Superhero Landing!

"Anche se con la senpai capita di andare in altre zone."
Molto bene, quella ragazzina non era lasciata a se stessa totalmente allo sbaraglio tra i vicoli della città, anche se avrebbe avuto da ridire con quella fantomatica senpai poiché lasciarla da sola poteva essere pericoloso.
Poi insomma, una senpai poteva evitare qualche errore di valutazione che ti porta a prendere a calci in faccia un perfetto sconosciuto.
Giusto per fare un esempio casuale.
Casualissimo.
«Avere qualcuno che ti protegge le spalle è una bella sicurezza anche da un punto di vista psicologico.»
Forse le stava dicendo in modo indiretto che anche lui non lavorava da solo e se poi la giovane si lasciava scappare qualche informazione sulla sua collega tutto di guadagnato per la sua curiosità.
«Il tuo è un intento nobile.»
Aveva ascoltato in silenzio le parole della giovane, ritrovandosi a guardarla con attenzione come per non farsi sfuggire la comunicazione non verbale che accompagnava il suo discorso tanto accorato.
«Gli eroi sono tanti e ben allenati ma ancora non dispongono del dono dell'ubiquità» Sarebbe stato poco istruttivo accendersi una seconda sigaretta nel giro di poco mentre rifletteva su quegli argomenti tutt'altro che facili, vero? Meglio lasciar perdere «Quindi tocca ad altri accompagnare le amiche a casa, al sicuro, oppure prestare primo soccorso a chi è stato malmenato dai teppisti.»
O perché no evitare che un terrorista prenda in ostaggio un ospedale intero.
In ogni caso, per rispondere alla domanda di Hana anche per lui la situazione non era tanto diversa, se era riuscito a vincere la propria pigrizia e l'indifferenza nei confronti di perfetti sconosciuti era perché... no, c'era una profonda differenza di fondo: la ragazzina si era messa in gioco per aiutare una persona cara, lui per non farsi sopraffare dai sensi di colpa nei confronti di un perfetto sconosciuto che non era riuscito a salvare. Il suo era puro egoismo, nemmeno meritava di mettersi alla pari con la buona volontà della rossa.
«Anche io ho iniziato più o meno per lo stesso motivo.»
Un sorriso che voleva essere rassicurante, meglio non ammorbare l'interlocutrice con le proprie tristi riflessioni.
«I futuri eroi cominciano la scuola molto giovani, perché loro dovrebbero avere la consapevolezza di ciò che fanno e tu no» Visto, Hana? Non è così vecchio da rimproverarti per tutto ciò che fai «L'unico inconveniente, rispetto alla loro scelta, è che quello che facciamo è illegale ed alcune persone... si fanno prendere un po' troppo la mano senza che qualcuno possa davvero controllare ciò che fanno.»
Un lieve sospiro mentre ripensava a Kardama, Rin o perché no i due Vigilantes più deludenti di sempre di 12th Division che avevano coinvolto due civili inesperti in una situazione a dir poco delicata per poi sparire senza una mezza spiegazione. Certi modus operandi proprio non riusciva a farseli piacere, senza contare che ancora portava rancore a Druid e socio per quello scherzetto al parco.
«Ma mi rendo conto che sono discorsi piuttosto noiosi.»
Si strinse nelle spalle, lui era uno che apprezzava quel genere di discussioni, ma aveva onestamente timore di far perdere la pazienza alla ragazza e di ritrovarsi con il naso di nuovo sanguinante come unico modo per farlo tacere.
«Nel caso la tua senpai avesse di nuovo da fare e tu avessi bisogno di qualcuno che ti copre le spalle, puoi chiedere supporto a me o ai miei colleghi.»
Detta così sembravano quasi una fitta rete con numerosi elementi pronti all'azione ed una organizzazione di persone e ruoli da far invidia anche alle migliori agenzie di eroi, quando invece erano tre disadattati ed un cane.
«Telefona qui e chiedi dei takoyaki con salsa barbecue, ma soprattutto non preoccuparti delle urla del cuoco di fronte a una simile richiesta» Faceva parte del divertimento triggerare Shinjiro con quella parola d'ordine dai risvolti proibiti (niente salse straniere nel suo ristorante!) «Se invece vuoi solo invitare la tua insegnante a mangiare un boccone, oppure delle amiche, puoi dire al cuoco di questo ristorante che l'inglese ti deve una cena.»
Ancora si sentiva in colpa per averla spaventata dando il via a quel breve scambio di battutacce e colpi. Rovistò un po' nella tasca della giacca, ne estrasse uno scontrino del Kagejikan e poi, una volta recuperata pure una penna, sul retro del foglietto scrisse "Le devo una cena" senza nemmeno firmarsi.
Shinjiro avrebbe sicuramente riconosciuto la sua brutta calligrafia.

« LA PERSONA GIUSTA NEL POSTO GIUSTO. FORSE. »

Oh? Carriera nello spettacolo? La giovane di cui nemmeno conosceva il nome si era forse fatta scappare un'informazione molto personale? Sì, decisamente, ma non che fosse suo interesse sapere chi fosse e cosa facesse.
...
Cioè dai, un po' sì, ma solo perché era mortalmente curioso di natura.
In ogni caso sarebbe risultato molto scortese e un filo inquietante a chiederle informazioni personali, senza contare che sarebbe stato il primo a non avere alcuna intenzione di rispondere a domande simili, quindi meglio evitare del tutto.
"Posso dire che avete una pessima parola d'ordine?"
Un'espressione vagamente divertita di fronte a quell'osservazione, chiedendosi quale potesse essere una buona parola d'ordine in un ristorante, secondo lei, mica poteva presentarsi qualcuno in stile "Mi scusi, vorrei ordinare due barre di uranio impoverito da portare via" e poi far finta di niente.
"Conosco gente che ordinerebbe davvero qualcosa del genere. Ed io con loro."
Il sorriso si fece più grande, era ora di fargliela pagare per la faccenda del calcio sul naso perché la vendetta è un piatto che va servito bollente come una porzione di takoyaki senza salse occidentali.
«Vedi? Vuol dire che è una parola d'ordine efficace... se mai andrai lì per cena e non per ulteriori affari, chiedi espressamente del cuoco e poi fai a lui la tua ordinazione.»
Sperava solo di essere presente in quell'occasione, non voleva perdersi lo spettacolo.
E ho già detto che non è lui l'adulto della situazione, vero?
"Co... cos'è che fate di preciso lì?"
Non gli era sfuggita la sua reazione e, onestamente, non sapeva bene come interpretare la faccenda: il Kagejikan non era così famoso per le sue attività secondarie né Bloodpact era un gruppo abbastanza grande e conosciuto – anzi, non lo era affatto, già era tanto che avesse un nome – da poter attirare le attenzioni di colleghi Vigilantes o peggio ancora polizia o Villain... dunque perché la giovane era parsa tanto turbata leggendo quel nome? Non riusciva a darsi una spiegazione razionale che non includesse intrighi internazionali, gli alieni di Complotto-san o qualche socio del clown e la cosa non lo lasciava tranquillo.
«Ma che domande, come credi vengano smaltiti i cadaveri dei criminali?» Con una convinzione che poteva risultare spiazzante, quella sua capacità di riuscire a prendere sul serio anche gli argomenti più inutili giocava a suo favore per vedere le possibili reazioni della ragazzina «Lo spezzatino è ottimo e quel retrogusto di giustizia lo rende pure migliore.»
La guardò per un attimo e poi non riuscì a trattenere un sorriso.
«Sto scherzando, assicuro che è tutto in regola.»
Dal punto di vista sanitario, perlomeno, che poi ogni tanto uscissero discorsi che portavano ad azioni non del tutto legali o vi si radunassero persone che non potevano utilizzare il proprio Quirk ma comunque se ne fregavano, quello era un altro discorso.
«Se qualche volta hai tempo, passa a fare un giro.»
Non sarebbe comunque stato tempo perso, al di là degli affari più o meno legali la cena se la sarebbe sicuramente goduta.
«E mi fermerei a parlare ancora, ma devo andare» Aveva della stamina su Heroes Against Evil da consumare e del ghiaccio da mettersi sul naso, se ancora poteva evitargli un brutto livido «Abbiamo cominciato col piede sbagliato, ma direi che in qualche modo abbiamo recuperato.»
Un nuovo sorriso e un lieve inchino prima di allontanarsi.
Maledetti ragazzini.

« LA PERSONA GIUSTA NEL POSTO GIUSTO. FORSE. »