It's a long way to the top

Midori, Hana

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    Note: questa role è ambientata prima di quella con Castiel.

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    Era la prima volta che mi capitava di avere le ballerine. Nel senso. Sapevo ballare, il minimo necessario per poter fare qualche passo durante le canzoni, non ero un pezzo di legno. Anzi, pensavo di essere aggraziata e di saper usare il corpo come un pennello per dipingere qualcosa di bello. Ma l'idea di poter ballare e cantare con qualcuno mi dava una carica tutta diversa.

    « Uhhh... »

    Mi lasciava qualche dubbio la modalità con cui sarebbe dovuta accadere questa cosa. Volevano che fosse una roba improvvisata. Anche perché visto quel che ci pagavano, dicevano di non volere niente in cui avessimo messo troppo sforzo. E che problema c'era. Avrei volentieri scroccato una cena e qualche soldino per l'abbonamento dell'autobus. Poi dicevano che la maggior parte del ricavato della serata sarebbe andato in beneficienza, quindi...

    MI ero recata lì due ore prima dell'evento, come da indicazioni. L'uomo di mezza età che si occupava del locale e che mi aveva contattato sulla mia mail di "lavoro" mi accolse con un sorrisone, scortandomi sino a una comoda stanza sul retro che conteneva un sacco di farina, riso e cibarie varie, tutte ordinate e sistemate su degli scaffali a muro. Tuttavia, sorpresa sorpresa, c'erano anche una serie di divanetti un pochino malconci. Scoprii successivamente che lì era dove la moglie del proprietario si prendeva una pausa ogni tanto, fumandosi una sigaretta. Testimone di ciò anche il muro annerito sulla sinistra.

    Avevo indosso una giacchetta di pelle leggera che lasciava intravedere la mia t-shirt rosa con sopra disegnata una versione stilizzata di Mount Lady. Il cappellino era di un rosa coordinato, ma con un logo falsissimo della Yuuei. Appesi gli occhialoni gialli - che erano sopravvissuti al karaoke - alla maglietta, mettendo da parte la mia chitarra contro il muro. L'idea di essere venuti prima qui era di incontrarsi con la ... ballerina? Che avrei dovuto incontrare, per metterci d'accordo su cosa mettere su.

    « Beh... alla peggio potremmo fare le sigle dei cartoni animati. »

    Su quelle ero ferratissima.
    Non mi serviva una guida. Mi ravvivai un pochino i capelli azzurro cielo, che con la luce della stanzetta stavano diventando gradualmente blu notte.

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    Essere una ballerina freelance agli esordi voleva dire che, quando andava bene, si compariva per tipo tre secondi sullo sfondo della coreografia di qualche neo-cantante pop di cui nessuno avrebbe ricordato il nome.
    Quando andava male, si saltellava in modo buffo sul jingle di una pubblicità a caso.

    Quando andava malissimo si ballava per beneficienza.
    Per visibilità.
    Per un compenso quasi trascurabile, una bibita gratis e una pacca sulla spalla.

    « No--- sì, anche a me ha fatto strano, cioè: una ballerina? Ma tiggiuro ne voleva proprio una e basta! » Era al telefono con Sachiko, la sua BFF, mentre camminava tutta concitata verso la sua meta.
    « Eh, lo so... Ma ci avrebbe pagato come una sola, eh, poi ci sarebbe toccato dividere quel poco che... Aspe'. »

    ...Dove cacchio era?

    Aveva completamente ignorato il navigatore negli ultimi dieci minuti.

    « Uhhhhmmmm senti, ci sentiamo più tardi? Mi sa che sono arrivata. Yup. Ok, cià~ »

    Non era proprio arrivata, ma non avrebbe mai ammesso di aver completamente mancato la via giusta e di aver tirato dritto per quasi mezzo chilometro.
    Oh, well.
    Non fosse stato per l'enorme borsone da palestra che si era portata dietro, avrebbe quasi gradito quel genere di riscaldamento prima di un'esibizione.


    Il locale era... beh, piuttosto normale.
    Si presentò al proprietario, non mancando di lasciargli il suo biglietto da visita con tanto di QR code che linkava direttamente ai social della sua scuola di danza, nel caso quello avesse voluto ospitare una vera esibizione, in futuro.

    L'uomo le fece strada verso il retro, dicendo che la cantante era già arrivata da qualche minuto. Disse anche di non esitare a chiedere se avessero avuto bisogno di qualcosa, e Hana colse l'occasione per scroccare immediatamente una bibita.

    « Graaazie~ » Sorrisone mentre apriva la lattina del frizzantissimo energy drink all'arancia ed entrava nella stanza.

    « Yo! » Salutò con un gesto della mano molto swag la ragazza dai capelli azzurrini « Tu devi essere la cantante! Io sono la ballerina! Hana Tachikawa, ma chiamami pure Hana. Ecco, prendi. »
    Porse anche a lei il suo biglietto da visita, mentre cercava di farsi un'idea basandosi sulle prime impressioni.
    Potevano avere la stessa età, e a giudicare dall'abbigliamento sembrava una fan degli eroi.

    Il suo invece, di abbigliamento, gridava "mi piace fare sport" da tutti i lati.
    Pantaloni neri, larghi, pieni di tasche, che producevano un fruscio ad ogni suo passo. Chiaramente disegnati per la danza.
    Maglietta grigia, anch'essa dal taglio largo, con il logo di una nota marca sportiva. La giacca a vento a bande verde fluo, bianco e nero, non era propriamente un capo fatto apposta per ballare, ma non sarebbe stata la prima volta che Hana lo usava in quel contesto.
    Infine, ai piedi calzava un paio di sneakers nere, con lacci giallo fosforescente sul piede sinistro, e fucsia sul destro.

    « Unff- finalmente posso mettere giù 'sta roba. » E con un tonfo appoggiò a terra il borsone. « Qui ho altri vestiti e altre scarpe, a seconda di cosa decidiamo di fare. Non sapevo che genere fai quindi ho preso un po' di tutto. Ho un po' di top, un po' di shorts, altre magliette di altri colori, giacche jeans, le jordan rosse... »
    Contava tutto sulle dita della mano, guardando in alto per cercare di ricordare meglio.
    « ...Oh e anche il cappellino, nel caso vuoi che faccia qualche headspin. Li so fare. Anche gli airflare. »

    Troppe informazioni? Ecco cosa succede a dare ad Hana della caffeina.

    « In generale posso dirti che me la cavo bene coi salti, il rap, i blocchi, la breakdance, i movimenti di gambe. Sono un po' meno brava a sculettare sui tacchi a spillo, ecco. »

    ...Hana, il linguaggio. Non si parla così con qualcuno che hai appena conosciuto, dai.

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    Era come se un tornado fosse appena entrato in quella stanza.
    Ero lì, tutta tranquilla a fare mente locale, a capire come mi sarei potuta organizzare per quello che ci aspettava... quando lei entrò. Aveva un'energia unica, dovevo ammetterlo. Era come se fosse un piccolo peperoncino condito con altri peperoncini musicali. Sì, la mia abilità nel fare metafore non è un granché, ma faccio del mio meglio.

    « Hello, sunshine. »

    Mi venne quasi spontaneo.
    Diamine, in genere chiamavano me, sunshine. Per una serie di ragioni che sono facilmente intuibili, ma quella ragazza aveva energia da vendere. Chissà se potevo rubargliene un pochino. Afferrai il suo biglietto da visita, guardandolo con un sorriso. Oh, ecco, questa era una cosa che mi sarei dovuta preparare prima di mettere in atto il piano per andare da Castiel.

    « Sono Hasegawa Midori. Si scrive con i kanji di futuro, guida e ordine. Visto che posso chiamarti Hana, chiamami pure Midori. Non ho un soprannome, ma non mi offenderò se vorrai chiamarmi con qualche nomignolo. Forse. »

    Sorrisi contenta, contagiata dalla sua ilarità. Sembrava che ci fossero tutte le carte in regola perché andassimo d'accordo. Rimasi ad osservarla mentre sentivo tutte quelle informazioni che mi venivano tirate in faccia con la forza di un ciclone. No, va bene, potevo reggere. Portai la mano sinistra di fronte alla bocca, mentre alcune ciocche dei miei capelli diventavano rossicce - un poco per il cambio di luce visto che nella stanza era entrata un'altra persona, un poco per l'ilarità che la situazione mi aveva provocato.

    « Beh, in genere mi preoccupo di saltellare contenta per il palco mentre canto e suono. E come immagini, non è facilissimo con la chitarra in mano. Le canzoni migliori del mio repertorio sono Misery Business dei Paramore, qualcosa dei The Pillows - e per qualcosa intendo l'intera discografia - e qualche classico d'oltreoceano. Però possiamo anche fare qualcosa dei Kana-Boon o magari altro, più ballabile. La situazione di una ballerina e una cantante non mi rende le cose facili. »

    Assottigliai gli occhi, imitando una mia certa compagna di classe che avevo visto solo di sfuggita.
    Ma questo Hana non poteva saperlo.

    « Ma se vuoi metterti i tacchi, non sarò io a fermarti. »

    Però il problema si poneva davvero - cosa avevamo intenzione di improvvisare?
    Potevamo vedere di andare su uno dei miei classici o su qualcosa di suo. Ero brava a improvvisare, un certo Karaoke ne sa qualcosa.

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    Ma i capelli di Midori cambavano colore? Che figata.

    Comunque, approvava tantissimo i Paramore.
    I The Pillows erano ok.
    Dei Kana-Boon conosceva giusto quella sigla di Naruto e una manciata di altri brani.
    Tutto sommato un buon risultato, considerando che non si erano mai viste prima e il rischio di avere gusti musicali completamente divergenti era stato scongiurato.

    C'era solo un unico problema: quello era rock.
    O pop-rock, ma con molto poco pop e tanto rock.

    « Oh, non mi serviranno i tacchi per quello che ho intenzione di fare. » Rispose assottigliando a sua volta gli occhi e sorridendo con una smorfia da gatto. Ultimamente aveva voglia di breakdance e quella sembrava l'occasione perfetta.

    « Dicevi dei classici d'oltreoceano, per esempio? Io vado forte su Lose Yourself di Eminem, ma anche roba più commerciale tipo Tones&I, o Billie Eilish. » Midori avrebbe presto scoperto che Hana non era in grado di stare ferma per più di dieci secondi di fila.
    « ♪ All the good girls go to Hell~ ♫ » E infatti canticchiò iniziando a ondeggiare a ritmo.

    Si stava comunque sforzando di pensare a qualcosa che potesse fare da punto d'incontro.

    « Sennò di solito ballo sul K-pop. Stray Kids, Dreamcatcher, Ateez... » Guardò Midori e... si sentì un'idiota. « ...ma non canti in coreano, giusto. Non sono proprio abituata ad avere una voce dal vivo, ahah. »
    Come non detto!
    Buttò giù qualche altro sorso di energy drink, fissando il soffitto. Possibile che seguisse così poco il panorama pop-rock del suo paese natale?

    « Oh, gli ONE OK ROCK mi piacciono! E i My First Story! Reviver spacca. » Gruppo originario proprio di Shibuya, tra l'altro!
    Ok, era consapevole di stare elencando per la maggior parte voci maschili, ma... le cover femminili piacciono a tutti, no?

    « Boh, dimmi tu. Mi piacerebbe fare un po' di breakdance, ci starebbe bene con qualcosa di dinamico, anche con Misery Business. Potrei girarti intorno mentre canti. Tipo così, aspetta... »

    Nel lasso di tempo di tre secondi scarsi riuscì, in questo ordine, a: spostare con una pedata il suo borsone verso un angolo della stanza; finire l'energy drink trattenendo a stento un rutto; accartocciare la lattina e cestinarla centrando il bidone; sciogliere spalle, collo e polsi con qualche movimento di stretching.

    Hana sotto un mix di caffeina, taurina, carnitina e ginseng in percentuali variabili, faceva quasi paura.

    Iniziò a molleggiare sulle gambe, girando intorno a Midori come uno squalo. Poi, all'improvviso, si lasciò cadere verso il pavimento.
    Era inciampata? Nope!
    Era un airflare! Uno semplice, a due mani, ma molto d'effetto soprattutto per chi di breakdance ne aveva vista poca. Approfittò dell'inerzia acquisita per scivolare in qualche giro di shoulder spin, spiacevolmente constatando con la sua stessa faccia come il pavimento non fosse granché pulito. Ew.
    Si affrettò a spostare tutto il peso su un braccio e a tirarsi su in una specie di verticale tutta storta ad una mano: un hand hop che mantenne per qualche secondo, prima di cedere alla forza di gravità.

    « Ecco, qualcosa del genere. » Un saltello e fu di nuovo in piedi, solo un po' più impolverata di prima.
    Era una delle B-Girl migliori della sua scuola, e ne era consapevole. Solitamente la breakdance era uno stile da maschi, per un semplice fatto di conformazione fisica: servivano buoni muscoli sulle braccia e un gran controllo del core, perciò i ragazzi erano anatomicamente avvantaggiati. Hana non era muscolosissima, ma era tutta un fascio di nervi, leggera e flessibile.

    « Che dici, mettiamo un po' di musica? » Sorrise a Midori: ora era il suo turno di flexare.

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    Senza che googli ogni mossa, i movimenti di Hana sono qualcosa del genere, a livelli meno mostruosi.
     
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    Midori Hasegawa
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    Oh, sapeva stare allo scherzo.
    Meno male. Quando la ragazza nominò Eminem dovetti trattenere un movimento eloquente con gli occhi, visto che proprio non sopportavo quell'artista. Non che avessi una ragione particolare, infatti ne riconoscevo l'incredibile talento. Ma proprio non riuscivo ad ascoltare qualcosa di suo senza sentire voglia di passare alla traccia successiva. Per quanto riguardava il commerciale...

    « Ho visto un sacco di meme su Bilie Elish.
    Ma sì, ci può stare. »


    Istintivamente, quando lei iniizò a canticchiare, iniziai a schioccare le dita con un sorriso in faccia. La sua allegria era contagiosa e non ptoevo fare a meno di apprezzarla. Sentivo che Hana era il genere di ragazza che mi avrebbe fatto piacere avere come amica. Ero contenta che il fato ci avesse spinto insieme. Ad ogni modo, gonfiai una guancia pensierosa, cercando di valutare le varie proposte che mi venivano fatte.

    Feci semplicemente spallucce alla sua domanda sul cantare in coreano - Dreamcatcher mi piaceva per dirne una. Ma aveva ragione, il mio coreano non era un granché - praticamente nullo. La guardai a quel punto muoversi senza preavviso, inizialmente sorpresa, ma poi piacevolmente sorpresa. Era come se quella giovane ragazza si stesse muovendo in preda a una tarantola strana, con un gran gusto.

    La osservavo al meglio delle mie possibilità, battendo le mani ogni tanto su qualche trick particolarmente interessante. In particolare quando tornò giù dall'handstand senza rompersi nessun braccio. Anche io me la cavavo a ballare, ma il mio stile era completamente diverso, ecco. Ridacchiai divertita, alla sua proposta. Tirai fuori la chitarra, indecisa su cosa suonare.

    Avrei potuto proporle il mio adattamento in acustica di Run Boy Run, ma non avevo una chitarra acustica dietro.
    Tanto valeva andare sul classico - avevo già nominato i Kana-Boon. E sì, avevo intenzione di suonare quella opening. Del resto, ero quasi sicura che avremmo trovato un grande riscontro con un classico del genere.



    Le dita si muovevano da sole sulla chitarra, come se avessi suonato quella canzone centinaia e centinaia di volte. Quell'anime in particolare non mi piaceva, ma dopo aver visto il video della canzone, non potevo non restarne innamorata. Era un miscuglio di poesia e musicalità, qualcosa che stupidamente - dall'alto della mia presunzione - ritenevo mi incarnasse bene.

    *Midori sta cantando in giapponese. Ma siccome io il giapponese non lo so, beccateve le lyrics inglesi.

    « Counting together as we step over the goal line,
    We still didn’t know a thing.
    Going beyond that line, but seeing it gone when we looked back,
    We still didn’t know a thing. »


    Avrei continuato a suonare sino a tre quarti della canzone, avvicinandomi ogni tanto a Hana in un momento più tranquillo, come se volessi passarle il microfono. Salvo poi rendermi conto che non avevo un microfono e non avevo mani libere per passarle alcunché. Ma il mio sguardo era eloquente - o almeno ci speravo.
    Ad ogni modo, in un punto della canzone adatto avrei iniziato a cambiare le note, distorcendole, spostandole verso un altro giro e melodia, per sfociare più o meno a due terzi di Bohemian Rhapsody.
    Così.
    De botto.
    Senza senso.

    La cosa che mi interessava adesso era vedere la faccia che avrebbe fatto Hana.

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    HANA TACHIKAWA


    Uoh- quindi avrebbero cominciato proprio da quella opening?

    Approvava. Cioè, non era una super fan né di quella band né di quello specifico anime, ma la canzone era decisamente famosa e avrebbe saputo catturare subito l'attenzione del pubblico.
    Era quello che ci voleva: una partenza col botto.

    « Nice~ » Schioccò la lingua e iniziò a muovere la testa sul ritmo dei primi accordi.

    Si lasciò avvolgere dalla melodia, improvvisando qualche semplice passo in freestyle prima ancora che Midori iniziasse a cantare.
    Adorava improvvisare: provava qualcosa di veramente liberatorio quando lasciava che fosse la musica a guidare il suo corpo, come una marionetta mossa dai fili invisibili del ritmo.

    Ricordava quella traccia abbastanza bene da sapere quando Midori avrebbe iniziato a cantare. Si preparò in tempo ed eseguì un air entry proprio in concomitanza del primo verso.

    Doveva essere una partenza col botto, no?
    Beh, eccola: quello era un trick avanzato, e lo stava facendo alternando un braccio alla volta.

    Fatto qualche giro così, si lasciò scivolare in spin più leggeri per smorzare l'inerzia prima di ritornare in piedi come una molla. Non voleva fare proprio tutto in stile B-girl: oltre a diventare fisicamente troppo impegnativo, avrebbe rischiato di "rubare la scena" a Midori.
    Ecco perché le era venuta l'idea di girarle intorno: in quel modo le avrebbe lasciato spazio per esibirsi mentre lei avrebbe eseguito dei passi più semplici - ma non meno belli - prima di tornare al centro per un altro momento saliente.

    Si stava divertendo!
    Midori era decisamente brava a cantare e contemporaneamente suonare così bene, e più la canzone andava avanti, più Hana si sentiva trasportare dalle parole del testo.
    Iniziò a interpretare quei versi quasi come fosse stata un'attrice di teatro, aggiungendo enfasi, movimenti drammatici e momenti di freeze nei quali sembrava lottare con un demone interiore che voleva fermarla.

    Ogni tanto lanciava qualche occhiata a Midori per valutare eventuali reazioni, e a un certo punto ebbe come l'impressione che volesse che... cantassero insieme?

    Hana non era una cantante, ma era un motivo abbastanza valido per lasciarsi sfuggire l'occasione?
    Ovviamente no.

    *anche Hana canta in giapponese.


    « Getting further, further, further away… » Accompagnò al meglio delle sue capacità il secondo ritornello, lasciando che Midori cantasse le parti complicate e subentrando solo durante i versi più semplici.

    « [...] every one of us is a silhouette~ »

    Non era stonata, in realtà.
    Certo non era una professionista, ma essere cresciuta in un ambiente musicale le aveva permesso di sviluppare un buon orecchio e una modesta intonazione. Cantava come può cantare qualcuno che è costantemente immerso nella musica e cerca di imitare i suoi artisti preferiti, ecco.

    A un certo punto le sembrò che Midori avesse mancato una nota. O due.
    O che proprio avesse sbagliato canzone.

    « !!! » La bocca si spalancò in un'espressione incredula ed euforica, quando capì.
    Veramente?
    Una transizione in Bohemian Rhapsody? Ma... ma era bellissimo!

    Gasatissima, iniziò a saltare cercando di far coincidere ogni atterraggio coi tempi dell'assolo di chitarra.

    « So you think you can stone me and spit in my eye!! »

    Questa volta non aveva aspettato un segnale di Midori: saveva semplicemente iniziato a cantare, travolta dall'enfasi del momento.

    Quella parte di Bohemian Rhapsody, per un ballerino, gridava salti e hype da tutte le parti. Hana poteva anche sembrare posseduta, ma manteneva sempre la coordinazione e una certa armonia nei movimenti che facevano pensare "ok, questa sa quello che fa, non è del tutto impazzita".

    Sulle ultime note si lasciò cadere in ginocchio davanti a lei, dandole le spalle per rivolgersi a un pubblico immaginario, e sull'ultimo "nothing really matters" si esibì in una spaccata frontale.

    « Yooooo ma sei bravissima, che figata! » Disse poi rialzandosi e massaggiandosi le gambe.
    « Ouch, ho rischiato grosso con questa. Dovevo fare riscaldamento, ahah. » Dal sorrisetto colpevole si poteva intuire che quella di saltare il riscaldamento era quasi un'abitudine.

    « Io ho una chitarra acustica a casa ma non so suonarla così bene. Ci suono Complicated al massimo, ahah. »

    Sguardo leggermente indagatore. Midori non aveva commentato Eminem e poteva capirlo, in fondo non a tutti poteva piacere quel genere.
    Ma su Avril Lavigne non ammetteva discussioni.

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    Ero contenta, sinceramente contenta, che Hana avesse apprezzato il piccolo medley privo di ogni senso e sacralità che avevo messo su. Era una cosina sulla quale stavo lavorando, fare transizioni da una canzone all'altra in maniera delicata e attenta. Non funzionava con tutte le canzoni e qualcuno si sarebbe potuto offendere per aver messo in mezzo mostri sacri come i Queen, ma...

    ... lo trovavo divertente.
    Fatemi causa.
    No, aspetta, la SIAE è pronta a farlo davvero, abort mission.
    Comunque, ero profondamente contenta che Hana stesse cantando con me, avevo quasi timore che fosse una di quelle persone con il terrore di fare male - ma no, non c'era quel rischio. Anche perché aveva un minimo di esperienza a quello che sentivo. Era naturale, del resto, venendo da un'ambiente artistico che avesse qualche rudimento in materia. E poi mi aveva fatto ridere come era rimasta stupida della piccola sorpresina.

    Carina. Stella.
    Poi quando la vidi fare quella spaccata, quasi istintivamente mi venne da farmi in avanti per darle una mano, ma sembrava che fosse ancora viva - quindi pericolo scampato. Poi mi fece dei complimenti, quindi i miei capelli diventarono quasi immediatamente rossicci alla base, mentre piccole venature di quel colore si mescolavano con il resto del colore. Così, a bruciapelo?

    « Troppo gentile, f-faccio solo del mio meglio. »

    Poi nominò lei. La crush giovanile del 95% dei maschietti nati in quel periodo. E del 5% delle femminucce incerte e dubbiose su un sacco di cose. Rientravo in quel cinque percento.

    Nonostante avessi appena suonato, le dita si mossero praticamente da sole, per suonare l'intro di He Wasn't.
    Mi sarebbe piaciuto avere un quinto dell'energia di Avril Lavigne o di Hayley Williams. Ma nonostante ci mettessi tutto l'impegno del mondo, finivo sempre per ripiegare su canzoni più tenere, dolci. Beh, stasera sarebbe stato diverso.

    There's not much going on today
    I'm really bored, it's getting late
    What happened to my Saturday? (Saturday)
    Monday's coming, the day I hate, hate


    Non iniziai a cantare, nonostante le mie labbra si muovessero - forse la mia testa era andata a pensare a cose che non c'entravano - come se neanche la musica, oggi, fosse abbastanza per distogliermi dal fatto che la mia vita non stava andando in nessuna direzione al momento. O meglio, lo stava facendo, ma troppo lentamente. Dovevo decisamente fare qualcosa per prendere in mano la mia vita. Chissà, forse questa serata con Hana sarebbe potuta essere un trampolino di lancio?
    Speravo almeno di farmi un'amica sulle note di Avril Lavigne.

    Avril per il sociale

    « Il pop punk è il mio guilty pleasure. Ma chi non l'ha mai suonato merita solo pizzicotti. »

    Ridacchiai, facendo sentire che il mio tono era comunque scherzoso, nonostante fosse vero. Tra i connoisseurs era malvisto interessarsi al garage rock e a tutti i generi collegati. Ma gli esperti avevano scocciato alla grande da un sacco.

    « Son contenta che abbiamo trovato dei punti in comune, Hana-san! »

    Dissi alla fine, abbassando un poco la chitarra e sprigionando il mio miglior sorriso.
    Un raggio di sole. Ehe.

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    No, ma, i capelli di Midori erano troppocarini.

    Il cambio di colore sembrava in qualche modo collegato al suo stato d'animo, visto che erano letteralmente arrossiti ai suoi complimenti. Era tentata di continuare ad adularla giusto per vedere quali altre tonalità avrebbero assunto.
    Così, per la Scienza.

    Purtroppo - o per fortuna - l'intro di He Wasn't era più importante della Scienza.

    « Lo sapevo! » Sguardo come di chi ha vinto una scommessa con sé stessa, mentre iniziava a muovere la testa a ritmo.

    Chissà perché era sempre così facile riconoscere le fan di Avril a prima vista. Era qualcosa nel modo di vestirsi? L'atteggiamento? La aesthetic tutta? Boh?
    Ad ogni modo, era davvero contenta di averne trovata un'altra.

    Era pronta a saltellare sulle note di tutte le sue canzoni, con una personale preferenza per Sk8er Boi. Aveva sempre sognato di essere, un giorno, una dei protagonisti di un nuovo video musicale di quella canzone.
    ...La skater boy, precisamente.

    Oh Avril, patrona della biconfusione di tutte le sue giovani fan.

    « Son contenta che abbiamo trovato dei punti in comune, Hana-san! »


    « Anch'io! » Rispose ricambiando il sorriso. « Probabilmente ne abbiamo più di quanti immaginiamo, eheh. »
    Era solo una sensazione, ma le probabilità erano alte. Stessa generazione, stesse inclinazioni musicali... probabilmente gli stessi meme salvati sul telefono, e così via.

    Si stiracchiò allungando le braccia in alto, intrecciando le mani e alzandosi di poco in punta di piedi.
    Ecco, stretching fatto, coscienza pulita.

    « E che mi dici dei tuoi pezzi originali? Ne hai qualcuno? » Chiese così, casualmente, delicata come un bolide.

    A suo modo di vedere, quella non era affatto una domanda inopportuna. Era convinta che anche Midori, in quanto artista della musica, sperimentasse come lei il bisogno di esprimere la sua creatività mettendo insieme qualcosa con la farina del suo sacco.

    Dopotutto, sia le coreografie di un bambino inesperto, che il miglior singolo di un cantante acclamato, erano sempre naturali manifestazioni dello stesso impulso creativo, no?
    E meritavano lo stesso rispetto e attenzione.

    Fece schioccare le spalle e il collo, e riprese a saltellare leggermente, come a voler fare intendere che era pronta a ricominciare a ballare.

    « C'mon, fammi sentire qualcos'altro! » La incitò battendo un paio di volte le mani.

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    Ancora scusa per l'imbarazzante ritardo, periodaccio c_c
     
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    Certo che ne avevamo tantissimi in comune.
    Le persone di buon gusto si attirano naturalmente. E poi ero così adorabile che era impossibile non volermi bene. La domanda successiva di Hana, tuttavia, mi portò a roteare leggermente gli occhi - non infastidita, al contrario, ero felice - ma ero un pochino imbarazzata. I miei pezzi originali erano qualcosa che raramente condividevo e nonostante avessi qualche video di cover caricato su youtube - sotto pseudonimo, con la camera che non inquadrava i miei occhi e un sacco di precauzioni inutili, non c'erano canzoni mie su internet.

    « Ehm. »

    Spostai lo sguardo, lasciandomi andare in una risatina nervosa.
    Certo che avevo pezzi originali.
    Ero piena di pezzi originali.

    E ne andavo particolarmente fiera.
    Ma il fatto di non avere un palcoscenico adatto mi impediva di esprimermi come volevo.

    « D-Diciamo che sono un poco timida a riguardo. Ho qualche pezzo, ma sono tutte cose strane. Ho anche qualcosa di più tradizionale... cosa... cosa vuoi sentire? »

    Saresti la prima a sentire qualcosa di mio, ecco.
    Forse avrei dovuto aggiungere anche quel pezzettino, per provare a farla desistere dall'idea di sentire qualcosa di mio. Ma c'era qualcosa in me che mi spingeva ad avere naturalmente fiducia di quella scoppiettante ragazza, darle un pochino di me. Un pochino.

    Con una rinnovata energia, guardai nuovamente in sua direzione.
    Potevo farcela - anche se non era la cosa più semplice del mondo. Era buffo, in qualche maniera - non avevo problemi a cantare di fronte a tante persone. Mi piaceva, quasi, guardare ognuno dei loro sguardi. Ma adesso? Così? Mostrare ad Hana ogni cosa di me?
    ...

    ...


    ...

    Non mi sembrava così improponibile, da un secondo sguardo.
    Strinsi meglio la chitarra, alzandomi in piedi con un largo sorriso in faccia.

    « La roba strana è strana forte, giuro. Però non posso suonare tutto, per alcune canzoni dovrò mettermi una base sotto. Spero mi perdonerai per aver imbrogliato. »

    Tirai fuori il mio cellulare, rosa con una cover nuova. Sopra c'era Quiet Perfume in versione chibi, stilizzata e carinissima. Sopra il suo logo, in alto a sinistra. Mi piaceva come il disegnatore l'aveva rappresentata, ecco. Mossi l'oggetto tra le mani, iniziando a scorrere tra le varie tracks.

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    CITAZIONE
    Per fortuna Nyuu mi vuole bene, altrimenti mi sarei meritato due pallottole nelle ginocchia per il ritardo
     
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    HANA TACHIKAWA


    Uh? Cosa? Aveva detto qualcosa di strano?
    Inclinò leggermente la testa di lato, confusa.

    ...Oh! Giusto. A volte si dimenticava del fatto che le persone non fossero tutte pimpanti e vogliose di esibirsi davanti a qualcuno. Che avere una naturale self-confidence nelle proprie abilità non era una cosa così comune, specialmente agli esordi della propria carriera.

    « Non so.. quello che vuoi tu! » Le sorrise fiduciosa, nel tentativo di allentare un po' la tensione.

    Per Hana era tutto il contrario: ogni scusa era buona per mettersi in mostra.
    Sin da quando aveva iniziato a muovere i primi passi di danza, era sempre stata tutta un "Mamma mamma guardami guarda cosa so fare GUARDAMIIIII" e diciamocelo, non era mai veramente uscita del tutto da quella fase.

    « Vada per la roba strana, yeah. E non penso che mettersi una base sia imbrogliare. Mica pretendo che tu abbia otto braccia per suonare quattro strumenti contemporaneamente e magari anche cantare. »
    Lo disse con una serietà assoluta. Oh, ce ne erano di quirk strani in giro, non voleva offendere nessuno.

    Chissà quanto strani erano davvero i pezzi originali di Midori?
    Hana aveva una buona cultura musicale, non era digiuna di generi indie e sperimentali di vario tipo, anche se non ne andava matta: spesso erano arrangiamenti poco danzabili.

    Si fece un po' indietro per lasciarle spazio, progettando di accomodarsi su uno dei divanetti posti in quella stanza (possibilmente quello messo meno peggio), quando notò il suo cellulare.
    Così rosa e kawaii, praticamente l'esatto opposto del suo, tutto nero e incastonato in una cover ultra-spessa piena di graffi e ammaccature: un cellulare che cadeva spesso, a causa della sua maldestra proprietaria.

    Quello che aveva attirato la sua attenzione però, oltre alla tonalità di rosa, era la chibi Quiet Perfume.
    Sollevò nuovamente lo sguardo su tutta la sua figura: la maglietta di Mount Lady, il cappellino della Yuuei, e ora la cover.

    « Uhhh che carina Quiet Perfume! » Indicò con un cenno del capo.
    Ehi, solo perché aveva uno smartphone che sembrava quello di un muratore, non significava che non potesse apprezzare le cose carine!

    « Ti piacciono gli Eroi, eh? » Sorrisetto, sperava di aver indovinato.
    Insomma: o c'erano appena stati i saldi sul merchandise, o aveva di fronte una vera fan accanita del panorama eroistico di Tokyo.

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    Midori Hasegawa
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    Quello che voglio io?
    Era una frase pericolosa da dire a una ragazza con una chitarra in mano.
    Avrei potuto iniziare a suonare cose super strane per quello che ne sapeva lei.
    E poi mi aveva dato il permesso di farlo. Assunsi un'espressione pensierosa, cercando di immaginare per un attimo la sua reazione. Era da tanto che non cantavo quella canzone, quindi avrei potuto ottenere risultati... contrastanti.

    « .. sì, mi piacciono gli eroi. Spero di riuscire a diventarne uno, un giorno. Ma insomma, ho un sacco di cose in pentola per ora - anche se credo i miei preferirebbero vedermi in giro per il mondo a salvare persone, piuttosto che su un palcoscenico in abiti striminziti. Ma prima fammi suonare, dopo ti racconto cose imbarazzanti della Yuuei. »

    Dissi con un tono pensieroso, facendo capire tuttavia che magari quel discorso si poteva rimandare a dopo - anche perché stavo cercando la forza di non scappare dalla finestra piuttosto che aprirmi in quella maniera. Poi, la canzone che avevo in mente non era particolarmente profonda o pensata bene. Mi piaceva l'idea che ogni canzone avesse un messaggio dietro, ma questa... era semplicemente nata da un evento mondano. Forse stupido.

    « Non ridere. »

    Le intimai, facendole dopo una linguaccia.

    « Questa canzone è stata scritta dopo che un sintetizzatore vocale usato per comporre canzoni online minacciava di essere discontinuato. Ecco, la community fece letteralmente una rivolta a riguardo, portando la compagnia a organizzare un crowfunding per non fallire. Una situazione strana, ma molti artisti scrissero canzoni usando quel sintetizzatore. Io invece -- beh, ne cantai una, semplicemente. »

    Un paio di pressioni sul cellulare e la base musicale riempì la stanza, mentre mi schiarivo la voce.
    Poi, di lì in poi... il delirio.



    In uno strano misto di rap e scuse per aver urtato qualcuno, le parole uscivano dalla mia bocca velocissime, come se avessi un quirk che me lo permetteva. Tranne che in questo caso, il mio quirk era la passione per le cose strane e l'impegno che ci mettevo ogni giorno.

    « Ever since I was born, from that day I had known
    That I am nothing more than a simulation
    Even so, I'll keep singing until destroyed
    Living forever, yes I am a Vocaloid
    If for example the thing singing was just a
    Toy that would sing back the tunes that you gave to them
    I'd think that was alright
    While I look at the sky, bite this leek, see the soup pouring from my eyes
    »


    La canzone personificava quel software, rendendolo simile a una ragazza che era stata lasciata, ignorata da colui che amava di più. Smielato, forse, troppo sentimentale. Ma personalmente mi divertiva l'idea e mi intristiva allo stesso tempo. In fondo, c'è gente che fa fumetti su Internet Explorer. Chi mi impedisce di fare una cosa del genere? Le parti con questa parlantina rapida erano seguite da piccoli riff alla chitarra e sezioni più melodiche, per andare a creare un vero caos di canzone. Personalmente non pensavo fosse minimamente commerciabile e probabilmente solo in pochi avrebbero potuto trovarla gradevole.

    Io? Mi divertivo un sacco a cantarla.
    Al termine della performance, tirai un piccolo sospiro. Quindi rialzai lo sguardo, un pochino più ringalluzzita. Nel corso della canzone i miei capelli si erano istintivamente riempiti di riflessi azzurro elettrico - che mi dava un aspetto più allegro e spigliato.

    « Beh... ecco. Ho anche un canale con le cover, se vuoi. Poi ti passo il link.
    Attiva la campanella delle notifiche per non perderti nessun video. »


    Dissi con voce meccanica, canzonando video maker più famosi.

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    HANA TACHIKAWA


    « .. dopo ti racconto cose imbarazzanti della Yuuei. »


    Say whaaat.
    Che svolta inaspettata. Il grado di sorpresa attraversò prima la fase "devo aver capito male" per poi finire in una genuina espressione di ammirazione.
    Insomma, conosceva amici che avevano amici che andavano alla Yuuei, ma quella era la prima volta che incontrava una studentessa in prima persona. Le era sempre sembrato un percorso così distante dai suoi interessi che non aveva mai prestato davvero attenzione al fatto che gli Eroi non uscissero da una fabbrica già belli pronti e cresciuti, ma dovessero essere formati come per qualsiasi altra professione.

    Chissà, magari poteva imparare una lezione o due per migliorare anche nel suo nuovo hobby.

    « Ah, non prometto niente. » Ricambiò la scherzosa intimidazione con la stessa linguaccia, mentre si lasciò cadere di tutto peso sul divanetto che cigolò fastidiosamente.

    Ascoltò il contesto della canzone che Midori stava per cantare con un'espressione a metà tra il confuso e l'interessato, come se si trovasse di fronte ad un piatto culturalmente troppo lontano da quello che era abituata a mangiare, ma che in qualche modo sembrava appetibile.
    Tipo, che ne so, zampe di rana fritte.
    Probabile stessa reazione.

    Alla fine annuì con la stessa espressione e sollevò entrambe le mani in un doppio pollice in sù.

    "Non ho capito benissimo, ma You Go Girl!", sembrava voler dire.
    Insomma, quanto strano poteva ess--

    ...OH.

    Si sentì letteralmente investita come da una secchiata di acqua gelida, tanto che per due solidi secondi rimase paralizzata ancora coi due pollici in sù e la bocca semiaperta.

    « porcapaletta » Mormorò tra sè e sè mentre Midori cantava a velocità a dir poco sovrannaturale.
    Era anche quello un suo quirk? Faticava a credere il contrario.
    Un tale controllo della propria voce richiedeva non solo una camionata di talento innato, ma anche anni ed anni di pratica. La ragazza che aveva di fronte stava, nello stesso momento: ricordando un testo abbastanza complicato, cantando tale testo velocissima, suonando i suoi stessi riff e... non era certa che stesse anche respirando.

    Al termine della performance si alzò in piedi sul divano - letteralmente, con le scarpe sui cuscini dove un secondo prima era seduta - e saltellò come una bambina di cinque anni.

    « WOOOO!!! » Applausi e fischi, poi saltò giù facendo cigolare nuovamente il povero arredo.

    « Non mi importa cosa dici, questa la dobbiamo fare. » Sorrideva, ma il tono di voce non ammetteva repliche.

    « Strana è strana sì, ma è fighissima. La facciamo alla fine, come pezzo di chiusura, d'accordo? Io posso ballare sulle parti più melodiche, poi mi sposto e ti lascio tutto lo stage quando canti. Chiediamo al proprietario com'è messo in quanto a luci, perché qui ci vorrà qualcosa di adatto. »

    Sfoggiò uno di quei suoi famosi sorrisi sbarazzini che non promettevano mai nulla di buono.

    « E qualcuno deve filmarci, per il tuo canale, sì sì. Li lasciamo tutti a bocca aperta, fidati. »


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    Credo che la gente faccia quello che fa per ragioni ben precise.
    Un esperto di borsa si è interessato agli affari e alla piazza del mercato perché ha dei gusti costosi che devono essere mantenuti, un insegnante perché adora i bambini e la sensazione di trasmettere la cultura. Che queste ragioni siano evidenti o nascoste e recondite, poi, non cambia molto. La realtà è che c'è un leifmotiv, una ragione superiore che pregna le azioni di ognuno di noi.

    La reazione di Hana?
    Il sorriso che aveva in faccia?
    Quello, era il motivo per cui mi alzavo ogni mattina.
    Per cui facevo esercizio, vocalizzi, mi impegnavo così tanto per diventare un eroe.
    La sua reazione così spontanea - che nasceva sia dal suo essere semplicemente lei, ma anche dalla mia voce.

    Io avevo dato vita a quella reazione.
    A quella sensazione che lei stava provando.
    A quel calore bruciante e rassicurante che pervadeva il mio cuore, che traboccava qualcosa di indescrivibile.
    In un altro tempo, avrei detto giustizia.

    « ... il tuo entusiasmo mi fa davvero bene, Hana. »

    Le regalai un altro sorriso contento, tronfia di come la mia canzone le era piaciuta. Era una sensazione bella, avrei potuto farne un'abitudine. Valutai la sua proposta, di portare questo pezzo davanti alle persone. Inizialmente sbattèi le palpebre un pochino a disagio, ma subito mi ricordai di come la mia nuova amica aveva reagito al sentire il mio pezzo. Se inizialmente avrei potuto rifiutare urlando, adesso non mi sembrava una follia improponibile.

    « Credi davvero che non ci tireranno i pomodori? Se lo dici tu, mi fido, eh. Però non mi piacciono molto i pomodori. »

    La mia protesta era debole, infatti stavo già sorridendo contenta all'idea di salire sul palco con Hana per cantare la mia canzone. Poi mi venne in mente la proposta criminale, per la quale avrei preso una chitarrata in faccia. Portai la mano destra davanti alla bocca, le mie sopracciglia si alzarono come se avessi appena avuto l'idea del secolo.

    « ... puoi fare il robot per me?
    Solo per me, però. »


    Si, mi stavo divertendo un sacco.

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    HANA TACHIKAWA


    « Il robot? »

    Sbatté un paio di volte le palpebre, sorpresa.
    Era una richiesta più curiosa che strana - in fondo tutti conoscevano quello stile di danza, ma la maggior parte delle persone era più impressionata dal fatto che sapesse fare un backflip rispetto al sapersi muovere come un automa.

    E perché in realtà la robotdance era più difficile della breakdance.
    Tremendamente più difficile.

    « Mmm va bene, ma solo perché me lo chiedi tu~ » Dopo un attimo di tentennamento accettò con un'occhiolino (era, tipo, il terzo nell'arco di cinque minuti? Stavano diventando un po' troppi occhiolini).

    Si tolse la giacca dagli inserti fluo e la appoggiò sul divanetto, mentre cercava di ripassare mentalmente un classico delle coreografie di danza robotica. Non sapeva cosa avesse in mente Midori, ma la faccia che aveva fatto prometteva c o s e, e Hana aveva tutta l'intenzione di assecondare qualunque bizzarria fosse venuta in mente alla coetanea.

    « 'Spetta, metto una base sennò non mi viene. » Prese il telefono e navigò velocemente tra le sue playlist. Sapeva esattamente cosa mettere.

    [♫]


    Sull'intro in crescendo della traccia cominciò a molleggiare sulle ginocchia, e mentre la musica continuava a crescere fece scrocchiare spalle, collo e torso.

    « Sono un po' arrugginita però. »
    Un timido sorrisetto: questa volta non stava scherzando e aveva davvero paura di fare una pessima figura.

    Iniziò a danzare sui primi velocissimi beats, muovendosi come il personaggio di un videogioco in 8-bit. Cercava di simulare una camminata meccanica nelle quattro direzioni, isolando i gruppi muscolari degli arti inferiori da quelli superiori. Era proprio quella la cosa difficile della robot dance: irrigidire singole sezioni del proprio corpo abbastanza da vendere l'illusione, e contemporaneamente muoverle nel modo più veloce e controllato possibile.

    Do your chain hang low
    Do it wobble to the flo'
    Do it shine in the light
    Is it platinum, is it gold?


    In realtà non se la stava cavando male.
    Certo, per un occhio esperto aveva ancora qualcosa da migliorare, ma per i babbani della robotica quella poteva essere una performance più che convincente.

    Danzò concentratissima per una buona trentina di secondi, e solo dopo che ebbe ripreso un po' di confidenza azzardò qualche passo più ispirato.
    Fece pure un saltino con il pugnetto alzato imitando quasi perfettamente un noto idraulico baffuto.

    Could you throw it over ya shoulda
    If ya hot, it make ya cold
    Do you chain! Hang! Low !


    Avrebbe continuato così ancora per un po', certa (o quantomeno speranzosa) che Midori avesse qualcosa in mente da mettere in atto mentre danzava.

    In caso contrario si sarebbe fermata al primo loop, perché insomma: la traccia durava quasi quattro minuti e, per una cosa improvvisata dal nulla, erano decisamente tanti.


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    Ho già fatto il bonifico a WB per scusarmi del ritardo
     
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    ...
    EHI.
    La mia era una battuta.
    Lei mi aveva preso sul serio.
    Mi aveva persino fatto l'occhiolino - non potevo più uscirne.
    Rimasi lì, imbambolata per due secondi buoni.

    Era troppo tardi per dirle che stavo scherzando.
    Per questa ragione, mi resi conto di dovermi inventare qualcosa per evitare che andasse tutto in una serie di strane rovine --- avrei potuto tirare fuori una delle mie canzoni, ma non era giornata per mettermi così tanto alla prova.

    ... e soprattutto, non avevo idea di cosa metterci insieme.
    Maniac Dance degli Stratovarius?
    Ma c'era già una base. Non volevo dare fastidio.

    Lasciai che Hana si fermasse naturalmente, dopodiché assunsi un'espressione leggermente dispiaciuta, come se non avessi avuto nessuna idea. Ed era effettivamente vero, per quanto fosse stato divertente - e a tratti interessante - da guardare, non riuscivo a immaginare come potessi fare qualcosa per unirmi a quella coreografia.

    « No, forse è stata un'idea stupida, da parte mia. »

    Dissi, tirandomi in piedi con un movimento fluido, la mano sinistra al mento per sorreggerlo e permettermi di pensare ancora. Tuttos ommato, ero dell'idea che avessimo abbastanza materiale per poter fare almeno un piccolo concertino. Per essere una cosa improvvisata e pagata in c i b o ci stavamo mettendo anche troppo impegno, secondo me.

    « Fermo restando che il robot era solo per me... direi che possiamo andare sui classici che abbiamo detto prima e metterci The Disappeareance che abbiamo visto prima funziona. »

    Non sapevo bene in che ordine proporre le canzoni però. Una decina al massimo sarebbero bastate, poi potevamo andare con le richieste dal pubblico. Ammesso che ci fosse stato un pubblico tanto volenteroso di ascoltarci e non una marea di pomodori ad attenderci.

    « Tu che ne pensi? »

    Le chiesi a quel punto, genuinamente impressionata da quanto avevo visto prima sul robot. Nonostante non l'avessi dato a vedere, ero sinceramente colpita dalle abilità atletiche della collega - collega? Beh, sì. Siamo sempre compagni artisti, ecco.

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