riuscita la faceva sentire stranamente in colpa per qualche motivo. Come se si reputasse la diretta responsabile per quella domanda e probabilmente lo era. Sospirò tirando su il capo, dato che la conversazione era variata su qualcosa di un po' meno piacevole: come riuscivano a continuare ancora su quella strada dopo tutto il caos che c'era stato a Tokyo per via di quelle farfalle maledette?
    Qualche compagno di classe che aveva sentito era rimasto un po' scoraggiato, da parte sua c'era solo rimorso sia per non aver potuto far niente, sia invece perché con un po' più di attenzione da parte di tutto il gruppo degli eroi forse ci si sarebbe potuti risparmiare una più che discreta fatica e del panico generale, senza considerare tutte le vittime del gas che erano finite in coma e che magari tutt'ora non si erano ancora svegliate. Il danno dal punto di vista umano era ciò che ovviamente dispiaceva di più soprattutto quando ti trovavi in un ambiente dove il lato umano della città era ciò che aveva un significato maggiore.
    « E' la volontà di fare il possibile perché questo non succeda più. » Ammise, il sentimento che la muoveva era questo anche se lei, nel suo piccolo, per il momento poteva solo guardare da lontano mentre gli altri andavano avanti senza riuscire ancora a spiegare le ali. Difficile resistere ma si trattava solo di stringere i denti, il suo momento sarebbe arrivato. « Grazie comunque per la premura, è rara di questi tempi. » Non poteva che pensare che il sentimento di fiducia generale negli eroi fosse un po' calato dopo quella serata, vedere però che qualcuno sperava ancora nel loro benestare era rassicurante ed era per gente come questa che si cercava di resistere, di andare avanti. Ma soprattutto mai si sarebbe aspettata di sentire dei consigli da qualcuno su come poter adattare il proprio stile di vita per poter conciliare lo studio con la musica.
    Era curiosamente interessante sapere come qualcuno ci provasse, a dare una regolata- Come se lei stessa non fosse capace ed avesse bisogno di aiuto, cosa che era proverbialmente vera: se avesse trovato nu planner, di sicuro l'avrebbe pagato fior di quattrini per riuscire ad aiutarla al meglio delle sue possibilità. « Ammetto che dovrei mettermi a sedere e dettare un'agenda, al momento il novanta percento del mio tempo va allo studio. » Questo perché si sentiva in difetto e in ritardo, però non lo avrebbe detto: avrebbe potuto Norio contestare quelle sue sensazioni? No e la conversazione sarebbe andata ad assumere dei toni non proprio gradevoli. « E' stato difficile tenere questa linea guida? L'idea potrebbe anche stuzzicarmi, lo ammetto, ma è sempre riuscito a stare al passo con gli impegni? »
    Forse era solo troppo lenta lei...?

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    Double Daggers. Lv2: Approfittando dell'alta rigenerazione del suo manto piumato, Kairi afferra due piume da una qualsiasi delle proprie ali dopo aver sfruttato parte delle proprie energie per renderle rigide ed affilate come rasoi. Una volta estratte, queste verranno scagliate contro un nemico venendo usate come dei veri e propri pugnali da lancio, cercando di ferirlo.
    Il rafforzamento delle piume è temporaneo e svanirà dopo che queste avranno colpito una qualsiasi superficie (o eventualmente il bersaglio) oppure dopo aver compiuto un tragitto di 3m in linea retta.
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    Feather Rain. Lv2: L'unicità di Kairi non si basa solo sul possesso di ali, si basa anche su ciò che li rendeno arti esteticamente belli da vedere: le piume. A volontà la ragazza è in grado di rendere le piume rigide o affilate come rasoi, potendole estrarre e lanciare a proprio piacimento approfittando anche dell'alta rigenerazione naturale del manto piumato e questa tecnica è su questo che si basa: irrigidimento ed espulsione.
    Concentrandosi qualche secondo, Kairi renderà le piume il più affilate possibili e compirà una spazzata con le ali andando a spararle, letteralmente, in tutta un'area frontale di 180° davanti a sé. Queste si comporteranno come dei semplici coltelli da lancio ed eventuali danni inflitti saranno solo di natura tagliente. Al contatto con una qualsiasi superficie, bersaglio od oltre i 3m le piume perderanno la loro rigidità.
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    Feather Dance. Lv2: La natura Mutant di Kairi le ha fatto il dono di un paio di ali dallo splendido e delicato piumaggio. La ragazza ne ha il totale controllo ovviamente ma nonostante questo, non è ancora riuscita ad utilizzarle per volare ma questo non vuol dire che non possa aprirla ed usarle per compiere scatti, salti ed aumentare in genere le proprie capacità acrobatiche. Ed è proprio su questo che si basa il momentaneo potenziamento di Kairi: utilizzando i propri arti aggiuntivi come enunciato poco prima, la ragazza vedrà la propria agilità momentaneamente aumentata per una durata massima di tre turni al termine dei quali sarà costretta a chiudere le ali per lasciarle riposare a causa dello sforzo.
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    Focused Plumage. Lv2: Tecnica difensiva relativamente semplice che fa affidamento al proprio corpo, in particolare alle proprie ali ed al proprio piumaggio. Essendo queste a tutti gli effetti arti del suo corpo, come tale ha pensato di poterle usare per combattere e dato che la sua unicità le consente di indurire il piumaggio, è su questo principio che si basa la tecnica: concentrandosi solamente sulle ali, Kairi rafforzerà al massimo della sua capacità le piume delle stesse. A seguito della preparazione, la ragazza le dispiegherà per avvolgervisi ed improvvisare in questo modo uno scudo in grado di proteggerla da un attacco di lieve entità. La difesa protegge da un singolo impatto.
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    « Su questo non possiamo che essere d'accordo.» commentò in risposta alle parole della ragazza.
    « Dal primo ominide che si mise a percuotere a ritmo due sassi la musica è stata espressione di emozioni e di creatività. »
    Tantissimi animali comunicavano tramite suoni, ma si poteva dire che creavano musica? Il canto degli uccelli era piacevole da sentire, ma aveva un suo scopo:attirare compagni, marcare il proprio territorio... cosa distingueva quei suoni dall'essere "musica"? Forse era proprio il divertimento, almeno di chi suonava... Più che divertimento, avrebbe detto coinvolgimento.
    « Il musicista dovrebbe essere il primo ad amare la sua musica... ma immagino che ci siano anche tanti che iniziano perché spinti dai genitori. Alcuni vanno anche lontano, ma molti smettono appena possono se non scoprono una genuina passione.» aggiunse, quasi più tra sé e sé.
    Alle successive parole di Kairi non riuscì a trattenere una risata di gusto, riuscendo a soffocarla solo dopo qualche secondo. Qualcosa nella situazione sembrava aver stuzzicato il suo humour.
    « Ah, non c'è bisogno di scusarsi, si figuri... trovo la cosa un po' divertente, anzi. Chiederò a qualcun altro la prossima volta che suono; ho in effetti dato per scontato che mi stesse guardando... per qualche motivo.» rispose.
    Mmm... forse perché dava per scontato che un pubblico si concentrasse sull'osservare chi si esibiva?
    Nel locale continuò a mangiare con cautela la sua fetta di torta; ogni paio di bocconi sembrava fare una piccola pausa mentre giocherellava con la forchetta sul piatto, controllando in realtà come poteva di non essersi sporcato. Non voleva certo essere il tipo che andava in giro con il viso macchiato di crema o briciole senza saperlo. Erano tutte piccole cose che aveva dovuto imparare negli anni con il tempo. A lui, ovviamente, non importava nulla se qualcuno che aveva di fronte avesse una macchia di sugo sui vestiti o no, perché non poteva ne vederla ne saperlo; ma alla società importava, e quindi ci teneva a non avere un aspetto sciatto. Odiava l'idea di venire trattato con i guanti... o ancora peggio con pietà e commiserazione.
    « La volontà che ciò non si ripeta più... eppure il capo dell'organizzazione è ancora in libertà, dico bene? Diversi membri sono stati arrestati e i diffusori distrutti, ma interi quartieri sono ancora invasi dal gas e il "Culto" è tutt'altro che smantellato. C'è ancora... molto lavoro da fare. »
    ... e il resto della criminalità di Tokyo non sarebbe certo stata ferma a girarsi i pollici nel frattempo... ma non aveva menzionato appositamente la cosa.
    Meglio dirigere sottilmente l'attenzione sui membri del "Culto" che avevano "rubato la scena" negli ultimi mesi.
    « Beh, ovviamente ho avuto anche io dei momenti in cui "cedevo" e studiavo meno di quanto dovrei o perdevo tempo in altri modi, nessuno è perfetto. » confessò con un cenno del capo, posando la forchetta sul piatto e intrecciando le dita in grembo mentre si appoggiava allo schienale della sedia.
    « Quello che però mi ha sempre aiutato era darmi degli obiettivi a breve termine... sia nello studio che nello svago. Suonare questa canzone e finire di studiare questo capitolo... cose del genere. Ovviamente non so quanto questi consigli siano applicabili al suo genere di studi...» concluse, alzando poi la mano destra per cercare con cautela la tazza di tè e sfiorandola per controllare la temperatura. Sembrava ancora troppo calda.
    « Per occupare una parte così ampia del suo tempo, devono essere estremamente impegnativi.»
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    Ci aveva pensato che quei bambini, all'epoca, potessero aver avuto delle pressioni dai genitori non indifferenti: tanti, ha sentito dire in giro, sono stati quasi forzati dal momento in cui hanno preso uno strumento in mano a cercare in ogni modo l'eccellenza in modo quasi morboso, dunque era lecito aspettarsi che fosse potuto accadere anche ad una di quelle competizioni dove lei stessa non aveva avuto il successo tanto desiderato. Non che le dispiacesse, alla fine reputava molto triste il fatto di dover suonare non tanto per voglia e divertimento ma per obbligo. Si mise una mano sul petto e sospirò quasi di sollievo nel sentir dire quella prima frase a Norio, per lei significava tanto che qualcuno riconoscesse il suo filo conduttore logico e lo condividesse, a maggior ragione se lavorava nel campo.
    Non a livello professionistico e non era di certo famoso, però ci lavorava. « Meno male, ogni tanto mi domando se non sia una folle a pensare che se non si diverte il musicista, non potrà divertirsi nemmeno chi lo ascolta. » Come poteva succedere quando nemmeno la fonte delle note riusciva a sorridere in nessun modo? Kairi, per esempio, se avesse assistito ad uno spettacolo qualsiasi si sarebbe molto immedesimata nell'espressione facciale che aveva potuto veder di fronte a sé: un attore, per dire, che recitava una commedia drammatica poteva non sorridere, il punto però era che a quel punto non stava cercando di far ridere ma di trasmettere qualcosa di diverso. Stessa cosa poteva dirsi in generale anche per la musica eppure che sensazione ti potrà mai causare un bambino che suona un pianoforte? « O smettono, nel caso, perché capiscono che quella non sia la loro strada ma quella di altre persone. » Spesso i genitori chiedevano al figlio un riflesso di ciò che non erano riusciti a fare.
    Per fortuna per i suoi non era stato così.
    E continuò a sentirsi in imbarazzo ed anche in colpa per non averlo osservato, avrebbe ricambiato volentieri la domanda ma sapeva già che sarebbe stato estremamente rude e fuori contesto. Stai calma e non dire troppe castronerie, non perdere la dignità per favore. Non credeva di essere così inguardabile mentre suonava, anzi era fermamente convinta che non avesse mai niente al di fuori di un enorme sorriso in volto.
    Poi magari scopriva di essere la persona con il volto più contrito del mondo e la fronte corrugata come non mai dall'impegno, non ci avrebbe potuto fare niente in quel caso se non magari esercitarsi di fronte allo specchio per non fare delle brutte figure solo che in quel caso pensava che le persone non si sarebbero fermate tanto per ascoltare ma per ridere di lei. « Purtroppo mi chiudo nel mio mondo e sto giusto attenta a non colpire nessuno, tendo a muovermi parecchio e prendere parecchio spazio per via di... » Stava per dire "queste" riferendosi alle appendici piumate, si rese conto però che sarebbe stato inutile. Le agitò appena da chiuse giusto per farle frusciare. « ...delle ali. »
    Il punto successivo però catturò la sua attenzione più di quanto mai non avrebbe dovuto e non perché era direttamente coinvolta, almeno direttamente in maniera indiretta, ma perché le sembrava quasi di sentire delle parole di sdegno nei confronti degli eroi che alla fine non erano riusciti nemmeno a catturare il capo di quell'organizzazione che qualche mese fa aveva deciso di rendere Tokyo una città estremamente vulnerabile ed al contempo il simbolo dell'eroica inefficienza. Non era la prima volta che le capitava di sentirlo ed ogni volta non sapeva come rispondere solo perché aveva dovuto assistere da lontano senza aver l'opportunità di far molto: le sembrava anche di innervosirsi, in qualche modo, pensando alle vittime che erano state costrette al coma e di voler quasi sbottare urlando se a quella persona che aveva davanti facesse piacere l'idea che gli eroi non fossero riusciti ad impedire persino delle vittime, l'aver parlato fino a quel momento di musica però la rendeva un bel po' più calma. Sospirò. « Non è la prima persona che dimostra questa sfiducia, non ci sono ancora abituata anche se dovrei. » Picchettò le dita ritmicamente sul tavolino, come se mentalmente stesse ripetendo le parole che aveva sentito: avrebbero dovuto tutti far qualcosa in più, almeno un passo avanti per mostrare che non erano del tutto inefficienti e che fossero stati a guardare per tutto il tempo. O la fine di quel Culto, o la sanificazione dei quartieri invasi dal gas: sarebbe bastata una delle due per riprendere un po' di fiducia e non poteva che domandarsi perché ci volesse così tanto almeno per la seconda. Dopo mesi qualcosa a livello chimico si poteva aver trovato, no?
    « Non ci "abbiamo" fatto una bella figura, sono sincera, eppure non è un motivo valido per abbassare la guardia o non provare ad applicare qualche misura di prevenzione soprattutto contro quelli che hanno approfittato del caos per divertirsi un po' troppo. Non tutti possono occuparsi della faccenda per competenze e soprattutto per livello di affidabilità, dunque dobbiamo darci una mano e non scoraggiarci in generale. C'è chi sarà sempre dietro alla faccenda sia chi come, non potendo, si occuperà di ordine pubblico. Sono convinta che piano piano riprenderemo a suonare la giusta musica. »
    L'importante era prendere un obiettivo e seguirlo. Era una frase un po' da cioccolatino o da poster motivazionale, non era però niente di differente dalla verità e non si trattava di darsi un premio o meno per ogni piccolo traguardo, la loro compensazione in quel caso sarebbe stata alla base della società con la sicurezza e la fiducia negli eroi perfettamente ripristinata senza troppi giri di parole. Il fatto poi che trovasse poco tempo per la musica che era la sua passione dal suo punto di vista significava una cosa: non stava facendo abbastanza bene sull'altro campo. Se così fosse stato, avrebbe avuto molto più tempo nell'arco della giornata per pensare al violino e non fargli prendere troppa polvere nella custodia. Lo accarezzò distrattamente con una mano, soffermandosi per un attimo su Norio che nonostante tutto era riuscito a dedicarsi a ciò che voleva: si vedeva - niente battute - che era una persona che alla musica voleva dedicare tanto tempo e per essere insegnante, lo aveva fatto ed avrebbe continuato con piacere.
    « Sono dell'idea di non essere ancora all'altezza, se volessi potrei suonare di più ed allenarmi meno, per dire, ma se lo facessi non andrei avanti quanto vorrei. » Non che lo stesse facendo tutt'ora eppure se non riusciva nemmeno a concentrarsi adesso che era all'inizio del percorso quando mai ci sarebbe riuscita? Doveva riuscire a trovare il giusto equilibrio ed il traguardo necessario per quel tipo di piccola compensazione auto-inflitta, soprattutto capire quale potesse essere il traguardo da raggiungere: sollevare del peso? Riuscire a sconfiggere qualcuno?
    « Forse perché non ho ancora in mente quali possano essere in mente i check point per potermi prendere qualche soddisfazione, per questo ci dovrò pensare da sola. Lei ha sempre suonato il pianoforte? » Non sapeva quanto l'argomento potesse interessare Norio, dunque meglio provare a farlo vertere su qualcosa che poteva catturare l'attenzione generale: la musica. « Perché di sicuro ha molta esperienza, mi domando come mai abbia quasi voluto cedermi il palco poco prima. » Aveva scelto di iniziare a suonare qualcosa con il violino come strumento principale quando essendo arrivato per primo avrebbe potuto mantenere l'attenzione su di sé ed a Kairi, questo, non sarebbe dispiaciuto.

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    Il rafforzamento delle piume è temporaneo e svanirà dopo che queste avranno colpito una qualsiasi superficie (o eventualmente il bersaglio) oppure dopo aver compiuto un tragitto di 3m in linea retta.
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    Concentrandosi qualche secondo, Kairi renderà le piume il più affilate possibili e compirà una spazzata con le ali andando a spararle, letteralmente, in tutta un'area frontale di 180° davanti a sé. Queste si comporteranno come dei semplici coltelli da lancio ed eventuali danni inflitti saranno solo di natura tagliente. Al contatto con una qualsiasi superficie, bersaglio od oltre i 3m le piume perderanno la loro rigidità.
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    La prima parte della risposta, che suonava un pó come una giustificazione della ragazza per non essere stata in grado di di rispondere alla sua domanda, era abbastanza normale... anche se davvero, la aveva chiesta come semplice curiositá, non c'era bisogno di sentirsi cosí in colpa. Capiva anzi benissimo il sentimento, lui stesso a volte, soprattutto quando suonava a casa da solo, tendeva a perdersi completamente nella musica, estraniandosi da tutto il resto. Piú curioso fu invece il suo commento sulla paura di "colpire qualcuno", che lo lasció un attimo perplesso. Colpire? Fu solo alle sue parole successive, seguite di nuovo da quel rumore particolare, che capí cosa intendeva.
    « ... oh! Delle ali. Ecco cos'era quel rumore. » ridacchió quasi.
    « Credevo avesse addosso una sorta di kimono molto lungo e pesante dal fruscio che sentivo, ma non volevo essere indiscreto e chiedere.» aggiunse dopo un attimo. Ora che glielo aveva puntualizzato, poteva effettivamente ricondurre il suono al rumore di ali che si muovevano. Parte della sua confusione era ovviamente dovuta al fatto che, per quanto Tokyo fosse piena di piccioni, gabbiani vicino al porto e simili (come le varie specie di uccelli che abitavano l'ex parco di Ueno) e quindi abituato al rumore, era molto meno comune sentire un rumore fatto da ali cosí grosse, a misura d'uomo. Quanti animali effettivamente potevano avere ali cosí grandi? Uno struzzo, forse..? Non che poteva dire di aver mai sentito che rumore faceva uno struzzo.
    Umm, se quindi aveva detto colpire, voleva dire che non poteva farle scomparire ed erano sempre presenti? Curioso. Chissá se le creava problemi a muoversi... piú che altro in luoghi affollati come la metropolitana o i marciapiedi nelle ora di punta. O anche banalmente per sedersi o dormire... immaginava che dormire sulla schiena potesse essere scomodo.
    Mentre mangiava il pezzo di torta le parole successive della ragazza gli fecero capire di essere stato frainteso.
    « Sfiducia? No, devo essermi spiegato male. Non sto dando la colpa agli eroi di non esserci riusciti... in una situazione simile, so che hanno fatto tutto il possibile... e buona parte dell'impossibile, considerato che siamo ancora qui, e possiamo concederci il lusso di stare seduti in un café a mangiare torta, anziché sdraiati su un lettino d'ospedale o peggio. » rispose pacato, cercando di chiarire il malinteso.
    « Ma che il capo dell'organizzazione sia in libertá é innegabile. E non puó aspettarsi che parte della gente non abbia paura che ogni secondo che passa stia organizzando un secondo attacco della stessa portata o anche peggiore, o quando potranno tornare nelle loro case... o riabracciare i loro cari ancora in coma. Immagino che ora ovviamente i Pro-Hero siano molto piú preparati sapendo cosa aspettarsi e ció mi rassicura, ma... diciamo che questo attacco é stato un monito di quanto fragile sia la pace di cui godiamo nella vita di tutti i giorni. » concluse, prendendo finalmente un sorso di té.
    Fortunatamente il discorso passó a questioni un pó piu leggere.
    « Sempre suonato il pianoforte, sí... e diciamo, curiositá? » rispose, con un leggero sorrisetto.
    « Ero piacevolmente sorpreso che qualcuno si fosse unito e volevo suonare qualcosa che sfruttasse entrambi gli strumenti, anziché procedere in parallelo suonando solo lo stesso brano contemporaneamente... non so se mi spiego. E volevo vedere come avrebbe reagito a questa piccola "sfida", mettiamola cosí. Spero di non averla messa sotto pressione.» aggiunse, prima di procedere con una domanda a sua volta.
    « Perdoni la domanda forse indiscreta, puó non rispondere se vuole, ma... come ci si sente ad avere delle ali? Sono ali piumate, o...? Dal rumore mi é parso lo fossero, ma potrei sbagliarmi. Pesano molto? » chiese, dando sfogo a quella piccola curiositá personale.
    « Una futura Pro-Hero alata... é sempre un'immagine molto suggestiva. Rassicurante. » commentó. Se erano piumate, il paragone con come erano descritti gli angeli nell'immaginario collettivo era un pó inevitabile... peró era una bella immagine, per qualcuno il cui compito era salvare e proteggere gli altri.
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